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Rassegna Stampa del 28/12/2017

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Indice Articoli

Premio Strega, Campiello e Nobel Il tris d’ assi dell’ Einaudi pigliatutto

Chessidice in viale dell’ Editoria

Raisport in sciopero dopo la perdita dei diritti dei Mondiali

Chili tv, Lavazza azionisti al 25%

Provincia di Varese, stop alle pubblicazioni a fine anno. Atteso l’ arrivo di nuovi editori

New York Times, cresce del 35% il tempo che i lettori spendono sul sito

Sky Italia, i ricavi salgono del 3%

Tv8 chiude l’ anno con un rosso di 9,7 milioni di euro

Maurizio Molinari, direttore editoriale di Gedi News Network. Andrea Filippi coordinatore

Premio Strega, Campiello e Nobel Il tris d’ assi dell’ Einaudi pigliatutto

Il Giorno (ed. Milano)
CLAUDIA CANGEMI
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di CLAUDIA CANGEMI – TORINO – IL 2017 è stato un anno da incorniciare per Einaudi. Il triplo strike del Nobel a Ishiguro e dei due premi nazionali più importanti – lo Strega e il Campiello – è la ciliegina sulla torta di un editore indipendente che si confronta ad armi pari con i colossi di un mercato sempre più “concentrato”. E anche gli ultimi appuntamenti internazionali hanno confermato il trend positivo. Ne parliamo con la responsabile del settore narrativa italiana, Paola Gallo. Com’ è andata a Francoforte? «Io ho sentito un’ aria bellissima. È un momento di grande fortuna per i romanzi italiani all’ estero, e l’ Einaudi si è presentata alla Fiera forte di un anno irripetibile. Il Nobel a Ishiguro è arrivato dopo la vittoria allo Strega con ‘Le otto montagne’ di Paolo Cognetti e al Campiello con ‘L’ arminuta’ di Donatella Di Pietrantonio. Aggiudicarsi i due riconoscimenti nazionali più importanti è un’ impresa che non ci riusciva dal 1979… Cognetti è già stato venduto in 35 Paesi, la Di Pietrantonio in 9 , e molti altri sono in arrivo. Un libro meraviglioso come “Lacci” di Starnone ha già trovato 17 editori, dopo la traduzione americana di Jumpa Lahiri. E potrei andare avanti a lungo». E premi a parte, come sta la narrativa italiana? «Io mi diverto, mi appassiono, mi sorprendo continuamente. Non è per provincialismo che ci piace sottolineare la fortuna dei nostri autori all’ estero. È perché conosciamo bene il valore dei romanzi che pubblichiamo. Leggere le recensioni della “Ferocia” di Lagioia sui principali giornali americani è un’ emozione grandissima, ma non è certo la prima che quel romanzo ci ha regalato». Godete del vento in poppa, quindi… «C’ è un lento processo di costruzione dietro il lavoro editoriale. Decidere di scommettere su un autore significa accompagnarlo nel tempo, cercare insieme un percorso. Quando il successo arriva è una gioia grandissima, ma lo è ogni volta che sentiamo di aver valorizzato una scrittura, di averla portata sul comodino dei lettori giusti. Anche quando non sono numeri da capogiro. L’ elenco dei nostri autori è un grande orgoglio». Qualche esempio? «Michele Mari con “Leggenda privata” continua a dimostrare come si possa coniugare una qualità letteraria eccezionale con un seguito consistente di lettori. Valeria Parrella sa attraversare le forme e i generi con il suo stile inconfondibile. Marcello Fois, con i suoi grandi romanzi. Melania Mazzucco, Paola Mastrocola… Dovrei continuare a lungo, sono troppi, faccio sempre torto a qualcuno». E rispetto ai lettori? «Proviamo a offrire una garanzia di qualità senza smettere di cercare. La scommessa è portare i lettori sempre un libro più in là». Quindi lei non crede che la lettura sia in declino? C’ è qualcosa che la minaccia? «La lettura è uno dei più grandi piaceri della vita, non posso pensare che sia in declino. Basta guardare un bambino che legge! I ragazzi devono solo scoprirla, la lettura, poi non li ferma più nessuno. Ci saranno momenti in cui la vita prende il sopravvento, mesi passati a guardare serie televisive, periodi in cui non c’ è tempo per leggere, ma la passione della lettura è incurabile e contagiosa. Basti pensare a un festival come “Un mare di libri”, tutto gestito dai ragazzi. Certo ci vogliono storie che li coinvolgano e parlino la loro lingua. Mio figlio non ha toccato un libro per due anni, poi ha iniziato “Shantaram” e nessuno l’ ha più visto finché non è arrivato alla duemillesima pagina del secondo volume». In Italia sono tantissimi gli aspiranti scrittori. Quanti manoscritti ricevete in media? «Alla primissima scrematura, anche ottomila l’ anno». E quanti ne pubblicate? «Esordienti? Non più di due o tre. Scegliere è una grande responsabilità, e un’ impresa impossibile. Noi quattro in redazione sfogliamo, spulciamo, leggiamo, rileggiamo, discutiamo, ci ripensiamo. Abbiamo dei lettori che ci aiutano. Sappiamo che molte cose ci sfuggiranno, ma quando vediamo una scrittura che ci piace non la lasciamo cadere. A costo di seguire un autore per anni prima di vederlo esordire». La concentrazione dei marchi editoriali la preoccupa? «È un momento molto particolare, c’ è movimento, stanno nascendo tante realtà nuove. Ci sono fusioni ma anche alleanze strategiche. Interazioni con l’ editoria straniera. Il mondo cambia».

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Istat, 6 italiani su 10 non leggono. Sud maglia nera 72,5%. Ancora in calo i lettori passati dal 42% della popolazione dai 6 anni in su del 2015 al 40,5% nel 2016 (e quindi interpretato al contrario il dato: 6 italiani su 10 non leggono). Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’ intervista dell’ Istat, per motivi non strettamente scolastici o professionali. La popolazione femminile mostra una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età (nella foto): è complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 33,5% dei uomini, che ha letto almeno un libro nel corso dell’ anno. A leggere di più sono poi, per fasce anagrafiche, i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%) rispetto a tutte le altre classi di età. La diffusione dei lettori risente in misura significativa anche del livello di istruzione: legge il 73,6% dei laureati ma solo il 48,9% tra chi ha conseguito al massimo un diploma superiore. Dai dati rilevati da Istat emerge che persistono i divari territoriali: legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (27,5%) mentre in quelle del Nordest si raggiunge la percentuale più elevata (48,7%). L’ effetto della familiarità è forte nell’ abitudine alla lettura. Il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 18 anni con entrambi i genitori lettori, infatti, legge libri contro il 30,8% tra i figli di genitori che non leggono. Nell’ opinione degli editori, infine, i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura in Italia sono il basso livello culturale della popolazione (39,7% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura (37,7%). Obama, non cita Trump appassionato di Twitter ma chiede attenzione nell’ uso dei social media. L’ ex presidente Usa (con il suo successore The Donald, nella foto) ne ha parlato ieri in un’ intervista, una delle prime da quando ha concluso il suo mandato, a gennaio, concessa al principe Harry, al quale è legato da una conoscenza che va avanti da vari anni: Obama ha avvertito che un utilizzo sbagliato dei social media può distorcere la comprensione delle persone di eventi complessi e contribuire a fare disinformazione. L’ intervista, diffusa nell’ ambito del programma Today della Bbc Radio 4, rientra in un ciclo di dialoghi condotti da personaggi di spicco e organizzati per il periodo natalizio. È stata registrata a Toronto (in Canada) lo scorso settembre, durante la celebrazione degli Invictus Games, l’ evento sportivo che coinvolge veterani di guerra feriti e sponsorizzato dal nipote della regina Elisabetta II. «Uno dei pericoli di internet è che le persone possano avere realtà completamente diverse: possono essere imbozzolati in un’ informazione che rafforza i loro pregiudizi», ha osservato Obama. «La questione ha a che fare con il modo in cui sfruttiamo questa tecnologia in maniera da consentire una molteplicità di voci, una diversità di punti di vista. Ma non può portare a una balcanizzazione della società e deve consentire invece di trovare un terreno comune». Mondadori, riacquistate 36 mila azioni. Nell’ ambito del programma di buy back, Mondadori ha acquistato tra il 18 e il 22 dicembre scorso 36 mila azioni ordinarie (pari allo 0,014% del capitale) al prezzo medio unitario di 2,1984 euro per un controvalore complessivo di 79.143,20 euro. A seguito di tali acquisti, hanno fatto sapere ieri con una nota dalla stessa casa editrice di Segrate, Mondadori detiene 920 mila azioni proprie pari allo 0,352% del capitale sociale. Milano, il Museo nazionale della scienza e della tecnologia si racconta. Fino al 31 dicembre e da martedì 2 gennaio fino a domenica 7, a Milano, il Museo nazionale della scienza e della tecnologia rimane aperto tutti i giorni con orario festivo per raccontarsi a grandi e bambini, tramite le attività dei laboratori, le visite guidate alle esposizioni e le mostre temporanee (incluse nel biglietto d’ ingresso al museo). Si parte così alla scoperta delle forme geometriche nascoste in situazioni quotidiane, verso l’ apprendimento dei giochi con luci, ombre e musica per creare la propria storia di Natale e ancora alla volta della scienza nascosta anche nelle ricette dei dolci delle feste.

Raisport in sciopero dopo la perdita dei diritti dei Mondiali

Il Fatto Quotidiano
Gianluca Roselli
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Mercoledì 3 gennaio i giornalisti sportivi di Viale Mazzini incroceranno le braccia (proprio nel giorno del derby di coppa Italia Juventus-Torino, che andrà in onda senza commento) per protesta nei confronti dell’ azienda che si è lasciata sfuggire i diritti dei prossimi mondiali di calcio di Russia 2018, che saranno trasmessi da Mediaset. Non solo: dopo il calcio ora la tv di Stato rischia di perdere pure la Formula Uno, che potrebbe finire completamente nelle mani di Sky. Una sconfitta dopo l’ altra che ha convinto il Cdr di Raisport a dare seguito alla prima di un pacchetto di tre giornate di sciopero decise all’ epoca della sfiducia votata, poco più di un anno fa, nei confronti del direttore Gabriele Romagnoli. Raisport, infatti, è in subbuglio da mesi, con la redazione che, oltre a essere divisa in fazioni interne, si sente abbandonata a se stessa e poco considerata all’ interno dell’ azienda. Mentre i rapporti tra Romagnoli e i suoi giornalisti continuano a restare ai minimi termini. Mondiali e Formula Uno (ieri sul tema Michele Anzaldi ha scritto una lettera al presidente della Vigilanza, Fico) sono dunque la classica goccia, in una situazione già critica. Oggi è previsto un incontro con Orfeo.

Chili tv, Lavazza azionisti al 25%

Italia Oggi
PAGINA A CURA DI MARCO A. CAPISANI
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La famiglia Lavazza entra in Chili tv pagando 25 milioni di euro il 25% della piattaforma on demand su cui si possono comprare singoli film o puntate di serie tv senza abbonamento, alla iTunes maniera (a cui Chili voleva fare inizialmente diretta concorrenza). L’ investimento «è stato effettuato da una holding finanziaria riconducibile alla famiglia» e quindi non direttamente dal gruppo specializzato nel commercio di caffè e presieduto da Alberto Lavazza, hanno precisato ieri con una nota gli stessi Lavazza. In ogni caso, comunque, quello che conferma l’ ingresso nel capitale di Chili tv fondata da Stefano Parisi (azionista di maggioranza relativa, ex a.d. Fastweb, già city manager del comune di Milano e oggi a capo del movimento politico Energie per l’ Italia) è la composizione un po’ da boutique finanziaria della compagine Chili visto che la famiglia Lavazza affianca altri azionisti di rango come per esempio Antonio Belloni d.g. di Lvmh nonché braccio destro del patron Bernard Arnault, Francesco Trapani finanziere del private equity e per 30 anni al timone del marchio Bulgari e ancora Corrado Passera manager, banchiere e politico tricolore. Non solo, l’ investimento dei Lavazza arriva proprio in un momento in cui la piattaforma streaming presieduta e gestita da Giorgio Tacchia (con un passato in Disney e Fastweb) ha deciso di accelerare nella sua crescita seguendo un nuovo business plan. A inizio dicembre, infatti, un’ assemblea straordinaria ha deciso due operazioni «dirette a reperire nuove risorse per lo sviluppo aziendale» (vedere ItaliaOggi del 5/12/2017). Si tratta di un aumento di capitale di 385 mila euro e di un prestito obbligazionario di quasi 385 mila. A entrambe le operazioni ha aderito il fondo lussemburghese Capsicum attualmente azionista al 2,67%, emanazione del fondo inglese Negentropy anch’ esso socio al 10,9%. Oggi Chili prevede di chiudere il 2017 con ricavi intorno ai 30 milioni di euro, al rialzo dai circa 7 milioni del 2016, secondo quanto riportato dal Financial Times nell’ intervista allo stesso Tacchia. L’ utile prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti è atteso intorno ai 3,4 milioni (pari a 6,5 mln l’ anno scorso). Nata nel 2012 (e con una serie di bilanci in rosso alle spalle), oggi la tv dichiara circa un milione di utenti, un’ offerta che spazia tra 17 mila film e 10 mila episodi di serie tv. Chili è arrivata anche sui mercati di Gran Bretagna, Polonia e Germania. Vende in aggiunta biglietti per il cinema e merchandising come libri e poster inerenti al grande schermo. Il nuovo piano industriale al 2020 stima di raggiungere il traguardo dei 300 milioni di ricavi, un ebitda di 50 milioni di euro e scommette di poter coinvolgere 15 milioni di utenti. Come? Secondo Tacchia, sfruttando una nicchia ancora libera (almeno in Italia nonostante l’ agguerrita concorrenza) in un mercato dominato da Sky e Mediaset (senza dimenticare la nuova arrivata Netflix). Nicchia oggi libera ma precedentemente occupato dalla pirateria. Dunque Chili tv vuole gareggiare coi due big nazionali grazie a prezzi inferiori. Nel suo sviluppo, però, la piattaforma può contare dallo scorso marzo anche sulle competenze tecniche del mondo tv di alcuni suoi nuovi soci: i network Paramount pictures, Viacom (editore tra l’ altro dei canali Vh1, Comedy central e Nickelodeon), Warner Bros e ancora Sony pictures entertainment. © Riproduzione riservata.

Provincia di Varese, stop alle pubblicazioni a fine anno. Atteso l’ arrivo di nuovi editori

Italia Oggi

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La Provincia di Varese non andrà più in edicola a partire dal nuovo anno. Fermerà tutte le pubblicazioni il prossimo 31 dicembre dopo oltre 12 anni di cronaca dal territorio. La decisione è del suo attuale editore Piero Galparoli, imprenditore della zona e già impegnato nella politica locale con Forza Italia, prendendo atto dell’ andamento negativo dei conti e dei debiti accumulati. Oggi la tiratura della Provincia di Varese è intorno alle 1.500 copie. Comunque, per rilevare il quotidiano si sono fatti avanti nuovi acquirenti, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ma al momento non è prevedibile capire se questo interesse si concretizzerà né tantomeno sembrano esserci i tempi sufficienti per permettere al giornale diretto da Francesco Caielli e curato da più di 30 firme giornalistiche e dipendenti amministrativi di proseguire senza interruzioni le pubblicazioni. Nel frattempo ha chiuso anche il locale in centro a Varese, che aveva aperto lo stesso Galparoli con tanto di aperitivo a lui dedicato, Il Galpa. Tornando alla Provincia di Varese, la testata è stata varata nel 2005 dalla Sesaab (Società editrice Santi Alessandro, Ambrogio, Bassiano) che pubblica tra l’ altro l’ Eco di Bergamo e la Provincia di Como, di cui la Provincia di Varese era inizialmente un’ edizione locale. Quest’ ultima è nata quindi con l’ obiettivo di fare concorrenza alla Prealpina, altro quotidiano di Varese che continua tutt’ oggi le sue pubblicazioni. Anzi, Sesaab (che fa capo alla Curia di Bergamo) aveva intenzione di acquisire il controllo societario della Prealpina fondata nel 1888. Scongiurato un primo rischio di chiusura (sempre sotto Natale) grazie all’ arrivo del nuovo editore e finanziere Michele Lo Nero al posto di Sesaab, il giornale ha proseguito fino a poco più di un anno fa con Lo Nero, quando quest’ ultimo ha preferito cedere il testimone a Galparoli. Anche da un punto di vista redazionale, infine, non è stata priva di continui cambiamenti la direzione responsabile. Si sono susseguiti nel giro di un paio d’ anni Federico Delpiano, Andrea Confalonieri, Virginia Lodi e Caielli.

New York Times, cresce del 35% il tempo che i lettori spendono sul sito

Italia Oggi

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Il New York Times non solo aumenta il numero degli abbonati ma anche il tempo che i lettori spendono sul suo sito. Lo sostiene uno studio di comScore, secondo il quale nel 2017 la permanenza sul portale del giornale Usa è stata di circa 5 minuti per visita, in crescita del 35% rispetto al 2016 e superiore ai 4,5 minuti registrati dal Washington Post. Il traffico internet del NYTimes ha evidenziato un leggero incremento nel 2017, con una media di circa 89 milioni di visitatori unici al mese su dispositivi mobili e pc, in crescita del 9% rispetto all’ anno precedente. Ma a differenza della maggior parte degli editori digitali, il NYTimes non dipende interamente dalla pubblicità per le sue entrate. Il fatturato derivante dagli abbonamenti digitali è salito del 46% su base annua a 86 milioni di dollari (72,2 mln di euro) nel terzo trimestre. Nel modello di business del quotidiano sta diventando sempre più importante allungare la durata della navigazione da parte degli utenti, soprattutto in un’ ottica pubblicitaria, e tra le modalità per riuscire a catturare l’ attenzione di lettori spicca l’ inserimento di componenti multimediali come documentari, podcast, mappe e grafici interattivi all’ interno degli articoli. Un portavoce del gruppo newyorchese ha fatto sapere che alla base della strategia del gruppo c’ è Oak, il nuovo sistema di gestione dei contenuti che ha reso più semplice l’ uso di testo, immagini e video, aggiungendo che al visual journalism si dedicano 25 persone della redazione. © Riproduzione riservata.

Sky Italia, i ricavi salgono del 3%

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Sky Italia srl chiude un buon esercizio 2017, con ricavi a quota 2,885 miliardi di euro, in crescita del 3% rispetto all’ esercizio 2016, un risultato operativo positivo per 57,2 milioni di euro (a fronte dei -63,2 milioni del 2016) e un utile pari a 41,6 milioni, rispetto alla perdita di 38,1 milioni di euro nell’ esercizio passato. L’ utile 2017, come fanno notare gli amministratori di Sky, si riduce però a 19,8 milioni (rispetto ai -42,9 milioni del 2016) se si considerano anche gli oneri nel calcolo del fair value su contratti derivati stipulati a copertura delle oscillazioni del cambio del dollaro e della sterlina rispetto all’ euro. Il gruppo guidato da Andrea Zappia può comunque guardare con soddisfazione all’ andamento dei ricavi da abbonati residenziali, che salgono a 2,346 miliardi di euro, +1,6% rispetto al 2016, e a quelli derivanti dalla rivendita di contenuti a terzi: in effetti è proprio questa voce che, in sostanza, mette a posto il bilancio di esercizio di Sky Italia chiuso al 30 giugno 2017. L’ ammontare passa infatti dai 64,6 milioni di euro del 2016 ai 115,5 milioni del 2017, e la crescita è in buona parte dovuta alla cessione di diritti tv alla Nuova società televisiva italiana srl, che edita il canale in chiaro Tv8 e che, come Sky Italia srl, è controllata al 100% da Sky Italian holdings spa, e alla cessione alla Rai delle Olimpiadi di Rio 2016. Calano, invece, i ricavi da raccolta pubblicitaria, scesi a 233 milioni (-3,2%) soprattutto per effetto del confronto col 2016 quando c’ erano i Campionati Europei di calcio, e quelli da pay per view, a quota 39,3 milioni di euro (-10,8%). C’ è ancora del lavoro da fare dal lato dei costi: quelli del personale salgono del 6,8% a 225,8 milioni di euro, e i costi operativi lievitano del 2,3% a 923,5 milioni di euro. C’ è un lieve calo, invece, dei costi per l’ acquisizione di diritti tv, giù dello 0,6% a 1,489 miliardi di euro. Sky Italia, peraltro, è uno dei più importanti investitori pubblicitari della Penisola: nel 2017 ha speso 178,9 milioni in promozione e pubblicità, +1,6% sul 2016. Al 30 giugno 2017 lavoravano a Sky Italia 2.892 persone (erano 2.805 nel giugno 2016), di cui 2.210 a Milano, 674 a Roma, quattro a Bologna e quattro a Napoli. Ci sono 136 dirigenti (erano 144 nel 2016), 452 quadri (438), 1.945 impiegati (1.871) e 359 giornalisti (352). La media company ha raggiunto i 4.783.000 abbonati, in crescita, con un arpu stabile e un netto miglioramento dell’ ebitda e dell’ ebit. Sono oltre due milioni gli abbonati fedeli che partecipano alla iniziativa Sky Extra, circa 3,4 milioni di clienti hanno il decoder MySky e 2,3 milioni di abbonati usano Sky Go. Il consiglio di amministrazione di Sky Italia è composto da Andrea Zappia (amministratore delegato), Jeremy Darroch (presidente), Domenico Labianca (cfo) e Andrew Griffith. Nell’ esercizio 2017 gli amministratori hanno ricevuto compensi pari a 2,7 milioni di euro, in lieve crescita rispetto al 2016 (2,65 milioni). Tenuto conto che Darroch è il ceo di Sky plc e Griffith è il coo e cfo di Sky plc, è presumibile che buona parte di questi compensi sia andata ai due manager italiani di Sky. © Riproduzione riservata.

Tv8 chiude l’ anno con un rosso di 9,7 milioni di euro

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Tv8 sta crescendo bene. Ma non ancora abbastanza per avere i conti in equilibrio. La editrice del canale in chiaro di Sky, Nuova società televisiva italiana srl, controllata al 100% da Sky Italian holdings spa, chiude infatti un esercizio 2017 con 9,7 milioni di euro di perdite, che vanno a sommarsi al rosso di 11,36 milioni dell’ esercizio 2016. Dal 1° luglio 2016 al 30 giugno 2017 i ricavi di Tv8 sono stati pari a 50 milioni di euro, tutti derivanti dalla raccolta pubblicitaria a cura della concessionaria Sky Media, ed esattamente raddoppiati rispetto ai 25,7 mln del 2016. I costi, tuttavia, sono ancora a un livello superiore: 62 milioni di euro (erano 42,5 mln nel 2016), di cui 50,6 milioni per acquisizioni di diritti tv da Sky Italia. Che, quindi, da Tv8 ha incassato 50,6 milioni di euro di ricavi nel 2017, rispetto ai 32,7 mln del 2016. D’ altronde Sky Italia cede a Tv8 prodotti di alta qualità: film, e poi produzioni come The Real, Italia’ s got talent 2017, Kids got talent 2017, Edicola Fiore, X-Factor 2016, MasterChef 5, Hell’ s Kitchen 3, Singing in the car 2, il MotoGp 2016 e 2017 o le partite di calcio di Uefa Europa League. Il risultato operativo di Tv8, quindi, è ancora negativo per 12 milioni di euro, ma migliora rispetto ai -16,7 milioni del 2016. Sky Italian holdings comunque, lo scorso 21 giugno ha provveduto a versare 11,5 milioni di euro in conto capitale a Tv8 per ripianare le perdite. La Nuova società televisiva italiana ha speso 2,2 milioni di euro in promozione e pubblicità nel 2017, non ha dipendenti, e il suo consiglio di amministrazione è composto dal presidente Andrea Zappia (a.d. di Sky Italia), da Domenico Labianca (cfo di Sky Italia) e da Andrea Scrosati (vicepresidente esecutivo di Sky Italia e responsabile programming). I tre consiglieri hanno un compenso annuo pari a 500 euro ciascuno. © Riproduzione riservata.

Maurizio Molinari, direttore editoriale di Gedi News Network. Andrea Filippi coordinatore

Prima Comunicazione
MAURIZIO MOLINARI
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Dopo la formalizzazione della nuova società Gedi News Network che concentra La Stampa, Secolo XIX e le 13 testate locali ex Finegil, e’ stato deciso di affidarne la direzione editoriale a Maurizio Molinari, direttore della Stampa che era già direttore editoriale del tandem Stampa -Secolo XIX. Andrea Filippi, ex direttore de La Nuova Sardegna rientrato in Gedi a fine novembre, coordinerà il rapporto tra i quotidiani locali e con Gedi NN che ha sede a Torino in via Lugaro. Maurizio Molinari.


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