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Frequenze tv, la Rai arretra Mediaset è servita
Viacom, in Italia utile di 2,5 mln
Chessidice in viale dell’ Editoria
Gruppo Time avvia risparmi per 340 mln
L’ Unità torna online in autunno
Dal sogno di avere qui il Tg2 al rischio ridimensionamento La Rai non abbandoni Milano
Frequenze tv, la Rai arretra Mediaset è servita
Il Manifesto
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Le frequenze televisive sfuggono curiosamente al dibattito in corso sulla rete di telecomunicazione: eppure “banda larga” non è tanto e solo una specifica tecnologia, bensì una più vasta e plurale aggregazione di strumenti per la connessione. Alla rete. Negli ultimi anni l’ innovazione ha fatto passi enormi, unendo alla fibra ottica altre op portunità comunicative, scaturite proprio dallo spettro delle frequenze. Silenzio. È l’ eterno conflitto di interessi, che prescinde persino dalla collocazione politica (al governo, all’ opposizione, nel guado del Patto del Nazareno) di Berlusconi, ma che porta ad oscurare puntualmente ciò che accade nel quadrante “della morte” delle onde hertziane. Nel 2020 (con possibile elasticità di due anni) l’ importante banda 700 (Mhz) transiterà dall’ uso per il video ai cellulari di nuova generazione, per disposizione dell’ Unione europea. Apriti cielo. Che succederà alla Regina dei media? Il tema è sta to rinviato e tenuto nell’ ombra. Ora, però, l’ ora X si avvicina. Mediaset sta premendo per accelerare l’ introduzione della compressione del segnale (Hevc: High efficiency video coding), onde evitare di avere problemi con la pay -tv; le emittenti locali si difendono con le unghie e con i denti con la boccata d’ aria del fresco regolamento che assegna loro le risorse. La Rai? Ecco, il servizio pubblico sembra alla mercé degli eventi. Infatti, della bozza di contratto di servizio, che in base alla convenzione deve essere pronta in sei mesi (28 ottobre 2017), non c’ è traccia. Peggio. Sono vere le voci della richiesta del governo a viale Mazzini di cedere il Mux 1, il multiplex principe dello spettro digitale con i suoi 2000 impianti e il 99% della popolazione coperta? Insomma, la Rai ne uscirebbe malconcia, dovendo ripiegare su altri Mux meno prelibati, con danni sulla capillarità della diffusione sul territorio. Ecco, sarebbe bene che se ne parlasse e che la stessa commissione parlamentare di vigilanza, oltre al comprensibile disagio per il contratto di Fazio, manifestasse qualche preoccupazione sul contratto di servizio: è il testo fondamentale per un apparato di servizio e, non dimentichiamolo, l’ ultimo esemplare conosciuto è scaduto nel 2012. Tutto ciò stride alquanto con l’ improvviso rilancio della discussione sulla rete pubblica di tlc. Vivendi ha risposto ai rilievi della Con sob che non controlla Tim -Telecom. Stiamo a vedere. Tuttavia, il dubbio che l’ improvviso ritorno dell’ ipotesi di separare la rete dell’ ex monopolista dal resto dell’ attività celi un bel business, ammantato di nobili principi, è lecito. Proprio le controversie in corso presto chiariranno le intenzioni. Ovvero, se si tratta di una vera opzione strategica o – al contrario di una chiacchiera tattica per dare una mano al braccio di ferro su Fincantieri, magari dandone un’ altra a Bolloré. Un fuoco fatuo, per citare un vero grande francese, Louis Malle? Come è noto, il tycoon breto ne vuole occuparsi di contenuti e di diritti sportivi. E non si può escludere che nel risiko di Tim -Telecom, Vivendi e Open Fiber spunti all’ improvviso l’ effigie di Berlusconi, rinfrancato dal recente incontro tra Matteo Renzi e Gianni Letta. La voce sul Mux1 della Rai è un indizio, interessante. PS: il Patto del Nazareno è ineffabile. La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, prestigiosa istituzione meneghina, ha da poche settimane rinnovato il presidente, in sostituzione di monsignor Borgonovo. Un prelato, una sorella? Un(a) biblista? No. Fedele Confalonieri. Amen.
Viacom, in Italia utile di 2,5 mln
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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I conti di Viacom international media networks Italia, ovvero il broadcaster televisivo che edita i canali Nickelodeon, Comedy Central, Mtv (tutti in esclusiva sulla piattaforma Sky almeno fino al giugno 2020), e Paramount channel e Vh1 (in chiaro sul digitale terrestre), si stanno assestando dopo la cessione dell’ lcn 8 a Sky e una serie di scissioni e fusioni societarie rispetto alla vecchia Mtv Italia. Il bilancio 2016, chiuso al settembre 2016 ma approvato solo poche settimane fa, mostra ricavi in crescita a quota 52,8 milioni di euro, un margine operativo lordo di 20 milioni di euro, un ebit positivo di 2,3 milioni di euro e un utile di 2,5 milioni. Non hanno senso i confronti con l’ esercizio 2015, poiché molto diverso era il perimetro del gruppo. Nel 2017, spiegano gli amministratori del broadcaster, proseguirà l’ incremento della raccolta pubblicitaria (soprattutto sulla spinta di Paramount channel, lanciato il 27 febbraio 2016 all’ lcn 27 del digitale terrestre) e si consoliderà l’ ebit. Peraltro, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il gruppo da tempo sta sondando la possibilità di acquisire nuovi lcn e di rafforzare la sua presenza lanciando nuovi canali in chiaro. Interessante sapere, comunque, da quali canali arrivino i ricavi di Viacom in Italia: nell’ esercizio 2016 i vari brand di Nickelodeon valgono 13,7 milioni di euro di incassi; Mtv 12,7 milioni; Comedy central 10 milioni di euro; Paramount channel 6,2 milioni (ma solo per sette mesi relativi all’ esercizio 2016); Mtv music 1,8 milioni (dal luglio 2016, però, non è più in chiaro ed è in esclusiva sulla piattaforma di Sky); altri canali Mtv 1 milione; Vh1 500 mila euro (ma è partito solo in luglio 2016, in chiaro, all’ lcn 67, al posto di Mtv music, e quindi ha solo un paio di mesi di competenza nell’ esercizio 2016). Più in generale, gli incassi di Viacom Italia, guidata dall’ a.d. Andrea Castellari, provengono, ovviamente, dalla raccolta pubblicitaria, a cura della controllata al 100% Vimn advertising and brand solutions, e poi dagli accordi per la fornitura di contenuti alla piattaforma Sky, a Timvision, a Vodafone tv, al canale Super! di De Agostini, oltre che dalla organizzazione di eventi e produzioni tv, e da grafiche e promo venduti alle consociate estere. Da segnalare l’ andamento finanziario negativo della concessionaria Vimn advertising: già nel corso della primavera 2016 Viacom Italia era stata costretta a versare 2,5 milioni di euro per coprire le perdite 2015 e ripristinare il patrimonio netto di Vimn advertising. Anche nel 2016, però, la concessionaria ha chiuso con perdite per 3,54 milioni e un patrimonio netto negativo di tre milioni. Quindi Viacom Italia è stata costretta ad azzerare il valore in bilancio del 100% di Vimn advertising (era iscritta a 3 milioni di euro). E poi, il 27 dicembre 2016, ha dovuto staccare un nuovo assegno di 3,5 milioni di euro per coprire le perdite e ripristinare il patrimonio della concessionaria. Restando sul tema del valore iscritto a bilancio delle quote di società partecipate, va evidenziato che Viacom Italia ha in pancia il 29,62% di Rainbow (la società delle Winx fondata da Iginio Straffi). La partecipazione è valorizzata a 40,35 milioni di euro nel bilancio di Viacom, anche se il 29,62% del patrimonio netto di Rainbow avrebbe un valore effettivo più basso, a quota 16,9 milioni di euro. Ma, secondo quanto spiegano gli amministratori di Viacom Italia, «la differenza di 23,4 milioni è ritenuta recuperabile sulla base dei flussi futuri attesi».
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Bruno Tinti passa a La Verità. Bruno Tinti, già notissimo pm a Torino, giurista di grande spessore, implacabile denunciatore (da sinistra) delle degenerazioni della giustizia italiana e che fu fra i fondatori de il Fatto Quotidiano, nonché suo simbolico azionista, è passato alla collaborazione con il quotidiano La Verità. David Letterman torna in tv su Netflix. Questa volta, però, il volto del celebre The Late Show lo fa su Netflix. Il conduttore che ha intrattenuto l’ America (e non solo) nella fascia oraria notturna per il periodo più lungo in Usa, dal 2018 sarà il protagonista di una nuova serie sul sito di video in streaming che ieri ha annunciato la sua prima acquisizione (l’ editore di fumetti Millarworld). La serie, ancora senza nome, sarà composta da sei episodi da un’ ora ciascuno che uniranno i due interessi per cui Letterman è noto: interviste approfondite con personalità varie e momenti tutti suoi «sul campo», dove potrà esprimere «la sua curiosità e il suo umorismo», hanno fatto sapere dalla piattaforma on demand in streaming. «Mi sento emozionato e fortunato all’ idea di lavorare a questo progetto per Netflix», ha spiegato il conduttore a distanza di oltre due anni dall’ addio al piccolo schermo. «Ho imparato che se vai in pensione per passare più tempo con la tua famiglia, è bene verificare, prima, che la famiglia sia d’ accordo». Twin Peaks salva i conti Cbs. Grazie al sequel di Twin Peaks, la celebre serie tv degli anni 90 incentrata su un agente dell’ Fbi impegnato a capire chi ha ucciso Laura Palmer, il gruppo media Cbs ha chiuso un trimestre con ricavi superiori alle stime degli analisti. Nei tre mesi al 30 giugno scorso, il network (a cui fanno capo i canali tv Cbs News e Showtime) ha registrato utili per 58 milioni (49,3 mln di euro) contro i 423 milioni (360 milioni di euro) dello stesso periodo dell’ anno precedente. Sul dato hanno pesato svalutazioni per 365 milioni (310,4 mln di euro) avviate per Cbs Radio. I profitti sono cresciuti del 6% a 397 milioni di dollari (337,7 mln di euro). I ricavi sono stati di 3,26 miliardi di dollari (2,8 mld di euro), in aumento del 9% e sopra le attese del mercato. Mondo Tv, capitale sociale aumenta a 15 milioni. Il capitale di Mondo Tv è aumentato a 15.073.913 euro in seguito all’ emissione di nuove azioni nell’ ambito dell’ accordo di investimento siglato con Atlas. In dettaglio, hanno fatto sapere dalla società, dopo la conversione dei bond, sono state emesse 508.537 azioni ordinarie del valore unitario nominale di 0,5 euro, con godimento, diritti e caratteristiche analoghe a quelle in circolazione alla data della loro rispettiva emissione. A seguito di tale operazione, il capitale della società risulta ora suddiviso in 30.147.826 azioni ordinarie del valore nominale unitario di 0,5 euro. Risultano ancora da convertire 6 bond, per un valore complessivo di 1,5 mln. Mondo Tv, società quotata sul segmento Star e specializzata nella produzione e distribuzione di serie televisive e film d’ animazione, controlla Mondo Tv France e Mondo Tv Suisse, entrambe quotate su Aim Italia.
Gruppo Time avvia risparmi per 340 mln
Italia Oggi
GIOVANNI GALLI
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L’ editore di Fortune, People e del magazine Time chiude il secondo trimestre in rosso per 44 milioni di dollari (pari a 37,5 milioni di euro). Il fatturato non ha superato invece le previsioni di mercato. A mettere sotto pressione l’ editore americano Time Inc. è stato il calo della raccolta pubblicitaria, senza contare la diminuzione delle vendite e degli abbonati. Infatti, per quanto riguarda la diffusione delle copie cartacee, che rappresentano il 30% dei ricavi complessivi del gruppo, la contrazione è stata nell’ ordine del 12,3% a quota 207 milioni di dollari (ossia 176 milioni di euro). Adesso Time Inc. ha annunciato un piano di contenimento dei costi, puntando a risparmiare 400 milioni di dollari (oltre 340 milioni di euro). Gli interventi previsti inizieranno a essere applicati nei prossimi 18 mesi. In particolare, nei tre mesi conclusi a giugno, l’ editore americano ha registrato perdite per 44 milioni di dollari (37,4 milioni di euro) contro l’ utile di 18 milioni (15,3 milioni di euro) dello stesso periodo del 2016.
L’ Unità torna online in autunno
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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L’ Unità fa meglio della fenice: risorgerà con le pubblicazioni su internet dal prossimo autunno (forse già da settembre) prima ancora che si sia conclusa la sua ultima crisi, quella che ha interrotto la stampa a fine maggio e messo in cassa integrazione dal 1° luglio scorso per 24 mesi i suoi circa 30 giornalisti, ma anche la crisi precedente che ha portato al fallimento e alla nuova proprietà targata Pessina-Stefanelli. Adesso sono proprio questi due editori che vogliono, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, riportare in vita lo storico quotidiano del Partito democratico (a oggi ancora nel capitale, seppur con una partecipazione simbolica e con rapporti non proprio idilliaci con la nuova proprietà). I piani non comprendono la carta stampata ma solo il web rilanciando l’ indirizzo www.unita.it, sotto la direzione di Sergio Staino. In redazione poi sono previsti solo 4-5 giornalisti (più un vicedirettore e una segretaria di redazione). Su Unita.it ci sarà anche l’ archivio storico del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, dato per perso nella sua versione digitalizzata, secondo indiscrezioni di stampa dei giorni scorsi. Queste le intenzioni autunnali ma intanto i nuovi editori hanno chiesto e ottenuto già la chiusura di www.unita.tv (che faceva capo al Pd ma utilizzava il marchio dei Pessina-Stefanelli), tanto più che il Partito democratico ha fondato un altro giornale sul digitale, Democratica, in aperta concorrenza con l’ Unità. Persino gli ex Unità, vicini a Bersani e D’ Alema, stanno per lanciare la loro testata con Pietro Spataro (ex vicedirettore del giornale): Striscia rossa (sempre online per tenere i costi bassi). E, siccome la vita dell’ Unità non è mai semplice, gli attuali editori giocano al rilancio anche se in parallelo hanno ricevuto offerte per cedere la testata. Offerte al momento non andate in porto. In aggiunta, per il prossimo mese, c’ è da pagare l’ ultima tranche di circa 3,5 milioni per l’ acquisto della testata dal fallimento. Altrimenti, per Pessina-Stefanelli, scatterà la fideiussione bancaria.
Dal sogno di avere qui il Tg2 al rischio ridimensionamento La Rai non abbandoni Milano
Libero
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Milano è la capitale della comunicazione e punta a diventare anche quella dell’ informazione. Mediaset lo ha capito prima degli altri. Due telegiornali su tre (quelli di Italia Uno e Rete 4) si realizzano a Milano così come quasi tutte le trasmissioni di informazione e intrattenimento vengono confezionate a Cologno Monzese. Lo ha capito anche Sky che ha deciso di spostare a Rogoredo la redazione e la produzione di SkyTg24. Milano e la Rai invece si annusano da anni. Si piacciono, si corteggiano, si promettono di vivere insieme in una nuova grande casa. Ma alla fine la Rai resta sempre a Roma. E non c’ è nulla da fare anche con la sede milanese di Corso Sempione: nessuno spostamento e nessun investimento. Sky e Mediaset sono società private quindi hanno più agilità di manovra rispetto alla Rai che è pubblica e più sensibile anche a logiche politiche. Eppure l’ asse bipartisan tra Maroni e Sala, tra Regione e Comune, tra Lega e Pd sembrava dare il via libera definitivo. Entrambi spingono per un pezzo di Rai a Milano e non solo con dichiarazioni pubbliche. Ci credono davvero. Purtroppo rischiano l’ ennesima delusione. L’ informazione politica è innegabilmente legata a Roma così come una centralità produttiva che nessuno vuole mettere in discussione per tutta una serie di equilibri. Ma almeno un tg Rai nazionale dovrebbe essere lombardo. L’ idea di far traslocare il Tg2 è invece evaporata con le le uscite di Antonio Campo Dall’ Orto e Carlo Verdelli dalla Rai che nel suo piano di riforma delle news lo aveva messo nero su bianco. Nulla da fare. Si è aperta un’ altra fase. Così la Rai si muove sempre in bianco e nero come testimonia il trasloco provvisorio da corso Sempione alla sede Expo durato lo spazio della sola esposizione nel 2015. Poi tutto come prima. Peccato, la grande squadra Rai aveva dimostrato ancora una volta tutto il suo potenziale con produzioni interessanti e ore di trasmissioni apprezzate dal pubblico. In quella occasione era stata annunciata l’ apertura di un nuovo centro di produzione per sostituire la storica sede milanese. Nulla di fatto. La Rai merita di più. E Milano è il canale migliore in termini di produttività, sviluppo e lavoro. Che sia proprio per questo?
La classifica dei 15 quotidiani più diffusi a giugno per diffusione carta+digitale (Primaonline.it-Ads): cala il Corriere ma resta in testa, bene Repubblica, Stampa (che passa in quarta posizione), CorSport e TuttoSport. Male Gazzetta e Sole
Prima Comunicazione
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La classifica dei quotidiani a giugno (.xls) per diffusione carta+digitale elaborata da Primaonline.it sui dati Ads . La graduatoria è realizzata comparando il dato appena diffuso da Ads con quello del mese precedente. Ads in una nota ha ricordato che a dopo l’ entrata in vigore del nuovo Regolamento ADS edizioni digitali “è ripresa anche la comunicazione dei dati relativi alle copie multiple, con la verifica dell’ esplicita volontà di fruizione della copia da parte dell’ utente finale e l’ adozione di evoluti strumenti tecnologici di controllo dell’ avvenuta attivazione”. “E’ stata inoltre eliminata la soglia di prezzo prevista dal precedente regolamento. Le copie digitali sono suddivise per fasce di prezzo e vengono rappresentate per la prima volta anche le copie digitali promozionali e omaggio per le quali sono previste le nuove regole di certificazione valide anche per le copie multiple”. – Scarica qui le tabelle Ads con i dati di quotidiani e settimanali a giugno.