Quantcast
Channel: Editoria.tv
Viewing all articles
Browse latest Browse all 8099

Rassegna Stampa del 08/08/2017

$
0
0

Indice Articoli

Rcs mediagroup rifinanzia il debito, scadenza al 2022

Passa il decreto Lotti coi soldi alle tv locali: 50 milioni di euro

Il retail italiano teme Amazon

Chessidice in viale dell’ Editoria

Quotidiani, giugno in ripresa

A Netflix i fumetti Millarworld, editore e creatore di supereroi

Dal “Sole 24 Ore” 700 mila euro a Napoletano

I dati Ads di giugno per quotidiani e settimanali

Rcs mediagroup rifinanzia il debito, scadenza al 2022

Corriere della Sera
Sergio Bocconi
link

Rcs MediaGroup ha sottoscritto venerdì scorso il contratto di finanziamento con le banche. Accanto a Intesa Sanpaolo, con la quale è stato raggiunto l’ accordo comunicato il 5 luglio, c’ è un pool che comprende, oltre a Banca Imi quale istituto organizzatore, agente e coordinatore, e la stessa Intesa in qualità di finanziatore, Banca Popolare di Milano, Mediobanca, Ubi e UniCredit con il ruolo di banche organizzatrici e finanziatori. Come già indicato al momento della comunicazione relativa all’ accordo sul term sheet raggiunto con Intesa Sanpaolo, il contratto prevede un finanziamento di 332 milioni con scadenza al 31 dicembre 2022 finalizzato al rifinanziamento totale del debito bancario il cui contratto originale risale al giugno 2013, poi modificato nel tempo, l’ ultima volta nel giugno 2016. «Se Intesa si è spinta in avanti accollandosi in prima battuta l’ onere dell’ operazione», dice Urbano Cairo, presidente, amministratore delegato e azionista di controllo con circa il 60% di Rcs, editore del Corriere della Sera , «senza dubbio la costituzione del pool testimonia una volta di più l’ apprezzamento delle banche verso il nostro lavoro, che dà i suoi frutti come dimostra il ritorno all’ utile semestrale, 24 milioni e quindi importante, dopo nove anni. E posso dire con soddisfazione che alcuni istituti avrebbero gradito partecipare con quote anche più “rotonde” a questo rifinanziamento». Inoltre, sottolinea Cairo, le condizioni del contratto «con la scadenza passata dal 2019 al 2022, oneri più favorevoli e un solo covenant » (vincolo che regola il prestito), «ci lasciano mani più libere per muoverci rispetto a opportunità che eventualmente si presentassero su un mercato come quello dell’ editoria, così veloce nei cambiamenti e in costante movimento. Certo, detto questo gli istituiti conoscono la nostra prudenza…». Il tasso d’ interesse annuo, si legge nella nota Rcs MediaGroup, sarà pari «alla somma di euribor di riferimento e un margine variabile, secondo il leverage ratio (il rapporto fra posizione finanziaria netta e margine operativo lordo) più favorevole per la società rispetto ai margini previsti dall’ attuale finanziamento». Il solo covenant (il vecchio accordo prevedeva vincoli anche su patrimonio netto e debito complessivo) sarà rappresentato appunto dal leverage ratio che non dovrà essere superiore a 3,45 volte a fine anno, a 3,25 volte a fine 2018 e a 3 per gli anni successivi.

Passa il decreto Lotti coi soldi alle tv locali: 50 milioni di euro

Il Fatto Quotidiano

link

Approvato ieri il regolamento sui criteri di riparto delle risorse del fondo per il pluralismo e l’ innovazione dell’ informazione e quelli destinati alle emittenti televisive e radiofoniche locali. Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, del Ministro per lo sport con delega all’ editoria Luca Lotti e del Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda, lo ha approvato in esame definitivo. Il provvedimento destina parte delle risorse derivanti dal recupero dell’ evasione sul canone – fino a 100 milioni di euro – per il Fondo per il pluralismo e l’ innovazione dell’ informazione. Da tale ammontare, fino a 50 milioni saranno destinati alle emittenti radio televisive locali e si andranno a sommare alle risorse già previste per il sostegno alle emittenti locali, pari a circa 67 milioni per il 2017. Sembra resistere la misura contro le “fake news”: “Con le nuove regole -ha detto ieri il relatore del testo in Commissione Trasporti e Cultura, Michele Anzaldi – si premia chi favorisce il lavoro, chi tutela le proprie professionalità e la qualità del servizio. In questo senso va anche la richiesta di prevedere penalizzazioni per chi diffonde fake news”.

Il retail italiano teme Amazon

Il Sole 24 Ore
Laura Cavestri
link

MILANO Mouse – che clicca compulsivamente l’ acquisto online alle 2 di notte – o saracinesca sotto casa, per vedere, toccare, annusare e strappare un consiglio? Sembra un braccio di ferro dall’ esito scontato quello che da oltre un decennio vivono Usa ed Europa alle prese con la galoppante ascesa dell’ e-commerce. Negli Usa già lo hanno ribattezzato “effetto-Amazon”. Come la crisi degli immensi mall nel Midwest che solo da ottobre ha già cancellato 100mila posti di lavoro e il tasso di defaut del settore, che l’ agenzia di rating americana Fitch ha aumentato, da metà giugno, al 2,9% contro l’ 1,8% di fine giugno. Ma quanto “pesa”, ad esempio, il valore delle vendite di Amazon in Italia? E quanto cresce l’ e-commerce, sia nel nostro Paese sia in Europa? C’ è davvero il rischio di un crollo di posti di lavoro? Un dato nazionale, ufficialmente, non viene fornito. Il fatturato è sempre solo quello globale (136 miliardi di dollari). Di questi, poco oltre 45 miliardi sono ottenuti da Paesi non Usa: 14,1 miliardi di dollari dalla Germania, 10,8 miliardi dal Giappone e 9,5 miliardi dal Regno Unito. Che non vendono certo solo all’ interno dei propri confini, ma sono “hub” virtuali d’ acquisto per altri mercati, limitrofi e non. I restanti 11 miliardi provengono, infatti, dal resto del mondo (Francia, Italia, India, Cina, Canada, etc). Tuttavia, una stima è possibile ricavarla. Incrociando il valore dell’ e-commerce europeo (509 miliardi di euro secondo Ecommerce Foundation), con quello complessivo italiano (20 miliardi nel 2016 che quest’ anno diverranno 23) e dando credito ad operatori del settore che attribuiscono ad Amazon una quota di mercato tra il 15-20% del consumer retail nazionale online, è ragionevole pensare che il volume di vendita in Italia del gigante di Seattle si attesti su una cifra attorno agli 1,5 miliardi di euro. Grazie anche a investimenti, dal 2010, per 450 milioni di euro e 2mila addetti a tempo indeterminato. Complessivamente, in Italia, sul totale del retail, la quota online sembra relativamente contenuta: 5,6 %. Ma quest’ anno – sempre secondo stime Polimi-Netcomm – raggiungerà il 21% nell’ informatica, il 10% nell’ editoria, il 7% nell’ abbigliamento, il 4% nell’ arredamento e lo 0,5% nel food&grocery. C’ è dunque da aspettarsi un impatto massiccio sulla tenuta dei posti di lavoro anche in Europa, come in Usa? «In Italia siamo indietro più per mancanza di offerta degli operatori economici che di domanda del cliente – spiega Giuliano Noci, prorettore e ordinario di marketing al Politecnico di Milano -. Ma certo andiamo nella direzione di una forte riduzione degli spazi. Sempre meno grandi iper e metrature per la Gdo. Ma sbaglia chi pensa che questo sia la morte del commercio. Già oggi il 60% degli italiani gestiscegli acquisti in prospettiva multicanale (cerca informazioni sui siti, poi se non compra online va al negozio o torna sul web per il post-vendita…)». Per Noci, però, non è semplicemente la vittoria del virtuale sul reale. «Amazon – spiega – ha cambiato il baricentro. Invece di scaffali con gli stessi prodotti per tutti, a vincere è la conoscenza del cliente. Lo conosce, lo profila, lo fidelizza, offre prodotti che lo “seducono”. Con lui interagisce e gli offre la soluzione più comoda e conveniente. Senza compromessi. Ma poi negli Usa acquista la catena di alimentari Whole Food, perchè sa che, in fondo, l’ essere umano non può prescindere del tutto da uno spazio fisico, dove provare emozioni (tattili, visive e olfattive), un’ esperienza di evasione o intrattenimento, dove cercare servizi aggiuntivi, assistenza o iperspecializzazione». «Le preoccupazioni sono reali – sottolinea Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione -. Le nostre aziende stanno già facendo un grande sforzo per integrare il negozio “fisico” con quello “virtuale”. E ci sono anche tentativi di piccoli dettaglianti di associarsi per offrire tipologie di offerta simile facendo massa critica. In questi anni – conclude Cobolli Gigli – abbiamo quasi triplicato gli investimenti in formazione del personale di vendita, per “riconvertire” le cassiere, ad esempio, laddove si moltiplicano le casse automatiche e creare addetti sempre più specializzati». Ma la partita, da noi, è solo all’ inizio.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

link

Gruppo Sole 24 Ore, 700 mila euro di buonuscita a Napolitano. Lo ha ufficializzato ieri l’ editrice, su richiesta della Consob, come risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con l’ ex direttore Roberto Napoletano e in vista della scadenza dei 6 mesi di aspettativa non retribuita già concessagli. Financial Times torna su piattaforma Apple. Il quotidiano Uk lancerà una nuova applicazione per dispositivi Apple negli Usa e in Gran Bretagna, dopo aver abbandonato nel 2011 la piattaforma per divergenze su ricavi e condivisione dati. Il gruppo editoriale punta con la nuova app, disponibile per iPhone e iPad, ad incrementare il numero degli abbonati e di conseguenza i ricavi a lungo termine. Tv e radio locali, ok a nuovo regolamento. «Il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo regolamento per le tv e radio locali», ha fatto sapere ieri il sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli, aggiungendo che «il senso del nuovo testo è quello di premiare chi svolge davvero il ruolo di editore, chi fa informazione, chi assume, investe e rispetta le regole. Mettiamo così fine ai contributi a pioggia, giustamente stigmatizzati dalla Corte dei conti e diamo agli operatori locali uno strumento efficace di sostegno a garanzia del merito, del pluralismo e dell’ informazione». Mondadori contro la pirateria digitale. Il tribunale di Milano (ordinanza del 24/7/2017 – dott.ssa Zana) ha riconosciuto la violazione dei diritti di Mondadori da parte del portale «dasolo» che, senza autorizzazione, ne pubblicava le testate. Mondadori riacquista azioni proprie. Mondadori ha acquistato sul Mercato telematico azionario, nel periodo tra il 31 luglio e il 4 agosto, 26.500 azioni ordinarie (0,010% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di 1,8224 euro, in tutto 48.293,50 euro.

Quotidiani, giugno in ripresa

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
link

Giugno sorprende mostrando, nel confronto con maggio, 9 tra i principali quotidiani italiani in crescita. Nel totale copie su carta e in digitale, infatti, Corriere Sport-Stadio avanza del 14,5%, TuttoSport del 4,8%, Libero del 4,7%, Repubblica del 4,4%, la Stampa del 3%, il Giornale dell’ 1,5%, Avvenire e Messaggero entrambi avanzano dello 0,8% e ancora il Fatto Quotidiano dello 0,4%. Restano in terreno negativo, invece, gli altri quotidiani: l’ edizione del lunedì di TuttoSport (-22,9%) e quella del Corriere Sport-Stadio (-21,8%), Quotidiano Nazionale-Qn il Giorno (-14,2%), Gazzetta dello Sport (-9,1% e il lunedì -5,7%), Sole 24 Ore (-8,8%), Corriere della Sera (-6,6%), Quotidiano Nazionale-Qn il Resto del Carlino (-2,9%), Quotidiano Nazionale-Qn la Nazione (-2,6%). La new entry (per debutto nel panorama editoriale italiano e nel sistema Ads) la Verità lima dell’ 1,9% sulle 22.422 copie complessive carta+digitale (considerando che in edicola il dato è a quota 21.722). Sostanzialmente stabile ItaliaOggi (-0,3% nel totale carta+copia replica). Sono questi i primi risultati comparati del nuovo regolamento della società Accertamenti diffusione stampa, che è diventato esecutivo con la pubblicazione precedente dei dati riferiti a maggio 2017. Un sistema che, come sottolineato dalla stessa Ads è in via di perfezionamento, inteso come costante e progressiva definizione delle nuove voci. Per esempio, c’ è già stata la reintroduzione delle copie digitali multiple (peraltro con un allargamento del perimetro, suddiviso per fasce di prezzo e includendo per la prima volta le copie promozionali e omaggio), ma mancano ancora all’ appello le «copie multiple gestite tramite intermediari», che «saranno a breve disponibili, a completamento della prima fase del processo di accreditamento di ciascun soggetto, a partire da luglio 2017». Intanto, però, il nuovo corso permette un primo confronto tra le performance di vendita a giugno rispetto a quelle del mese immediatamente precedente. In parallelo, poi, il nuovo sistema di rilevazione procede e il prossimo 11 settembre saranno resi noti i nuovi dati di giugno 2017 per i mensili (a completamento di quelli comunicati ieri, per i soli quotidiani e settimanali), oltre ai nuovi trend diffusionali a luglio di quotidiani e settimanali. Anche i settimanali rispecchiano l’ andamento generale dei quotidiani. Non mancano infatti i segni positivi tra i periodici con Gioia (+34,1%), Diva e Donna (+16,7%) e Chi (+8,3%), tra Espresso (+2,7%), Panorama (+0,6%) e Milano Finanza (+2,7%), ancora tra Oggi (+8,9%), Settimanale DiPiù (+7,9%) e Gente (+7,1%). Tornando ai quotidiani e tenute in considerazione tutte le precisazioni ma anche l’ inizio della bella stagione e delle vacanze, che ogni anno facilitano la lettura, il quadro riassuntivo è fotografato dalla classifica generale dei primi 10 quotidiani su carta e digitale, che conferma il Corriere della Sera primo. A distanza c’ è Repubblica che, a sua volta, si alterna con Quotidiano Nazionale-Qn (dorso sinergico di Giorno, Nazione e Resto del Carlino) al secondo posto con 217.463 copie. Questo mese è il quotidiano del gruppo Gedi che conquista il secondo gradino del podio. Terzo il Quotidiano Nazionale, seguito dal lunedì della Gazzetta dello Sport e dalle sue edizioni nel resto della settimana. Sesta è la Stampa, dopo ci sono il Sole 24 Ore e il Messaggero. Nono Avvenire, decimo Corriere Sport-Stadio. In edicola, è confermato l’ exploit di rialzi per i quotidiani con Corriere Sport-Stadio su del 9% (-22,6% il lunedì), Gazzetta dello Sport dell’ 8,1% (-6,6% il lunedì), Avvenire del 7,9%, Stampa del 6,7%, Repubblica del 5,2%, Libero del 3,9%, Corriere della Sera del 3,6%, Giornale del 1,5%, Fatto Quotidiano dell’ 1%, Messaggero dello 0,6%, Qn-Resto del Carlino e Qn-Nazione entrambi su del 4,2%. Non mancano i segni negativi con Sole 24 Ore a -3,4% e Qn-Giorno a -1,3%. Nella top ten il podio è occupato nell’ ordine da Qn (209.302 copie), Corriere della Sera e Repubblica. Giù dai tre gradini il lunedì della Gazzetta dello Sport e le altre uscite settimanali, Stampa, Corriere Sport-Stadio, Messaggero, il lunedì di Corriere Sport-Stadio e il Giornale. Sul digitale infine (dove maggiormente il nuovo regolamento Ads deve ancora andare a regime, per esempio nell’ ambito delle copie abbinate a quelle cartacee), Avvenire cresce del 12%, Corriere Sport-Stadio del 6% (e +3,4% al lunedì), Messaggero del 2,5% e Sole 24 Ore dello 0,3%. Di contro Qn-Resto del Carlino è a -6,5%, Qn-Nazione a -5,9%, Corriere della Sera a -4,5%, Gazzetta dello Sport a -2,1% (anche al lunedì), Stampa a -1,7%, Fatto Quotidiano a -1,5%, Repubblica a -1%, Libero a -0,9%, Giornale a -0,7% e Qn-Giorno a -0,6%. Riordinando le testate in ordine decrescente, il ranking a 10 vede Sole 24 Ore, Corriere della Sera (a sole 8 copie di distanza), Repubblica, Stampa e il lunedì della Gazzetta dello Sport. Nella seconda metà della classifica, invece, si susseguono Gazzetta dello Sport in settimana, Fatto Quotidiano, Messaggero, Gazzettino e Avvenire.

A Netflix i fumetti Millarworld, editore e creatore di supereroi

Italia Oggi

link

La old economy piace ai nuovi protagonisti del digitale. Netflix ha annunciato la sua prima acquisizione e riguarda Millarworld, editore di fumetti fondato e guidato dallo scozzese Mark Millar, definito dal sito di video in streming come il «creatore leggendario» di personaggi che hanno ispirato film di successo come The Avengers e Logan. Con questa operazione, di cui non sono stati resi noti i termini finanziari, Netflix intende «dare vita» ai personaggi Millarworld in film, serie e show per bambini accessibili «esclusivamente» agli abbonati del sito sparsi nel mondo. L’ editore di fumetti «continuerà a creare e a pubblicare storie e caratteri nuovi a marchio Netflix». L’ acquisizione è un passo avanti «naturale per lavorare direttamente con creatori prolifici e pieni di competenze e per acquisire proprietà intellettuale e il controllo di storie con personaggi coinvolgenti», ha fatto sapere il gruppo. Ted Sarandos, a capo dei contenuti di Netflix, ha definito Millar «la cosa più vicina allo Stan Lee moderno», riferimento al fumettista, editore e produttore americano che ha permesso alla Marvel di diventare un gigante globale. Lo scozzese, che ha lavorato a sua volta per la Marvel (ora di proprietà di Walt Disney), ha spiegato di amare Netflix e di essere entusiasta dei suoi piani: «Netflix è il futuro e Millardworld non potrebbe avere una casa migliore». Con la sua azienda, gestita insieme alla moglie Lucy, Millar ha dato vita a 18 personaggi; tre fumetti (Wanted, Kick-Ass e Kingsman) hanno generato incassi cinematografici di quasi un miliardo di dollari contro gli oltre tre miliardi generati dai film Captain America: Civil War, Logan e The Avengers ispirati dai fumetti scritti da Millar quando era in Marvel. Con la sua creatività, Netflix punta a creare nuovi contenuti originali basati su supereroi esistenti e su storie che Millar e colleghi creeranno.

Dal “Sole 24 Ore” 700 mila euro a Napoletano

La Repubblica

link

ROMA. Il Sole 24 Ore ha riconosciuto un incentivo di 700 mila euro lordi per l’ uscita dell’ ex direttore Roberto Napoletano in prossimità della scadenza del periodo di sei mesi di aspettativa non retribuita. La cifra è pari al costo sostenuto dall’ azienda per otto mensilità. È quanto si legge in una nota diffusa a seguito di una richiesta della Consob dopo l’ annuncio, lo scorso 3 agosto, della risoluzione consensuale del rapporto. Arrivato alla direzione del quotidiano nel 2011, Napoletano da marzo era in aspettativa, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per false comunicazioni societarie, come sul numero delle copie diffuse.

I dati Ads di giugno per quotidiani e settimanali

Prima Comunicazione

link

I dati Ads stimati dagli editori, riferiti al mese di giugno per le testate a periodicità quotidiana e settimanale. Ads – Accertamenti Diffusione Stampa è la società che certifica e divulga i dati relativi alla tiratura e alla diffusione e/o distribuzione della stampa quotidiana e periodica di qualunque specie pubblicata in Italia. In una nota, la società ha segnalato che “l’ 11 settembre 2017 saranno disponibili i nuovi dati mensili stimati relativi al mese di giugno 2017 per le testate a periodicità mensile e i nuovi dati mensili stimati relativi al mese di luglio 2017 per le testate a periodicità quotidiana e settimanale”, ricordando inoltre che a “seguito dell’ entrata in vigore del nuovo Regolamento ADS edizioni digitali, orientato alla centralità dell’ utente finale, è ripresa anche la comunicazione dei dati relativi alle copie multiple, con la verifica dell’ esplicita volontà di fruizione della copia da parte dell’ utente finale e l’ adozione di evoluti strumenti tecnologici di controllo dell’ avvenuta attivazione”. “Anche i dati relativi alle copie multiple gestite tramite intermediari saranno a breve disponibili, a completamento della prima fase del processo di accreditamento di ciascun soggetto, a partire da luglio 2017. “E’ stata inoltre eliminata la soglia di prezzo prevista dal precedente regolamento”, spiega ancora Ads. “Le copie digitali sono suddivise per fasce di prezzo e vengono rappresentate per la prima volta anche le copie digitali promozionali e omaggio per le quali sono previste le nuove regole di certificazione valide anche per le copie multiple”. In arrivo la rielaborazione grafica sui dati dei quotidiani realizzata da L’ Ego Editoriale per Primaonline.it


Viewing all articles
Browse latest Browse all 8099

Trending Articles