Quantcast
Channel: Editoria.tv
Viewing all articles
Browse latest Browse all 7934

Rassegna Stampa del 28/08/2018

$
0
0

Indice Articoli

Berlusconi si attende un segnale sulla Rai per ricucire con Matteo

PERCHÉ DAZN È UN INCUBO IN ITALIA

Pisani: «Esposto contro il cartello tv»

Facebook, una funzione per litigare meno Copyright: editori e giornalisti contro la Ue

Disservizi di Dazn, appello ad Antitrust e Agcom

L’ Opa lanciata da F2i e Mediaset inizia senza scossoni in Borsa

Un po’ di nostalgia per i tempi d’ oro di Ameri e Ciotti

Chessidice in viale dell’ Editoria

Ei Towers, partita l’ opa sulle torri

Cinema, Del Brocco (Rai) in testa

“Tuteliamo il diritto d’ autore per non fare morire il giornalismo”

Berlusconi si attende un segnale sulla Rai per ricucire con Matteo

Corriere della Sera
TOMMASO LABATE
link

ROMA«Cose da non credere. Toninelli è là dentro che parla dei mali degli esecutivi precedenti, dei danni che secondo lui avrebbe combinato il governo Berlusconi E loro, che forse si sono scordati che in maggioranza c’ era anche la Lega, se ne stanno là, sorridono, annuiscono come se nulla fosse». C’ è un’ istantanea che più di altre racconta i sentimenti di gran parte del gruppo dirigente di Forza Italia nei confronti del partito di Matteo Salvini. E quell’ istantanea ritrae ieri, in un corridoio di Montecitorio, proprio durante l’ audizione di Danilo Toninelli sul crollo del Ponte Morandi, il portavoce azzurro Giorgio Mulè mentre agita il telefonino e racconta i dettagli di quanto sta succedendo dentro, «coi leghisti che sorridono, annuiscono mentre viene messa in croce la nostra storia al governo». A centinaia di chilometri di distanza, un Silvio Berlusconi che i suoi raccontano come «sempre più disilluso» rispetto all’ ipotesi di rinsaldare l’ alleanza con Matteo Salvini fissa la sua linea del Piave. La scelta di intervenire a piedi uniti nello scontro che si è aperto tra la Procura di Agrigento e il ministro dell’ Interno, più che il classico riflesso condizionato da garantista, era stata attentamente ponderata in modo da non sembrare né troppo «salviniana» né troppo «anti-salviniana». «Non possiamo stare zitti, qualcosa dobbiamo dirla», si era sentito ripetere l’ ex premier da Antonio Tajani e dagli altri della cerchia ristretta. Ma già dai prossimi giorni, le cose potrebbero cambiare. Ad Arcore, per esempio, si aspettano che sulla scelta del presidente della Rai – rimandata a settembre proprio per la mancanza dei voti necessari a eleggere Marcello Foa – Salvini «faccia un passaggio» con Forza Italia. Questo passaggio potrebbe aprire una partita nella partita tra i falchi berlusconiani, convinti che la scelta debba essere totalmente condivisa con l’ opposizione (a cominciare, per esempio, da una rosa di nomi), e l’ ala filoleghista, a cui basterebbe quel rispetto istituzionale che all’ epoca dell’ indicazione di Foa è mancato. Poi c’ è il delicatissimo dossier che riguarda la scelta del candidato governatore dell’ Abruzzo, che la Lega locale aveva già avocato a sé ventilando una corsa solitaria. Su questo versante, qualche passaggio diplomatico tra i due fronti è stato già fatto, e la candidatura unitaria è tornata a essere una possibilità concreta. E infine c’ è la storia della Basilicata, l’ altra Regione che va al voto a stretto giro, un’ altra elezione che – col centrodestra diviso – potrebbe premiare l’ ambizione dei 5 Stelle di conquistare il primo governatore della loro storia. Rai, Abruzzo, Basilicata. «Se Salvini ci volta le spalle su questi fronti, allora è il segnale che alle Amministrative del 2019 non sarà alleato con Forza Italia», è la linea berlusconiana. Subordinate, al momento, non ce ne sono. Resta il dilemma sulla strada che gli azzurri prenderebbero qualora il divorzio con la Lega venisse ufficializzato. «Non pretendo di dare lezioni all’ opposizione ma se tu dici che un pezzo del governo fa schifo e l’ altro va bene, allora la gente fa la media e conclude che il governo non è male. E nessuno ti vota più», è l’ autocritica messa a verbale dall’ ex ministro Gianfranco Rotondi, poco convinto della linea di chi – dentro FI – prova a dividere la Lega dai M5S. La speranza degli azzurri è che, tra migranti e legge di Stabilità, l’ asse gialloverde entri in crisi. E non è un caso che Tajani, intervenendo all’ Aria che tira su La7, abbia citato proprio uno dei temi di disaccordo tra Salvini e Di Maio: l’ incontro con Orbán. «Speriamo che Salvini lo convinca a modificare l’ accordo di Dublino».

PERCHÉ DAZN È UN INCUBO IN ITALIA

Il Mattino
Bruno Majorano
link

Quello che si chiedono tutti dopo le prime due giornate di serie A nell’ era del duopolio Sky-Dazn è: «Quanti abbonamenti saranno confermati dopo il primo mese in omaggio?». Domanda legittima, perché nella politica di Dazn il primo mese di abbonamento è gratuito e i famosi 9,99 euro saranno pagati solo a partire dal 32esimo giorno dalla sottoscrizione. I DATI E allora non stupisce il fatto che all84′ di Sassuolo-Inter fossero 440mila i dispositivi collegati contemporaneamente, vero e proprio boom (in attesa dei dati dell’ ultimo weekend, che saranno resi noti solo oggi) per una piattaforma che per forza di cose non era pronta ad un’ adesione così massiccia. Colpa anche dei tempi tecnici, perché Dazn si è accollata sulle spalle una missione portata a termine in un paio di mesi, quando altre realtà ci avrebbero impiegato quanto meno il doppio. Da qui i fisiologici rallentamenti registrati nella trasmissione delle prime sei gare del campionato (Dazn detiene il 30% delle partite di ogni giornata di serie A). LE NOVITÀ La sensazione, comunque, è che rispetto alle prime gare, quelle trasmesse nell’ ultimo fine settimana abbiano subito un miglioramento. Al netto dei problemi di connettività dei singoli utenti, il problema è quello legato alle CDN (Content deliver netword), ovvero le reti di server speciali che rendono più capillare la distribuzione, quelle che materialmente portano il segnale di Dazn sui dispositivi (fissi o mobili). Rispetto all’ estero – dove Dazn è già presente da qualche anno, in Germania da tre stagioni trasmettono la Champions – in Italia è utilizzato lo stesso sistema di distribuzione e a cambiare è l’ infrastruttura, cioè il sistema di trasmissione del segnale che Dazn si è già prodigato per potenziare dopo il primo weekend di serie A. Proprio in Germania il primo anno di Dazn non è stato tutte rose e fiori e la trasmissione è stata perfezionata solo con un po’ di rodaggio. LE CONFERME Ecco perché ad oggi cresce la curiosità di scoprire quanti dei tantissimi abbonamenti (Dazn è ancora la app più scaricata del momento) confermeranno il proprio abbonamento anche allo scadere del primo mese di prova. Se i problemi riscontrati in queste prime due giornate saranno superati, lo si potrà scoprire solo aspettando quello che succederà sabato sera quando sulle frequenze di Dazn andrà in scena CR7. «Abbiamo lavorato duramente per ottimizzare la nostra infrastruttura di distribuzione, aggiungendo capacità extra con i nostri partner CDN, e con i principali Internet Service Provider nazionali», erano state le dichiarazioni prima delle ultime gare di serie A, e qualche miglioramento c’ è stato, anche se in molti – sopratutto durante la trasmissione di Napoli-Milan – hanno riscontrato rallentamenti e disservizi (almeno fino all’ inizio della ripresa). In attesa si scoprire quelli che sono i numeri definitivi dell’ ultimo weekend di serie A, è necessario tenere un punto interrogativo grande così sul futuro di Dazn e del suo impatto sul calcio italiano. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Pisani: «Esposto contro il cartello tv»

Il Mattino

link

Le polemiche da parte degli utenti Dazn sono arrivate anche al presidente di noiconsumatori.it, l’ avvocato Angelo Pisani che annuncia una vera e propria battaglia legale contro quello che lui stesso ha definito come un «cartello Pay tv» che danneggia i consumatori. «Raccogliamo milioni sottoscrizioni tramite richiesta di adesione e testimonianze con dati anagrafici, contatti e numero contratto pay tv da inviare all’ indirizzo email ufficiopisani@gmail.com per partecipare al maxi esposto di denuncia contro disservizi e imposizioni targate Lega – Sky -Dazn», e poi l’ attacco. «Non solo per problemi di ricezione segnale (visto che furbamente hanno concesso un mese gratuito indicando sul contratto che possono esserci inizialmente problemi di ricezione), ma per il fatto palese che esiste un cartello ai danni degli utenti e malcapitati tifosi in totale violazione di legge». Prosegue nel comunicato l’ avvocato napoletano Angelo Pisani che poi aggiunge. «E ora di fare squadra e pretendere il rispetto dei diritti dei tifosi utenti contro le speculazioni e il business sul calcio». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Facebook, una funzione per litigare meno Copyright: editori e giornalisti contro la Ue

Il Messaggero

link

SOCIAL ROMA Facebookvuole che i suoi utenti stringano nuove amicizie. Da qualche giorno infatti, il social network sta testando una nuova funzione: «Cose in comune». Il progetto prevede che una sorta di etichetta segnali i punti di contatto con altre persone che non fanno parte della nostra cerchia di amici. In pratica, nel caso in cui ci si imbatta nel commento di un utente che non figura tra le amicizie, una piccola scritta mostrerà se si è frequentata la stessa scuola o se si lavora nella stessa azienda ad esempio, oppure se si vive nella medesima città o se si è iscritti allo stesso gruppo sul social. SPERIMENTAZIONE La nuova funzione – per il momento disponibile solo per un piccolo gruppo di tester statunitensi – è uno degli sforzi che Facebook sta facendo per migliorare la qualità delle discussioni pubbliche. Oltre a infittire la rete di collegamenti tra gli utenti già acquisti infatti, il social vuole rendere più piacevoli quelle conversazioni – spesso un po’ troppo accese – che si creano sotto ai post di pagine con molti mi piace, nelle quali la partecipazione è numerosa. L’ idea degli sviluppatori: trovare degli elementi in comune potrebbe in ricondurre a un livello più civile alcuni commenti. «Sapere quali passioni si condividono aiuta gli utenti a collegarsi tra loro – ha dichiarato alla stampa americana il portavoce del social di Menlo Park – Stiamo sperimentando l’ etichetta cose in comune che verrà visualizzata sopra i commenti delle persone di cui non si è amici, con le quali però potrebbero esserci delle affinità». In pratica Mark Zuckerberg vuole spingere i suoi utenti a fare amicizia tra loro, senza limitarsi alla cerchia di conoscenti. Qualcosa di lievemente differente dalla funzione persone che potresti conoscere già attiva sul social da tempo. In quel caso infatti, non sono gli interessi o le esperienze condivise a far comparire un suggerimento di amicizia, ma il numero di amici che sono collegati allo stesso utente. Quella intrapresa da Facebook è un’ operazione particolarmente scivolosa dal punto di vista della privacy, vero tallone d’ Achille di Zuckerberg che infatti ha prontamente precisato come nelle etichette «verranno mostrate solo le informazioni che le persone ha reso pubbliche sui loro profili». Mentre Facebook cerca di tamponare l’ emorragia di utenti e introiti, il Parlamento dell’ Unione Europea sta discutendo del futuro delle notizie online che, sempre più spesso, sono legate a doppio filo ai social. Ieri infatti, numerose associazioni di editori e giornalisti (Enpa, Emma, Epc, Nme, Ifj e Efj) hanno chiesto all’ Europarlamento di non modificare il testo dell’ articolo 11 della riforma Ue del copyright che tutela il diritto d’ autore del materiale giornalistico online, ma approvarlo così com’ è stato formulato a inizio luglio dalla commissione affari giuridici di Bruxelles. TASSA SUI LINK L’ appello arriva a poche settimane dal ritorno del dossier al voto in plenaria – 12 settembre – dopo il rinvio deciso a luglio per la spaccatura provocata dalle polemiche sulle nuove norme. Secondo editori e giornalisti il discusso articolo 11, noto come tassa sui link, non sarebbe affatto deleterio per i «lettori che condividono gli articoli», dato che «si applica solo agli usi fatti dai fornitori di servizi della società dell’ informazione». Di conseguenza, hanno precisato le associazioni del settore, «qualsiasi limitazione o emendamento dell’ articolo 11 avrebbe solo l’ effetto di diluire il diritto e renderlo inutilizzabile con l’ esito infelice che sia editori che giornalisti ci rimetterebbero». Al contrario «andrebbe a beneficio esclusivamente di quegli attori che hanno approfittato dell’ attuale mancanza di chiarezza legale e dei contenuti giornalistici nell’ ultimo decennio». I social network, per l’ appunto. Francesco Malfetano © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Disservizi di Dazn, appello ad Antitrust e Agcom

Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
link

Il dossier Dazn finisce all’ attenzione di Antitrust e Agcom. Oltre a Codacons, che ha inoltrato reclamo la scorsa settimana, anche Altroconsumo «ha inviato un reclamo alle società coinvolte (Perform Group/Dazn e Sky) e una segnalazione a Antitrust e Agcom». Altroconsumo inserisce anche Sky nei cahiers de doléances in merito al fatto che «anche il 4k di Sky ha lasciato gli spettatori insoddisfatti». Va detto che la tv di Murdoch – come forse prevedibile alla vigilia trattandosi di argomento “sensibile” come il calcio e visto il cambio di prospettiva con le esclusive per prodotto e il conseguente “doppio abbonamento” per vedere tutta la Serie A – sembra essere tirata in ballo a seguito di un “effetto strascico”, laddove il vero nodo è l’ insoddisfazione per il servizio Dazn di cui le associazioni dei consumatori si fanno portavoce nei loro esposti. «I consumatori stanno pagando e non devono fare da tester per le nuove piattaforme», scrivono da Altroconsumo. Dopo la débâcle di Lazio-Napoli della scorsa settimana, per Dazn – da cui ieri nessun commento, pur trapelando che i numeri sono giudicati positivi – è andata meglio, ma non si può dire che sia andata bene. Questo almeno a quanto si legge sui social. Una scorsa dei tweet con hashtag #Dazn su Twitter dà risultati impietosi. Puntualizzazione necessaria: le segnalazioni di disservizi inevitabilmente sono più rumorose dei commenti positivi che comunque ci sono stati. Di certo un rodaggio così l’ Italia del “Dio Pallone” non appare pronta ad affrontarlo e dopo il banco di prova di Napoli-Milan ora ne arriva un altro non da poco: Parma-Juventus. La scorsa settimana, come anticipato dal Sole 24 Ore, fra Dazn e Tim ci sono stati incontri per trovare la quadra attorno a possibili soluzioni utili a evitare i disguidi della prima giornata di campionato. Perchè in Italia esiste un problema di rete a banda ultralarga non ancora adeguata, ma sul banco degli imputati sta finendo in questo caso il tema della distribuzione e dei colli di bottiglia. Gli incontri si sarebbero risolti con un’ ottimizzazione di servizi per gestire i picchi e un aiuto per avere una distribuzione dei dati più efficace. Ma il servizio comprensivo di Cdn – i Content delivery network, per garantire capacità aggiuntiva – Dazn non lo ha acquistato pur avendo Tim evidenziato, dalla sua, la capillarità della rete di cache sul territorio. Fattore, questo, che per ora non ha spostato le scelte dalla piattaforma di Perform che nell’ ultima asta per i diritti tv della Serie A si è assicurata 3 partite su 10 ogni settimana. Le altre 7 sono su Sky. E proprio la trasmissione via satellite di Sky permette la visione di Dazn nei locali pubblici. Per i privati il modello è invece in streaming, via Internet. I clienti Sky con “ticket” Dazn potrebbero avere uno switch? Per ora la “Netflix dello Sport” chiude a questa ipotesi. Emerge un chiaro messaggio di fondo: al momento il confronto con il broadcasting non tiene. E comunque la pazienza del tifoso-abbonato pagante, soprattutto se si parla di calcio, non è tanto da mettere alla prova.

L’ Opa lanciata da F2i e Mediaset inizia senza scossoni in Borsa

Il Sole 24 Ore
R.Fi.
link

È iniziato senza scossoni il periodo di adesione all’ Opa su Ei Towers lanciata da F2i, che la deterrà alla fine dell’ operazione, e Mediaset, l’ attuale azionista di riferimento che otterrà una notevole plusvalenza. L’ obiettivo, come specificato sabato da Renato Ravanelli, amministratore delegato di F2i intervistato da questo giornale, è il delisting, cioè il ritiro della quotazione in Borsa, con attenzione a possibili acquisizioni o fusioni, facendo tornare d’ attualità il dossier Rai Way e scaldando il titolo di Inwit, la società delle torri Tlc di Tim. In Piazza Affari il gruppo specializzato nella trasmissione del segnale televisivo ha chiuso stabile a 56,7 euro, poco sotto i 57 euro dell’ offerta, che aggiudicava un 15% di premio. Il mercato per ora non vede problemi nella chiusura positiva dell’ operazione, con gli analisti di Banca Akros che per esempio suggeriscono chiaramente agli azionisti di aderire, ritenendo il prezzo equo portando il prezzo obiettivo proprio a quota 57 euro. Equita intanto vede dopo l’ Opa una strategia molto più aggressiva, non solo limitata a Rai Way e all’ Italia, con maggiore competizione per portafogli di torri di Tlc, dove prima Ei Towers era un offerente meno credibile. La speculazione potrebbe quindi avvantaggiare Inwit, in quanto possibile obiettivo, che infatti nella prima seduta di Borsa della settimana è stato il titolo del comparto più caldo con una crescita dell’ 1,3% a 6,8 euro, non lontanissimo dal suo massimo storico fatto segnare non a caso pochi giorni dopo il lancio dell’ Opa su Ei Towers, che si concluderà il 5 ottobre. Ovviamente gli operatori guardano anche a Rai Way, ma per un matrimonio, già bloccato negli anni scorsi dalla politica, servirà il via libera del nuovo Governo. Per questa partita i tempi sono inevitabilmente lunghi e infatti il titolo della controllata del Tesoro resta stabile attorno a quota 4,6 euro (+0,43 per cento ieri a Piazza Affari).

Un po’ di nostalgia per i tempi d’ oro di Ameri e Ciotti

Il Tempo
MAURIZIO COSTANZO
link

Il Campionato di Calcio è cominciato da poco e c’ è un certo movimento intorno ai programmi sportivi della televisione. Per esempio “La domenica sportiva” è condotta da Giorgia Cardinaletti mentre Diletta Leotta parla di sport in un altro canale sportivo. Segnalo inoltre Simona Rolandi che a mio parere è brava e meriterebbe maggiore visibilità. Forse per questioni anagrafiche, ma sono tra quelli che rimpiangono “Tutto il calcio minuto per minuto” condotta da Paolo Valenti con alcune straordinarie presenze giornalistiche come Enrico Ameri e Sandro Ciotti. Ma questo è il passato. Guardiamo avanti e segnaliamo che durante le vicende relative al ponte crollato a Genova sono stati bravi su La 7 David Parenzo e Luca Telese con il programma “In onda”. A proposito dei molti servizi relativi al ponte Morandi di Genova, vorrei dire ai responsabili delle varie testate che forse, un paio di repliche della stessa intervista, vanno bene ma di più certamente no. Nelle fiction televisive che vengono proposte, si può notare come sia cresciuta la qualità degli attori italiani. Uno per tutti: Marco Giallini che è stato bravo nel film diretto da Genovese “Perfetti sconosciuti” ma che è altrettanto bravo in televisione nel ruolo del Vice Questore Rocco Schiavone. Auguri a Gerardo Greco, nuovo direttore del TG4 che, dopo aver lavorato a lungo in Rai, si sperimenta in Mediaset in questo ruolo. Lo ricordiamo ottimo conduttore di “Agorà” su Rai Tre.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

link

Rai al 75esimo Festival di Venezia, RaiMovie tv ufficiale. Una Venezia addormentata, dove improvvisamente i fogli di una sceneggiatura invadono piazza San Marco per un volo magico fino al Palazzo del Cinema, al Lido. Sono le immagini dello spot ideato e realizzato dalla Direzione Creativa Rai per la 75esima Mostra internazionale d’ Arte Cinematografica di Venezia. Lo spot, già in onda sulle reti generaliste, darà il via alla cerimonia di apertura della Mostra domani, in diretta web sul sito www.raimovie.it e sarà proiettato nuovamente l’ 8 settembre, giorno della chiusura, sempre in diretta dalle 18.45 su Rai Movie. Mondadori acquista azioni proprie. Arnoldo Mondadori Editore ha acquistato ancora azioni proprie sul Mercato telematico azionario, nel periodo tra il 20 e il 24 agosto 2018. In totale i titoli sono 15 mila (pari allo 0,006% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 20.351,35 euro. A seguito delle operazioni finora effettuate, Mondadori detiene 1.100.000 azioni proprie pari allo 0,421% del capitale sociale. Tonno Spiaggiato in prima visione su Timvision. La commedia italiana opera prima di Matteo Martinez, una produzione Wildside e Newco Management con Vision Distribution e interpretata fra gli altri da Frank Matano, sbarca in prima visione su Timvision da domani. Vetrya: nuovo servizio di video streaming per il canale Boing. Vetrya ha rilasciato un nuovo servizio di video streaming distribution per il canale televisivo Boing di Turner, società del gruppo Time Warner che trasmette canali di intrattenimento per il target Kids. Attraverso l’ impiego della piattaforma di distribuzione video live e on demand di Vetrya e tramite le applicazioni dedicate (Boing app) è ora possibile fruire in mobilità sia del canale live sia dell’ offerta video on demand per il target kids di Turner e di un set di mobile games. Su Cartoon Network Teen Titans Go! A settembre arrivano in esclusiva prima tv su Cartoon Network (canale 607 di Sky) i nuovi episodi dei Teen Titans Go!. La serie si ispira allo show action di Warner Bros. Teen Titans, ma gli eroici protagonisti vivono qui avventure nuove all’ insegna della comedy. Max Giusti e il nuovo game show su Nove. Dopo il successo di Boom!, Max Giusti torna su Nove con un game show sulle identità misteriose: Chi ti conosce?. Un format originale, completamente made in Italy e firmato da NonPanic per Discovery Italia, che ha debuttato ieri sul Nove e andrà in onda dal lunedì al venerdì alle ore 20,20. In studio una coppia di concorrenti avrà davanti a sé un protagonista di puntata e 7 personaggi sconosciuti. Per aggiudicarsi il montepremi in palio di 100 mila euro, la coppia dovrà indovinare le relazioni che intercorrono tra il protagonista e ognuno dei conoscenti, interrogandoli e sottoponendoli a brevi test. Il 4° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, Immagini dalla Realtà. L’ appuntamento con il cinema del reale è in programma a Milano dal 13 al 16 settembre, organizzato dalla società di produzione Frankieshowbiz, con la direzione artistica di Fabrizio Grosoli. Madrina della quarta edizione del Festival sarà l’ attrice e regista Lorenza Indovina. La quarta edizione del festival, aperta al pubblico con ingresso gratuito, si terrà presso la Triennale di Milano, sede principale della rassegna, il centro culturale Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. L’ edizione 2018 è uno dei principali eventi del programma Milano MovieWeek, la settimana dedicata alla settima arte, il cinema e l’ audiovisivo. L’ arte arriva al cinema, il film evento Michelangelo-Infinito. Dopo Caravaggio-l’ Anima e il sangue, un’ altra grande produzione dedicata al mondo dell’ arte. Dal 27 settembre al 3 ottobre arriva al cinema il film-evento Michelangelo – Infinito, distribuito da Lucky Red, sulla vita e le opere immortali che hanno reso celebre il genio di Michelangelo Buonarroti. Una produzione originale Sky con Magnitudo Film. All’ interno di un limbo ambientato nelle Cave di Marmo di Carrara, Michelangelo, interpretato da Enrico Lo Verso, rievoca gli snodi principali della sua vita e dei suoi tormenti più intimi. A raccontarne la dimensione storica e artistica, come un narratore appassionato, c’ è Giorgio Vasari, l’ attore Ivano Marescotti. Rai, L’ Allieva più vista nel prime time di domenica. In prima serata su Rai1 domenica, la replica di un episodio della fiction L’ Allieva ha conquistato la prima serata con 3 milioni 55 mila spettatori e il 17,3% di share.

Ei Towers, partita l’ opa sulle torri

Italia Oggi
MARCO LIVI
link

Ha preso il via ieri l’ opa totalitaria di F2i con Mediaset su Ei Towers, la controllata del Biscione che detiene le torri di trasmissione televisiva e una parte di torri tlc. L’ offerta andrà avanti fino al 5 ottobre, salvo proroghe, e il corrispettivo è di 57 euro per azione, un prezzo che al momento del lancio incorporava un premio del 15,6% rispetto alla quotazione in borsa per una valutazione totale di 1,6 miliardi. Da allora, però, il corso del titolo si è praticamente allineato con quello dell’ offerta e ieri si è ovviamente mantenuto stabile a 56,70 euro. La strategia alla base dell’ operazione è di far crescere Ei Towers dando il via a un periodo di consolidamento soprattutto nelle torri tv. La soglia perché l’ opa sia valida è del 90% del capitale, ma F2i potrebbe decidere di accontentarsi anche di una quota inferiore. Le azioni andranno al veicolo 2i Towers in cui, almeno all’ inizio, il fondo guidato da Renato Ravanelli avrà il 60% e Mediaset manterrà un 40% pari alla quota che oggi ha in Ei Towers. Ravanelli ha però spiegato in un’ intervista che il gruppo di Cologno Monzese dovrebbe diluirsi successivamente, magari in occasione di aumenti di capitale relativi a fusioni o acquisizioni. L’ effetto immediato dell’ opa sarà il delisting della società, un modo per prepararla alle operazioni successive, in Italia e all’ estero. In particolare nella Penisola la parte più consistente del business riguarda le torri televisive ed è ormai diverso tempo che si ripete che passare a un’ unica società delle torri televisive sarebbe una mossa razionale mentre non è efficiente mantenere due reti, l’ una il duplicato dell’ altra. Per questo il primo obiettivo dovrebbe essere Raiway, che già Mediaset aveva messo nel mirino nel 2015, tirandosi poi indietro perché il governo Renzi aveva fatto valere il decreto varato in occasione della quotazione secondo il quale la società doveva restare per il 51% in mano pubblica. Con il progressivo disimpegno di Mediaset, che si concentrerà sul proprio core business e nel frattempo metterà in cascina una plusvalenza da 400/500 milioni, e con l’ impegno di F2i, quindi della Cassa depositi e prestiti, il quadro dovrebbe ricomporsi a favore dell’ integrazione fra Ei Towers e Raiway. Questo anche in vista del grande impegno che interesserà nei prossimi anni i broadcaster italiani, ovvero il passaggio della banda 700 alle tlc che dovrebbe concludersi nel 2022 e che comporterà una riorganizzazione della banda restante in mano alle tv oltre che il passaggio al digitale terrestre di nuova generazione. Rifare il tutto per due, come ora, sarebbe alquanto inefficiente. Tanto più che il reale asset in mano alle tv sono le frequenze, non le torri di trasmissione. Ma F2i pensa a un futuro anche nelle tlc per Ei Towers, al contrario di quanto era sembrato all’ inizio, quando si pensava che la società avrebbe valorizzando le sue mille torri tlc vendendole. L’ a.d. di F2i ha fatto intendere che anche su questo fronte 2i Towers giocherà la propria partita magari mettendo nel mirino le torri di Inwit di Telecom. Per questo gli analisti puntano i fari sulle altre società delle torri. «Questi spunti ci fanno ritenere che Ei Towers avrà una strategia molto più acquisitiva che in passato», hanno scritto gli analisti di Equita Sim, «non solo limitata a Rai Way (-0,33% a 4,59 euro al momento in borsa, ndr) e all’ Italia. Vediamo salire la competizione per i portafogli delle torri telecom, dove in precedenza Ei Towers era un bidder meno credibile, in particolare in Italia, ma anche all’ estero. Speculativamente, lo scenario potrebbe, quindi, avvantaggiare Inwit, in quanto possibile target, e svantaggiare Cellnex (la società delle torri tlc spagnola controllata al 39,9% da Edizione Holding dei Benetton, ndr)». © Riproduzione riservata.

Cinema, Del Brocco (Rai) in testa

Italia Oggi
IRENE GREGUOLI VENINI
link

Rai Cinema si conferma centrale per lo sviluppo dell’ industria cinematografica italiana, ma crescono di importanza anche Sky e la nuova Vision Distribution, società di distribuzione che nell’ anno d’ esordio è andata bene anche grazie a Come un gatto in tangenziale, il principale incasso della stagione. Nel mondo della produzione spiccano Indigo e Wildside, mentre per la distribuzione Warner e Universal. A fotografare la situazione del settore è l’ ultima edizione della Power List del cinema italiano, la classifica dei personaggi più influenti del grande schermo, realizzata ogni anno dalla rivista Box Office di Duesse Communication in collaborazione con Ciak. Al primo posto della sezione Professionals c’ è Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, che rimane il perno centrale dell’ industria cinematografica della Penisola: sono stati 18 i film italiani distribuiti dalla divisione 01 guidata da Luigi Lonigro da agosto a fine luglio e 33,2 i milioni di euro incassati. «Oltre a ribadirsi la centralità di Rai Cinema per lo sviluppo e il mantenimento di gran parte del cinema italiano, c’ è comunque il buon esordio di Vision Distribution, con un buon risultato per il primo anno e la riconferma degli acquisti Sky per il cinema», osserva Vito Sinopoli, amministratore unico di Duesse Communication. Alla seconda posizione della stessa sezione si trovano infatti Andrea Scrosati (executive vice president programming di Sky Italia e presidente di Vision Distribution) e Nicola Maccanico (ceo di Vision Distribution). In un anno di vita la società di distribuzione fondata da Sky assieme a Cattleya, IIF, Indiana, Palomar e Wildside, ha totalizzato 12 film distribuiti con 19 milioni di euro di incasso (1,5 milioni di media), ed è stata distributore di Come un gatto in tangenziale, il principale incasso italiano della stagione (9,6 milioni). Terzo è invece Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa Film. È poi interessante che Pietro Valsecchi (presidente di Taodue), «pur non essendo uscito con nulla, è al quarto posto, perché il nuovo film di Checco Zalone è veramente decisivo per gli incassi del cinema italiano», continua Sinopoli. «Nel mondo dei produttori i più forti sono Indigo e Wildside» Mario Gianani e Lorenzo Mieli, soci di Wildside (che ha prodotto con Vision Distribution Come un gatto in tangenziale), sono infatti al settimo posto, cui seguono Francesca Cima e Nicola Giuliano, titolari di Indigo Film, che dall’ operazione Loro 1 e 2 di Paolo Sorrentino ha portato a casa 6,7 milioni di euro. Non per nulla anche i primi due posti della sezione Talents (l’ altra categoria della classifica, dedicata a registi e attori) sono legati a questi film: sul podio ci sono l’ attrice Paola Cortellesi e il regista Riccardo Milani in prima posizione, cui segue Paolo Sorrentino, mentre al terzo posto c’ è Luca Guadagnino (regista di Chiamami col tuo nome). Per quanto riguarda la distribuzione c’ è Warner Bros. Entertainment Italia (Barbara Salabè, president & managing director, è quinta tra i Professionals), che continua a investire con continuità nel grande schermo (si parla 17,9 milioni di euro incassati con 7 film, 2,5 milioni in media) e si segnala una crescita di attenzione di Universal (Richard Borg, direttore generale e a.d. per l’ Italia è all’ 11esima posizione). «E poi dopo tanto tempo rientra in classifica Disney, grazie a Il vegetale», osserva Sinopoli. «Il cinema italiano è in una fase di transizione: si stanno sperimentando nuovi linguaggi e nuovi tipi di sceneggiatura per trovare nuove strade perché il cinema italiano, che negli anni passati si è basato su pochi film di grande incasso, possa avere più film con un incasso medio». © Riproduzione riservata.

“Tuteliamo il diritto d’ autore per non fare morire il giornalismo”

La Stampa
MARCO SODANO
link

Tutelare il diritto d’ autore è l’ unico modo per continuare a garantire una copertura giornalistica indipendente dei grandi fatti in tutto il mondo. È il senso della lettera-appello inviata ai parlamentari europei dal responsabile dell’ ufficio di Baghdad dell’ agenzia France Presse , Sammy Ketz. La lettera, sottoscritta 103 giornalisti di tutta Europa (con una nutrita rappresentanza del gruppo Gedi, che edita anche La Stampa ) è scritta in vista del nuovo voto sulla riforma del Copyright europeo, in agenda all’ Europarlamento nelle prossime settimane. A luglio l’ assemblea di Strasburgo ha votato contro l’ avvio dei negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva. Contro quello stop si è scagliata l’ associazione degli editori europei (Enpa). Il suo presidente Carlo Perrone (azionista di Gedi) ha stigmatizzato «l’ intesa attività di lobby» svolta dai big della rete. Nel mirino degli avversari della direttiva sono finiti due articoli: l’ 11, che prevede che chiunque monetizzi la diffusione di contenuti di informazione debba pagare un compenso all’ editore (che a sua volta dovrà poi pagare gli autori). Il diritto di autore si estenderebbe anche alle anteprime (titolo e foto) degli articoli generate quando li si posta su un social network. Secondo punto contestato: l’ articolo 13, che imporrebbe alle piattaforme digitali un filtro automatico (lo usa già Youtube) che verifichi se un contenuto sia o meno coperto dal diritto d’ autore. Chi si oppone alla direttiva avverte: se passa questo testo, Internet non sarà più il luogo in cui ci si possono scambiare contenuti liberamente. Le critiche sono tutt’ altro che infondate: è chiaro che ci sono ampi spazi per migliorare il testo della direttiva. È però anche vero che nella giungla di oggi tutti copiano senza remore e diffondono gratuitamente i contenuti raccolti dalle grandi testate: quelle che pagano inviati e corrispondenti per poter raccontare i fatti dove accadono, spesso all’ altro capo del pianeta. Più copie gratuite (e pirata) circolano di quel materiale, meno sarà facile trovare editori disposti a investire nella produzione di notizie: e alla lunga, quando non ci saranno più fonti primarie che stanno sul posto, morirà anche chi si accontenta di copiare. Questo processo, sostiene Ketz nella sua lettera, è già visibile nelle zone di guerra, dove le spese crescono a dismisura e i giornalisti in servizio sono sempre meno. «Non possiamo più mandare giù la menzogna diffusa da Google e Facebook – scrive Ketz – secondo cui la direttiva minaccerebbe la possibilità di accedere a Internet gratuitamente. I giganti di Internet, che oggi usano contenuti editoriali gratis, possono permettersi di rimborsare i media senza chiedere ai consumatori di pagare. La posta in gioco è la libertà di stampa: quando finiranno i giornalisti quella libertà se ne andrà». I big di Internet quei contenuti li monetizzano. Si tratta solo di condividere una parte del margine con chi fa la parte difficile del lavoro. E di fare attenzione a lasciare la libertà di condividere quando non c’ è scopo di lucro. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

L'articolo Rassegna Stampa del 28/08/2018 proviene da Editoria.tv.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 7934

Trending Articles