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Rassegna Stampa del 04/05/2018

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Indice Articoli

Guerra per la Rai

Sole 24 Ore, Palamon sale dal 49 al 51% di Business School24

Luigino vuole cambiare i direttori «Nei tg Rai sono contro di noi»

Per smontare le fake news di Medicina arriva «Doctor’ s life»

Rai, Zdf e France Tv Nasce l’ Alleanza della fiction europea

Oggi l’ udienza sul ricorso di Sky contro Mediapro Lega col fiato sospeso

Da Infinity a Sky contro la pirateria

L’ accusa del Pd: volete epurare i direttori Rai

Canale 5, palinsesto fatto in casa

I giorni dei film in digitale, sconti dai maggiori store

Radio Frt, eletto Marco Montrone

Sky acquisisce 4Strokemedia per la pubblicità digitale

Serie tv, Rai si allea con France Télé e Zdf per coproduzioni anti Netflix

Stampa, grafica e sfoglio nuovi dal 12 maggio

Chessidice in viale dell’ Editoria

Di Maio come Berlusconi Un editto bulgaro contro i direttori dei Tg Rai

La Serie A spaccata in arrivo il verdetto sul ricorso di Sky

Guerra per la Rai

Il Foglio

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Roma. La primavera dello scontento post elettorale rischia di concludersi, ai primi caldi, con un altro rompicapo da risolvere: la Rai. Si dà il caso, infatti, che mentre la ricerca di una soluzione -combinazione governativa tormenta questi e quelli nei Palazzi, in Viale Mazzini ci si attivi sottotraccia, a livello di sondaggi informali, per arrivare alla soluzione preventiva (se possibile) della questione “rinnovo Cda”. Il Cda attuale è in scadenza, l’ estate è vicina, la nuova legge sul servizio pubblico (quella varata dall’ allora governo Renzi) impone tempi stretti per le candidature di nomina parlamentare. Che fare? Non c’ è una mappa, e mentre in Rai alcuni riflettono sul modo di “suggerire” alla politica e all’ in formazione i nomi dei possibili nuovi consiglieri, in modo che sembrino peraltro non suggeriti, nei Palazzi squassati da due mesi di nulla spunta, anche per ottemperare alla nuova legge, un post firmato Roberto Fico, presidente della Camera, con link all’ avviso per la presentazione delle candidature: “…Il mio auspicio è che questi quattro componenti del nuovo Consiglio di amministrazione siano votati dal Parlamento in base al merito e alle competenze, solo così si potrà ribadire il significato più profondo del servizio pubblico radiotelevisivo, bene comune che appartiene a tutti i cittadini”. Gli risponde dal Pd il deputato Michele Anzaldi (già caterpillar dem in Vigilanza Rai): “…per la scelta dei nuovi consiglieri di amministrazione Rai il presidente della Camera Roberto Fico si impegni pubblicamente affinché venga tutelato il pluralismo, oltre al merito. A differenza delle nomine negli uffici di presidenza di Camera e Senato, dalle quali per la prima volta nella storia della Repubblica la minoranza è stata tenuta fuori, per i 4 consiglieri Rai scelti dal Parlamento è opportuno che vengano tutelati anche i milioni di elettori che sono rappresentati dal Pd… Fico onori il suo ruolo evitando che il Cda Rai diventi un monocolore di maggioranza”. Ma il botta -risposta non ha fatto neanche in tempo a divampare che un altro fronte M5s-Pd si è aperto, sempre a proposito della tv di stato dove -a oggi -si fatica a trovare personalità che si dicano sostenitrici dei Cinque stelle (c’ è chi in Rai sintetizza così la titubanza: “Se oggi ti fai grillino e domani c’ è un governo del presidente? Meglio restare immobili”). Motivo del contendere, le parole di Luigi Di Maio prima e dopo l’ inter vista di mercoledì sera a “Porta a Porta”. Sul Corriere della Sera, infatti, si leggeva di una mail inviata da Luigi Di Maio ai parlamentari del M5s: “…Nelle ultime ore abbiamo saputo che sono di nuovo partite le richieste ai Tg Rai di fare servizi contro di noi. Negli ultimi 50 giorni ci avevano trattato con i guanti bianchi perché avevano paura che andassimo al governo e sostituissimo i direttori. Lo faremo molto presto grazie a una legge finalmente meritocratica…”. A quel punto, sul sito di Repubblica, insorgeva Sebastiano Messina: “…Dunque la ‘rivoluzione’ grillina, se mai ci sarà, comincerà con un’ epurazione dei media, assai simile a quella che Berlusconi decretò con l’ ormai celebre editto bulgaro contro Biagi, Santoro e Luttazzi. E confermerà che anche loro, come la stragrande maggioranza dei partiti che hanno occupato la stanza dei bottoni, vorranno subito mettere le mani sull’ informazione del servizio pubblico. Un bell’ inizio…”. E Anzaldi definiva “parole gravissime” quelle di Di Maio: “…saremmo di fronte a una pesantissima ingerenza contro l’ autonomia del servizio pubblico, nonché un attacco all’ informazione senza precedenti portato avanti da chi da settimane tenta di arrivare a Palazzo Chigi con ogni mezzo. Anche il presidente della Camera Fico ha ricevuto la lettera, come deputato M5s? Acquisisca subito agli atti il testo di Di Maio e valuti non soltanto una sconfessione pubblica, per ribadire la tutela dell’ autonomia della Rai, ma anche se la lettera non configuri eventuali reati, alla luce del ruolo di Di Maio come leader del primo partito in Parlamento”. E insomma il governo non c’ è ancora, ma la guerra per la Rai è già allo stadio avanzato. Marianna Rizzini.

Sole 24 Ore, Palamon sale dal 49 al 51% di Business School24

Il Sole 24 Ore
R.Fi.
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Il 2 maggio Palamon Capital Partners LP ha esercitato, come previsto dal contratto di compravendita siglato l’ 8 agosto 2017, il diritto di acquisire da Il Sole 24 Ore un’ ulteriore partecipazione in Business School24 pari al 2% del capitale sociale, a un corrispettivo fisso e predeterminato pari a euro 1,6 milioni. Pertanto la partecipazione detenuta dal Sole 24 Ore nella società scende dal 51% al 49%. Già all’ atto della cessione del 49% della Business School24 avvenuta in data 29 novembre 2017, stante agli accordi sottoscritti con Palamon, si era configurata la perdita del controllo da parte de Il Sole 24 Ore, determinando una situazione di controllo congiunto con Palamon. In pari data si è tenuta l’ assemblea dei soci di Business School24 che ha deliberato di apportare alcune modifiche allo statuto sociale e in particolare le disposizioni che regolano la composizione del consiglio di amministrazione e il numero dei suoi membri, elevato da 5 a 7. Pertanto, anche in conseguenza delle dimissioni rassegnate da tutti i consiglieri, è stato nominato un nuovo consiglio di amministrazione, che resterà in carica fino alla data dell’ assemblea convocata per l’ approvazione del bilancio d’ esercizio al 31 dicembre 2021. Il nuovo consiglio di amministrazione è composto da Giorgio Fossa, Fabio Massimo Giuseppetti, Maurizio Santacroce, Julian Eduardo Carreras, Ettore Scandale, Franco Moscetti, Salvatore Lo Giudice. Giorgio Fossa e Maurizio Santacroce sono stati designati, su proposta dell’ azionista di maggioranza, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Business School 24 SpA, la società che gestisce 24 Ore Business School, che opera da oltre 20 anni nell’ ambito dell’ alta formazione rivolta a studenti, neo laureati, manager e professionisti. «L’ obiettivo di 24Ore Business School – ha dichiarato Giorgio Fossa – è diventare il punto di riferimento per la formazione manageriale tanto per i singoli manager quanto per il mondo imprenditoriale, offrendo formazione dedicata ad ogni fase della carriera dei manager, sviluppando anche un’ offerta di formazione continua e svolgendo un ruolo di provider di servizi diversificati di formazione nell’ ambito delle soluzioni di welfare aziendale. Ad oggi – conclude Fossa – il mondo delle imprese esprime una forte necessità di trovare le competenze richieste e vi è una grande opportunità di colmare il disallineamento tra domanda e offerta. La formazione quindi diventa uno strumento sempre più strategico per la competitività degli individui, delle aziende, del Paese». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Luigino vuole cambiare i direttori «Nei tg Rai sono contro di noi»

Libero

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GIULIA SBARBATI Non solo Mediaset, l’ altro grande fantasma da esorcizzare per i 5 Stelle risiede a viale Mazzini. Mamma Rai è vissuta come matrigna, opportunista, infingarda, una sorta di tempio di tutti i vizi della prima e della seconda repubblica, soprattutto quando si rivolge lo sguardo ai telegiornali e all’ informazione. Così quello che arriva dai vertici grillini è un messaggio di avvertimento con una dose neppure troppo nascosta di minaccia. Come a dire: ricordatevi che siamo il partito di maggioranza e per noi votano milioni di telespettatori. INTERVENTO AD HOC Il “postino” è direttamente Luigi Di Maio, con una lunga lettera inviata non alla tv di Stato ma ai parlamentari del Movimento. «Nelle ultime ore – scrive Luigino – abbiamo saputo che sono di nuovo partite le richieste ai Tg Rai di fare servizi contro di noi. Negli ultimi 50 giorni ci hanno trattato con i guanti perché avevano paura che andassimo al governo e sostituissimo i direttori. Lo faremo molto presto grazie ad una legge finalmente meritocratica». I grillini non hanno mai avuto un rapporto sereno con i giornalisti, considerati per lo più pennivendoli, ad eccezione di quelli “verificati” e doc come il gruppo di Travaglio o i convertiti sinceri. Gli altri sono o da raddrizzare o da mettere alla gogna. C’ è anche di fondo un desiderio di vendetta che viene da lontano. Prosegue Di Maio: «Ci hanno attaccati per cinque anni, eppure abbiamo vinto a Roma, Torino e siamo arrivati quasi al 33%». E ancora: «Dicono che perdiamo voti viste le Amministrative. Nessuno dice che a giugno 2017 abbiamo preso alle amministrative l’ 8% di media. Dopo pochi mesi in Sicilia il 35%. A marzo 2018 il 32,5%. A Trapani in otto mesi siamo passati dal 12% delle Comunali al 54% delle Politiche». L’ accusa è di disonestà intellettuale. Solo che, adesso, anche per la Rai arriva la resa dei conti. Tra poche settimane comincia la partita per il rinnovo del Consiglio di amministrazione e il Movimento ha già dissotterrato l’ ascia di guerra. Roberto Fico, in nome della trasparenza, ha pubblicato su Facebook i moduli per chi sogna e spera di occupare una poltrona dirigenziale. «Per candidarsi – scrive il presidente della Camera – bisogna inviare il proprio curriculum, che deve rispondere a queste caratteristiche: competenza professionale e notoria indipendenza, ma anche essersi distinti in attività economiche, scientifiche, giuridiche, della cultura umanistica o della comunicazione sociale, maturandovi significative esperienze manageriali». LA PARTITA DEL CDA I primi a muoversi contro la Rai grillina sono quelli del Pd, con Michele Anzaldi: «Speriamo che venga rispettato il pluralismo. È opportuno che per i quattro consiglieri Rai scelti dal Parlamento vengano tutelate anche le visioni del mondo dei milioni di italiani che hanno votato Pd». Il rischio quando è in ballo la Rai, insomma, è sempre lo stesso: non si faranno prigionieri. riproduzione riservata Luigi Di Maio (nella foto La Presse) ha spedito una lettera ai parlamentari pentastellati sul ruolo del servizio pubblico nella quale ipotizza una rivoluzione al vertice dei canali d’ informazione: «Lo faremo molto presto»

Per smontare le fake news di Medicina arriva «Doctor’ s life»

Libero

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Vaccini, alimentazione e farmaci. Sono i “campi” più a rischio “fake news” su web e social. Intorno, poi, c’ è un pullulare di false notizie che riguardano la sanità in generale con gli esperti costretti a fare una fatica enorme per smontare tesi assurde nelle quali spesso cascano gli utenti. È da qui che è nata un’ intesa tra l’ Iss, Istituto superiore di sanità, Adnkronos Salute e il suo canale Doctor’ s Life, in onda H24 su Sky (canale 440). «Ogni giorno spunta una nuova fake news e noi dobbiamo cercare di trovare il linguaggio adatto e anche la tempistica giusta per spiegare che cosa c’ è dietro queste notizie che possono diventare avvelenate per la salute dei cittadini. Ecco perché abbiamo pensato a un’ alleanza con Adnkronos Salute per smontare in modo rapido e scientifico queste “bufale”», ha spiegato Walter Ricciardi, presidente dell’ Iss, che sottolinea l’ importanza di «messaggi chiari» in tema di medicina. Iniziando da «tre settori che hanno più bisogno di un intervento: vaccini, alimentazione e farmaci». Una volta a settimana, è questa l’ iniziativa, in un appuntamento settimanale la fake news di turno, o la più gettonata in quel momento, sarà smontata pezzo per pezzo dai medici e dai ricercatori dell’ Iss. Con una risonanza fra il grande pubblico, «ma anche tra i medici, che devono essere coinvolti». Perché le informazioni corrette arrivino a tutti, le informazioni viaggeranno su più media: si va dai social per i giovani alla tv per i più anziani. Nell’ era della moltiplicazione delle fake news, «volevamo far sentire la nostra voce in difesa della medicina e della scienza», ha invece sottolineato Giuseppe Marra, editore di Adnkronos. Del comitato scientifico del progetto, che gode del patrocinio del ministero della Salute, fanno parte importanti personalità del mondo della medicina. riproduzione riservata.

Rai, Zdf e France Tv Nasce l’ Alleanza della fiction europea

La Stampa
LEONARDO MARTINELLI
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Una fiction sulla vita di Leonardo da Vinci. Un’ altra su una storia di spionaggio a Dubai. E perfino una serie ambientata nei giri del cinema a Roma, negli Anni 60. Sono tre progetti concreti di fiction, frutto di coproduzioni fra le maggiori tv di Stato europee, messe sul piatto ieri a Lilla, al momento di lanciare «L’ alleanza», come è stato chiamato il patto tra il colosso pubblico francese (France Télévisions), la Rai e la tedesca Zdf. L’ obiettivo è produrre insieme serie televisive, una concorrenza tutta europea (e tutta pubblica) a Netflix e agli altri operatori del settore. «Noi italiani realizziamo già diverse coproduzioni a livello internazionale, ma più con partner americani, come Hbo o Netflix – ha sottolineato Monica Maggioni, presidente della Rai -: perché non allearci invece con Zdf e France Télévisions». Si vogliono mettere insieme risorse altrimenti risicate, per avvicinarsi così agli standard americani. L’ alleanza è flessibile (non necessariamente tutti i tre partner saranno coinvolti in ogni progetto) e aperta ad altre tv, come la spagnola Tve e la Bbc. Non solo: si parte subito con casi concreti. Leonardo , sulla vita del genio, tra Italia e Francia, coprodotta da Rai e France Télévisions e realizzata da Lux e Beta Film, dovrebbe essere già pronta l’ anno prossimo. Ed è già in pista Dubai , storia di Claire, francese, che va a vivere negli Emirati e ritrova il marito «morto» 15 anni prima, ancora vivo e sotto nuove spoglie (qui sono coinvolti i francesi, Zdf e la canadese Cinéflix). Infine, Eternal City , coprodotta da Rai e France Télévisions, ruoterà attorno al mistero dell’ assassinio di una starlette francese a Cinecittà negli Anni 60, poco prima della visita a Roma di John Kennedy. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

Oggi l’ udienza sul ricorso di Sky contro Mediapro Lega col fiato sospeso

Corriere della Sera
Monica Colombo
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Con il fiato sospeso i presidenti, già sfiniti dal protrarsi della querelle fra Sky e Mediapro, guardano con interesse all’ udienza a porte chiuse programmata per oggi alle 10 al Tribunale di Milano. Sarà il giudice Claudio Marangoni della sezione specializzata in materia d’ Impresa l’ arbitro della partita fra l’ emittente satellitare che ha presentato ricorso d’ urgenza e il gruppo spagnolo che ha subìto la sospensione del bando. Il commissario della Lega Giovanni Malagò (foto) confida che un pronunciamento arrivi entro lunedì, quando le società saranno radunate in assemblea a Roma. Il giudice può revocare l’ ordinanza di sospensione (condizione a cui Mediapro subordina la presentazione delle fideiussioni), confermarla oppure modificarla: la sensazione è che la decisione non sarà tranchant ma terrà conto delle ragioni di entrambi i duellanti. Due i punti contestati da Sky al bando degli spagnoli che da intermediario indipendente si sono aggiudicati i diritti tv del campionato: l’ assenza dei prezzi minimi dei pacchetti e il confezionamento di pacchetti – studiati per le piattaforme internet e telefoniche che non hanno strutture produttive – di 270 minuti con pre-post partita e interviste. Cioè con contenuti editoriali che, secondo l’ emittente di Murdoch, proietterebbero Mediapro al rango di operatori della comunicazione. In caso di bocciatura del bando, gli spagnoli suggeriranno ai club di percorrere la via del canale.

Da Infinity a Sky contro la pirateria

Il Giornale

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Contro la pirateria online le principali piattaforme online per contenuti hanno deposto l’ ascia di guerra promuovendo una settimana a prezzi scontati. Chili, Google Play, Infinity, ITunes, Rakuten Tv, Sky Primafila, Tim Vision, Xbox Video, offrono da lunedì la possibilità di scaricare film per 1,99 euro.

L’ accusa del Pd: volete epurare i direttori Rai

Il Messaggero

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L’ ultimo scontro tra M5S e Pd si consuma sul futuro della Rai. La polemica viene innescata da una lettera di Luigi Di Maio ai parlamentari: «Nelle ultime ore abbiamo saputo che sono di nuovo partite le richieste ai Tg Rai di fare servizi contro di noi. Negli ultimi 50 giorni ci avevano trattato con i guanti bianchi perché avevano paura che andassimo al governo e sostituissimo i direttori. Lo faremo molto presto grazie a una legge finalmente meritocratica». Sembra un preannuncio di sfratto, contro il quale il Pd insorge con accuse di «epurazione» e «lottizzazione». Nella lettera Di Maio insiste: «Non dobbiamo avere paura dei loro servizi in malafede: ci hanno attaccati per 5 anni, eppure abbiamo vinto a Roma, Torino e siamo arrivati quasi al 33%». «Una pesantissima ingerenza contro l’ autonomia del servizio pubblico – attacca il dem Michele Anzaldi – i gruppi parlamentari dovranno indicare i nuovi consiglieri del Cda ma non hanno potere sulle nomine dei direttori, che rientrano nella piena autonomia dei vertici del servizio pubblico. Parole che- destano preoccupazione in vista del rinnovo del Cda, perché confermano l’ intenzione di M5S di trattare le nomine Rai con la stessa bulimica foga spartitoria che abbiamo visto per le nomine parlamentari».

Canale 5, palinsesto fatto in casa

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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La strategia della nuova Mediaset, tutta concentrata sulla tv generalista in chiaro e sulla autoproduzione di contenuti, avrà immediati impatti sul palinsesto di Canale 5, la rete ammiraglia di Cologno Monzese. E infatti, spiega Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5, «stiamo preparando un palinsesto che avrà anche 5-6 prime serate autoprodotte alla settimana, con intrattenimento e fiction in prima visione assoluta. Attraverso la autoproduzione riusciamo a dare una grande identità alla rete e a parlare come meglio non potremmo al nostro pubblico, fornendo ai telespettatori di Canale 5 i contenuti che soddisfano esattamente le loro esigenze e le loro aspettative». Ovviamente, l’ autoproduzione di contenuti comporta pure maggiori investimenti, «e qui si tratterà di bilanciare bene e di lavorare con le risorse a disposizione». Intanto Canale 5 ha iniziato la lunga marcia verso i Mondiali di calcio, esclusiva assoluta Mediaset dal 14 giugno al 15 luglio, illuminando al massimo la rete, e mettendo in campo tutti i big: dal Grande Fratello ad Amici, passando per la nuova edizione di Vuoi scommettere? (l’ evoluzione di Scommettiamo che targato Rai), al via giovedì 17 maggio, prodotto da Magnolia, con la conduzione di Michelle Hunziker (che ha condotto per quattro anni anche l’ edizione tedesca del programma con punte del 40% di share) e la partecipazione, come inviata per le esterne, della figlia Aurora Ramazzotti. «Vogliamo accenderci al massimo, sia editorialmente, sia pubblicitariamente», prosegue Scheri, «proprio per avere una rete prontissima al grande evento dei Mondiali». Aurora Ramazzotti, 21 anni, diventa a tutti gli effetti una risorsa artistica di Mediaset, e quindi, il prossimo autunno, non si occuperà più della striscia quotidiana di X-Factor su Sky. Qualcuno fa notare a Scheri che di recente Rai Uno ha rilanciato il format della Corrida e che ora Mediaset rispolvera il vecchio format di Scommettiamo che (un format tedesco del 1981), quasi a indicare una tv generalista priva di idee nuove e con lo sguardo rivolto al passato: «In realtà le idee, gli archetipi, sono universali. E succede ovunque che le idee e gli archetipi vengano riproposti: nel cinema, nella musica, in letteratura, a teatro. Noi offriamo al nostro pubblico dei grandi show ben fatti e pensati per i telespettatori del 2018, con un linguaggio diverso». Tutte le idee di Mediaset per i Mondiali di calcio verranno presentate il prossimo 4 giugno, mentre per le anteprime sui palinsesti autunnali del Biscione l’ appuntamento è fissato per il prossimo 4 luglio. © Riproduzione riservata.

I giorni dei film in digitale, sconti dai maggiori store

Italia Oggi

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Le principali piattaforme digitali, Chili, Google Play, Infinity, iTunes, Rakuten Tv, Sky Primafila, Tim Vision, Xbox Video, si sono unite a Univideo per i Digital Movie Days, l’ iniziativa per sostenere e dare impulso all’ offerta legale digitale dei prodotti audiovisivi. L’ associazione di categoria che rappresenta gli editori audiovisivi su media digitali (Dvd, Blu-ray ecc.) e online (piattaforme video on demand) ha infatti proposto una settimana di promozione, dal 7 al 13 maggio, durante la quale i grandi film potranno essere acquistati, attraverso le piattaforme di cui sopra, a un prezzo promozionale di 1,99 euro per il video on demand e 5,99 per l’ electronic sell-through, ovvero la vendita online. «Le nuove tecnologie associate ai contenuti audiovisivi, nel formato fisico e digitale», ha spiegato Lorenzo Ferrari Ardicini, presidente di Univideo e di CG Entertainment, «consentono di rispondere al meglio alle richieste di un mercato che oggi è fortemente disintermediato. Digital Movie Days ha come obiettivo, sposato dalle più importanti piattaforme online presenti in Italia, di comunicare al grande pubblico che oggi è possibile fruire di contenuti audiovisivi in modi diversi, rimanendo nella legalità e usufruendo di offerte e di servizi altamente tecnologici e competitivi. L’ iniziativa vuole essere anche una risposta forte alla pirateria che rimane un problema rilevante per le nostre industrie ma che può essere contrastata anche attraverso un lavoro inclusivo di offerte e di proposte legali competitive». Obiettivo dell’ iniziativa è aiutare il consumatore a comprendere tutte le opportunità di fruizione legale che esistono oggi sul mercato dell’ audiovisivo, con offerte diversificate, tecnologie avanzate e tutele legate alla sicurezza e alla privacy. Gli ultimi dati Fapav/Ipsos rilevano come l’ incidenza complessiva della pirateria si attesti intorno al 39% tra gli italiani di 15 anni o più per una stima complessiva di titoli piratati annui di oltre 668 milioni. L’ offerta digitale legale secondo i dati dell’ ultimo rapporto Gfk/Univideo, si attesta quasi al 22% nel rapporto tra fisico e online. © Riproduzione riservata.

Radio Frt, eletto Marco Montrone

Italia Oggi

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È Marco Montrone, editore di Radionorba, il nuovo presidente dell’ Associazione Radio Frt. Lo ha eletto il consiglio direttivo riunito a Roma presso la sede di Confindustria Radio Televisioni. Montrone prende il posto di Roberto Giovannini. Il Consiglio ha inoltre nominato vice presidente Alberto Mazzocco editore di P-Sphera srl – Radio Padova. Montrone si è detto «fiducioso che l’ Associazione Radio Frt possa essere protagonista di un profondo rinnovamento» e che dovrà «rappresentare al meglio presso i decisori politici e istituzionali le problematiche e gli interessi delle emittenti radiofoniche locali che continuano a rappresentare un insostituibile punto di riferimento per il pluralismo dell’ informazione e la crescita dei territori nei quali operano, molto spesso anche in posizione di leader».

Sky acquisisce 4Strokemedia per la pubblicità digitale

Italia Oggi

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Sky Italia ha finalizzato l’ acquisizione di 4Strokemedia, la società italiana specializzata in programmatic advertsing (pubblicità programmatica) che serve un network di oltre 200 siti per un’ audience di oltre 13 milioni di utenti unici mensili. A seguito di questa acquisizione, Sky Italia renderà disponibili su tutto il network di siti aggregato da questa tech company, i propri contenuti di qualità, offrendo così agli inserzionisti l’ opportunità di pianificare e valorizzare i loro brand in totale brand safety, ovvero accostando il proprio marchio a contenuti sicuri. 4Strokemedia è una start-up interamente italiana fondata nel 2014, che ha come obiettivo quello di coniugare tecnologia e creatività, per offrire agli inserzionisti formati che raccontano il brand attraverso l’ interazione tra contenuto e multimedialità. Queste soluzioni permettono il coinvolgimento dell’ utente con il brand dell’ inserzionista, inoltre la piattaforma tecnologica consente una forma di pianificazione basata sulla ricerca dell’ audience e non esclusivamente in base al brand della testata on line. Nel programmatic advertising, infatti, l’ inserzionista acquista un determinato target di audience a cui la pubblicità appare quando si presenta in uno dei siti del network. Una pianificazione differente rispetto a quella tradizionale in cui si acquistano spazi prefissati, L’ acquisizione di 4Strokemedia è in linea con il piano di crescita di Sky Italia in ambiente digital e ha l’ obiettivo non solo di accrescere l’ audience di riferimento, ma anche di accrescere le conoscenze tecniche del digital hub di Sky. «Questa acquisizione dimostra ancora una volta quanto Sky creda e investa nell’ eccellenza dell’ innovazione italiana, ha dichiarato Aldo Agostinelli, digital officer di Sky Italia. Vogliamo diventare uno dei principali player nazionali di digital advertsing e abbiamo scelto di acquisire 4Strokemedia, una Media Technology Platform nota per il suo elevato grado di innovazione, con l’ obiettivo di accrescere il nostro know-how, ampliare l’ audience di riferimento e portare nel network di oltre 200 siti aggregati da questa tech company i nostri contenuti digital. Questo è un aspetto chiave della nostra strategia, perché in un mercato in cui si registra una sostanziale scarsità di contenuti premium, siamo consapevoli che questo rappresenta un elemento altamente differenziante per la nostra crescita».

Serie tv, Rai si allea con France Télé e Zdf per coproduzioni anti Netflix

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Rai, France Télévisions e la tedesca Zdf vogliono unire gli sforzi per coprodurre e distribuire nuove serie tv. Obiettivo: contrastare la concorrenza di Netflix ma anche di Amazon e Hbo, insomma di tutti gli over-the-top (ott). L’ Alleanza è il nome italiano dell’ accordo tra le tre emittenti che fanno già parte di European broadcasting union-Ebu, associazione dei servizi tv pubblici (non solo europei). Quindi alla nuova Alleanza potranno aggiungersi anche altre emittenti tra cui Rtve dalla Spagna, Rbtf e Vrt entrambe dal Belgio, Rts dalla Svizzera. Insomma, Italia, Francia e Germania hanno dato vita sul fronte media a quella che, in politica, è stata chiamata un’ Unione europea ristretta, a maggior velocità. Per le altre tv del Vecchio continente, comunque, c’ è la possibilità di unirsi. Tanto più che a un Netflix europeo, in chiave anti straniero, ci aveva già pensato Vincent Bolloré con la sua Vivendi, oggi però impegnato nella lotta contro il fondo Elliott in Telecom e nei tribunali contro Mediaset (di entrambi il finanziere bretone è azionista). Non solo, in Nord Europa una cooperativa simile (Nordvision) riunisce già le tv pubbliche. «I nostri network tv operano nei limiti dei confini nazionali ma i telespettatori guardano titoli che provengono da tutte le parti del mondo», ha dichiarato ieri Delphine Ernotte, a.d. di France Télévisions. «Eppure European broadcasting union investe 14 miliardi di euro l’ anno in format originali mentre Netflix ne spende solo 7. Condividendo parte di queste risorse, noi possiamo assumere una rilevanza mondiale». Al festival Séries Mania, in calendario fino a domani a Lille in Francia, da dove è stata annunciata l’ Alleanza, per Viale Mazzini c’ è Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction che sulla tv pubblica tricolore ha portato titoli e format particolari come Braccialetti Rossi, Il Cacciatore, La linea verticale e coproduzioni internazionali come L’ Amica geniale con Hbo. Al momento la Triplice Alleanza dei servizi tv pubblici ha reso noto un solo progetto comune: Leonardo, sulla vita di Leonardo da Vinci in occasione del 500° anniversario della morte. Realizzata da Lux e Beta Film, attesa sul mercato l’ anno prossimo, la coproduzione conferma l’ intenzione congiunta di rafforzare «l’ identità culturale comune» europea, visto che l’ artista è nato in Italia e ha vissuto anche in Francia. In generale, comunque, viene fatta salva la libertà per ogni membro dell’ Alleanza (e di Ebu) di muoversi in modo autonomo o assieme solamente ad alcuni partner. Per esempio, Rai con France Télé farà rivivere La Città Eterna, ossia la Roma degli studi di Cinecittà agli inizi degli anni ’60.

Stampa, grafica e sfoglio nuovi dal 12 maggio

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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La Stampa arriverà in edicola con una nuova grafica e soprattutto un nuovo sfoglio sabato 12 maggio, nel pieno del Salone del libro di Torino (dal 10 al 14 maggio 2018). Come anticipato da ItaliaOggi del 2/2/2018, seguiranno con la stessa operazione il Secolo XIX e gli ex quotidiani locali Gruppo Espresso, oggi tutti e tre riuniti in Gedi News Network del gruppo Gedi-Repubblica. Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, intanto, riunisce l’ attualità in un primo sfoglio di 12-14 pagine, cui seguirà l’ economia e dopo un secondo nuovo blocco (sempre sulle 12-14 pagine) tra cultura, società e spettacoli. Al di là del tradizionale azzurro della Stampa, il secondo blocco sarà caratterizzato dal colore rosso magenta. A Torino, poi, sono allo studio due nuovi inserti su gusto e benessere.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Diritti tv del calcio, il tribunale deciderà lunedì. Con molta probabilità il giudice del Tribunale civile di Milano deciderà lunedì prossimo sul ricorso presentato da Sky contro il bando pubblicato da Mediapro sull’ assegnazione dei diritti televisivi 2018-2021. Inizialmente il pronunciamento del giudice era atteso per oggi. Poi lo slittamento è stato dettato dalla consistente mole di documenti che le parti hanno presentato. Nel dettaglio il ricorso presentato dalla pay tv guidata da Andrea Zappia ruota intorno a due punti: l’ assenza dei prezzi minimi per i pacchetti e la natura editoriale del bando proposto dagli spagnoli. In particolare Sky ritiene che Mediapro voglia esercitare un ruolo di natura editoriale e non di puro intermediario indipendente. In parallelo, a Roma lunedì, è stata convocata l’ assemblea della Lega Calcio. Se poi Mediapro ricorrerà in appello, allora si posticiperebbe ancora a metà giugno. Spotify riduce il rosso del trimestre, ma manca le attese. Spotify Technology, la società proprietaria del servizio di musica in streaming, ha chiuso il primo trimestre (primo anche da quando è sbarcata in Borsa) con 4 milioni di nuovi abbonati a pagamento, per un totale di 75 milioni. Compresi quelli non paganti, il totale è di 170 milioni di utenti mensili attivi. La società, che non ha mai chiuso un trimestre in utile, ha ridotto il rosso degli ultimi tre mesi a 169 milioni di euro (1,01 euro ad azione), dai 173 milioni di un anno fa. Gli analisti si aspettavano una perdita di 0,36 euro ad azione. I ricavi sono saliti del 26% a 1,1 miliardi, in linea con le stime degli analisti. Il flusso di cassa libero si è attestato a 74 milioni di euro, in aumento dai 64 milioni di un anno fa. Gruppo Sole 24 Ore, Palamon al 51% della Business School24. Palamon Capital Partners ha esercitato il proprio diritto, previsto nel contratto di compravendita firmato l’ 8 agosto scorso, di acquisire dal Sole 24 Ore un’ ulteriore quota del 2% in Business School24, per un corrispettivo fisso e predeterminato pari a 1,6 milioni di euro. La partecipazione detenuta dal gruppo editoriale di Viale Monterosa si riduce così al 49% dal 51% precedente. Il nuovo board di Business School24 è composto da Giorgio Fossa (presidente), Fabio Massimo Giuseppetti, Maurizio Santacroce (a.d.), Julian Eduardo Carreras, Ettore Scandale, Franco Moscetti e Salvatore Lo Giudice. Agcom, ricevuto Facebook su elezioni e Cambridge Analytica. L’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha ricevuto ieri una delegazione dei rappresentanti di Facebook guidata da Stephen Deadman, global deputy chief privacy officer. «Nell’ incontro sono stati affrontati i temi oggetto della richiesta di informazioni inviata da Agcom sulle attività dirette e indirette registrate nella piattaforma nel corso dell’ ultima campagna elettorale, nonché sulle ripercussioni in Italia del caso Cambridge Analytica», hanno fatto sapere ieri dalla stessa Authority, aggiungendo che Agcom «ha rappresentato alla delegazione di Facebook l’ urgenza di fornire ulteriori informazioni e dettagli allo scopo di completare e ampliare le risposte fin qui pervenute. A tal fine Agcom incontrerà nuovamente la società nel corso delle prossime settimane». Colossi web, obblighi etici anche per loro secondo Siddi (Confindustria Rtv). «Il sistema tipico dei media, giornali e radiotelevisione, si è dato negli anni dei paradigmi, anche attraverso norme di legge e contratto di lavoro al punto che le imprese organizzate e i giornalisti costituiscono oggi un presidio imprescindibile di libertà e pluralismo. La grande sfida è ora fare in modo che i colossi e gli altri operatori della rete possano rispondere ad obblighi etici e morali di altrettanta garanzia». Lo ha detto ieri Franco Siddi, presidente di Confindustria Rtv in occasione della Giornata mondiale per libertà di stampa. Champions, boom ascolti per Roma-Liverpool. Ancora grandi ascolti tv su Canale 5 per la Champions League in chiaro: l’ altroieri sera la gara di ritorno di semifinale tra Roma e Liverpool è stata seguita da una media di 8,612 milioni di telespettatori con share al 32,12%. Le partite in chiaro di questa stagione della Champions trasmesse su reti Mediaset hanno registrato ascolti in media intorno ai 9 milioni di spettatori. Il record è quello di Juve-Real Madrid, andata dei quarti di finale, con 10,925 milioni di spettatori e share del 43,40%. Fondazione Cinema per Roma, Piera Detassis lascia la presidenza. Le deleghe alla vice Laura Delli Colli. Il Collegio dei fondatori della Fondazione Cinema per Roma (composto da Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma, Istituto Luce Cinecittà e Fondazione Musica per Roma) ha ricevuto e accettato le dimissioni, affidando le deleghe a Laura Delli Colli, giornalista, attuale vicepresidente, e membro del Consiglio di amministrazione dell’ ente dal 2015. Nella stessa seduta è stato approvato il bilancio consuntivo 2017, che si chiude in pareggio. Italiaonline si allea con Ias. L’ azienda globale con sede a New York e specializzata in dati e tecnologia diventa partner di riferimento di Italiaonline per misurare le performance di viewability, brand safety e traffico fraudolento, da sempre temi centrali per la internet company italiana.

Di Maio come Berlusconi Un editto bulgaro contro i direttori dei Tg Rai

La Repubblica
SEBASTIANO MESSINA
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L’ abito di gala non serve più. Adesso che Palazzo Chigi è sparito dal radar, i grillini gettano nel cestino il galateo del perfetto governante liberale e tornano a rivolgersi alla stampa con il lessico minaccioso dei Vaffa Day. Rivelandoci che i poteri forti complottano contro di loro, che i giornalisti sono servi dei potenti e che tutto questo finirà – ah se finirà – appena loro prenderanno il potere. Ieri, 3 maggio, data scelta dall’ Onu come giornata mondiale della libertà di stampa, Luigi Di Maio ha celebrato l’ evento spedendo una lettera a tutti i suoi parlamentari per additare i telegiornali del servizio pubblico come il nuovo nemico, anzi il nemico di sempre che per un po’ sembrava aver deposto le armi. «Nelle ultime ore abbiamo saputo che sono di nuovo partite le richieste ai Tg Rai di fare servizi contro di noi», ha scritto il candidato premier dei Cinquestelle. «Ma noi non dobbiamo avere paura dei loro servizi in mala fede: ci hanno attaccato per cinque anni eppure abbiamo vinto a Roma e a Torino e siamo arrivati quasi al 33 per cento». Chi abbia dato l’ ordine alla Rai, e come abbia fatto lui a saperlo, Di Maio si guarda bene dal rivelarlo (forse vorrà proteggere la sua intelligence dalla vendetta del feroce Gentiloni, che deve avere un Minculpop segreto), però ammette che dopo le elezioni qualcosa è cambiato. Sì, ci rispettavano perché erano terrorizzati, sostiene il “capo politico” pentastellato, mettendo nero su bianco ciò che aveva detto la sera prima a “Porta a porta”, su quella tv dove una volta i grillini avevano il divieto di mettere piede (e che oggi occupano ormai una sera sì e l’ altra pure, avendo ottenuto il singolare privilegio di essere sistematicamente i soli politici in studio). E lì, ospite solitario e indisturbato del salotto bianco di Bruno Vespa, aveva spiegato con il suo sorriso candido che «negli ultimi 50 giorni i telegiornali Rai ci hanno trattato con i guanti bianchi perché avevano paura che andassimo al governo e sostituissimo i direttori». Un timore infondato? No, ha rivelato Di Maio: «Lo faremo molto presto». Dunque la «rivoluzione» grillina, se mai ci sarà, comincerà con un’ epurazione dei media, assai simile a quella che Berlusconi decretò con l’ ormai celebre editto bulgaro contro Biagi, Santoro e Luttazzi. E confermerà che anche loro, come la stragrande maggioranza dei partiti che hanno occupato la stanza dei bottoni, vorranno subito mettere le mani sull’ informazione del servizio pubblico. Un bell’ inizio. Del resto, il M5S ha sempre considerato la libera stampa come un nemico da annientare, diffondendo la bufala che i grandi giornali oggi siano finanziati dallo Stato, una bufala che lo stesso Di Maio continua ad alimentare annunciando – l’ ultima volta l’ 11 gennaio di quest’ anno che appena andranno al potere loro aboliranno «i finanziamenti ai quotidiani e all’ editoria» (guardandosi bene dal rivelare che nessun grande giornale riceve da molti anni un solo euro di finanziamento pubblico, e che i soli a ricevere un contributo dallo Stato oggi sono i piccoli giornali delle cooperative, i periodici diocesani e quelli destinati alle minoranze linguistiche, ai non vedenti e ai soci delle associazioni di consumatori). Del resto, se l’ ultimo rapporto di Reporter Sans Frontières colloca l’ Italia al 46mo posto anche e soprattutto a causa «della rivendicata ostilità nei confronti dei media, incoraggiata da alcuni responsabili politici», non è difficile capire con chi ce l’ abbia. E se sono tanti i Paesi dove «l’ odio del giornalismo minaccia la democrazia», per l’ Italia il rapporto fa un solo nome, e cita espressamente il M5S, «che ha spesso condannato la stampa per il suo lavoro». Nulla di nuovo sotto il sole, purtroppo. La lettera di Di Maio contro i direttori dei Tg Rai fa tornare in mente le parole che cinque anni fa Beppe Grillo scagliò sui direttori dei telegiornali – allora erano altri «gentaglia che pagherà». E oggi Di Maio – dopo questi 50 giorni nei quali ha dovuto indossare l’ abito delle cerimonie ufficiali – torna al vecchio lessico dai toni forti, denunciando nuovi complotti e minacciando la solita vendetta. Evidentemente l’ unica stampa che lui considera libera è quella che lo difende (sparando letame sui suoi avversari), e l’ unica tv che gli piace è quella che gli concede la libertà di parlare da solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

La Serie A spaccata in arrivo il verdetto sul ricorso di Sky

La Repubblica
MARCO MENSURATI
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MILANO I presidenti della Serie A – che tra poco più di due mesi si troveranno impegnati nel calciomercato e che già adesso fanno fatica a pagare stipendi e fornitori questa mattina seguiranno, con il fiato sospeso, le notizie in arrivo dal tribunale di Milano. Il giudice della sezione Imprese, Claudio Marangoni, terrà l’ udienza relativa al ricorso presentato da Sky contro il bando di Mediapro. Secondo il ricorso, gli spagnoli hanno acquistato per 1.050 milioni di euro il diritto di rivendere alle emittenti la Serie A, ma si stanno comportando essi stessi come un’ emittente. La decisione di Marangoni rappresenterà comunque una svolta. Dovesse davvero annullare il bando, gli spagnoli si troverebbero nei guai fino al collo, prigionieri dell’ alternativa secca: consegnarsi a Sky attraverso un terzo bando o forzare la mano ai club e percorrere la strada che porta al ” canale della Lega” ( vero obbiettivo della manovra sin dall’ inizio). Se il giudice dovesse invece dar loro ragione, la palla passerebbe a Sky che dovrebbe scegliere se continuare a investire nel calcio alle condizioni di Mediapro o fare un disastroso passo indietro. La soluzione più probabile è però la terza. E cioè che il giudice decida di modificare i punti più discutibili del bando, quelli cioè che tradivano con più ingenuità l’ obbiettivo finale del canale. A quel punto si avvierebbe una sorta di trattativa privata – tutt’ altro che semplice, per usare un eufemismo – tra le due parti. L’ esito dell’ intera vicenda dipenderà molto dagli equilibri interni alla Lega. L’ unica certezza è che i presidenti sono spaccati. La maggioranza, pur contrariata dalla mancata esibizione della fideiussione da 1.3 miliardi da parte di Mediapro, comincia a guardare con simpatia alla soluzione proposta dagli spagnoli, il “canale della Lega”. Il piano operativo consisterebbe nel far passare in assemblea, lunedì prossimo, un mandato esplorativo a Infront per ” sondare il mercato” e valutare l’ opportunità di procedere a una “distribuzione da parte della Lega del prodotto calcio direttamente agli utenti”. Quest’ ultima formula, nel piano delle squadre “filospagnole”, dovrebbe d’ ora in avanti sostituire l’ espressione ” canale della Lega” posto che poi alla fine questa distribuzione diretta, affidata a Mediapro, passerebbe nei fatti per i broadcaster tradizionali ( Sky e Mediaset) con i quali gli spagnoli dovrebbero trovare specifici accordi commerciali. L’ opposizione però si preannuncia molto dura e forte di validi argomenti. Il principale è quello relativo alla mancata presentazione della fideiussione. Per questi club, Mediapro è inadempiente e in assemblea chiederanno alla Lega di dare un ultimatum. Fino a quando gli spagnoli non presenteranno la garanzia richiesta sarà meglio considerare la proposta da 950 milioni ( cifra alla quale si arriverebbe con il contributo di una OTT, interessata a fare la Netflix del pallone) ribadita nei giorni scorsi da Sky al commissario Giovanni Malagò. E poi, semmai, fare causa agli spagnoli che, dopo aver anticipato 64 milioni, rischiano di finire una seconda volta in tribunale. Una prospettiva rispetto alla quale una fonte vicina a Mediapro avverte: « Come finirà è difficile dirlo. Ma quello che possiamo dire con certezza è come non finirà: con gli spagnoli che ci rimettono 64 milioni e se ne tornano a casa. Scordatevelo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

L'articolo Rassegna Stampa del 04/05/2018 proviene da Editoria.tv.


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