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Rassegna Stampa del 21/12/2017

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Indice Articoli

Repubblica prevede cali pubblicitari

ASSUNZIONI RAI

Champions League, Rai verso la partita in chiaro del mercoledì

Chessidice in viale dell’ Editoria

Come cambia lo sport in tv

Nel derby dei diritti Champions alla Rai Mondiali al Biscione

In crescita il fatturato dell’ editoria ma le librerie sono sempre più vuote

Firenze aiuta i giornali Giù le tasse alle edicole

Repubblica prevede cali pubblicitari

MF

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Nel 2016 la raccolta pubblicitaria del quotidiani (693 milioni) aveva registrato un calo del 6,7%. Quest’ anno il calo sarà ancora più marcato visto che a fine ottobre gli investimenti si erano fermati a 503,4 milioni (-9,2%). Un trend che pare non migliorare se è vero che il gruppo Gedi, nato dalla fusione della Itedi (Stampa e Secolo XIX) nel gruppo L’ Espresso (Repubblica, L’ Espresso e i quotidiani locali di Finegil) ha già stimato anche per il 2018 una flessione dell’ advertising, in misura però leggermente inferiore a quella attesa per fine anno (-9%). Per questa ragione l’ azienda guidata dall’ ad Monica Mondardini ha già fatto intendere ai dipendenti, in particolare ai giornalisti, che da gennaio potrebbe partire una nuova stagione di risparmi che riguarderà «tagli alle retribuzioni e riduzione di indennità», come si legge nel documento approvato ieri dall’ assemblea di Repubblica che ha dichiarato «l’ indisponibilità a trattare un nuovo piano di risparmi». In concomitanza con il voto dell’ assemblea, il cdr in scadenza a febbraio 2018 ha deciso di rimettere il mandato. (riproduzione riservata) Andrea Montanari.

ASSUNZIONI RAI

Il Sole 24 Ore

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«Riaperta» la gradutoria 2015 Ok alle assunzioni di giornalisti in Rai (seppur a stipendio ridotto) attigendo anche dal 2018 alla graduatoria del concorso svolto nel 2015 che inizialmente aveva durata triennale. L’ emendamento approvato ieri arriva dopo il parere della commissione di vigilanza sul contratto di servizio che impegnava viale Mazzini a «ricorrere prioritariamente» a quell’ elenco.

Champions League, Rai verso la partita in chiaro del mercoledì

Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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La partita sui diritti sportivi entra sempre più nel vivo e il puzzle finale che va componendosi appare ben diverso da quello attuale. Va detto che a parte l’ assegnazione della Champions League e dell’ Europa League a Sky per il triennio 2018-2021 e la Rai che ha acquisito da Discovery i diritti free per le Olimpiadi invernali di PyeongChang, dal 9 al 25 febbraio 2018 (con opzione per quelle estive di Tokio 2020), non ci sono per ora altri annunci ufficiali. Stando però a indiscrezioni di mercato, i tre operatori big del mercato televisivo stanno per spartirsi una torta non da poco e non senza sorprese. In questo quadro, a trasmettere i prossimi mondiali di calcio in Russia dovrebbe essere Mediaset; per la Formula 1 si starebbe andando verso un’ esclusiva Sky; la Rai invece, oltre alle Olimpiadi invernali, va verso la Champions League. A quanto risulta infatti al Sole 24 Ore Viale Mazzini, a valle di un accordo con Sky che detiene i diritti, a partire dalla prossima stagione (in questa i diritti sono di Mediaset) potrebbe avere la partita del mercoledì, in chiaro. Nessuna conferma né da Sky, né da Rai e del resto la trattativa non è conclusa. Ci sarà del resto anche da vedere come finirà la “telenovela” sull’ asta per la Serie A. Certo è che Sky e Rai hanno utilizzato finora in più occasioni lo schema del “ticket”, proprio su Olimpiadi e Mondiali con gli ultimi campionati del 2014 che hanno portato nelle casse delle concessionarie di Rai e Sky rispettivamente sui 70 e 40 milioni. Allora c’ era però l’ Italia. La nazionale italiana fuori dalla competizione ha cambiato il quadro ed evidentemente anche i ragionamenti a Viale Mazzini. In una dichiarazione di qualche giorno fa il dg Mario Orfeo, a proposito dell’ asta per i mondiali in Russia, aveva detto che «la Rai parteciperà, ma non certo ad aste folli». Le cifre circolate sull’ aggiudicazione da parte di Mediaset variano fra i 40 e i 78 milioni. Per il gruppo di Cologno il vantaggio della valorizzazione dei canali in chiaro è indubbio. L’ uscita della nazionale italiana (che invece tornerà sugli schermi Rai da settembre con le partite della Nation League) avrebbe invece convinto la Rai a desistere da ulteriori rilanci, che avrebbero appesantito conti e mandato pesantemente in rosso il bilancio. Non a caso durante l’ ultima riunione del Cda (si veda Il Sole 24 Ore del 15 dicembre) sarebbero state indicate due possibili stime di chiusura del 2018: in perdita sopra i 40 milioni con i Mondiali o in sostanziale pareggio. Si va verso questo scenario per una Rai in cui il costo dell’ operazione è stato confrontato anche con i vincoli che la concessionaria pubblica ha sugli affollamenti (4% settimanale). Senza la nazionale a giustificare il “servizio pubblico” la Rai ha quindi deciso di virare sulla Champions che dalla prossima stagione avrà di nuovo 4 squadre italiane. A questo punto, oltre all’ annuncio dei Mondiali (atteso oggi), resta da monitorare l’ altro fronte aperto della Formula 1. La Rai avrebbe formulato un ventaglio di offerte ai gestori del Circus, orientati però ad avere un referente unico fra i broadcaster. Con Sky data in pole. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Repubblica, no a nuovi tagli. Con una mozione approvata con 162 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti, l’ assemblea dei giornalisti ha dichiarato ieri «la propria indisponibilità a trattare un nuovo piano di risparmi che comporti tagli alla retribuzione o riduzioni di indennità in virtù dei sacrifici già fatti nel corso degli anni scorsi, alla mancanza di chiarezza strategica, di un piano industriale per il futuro del giornale e di una visione di gruppo. D’ accordo con l’ assemblea, il cdr rimette il proprio mandato al fine di velocizzare l’ insediamento di un nuovo comitato di redazione che definisca la propria strategia di lotta». Agcom multa gli operatori tlc sulla fatturazione a 28 giorni. Il consiglio dell’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deliberato di irrogare a Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb, «la sanzione massima prevista dalla legge», 1,16 milioni di euro ad operatore, per la mancata osservanza della propria delibera in materia di cadenza di rinnovo delle offerte e di fatturazione dei servizi, relativamente alla telefonia fissa e alle offerte convergenti fisso-mobile. Per chiarire quale debba essere l’ interpretazione delle disposizioni l’ autorità ha anche emanato linee guida sulla propria attività di vigilanza. Per Google e Facebook il 73% dei ricavi pubblicitari digitali negli Usa. Secondo Pivotal Research, Google e Facebook hanno realizzato il 73% dei 20,8 miliardi di ricavi pubblicitari digitali americani del secondo trimestre, in crescita rispetto al 63% di due anni prima. I due giganti hanno anche generato l’ 83% di tutta la crescita del secondo trimestre. Gli altri player sono cresciuti a un tasso del 15% sempre nel trimestre, contro un più moderato 6% nell’ intero 2016. Notorious Pictures fornirà 32 titoli a Netflix. Notorious Pictures ha firmato un nuovo accordo con Netflix per la cessione dei diritti di trasmissione di opere filmiche in modalità svod (subcription video on demand) per due tipologie di contenuto: 4 titoli per la parte second pay, la cui diffusione avviene dopo la prima finestra di sfruttamento della pay tv, e 28 titoli provenienti dalla library proprietaria. Il valore complessivo dell’ accordo, con durata annuale, è pari a 500 mila euro. «L’ accordo firmato oggi (ieri, ndr) ci conferma quale partner di riferimento in Italia di Netflix», ha detto Guglielmo Marchetti, presidente e amministratore delegato di Notorious Pictures, «operatore leader nel mondo nell’ Internet entertainment service con oltre 109 milioni di abbonati in oltre 190 paesi con più di 140 milioni di ore al giorno di film tramessi». L’ Agcom sanziona Radio International per ingiurie contro la Juve. Sanzione da 10 mila euro nei confronti dell’ emittente radiofonica Radio International per la violazione del Codice di autoregolamentazione dell’ informazione sportiva. Nel corso del programma «made in BO» del 27 maggio, un ascoltatore intervenuto in trasmissione aveva espresso frasi ingiuriose nei confronti della Juventus («Questi riescono a rubare anche le partite che non contano. Io spero che venga giù l’ aereo che li porta a giocare la Coppa dei Campioni») e il conduttore, invece di dissociarsi, lo aveva invitato a proseguire nell’ invettiva, esprimendo il proprio apprezzamento per quanto sostenuto. Mondo Tv, Ciao compra i diritti di Sissi per gli articoli di Carnevale. Ciao, società di Pavia attiva nel settore dei prodotti per le feste, ha acquistato da Mondo Tv la licenza per lo sfruttamento dei diritti di distribuzione per costumi, prodotti per il carnevale, prodotti estivi e party line basati sulla property «Sissi la giovane imperatrice», protagonista della serie prodotta da Mondo Tv con il Sole di Carta Italia. La licenza, che terminerà alla fine del 2020, autorizza la distribuzione in Italia di prodotti sui canali della grande distribuzione. Il contratto prevede un minimo garantito e royalties in favore di Mondo Tv per l’ eventuale eccedenza. Wikipedia: Fake news, Post-verità e Bufala tra le nuove voci. Otto voci digitali sul tema relativo alla disinformazione aggiornate o create ex novo su Wikipedia: Fake news, Post-verità, Bufala, Debunker, Disinformazione, Faziosità, David Puente e La grande bufala della borsa valori del 1814. L’ aggiornamenti ieri, all’ Università di Catania, al dipartimento di scienze umanistiche, durante l’ evento conclusivo della tappa siciliana di #WikiTim il progetto ideato da Tim con Wikimedia Italia con l’ obiettivo di contribuire ad arricchire l’ enciclopedia digitale attraverso lo sviluppo di un progetto educativo per la corretta scrittura di nuove voci o la riscrittura di quelle già esistenti, garantendo la qualità del risultato in termini di contenuto e forma, soprattutto per quelle voci sulle quali l’ esperienza tecnologica di Tim può essere un valido supporto. Sky Tg24, speciale su avanguardie e rischi del cibo del futuro. Dalle avanguardie del food ai probabili danni per la salute, senza dimenticare sfide e opportunità che l’ uomo dovrà affrontare nei prossimi anni nel modo di concepire il cibo. Attraverso il racconto di tutti i nuovi trend alimentari resi possibili dalla tecnologia: dal cibo modellato con una stampante 3D per alimenti fino all’ hamburger sintetico, prodotto in laboratorio, che potrebbe garantire nel futuro una carne più ecologica e sostenibile. Cosa quindi mangeremo nei prossimi anni? E a quali rischi, eventualmente, andremo incontro? Domande a cui proverà a dare risposte l’ inchiesta esclusiva di Sky TG24 HD «Un piatto di futuro» in onda oggi alle 20.20 (e in replica alle 23) sui canali 100 e 500 di Sky e sul canale 50 del digitale terrestre.

Come cambia lo sport in tv

La Repubblica

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Mondiali di calcio Fino al 2002 sulla Rai, dal 2006 al 2014 tutte le gare su Sky e una parte in chiaro sulla tv pubblica. Nel 2018 i Mondiali si vedranno solo su Mediaset, che li ha presi per 78 milioni Serie A e Coppa Italia Sky è favorita per la conquista di tutta la Serie A. Spesa ipotizzata, 600 milioni. Premium guarda a un pacchetto di 8 club (7 le big). Coppa Italia contesa tra Rai e Mediaset Champions League Esclusiva di Mediaset Premium negli ultimi tre anni, con una gara in chiaro su Canale 5. Dalla prossima stagione si vedrà tutta su Sky. In chiaro sulla Rai una gara al mercoledì e la finale Formula 1 Dal 2013 Sky ha i diritti per tutti i Gp, la Rai ne trasmette in diretta soltanto la metà (l’ altra metà in differita). Dal 2018 la Rai può perdere i suoi diritti. Conserverà solo il Gp di Monza.

Nel derby dei diritti Champions alla Rai Mondiali al Biscione

La Repubblica
ALDO FONTANAROSA,
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La Formula 1 in esclusiva a Sky Gi inglesi di Perform Group vogliono la Serie A su Internet ROMA Mediaset morde, la Rai risponde. La famiglia Berlusconi ha in pugno i Mondiali di calcio di Russia, i Mondiali dell’ amico Putin in calendario nell’ estate del 2018. La Rai, che è un’ azienda pubblica e deve salvaguardare il conto economico, non si è avventurata in un’ asta al rialzo sulla coppa del mondo, la prima senza l’ Italia dopo 60 anni. Ha puntato allora sulla Champions, che tornerà sui suoi schermi a 6 anni dalla finale Chelsea-Bayern del 2012. Viale Mazzini – raccontano fonti governative – ufficializzerà a breve la conquista della ” finestra free” della Champions. La migliore gara di ogni mercoledì, dell’ edizione 2018- 2019, sarà visibile gratis, sempre sulla prima rete e in prima serata. Sarà la partita di un’ italiana: le quattro squadre ammesse ai gironi nella nuova formula si alterneranno nei giorni di gara ( due al martedì, due al mercoledì). La Rai avrà una partita alla settimana anche nella seconda fase: il suo pacchetto comprenderà, alla fine, 15 gare tra cui la finale di Kiev. La tv di Stato, invece, non si svena per i Mondiali di Russia. Su questo evento, si è lanciata con forza Mediaset (su input preciso di Adriano Galliani). Il gruppo Berlusconi ha offerto molto – 78 milioni – e ha conquistato le 64 partite al palinsesto di Canale 5 e Italia 1. Ora, per superare l’ offerta del gruppo Berlusconi, la televisione pubblica avrebbe dovuto muovere 85 milioni, come impongono le regole dell’ asta. Nei calcoli di Viale Mazzini, questo esborso sarebbe stato coperto per oltre il 50% dal canone che pagano le famiglie. Era giusto impiegare il canone in questa direzione? È servizio pubblico un evento senza l’ Italia? La Rai ha scelto di fermarsi anche perché una spesa di 85 milioni – certo non coperta dalla pubblicità, sottoposta ad affollamenti rigidi – si sarebbe avvertita sui conti 2018. Il bilancio sarebbe stato chiuso con un rosso di 60 milioni. Peraltro molte partite russe si giocheranno alle 20 ora italiana. E la loro messa in onda avrebbe imposto di anticipare l’ edizione serale del Tg1. Un ulteriore grattacapo. La Rai ha comprato intanto, da Discovery, i diritti delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang in Corea del Sud (al via il 9 febbraio del 2018) e opzionato quelle estive di Tokyo del 2020. Nel mirino della tv di Stato, per tornare al calcio, restano le tre prossime edizioni della Coppa Italia, all’ asta nel 2018. Ma anche qui, come per i Mondiali di Russia, la Rai rischia di trovare sul suo cammino Mediaset, che le contenderà l’ evento. E così la Coppa Italia – che costò a Viale Mazzini 21 milioni la volta precedente – potrebbe lievitare molto nel prezzo. E Sky, in tutto questo? I Mondiali di Russia segnano una svolta nella strategia della pay- tv. Se prima Sky era disposta a spendere qualsiasi cifra pur di dare tutto ai propri abbonati, stavolta è apparsa defilata. La storia insegna, d’ altra parte, che un evento del genere non porta nuovi abbonati, non in pianta stabile. Viceversa Sky è a un passo dal conquistare tutti i gran premi della prossima Formula 1. La Rai – che quest’ anno ha proposto 10 gran premi in diretta e 10 in differita – ha presentato un ampio ventaglio di offerte, ma sembra fuori gioco. Il pronostico è che la Formula 1 vada in esclusiva ( pay) su Sky mentre Viale Mazzini tenterà di comprare i diritti quantomeno di Monza. Le regole Ue la aiutano perché impongono la messa in onda gratuita di questo evento. Sky, ovviamente, è favorita nella corsa all’ intera Serie A per i prossimi tre anni. Mediaset Premium dovrebbe accontentarsi di un pacchetto di 8 club ( perdendo una big, forse la Roma). Infine un pacchetto di gare – poche, ma di richiamo – finirà in pancia a un editore di Internet. Favoritissimi gli inglesi di Perform Group. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dalla tv di Stato nessun rilancio per la coppa in Russia: avrebbe causato un rosso di 60 milioni sui conti del 2018.

In crescita il fatturato dell’ editoria ma le librerie sono sempre più vuote

La Verità
MASSIMILIANO FUKSAS
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Aldo ForbiceIl fatturato dell’ editoria italiana cresce, ma i lettori diminuiscono sempre di più, secondo le periodiche indagini dell’ Istat. È una contraddizione o almeno sembra tale. Come stanno veramente le cose? Abbiamo provato a sentire piccoli editori, esperti e il presidente dell’ Aie (Associazione italiana editori), Ricardo Franco Levi. All’ indomani della chiusura della Fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri, più liberi, alla Nuvola di Roma, sembravano tutti estasiati dal grande successo di pubblico (oltre 100.000 visitatori) e dalle vendite. Ma in realtà si è scoperto che il tanto decantato successo della manifestazione era da attribuire largamente alla novità della Nuvola di Massimiliano Fuksas, che poteva finalmente essere visitata dopo mesi di polemiche (in primis gli alti costi dell’ opera: oltre 60 milioni di euro). Dall’ evento super pubblicizzato l’ Aie si è accodata con soddisfazione al coro (pilotato dal premier Paolo Gentiloni e dal ministro dell’ Economia, Pier Carlo Padoan), secondo cui l’ economia italiana è ormai avviata verso la ripresa. I dati sciorinati sono molti, per sostenere la tesi ottimistica degli editori. Citiamone qualcuno. Il bilancio positivo del 2015, l’ andamento incoraggiante del 2016 (+1,2%) e il trend del 2017 (+1,5%), anche se con un calo delle copie vendute (-1%), ha fatto ritenere che il peggio era ormai alle spalle, come confermava anche un’ indagine Nielsen. Ma a voler analizzare in modo imparziale i dati si scopre che, togliendo il fatturato della grande distribuzione, in cui i piccoli editori sono poco presenti, le cifre cambiano molto: +2,9% il valore complessivo del mercato dei libri cartacei è appena +0,5% il totale delle copie vendute. Questo settore dunque continua a essere in sofferenza e i dati smentiscono i facili ottimismi. Del resto basta andare in giro in questi giorni prenatalizi per scoprire che le librerie tradizionali sono quasi sempre semivuote. Ho visitato di recente, per motivi di lavoro, diversi negozi di libri a Milano, Roma, Napoli e Catania e ho verificato lo scarso interesse per i libri, a parte quelli super pubblicizzati, come la strenna del solito Bruno Vespa che «occupa» sistematicamente ogni anno tutti i tg e i programmi della tv pubblica (quest’ anno persino I soliti ignoti), senza suscitare alcuna critica da parte del direttore generale, del Consiglio di amministrazione, del Comitato di vigilanza parlamentare e dell’ Usigrai (il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico). E dire che da qualche anno il cda ha espressamente vietato ogni pubblicità nei propri canali ai libri dei giornalisti e dei dirigenti Rai. Questo ordine del giorno viene fatto valere dai direttori di testata quando gli autori non sono politicamente graditi. Ovviamente il «potente» curatore di Porta a porta ha il semaforo verde.segnali contrastantiIl 2017 dunque è stato un anno in crescita anche per la piccola e media editoria, che conta per il 39% del mercato. In particolare, gli editori della fascia media hanno registrato un incremento del fatturato del 5% e del 3,2% a livello di copie. I piccoli editori crescono invece nella fiction straniera (+4,7% a copie e +9,2% a fatturato) e in quello dei bambini e dei ragazzi (+8,9% a copie e +12,8% a fatturato). La produzione dei piccoli editori si conferma come la più innovativa dell’ editoria italiana. Anche se le difficoltà sono rappresentate dai nodi della filiera della distribuzione, fino alle librerie. È ormai noto che i punti vendita del centro, soprattutto delle città metropolitane, sono in profonda crisi: negli ultimi due o tre anni sono centinaia le librerie storiche che hanno chiuso i battenti per gli alti costi degli affitti e delle altre spese di gestione. Solo in pochi casi gli enti locali hanno deciso di assegnare dei contributi finanziari alle librerie con più di 50 anni di vita, ma anche questi sostegni si sono rivelati insufficienti. La nuova legge di stabilità sta cercando di venire incontro a queste esigenze, anche se ormai sembra tardi per salvare il patrimonio librario. Secondo l’ Istat, si è registrato anche nel 2016 un calo della lettura dei libri in tutti i gruppi di popolazione, soprattutto tra le nuove generazioni. spariscono i lettoriLo afferma Emanuela Bologna, che ha condotto proprio per l’ Istat una ricerca molto approfondita. Su un totale di 23.180.000 lettori, sono 10.455.000 (18% della popolazione) quelli «deboli» (cioè coloro che leggono un libro all’ anno), 9.466.000, pari al 16,5%, i «medi» (coloro che leggono dai 4 agli 11 libri l’ anno), 3.259.000, cioè appena il 5,7% della popolazione quelli «forti» (coloro che divorano almeno un libro al mese). Naturalmente poi ci sono da considerare gli squilibri territoriali, che sono rilevanti: i lettori nel Nord sono il 48,7%, mentre nel Centro scendono al 42,7%, nel Sud addirittura al 27,5%, nelle isole al 30,7%. I lettori sono prevalentemente donne e appartenenti alle classi d’ età 11-14 anni e 55-74 anni.Ma Giovanni Peresson, responsabile dell’ ufficio studi dell’ Aie, contesta la metodologia delle indagini dell’ Istat. «La lettura», osserva, «è diventata un fenomeno complesso. È vero, non siamo al livello di consumo dei libri degli svedesi e degli altri Paesi nordici, ma spesso nelle indagini si tengono presenti modelli e indicatori superati (la lettura di libri scolastici, guide turistiche, manuali…). Sono convinto che la gente non legge meno di un tempo, ma lo fa in modo diverso. Oggi il lettore medio è più preparato, più curioso, ha la capacità economica di dotarsi di tecnologia. Le tecnologie però non sembrano distrarre troppo queste persone dalla lettura più tradizionale, a cui accompagnano un accesso ai contenuti che passano per molteplici canali. In altre parole, si è andato affermando un nuovo concetto di lettura che tiene conto non solo della fruizione di libri, ma anche di altre fonti. Secondo questo concetto è pari all’ 83% la quota di coloro che hanno dichiarato di aver letto negli ultimi tre mesi contenuti narrativi, di saggistica di guide o manuali».Ma vi sono altri problemi che ostacolano la lettura, come ad esempio, i nodi della distribuzione, a cominciare dalle librerie che chiudono. «È vero, le librerie indipendenti, soprattutto quelle a gestione familiare, hanno sofferto molto la crisi: hanno sensibilmente ridotto l’ assortimento librario, per ridurre l’ immobilizzo dei testi, e non sempre sono in grado di rispondere in tempi brevi alle richieste dei consumatori (prenotazioni dei libri, ad esempio)». Ricardo Franco Levi ci sembra ancora più ottimista. Il nuovo presidente dell’ Aie ha esordito risolvendo una «grana» che aveva creato non pochi problemi agli editori (oltre 4.500) determinato dal «conflitto» tra le Fiere del libro di Torino e Milano. Ora gli editori hanno raggiunto un compromesso, avendo stabilito date diverse delle due manifestazioni. Ma, alla fine, queste Fiere (quelle di Milano, Torino, Roma, Mantova, Pordenone e le altre), servono per promuovere il libro o alla fine hanno scarsi ritorni di immagine e di vendite? «Credo che siano sempre utili», risponde Levi. Certo, le fiere sono frequentate soprattutto dai lettori forti, preziosi e straordinari, ma servono per la promozione del libro, soprattutto per i piccoli editori perché i grandi hanno canali collaudati per le loro pubblicazioni». Il sistema editoriale è in grande trasformazione: dalla fase di ideazione, pubblicazione e distribuzione del libro, con l’ entrata in campo delle grandi catene di distribuzione e con l’ e-commerce. «Da non dimenticare le biblioteche», risponde Levi. Una ricerca recente conferma che sono in crescita frequentatori delle biblioteche in tutte le fasce di età. In particolare le donne frequentano le biblioteche (17,2 %),più dei maschi (12,9%). Sono dati molto incoraggianti. È necessario però aiutarle con le giuste risorse per sostenere e incentivare la lettura».Ma non vanno aiutate economicamente anche le librerie, soprattutto quelle indipendenti? «Qualcosa si inizia a fare anche in questa direzione. Si è cominciato con il buono cultura da 500 euro, in buona parte utilizzato dai ragazzi per comprare libri (170 milioni di euro). Con la nuova legge di stabilità il «buono» è stato rinnovato e si è pensato anche al sostegno finanziario e fiscale delle librerie».In che modo? «Le librerie indipendenti potranno godere di uno sconto sino a 20.000 euro su Imu, Tasi e affitti. In questo modo i negozi di libri a conduzione familiare potranno tirare il fiato. È previsto anche il credito d’ imposta per chi vende libri al dettaglio (nel 2018 l’ aiuto fiscale può arrivare fino a 4 milioni di euro per tutte le librerie)». Una libraia del sindacato della Confesercenti ha commentato: «Chiediamo di non abbassare la guardia nei riguardi di questo settore che soffre la concorrenza dell’ online, delle vendite abusive e della grande distribuzione». Finalmente qualcosa si muove. Ma, chiediamo a Levi: non crede che sia necessaria una legge di sistema? «Assolutamente sì. Da anni chiediamo una legge organica sul libro e la lettura di cui l’ Italia ha da anni urgentemente bisogno. Comunque è la prima volta che si fa qualcosa per la lettura e il libro. Finora si è sempre pensato, ripetutamente, al cinema, al teatro (con gli elevati costi della lirica), alla musica, ai musei, ma per le biblioteche, le piccole case editrici e le librerie si è fatto poco, anzi quasi niente».

Firenze aiuta i giornali Giù le tasse alle edicole

La Nazione
OLGA MUGNAINI
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Olga Mugnaini FIRENZE «COMPRARE un quotidiano vuol dire dare un aiuto alla democrazia». Ne è convinto il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha deciso di varare provvedimenti concreti a sostegno delle edicole. Strapazzati dalle fake news, disorientati da trasformazioni epocali sull’ onda della digitalizzazione e condannati all’ invasione dei social, resta il fatto che ancor oggi la maggior parte dell’ informazione vera passa attraverso la carta stampata. Ma il sistema appare sempre più fragile, a cominciare dall’ ultimo anello della catena: le edicole. Sono due i fronti su cui l’ amministrazione di Palazzo Vecchio cercherà di intervenire: con agevolazioni ai chioschi e con la rimodulazione del ruolo delle edicole, destinate a diventare centri di servizio al cittadino, con la delega di servizi anagrafici decentrati. Le novità partiranno a breve. Già dal primo gennaio entreranno in vigore gli sgravi del 30% per le aliquote Cosap e del 70% nel 2019. In più, la giunta Nardella ha previsto ulteriori abbattimenti fiscali per l’ esposizione delle locandine davanti ai chioschi. Nel dettaglio: sgravi del 30% nel 2018, del 70% nel 2019 fino ad arrivare allo sgravio totale nel 2020. Infine, nell’ ottica di inserire le edicole in un contesto di socialità più ampio, ci sarà l’ esenzione totale della Cosap per la sistemazione a terra delle civette dei giornali davanti a bar e tabacchi. IL PIANO DI AIUTI al sistema delle edicole era stato annunciato a giugno scorso dallo stesso Nardella ed esposto al vicepresidente e amministratore delegato del gruppo Poligrafici Editoriale, Andrea Riffeser Monti, durante un incontro in Palazzo Vecchio. In quell’ occasione il sindaco di Firenze si era impegnato a riportare anche in sede Anci, l’ associazione nazionale dei comuni italiani, le ragioni di provvedimenti capaci di aiutare la vendita dei giornali. Firenze si pone quindi come progetto pilota d’ Italia, con un piano che ha già ottenuto il consenso del sindacato nazionale giornalai Sinagi e della federazione Fenagi. «Assistiamo, finalmente, a un atto concreto volto a favorire la diffusione dei giornali nelle nostre città – commenta l’ editore Andrea Riffeser Monti -. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha evidentemente compreso che lo spirito critico dei cittadini e più in generale la qualità della nostra democrazia procedono di pari passo con la diffusione dei quotidiani. Ci auguriamo che sia solo un primo passo e che altre amministrazioni comunali dimostrino analoga sensibilità e lungimiranza».


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