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Rassegna Stampa del 17/11/2017

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Diritti televisivi in ribasso: adesso i club vogliono la loro tv

Sole 24 Ore, aumento di capitale sottoscritto al 91% per 45,5 milioni

Ascolti, La7 sorpassa Rete 4

Senza i Mondiali la Rai ci guadagna

Chessidice in viale dell’ Editoria

New York Times, un giorno uscirà solo la domenica

Antonio Di Rosa direttore della ‘Nuova Sardegna’

Ha il nome proprio di Scalfari, il fondatore di Repubblica:

Il Sole archivia l’ aumento Adesioni al 91%

Diritti televisivi in ribasso: adesso i club vogliono la loro tv

Il Mattino
Francesco Pacifico
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In attesa di rilanciare il buon nome della nazionale, il calcio italiano si ributta anima e corpo in una partita non meno complessa e decisiva per il suo futuro: incassare poco meno di un miliardo dalla vendita dei diritti tv per i campionati 20182021. In quest’ ottica Infront, l’ advisor della Lega Calcio, ha deciso di presentare il 27 novembre il nuovo bando, dopo che lo scorso giugno l’ asta fu annullata. Ma parallelamente lavora a quello che è più di un piano B: quel canale a pagamento della Lega, sul modello Nba che da sempre consiglia di seguire Aurelio De Laurentiis. Sì, perché non è detto che la prossima asta (i lavori si concluderanno a dicembre) non vada come la precedente, visto che come allora non si sono anche chiariti i destini di Mediaset Premium, la pay tv dei Berlusconi. I quali, dietro le quinte, starebbero cercando ancora un accordo con il gruppo Vivendi (è in corso una causa civile per la mancata acquisizione da parte dei francesi), ma sarebbero già diretti a uscire dal business del calcio, dopo aver accumulato un passivo, tra debiti e fondi per rilanciare il canale, di 375 milioni. Lo scorso giugno Premium non presentò un’ offerta perché considerava poco appetibile dal punto di vista commerciale il pacchetto per il digitale terrestre, che garantiva i diritti per le trasmissioni delle prime quattro squadre (Juve, Milan, Inter e Napoli, pari a poco meno del 70 per cento del bacino dei tifosi italiani), per l’ ultima arrivata nel campionato pretendente e per le tre neopromosse. Proprio per venire incontro alle esigenze di Mediaset, o per farla uscire allo scoperto, Luigi De Siervo, ad di Infront, ha deciso di fare poche ma sostanziali modifiche all’ architettura del bando per venire incontro alle esigenze di Cologno Monzese. Nell’ ultima riunione di Lega che si è tenuta lunedì scorso in via Rosellini, l’ advisor ha annunciato ai presidenti che il nuovo bando sarà presentato il 27 novembre e che quasi totalmente ricalcherà lo schema di quello annullato a giugno, quindi con i pacchetti destinati alle differenti piattaforme. Ma con un importante differenza: per quello B per il digitale terreste, accanto alle grandi squadre (Juve, Inter, Milan e Napoli) ci saranno tre o quattro formazioni di media classifica. In modo da ricalcare l’ attuale offerta di Mediaset Premium. Come detto, va avanti parallelamente l’ ipotesi B, la creazione di una LegaChannel, come prevede la legge Melandri in caso di fallimento nella vendita pubblica dei diritti. Il progetto, curato da Infront e Deloitte, prende sempre più forma. La prossima settimana De Siervo incontrerà le banche che potrebbero fare da partner finanziari della pay tv e anticipare il miliardo di euro promesso alle società: tra le altre, si sarebbero dette interessate IntesaSanpaolo, Merrill Lynch e Jp Morgan. Smentito invece un ruolo in questa partita dell’ ex ad di Infront, Marco Bogarelli. Sul versante dei contenuti confermato che il partner tecnico sarà il gruppo Discovery, che in questa veste sceglierà sia il direttore sia la redazione, pescando da Sky e Mediaset Premium. Sul versante finanziario e industriale si è saputo che il canale della Lega, trasmesso su tutte le piattaforme esistenti (innanzitutto Sky sul satellite e Premium sul digitale), chiederà alle due pay un minimo garantito in base ai loro abbonati. È stato stabilito anche il modo nel quale dividere gli introiti degli abbonamenti: al netto dell’ Iva, il 15% andrà alla piattaforma come fee per le spese di trasmissione, il 17,3 andrà a Infront, mentre il restante sarà incassato in parti uguali dalla Lega Calcio, da Discovery e dal socio bancario, editori del canale. Ora c’ è da capire se Sky e Mediaset saranno d’ accordo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Sole 24 Ore, aumento di capitale sottoscritto al 91% per 45,5 milioni

Il Sole 24 Ore
R.Fi.
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Il Sole 24 Ore ha comunicato che si è concluso ieri il periodo di adesione all’ offerta in opzione di 52.012.476 azioni speciali del Sole rivolta ai possessori di azioni ordinarie e speciali della società, rivenienti dall’ aumento di capitale a pagamento e in forma inscindibile deliberato dall’ assemblea straordinaria del 28 giugno 2017. Le azioni sono state offerte sulla base del rapporto di n. 4 Azioni ogni n. 1 azione della Società posseduta, ad un prezzo pari a 0,961 euro per azione. Durante il periodo di opzione, iniziato il 30 ottobre 2017 e conclusosi ieri, estremi inclusi, sono state sottoscritte 47.336.172 azioni, pari al 91,01% delle azioni e per un controvalore complessivo pari a 45.490.061,30 euro, per effetto dell’ esercizio di 11.834.043 diritti di opzione. La società ha poi reso noto che, in adempimento agli impegni in precedenza assunti, Confindustria ha esercitato 7.804.371 diritti di opzione alla stessa spettanti, corrispondenti a 31.217.484 azioni, per una quota pari al 60,02% del totale delle azioni e per un controvalore complessivo di 30.000.002,12 euro. Al termine del periodo di opzione risultano, dunque, non esercitati 1.169.076 diritti di opzione riguardanti la sottoscrizione di 4.676.304 azioni, pari all’ 8,99% delle azioni, per un controvalore complessivo pari a 4.493.928,14 euro. I diritti saranno offerti in Borsa dal Sole, ai sensi dell’ art. 2441, terzo comma, del codice civile, per il tramite di Intermonte SIM S.p.A., nelle sedute del 21, 22, 23, 24 e 27 novembre 2017, salvo chiusura anticipata dell’ offerta in caso di vendita integrale dei diritti. Nel corso della prima seduta sarà offerto l’ intero quantitativo dei diritti; nelle sedute successive alla prima saranno offerti i diritti eventualmente non collocati nelle sedute precedenti. I diritti acquistati potranno essere utilizzati per la sottoscrizione, al prezzo di 0,961 euro per ciascuna azione, di 4 azioni ogni diritto acquistato. L’ esercizio dei diritti acquistati nell’ ambito dell’ offerta in Borsa e conseguentemente la sottoscrizione delle azioni dovranno essere effettuati, a pena di decadenza, entro e non oltre il giorno 28 novembre 2017, con pari valuta, presso gli intermediari autorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata di Monte Titoli S.p.A., salvo il caso in cui l’ offerta in Borsa si chiuda anticipatamente, a seguito della vendita di tutti i diritti offerti nelle sedute del 21 o del 22 novembre 2017. Nel caso di chiusura anticipata dell’ offerta in Borsa, l’ esercizio dei diritti acquistati nell’ ambito della predetta offerta dovrà essere effettuato anticipatamente, a pena di decadenza, entro e non oltre il terzo giorno di borsa aperta successivo a quello di comunicazione della chiusura anticipata e quindi: entro e non oltre il 24 novembre 2017, con pari valuta, in caso di chiusura anticipata il 21 novembre 2017; entro e non oltre il 27 novembre 2017, con pari valuta, in caso di chiusura anticipata il 22 novembre 2017. Resta comunque inteso che qualora i diritti offerti non siano integralmente venduti nelle prime due sedute di borsa sopra indicate, ossia nelle sedute del 21 novembre o 22 novembre 2017, il termine ultimo per la sottoscrizione delle azioni rimarrà il giorno 28 novembre 2017. Le azioni rinvenienti dall’ esercizio dei diritti saranno accreditate sui conti degli intermediari autorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata Monte Titoli S.p.A. al termine della giornata contabile dell’ ultimo giorno di esercizio dei diritti e saranno pertanto disponibili dal giorno di liquidazione successivo. Il gruppo ricorda infine che l’ offerta è assistita dalla garanzia di un consorzio composto da Banca IMI S.p.A. e Banca Akros S.p.A. che si sono impegnate a sottoscrivere ai termini del contratto di garanzia, disgiuntamente tra loro e senza vincolo di solidarietà, le azioni eventualmente rimaste inoptate al termine dell’ offerta in Borsa, per un ammontare massimo pari a circa 20 milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Ascolti, La7 sorpassa Rete 4

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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I primi dieci mesi del 2017, per La7, non sono stati semplici, con un cambio di direzione di rete e un palinsesto autunnale che è andato a regime solo in novembre. E proprio tenuto conto di queste circostanze, bisogna dire che i risultati economico-finanziari di La7 nei primi nove mesi dell’ anno non sono da disprezzare: nonostante i ricavi, a quota 71,2 milioni di euro, siano diminuiti del 6,2% rispetto al periodo gennaio-settembre 2016, La7 infatti migliora sia l’ ebitda (positivo per 2,5 milioni rispetto ai -2 milioni del 2016), sia l’ ebit (-4,8 mln rispetto agli -8,2 mln del 2016), sia il risultato netto (in rosso per 2,5 mln rispetto ai 2,8 mln di deficit del 2016). Le performance più importanti dell’ anno, in termini di raccolta pubblicitaria, arrivano però nel trimestre ottobre-dicembre per tutti i broadcaster televisivi. E, come già accaduto nei passati esercizi, è proprio questo il periodo in cui si recupera in termini di marginalità e, quindi, di ultima riga del bilancio (nel 2016 La7 ha chiuso con 1,3 mln di perdite a livello consolidato, mentre aveva prodotto 2,2 mln di utili nel 2015). Inoltre, da novembre, La7 ha un palinsesto a regime. C’ è voluto più tempo del solito, attendendo le novità, una su tutte Non è l’ Arena di Massimo Giletti. Ma nei primi 15 giorni di novembre, in prime time, la media di La7 dalle ore 20,30 alle ore 22,30 sul target individui è stata del 4,32% (1.134.198 persone), rispetto al 4,02% di Rete 4 (ferma a 1.056.118 persone). Un sorpasso che, naturalmente, andrà consolidato nel tempo, ma che porta una ventata di fiducia alla televisione di Urbano Cairo e alla direzione di Andrea Salerno. Ora La7 ha almeno cinque prime serate solide: quella della domenica con Giletti (7-8%), del martedì con Giovanni Floris e diMartedì (5-7%), del mercoledì con Atlantide di Andrea Purgatori (3%), del giovedì con Piazza Pulita di Corrado Formigli (5-5,5%) e del venerdì con Diego Bianchi e Propaganda live (3%), che forse ha ancora margini di crescita, essendo, al momento, un po’ al di sotto delle aspettative. Tutti questi programmi godono poi della robusta base di Otto e mezzo di Lilli Gruber, che dall’ 1° al 15 novembre, in otto puntate, ha viaggiato a una media del 5,67% di share (con ascolti medi pari a 1.519.267 persone). L’ approssimarsi della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018, peraltro, darà a La7 un ulteriore impulso: tanto per dire, la puntata di diMartedì dello scorso 7 novembre con ospite Matteo Renzi ha avuto una media oltre il 9% di share, portando la rete al terzo posto assoluto dietro Rai 1 e Canale 5. Accantonati gli esperimenti con Makkox nella fascia oraria 19.30-20, e concluso il ciclo dedicato ai film di Nanni Moretti (con ascolti piuttosto bassi), ora Salerno potrà quindi dedicarsi al suo figliuolo prediletto, Propaganda live, di cui è autore, e che deve fare di più secondo le ambizioni dell’ editore Cairo. E poi, insieme con Purgatori, continuerà il lavoro ai fianchi su Corrado Guzzanti per convincerlo a tornare in tv. Cercando di non disperdere il grande seguito di Giletti. Perché, alla fin fine, la tv è anche una cosa semplice: basta portare in video volti molto popolari. © Riproduzione riservata.

Senza i Mondiali la Rai ci guadagna

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Il 7 marzo 2016 Gabriele Romagnoli si è insediato alla direzione di Rai Sport. Nell’ autunno del 2018 il suo contratto scadrà e ci sarà un congedo piuttosto freddino tra le parti. Chiamato dall’ allora direttore generale Antonio Campo Dall’ Orto a modernizzare la narrazione dello sport in Rai a botte di storytelling, sarà invece ricordato per tre o quattro cose: la rottura quasi istantanea con una fetta importante della redazione (che, peraltro, avrebbe veramente bisogno di una bella rinfrescata e raddrizzata). E qui il carattere un po’ ombroso di Romagnoli non ha aiutato; l’ ingaggio di Mario Sconcerti come opinionista, strappato a Sky con un contratto da centinaia di migliaia di euro; la chiusura del canale tv Rai Sport 2. Archiviati senza nulla di memorabile sia gli Europei di calcio, sia le Olimpiadi di Rio 2016, la grande svolta dello sport Rai targato Romagnoli sarebbe potuta arrivare coi Mondiali di calcio 2018. Ma la spedizione, ovviamente, a questo punto nasce zoppa senza le partite dell’ Italia. Inoltre non è detto che la Rai, visto come si sono messe le cose, abbia interesse a fare follie per acquisirne i diritti tv (che non sono ancora stati assegnati, e che erano contesi pure da Mediaset). Quindi Romagnoli dovrà accontentarsi delle Olimpiadi invernali in Corea del Sud, delle partite di Coppa Italia di calcio (Rai ha i diritti tv fino a giugno 2018, e poi si vedrà), del Giro d’ Italia o dei frammenti di Formula 1 (dipende dai rapporti con Sky, ultimamente molto intensi, tanto che si parla anche di ipotesi di partita di Champions league di calcio del mercoledì in chiaro sulla Rai nel triennio 2018-2021), lavorando in questi ultimi dieci mesi di mandato con una redazione spaccata in due, con guerre tra gang quasi impossibili da governare, soprattutto ora che ci si prepara alle elezioni politiche e che Romagnoli ha perso le coperture di Campo dall’ Orto, di Carlo Verdelli e di Francesco Merlo, tutti usciti dalla Rai ormai da tempo. «Speravo, contavo di avere questa prospettiva Mondiale per mettere alla prova tutte le nostre capacità», ha detto Romagnoli in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, «ed ero fiducioso. Per noi l’ eliminazione della Nazionale italiana di calcio è un danno enorme. Mi sento come chi si apprestava a sedersi a una bella tavola con un sacco di motivazioni e si trova lì con le forchette e i coltelli ma senza il piatto principale». Certo, da un punto di vista editoriale la mancata qualificazione dell’ Italia rappresenta uno smacco: meno interesse per la competizione, meno ascolti televisivi. Ma da un punto di vista strettamente economico-finanziario, per la Rai rappresenterà, invece, un bel guadagno. Viale Mazzini non dovrà, infatti, svenarsi per acquisire i diritti tv (non ancora aggiudicati), con valutazioni che, con l’ Italia qualificata, potevano arrivare a quota 120-150 milioni di euro, in una battaglia con Mediaset. Ora i Mondiali di Russia senza gli Azzurri non valgono più di 50 milioni di euro. Quanto alla raccolta pubblicitaria, come ampiamente dimostrato, queste manifestazioni, soprattutto per reti dagli affollamenti severamente contingentati come quelle Rai, non portano particolari incrementi rispetto a stagioni normali (al massimo 10-20 milioni di euro in più). Senza l’ Italia in gioco, infine, le spedizioni di giornalisti e tecnici Rai a Mosca e dintorni saranno di sicuro più morigerate. Perciò i bilanci della tv pubblica, alla fine, trarranno solo benefici dalla debacle azzurra. Che i vertici di viale Mazzini debbano quindi dire grazie alla Svezia? © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Sole 24Ore, sottoscritto il 91,01% dell’ aumento di capitale. L’ aumento di capitale del Sole 24Ore è stato sottoscritto per il 91,01%. Al termine del periodo di offerta sono state sottoscritte, infatti, 47,33 milioni di azioni per un controvalore di 45,49 milioni di euro. Le azioni sono state offerte sulla base di 4 azioni per ogni possedute ad un prezzo di 0,961 euro per azione. Confindustria, in adempimento agli impegni assunti, ha esercitato 7,8 milioni di diritti corrispondenti a 31,2 milioni di azioni per una quota del 60,02% del totale e per un controvalore di 30 milioni. I diritti di opzione non esercitati ammontano a 1,16 milioni per un totale di 4,67 milioni di azioni, pari all’ 8,99% delle azioni con un controvalore di 4,49 milioni. L’ inoptato sarà offerto in Borsa dal 21 al 27 novembre salvo chiusura anticipata. Agcom, tavolo tecnico per contrastare la disinformazione online. L’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha istituito il «Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’ informazione sulle piattaforme digitali» che ha l’ obiettivo di promuovere l’ autoregolamentazione delle piattaforme e lo scambio di buone prassi per l’ individuazione ed il contrasto dei fenomeni di disinformazione online frutto di strategie mirate. Viacom, ok il terzo trimestre grazie a cinema e tv. Il gruppo Usa dei media Viacom ha annunciato un buon terzo trimestre, grazie ai risultati del cinema (Paramount) e della tv. Gli utili netti salgono da 254 a 674 milioni di dollari (da 215,8 a 572,5 milioni di euro) e i ricavi avanzano del 2,9% a 3,319 miliardi di dollari (2,8 miliardi di euro). Di Rosa direttore della Nuova Sardegna. A partire dal 1° dicembre Antonio di Rosa sarà il direttore della Nuova Sardegna. Prende il posto di Andrea Filippi che torna in Finegil, la società dei quotidiani locali del Gruppo Gedi che ha ceduto in affitto la testata alla DBInformation di Gianni Vallardi e Roberto Briglia. Di Rosa lascia la vicepresidenza di La Presse e in precedenza è stato direttore della stessa agenzia di stampa e del Secolo XIX, oltre che vicedirettore della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera. Cozzi alla guida di Auto. Conti Editore (Gruppo Amodei) ha nominato Paolo Matteo Cozzi nuovo direttore di Auto al posto di Alberto Sabbatini. Al suo fianco, in qualità di vicedirettore, è stato chiamato Pasquale Di Santillo. Cozzi, milanese, 44 anni, ha esordito al Giorno, per poi specializzarsi in auto, costume e attualità scrivendo sulle pagine di Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, Repubblica e realizzando reportage, coordinando allegati, supplementi monografici e speciali per i periodici di Condé Nast e Mondadori. Il primo numero firmato dal neodirettore sarà in edicola il prossimo 15 dicembre. Torna Camorriste. Da oggi alle 22.55 su Crime+Investigation (canale 118 di Sky) va in onda la seconda stagione di Cammoriste, la serie che racconta la vita delle donne che hanno fatto parte della camorra con ruoli di primo piano. Girata a Napoli e nei paesi della provincia che sono stati teatro delle vicende raccontate, la serie è co-prodotta da A+E Networks Italy, DocLab e Mediamediterranea con la partecipazione di Autentic Germania. La regia è firmata da Paolo Colangeli, mentre il produttore è Marco Visalberghi. Sky, per Gomorra-La Serie al cinema 56 mila spettatori in due giorni. Trentamila spettatori il primo giorno, altri 26 mila l’ altroieri e un box office totale di oltre 500 mila euro. Chiude con oltre 56 mila presenze l’ evento cinematografico di Gomorra – La Serie, che ha portato per due giorni in sala i primi episodi della terza stagione della serie originale Sky prodotta da Cattleya e in onda su Sky Atlantic Hd e disponibile su Sky On demand a partire da oggi in prima serata.

New York Times, un giorno uscirà solo la domenica

Italia Oggi

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Un giorno il New York Times uscirà in edicola solo la domenica: è l’ anticipazione del suo a.d. Mark Thompson che non azzarda da quando la carta cederà il passo al digitale, se nel 2025 o nel 2030, pur continuando a far lavorare le rotative delle stamperie. Ma Thompson ha suggerito ai giornali, ieri durante un’ intervista al sito Niemanlab.org, di prepararsi a «quando l’ editoria cartacea renderà sempre meno». E sui big della rete come Facebook e Google l’ ex a.d. della Bbc ha dichiarato che assomigliano alle «compagnie telefoniche» che svolgono un servizio di «pubblica utilità» e che pertanto, «presto o tardi» attireranno su di loro le attenzioni dei «politici» per una maggiore «regolamentazione».

Antonio Di Rosa direttore della ‘Nuova Sardegna’

Prima Comunicazione

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La notizia di un possibile cambio di direttore alla ‘Nuova Sardegna girava da tempo negli ambienti giornalistici dell’ isola. Oggi viene ufficializzata la nomina di Antonio Di Rosa, a partire dal 1° dicembre, al posto di Andrea Filippi che torna all’ interno della Finegil, la struttura dei quotidiani locali del Gruppo Gedi che circa un anno fa aveva dato in affitto la testata alla DBInformation di Gianni Vallardi e Roberto Briglia. Antonio Di Rosa è un giornalista di grande esperienza e professionalità. Lascia la vice presidenza de La Presse, incarico assunto nel febbraio del 2017 dopo averne retto per anni la direzione giornalistica. Ma è soprattutto nei quotidiani che Di Rosa ha sviluppato la sua lunga storia giornalistica a partire dalla ‘Gazzetta del Popolo’ di Torino nel 1984, per passare poi alla ‘Stampa’, e ancora nel ’96 alla vice direzione del ‘Corriere della Sera’ con Paolo Mieli. Nel 2000 l’ avventura genovese alla direzione del ‘Secolo XIX’ per quattro anni, cui segue l’ esperienza alla vice direzione della ‘Gazzetta dello Sport’ di cui alla fine del mandato diventa editorialista. Insomma una vita nella carta stampata estesa al digitale, oggi alla base delle agenzie di stampa. Un mix perfetto per le ambizioni degli editori di DBInformation in Sardegna.

Ha il nome proprio di Scalfari, il fondatore di Repubblica:

La Repubblica

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Bodoniano disegnato per la titolazione Lineare per Cultura, Sport e Spettacoli Il carattere usato per comporre i testi Si chiama Eugenio ed è un carattere tipografico disegnato appositamente per il nostro giornale. Tra cinque giorni Eugenio sarà protagonista della nuova Repubblica. Il nome non è solo un omaggio al fondatore Eugenio Scalfari ma è molto di più: è il progetto di un cambiamento che guarda alle origini, al quotidiano che a partire dal 14 gennaio del 1976 arrivò in edicola rivoluzionando il modo di fare giornalismo. Fu subito evidente che Repubblica non era come gli altri. Tutto era diverso, a partire dalla grafica, che usava il carattere Bodoni. Il Bodoni è un tondo caratterizzato da grazie sottili al posto dei bastoni utilizzati dagli altri quotidiani. Il nuovo progetto grafico pensato da Angelo Rinaldi e Francesco Franchi parte da lì, da quei caratteri originari, per rilanciarli in modo innovativo e reinterpretarli in maniera contemporanea. «Potevamo affidarci a un carattere già esistente, abbiamo preferito invece commissionarne uno ad hoc. Lo studio a cui ci siamo rivolti è lo stesso che ha disegnato il font del Guardian », spiega Franchi. Si tratta dello studio Commercial Type, con sedi a New York e Londra, fondato da Paul Barnes e Christian Schwartz, grafici specializzati nel disegno tipografico, un ruolo che gli anglosassoni definiscono type design. Tra i loro clienti internazionali, oltre al Guardian, ci sono testate come il New York Times, Vanity Fair e il Wall Street Journal. «L’ idea è stata quella di partire dal carattere della tradizione tipografica italiana, il Bodoni, per pensare qualcosa di nuovo», dice Rinaldi. Il Bodoni è infatti il carattere per eccellenza e prende il nome dal suo creatore, il tipografo ed editore Giambattista Bodoni, che nel XVIII secolo dirigeva a Parma la Stamperia reale. Il font Eugenio scelto da Repubblica per la sua nuova veste grafica si ispira al Bodoni già di per sé nitido, per via dell’ alto contrasto tra le linee spesse e sottili, per renderlo ancora più leggibile attraverso tre caratteri: c’ è l’ elegante e classico serif con “grazie”, usato per la prima parte delle news, c’ è il sans senza “grazie” della sezione Cultura e Spettacoli, pulito e lineare, che serve a segnalare anche visivamente un cambio di ritmo introducendoci ad una lettura più rilassata. E infine c’ è il text, che come dice il nome stesso riguarda i testi, gli articoli, e che è stato pensato per la stampa dei quotidiani, ottimizzato per le rotative. Il risultato finale? Un giornale elegante, più chiaro, più leggibile. Un giornale pensato per i lettori. Ancora una volta Repubblica sfida i tempi, per essere all’ avanguardia. Oggi siamo alla viglia di un’ altra grande svolta: una rivoluzione editoriale che lancia il giornale in una nuova avventura.

Il Sole archivia l’ aumento Adesioni al 91%

La Repubblica

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MILANO. Si è chiuso ieri l’ aumento di capitale da 50 milioni promosso da Il Sole24 Ore, che ha raccolto adesioni pari al 91,01% corrispondenti a un controvalore di 45,49 milioni. Il primo azionista del quotidiano, ovvero la Confindustria, ha tenuto fede agli impegni esercitando 7,8 milioni di diritti di opzione, pari a 31,1 milioni di azioni (il 60,02% del totale), per un controvalore complessivo di 30 milioni di euro. I diritti di opzione non esercitati saranno ora offerti nuovamente sul mercato. Ad ogni modo l’ aumento è assistito dalla garanzia di un consorzio composto da Banca Imi e Banca Akros, che si sono impegnate a sottoscrivere le azioni eventualmente rimaste inoptate al termine dell’ offerta in Borsa, per un ammontare massimo pari a circa 20 milioni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.


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