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Rassegna Stampa del 10/11/2017

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Indice Articoli

Poligrafici, rosso a 2,9 mln da gennaio a settembre

Accordo Xinhua-Class Editori

Mondadori, utile netto di 31 mln (+74,8%) Periodici giù dell’ 8%, bene il digitale

Pubblicità, Sky Italia sfida la Rai

Viale Mazzini sviluppa la raccolta su RaiPlay

chessidice in viale dell’ editoria

La rivoluzione di Snapchat E intanto Reddit cresce

Fox: ricavi sopra le stime, no comment su Disney

I giornalisti di Rai Sport contro Fazio

Sul nostro calcio pende un flop da cento milioni di euro

Manifestazione di Libera e Fnsi il 16 novembre

L’ aggressore del giornalista di Raidue fermato per lesioni e violenza La procura: «Intimidazione propria delle organizzazioni mafiose»

La manifestazione dei giornalisti “Colpito l’ articolo 21”

Poligrafici, rosso a 2,9 mln da gennaio a settembre

Italia Oggi

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Poligrafici Editoriale ha chiuso i primi nove mesi dell’ anno con una perdita netta consolidata di 2,9 milioni euro, in aumento rispetto ai -1,2 milioni dello stesso periodo del 2016. Sul risultato lordo di periodo incide l’ accantonamento di 2,3 milioni legato alla valutazione al 30/9/ 2017 del fair value delle attività destinate alla vendita dell’ azienda Gep. I ricavi netti consolidati ammontano a 102,5 milioni (110,6 milioni in 2016), i ricavi editoriali consolidati registrano una flessione del 6,2%, i ricavi pubblicitari si riducono complessivamente del 2,7%. La raccolta pubblicitaria sui quotidiani cartacei editi dal gruppo guidato dal vicepresidente e amministratore delegato Andrea Riffeser Monti registra una contrazione del 4,1%, con un decremento del 4,2% per la pubblicità commerciale nazionale, mentre la raccolta locale, comprensiva della rubricata, finanziaria e di servizio, segna una flessione del 4,1%. La raccolta pubblicitaria online, pari a 3,6 milioni, evidenzia un incremento del 3,4% (+18,1% a perimetro omogeneo). Il margine operativo lordo consolidato è positivo per 5,8 milioni rispetto a 6,2 milioni dello stesso periodo del 2016 «riesposto». L’ indebitamento finanziario netto consolidato al 30/9/2017, pari a 37,6 milioni, evidenzia un debito a breve termine verso le banche e altri finanziatori di 10,6 milioni, un debito per leasing finanziari di 10,2 milioni e un debito per mutui di 16,8 milioni. Rispetto al 31 dicembre 2016 migliora di 4,1 milioni. L’ indebitamento finanziario netto consolidato scende a 31,1 milioni al netto dei leasing finanziari di Gep, riclassificati nelle passività attribuibili alle attività destinate alla vendita. Secondo il management le previsioni per il prosieguo del 2017 rimangono condizionate dall’ andamento del settore in cui opera il gruppo. Dalle evidenze a oggi disponibili non si prevedono andamenti di mercato significativamente diversi da quelli riscontrati nel periodo in esame. Le efficienze realizzate dal gruppo lasciano presumere, se non si verificheranno eventi a oggi non prevedibili, il mantenimento di una marginalità positiva, oltre alla generazione di flussi di cassa che consentiranno un’ ulteriore riduzione del debito finanziario e il rispetto dei covenants finanziari al 31/12/2017.

Accordo Xinhua-Class Editori

Italia Oggi

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L’ accordo firmato martedì 7 novembre a Pechino fra il presidente di Xinhua News Agency, Cai Mingzhao, e l’ editor-in chief e ceo di Class Editori, Paolo Panerai, comprende una serie di progetti di cooperazione riguardanti tutti i media, dall’ agenzia di stampa alla produzione e distribuzione televisiva e per la Go tv, dal web ai big data, e spazia dall’ economia e finanza al fashion e alla pubblicità, con una particolare enfasi sull’ informazione riguardante il progetto Belt and Road. Xinhua News Agency, che per decisione nel 1984 di Deng Xiaoping, ha preso il posto della vecchia agenzia Nuova Cina, è il più grande gruppo multimediale cinese, posseduto direttamente dallo stato. Quotidiani, website, magazine, Tv (con il canale globale Cnc), pubblicità, distribuzione e, per la parte economica dell’ agenzia, oltre 100 mila abbonati e presenze nei 170 bureau dell’ agenzia distribuiti in tutto il mondo. Fu proprio Deng Xiaoping, che Panerai intervistò nel 1978, organizzando poi la famosa successiva intervista al fondatore della Nuova Cina da parte di Oriana Fallaci, a decidere che l’ informazione economico-finanziaria avrebbe dovuto essere base e motore per lo sviluppo di tutte le aziende cinesi, grandi e piccole. Per questo il presidente di Xinhua nella gerarchia istituzionale cinese ha il rango di ministro e siede nel Comitato centrale del Partito comunista. Cai Mingzhao, prima di passare nel 2014 alla guida del più grande gruppo editoriale cinese, è stato responsabile della comunicazione del Partito e quindi diretto collaboratore di Xi Jinping. Cai e Panerai hanno fissato e firmato le linee base di una grande collaborazione multimediale con in esclusiva un focus sulla piattaforma per informare le aziende italiane e cinesi di tutte le opportunità che si aprono in relazione al grande progetto Belt & Road (la via della seta) e di assisterle in maniera consulenziale anche per la loro comunicazione pubblicitaria. © Riproduzione riservata.

Mondadori, utile netto di 31 mln (+74,8%) Periodici giù dell’ 8%, bene il digitale

Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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Ricavi in calo (contenuto) a causa dell’ andamento dei periodici, ma margini in aumento, in particolare con l’ ebitda che cresce dal 2013 fino a quest’ anno per quattro esercizi consecutivi, un utile in aumento a 31,2 milioni e l’ indebitamento in diminuzione. Sono i risultati dei primi nove mesi dell’ anno del gruppo Mondadori, che si avvia a chiudere il primo esercizio completo con le due acquisizioni fatte lo scorso anno, quella di Banzai Media per il digitale e soprattutto quella di Rcs Libri consolidata dal secondo trimestre del 2016. I ricavi del gruppo guidato da Marina Berlusconi, presidente, e dall’ a.d. Ernesto Mauri, sono stati pari a 924,7 milioni di euro, in calo dell’ 1,1%. Come detto sono i periodici Italia e Francia ad aver sofferto maggiormente con una diminuzione in entrambi i casi intorno all’ 8%, i primi a 216,2 milioni, i secondi a 220,1 milioni. Nella Penisola i ricavi diffusionali sono scesi del 5%, una performance comunque migliore del mercato (-11,9%), mentre quelli pubblicitari sono aumentati dell’ 1,4% considerando carta e digitale. Qui si percepisce il consolidamento di Banzai Media che ha contribuito a portare la pubblicità online al 28% del totale. In Francia, a fronte di un calo di ricavi diffusionali simile all’ Italia (-5%), si è avuta una diminuzione del 18,5% nella pubblicità, spiegata dal gruppo con una difficoltà temporanea dovuta ai cambiamenti nell’ attività di raccolta digitale mobile/video internalizzata. Anche i ricavi da retail sono diminuiti un po’, -1,8%, ma in quel caso si è trattato di una riduzione mirata nell’ elettronica di consumo. A crescere sensibilmente è stato il business dei libri, con cui Mondadori ha oggi il 28,4% del mercato trade, dato dal 23,1% dei propri marchi storici e dal 5,3% di Rizzoli Libri. I ricavi in questo caso sono cresciuti dell’ 8,4% a 385,3 milioni: in parte la casa editrice ha fatto bene di suo con vari titoli (da ultimo Ken Follet e Dan Brown) così come è andata bene la sezione educational, in parte l’ incremento è dovuto al consolidamento di Rcs Libri. Per quanto riguarda i margini, il discorso sull’ ebitda ha alcuni distinguo proprio a causa del differente perimetro di confronto fra i primi 9 mesi del 2017 e quelli del 2016. Il margine operativo lordo rettificato da oneri e proventi straordinari, escludendo dal primo trimestre 2017 Rcs Libri (visto che non c’ era nel primo trimestre 2016), è stato pari a 82,7 milioni e in crescita dell’ 8,6%. L’ ebitda adjusted, includendo invece nel primo trimestre 2017 Rizzoli Libri, è pari a 75,2 milioni, in calo dell’ 1,3% a causa dei costi di promozione del business education nel primo trimestre. Il margine operativo lordo in generale è invece in crescita del 12,9% a 79,3 milioni, fra le altre cose grazie alla cessione dell’ immobile per la logistica da 4,2 milioni. In ogni caso, come detto, il risultato netto è pari a 31,2 milioni, in miglioramento di oltre 13 milioni (+74,8%) e l’ indebitamento è sceso a 256 milioni dai 329 milioni precedenti grazie alla generazione di cassa. Per l’ intero 2017, le previsioni sono di ricavi in lieve contrazione rispetto a un 2016 pro-forma, di un ebitda adjusted in crescita e un utile in incremento di circa il 30%. © Riproduzione riservata.

Pubblicità, Sky Italia sfida la Rai

Italia Oggi
PAGINA A CURA DI CLAUDIO PLAZZOTTA
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Nel mese di settembre, un momento in cui i palinsesti della tv italiana sono già a discreto regime e il mercato della pubblicità torna a investire dopo la pausa estiva, il gruppo Sky Italia, in base a stime, ha raccolto 41 milioni di euro di advertising, rispetto ai 35,2 milioni di euro del mese di settembre 2016, con una crescita del 16,4%. Un boom che fa entrare di diritto Sky Media ai vertici delle concessionarie televisive italiane. Perché resta il dato irraggiungibile di Mediaset, che in settembre incassa 192,5 milioni di euro (+0,2% sul settembre 2016). Ma Sky Media ormai se la gioca con Rai pubblicità: la concessionaria della tv pubblica, infatti, in settembre ha portato a casa 48,6 milioni di euro. Ed è anche stata brava, migliorando dell’ 1,5% il risultato rispetto al settembre 2016. Tuttavia i più stringenti vincoli di affollamento che il servizio pubblico deve rispettare, l’ eliminazione della pubblicità dai canali per bimbi, il divieto di accogliere pubblicità dalle agenzie di scommesse, e pure una certa schizofrenia nella gestione editoriale dei palinsesti e delle direzioni di rete (Rai 3 svuotata e in caduta libera, Rai 2 in crisi di identità, Rai 1 in altalena), determinano quasi una fisiologica impossibilità a sviluppare più di tanto il business commerciale. Sky, invece, da un lato gode della travolgente crescita degli ascolti di Tv8, e quindi della raccolta pubblicitaria per un canale in chiaro e generalista. Dall’ altro, ovviamente, sta sviluppando meglio di altri tutte le possibilità di targeting che offrono sia la moltitudine di contenuti sulla piattaforma pay (domani, ad esempio, parte il nuovo canale Ginx eSports, alla posizione 219 e dedicato al mondo dei videogame) sia, in particolare, quelli disponibili on demand. Gli investitori, infatti, cercano sempre di più branding e profilazione, e nel loro advertising mix la scelta di Sky diventa una opzione frequente. Il che è abbastanza rivoluzionario per lo scenario italiano. Nel quale Sky avrebbe il proprio core business nella pay tv e nei ricavi da abbonamenti (e continua ad averlo) ma dove la società guidata da Andrea Zappia ormai va considerata anche uno dei tre player di punta della partita pubblicitaria televisiva. Insomma, non ci sono solo Mediaset e Rai a spartirsi la gran parte della torta: ora, al tavolo, si è seduta comoda pure Sky Italia. A Mediaset, in settembre, va una fetta pari al 60% degli investimenti pubblicitari in tv, ma a Rai (15%) e Sky (13%) va un pezzetto interessante e, soprattutto, quasi uguale. © Riproduzione riservata.

Viale Mazzini sviluppa la raccolta su RaiPlay

Italia Oggi

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Rai pubblicità prova a sviluppare le strategie di raccolta su RaiPlay, l’ over the top lanciato nel 2016 per vedere in streaming, live o differito, sia i programmi in palinsesto sia tutto l’ archivio Rai. Come spiegato dai vertici di viale Mazzini, riuniti ieri a Milano in una serata evento, «RaiPlay è la linea di confine tra l’ offline e l’ online, è un diverso orizzonte dell’ advertising, è una zona di confine tra il branding e la performance capace di avvicinare il consumatore, di instaurare relazioni forti e durature». Gli utenti di RaiPlay fruiscono di contenuti per un’ ora e 21 minuti medi al mese, con campagne che hanno «il 90% di viewability, e l’ 11-12% di click-through rate», dice Francesco Barbarani, direttore radio e web di Rai pubblicità. Entro dicembre, poi, racconta Gian Paolo Tagliavia, chief digital officer di Rai, «vedrà la luce RaiPlay Radio, una nuova offerta digitale dedicata al mondo di Radio Rai, con nuove modalità di interazione e fruizione dei canali radiofonici generalisti e digitali».

chessidice in viale dell’ editoria

Italia Oggi

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Agcom: tavolo con il Mise sulla transizione al 5G. L’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha smentito la notizia d’ agenzia secondo cui avrebbe presentato al ministero dello sviluppo economico rilievi sulle previsioni contenute nella legge di Bilancio nella parte che riguarda la cessione della banda 700 dalle tv alle telco e il necessario passaggio al digitale terrestre di seconda generazione. L’ Agcom ha chiarito che ieri sono proseguiti i lavori del tavolo tecnico Mise-Agcom iniziati diversi mesi addietro. Secondo la Reuters, che ha diffuso la notizia, la fonte dell’ Agcom ha sottolineato che la riscrittura della norma potrebbe ridurre i costi dello stato e i costi di conversione, mentre nell’ articolo fra le altre cose c’ è anche «confusione nel trattamento paritetico di tv nazionali e locali». Mediaset, progetto di fusione Videotime depositato in registro imprese. Il gruppo Mediaset ha depositato presso il Registro delle imprese di Milano il progetto di fusione per incorporazione in Mediaset di Videotime, società controllata per circa il 99,2% dal gruppo. Messe Frankfurt Italia dedica la sesta edizione del Forum Fimi al mercato cinese. La filiale italiana della fiera di Francoforte presenta il sesto Forum dell’ internazionalizzazione del made in Italy organizzato quest’ anno in collaborazione con la Fondazione Italia Cina e Elle Decor Italia. L’ appuntamento è per mercoledì 15 novembre alle ore 9:00 a Milano presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo di via Romagnosi, 8. La Gazzetta dello Sport in edizione speciale per lo spareggio Svezia-Italia. Fiato sospeso per tutti i tifosi in attesa del playoff Svezia-Italia che vale l’ accesso al Mondiale 2018, con il match d’ andata oggi a Solna, in Svezia, e il ritorno lunedì in Italia a San Siro. La Gazzetta dello Sport è pronta oggi con un numero speciale. Qn Quotidiano Nazionale arriva nelle edicole di Salerno. A partire dal 10 novembre i lettori di Salerno e provincia troveranno in edicola Qn Il Giorno in abbinamento con il quotidiano La Città. La nuova partnership nasce dall’ incontro tra Andrea Riffeser Monti, a.d. del gruppo Poligrafici editoriale e Vito Di Canto, distributore de La Città, il quotidiano che racconta Salerno e la sua provincia, fondato nel 1996. Secondo numero per Entertainment Illustrated. È disponibile il nuovo numero di Entertainment Illustrated, il free press per i millennials focalizzato sull’ intrattenimento digitale: serie, tv, cinema, musica e tecnologia. La copertina e uno speciale di 6 pagine, realizzato in partnership con Sky, sono dedicati alla terza stagione di Gomorra, in programma dal 17 novembre su Sky HD. Torna su Boing Adventure Time Missione Finntastica. Dopo il successo della prima edizione lo scorso autunno, arriva su Boing (canale 40 del Dtt) la 2° edizione di Adventure Time Missione Finntastica, il game show ispirato alla serie cult Adventure Time. L’ appuntamento è dal 13 novembre ogni lunedì alle 20. Dish Network: utili del terzo trimestre in calo a 297,4 milioni di dollari. Nel terzo trimestre Dish Network ha riportato utili per 297,4 mln di dollari rispetto ai 318,5 mln di dollari registrati lo stesso periodo dello scorso anno. Dish ha affermato che il tasso d’ abbandono (churn rate) per gli abbonati alla pay-Tv si è attestato sull’ 1,57%, in calo rispetto al 2,11% dello scorso anno. I ricavi per il trimestre si sono attestati a 3,58 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 3,77 miliardi di dollari rilevati nello stesso periodo dello scorso anno.

La rivoluzione di Snapchat E intanto Reddit cresce

Corriere della Sera
Martina Pennisi
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«Hai visto la sua ultima storia?». Fino a qualche mese fa, una domanda del genere avrebbe potuto fare riferimento a Snapchat, applicazione gradita ai giovanissimi grazie all’ originale e inedito linguaggio che ha introdotto. Le storie, appunto. Peccato che poi Facebook gliele abbia copiate e, come ha comunicato nella trimestrale del 1° novembre, sia riuscito a farle utilizzare quotidianamente da 300 milioni di persone sia su Instagram sia su Whatsapp. L’ app del fantasmino è invece ferma a 178 milioni di utenti quotidiani. E il dato è solo la punta dell’ iceberg della sua disastrosa situazione: l’ incantesimo sembra essersi spezzato. Gli utenti crescono sempre meno e i conti sono in (profondo) rosso. L’ amministratore delegato Evan Spiegel ha addirittura ammesso di aver creato un’ iconcina forse troppo difficile da usare. Ha riconosciuto di aver puntato erroneamente sugli occhiali Spectacles e si prepara a introdurre il News feed (il flusso di notizie come in Facebook e Twitter) e i giochi per volere dell’ investitore cinese Tencent salito al 12 per cento. Snaturarsi, anche semplificando la grafica e affidandosi a un algoritmo, aiuterà Snapchat a sopravvivere? Dalle parti di Twitter risponderebbero affermativamente, avendo appena tradito gli iconici 140 caratteri in favore dei più spaziosi 280. E i ragazzini? I ragazzini confermano la passione per Instagram (gli under 25 trascorrono 32 minuti al giorno sull’ app fotografica). Stanno scoprendo Musical.ly, capace come Snapchat di imporre un nuovo linguaggio (il lip-sync). Nei nostri confini – ne abbiamo interrogati alcuni senza pretese di dare un valore statistico – iniziano a nominare sempre più frequentemente Reddit, spazio in cui commentare e dibattere l’ attualità o contenuti di vario genere. E rispolverano Diaspora, social network decentralizzato nato sette anni fa come alternativa (maggiormente rispettosa della privacy) a Facebook. La sensazione è che gli utenti più giovani cerchino contesti innovativi e possibilmente meno bulimici di dati personali. Anche se individuati e scelti, non è detto che questi contesti durino poi nel tempo. Un certo Evan Spiegel ne sa qualcosa.

Fox: ricavi sopra le stime, no comment su Disney

Italia Oggi

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Nel giorno in cui ha pubblicato una trimestrale con ricavi superiori alle stime degli analisti, 21st Century Fox si è rifiutato di commentare indiscrezioni secondo cui avrebbe trattato con Walt Disney la cessione di gran parte dei suoi asset. Tra di essi ci sarebbe stata anche la quota nella britannica Sky, la cui presa di controllo totale è stimata entro il 30 giugno 2018 (manca ancora l’ ok dei regolatori Gb e Fox ha il 39%). Mentre gli investitori si domandano se colossi come Verizon e Charter communications stiano valutando potenziali takeover del colosso dell’ intrattenimento, il suo co-presidente Lachlan Murdoch ha detto che l’ azienda «ha le dimensioni per continuare a portare avanti la sua strategia di crescita e a garantire rendimenti ai soci». I ricavi del gruppo sono aumentati del 7,6% a 7 miliardi di dollari (circa 6 miliardi di euro), l’ utile del primo trimestre del 4%, attestandosi a 855 milioni di dollari (734,2 milioni di euro).

I giornalisti di Rai Sport contro Fazio

Libero

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In casa Rai c’ è agitazione per l’ idea di affidare il post-partita di Svezia-Italia, di questa sera, a Fabio Fazio all’ interno della trasmissione «Che tempo che fa», dedicata tutta alla partita con in studio gli ex campioni del mondo del 1982. Contrari i giornalisti di Rai Sport perché Fazio condurrà il salottino del dopo gara intervistando lui stesso gli azzurri.

Sul nostro calcio pende un flop da cento milioni di euro

Libero

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Il tempo si fermerà, 180 minuti fra Solna e Milano da vivere in una apnea che all’ Italia non dà alternative: affondare la Svezia e farle «Hallå Hallå» («Ciao Ciao») mentre andiamo al Mondiale, oppure annegare miseramente nell’ abisso di una mancata qualificazione che sarebbe come un Titanic per la Federcalcio. La somma precisa non è calcolabile, ma la stima di 100 milioni di potenziali perdite per la Figc e per il sistema che orbita intorno alla “stella pallone” è realistica. Nel Mondiale con il montepremi più alto di sempre, 345 milioni di euro la tortona che si spartiranno le 32 federazioni qualificate, la Fifa sborserà circa 8 milioni a chi accede ai gironi, più 1,5 per le spese. Quindi solo essere in Russia ne vale una decina (disputare gli ottavi 3,4 milioni, i quarti ulteriori 3,5 e ben 33 per chi vince). La Figc ha stipulato accordi con una ventina di aziende per 43 milioni, con la Puma sponsor tecnico che ne dà circa 19 all’ anno (fino al 2022) di parte fissa più le royalties, legate al numero di magliette vendute. Aggiungere un altro flop dopo il Sudafrica (due milioni di maglie vendute) e il Brasile (un milione) significherebbe per la Figc ritrovarsi nel futuro prossimo seriamente indebolita dal punto di vista della forza contrattuale. Ricordate le difficoltà dopo il flop ai Mondiali 2014? Solo l’ ingaggio di Antonio Conte (il cui contratto fu sostenuto proprio con i denari decisivi della Puma) restituì appeal e ritrovata credibilità. Delicato il tema dei diritti tv, ancora non assegnati: Rai e Sky stanno studiando le offerte, in attesa dello spareggio. Gli 8-9 milioni di telespettatori “canonici”, durante le grandi manifestazioni possono perfino raddoppiare, tanto che le televisioni potrebbero sborsare ben oltre i 24,7 milioni (la cifra spesa dalla Rai nell’ ultimo accordo) per trasmettere gli azzurri in Russia. E dunque fra stasera e lunedì il calcio italiano non si gioca soltanto la faccia. A Ventura non possiamo non riconoscere di avercela sempre messa, eppure arriviamo al momento topico con una Nazionale che non ha ancora un’ identità e che, stando a quanto filtra, terrà in panchina sia Jorginho (regista del Napoli delle meraviglie) sia Insigne (il più in forma del campionato) mettendo uno accanto all’ altro Belotti e Immobile: due carichi da 90 però entrambi prime punte e reduci da infortuni. Oltretutto, se le voci della vigilia saranno confermate, scenderemo in campo con un modulo, il 3-5-2, che solo Bonucci, Parolo e Immobile utilizzano con Lazio e Milan in campionato, peraltro in un formato “spurio”. E per affrontare una Svezia che come grande certezza ha il collaudato 4-4-2 (battuta la Francia, ingabbiata l’ Olanda) e alla Friends Arena non perde dal settembre 2015 (ko 4-1 con l’ Austria alle qualificazioni di Euro 2016) non sembra una grande idea. Un po’ a sorpresa, ad agosto Tavecchio ha annunciato il prolungamento con il ct fino al 2020: finora è capitato solo nel 1958, ma che succede in caso di esclusione? Se ne va solo Ventura? riproduzione riservata TOMMASO LORENZINI.

Manifestazione di Libera e Fnsi il 16 novembre

Il Fatto Quotidiano

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“L’ aggressione di Ostia non è stato solo un atto violento e squadristico contro i cronisti, ma anche un’ aggressione all’ articolo 21 della Costituzione e al diritto dei cittadini ad essere informati. Per questo dobbiamo reagire insieme chiamando in piazza i cittadini che credono nella Costituzione, nella legalità, nella libertà di informazione, nel diritto ad una vita dignitosa liberata da mafie, malaffare, corruzione”. Lo scrivono l’ associazione Libera e Fnsi invitando cittadini, istituzioni giovedì 16 novembre dalle ore 17 a Ostia. Alla manifestazione hanno già aderito l’ associazione “Articolo 21”, il sindacato dei giornalisti Rai e i presidenti di Camera e Senato.

L’ aggressore del giornalista di Raidue fermato per lesioni e violenza La procura: «Intimidazione propria delle organizzazioni mafiose»

Il Manifesto
MARTINO MAZZONIS
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II Una giornata di dichiarazioni sgomente per lo Stato che lascia zone del Paese abbandonate a se stesse e rassicurazioni sulla reazione ferma delle istituzioni. E così, a metà pomeriggio è arrivato il fermo di Roberto Spada, prelevato in casa dai carabinieri per via della testata e delle percosse alla troupe Rai di Nemo davanti alla palestra che gestisce a Nuova Ostia. L’ accusa è violenza privata aggravata dal metodo mafioso, reato che prevede pene fino a 5 anni e, quindi, l’ arresto. «Il fermo di Roberto Spada è la dimostrazione che in Italia non esistono zone franche», ha chiosato il ministro degli Interni Minniti. Il capo della polizia Gabrielli, dal canto suo, segnala come sul territorio del Municipio sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2015 verranno prese nuove iniziative. La testata di Roberto Spada, insomma, creerà probabilmente enormi problemi al clan ostiense che ha occupato lo spazio lasciato vuoto dopo gli arresti contro i calabresi Fasciani, di cui erano la manovalanza locale – spacciavano la loro merce. Gli altri a cui la reazione di Roberto Spada rischia di ritorcersi contro sono i fascisti del terzo millennio. Appena raccolto il 9%, additati da tutti come ago della bilancia del ballottaggio tra la candidata di un centrodestra spostato sempre più a destra, Monica Picca, e la 5 Stelle Giuliana Di Pillo, oggi quelli di Casa Pound si trovano a difendersi dall’ accusa di essere collusi coni clan. E negano risolutamente: con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il vice capo Simone Di Stefano e i due leader locali, il candidato presidente Marsella e la capolista, sua compagna e portavoce dell’ organizzazione, Carlotta Chiaraluce. La linea dell’ organizzazione di destra è chiara: condanna della testata ma in forma arzigogolata, rivendicazione del proprio lavoro e negazione di una relazione tra il successo elettorale e il rapporto con il clan Spada. «L’ aggressione al giornalista (non chiamato per nome, per ricordare che in fondo di un giornalista si tratta) non può essere imputata a Casa Pound, perché Roberto Spada non è un nostro iscritto», dice De Simone. Chiara luce invece segnala come i voti presi da Casa Pound a Nuova Ostia sono in linea con quelli presi negli altri quartieri popolari del X municipio: «Noi le percentuali più alte le abbiamo prese ad Acilia, con il 15%, a Nuova Ostia il 13%, a Infernetto l’ 11%. Le forze politiche che hanno preso più voti sono il centrodestra e i 5 Stelle. Perché chiedete conto solo a Casa Pound?». Quella che suona clamorosa è la rivendicazione del ruolo che la palestra degli Spada svolge a Nuova Ostia: in un quartiere dove non c’ è nulla quello è l’ unico luogo dove i bambini possono andare a fare qualcosa». L’ altro messaggio è sul ballottaggio: «Casa Pound insultata da tutti, non da indicazioni di voto per nessuno» dice Chiaraluce. Che CasaPound prenda le di stanze dagli Spada è un po’ ridicolo: le amicizie e le frequentazioni sono antiche e certi disvalori sono cultura comune. Del resto, la festa di piazza dove Marsella viene fotografato con Spada era organizzata assieme con la palestra. La presenza di Spada non era occasionale. Come del resto testimonia la locandina che la promuoveva, firmata appunto da Casa Poun e dalla pale stadi Spada. A Nuova Ostia naturalmente il clima è elettrico. «I giudizi oscillano dai «Sbattetela dentro per sempre quella feccia» a «la Mafia sono il palazzo e i giornalisti di chi lo difende» – racconta Silvio, militante di sinistra locale -La verità è che queste cose succedono da anni, che certi metodi qui li conoscono i migranti e i militan ti che hanno provato a mettere piede qui». Che il mondo a ondate si indigni per il territorio abbandonato e lo dipinga come viene dipinto in Suburra è una cosa che fa comodo, in fondo, sia agli Spada – che per questo trovano solidarietà – che a Casa Pound, che “difende l’ onore” di Ostia. Oggi il discorso su Mafia Capitale è limitato alla località litoranea, mentre invece tutto succedeva a Roma e coinvolti erano i partiti che hanno governato negli ultimi dieci anni. Sul commissariamento e sull’ abbandono del territorio è cresciuta Casa Pound, che ha fatto campagna elettorale permanente per due anni, anche facendo un po’ di welfare per i poveri italiani – contrapposti agli immigrati, naturalmente. E sull’ ab bandono si è rafforzato il clan Spada. Per anni. Chi ha reagito in passato cercherà di nuovo di farlo: la lista Laboratorio Civico X, che sosteneva il prete anti usura De Donno, ha convocato una manifestazione per domani, sabato: «Fermiamo la violenza fascista e mafiosa», il comunicato recita «Sono anni che si respira questo clima, dispiace che sia questa aggressione a risvegliare l’ attenzione su una situazione stranota». La sindaca di Roma ha invitato tutti ad andare e siccome ha più voce pubblica, sembrerà che la manifestazione la convochi lei. La verità, lo si legge ancora nel comunicato, è che «saranno i cittadini antifascisti a scendere in piazza, perché la mafia è una montagna di merda e noi sappiamo da dove arriva».

La manifestazione dei giornalisti “Colpito l’ articolo 21”

La Repubblica

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ROMA. «L’ aggressione di Ostia non è stato solo un atto violento e squadristico contro i cronisti, ma anche un’ aggressione all’ articolo 21 della Costituzione e al diritto dei cittadini ad essere informati. Per questo dobbiamo reagire insieme chiamando in piazza cittadine e cittadini che credono nella Costituzione, nella legalità, nella libertà di informazione, nel diritto ad una vita dignitosa liberata da mafie, malaffare, corruzione». Lo scrivono, in una nota, la Federazione Nazionale della Stampa e l’ associazione Libera, invitando «cittadini, associazioni, istituzioni a ritrovarsi giovedì 16 novembre dalle 17 a Ostia».


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