Indice Articoli
Provocazione Rai: “Gabanelli torni. Ma con Report”
Rai fuori dalla «spending» e bonus cultura ai 18enni
Fondazione Fiera pronta per la Rai
Class Cnbc, la hit parade della pubblicità in tv
La Rai rivede il polo di Milano
Poligrafici P. stamperà Gazzetta Parma
Chessidice in viale dell’ Editoria
La filiera editoriale va ripensata per riportare i cittadini in edicola
Su Class Cnbc parte Mind and Money
Giornale di Sicilia, il 64% a Gazzetta Sud
Editoria, a Ses spa il giornale di Sicilia
Poligrafici Printing si conferma leader Stamperà anche la Gazzetta di Parma
Maggioni e Vespa, la Corte dei Conti indaga
Corte dei conti, doppia indagine sulle spese Rai
Assolto l’ ex presidente Inpgi mancano le prove delle accuse
Provocazione Rai: “Gabanelli torni. Ma con Report”
Il Fatto Quotidiano
Gianluca Roselli
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Milena Gabanelli e Mario Orfeo sembrano due mondi destinati a non capirsi. Questa sera a mezzanotte scade il periodo di aspettativa che la giornalista si è presa dopo il congelamento del progetto di portale web (Rai24.com) che avrebbe dovuto guidare da direttore. Ma, se nel braccio di ferro con Viale Mazzini Gabanelli aveva avanzato la contro-proposta di un suo ritorno in tv con una striscia quotidiana di 4 minuti dopo il Tg1 delle 20 (un programma di data journalism dove un fatto viene raccontato per numeri), il vertice Rai ora rilancia offrendole sì un ritorno in video, ma a Report, il programma che lei stessa ha ideato e portato al successo, ma che aveva deciso di abbandonare a novembre 2016. E in più mette sul tavolo sempre la stessa pietanza già rifiutata: occuparsi del rilancio di Rainews.it in condirezione con Antonio Di Bella. La proposta di Viale Mazzini sembra fatta apposta per prendere tempo: intanto viene confermata senza passi in avanti la condirezione di Rainews24 per mettere le basi alla futura creazione del nuovo portale (quello per cui la giornalista era stata chiamata in Rai da Antonio Campo Dall’ Orto), in più il ritorno a Report, al fianco di quello che un tempo era il suo più stretto collaboratore, Sigfrido Ranucci, che dallo scorso dicembre ha preso in mano la trasmissione. Il tutto, fanno sapere da Viale Mazzini, in attesa del nuovo piano informazione che vedrà la luce nei prossimi mesi e i cui tempi sono fissati dal contratto di servizio appena approvato dal Cda e ora all’ esame della Vigilanza. Peccato, però, che la proposta web sia sempre quella già rifiutata da Gabanelli ed è proprio il motivo per cui si è messa in aspettativa (“non metto la faccia su un prodotto che non firmo”, aveva detto a settembre annunciando lo strappo), mentre il ritorno a Report sembra il modo per svicolare all’ offerta del nuovo programma quotidiano dopo il Tg1. Tornare a Report, per lei che l’ ha creato e condotto per 19 anni, sembra quasi una provocazione. Difficile che Gabanelli possa accettare, ma a questo punto nulla si può escludere. C’ è da chiedersi, invece, come mai non sia stata presa in considerazione l’ idea del suo nuovo programma. Quattro minuti dopo il Tg1 spaventano così tanto i vertici Rai? Nell’ anno in cui si andrà a votare, è probabile. “I palinsesti sono già stati approvati, difficile inserire un programma in corsa, anche se così di breve durata. Rischia di sballare tutta la programmazione”, la spiegazione data nei giorni scorsi riguardo ai dubbi in tal senso di Orfeo. Eppure ieri pomeriggio le trattative tra l’ ex conduttrice di Report e Viale Mazzini sembravano vicine a una svolta. “Ci stiamo parlando, vedremo nei prossimi giorni come evolverà la situazione”, faceva sapere Gabanelli. Che poi alle agenzie ripeteva il suo no al piano B offertole dalla Rai sul web. “Se la posizione dell’ azienda resta immutata, ribadisco che non m’ interessa. È come avere una 500 senza le gomme e per giunta con al volante un’ altra persona”, spiegava Gabanelli. Poi, in serata, Viale Mazzini ha fatto trapelare la nuova doppia offerta. La palla ora torna alla giornalista, ma a un accordo si dovrà arrivare in fretta: questa sera a mezzanotte scade il termine dell’ aspettativa. E dati i chiari di luna degli ascolti (Domenica in è scesa al 9,3%, mentre Fazio ha saltato ancora una puntata), per Orfeo perdere una campionessa dello share come Gabanelli non sarebbe un grande affare. Nel frattempo si muove anche Carlo Freccero, che ha in serbo un’ altra proposta per un ritorno della giornalista in video, ma ne parlerà solo giovedì, dopo un incontro con il direttore generale.
Rai fuori dalla «spending» e bonus cultura ai 18enni
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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La Rai viene messa al riparo dalla mannaia della spending review. L’ inserimento nella lista Istat «delle unità istituzionali appartenenti alla pubblica amministrazione», con tutti i limiti di spesa e operativi che conseguono, non avrà ripercussioni sulla Rai che grazie alla legge di Bilancio 2018 dovrebbe lasciarsi alle spalle un problema che da viale Mazzini hanno da subito vissuto come un incubo. A settembre 2016, la tv di Stato fu compresa in un elenco di amministrazioni pubbliche da monitorare, trattandosi di soggetti che possono impattare sui conti dello Stato e, nella fattispecie, di soggetto i cui ricavi non derivano in misura maggioritaria dalla vendita di servizi (pubblicità o pay tv). Solo grazie al Milleproroghe si è spostato di un anno, fino quindi al 31 dicembre 2017, il momento del redde rationem. Ora la manovra taglia la testa al toro. Resta comunque in vigore il «tetto» ai compensi pari a 240mila euro lordi (fatta eccezione per gli artisti autorizzati). Nella manovra c’ è un nutrito pacchetto “cultura”. Il Governo promette di rifinanziare il bonus per i giovani che compiono 18 anni: 290 milioni di euro annui per prorogare al 2018 e al 2019 la card da 500 euro per i neo diciottenni residenti in Italia. I fondi sono nelle tabelle. Tutte risorse per sostenere i consumi culturali, permettendo l’ acquisto di libri e musica, l’ accesso a teatri, cinema, musei, mostre, aree archeologiche, gallerie, monumenti e parchi naturali. Il pacchetto cultura inserito in manovra prevede nero su bianco l’ Iva agevolata al 10% per i concerti, come già previsto per gli spettacoli teatrali, fondi per i musei e per incentivare la lettura. Sul versante dello sport e dei diritti tv, tra gli articoli c’ è il cosiddetto “pacchetto Lotti”, per la revisione della legge Melandri sui diritti tv. In questo quadro fra le varie misure sale dal 40 al 50% la quota dei diritti Tv attribuita equamente ai club di serie A, mentre scende quella attribuita sul numero dei tifosi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Fondazione Fiera pronta per la Rai
Il Sole 24 Ore
Sara Monaci
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MILANO La Rai dà il via ad una «indagine esplorativa di mercato» per valutare se a Milano ci siano nuove aree dove trasferirsi per razionalizzare gli uffici e creare nuovi studi televisivi. Il bando, atteso da settimane, è stato aperto ieri con pubblicazione ufficiale. E intanto la Fondazione Fiera Milano, controllata da Comune di Milano e Regione Lombardia, si prepara ad offrire la sua soluzione nel quartiere Portello di Milano, in cerca di un progetto di riqualificazione da almeno un paio di anni. Non è da escludersi che l’ ente fieristico sia l’ unico soggetto in grado di rispondere alla manifestazione di interesse, per via dell’ ampia disponibilità di spazio nei suoi due padiglioni della storica Fiera, per 56mila metri quadrati. La Rai al momento ne chiede solo tra i 16 e i 20mila, un fabbisogno di cui l’ ente sarebbe in grado di farsi carico, probabilmente con un restyling degli edifici. Le possibili richieste economiche sono ancora allo studio, il canone potrebbe aggirarsi intorno a 1,5 milioni all’ anno, anche se la Fondazione vuole prima valutare il tipo di impegno e il numero di dipendenti e ospiti che potrebbero lavorare nella zona di Via Gattamelata. Guardando in prospettiva, il quartiere Portello potrebbe garantire anche un’ ulteriore espansione della Rai milanese. La Rai creerà a Milano un polo per avere nuovi studi e laboratori e riunire alcuni uffici (probabilmente quelli relativi alla raccolta pubblicitaria) e capannoni (per ora adiacenti all’ edificio storico di Corso Sempione). Si legge nella «manifestazione di interesse per la disponibilità di immobili da locare in Milano per il centro i produzione di Milano della Rai» la volontà di dare vita ad un «complesso immobiliare, che dovrà essere reso disponibile per un periodo pari a 6 anni più 6 anni, finito, funzionante e fruibile entro il 31-12-2018». Le risposte dovranno arrivare entro le ore 13 del 14-12-2017. Il quartiere Portello sta cercando da anni una nuova identità. Durante il mandato dell’ ex presidente Benito Benedini non è andato in porto il progetto del nuovo stadio del Milan, che prima si è presentato vincendo un bando e poi si è ritirato, arrivando ad un contenzioso con la Fondazione (risolto con il pagamento di circa 10 milioni da parte della società calcistica). Si è rivelato anche inadeguato, secondo la valutazione finale del Comune di Milano, il progetto “Milano Alta” proposto dal raggruppamento Vitali-Stam, che si era aggiudicato la gara come secondo arrivato. Il contenzioso è ancora in corso, e questo potrebbe creare qualche intoppo per il progetto Rai, che porterebbe la firma del nuovo presidente Giovanni Gorno Tempini. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Class Cnbc, la hit parade della pubblicità in tv
Italia Oggi
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Sono di Grana Padano, Philips Hue, Breil, Calzedonia e Vodafone Shake gli spot che concorrono questa settimana alla hit parade delle migliori pubblicità, elaborata nel corso della trasmissione Marketing Media and Money, il programma di Class Cnbc (canale Sky 507) dedicato al mondo del marketing, della pubblicità e della comunicazione, in onda ogni martedì alle 21,05 (in replica mercoledì e sabato alle 10,10 e venerdì alle 13,30) e condotto da Andrea Cabrini e Silvia Sgaravatti. A rischiare il flop sono Nutella, Roadhouse, ItaliaOnline, Findus ed Air Wick Pure. Le classifiche sono elaborate in base ai giudizi di una giuria composta da studenti della laurea specialistica in marketing management dell’ Università Bocconi che spiegano ai telespettatori i motivi delle loro scelte. In studio si parla poi di antropologia e di come può aiutare a studiare, realizzare e pianificare uno spot pubblicitario. Lo spiega Alessia Zampano, consumer culture specialist. Mentre Simone Masè, ceo di Saatchi & Saatchi, presenta l’ ultimo spot studiato per Enel.
La Rai rivede il polo di Milano
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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La Rai a Milano si prepara a lasciare gli studi di via Mecenate, il cui contratto di locazione con East end studios termina il 31 dicembre 2018, e lancia una manifestazione pubblica di interesse per trovare un nuovo complesso immobiliare più vicino a corso Sempione (dove c’ è la sede principale Rai di Milano), e con una superficie lorda tra i 16 mila e i 20 mila metri quadri. In particolare i nuovi spazi dovranno ospitare: uno studio televisivo grande tra i 1.200 e i 1.500 metri quadri; tre studi televisivi medi, tra i 600 e gli 800 metri quadri; due studi piccoli (5-600 mq); spazi per uffici tra i 2 mila e i 2.500 mq; altre aree di supporto logistico e tecnico per circa 10-12 mila metri quadri. Rai è interessata a una locazione per un periodo di 6 anni+6 anni, per un complesso immobiliare che dovrà essere finito, funzionante e fruibile entro il 31 dicembre 2018. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire in Rai entro il 14 dicembre 2017. Insomma, si prova a dare una accelerata alla nuova entità Rai di Milano, e al nuovo peso politico della sede milanese nelle logiche del servizio pubblico radiotelevisivo, peso che passa anche dalla presenza di un grande polo produttivo concentrato su un’ unica area, e non disperso in studi periferici molto lontani da corso Sempione. Va detto che pure nel 2014, sotto la direzione generale di Luigi Gubitosi, la Rai lanciò analoga gara. Ma l’ iniziativa non portò a significativi risultati. Emerse solo una ipotesi sull’ area Expo di Rho Pero, che però Gubitosi, già all’ epoca, giudicò troppo defilata rispetto alla sede Rai di Milano. Nei mesi scorsi si è invece fatto un gran parlare di immobili in zona Portello, e già Gubitosi aveva definito interessanti le ipotesi di un centro di produzione Rai nell’ area di Citylife, anche se nessuno aveva avanzato proposte formali. È probabile, tuttavia, che, informalmente, ci siano stati contatti negli ultimi mesi, ma ora sarà la manifestazione di interesse pubblico a decretare l’ offerta migliore per Pietro Gaffuri, responsabile del centro di produzione tv di Milano. Negli studi Rai di via Mecenate, che vengono giudicati troppo decentrati rispetto alle mutate esigenze, si producono, attualmente, CasaMika, Detto Fatto e i programmi di Fabio Fazio. E in quegli stabili la Rai aveva trasferito parte delle sue produzioni dal 2007, con un contratto di locazione stipulato con la società East end studios. Questa azienda, specializzata nell’ affitto di spazi per eventi, è posseduta al 70% in maniera paritetica da Alda Giuliani e Marco, Davide e Mario Milana. Il restante 30% è invece controllato disgiuntamente al 15% da Alda Giuliani, e al 5% ciascuno dagli altri tre soci. Nel 2016 East end studios, con sette dipendenti, ha avuto ricavi pari a quattro milioni di euro, in netta crescita rispetto ai tre milioni del 2015, e ha chiuso l’ esercizio con un utile di 223 mila euro. Il boom di ricavi, che è proseguito anche nel primo trimestre del 2017 (+27% sullo stesso periodo 2016), è dovuto in particolare, come spiega l’ amministratore unico Luigi Cappelletti nella nota integrativa del bilancio 2016, al rapporto con Endemol, che negli altri studi di via Mecenate produce Master Chef e Master Chef celebrity (per Sky Italia), e Boom! (per Discovery Italia). © Riproduzione riservata.
Poligrafici P. stamperà Gazzetta Parma
Italia Oggi
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Sarà Poligrafici Printing a stampare la Gazzetta di Parma. Attraverso la controllata Centro Stampa Poligrafici Srl (Csp), la società presieduta da Nicola Natali ha raggiunto infatti un accordo con Gazzetta di Parma Srl che prevede, a decorrere dal 1° febbraio 2018 e per cinque anni, la stampa di tutte le copie del quotidiano nello stabilimento di produzione di Bologna con back up quello di Firenze. L’ operazione ha richiesto un investimento complessivo di circa 1,2 mln euro, necessario per adeguare gli impianti alle caratteristiche della Gazzetta di Parma. «Tale modifica tecnica ha permesso di aggiudicarci una commessa prestigiosa con l’ editore del quotidiano Gazzetta di Parma, con il quale peraltro il Gruppo Monrif stava già collaborando in altri ambiti», ha commentato Natali. «Inoltre il nuovo formato 30×44 permetterà al Gruppo Poligrafici Printing di porsi come centro di stampa poligrafica leader nel centro Italia grazie alla intercambiabilità degli stabilimenti di Bologna, Firenze e Loreto».
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Pubblicità, radio a +12%. Il fatturato pubblicitario del mezzo radio segna a settembre scorso un +11,7%, rispetto allo stesso mese del 2016. A livello assoluto il dato sfiora quota 28,6 milioni di euro, secondo l’ Osservatorio Fcp-Assoradio. «Il fatturato pubblicitario delle concessionarie radio Fcp resta saldamente col segno positivo anche a chiusura del terzo quarter», ha dichiarato il presidente Fcp-Assoradio Fausto Amorese. «Il mese di settembre, con un peso sul totale anno di circa l’ 8%, incrementa dell’ 11,7% rispetto al 2016. Considerando i primi nove mesi il progresso complessivo è del 4,2%, superiore alla media del mercato. La radio continua a crescere per il terzo anno consecutivo, consolidando il proprio ruolo da protagonista nelle pianificazioni media». Rcs, nuovi vertici a Unidad Editorial. Nicola Speroni è il nuovo d.g. area business di Unidad Editorial e Stefania Bedogni il nuovo d.g. area corporate di Unidad Editorial, editrice spagnola controllata al 100% da Rcs MediaGroup, che ha tra l’ altro in portafoglio il quotidiano El Mundo e quello sportivo Marca. Per entrambi i manager si tratta di un ritorno a Unidad Editorial: Speroni, che ha cominciato la sua carriera professionale a Tele+ prima di entrare nel 2000 in Rcs, dal 2011 si era trasferito a Madrid come direttore generale di Marca, per poi tornare nel 2013 a Milano come direttore della divisione Corriere della Sera. Bedoni, invece, ha iniziato la carriera in Mondadori per poi entrare nel 1990 in Rcs. Nel 2002 è diventata cfo della controllata francese Flammarion e nel 2007 è ritornata a Milano come controller di gruppo. Nel 2011 è arrivata a Madrid, nel ruolo di cfo di Unidad Editorial, entrando anche nel cda, per tornare due anni dopo alla sede centrale italiana. Citynews cresce in Campania con CasertaNews.it. Il Gruppo Editoriale Citynews ha acquisito la testata locale CasertaNews.it, che diventa, dopo NapoliToday.it, SalernoToday.it e AvellinoToday.it, la quarta testata campana del gruppo. Dopo il recente ingresso di FrosinoneToday e QuiComo, Citynews raggiunge quota 45 quotidiani locali digitali, oltre alla testata nazionale Today.it e alla neonata EuropaToday.it. A Novara arriva La voce. Dal 23 ottobre è online una nuova testata giornalistica locale che si chiama La voce di Novara. A dirigerla, dopo un anno passato ad aggregare nove esponenti del mondo imprenditoriale e politico locale, c’ è Ettore Colli Vignarelli, tornato al giornalismo attivo dopo un decennio passato a gestire gli uffici stampa delle amministrazioni di Provincia e Comune. Cibo a regola d’ arte, a Napoli 6 mila presenze. La kermesse del Corriere della Sera sul buon cibo ha concluso la sua prima edizione napoletana con 6 mila presenze, grazie a 11 masterclass, 8 laboratori di cucina, 23 stelle Michelin, 2 spettacoli teatrali, 2 momenti musicali, 1 reading d’ autore, 10 ore di degustazione e 30 ospiti. Fox Networks, Dance Dance Dance fa il bis. Torna con la seconda stagione Dance Dance Dance, la produzione originale di Fox Networks Group Italy che quest’ anno verrà coprodotta insieme a Tv8. Il talent show sulla danza andrà in onda da gennaio 2018 con la prima tv assoluta su FoxLife (Sky, 114) e poi in prima visione in chiaro su Tv8 (al tasto 8 del telecomando). Mondadori, prosegue acquisto azioni proprie. Arnoldo Mondadori Editore ha acquistato sul Mercato telematico azionario, nel periodo tra il 23 e il 27 ottobre 2017, 23 mila azioni ordinarie (pari allo 0,009% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di euro 2,2127 per un controvalore complessivo di 50.892,10 euro. Finora Arnoldo Mondadori Editore detiene 742 mila azioni proprie pari allo 0,284% del capitale sociale.
La filiera editoriale va ripensata per riportare i cittadini in edicola
Italia Oggi
ALESSANDRO CAROLLO
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«Quella editoriale è purtroppo una filiera disaggregata (editore-distributore-edicolante) in cui si rende necessario riportare unità, processo che necessariamente deve partire a monte, dall’ editore per arrivare a valle attraverso il ruolo fondamentale del distributore locale che tiene di fatto unito il sistema», sostengono all’ Agenzia Menta. Ma come? Esistono fondi europei che si possono utilizzare per l’ ammodernamento della rete vendita, con un bel progetto di filiera che nessuno sembra avere la volontà di perseguire, continuando invece a peggiorare la situazione. Addirittura, con l’ ultima normativa 96/2017, il settore è stato riportato a una standardizzazione di fornitura di servizi di base ai punti vendita che porterà a un’ involuzione dei punti vendita, con esito probabile di chiusura degli stessi, anziché alimentare il sistema con nuove risorse, come per esempio l’ informatizzazione oggi sempre più indispensabile e fondamentale per gestire in nuovi processi del futuro (vedere per esempio l’ accordo Fieg- Anci appena siglato e di cui anche ItaliaOggi del 3/10/17 ha dato ampio spazio). Occorre dunque una revisione della normativa, a partire dal parlamento: la commissione cultura deve prendere l’ iniziativa per creare un organo di filiera cartacea (composto da soggetti operanti nel settore) che analizzi i progetti di legge da veicolare al dipartimento dell’ editoria ed effettui una pianificazione degli interventi urgenti, come la certificazione dei distributori locali (dl, che dovrebbe essere fatta dagli editori); la certificazione dei punti vendita, che dovrebbe essere fatta dai dl, sulla base di standard qualitativi definiti dall’ organo istituzionale di filiera, che promuovano lo sviluppo del settore attraverso regole condivise, come la formazione obbligatoria del rivenditore e politiche di remunerazione basate su criteri meritocratici e riconoscimenti economici al raggiungimento di obiettivi. «L’ editore deve ridisegnare la rete distributiva, imponendo criteri qualitativi che, se non rispettati, dopo un determinato periodo di adeguamento, non consentano il permanere nella rete dei soggetti non titolati. Oggi, soprattutto nel caso di piccole realtà distributive, è indispensabile procedere a forme di aggregazione e concentramento per raggiungere obiettivi qualitativi difficilmente realizzabili da agenzie di piccole dimensioni che non riescono con i fatturati attuali più a sopravvivere in autonomia», sostengono dall’ Agenzia Menta. Insomma, quella editoriale è una filiera che oggi va ripensata con obiettivi qualitativi, per riportare i cittadini in edicola, alla riscoperta dell’ unica fonte reale dell’ espressione culturale del paese fornita dalla carta stampata. © Riproduzione riservata.
Su Class Cnbc parte Mind and Money
Italia Oggi
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Arriva su Class Cnbc Mind and Money, il primo programma televisivo sul rapporto tra soldi e cervello. Per imparare a usare la testa e a guidare le emozioni nella gestione dei risparmi e nelle scelte di tutti i giorni su investimenti e consumi. Andrea Cabrini, direttore di Class Cnbc, intervista i maestri della finanza comportamentale, la scienza che più di ogni altra spiega i risultati economici delle nostre decisioni. Ospite della prima puntata, in onda giovedì 9 novembre alle 21,05 e sempre disponibile sul sito di Milano Finanza, il professor Richard Thaler, appena nominato Nobel per l’ economia 2017. Nella sua prima intervista nel nostro paese, il professor Thaler dà i voti al portafoglio dei risparmiatori italiani, spiega i segreti del mental accounting, gli schemi mentali che governano le nostre decisioni economiche, e la teoria del «Nudge», i piccoli stimoli che ci consentono di fare le scelte giuste. Nelle prossime settimane saranno ospiti: Meir Statman, dell’ Università di Santa Clara; Terrance Odean, dell’ Università di Berkeley; Paolo Legrenzi, di Ca’ Foscari. Al centro del programma le ultime scoperte delle neuroscienze e della psicologia applicata all’ economia sui pregiudizi e sulle trappole mentali che fanno di voi i peggiori nemici dei vostri soldi. Mind and Money è in onda su Class Cnbc (Sky 507) ogni giovedì alle 21,05, in replica il venerdì alle 10,10 e il lunedì alle 14. Sempre disponibile sul videocenter di milanofinanza.it.
Giornale di Sicilia, il 64% a Gazzetta Sud
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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La Gazzetta del Sud formalizza l’ acquisto del 64% del Giornale di Sicilia. L’ operazione era stata già annunciata a inizio dello scorso agosto (vedere ItaliaOggi del 5/8/2017) e adesso viene finalizzata attraverso la Società editrice Sud (Ses, cui fa capo la Gazzetta del Sud) che prende il controllo del Giornale di Sicilia editoriale poligrafica della famiglia Ardizzone. L’ acquisizione si chiude cash + carta, con gli Ardizzone che entrano al 5% nella Ses della Gazzetta del Sud (controllata dalla Fondazione Bonino Pulejo). Si conclude quindi anche in Sicilia una fase di concentrazione editoriale che, oltre ai due quotidiani, coinvolge le tv Tgs e Rtp e le radio Rgs e Antenna dello Stretto. Sono previste sinergie sia nella stampa sia nella distribuzione ma soprattutto Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia (in tutto circa 45 mila copie vendute) avranno in comune un primo sfoglio sull’ attualità nazionale. La raccolta locale è in mano alla società Gds, quella nazionale a Rcs.
Editoria, a Ses spa il giornale di Sicilia
MF
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Firmato ieri mattina l’ accordo per l’ acquisizione da parte della Società Editrice Sud Spa, proprietaria della Gazzetta del Sud, della quota di controllo del Giornale di Sicilia Editoriale Poligrafica Spa. «La Ses Spa», si legge in una nota, «coprirà così buona parte del Mezzogiorno con una informazione completa e multimediale: due testate storiche quali Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia, le televisioni Tgs e Rtp, i siti web e le radio Rgs e Antenna dello Stretto. Il direttore editoriale e amministratore delegato di Ses – Gazzetta del Sud, Lino Morgante, e un rappresentante dell’ Italmobiliare Spa, entreranno nel Cda del Giornale di Sicilia mentre l’ editore Antonio Ardizzone diventerà azionista della Ses Spa, con una quota del 5%, e sarà cooptato nel consiglio d’ amministrazione, mantenendo le cariche di presidente dell’ Editoriale Poligrafica e di direttore del Giornale di Sicilia. La pubblicità locale di tutte testate del gruppo continuerà a essere gestita dalla Gds Media & Communication, quella nazionale dalla Rcs MediaGroup.
Poligrafici Printing si conferma leader Stamperà anche la Gazzetta di Parma
Il Resto del Carlino
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BOLOGNA IL GRUPPO Poligrafici ha concluso un importante accordo industriale che conferma la sua condizione di leadership nel campo della stampa editoriale. Poligrafici Printing spa ha infatti comunicato ieri che, per il tramite della controllata Centro Stampa Poligrafici Srl (CSP), ha raggiunto un accordo con la società Gazzetta di Parma srl per la stampa dello storico quotidiano Gazzetta di Parma, giornale leader nella città ducale. L’ accordo, che avrà decorrenza dal 1° febbraio 2018 ed avrà durata di cinque anni, prevede la stampa di tutte le copie della Gazzetta di Parma. Lo stabilimento di produzione sarà quello di Bologna con la possibilità, in caso di necessità, di utilizzare anche lo stabilimento di Firenze della Poligrafici. L’ ACCORDO ha comportato «un investimento tecnico di modifica delle tre rotative KBA Color di Bologna e Firenze (di proprietà di CSP) per adattarne la produzione al formato della Gazzetta di Parma, che diventerà pertanto alternativo all’ attuale formato dei quotidiani del gruppo», spiega in una nota Poligrafici Printing. L’ investimento complessivo, stimato nell’ ordine di 1,2 milioni di euro, si è reso necessario per adeguare gli impianti alle caratteristiche del quotidiano Gazzetta di Parma, nonché per adattarsi a quelle che sono le attuali richieste di mercato in tema di formato del quotidiano. «LE modifiche tecniche – ha spiegato il presidente di Poligrafici Printing Spa, Nicola Natali – hanno permesso di aggiudicarci una commessa prestigiosa con l’ editore del quotidiano Gazzetta di Parma, con il quale peraltro il nostro gruppo stava già collaborando in altri ambiti; inoltre il nuovo formato che le rotative potranno stampare permetterà al Gruppo Poligrafici Printing di porsi come centro di stampa poligrafica leader nel centro-Italia grazie alla intercambiabilità degli stabilimenti di Bologna, Firenze e Loreto».
Maggioni e Vespa, la Corte dei Conti indaga
Il Tempo
VALERIA DI CORRADO
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Valeria Di Corrado Il compenso da «artista» di Bruno Vespa e le trasferte pagate a Monica Maggioni per promuovere il suo libro. La Procura della Corte dei conti del Lazio vuole stabilire se dietro questi due casi, che stanno agitando il dibattito politico, si possa configurare un danno erariale per la tv di Stato. Entrambi i fascicoli sono stati affidati al sostituto procuratore Massimiliano Minerva, già titolare dell’ indagine sul contratto milionario siglato con Fabio Fazio per presentare «Che tempo che fa?». A sollevare per primo la questione sulla qualifica professionale attribuita al padrone di casa di «Porta a porta», è stato a inizio mese il presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, Roberto Fico. «C’ è un conduttore che, per aggirare la deroga al tetto ai compensi, ha un contratto da artista, pur essendo giornalista – aveva sottolineato il deputato grillino – Dall’ altra parte ci sono tantissimi giornalisti senza un contratto da giornalista in Rai. Questo è un paradosso. Quando faremo la delibera sulla par condicio proporrò che chi ha avuto la deroga al tetto ai compensi, perché ha un contratto da artista, non possa essere ricondotto sotto testata». Le regole della campagna elettorale per la tv pubblica vengono infatti definite dalla commissione di Vigilanza con la delibera sulla par condicio. Proprio per questo il parlamen tare di M5S ha minacciato di escluderei giornalisti che vengono inquadrati come artisti, dalla possibilità di ospitare nei loro programmi la «vecchia» tribuna elettorale. «Non so se la proposta del presidente Fico sarà approvata o no – aveva replicato Vespa – ma visto che ho lo stesso contratto dal 2001, temo che debbano essere annullate le elezioni degli ultimi 16 anni perché inquinate dalla presenza “artistica” di Porta a Porta in tutte le campagne elettorali». Ora stai pm delle Corte dei conti stabilire se il contratto di Vespa, co sì come è stato configurato, nasconda un danno erariale. In tal caso, la responsabilità sarebbe da addebitare ai vertici di viale Mazzini. Proprio lo scorso settembre il contratto del noto giornalista di Rai1 è stato rinnovato per altri due anni, con un taglio del 30% sul compenso. È stato il direttore generale Mario Orfeo a proporlo al cda. Il conduttore, che negli ultimi anni aveva guadagnato un milione e 930mila euro, scenderà a 1,2 milioni per lo stesso numero di puntate del talk show (120 a stagione) in onda in seconda serata. Contemporaneamente la Procura contabile del Lazio, guidata dal Andrea Lupi, dovrà far luce sulle spese per le trasferte a cui ha partecipato, tra maggio e ottobre 2015, l’ ex direttore di Rai News24 Monica Maggioni, attuale presidente della Rai, per promuovere il suo libro «Terrore mediatico» a Martinafranca, Alberobello, Fano, Fasano, Polignano, Milano, Grado, Pescassero li, Ferrara e Torino. I pm di piazzale Clodio hanno già aperto un’ inchiesta penale, sulla base dell’ esposto presentato lo scorso giugno dall’ associazione «Rai bene comune». Il suo presidente, Riccardo Laganà, aveva ipotizzato il reato di peculato a carico della Maggioni. Al momento, tuttavia, il fascicolo non contiene iscritti nel registro degli indagati. Per acquisire elementi utili alle indagini, la scorsa settimana i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Roma hanno bussare alla porta di viale Mazzini per acquisire, su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Claudia Terracina, una serie di documenti. Su questa vicenda i vertici della tv pubblica si erano già espressi formalmente rispondendo all’ interrogazione dei grilli ni: «La partecipazione ad eventi e dibattiti sul tema dell’ Isis da parte dell’ allora direttore di RaiNews24, avvenuti a seguito della sua scelta di non trasmettere più i video integrali di propaganda dell’ Isis e della pubblicazione del libro “Terrore mediatico”, fu ritenuta parte stessa di una scelta editoriale divenuta poi comune all’ azienda». L’ ostacolo all’ attività dei pm contabili potrebbe essere rappresentato dalla recente pronuncia della sezione giurisdizionale del Lazio, che ha escluso la giurisdizione della Corte dei conti nei confronti dei dirigenti generali della Rai, oltreché dei componenti del suo consiglio di amministrazione.
Corte dei conti, doppia indagine sulle spese Rai
La Repubblica
LORENZO D’ ALBERGO
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ROMA. La procura della corte dei Conti del Lazio accende di nuovo il suo faro sulla Rai e mette nel mirino due big della tv di Stato. Da una parte c’ è Bruno Vespa e il suo compenso da artista. Dall’ altra le trasferte di Monica Maggioni per la promozione del suo libro. I fascicoli sono stati affidati al viceprocuratore Massimiliano Minerva. Il pm, già al lavoro sul contratto di Fabio Fazio per la conduzione di Che tempo che fa? ora dovrà stabilire se dietro le diverse partite aperte a viale Mazzini si possa celare un danno al pubblico erario. Procedendo, ovviamente, un caso alla volta. A sollevare un vero polverone mediatico sul primo, quello che riguarda lo storico volto di Porta a Porta, è stato Roberto Fico. In più di un’ occasione il presidente grillino della Commissione di vigilanza sulla Rai si è scagliato contro Vespa, mettendo in dubbio la legittimità del suo contratto: «C’ è un conduttore che per aggirare la deroga al tetto ai compensi ha un contratto da artista, ma è un giornalista. Dall’ altra parte ci sono tantissimi giornalisti senza un contratto da giornalista in Rai. Questo è un paradosso», aveva attaccato il deputato M5S. Per poi promettere una rivoluzione nella tv di Stato: «Quando faremo la delibera sulla par condicio proporrò che chi ha avuto la deroga al tetto ai compensi, perché ha un contratto da artista, non possa essere ricondotto sotto testata». In altre parole, l’ idea dei pentastellati è quella di non concedere ai giornalisti con contratto da artista di poter ospitare politici. Di poter mandare in onda e gestire dibattiti, talk show e le care vecchie tribune elettorali di cui Rino Gaetano cantava in Nuntereggaepiù. La risposta di Vespa a Fico, condita da una buona dose di ironia, era stata immediata: «Ho lo stesso contratto dal 2001, temo che debbano essere annullate le elezioni degli ultimi 16 anni perché inquinate dalla presenza artistica di Porta a Porta in tutte le campagne elettorali». Al netto delle polemiche, il contratto del giornalista è stato tagliato del 30 per cento a settembre. Da 1,9 a 1,2 milioni per 120 puntate a stagione. Secondo caso per i pm coordinati dal procuratore regionale Andrea Lupi, le trasferte di Monica Maggioni, ex direttrice di Rai News 24 e attuale presidente Rai. Nel giro di sei mesi, tra la primavera e l’ autunno 2015, ha viaggiato tra Torino e Alberobello per presentare il suo libro Terrore mediatico. L’ inchiesta è alle prime battute, ma trova una sponda a piazzale Clodio. Già, perché la corte dei Conti e i colleghi del penale lavorano sulle stesse carte. Quelle acquisite dal nucleo di polizia tributaria di Roma della guardia di finanza. Le fiamme gialle sono piombate negli uffici amministrativi di viale Mazzini la scorsa settimana per raccogliere tutti i documenti sulle spese sostenute da Monica Maggioni. A richiederli sulla base di un esposto presentato dall’ associazione Rai Bene Comune erano stati il procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Claudia Terracina. Ipotesi di peculato, anche se per ora non c’ è alcun nome nel registro degli indagati. Insomma, si valuteranno le carte e poi si vedrà. Proprio come alla corte dei Conti, dove la Rai è sempre un tema caldo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Anche la polizia tributaria della Guardia di Finanza sta indagando sui rimborsi della dirigente PORTA A PORTA Bruno Vespa conduce il talk su Rai1 dal 22 gennaio 1996.
Assolto l’ ex presidente Inpgi mancano le prove delle accuse
Il Giorno (ed. Milano)
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È per mancanza di testimoni e di documenti a sostegno dell’ ipotesi della Procura di Milano che l’ ex presidente dell’ Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani) Andrea Camporese è stato assolto con formula piena dalle accuse di corruzione e truffa nel processo con al centro il crac della finanziaria Sopaf. Come si legge nelle motivazioni depositate ieri dal Tribunale non è stata raggiunta alcuna prova circa un presunto accordo in base al quale Andrea Toschi amministratore delegato di Adenium sgr, della galassia Sopaf avrebbe versato 200 mila euro, parte dei quali su un conto svizzero che lui stesso si sarebbe intestato, come «remunerazione» all’ allora numero uno dell’ ente di previdenza dei giornalisti in cambio degli investimenti «del valore molto ingente» che aveva «veicolato» sulla società di gestione risparmio e sul Fondo immobili pubblici (Fip). «Nessun testimone e nessun documento – è scritto – ha confortato tale assunto accusatorio» fondato esclusivamente sulle dichiarazioni di Toschi a cui mancano «riscontri precisi».