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Rassegna Stampa del 02/10/2017

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Indice Articoli

Google cambia modello per gli editori

Radio24 festeggia i 18 anni con gli ascoltatori

La radio interagisce con Internet

Caltagirone cambia pelle: finanza e più estero nel portafoglio

Viacom Italia: “Più canali e pubblicità così la tv italiana attira investimenti esteri”

Google aiuterà gli editori a vendere abbonamenti online

Addio al «patron» di Vogue e New Yorker

Da oggi sul sito la nuova economia di Repubblica.it

L’ informazione Netweek, il futuro della carta e la sfida di internet

Ecco cosa accadrà dal gennaio 2018 per uomini e donne

Giornalisti, tutti eletti al primo turno

Google cambia modello per gli editori

Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Niente più svantaggio nell’ indicizzazione sulle ricerche su Google per gli editori che hanno un loro modello incentrato sui paywall. Si chiamava “first click free” il modello che da un lato permetteva agli utenti di leggere gratuitamente alcuni articoli (almeno il primo) attraverso Google News prima di far scattare il paywall (il pagamento per visionare il contenuto), ma che dall’ altro chiedeva agli editori di mettere a disposizione almeno tre contenuti gratuiti al giorno, prima del paywall, per essere indicizzati al meglio. Google ha ufficializzato la fine del programma “first click free” e da stamattina mette agli atti una azione in tre mosse per tendere la mano agli editori, alle prese con un momento di grande incertezza dal punto di vista del business che con il tempo altro non ha fatto che esacerbare i rapporti fra publisher e Big G e in generale fra gli editori di tutto il mondo e i giganti della Silicon Valley, spesso messi all’ indice come usurpatori di contenuti senza dividere i benefici economici. In questo quadro, va detto che Facebook e Google procedono pressoché appaiati nei loro annunci volti a creare un clima disteso con gli editori. La piattaforma creata da Mark Zuckerberg ha confermato qualche giorno fa quanto annunciato a luglio, dando agli editori l’ opportunità di offrire notizie a pagamento dentro al servizio di Instant Articles su smartphone. Il colosso di Mountain View dal canto suo, che sul versante del miglioramento dei rapporti con gli editori annovera la Digital News Initiative (con cui mette a disposizione fondi per progetti innovativi degli editori, anche italiani), tende “un ramoscello d’ ulivo” con un tris di azioni. La prima è il passaggio alla policy “Flexible Sampling” da quella First Click Free, che chiedeva agli editori di fornire un minimo di 3 articoli gratuiti al giorno attraverso Google Search e Google News prima di mostrare il paywall. Il tutto con una mossa che – almeno nelle speranze dei publisher – dovrebbe portare a un aumento degli abbonamenti sui siti che richiedono una registrazioni. «In generale – si legge in una nota di Google – gli editori riconoscono che offrire alle persone l’ accesso ad alcuni contenuti gratuiti è il modo per persuaderli ad acquistare il loro prodotto. L’ approccio tipico al sampling (prova gratuita) è un modello chiamato “metering”, che consente alle persone di vedere un numero predeterminato di articoli gratuiti prima che si attivi il paywall». L’ approccio raccomandato è per un un metering da 10 articoli gratuiti al mese prima di far scattare il paywall. In aggiunta le altre due mosse: «Nel lungo periodo, stiamo sviluppando una suite di prodotti e servizi per aiutare gli editori a raggiungere nuovi lettori, far crescere gli abbonamenti e il fatturato». Il machine learning può rappresentare una chiave di volta, all’ interno di un porcesso in cui Mountain View si dice pronta a lavorare con gli editori per «capire come possiamo semplificare il processo di acquisto e rendere più semplice per gli utenti di Google sfruttare a pieno all’ interno delle diverse piattaforme Google tutti i vantaggi degli abbonamenti che hanno sottoscritto con gli editori». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Radio24 festeggia i 18 anni con gli ascoltatori

Il Sole 24 Ore

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Radio 24, l’ emittente del Gruppo 24 ORE, compie 18 anni. Era il 4 ottobre 1999 quando per la prima volta si sono accesi i microfoni della prima emittente news & talk privata nel panorama radiofonico italiano. Una radio che ha conquistato stabilmente oltre 2 milioni di ascoltatori. Ogni giorno la redazione di Radio 24 aggiorna i suoi ascoltatori sulle notizie dall’ Italia e dal mondo, offre spunti di riflessione e li accompagna sempre con le sue cifre distintive: la competenza e l’ autorevolezza dei contenuti, grazie anche a una programmazione ampia e “fresca”. Dalla cronaca all’ economia, dalla politica allo sport, ogni giorno 16 finestre informative dalle 6 alle 24, 16 ore di programmazione in diretta, dando spazio ad analisi e inchiesta, con i reportage, le breaking news e la programmazione speciale dedicata ai grandi eventi. Per festeggiare l’ importante traguardo Radio 24 invita tutti gli ascoltatori a scrivere all’ indirizzo buoncompleanno@radio24.it un pensiero sul perché amano Radio 24: diciotto di loro verranno selezionati e potranno assistere dal vivo alle dirette della radio e vivere il backstage dei programmi più amati proprio nel giorno del suo compleanno. In questi diciotto anni Radio 24 è cresciuta imparando ogni giorno a migliorarsi, trovando nuovi stimoli e dandosi nuovi obiettivi, garantendo agli ascoltatori la massima obiettività e chiarezza, perché non c’ è notizia che non possa essere spiegata e posta alla portata di tutti. In questi anni non ha mancato gli appuntamenti più importanti che hanno fatto la storia dell’ Italia e del mondo: l’ 11 settembre 2001 fu tra i primi media a dare la notizia di quello che stava accadendo a New York. Le elezioni nazionali e internazionali sono sempre state seguite con speciali in diretta “All night long”. La grande elasticità e velocità del gruppo di lavoro permette di seguire gli eventi di cronaca modificando i palinsesti in tempo reale per dare aggiornamenti e informazioni in diretta con inviati sul territorio. Eventi di rilevanza internazionale come il Forum Ambrosetti e il G7 vedono la presenza dei giornalisti e spesso degli studi da cui si trasmette in diretta. Radio 24 porta gli studi anche alle grandi manifestazioni fieristiche del made in Italy, dal Salone del Mobile a Vinitaly. E non mancano gli eventi, da quelli sportivi – Mondiali di calcio, Giro d’ Italia, Tour de France, Sei nazioni di rugby – seguiti con una programmazione speciale agli eventi dello spettacolo, come il Festival di Sanremo o il Festival del cinema di Venezia, raccontati dagli inviati della radio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

La radio interagisce con Internet

Affari & Finanza
Francesca Tarissi
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[ AXIS E NS12] A scoltare, guardare e interagire con la radio come mai si è fatto prima: è quanto promette un innovativo sistema che, interfacciando l’ infrastruttura radiofonica Fm e Dab+ con quella web e viceversa, consente all’ utente di sfruttare sei funzionalità del tutto inedite. Ideato e brevettato da Axis (www.axis.international/it/), in collaborazione col partner tecnologico NS12 SpA, il sistema sarà a breve integrato nell’ unica Radio 4G al mondo. Si tratta di un dispositivo radiofonico wi-fi, dotato di display touch e slot 4G, che garantisce l’ ascolto e la navigazione Internet, anche in assenza di segnale Fm/Dab+. Senza alcuna interruzione del programma seguito, diventerà così possibile effettuare l’ acquisto immediato dell’ oggetto del quale sta passando on air lo spot pubblicitario, partecipare a giochi in tempo reale o farsi autorizzare per la visione in streaming di concerti ed eventi live a pagamento. Mediante la funzione “Cross su emittente radiofonica”, per esempio, durante l’ ascolto di un brano su Spotify, Apple Music ecc, il sistema attiva un microfono in stile Shazam, che identifica l’ artista e attiva una serie di link alle radio che mettono a disposizione le playlist di quell’ autore. E mentre l’ utente riceve la playlist richiesta, il “Click da cross per continuous artist” fa sì che il sistema invii all’ utente solo pubblicità in linea con i suoi gusti musicali, trasformando il contenuto pubblicitario in informazione. In caso si voglia poi seguire un dato concerto ma non si abbia la possibilità di recarsi nel luogo dell’ evento, il “Click da cross per live streaming” permette di munirsi di ticket pay per view dalle biglietterie on line e seguirlo da casa o ufficio in diretta video. Il “Click da cross per play” è riservato all’ aspetto prettamente ludico: si tratti di partite di calcio, incontri sportivi o game, durante la visione o l’ ascolto, cliccando su un pulsante, l’ utente può scegliere di essere indirizzato al sito web corrispondente, interagendo in vari modi. All’ e-shopping, invece, provvede il “Click da commercial button”. Durante la pubblicità di una trasmissione radiofonica, il sistema fa apparire sul display touch della radio un pulsante che consente l’ acquisto del prodotto reclamizzato. Nel caso delle smart tv, lo stesso pulsante può essere attivato dall’ utente premendo un tasto del telecomando, in modo da approdare alla pagina web giusta sullo smartphone o sul televisore stesso. Infine riservata alle emittenti radiofoniche, la funzione “Radio Remarketing” consente alle stazioni radio d’ inviare spot audio o audiovideo in target e on demand, sulla base delle preferenze dell’ utente. “Dopo anni di sviluppo”, dice Paolo Novelli, Ceo di Axis srl e ideatore della Radio 4G, “siamo convinti che il nostro sistema risponda perfettamente alle richieste di immediatezza e interattività degli utenti: siamo in procinto di rivoluzionare l’ universo della radiodiffusione da un punto di vista funzionale e commerciale”. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dispositivo garantisce l’ ascolto e la navigazione Internet, Acquisti, playlist, giochi in tempo reale o streaming di concerti ed eventi live diventano facili.

Caltagirone cambia pelle: finanza e più estero nel portafoglio

Affari & Finanza
Sara Bennewitz
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segue dalla prima S tesso concetto per le utility, dove una quota non liquida e ingessata dentro Acea (la cui partecipazione si è ridotta al 5%), è stata convertita nel 3,5% del colosso francese Suez. La famiglia Caltagirone è entrata nel cda del gruppo transalpino, candidandosi a diventare il secondo azionista dato che progressivamente potrà salire fino al 6% e parallelamente, a tendere, dovrebbe rigirare ai francesi anche quel 5% di Acea che ad oggi è ancora in mano alla dynasty romana. Il principio che vale per le partecipazioni, vale anche per le aziende non quotate, come la Vianini Lavori che ha appena acquisito una commessa da 400 milioni a Stoccolma, e per quelle quotate tra cui la principale, Cementir, ha appena tagliato tutti i ponti con l’ Italia. Luci e ombre Nel 2015 Caltagirone ha ritirato dalla Borsa Vianini Lavori con un’ Opa che ha avuto successo a metà, non essendo riuscita a procedere al ritiro dal listino (squeeze out) prima di pagare un congruo dividendo ad alcuni soci come Fidelity. Nel 2017 è stata la volta di un’ Opa volontaria sulla Caltagirone Editore. L’ operazione è partita in salita, e nonostante un rilancio del 22% sul primo prezzo offerto, ha raccolto adesioni minime e pertanto non ha avuto successo. Anche in questo caso lo stop è stato causato dall’ ingresso di un grosso investitore, il fondo Amber – che avrebbe rastrellato una quota vicina al 9% con l’ obiettivo di ottenere un prezzo più alto. Era andata meglio nel 2016. Il riassetto della Vianini Industria, trasformata da holding industriale in società immobiliare, aveva permesso di inglobare i cespiti della ex Domus, che non aveva trovato il gradimento del mercato nel 2015, quando ne ra stata tentata la quotazione. Nonostante l’ opposizione di un fronte di soci pari al 10% del capitale al cambio di oggetto sociale, la richiesta del diritto di recesso e l’ avvio di una causa risarcitoria l’ operazione si è conclusa positivamente. Adesso in Borsa c’ è una sola Vianini , che da azienda liquida con alcuni cespiti a reddito, si è trasformata in una società che ha assorbito i debiti di Domus e ed è impegnata in investimenti nello sviluppo immobiliare. Fatto sta, che a guardare i numeri delle varie società quotate della galassia che si dipana dalla capogruppo Caltagirone Spa, tutte le aziende sono sottovalutate per vari motivi. Perchè? Valore nascosto Un trait d’ union che accomuna tutte le aziende del gruppo è che hanno un flottante inadeguato ad attrarre gli investimenti dei grossi fondi (come ha dimostrato il caso della Vianini Lavori). Si parte dalla capogruppo. Il flottante della Caltagirone Spa è ridotto al 12,4%, sale al 18% nel caso della Vianini, al 29% di Cementir e al 33% della Caltagirone Editore. Quindi su quattro aziende quotate il gruppo è sempre padrone di oltre due terzi del capitale ed esercita perciò un presidio forte sulle aziende, sui vertici e sui cda, dove spesso la famiglia è largamente rappresentata. Questa governance familiare di direzione e coordinamento è un altro fattore che preclude la possibilità di attrarre nel capitale investitori qualificati. Nel cda della capogruppo Caltagirone Spa ci sono 6 familiari su 10 consiglieri. Non c’ è da stupirsi quindi se tutta la società, che peraltro non ha debiti, capitalizza meno di Cemen-tir, che è solo uno dei tanti asset del gruppo. Nella semestrale della Caltagirone Spa si legge infatti che «la capitalizzazione in Borsa al 30 giugno, pari a 323 milioni risulta inferiore al patrimonio netto di competenza del Gruppo di 1 miliardo », e quindi «significativamente distante dalla valutazione basata sui fondamentali ». E questo secondo la società sarebbe da giustificarsi alla luce del fatto che «il mercato sconta il costo della struttura di holding e attribuisce una diseconomia gestionale rispetto all’ acquisto dei singoli asset sottostanti, che, separatamente considerati, esprimono valori intrinseci superiori alle loro quotazioni di Borsa». È un fatto che attualmente la holding sia trattata ad uno sconto del 70% sul valore degli asset netti detenuti, Ed anche la miniholding Caltagirone Editore da mesi vale meno della liquidità che possiede. Fondi in manovra Il rapporto tra il gruppo Caltagirone ed alcuni fondi non è sempre idilliaco. Prendiamo il caso dell’ Opa sulla Caltagirone Editore. Secondo l’ analisi di alcuni fondi azionisti con il 4,4% del capitale, tra azioni proprie (2,3 milioni di titoli), liquidità (134 milioni di euro), partecipazioni immediatamente liquidabili come la quota in Generali (altri 83 milioni), immobili (60 milioni di euro ai prezzi di costo) e l’ attività editoriale valutata per due quinti rispetto ai valori di bilancio (100 milioni su 250) la valutazione prudenziale suggeriva un prezzo di 3,85 euro per azione. L’ Opa promossa dalla famiglia Caltagirone era arrivata a offrirne 1,22. Secondo i fondi pertanto era inferiore del 70% rispetto al loro valore. Qui è sceso in campo Amber Capital, fondo attivista già entrato a gamba tesa in diverse partite tra cui Parmalat, convinto di valorizzare al meglio l’ investimento. Amber è una vecchia conoscenza del gruppo Caltagirone, dato che a cavallo tra il 2005 e il 2006, aveva già incrociato le strade di Vianini Industria e Vianini Lavori. Nessun grande fondo si è invece finora fatto vivo sulla Vianini, e così il neo-gruppo immobiliare vale infatti in Borsa poco più degli 1,21 euro offerti un anno fa come prezzo per esercitare il diritto di recesso dall’ avventura Domus. E mentre la Consob ha acceso un faro sull’ operato del collegio sindacale e ha in corso una sanzione amministrativa per l’ operazione del 2016, Vianini questanno ha già affittato la metà del portafoglio dei suoi 1.480 appartamenti destinati alla locazione, e iniziato a dismettere una quarantina di appartamenti. Il grosso dell’ attività immobiliare si perfezionerà tra fine 2017 e il 2018. Acquisizioni future Infine, anche Cementir, vero fiore all’ occhiello del gruppo nonché maggiore delle società controllate dalla famiglia, è sottovalutata in Borsa. Il gruppo ha peraltro appena perfezionato la cessione delle attività italiane liberando 315 milioni di risorse per investire ancora di più all’ estero. E così l’ indebitamento finanziario netto a fine 2018 dovrebbe essere pari ad appena a 0,5 volte il margine operativo lordo atteso. Forte di questa solida posizione finanziaria la conglomerata guidata da Francesco Caltagirone Jr potrebbe fare un’ operazione da 700-800 milioni per espandere ulteriormente la propria attività. Gli stabilimenti che ha appena ceduto alla Italcementi (che fa capo a HeildebergCement) a fronte di un fatturato 2016 pro forma di circa 136 milioni, quest’ anno dovrebbero apparire per l’ ultima volta sul bilancio di Cementir per circa 30 milioni. E in attesa di future acquisizioni di successo, come quella fatta in Belgio, gli analisti di Mediobanca hanno portato il giudizio sul titolo a neutrale con un target di 6,4 euro. Più generosa la valutazione di Fidentis, che consiglia di acquistare le azioni fino al prezzo di 8,9 -9,3 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nella foto, un’ immagine di Fonte Laurentina, nuova area di espansione edilizia a Tor Pagnotta, periferia sud di Roma; sotto Francesco Gaetano Caltagirone.

Viacom Italia: “Più canali e pubblicità così la tv italiana attira investimenti esteri”

Affari & Finanza
Stefano Carli
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[ L’ INTERVISTA / 1] Roma 2017 è stato un annus mirabilis per la tv italiana: mai come quest’ anno sono stati lanciati tanti nuovi canali da quando c’ è il digitale terrestre: ne sono già partiti 3, entro fine anno ne arriveranno altrettanti: Alpha di De Agostini e il nostro Spike, più uno di Mediaset. E va detto che a parte quest’ ultimo, di tutti questi nuovi canali saremo noi a curare la raccolta pubblicitaria». Andrea Castellari, ad di Viacom Italia, che vuol dire canali come Paramount, Mtv, Vh1, Nickelodeon o Comedy Central, rimarca che in Italia la tv ha ripreso a crescere come raccolta pubblicitaria, che sul mercato c’ è attivismo specie da parte di grandi gruppi esteri, che lo scenario è positivo, ma quello che lo soddisfa di più sono ovviamente le ultime operazioni targate Viacom. Ha appena rilevato il tasto 49 del telecomando (oggi è più importante la posizione nelle numerazione delle frequenze, che si affittano ormai a costi ragionevoli) ossi a quello dove finora c’ è stato il canale Fine Living, e a fine ottobre ci lancerà il nuovo canale targato Viacom, ossia Spike, con contenuti misti, film, serie e factual. Ha poi rilevato da De Agostini il 50% del canale per bambini- adolescenti Super (a cui fornisce già una buona quantità di contenuti). Con queste due operazioni, soprattutto con Spike, la quota di audience targata Viacom inizia ad avvicinarsi a quella delle tv del gruppo Cairo, La7 e La7d». Puntate al sorpasso? «Lasciamo stare le classifiche. Quello a cui puntiamo è di consolidare Viacom Italia tra i primi operatori tv del paese. Siamo una realtà in crescita. Stiamo investendo molto attraverso una ricca offerta pay grazie alla collaborazione con Sky, partner fondamentale, e con una selezionata offerta in chiaro. Ma non solo sul fronte dei contenuti ». Cioè? «Stiamo lavorando per rafforzarci sul mercato della raccolta pubblicitaria. Un mercato che ha ripreso a crescere. E soprattutto sta crescendo la raccolta dei nuovi canali, quelli nati con il digitale, quelli che sono oltre il tasto numero 20 del telecomando per dire. Sono canali tematici, verticali, ciascuno con le proprie peculiarità (film o serie, sport, crime, factual, cibo, cucina arredamento, stili di vita) Sono tutti contenuti che ci differenziano dalla vecchia tv generalista ereditata dall’ era analogica e che pubblicitariamente funziona bene, perché raggiunge target definiti. Per questo piacciono agli inserzionisti, per questo il mercato italiano, che è uno dei più aperti d’ Europa, sta attirando nuovi giocatori. c’ è molto fermento. De Agostini lancia un nuovo canale, il gruppo Scripps, che è stato appena acquisito negli Usa da Discovery, ha venduto a noi Fine Living ma si rafforza su Food Network. La stessa Sony è sbarcata sul digitale terrestre italiano lo scorso maggio con il canale per bambini Pop e ora appena lanciato un secondo canale, Cine Sony, ovviamente dedicato ai film della sua library». In che modo vi coinvolge tutto ciò? «Perché noi, con la nostra concessionaria Viacom Media, raccogliamo pubblicità per tutti questi canali. Siamo la maggiore concessionaria non captive in Italia, nel senso che raccogliamo non solo la pubblicità per i nostri canali ma anche per terzi. Puntiamo ad avvicinarci in tempi brevi al quarto operatore qui sul mercato italiano, Discovery. Sky ma soprattutto Publitalia, la concessionaria di Mediaset e Rai Pubblicità sono ancora distanti. Troppo». E’ una polemica? «Voglio solo sottolineare che mentre l’ audience italiana si è ‘democratizzata’ molto negli ultimi anni, la raccolta pubblicitaria è ancora molto, troppo polarizzata sui due maggiori attori. Bastano due numeri: i canali generalisti di Rai e Mediaset assieme fanno il 55% degli ascolti ma il 70% della raccolta pubblicitaria. Nonostante che Rai, beneficiando del canone, abbia gli affollamenti contingentati Questo dato configura il nostro mercato in modo un po’ anomalo. Di solito chi fa grandi numeri di ascolto fa anche grandi numeri di raccolta di spot, ma il costo procapite di uno spettatore dovrebbe andare a scendere. Tanto più che i grandi numeri oggi li fa ancora la tv generalista, che ha però una audience anziana. Su Rai, per dire, il 57% del pubblico ha oltre 60 anni e sta davanti alla tv anche più di 7 ore al giorno. Noi invece puntiamo con decisione al pubblico tra i 25 e i 54 anni. Che è un pubblico pregiato ma difficile». Perché? «Perché sono i cosiddetti ‘light explorative viewer’, perchè vedono meno tv degli anziani, e poi perché sono velocissimi nel cambiare canale, catturare la loro attenzione è una alchimia complicata. Ma è il pubblico che piace agli investitori pubblicitari ed è a caccia di questo pubblico che arrivano sempre nuovi investimenti dall’ estero. Noi, per dire, potremmo facilmente aumentare gli ascolti del nostro canale Paramount riposizionandone il palinsesto verso una audience più anziana. Ma non ci conviene perché economicamente non funzionerebbe più bene come ora». È per questo che siete così preoccupati del decreto a firma del ministro del Mibact Dario Franceschini? Cosa contestate, voi di Viacom ma anche tutto il sistema dei broadcaster italiani, visto che avete firmato una posizione comune, tutti assieme? «La situazione italiana si è aggiustata sulla regolamentazione corrente e tutto il mercato delle produzioni si è uniformato. Quello che si contesta è l’ aver disegnato un progetto che non tiene conto del fatto che dietro a quello che si manda in onda c’ è un modello di business che non può essere stravolto. Centinaia di milioni di investimenti in acquisto di contenuti anche italiani, di uffici, di tecnologia, di team e di lavoro in fumo. Il business della tv è difficile, si lancia un canale, si accetta il rischio e se va bene si arriva a breakeven dopo anni. E sono tutti investimenti trasparenti, di aziende che qui in Italia pagano le tasse. In questo contesto la pressione governativa per valorizzare e promuovere i contenuti europei e soprattutto italiani deve essere pensata a partire dall’ operatore pubblico, garantito dal canone, attraverso la giusta flessibilità e gradualità per gli operatori ma anche forme innovative di aiuto come agevolazioni fiscali … altrimenti il rischio per tutti è il fallimento e basta». E cosa resterebbe sul mercato? «A quel punto solo lo streaming via web: Netflix, Amazon e Facebook ». © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrea Castellari ad di Viacom Italia, Medio Oriente e Turchia visto da Massimo Jatosti Sopra, un frame dagli Mtv Music Award Italia e il logo della Paramount che dà il nome ad uno dei canali Viacom.

Google aiuterà gli editori a vendere abbonamenti online

La Stampa
BENIAMINO PAGLIARO
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Google vuole aiutare gli editori di tutto il mondo a vendere più abbonamenti online e supportare così il giornalismo che vive una delicata era di transizione verso l’ ambiente digitale. Per farlo, il motore di ricerca metterà a disposizione degli editori una serie di strumenti che possano rendere più semplice vendere gli abbonamenti digitali. Può apparire un paradosso ma Google, che incassa quasi 90 miliardi di dollari all’ anno dalla pubblicità digitale dei propri servizi, compie questa scelta perché dall’ industria editoriale, spiegano, «arriva il segnale che la pubblicità da sola non può più sostenere il modello economico del giornalismo». La decisione fa parte di una strategia di collaborazione che Google attua da anni dopo qualche incomprensione e attrito con il settore. «Le persone usano Google per cercare contenuti di qualità e il nostro lavoro è aiutarli a trovarli», dice il vicepresidente della società con delega alle News, Richard Gingras. Ma le novità arrivano nello stesso periodo in cui le piattaforme che organizzano i contenuti online, inclusa Google, sono sotto accusa per non aver vigilato a sufficienza sulla diffusione di notizie false, in particolare negli Stati Uniti nel corso dell’ ultima campagna presidenziale che ha visto vincere Donald Trump. Anche Facebook sta lavorando a un piano per vendere abbonamenti ai contenuti. Il primo strumento messo a disposizione degli editori è un nuovo metodo che consenta ai siti d’ informazione a pagamento di mostrare agli utenti una prova gratuita, decidendo autonomamente il numero degli articoli visibili gratuitamente prima di convincere l’ utente ad abbonarsi. Il secondo strumento, probabilm ente il più interessante, sfrutterà le tecnologie di Google per consentire agli editori di conoscere meglio i propri lettori, definendo i gruppi che a giudicare dal loro comportamento online dovrebbero essere più propensi ad abbonarsi. Google offrirà poi agli editori la possibilità di usare il proprio sistema di pagamento per velocizzare l’ esperienza di acquisto, senza applicare una commissione e garantendo il completo accesso ai dati degli utenti. Infine, i risultati di ricerca di Google e la sezione Google News potranno mettere in evidenza gli articoli della testata a cui l’ utente è abbonato, garantendo così una più alta percezione del valore dell’ abbonam ento. @bpagliaro BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

Addio al «patron» di Vogue e New Yorker

Corriere della Sera

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Samuel Irving Newhouse Jr, noto anche con lo pseudonimo S. I. Newhouse, è morto ieri all’ età di 89 anni. È stato per molto tempo numero uno dell’ impero di Condé Nast, editore, fra l’ altro, di prestigiose riviste come The New Yorker, Vogue e Vanity Fair. Sotto la sua direzione, Condé Nast è stata rilanciata acquisendo quell’ aura di glamour che caratterizza le sue pubblicazioni. A S.I. Newhouse si devono infatti le assunzioni di Tina Brown a Vanity Fair e Diana Vreeland e Anna Wintour a Vogue. Il valore delle sue ricchezze è stato stimato attorno agli otto miliardi e mezzo di dollari americani. Fino a ieri era considerato il magnate dell’ editoria più ricco e il trentasettesimo negli Stati Uniti. Ha studiato alla Horace Mann School di New York. L’ atto più importante di filantropia di Newhouse è stata la donazione di 15 milioni di dollari alla Syracuse University .

Da oggi sul sito la nuova economia di Repubblica.it

La Repubblica
DATI MACRO
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IL WEB. IMPAGINAZIONE AGGIORNATA E CONTENUTI AMPLIATI NELLA SEZIONE FINANZIARIA, ONLINE DALLE 12. NEWS E VIDEO IN LINGUA INGLESE CON BLOOMBERG MILANO. «Mi conviene accedere all’ Anticipo pensionistico e lasciare il lavoro o perdo troppi soldi? ». «Ho disdetto il contratto del telefono, ma l’ operatore mi chiede di pagare un recesso salato perché non ho spedito una raccomandata, come era specificato in un codicillo nel regolamento: come posso difendermi?». Sono alcune delle domande che ci poniamo nella vita di cittadini e consumatori. Domande alle quali i lettori di Repubblica potranno trovare risposta. La sezione di Economia&Finanza con Bloomberg di Repubblica. it si rinnova nel look e nei contenuti, mantenendo fermo l’ obiettivo di offrire un’ informazione snella e aggiornata, al fianco di approfondimenti e articoli di servizio. La nuova home page è online da oggi a mezzogiorno. Viviamo in un mondo in cui le parole sussurrate da un governatore centrale pesano sulla rata del mutuo, scenari macroeconomici e problemi quotidiani dialogano di continuo. Ecco perché sbarca sul sito lo spazio «Diritti e consumi», nel quale i lettori possono sottoporre agli esperti di Repubblica i quesiti su Lavoro, Pensioni, Trasporti, Fisco, Energia, Famiglia, Diritti dei consumatori, Casa, Banche e Assicurazioni, Telefonia. Negli anni dell’ Industria 4.0, con la nuova rivoluzione che bussa alle porte delle fabbriche, le questioni del lavoro conquistano la ribalta con una sezione dedicata. Così come i dati macroeconomici dell’ Italia e dei Paesi del G20, facilmente reperibili in uno spazio ad hoc: un prontuario per decifrare perché gli «zero virgola» hanno tanto peso nella dialettica con la Ue. Le inchieste e gli approfondimenti del settimanale economico di Repubblica, Affari& Finanza, trovano posto accanto alla cronaca di tutti i giorni. Infine, lo sguardo internazionale: arriva una finestra in lingua inglese con gli articoli e i contenuti multimediali della rete Bloomberg. ©RIPRODUZIONE RISERVATA DIRITTI E CONSUMI Dieci specialisti rispondono alle domande che i lettori di Repubblica.it potranno inviare in redazione Uno sguardo aggiornato sull’ andamento delle variabili macroeconomiche dell’ Italia e degli altri grandi Paesi.

L’ informazione Netweek, il futuro della carta e la sfida di internet

Giornale di Lecco

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MERATE (ces) Formazione doveva essere e formazione è stata. Uno dei punti cardine su cui intende puntare Netweek Spa nell’ immediato futuro è proprio la formazione dei suoi giornalisti e dei suoi venditori. L’ amministratore delegato di Dmedia Group, Mauro Albani, l’ aveva sottolineato solo una settimana prima durante la convention aziendale; e subito si è dato applicazione al primo corso. Sabato 23 settembre, nella sede di Merate, si sono ritrovati ben 130 giornalisti. Tema del corso: “Netweek: il sistema editoriale e la nuova piattaforma web”. «Era da tempo che ripetevo ai vostri direttori: facciamo formazione – ha detto Albani introducendo il corso – Oggi, finalmente partiamo. Voglio che sia la prima tappa di un percorso costante che vi permetta di essere sempre all’ altezza del lavoro che siete chiamati a svolgere». Insomma, l’ obiettivo, per dirla alla giornalista, è «stare sul pezzo». E i temi affrontati andavano proprio in questo senso: un’ introduzione a cura del direttore editoriale Angelo Baiguini sul tema “Le nuove sfide: la notizia tra carta e web”, lo sviluppo delle modalità operative illustrate da Roberto Negri che ha parlato di “Sistema editoriale: conoscerlo e utilizzare tutte le sue funzioni”, e le novità sul fronte web spiegate da Gianluca Papa, con un intervento dal titolo: “I siti e l’ integrazione carta web: le nuove frontiere di Netweek”. Un percorso di crescita dei giornalisti come quello dell’ azienda, di cui ha parlato ancora Albani: nuove iniziative editoriali, cinque nuove testate in Veneto, l’ avvio di 22 portali internet, il progetto ambizioso degli allegati verticali. «L’ azienda guarda ai risultati, sorprendenti, che altri editori non stanno ottenendo, anche in edicola nonostante le difficoltà del settore», ha aggiunto l’ amministratore delegato, che ha concluso con un incoraggiamento: «Massima serenità, io lo sono! Tutti dobbiamo metterci impegno, e sono convinto che potremo raggiungere ottimi risultati».

Ecco cosa accadrà dal gennaio 2018 per uomini e donne

Messaggero Veneto
DAVIDE VICEDOMINI
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di Davide VicedominiDal primo gennaio 2018 tutti i lavoratori e le lavoratrici accederanno alla pensione di vecchiaia al perfezionamento di 66 anni e 7 mesi di età. Non ci sarà, quindi, più alcuna distinzione tra uomini e donne. Ma la speranza di vita, introdotta a partire dal 2013 come requisito anagrafico utile per l’ accesso alla pensione, ha allungato ulteriormente i tempi. Così i nati dal 1980 in poi dovranno lavorare almeno fino a 70 anni per raggiungere l’ agognata prestazione. Almeno, dicevamo, perché le stime di vita sono destinate progressivamente a innalzarsi e quindi i dati successivi al 2018 (vedi tabella) sono passibili di scostamenti rispetto ai valori esposti. Dalla Legge Fornero a oggiLa pensione di vecchiaia è quella prestazione erogata dall’ assicurazione generale obbligatoria, dai fondi a essa sostitutivi, esclusivi o esonerativi, nonché dalla gestione separata dell’ Inps al compimento di una determinata età anagrafica unitamente al possesso, di regola, di almeno 20 anni di contributi. Dal primo gennaio 2012 la legge Fornero ha inasprito in generale i requisiti di accesso fissandoli a 66 anni per gli uomini (dipendenti e autonomi) e per le lavoratrici del pubblico impiego; a 62 anni per le dipendenti del settore privato; a 63 anni e 6 mesi per le autonome e la parasubordinate. Riguardo a queste ultime, però, la riforma ha previsto un innalzamento graduale dei requisiti anagrafici con l’ obiettivo di parificare l’ età pensionabile tra uomini e donne entro il 2018. L’ innalzamento è avvenuto con due scatti nel 2014 e nel 2016, pari ciascuno a un anno e sei mesi per le lavoratrici dipendenti, di un anno ciascuno per le autonome e le parasubordinate. Nel 2018 l’ adeguamento si completerà con un ulteriore scatto di un anno per le dipendenti del settore privato e di sei mesi le autonome e le parasubordinate, cosicché tutti andranno in pensione al perfezionamento di 66 anni e 7 mesi di età. La speranza di vitaI requisiti sopra esposti sono soggetti, come detto, a partire dal primo gennaio 2013, agli adeguamenti alla speranza di vita che hanno già prodotto un ulteriore slittamento, per tutti i lavoratori sia donne che uomini, sia dipendenti che autonomi, pari a 3 mesi nel 2013 e di altri 4 mesi dal primo gennaio 2016. Il prossimo adeguamento, la cui entità non è ancora nota in via ufficiale, è previsto dal 2019. Successivamente a tale data l’ adeguamento avverrà ogni due anni. Ciò interessa in linea generale tutte le prestazioni erogate dalla previdenza pubblica obbligatoria. Si pensi, in particolare, alla pensione di vecchiaia, all’ anticipata, all’ opzione donna, ai lavoratori derogati dalla legge Foriero, al comparto difesa e sicurezza, ma anche all’ assegno sociale. Con la legge 232/2016 i futuri quattro adeguamenti (2019, 2021, 2023 e 2025) non trovano, invece, applicazione nei confronti dei lavori usuranti. Gli adeguamenti alla speranza di vita non trovano applicazione, di regola, anche nei confronti degli enti previdenziali privatizzati, le casse professionali (unica eccezione l’ Inpgi, la cassa dei giornalisti), in quanto tali enti non risultano non risultano destinatari né della riforma del 2010 né della legge Fornero. Il sistema retributivoVediamo dunque di riassumere le condizioni attualmente vigenti per l’ accesso alla pensione di vecchiaia, che si distingue tra sistema retributivo o misto e contributivo. I lavoratori dipendenti del settore privato o del settore pubblico, nonché gli autonomi che possono vantare contribuzione al 31 dicembre 1995 e che, quindi, rientrano nel sistema retributivo o misto hanno potuto accedere alla prestazione di vecchiaia, dal primo gennaio 2016, al perfezionamento di 66 anni e 7 mesi. Tale requisito è stato richiesto anche alle lavoratrici del settore pubblico. Alle dipendenti del settore privato sono stati richiesti requisiti di un anno inferiori pari a 65 anni e 7 mesi mentre le lavoratrici autonome hanno perfezionato l’ operazione a 66 anni e 1 mese. Dal primo gennaio 2018 comunque tutti i lavoratori e lavoratrici accederanno alla prestazione di vecchiaia a 66 anni e sette mesi. Unitamente al requisito anagrafico sopra descritto è necessario vantare, congiuntamente, almeno 20 anni di contribuzione, a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’ assicurato (da lavoro, riscatto, volontaria e figurativa)I “quindicenni”Resta salva la possibilità per alcuni lavoratori di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi. L’ Inps ha chiarito infatti che resta in vigore, anche dopo la riforma Fornero, la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi. Riguarda lavoratori con attività discontinue (servizi domestici e familiari, lavoratori agricoli, lavoratori dello spettacolo). Gli interessati alla deroga devono tuttavia perfezionare il requisito anagrafico previsto dalla Legge Foriero. Il sistema contributivoI lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre dal primo gennaio 1996, possono ottenere la pensione al perfezionamento dei medesimi requisiti anagrafici e contributivi previsti per i lavoratori nel sistema retributivo o misto sopra descritto. Tuttavia, a differenza di questi, per conseguire il diritto, oltre alla presenza del requisito contributivo di 20 anni e del requisito anagrafico, devono ulteriormente soddisfare il requisito di avere un importo della pensione superiore a 1, 5 volte l’ importo dell’ assegno sociale. In caso contrario possono accedere al trattamento di vecchiaia al compimento di 70 anni di età con almeno 5 di contribuzione “effettiva” (cioè obbligatoria, volontaria e da riscatto) – con esclusione della contribuzione accreditata figurativamente a qualsiasi titolo – a prescindere dall’ importo della pensione. Anche il requisito anagrafico di 70 anni è soggetto agli adeguamenti in materia di stima di vita (nel 2018 sono quindi necessari 70 anni e 7 mesi). Come funziona l’ ApeL’ anticipo finanziario a garanzia pensionistica (Ape) è entrato in vigore dal primo maggio 2017. La misura serve a raggiungere la pensione. Tre le prestazioni previste: l’ Ape volontaria, ovvero il prestito erogato da una banca, da restituire (il decreto attuativo, come sottolineano anche dal patronato Inas Cisl, non è ancora stato pubblicato, comprese pure le circolari interpretative); l’ Ape sociale, ovvero l’ indennità pagata dallo Stato, corrisposta ad alcune categorie di lavoratori in situazioni di disagio; e la pensione per lavoro precoce, ovvero la possibilità per chi ha iniziato a lavorare presto, di accedere alla pensione anticipato con meno anni di contributi. Per l’ Ape volontaria bisogna avere raggiunto i 63 anni, con almeno 20 anni di contributi e avere un importo della pensione almeno 1,4 volte al netto della rata di ammortamento. La prima rata si paga con il primo rateo della pensione e avrà durata di 20 anni. L’ Ape sociale riguarda, invece, i disoccupati senza più diritto alla relativa prestazione da almeno tre mesi; gli invalidi almeno al 74%; i lavoratori dipendenti che svolgono da almeno 6 anni lavori pesanti; i soggetti che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente convivente di primo grado di handicap grave. Bisogna però avere raggiunto i 30 anni di contributi per chi è disoccupato o è invalido o assiste parenti disabili, 36 anni per chi svolge lavori pesanti. In questo caso l’ indennità è erogata dallo Stato per 12 mesi. Per tutte queste ultime categorie di beneficiari è possibile anche accedere alla “pensione per lavoro precoce” con almeno 41 anni di contributi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Giornalisti, tutti eletti al primo turno

Il Roma

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NAPOLI. Giornalisti campani alle urne con le elezioni del nuovo Consiglio regionale e dei consiglieri nazionali. Sono stati tutti eletti al primo turno, avendo superato il quorum previsto. Ecco gli eletti del consiglio regionale: i professionisti Ottavio Lucarelli, Paolo Mainiero, Vincenzo Coli moro, Vincenzo Esposito, Titti Improta e Pino De Martino; i pubblicisti Mimmo Falco, Salvatore Campitiello e Massimiliano Musto. Revisori dei conti: i professionisti Francesco Marolda e Concita De Luca; il pubblicista Francesco Ferraro. I neo consiglieri nazionali eletti sono Carlo Verna e Antonio Sasso per i professionisti e Alessandro Sansoni per i pubblicisti.


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