Indice Articoli
I produttori: rischi sui diritti online
I maxi investimenti nel brand pesano sull’ utile di Chanel
Uk, Murdoch chiude Fox News e gioca le sue carte per Sky
Chessidice in viale dell’ Editoria
Il Guardian lancia la sua fondazione non profit
Save, Abertis e Caltagirone i soci sperano in un rilancio
«La Verità» vicina ai lettori anche su Twitter
L’ Unità non c’ è più e anche le Feste non stanno troppo bene
I produttori: rischi sui diritti online
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Pagare un prezzo per lo sfruttamento dei diritti in un solo Stato, ma con la possibilità di offrire la visione dell’ opera online in simulcast o catch-up anche in tutti gli altri Paesi della Ue. L’ industria dell’ audiovisivo è in allarme per i contenuti di una proposta di Regolamento Ue: la “SatCab” che sarà votata a fine settembre in Commissione Affari Giuridici del Parlamento europeo. Se ne parlerà domenica in un incontro organizzato da Anica e dell’ associazione 100Autori, nell’ ambito della 74esima edizione del Festival del Cinema al via da oggi a Venezia. «L’ importanza di questo dossier – spiega al Sole 24 Ore il presidente Anica, Francesco Rutelli – è enorme per tutta la filiera audiovisiva europea. Si sta rischiando, attraverso un Regolamento che diventerebbe immediatamente operativo in tutti gli Stati membri, senza alcuna proposta sostitutiva, di cancellare di colpo un modello di business che ha dimostrato di funzionare bene, soprattutto per le opere europee». La proposta, dice Marco Chimenz, produttore di Cattleya e presidente European Producers Club «nasce con un obiettivo politico senz’ altro attraente, ma perseguito con uno strumento pericoloso per l’ industria audiovisiva tutta, nelle sue varie componenti, e a cascata per gli utenti che si troverebbero a fare i conti con una scelta di prodotto impoverita». Tutto ruota attorno al principio di “esclusiva territoriale”: il diritto esclusivo di sfruttare commercialmente le opere audiovisive (film, serie Tv, documentari) nei Paesi europei per i quali si acquista quel diritto. Questo cosa comporta nel business? Per capire si può prendere a esempio il percorso della serie televisiva in lingua inglese “The Young Pope” che è stata sviluppata e prodotta da Wildside con Sky Italia quale licenziataria per l’ Italia e coproduttore. Wildside ha quindi prevenduto la serie a Sky Uk e Sky Germania che ne hanno acquisito in licenza i diritti di sfruttamento per Inghilterra, Irlanda, Germania e Austria. Successivamente sono stati prevenduti i diritti per Francia (con il coproduttore francese Haut et Court e l’ emittente Canal+), Spagna e Portogallo (con il coinvolgimento della società Mediapro). La serie è stata poi prevenduta alla Hbo per gli Usa. Così coperto il budget, Wildside è entrata in produzione. È il meccanismo delle prevendite, che unitamente alle coproduzioni fa un po’ da motore al settore. Se però venissero attuate le previsioni del Regolamento “SatCab”, un’ emittente licenziataria dei diritti di utilizzazione tv di un’ opera potrebbe mettere a disposizione l’ opera stessa online in modalità simulcast e catch-up. Così facendo, secondo i rappresentati dell’ industria audiovisiva italiani ma non solo, verrebbe a crearsi un problema di risorse per il settore, dovuto alla compromissione del modello di business attorno al quale gira questa industry. Nessuna televisione – dicono – investirebbe risorse importanti in un prodotto senza la certezza di essere l’ unica emittente che può trasmettere quel prodotto nel proprio territorio. E senza quegli investimenti non ci sarebbero le risorse per produrre film e serie ambiziose in grado di rivaleggiare col prodotto Usa. «È fuor di dubbio – aggiunge Rutelli – che alcuni Paesi con una grande e riconosciuta capacità creativa e produttiva, come l’ Italia, sono più interessati di altri a opporsi a questa scelta insensata». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
I maxi investimenti nel brand pesano sull’ utile di Chanel
Il Sole 24 Ore
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Non c’ è mai gara, quando si tratta di sfilate, lanci di nuovi prodotti e iniziative di marketing. Per quanti sforzi possano fare gli altri brand del “lusso assoluto” per stupire clienti finali, buyer e giornalisti, Chanel riesce a stupire «un po’ di più». Gli show al Grand Palais di Parigi con riproduzioni in scala di astronavi o della Tour Eiffel; una sfilata sul Paseo del Prado, primo evento di moda internazionale organizzato sull’ isola dai tempi della rivoluzione del 1959; la nascita di una nuova versione del profumo più venduto di sempre, Chanel N° 5, battezzata da una campagna così pervasiva e allo stesso tempo eterea che non c’ è donna sul pianeta che non sia stata tentata di provarlo, per sentirsi un po’ Coco. Ma il rallentamento dei consumi di lusso in Asia e il clima di incertezza e sfiducia che ha contagiato persino i super ricchi occidentali hanno fermato la crescita del fatturato di Chanel, che nel 2016 è rimasto stabile a 4,7 miliardi di euro, secondo i quotidiani francesi, mentre gli utili sono scesi del 35%. Se Chanel fosse quotata, l’ ottica di breve periodo avrebbe imposto, quasi certamente, di tagliare i costi per salvaguardare la redditività trimestre dopo trimestre. La famiglia Wertheimer, che controlla Chanel, guarda invece lontano e continua a investire. Ottocento milioni – a tanto ammonta l’ utile 2016 – posson comunque bastare. (G.Cr.)
Uk, Murdoch chiude Fox News e gioca le sue carte per Sky
Il Sole 24 Ore
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Fox News esce dalla piattaforma Sky in Gran Bretagna. Dopo 15 anni, alle 16 ora locale ieri la decisione ha preso corpo, accompagnata da una dichiarazione della stessa compagnia: «Fox News è centrata per il mercato statunitense e progettata per un pubblico americano e, di conseguenza, ha in media solo poche migliaia di spettatori nel Regno Unito». Conclusione: «Non è nel nostro interesse commerciale continuare a fornire Fox News nel Regno Unito». Fin qui la versione ufficiale. Certo è che, a voler dar seguito all’ adagio caro a Giulio Andreotti secondo cui a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, è difficile non collegare questa decisione al percorso tutt’ altro che netto che sta seguendo la proposta di takeover di 21st Century Fox su Sky. Murdoch vorrebbe acquisire il 61% di Sky non di sua proprietà. Se questo non riuscisse o se si posticipasse la conclusione del deal oltre il termine previsto Fox dovrebbe mettere mano al portafogli. La famiglia Murdoch controlla già tre giornali britannici: The Sun, The Times e The Sunday Times. Ora che la possibilità che si scavalli sui tempi sta diventando sempre più concreta, con la chiusura di Fox News si è sicuramente fatto un ulteriore tentativo per alleggerire la tensione. (A. Bio.)
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Fox News termina le trasmissioni nel Regno Unito. Fox News non trasmetterà più nel Regno Unito. A spingere Rupert Murdoch verso questa decisione, presa dopo 15 anni di operatività del canale, è stato lo scarso «interesse commerciale» che Fox News riveste per il pubblico del Regno Unito, circa 2 mila spettatori al giorno per un canale, ha spiegato una portavoce di 21st Century Fox, «disegnato per l’ audience statunitense». Fox News trasmetteva attraverso la piattaforma televisiva di Sky, che Murdoch comprerà interamente a dicembre per 12 miliardi e mezzo di euro. Lega Pro, i diritti a Rai e Sportitalia. Viale Mazzini e l’ emittente diretta da Michele Criscitiello si sono aggiudicati i diritti tv di Lega Pro per il prossimo triennio. La Rai avrà il pacchetto 1, con i posticipi del lunedì, i playoff e la finale di Coppa Italia, la cui base d’ asta era di 650 mila euro per stagione. Sportitalia avrà invece gli anticipi del venerdì, play off, play out, Supercoppa italiana e Coppa Italia. In questo caso la base d’ asta andava dai 150 mila ai 200 mila euro per stagione. Sportitalia, inoltre, ha stretto un accordo biennale con la Divisione Calcio a 5 per la trasmissione in diretta di anticipi e posticipi, in prime time sui canali 60 dtt e 225 Sky. Giglio Group porta il Fashion&Style in Indonesia con Pt media. Giglio Group, società di e-commerce 4.0, ha siglato un accordo con il gruppo Pt Media Nusantara Citra Tbk, fornitore di servizi pay tv in Indonesia, per la co-produzione di contenuti televisivi di carattere «Fashion&Style» destinati ai principali canali indonesiani. L’ accordo triennale prevede la ripartizione delle entrate derivanti dalla pubblicità, mentre saranno a beneficio di Giglio Group quelle connesse all’ e-commerce. La Mostra di Venezia sulle reti Mediaset. Da oggi al 14 settembre Canale 5, Iris, La5 e Premium Cinema racconteranno la 74° edizione della Mostra Internazionale d’ Arte Cinematografica di Venezia. Lunedì 4 settembre Canale 5 in seconda serata, e in prima visione tv, presenterà Raccontare Venezia, il documentario di Wilma Labate realizzato da Taodue, mentre giovedì 14 settembre in seconda serata sarà la volta di Speciale Supercinema, il rotocalco a cura di Antonello Sarno e condotto da Ilaria Fratoni. Su Iris, invece, andranno in onda da oggi al 9 settembre, alle ore 14.30 e alle 01.15, Live from Venezia a cura di Pascal Vicedomini, da oggi al 10 settembre alle 17 Note da Venezia di Anna Praderio, da oggi al 9 settembre in seconda serata Adesso Cinema! con Marta Perego, dall’ 1 all’ 8 settembre alle ore 19 Venice Lounge con Tamara Donà. La5 seguirà la kermesse attraverso i propri account social, con dirette ad hoc a cura di Marta Perego, mentre su Premium Cinema ci sarà da oggi al 10 settembre alle 20.45 Ultime dal Lido, approfondimento quotidiano con Marta Perego e l’ intervento critico di Francesco Alò. Sky Cinema Speciale Festival. In occasione della 74° edizione della Mostra Internazionale d’ Arte Cinematografica di Venezia, da oggi a sabato 9 settembre Sky Cinema Cult proporrà, in prima e in seconda serata, la selezione Cult da Leoni con i film premiati nelle precedenti edizioni. Tra questi anche quattro prime visioni: La corte di Christian Vincent, Il cittadino illustre, commedia di Gaston Duprat, Per amor vostro, film drammatico diretto da Giuseppe Gaudino, Tom a la ferme di Xavier Dolan. Domani alle 22.45 l’ omaggio a Lady D, a 20 anni dalla sua scomparsa, con la visione di The Queen. L’ Università Telematica Pegaso alla Mostra di Venezia. Tre giorni di Masterclass con i protagonisti della settima arte, in collaborazione con il sito di cinema MYmovies. È il programma dell’ Università Telematica Pegaso, in occasione della 74° Mostra Internazionale d’ Arte Cinematografica. Leader nel settore della formazione online, l’ Università Telematica Pegaso si propone a Venezia di formare i cineasti di domani. Casa Pegaso (Villa Il Nidiolo, Via Candia 14, Lido di Venezia) sarà il cuore dell’ iniziativa, a cui parteciperanno, oltre a un gruppo di iscritti e ai giovani che hanno partecipato alla Masterclass lo scorso Giffoni Film Festival, quanti invieranno la loro adesione nell’ area dedicata del sito www.mymovies.it. Prolungata l’ esposizione di Robert Wilson sulle illy Art Collection. La mostra dal titolo «THE DISH RAN AWAY WITH THE SPOON everything you can think of is true» (la spugna scappata con il cucchiaio, tutto quello che puoi pensare è vero), viene prorogata fino al 10 settembre. L’ esposizione celebra le serie di tazze che illycaffè crea con i più importanti artisti contemporanei.
Il Guardian lancia la sua fondazione non profit
La Repubblica
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WASHINGTON. Per far fronte ai conti in rosso dell’ editoria il Guardian apre negli Stati Uniti “Guardian.org”, la fondazione di giornalismo non profit. Il progetto nasce con l’ obiettivo di reperire fondi, attraverso le donazioni di organizzazioni ed enti, a sostegno di una un’ informazione più completa e vicina ai temi cari al giornale britannico: dai diritti umani al cambiamento climatico. Come spiega la presidentessa Rachel White al New York Times, «ci si sta accorgendo che alcuni temi non vengono coperti a sufficienza e che il pubblico non ha abbastanza informazioni per farsi un’ opinione».
Save, Abertis e Caltagirone i soci sperano in un rilancio
La Repubblica
SARA BENNEWITZ
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Agosto, si sa, è il mese delle speculazioni e capita che in Borsa le azioni delle società oggetto di un’ Opa valgano più del prezzo offerto. Un principio che vale sia quando a lanciare l’ offerta è un soggetto italiano come Atlantia, su un gruppo straniero come Abertis, sia quando i promotori sono i fondi esteri insieme a Enrico Marchi su Save. Ma la regola non fa eccezioni, neppure quando l’ Opa è quella della famiglia Caltagirone sulla Caltagirone Editore. Sebbene nel caso di Abertis sia previsto anche un concambio in azioni, il titolo a Madrid vale tuttavia 0,35 euro in più rispetto ai 16,5 euro offerti (+2,1%), Save 5 centesimi in più rispetto ai 21 dell’ Opa (+0,2%) e Caltagirone Editore, addirittura 1,20 rispetto a 1 euro dell’ Offerta (+20%). E se è vero che sia Save che Caltagirone Editore sono poco liquidi, forse è anche vero che i fondamentali delle due aziende, sono tali da indurre gli investitori a sperare in un rilancio.
«La Verità» vicina ai lettori anche su Twitter
La Verità
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gabriele carrerLa Verità sbarca anche su Twitter con un profilo ufficiale: @LaVeritaWeb. Il nostro giornale sta per spegnere la sua prima candelina e non si accontenta della carta. Così, ha scelto di ampliare i mezzi attraverso i quali essere più vicini ai lettori: il nostro account Twitter si va ad aggiungere alla pagina Facebook. La Verità, nata il 20 settembre 2016, adotta come suo unico principio ispiratore il motto che da 115 anni occupa la manchette di sinistra nella testata del New York Times: «All the news that’ s fit to print», cioè «Tutte le notizie che vale la pena stampare». Stampare ma anche condividere. Vogliamo infatti mettere sempre al centro il lettore, anzi i lettori, creando una comunità che si confronti e discuta, partecipando alla vita del giornale. Se negli Usa il dualismo è tra il New York Times e il Washington Post, noi, per una volta, vogliamo permetterci il lusso di stare con entrambi, prendendo spunto non solo dal quotidiano della Grande Mela, ma anche da quanto raccontato da Jeff Bezos, fondatore di Amazon e dal 2013 proprietario proprio del più antico giornale della capitale statunitense: «Al Washington Post abbiamo fatto come ad Amazon, mettendo al centro l’ utente, che per il giornale è il lettore». Con Twitter vi racconteremo ancora di più di noi, di cosa facciamo. Vogliamo farvi entrare virtualmente nella nostra redazione. Tutte le mattine, in 140 caratteri e con l’ hashtag #LaVeritadioggi, vi racconteremo La Verità che troverete in edicola e anche nella versione digitale disponibile sul nostro sito, www.laverita.info. Tutte le volte che uno di noi sarà impegnato o ospite in televisione o in radio ve lo comunicheremo: vogliamo metterci la faccia, o almeno la voce, per raccontarvi le notizie e le idee in cui crediamo. Tutto questo sul nostro account Twitter @LaVeritaWeb e sulla nostra pagina Facebook.Vi terremo aggiornati su tutte le nostre iniziative: dalla seconda edizione del libro L’ islam in redazione del nostro direttore Maurizio Belpietro e del caporedattore Francesco Borgonovo, che sarà in edicola da venerdì 1 settembre, fino all’ evento che stiamo organizzando in occasione del nostro primo compleanno. Ma sarà soprattutto un nuovo canale attraverso cui potrete mandarci suggerimenti e segnalazioni. Crediamo fortemente che il dialogo tra i giornalisti e i lettori non possa fare che bene alla crescita di entrambi e della comunità della Verità. Noi giornalisti abbiamo delle responsabilità nei confronti di voi lettori: dobbiamo essere sinceri, raccontarvi ciò che vediamo e spiegarvi ciò che pensiamo. Per questo abbiamo scelto di essere ancora più vicini a voi, aprendo un profilo Twitter e implementando ulteriormente la nostra pagina Facebook.
L’ Unità non c’ è più e anche le Feste non stanno troppo bene
Il Fatto Quotidiano
Peter Gomez
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Piazze piene, urne vuote: se nel 1948 il leader socialista Pietro Nenni aveva ragione quando riassumeva così la bruciante sconfitta del Fronte Popolare Pci-Psi, oggi in molti nel Partito democratico si chiedono se il detto valga pure al contrario. Le Feste dell’ Unità, che fino a pochi anni fa registravano il tutto esaurito, di giorno in giorno offrono spettacoli sempre più desolati. Il 25 agosto a Reggio Emilia, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha visto partecipare al suo incontro non più di trenta persone. Scese a quindici una volta espunti dalla conta dei presenti i giornalisti e i componenti dello staff. A Bologna invece sono stati più prudenti. Visto che prevenire è meglio che curare hanno fatto sparire la tradizionale grande sala dibattiti. Sostituita da un Tir attrezzato davanti al quale ci sono 84 sedie e quattro file di panche lunghe 12 metri. A Milano invece la festa (si fa per dire) c’ è già stata. Gli organizzatori avevano promesso 50 mila presenze ai commercianti di generi alimentari che avevano affittato gli stand. In 15 giorni, secondo stime delle forze dell’ ordine, ce ne sono state dieci volte di meno (il Pd parla invece di 15 mila persone). Sarà stato per il caldo o per le zanzare, ma nemmeno la visita di Matteo Renzi ha rovesciato la situazione. Alla sua cena con i volontari il segretario ha fatto solo una comparsata. Giusto il tempo per dare ai 100 presenti la possibilità di seguire le istruzioni di comportamento contenute in un volantino lasciato sui tavoli: “Scatta una foto del ristorante con gli hashtag #lamiacenaconmatteo e #lamiafestaU e condividila sui social. L’ indomani vai sulla pagina facebook della festa e cerca la tua foto”. Possibilità rimasta sfortunatamente per gli ideatori solo sulla carta. Le spiegazioni di una tanto grande disaffezione sono note: la sconfitta referendaria; la delusione della base per una serie di provvedimenti considerati di destra; Renzi che promette, ma che non mantiene; le primarie per la segreteria sotto tono; la fuga di molti dirigenti verso il Mdp; la crisi economica e tanto altro. Dilungarsi sull’ analisi ha insomma poco senso. Di certo però almeno una riflessione sul brand di questi eventi il Pd la dovrebbe fare. Chiamare i propri tentativi di raduno Feste dell’ Unità è ormai un errore. L’ Unità non esiste più. Né come giornale, né a sinistra. La prossima unione, grazie alla legge elettorale proporzionale, sarà verosimilmente con la destra. Lo ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, che il 13 aprile in un’ intervista al Foglio ha auspicato la creazione di un fronte anti M5S con Forza Italia. E lo testimonia pure un questionario distribuito tra gli iscritti bolognesi in cui si domanda loro esplicitamente con chi i Dem dovrebbero allearsi dopo le urne: Grillo? Il centrodestra? La sinistra? Tutti nel ciclostilato vengono sullo stesso piano: anche Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi, il proprietario di Mediaset fino a 5 anni fa considerato il nemico pubblico numero uno. Così, sempre a Bologna, le battute si sprecano. La Festa ha come sottotitolo: “Romanzo popolare”. È la citazione di uno straordinario film del ’74 di Mario Monicelli, che però quasi nessuno ricorda. Tanto che i cronisti raccontano di aver sentito molti cittadini ed ex iscritti (erano 100 mila ora sono 14 mila) dire, in piedi davanti ai manifesti: “Altro che popolare, questo è un romanzo criminale”. Frase un po’ forte, ma che guardando al pedigree dell’ ex Cavaliere e di parecchi tra i suoi, in fondo rende bene l’ idea. Povero Pd. Povera Italia.