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Da Sky apertura sui ricollocamenti, per lo più a Milano
Prosegue la tendenza al ribasso per il tasso sul credito agevolato
Discovery conquista Scripps Networks
Rcs, via al piano di solidarietà
Digital Lab Fieg, ecco i nuovi progetti con Google
The Independent, il socio è saudita
Siae, spacchettiamo la rete per evitare la procedura ue
Da Sky apertura sui ricollocamenti, per lo più a Milano
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Apertura dell’ azienda ai ricollocamenti, ma per la grandissima parte a Milano. Dal versante sindacale c’ è la richiesta a prendere maggiormente in esame le proposte di remotizzazione del lavoro unitamente a incentivi economici per chi dovesse non accettare il trasferimento. È attorno a questi punti che si sta sviluppando la fase finale della trattativa fra Sky Italia da una parte e sindacati dall’ altra. Nel mezzo i 124 dipendenti ai quali, dopo il 2 agosto, in mancanza di accordo potrebbe essere recapitata una lettera di licenziamento. Si tratta di tecnici e personale amministrativo, dal momento che fra giornalisti e Sky è stata raggiunta il 6 aprile scorso l’ intesa in una trattativa che si è avviata a metà gennaio, con la fase di riorganizzazione avviata da Sky Italia e che avrà come diretta conseguenza, fra le varie cose, lo spostamento della sede del Tg da Roma a Milano. Nel frattempo su 571 dipendenti coinvolti 443 hanno aderito al piano di “mitigazione” dell’ azienda. Per gli altri a metà maggio è partita la procedura di licenziamento collettivo: dapprima per 128, poi scesi ai 124 ancora oggi in bilico, anche se per 22 di essi sarebbero già stati trovati accordi individuali rimasti comunque impigliati nel muro contro muro fra azienda e sindacati. A questo punto sarà comunque l’ incontro finale a decidere le sorti della vertenza dopo l’ incontro di ieri in una giornata caratterizzata dallo sciopero dei dipendenti della sede di Roma con sit in davanti al ministero del Lavoro, dove si stanno svolgendo gli incontri. Il 2 agosto le parti si ritroveranno in mattinata. E sarà l’ ultimo momento utile per trovare un accordo alla fine dei 75 giorni previsti dalla procedura, evitando così la partenza delle lettere di licenziamento. «Al momento – dice Pierpaolo Mischi (Uilcom Uil) – non abbiamo elementi per poter parlare di una conclusione positiva della vertenza. Certo, abbiamo verificato alcune aperture da parte dell’ azienda. Occorrerà valutare le posizioni aziendali su alcune precise questioni». A quanto riferiscono fonti sindacali, l’ azienda avrebbe manifestato disponibilità a valutare ricollocamenti. «Il lavoro – afferma Paolo Gallo (Fistel Cisl) – come sindacati l’ abbiamo fatto, essendoci ora sul tavolo soluzioni alternative ai licenziamenti. Vedremo mercoledì». Lo schema sul tavolo – in base al quale la grandissima parte dei lavoratori sarebbe ricollocata su Milano – per i sindacati porta con sè la necessità di affrontare il tema delle compensazioni economiche per chi va, ma anche per chi decidesse di non andare. «Quello che all’ azienda chiediamo – aggiunge Gallo – è anche di non far partire eventualmente subito le lettere di licenziamento, ma di sfruttare il tempo, 120 giorni, che la legge mette a disposizione». Un modo per consentire agli interessati di fare mente locale con le possibili soluzioni. «Ricordo a tal proposito – dice Gallo – che l’ azienda dà la possibilità di far leva su un outplacement un po’ evoluto. Così sono stati gestiti 93 ricollocamenti».
Prosegue la tendenza al ribasso per il tasso sul credito agevolato
Il Sole 24 Ore
Alessandro Spinelli
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Prosegue anche per il mese di agosto la tendenza al ribasso nei valori del tasso di riferimento per il credito agevolato a industria, commercio, artigianato, editoria, industria tessile e zone sinistrate del Vajont (settore industriale), la cui misura in vigore dal primo del mese si porta sul valore di 2,23% con un decremento dello 0,05% rispetto al 2,28% mantenuto a luglio. Si tratta del terzo ribasso consecutivo che si registra dopo la ripresa nei valori del parametro che aveva caratterizzato l’ evoluzione negli scorsi mesi. Segnaliamo che, con la presente variazione peraltro di intensità minima, il tasso di riferimento annulla tutte le variazioni intervenute ritornando esattamente al livello dello scorso mese di gennaio. Inoltre, a seguito della minima entità della attuale variazione, gran parte dei tassi agevolati delle leggi che dipendono dal tasso di riferimento nazionale fanno segnare una sostanziale stabilità sui valori dello scorso mese. Si rileva una nuova diminuzione nel tasso di riferimento comunitario da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione per concessione di incentivi a favore delle imprese. Il livello di questo indicatore resta infatti fissato sul valore dello 0,87%, (-0,13 tasso base maggiorato di 100 punti) con decorrenza dal 1° agosto 2017, con una flessione dello 0,03% rispetto al precedente valore dello 0,90% in vigore da maggio. Rimane invariato anche il tasso di sconto comunitario dopo l’ ultima modifica decisa dalla Banca centrale europea che ha azzerato il livello del tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’ eurosistema, con validità a partire dall’ operazione con regolamento 16 marzo 2016. La diminuzione del valore del parametro rispetto alla precedente misura dello 0,05% è stata dello 0,05 per cento. Un andamento analogo a quello già riscontrato per il parametro di riferimento si ritrova anche nell’ evoluzione dei rendimenti effettivi lordi dei titoli pubblici, che presentano anch’ essi un decremento, sempre di intensità molto ridotta; il dato per giugno 2017 del Rendistato si fissa all’ 1,251% con una variazione in diminuzione pari allo 0,079%, rispetto al valore di 1,330% fatto segnare a maggio. Rammentiamo che all’ andamento del Rendistato è direttamente legato il valore del tasso di riferimento di cui rappresenta la componente variabile, unitamente al valore della commissione onnicomprensiva a favore degli istituti di credito che, al contrario, resta fissa per tutto l’ anno. Indicatori finanziari nazionali Si segnala una nuova diminuzione per il mese di luglio anche nell’ evoluzione dei valori dell’ Euribor (ruro interbank offered rate); le misure medie mensili relative all’ Euribor tre mesi, che rappresenta il tasso di riferimento per il mercato interbancario, si portano infatti sul valore negativo di 0,331% per l’ indicatore a base 360 e 0,336% per l’ indicatore a base 365, in entrambi i casi con una analoga variazione in diminuzione dello 0,001% rispetto ai precedenti dati di giugno. Si ripete, pertanto, il medesimo andamento già segnalato lo scorso mese. Di intensità leggermente superiore è, invece, la variazione che si segnala per la media mensile dell’ Euribor a un anno, i cui valori, sempre negativi, si attestano rispettivamente allo 0,155% per l’ indicatore a base 360 e 0,157% per l’ indicatore a base 365, anche in questo caso con la medesima diminuzione dello 0,008% rispetto ai precedenti dati di giugno.
Discovery conquista Scripps Networks
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Per cogliere il perché delle nozze fra Discovery Communications e Scripps Networks Interactive, due media company internazionalizzate e allo stesso tempo player di primo piano nell’ offerta di pay tv negli Usa, bisogna guardare in particolar modo a ciò che sta accadendo oltreoceano. Un studio di Leichtman Research Group ha evidenzato che il gigante del videostreaming Netflix ha superato gli abbonati alla tv via cavo (che vale il 50% della pay). La pressione che il video on demand sta esercitando sulle forme di pay tv tradizionale è ormai innegabile: lo dice l’ esperienza e lo dicono i numeri. È in questi frangenti che i merger assumono quel sapore di occasioni da non perdere. Non si può dire che Discovery Communications – società quotata a Wall Street che fa capo al miliardario americano John Malone, da 6,5 miliardi di dollari di ricavi nel 2016 e 1,2 di utile – abbia lesinato, mettendo sul piatto 14,6 miliardi di dollari compreso anche il debito di 2,7 miliardi di dollari. Discovery pagherà 90 dollari per azione: il 34% in più rispetto alla chiusura del 18 luglio, prima che circolassero indiscrezioni sull’ operazione che secondo le previsioni sarà chiusa all’ inizio del 2018, dopo il via libera degli azionisti di entrambe le compagnie e dei regolatori. Alla chiusura gli azionisti di Scripps controlleranno circa il 20% della nuova società. E comunque non potranno lamentarsi: riceveranno in anticipo il 70% del prezzo di acquisto in contanti e il resto in azioni ordinarie Classe C di Discovery. Ci aveva provato già nel 2014 la media company guidata dal ceo David Zaslav a mettere le mani su Scripps Networks Interactive, quotata Usa da 3,4 miliardi di dollari di ricavi nel 2016, con 673 milioni di dollari di utile, attiva nel settore dei contenuti tv lifestyle e specializzata in programmi su casa, cibo e viaggi, in Tv, su web e piattaforme. Scripps edita brand molto noti negli Usa come Hgtv, Cooking Channel, Travel Channel e Food Network (arrivato sul canale 33 del digitale terrestre a maggio in Italia, dove il gruppo trasmette anche Fine Living). Questa volta Discovery l’ ha spuntata, ponendo le basi per una realtà combinata da 10 miliardi di dollari di ricavi (dati 2016) e con 37 miliardi di dollari di enterprise value (al 28 luglio), vincendo la concorrenza di un altro colosso della tv americana, Viacom, interessato a Scripps a conferma dei movimenti di consolidamento nel panorama televisivo in Usa. Certo, per Discovery non è rilevante solo sul fronte domestico il valore di una Scripps forte in Uk e principale broadcaster commerciale in Polonia. È però chiaro che la necessità primaria è evidentemente quella di rafforzarsi sul versante domestico il cui business per l’ editore – che a livello internazionale controlla Eurosport – vale il 51% (1,7 miliardi di dollari su 3,36 totali nel semestre) ed è cresciuto del 2% contro il +4% fuori Usa. A far gola a Discovery – arrivata ieri a perdere fino al 9% in Borsa nel corso della seduta – oltre al portfolio prodotti complementare (con Scripps molto forte sul pubblico femminile) è stato infine anche il know how della società acquisita sugli “short-form”: contenuti brevi tagliati alla perfezione per le piattaforme innovative non lineari. Discovery su questo versante si era già mosso con un investimento in Group Nine. Secondo le previsioni, l’ accordo genererà sinergie per circa 350 milioni di dollari.
Rcs, via al piano di solidarietà
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Il gruppo editoriale Rcs, a inizio 2017, aveva in Italia 2.012 dipendenti, di cui 1051 dirigenti, quadri o impiegati, 769 tra direttori e giornalisti, e 192 operai. Ancora troppi, secondo le stime della società guidata da Urbano Cairo, impegnato a stabilizzare il conto economico, a contenere i costi e a dare maggiore efficienza alla struttura organizzativa. In base agli interventi inerenti al costo del lavoro, il piano messo a punto da Rcs MediaGroup prevede infatti una eccedenza di personale con contratto grafico editoriale e poligrafico quantificabile in 141 esuberi, ivi compresi quelli potenzialmente interessati a un successivo prepensionamento. E proprio per gestire senza soluzioni traumatiche questa situazione, l’ azienda Rcs e le organizzazioni sindacali, lo scorso 26 luglio, hanno sottoscritto un accordo per inoltrare al ministero competente l’ istanza «per l’ applicazione del contratto di solidarietà difensivo, per cinque mesi, a decorrere dal 1° agosto 2017, e che interesserà complessivamente 817 dipendenti distribuiti nelle unità produttive di Milano (777) e Roma (40)». La riduzione dell’ orario di lavoro, e della conseguente retribuzione, è fissata sino a un massimo del 12%. Poiché, come concordano le parti, Rcs ha business diversificati per prodotti, con diverse direzioni e caratteristiche organizzative peculiari collegate alle singole necessità per ciascuna area, le percentuali di solidarietà saranno differenziate. Il tavolo tecnico ha definito che, nell’ ambito della Direzione Operations, le percentuali di solidarietà saranno: Teatri di posa 8%, Programmazione 6%, Diffusione 6%, Servizi tecnici e produzioni esterne 8%, Produzione collaterali 6%. Nella Direzione Pubblicità: tutti all’ 8%, escluse le aree Live, Programmazione della produzione quotidiani, Periodici e Customer service e Digital Adv operations, che invece saranno allo 0% di solidarietà. Nell’ ambito della Direzione Periodici e Sfera tutti all’ 8% di solidarietà, esclusi Classified/Trovocasa, allo 0%. Nelle Direzioni Corporate e Ict tutti al 12%, esclusi l’ ufficio stipendi all’ 8% e l’ HelpDesk allo 0%. Infine, Marketing Corriere della sera e Gazzetta dello sport, Segreteria di redazione Corsera e Gazzetta, Servizi generali, tutti al 6%. Oltre allo strumento del contratto di solidarietà, Rcs e sindacati hanno siglato il 26 luglio scorso anche un accordo su altre forme di intervento, per gestire la diminuzione degli esuberi: blocco del turnover; eliminazione dello straordinario; smaltimento delle ferie arretrate, oltre allo smaltimento di quelle di competenza, entro il 31 dicembre 2020; maggiore internalizzazione delle varie attività, incrementando la produttività dei reparti e degli uffici e riducendo drasticamente il ricorso a risorse esterne a Rcs; utilizzazione degli incentivi all’ esodo e del part-time e, dove fosse necessario, dello strumento della mobilità; mobilità interna al gruppo: l’ azienda ha già individuato almeno 12 posizioni per le quali si rende necessario un percorso di mobilità da intraprendere entro settembre 2017; sospensione dei premi di risultato fino al pieno risanamento del gruppo. A fronte del raggiungimento degli obiettivi e in assenza di scenari di mercato non prevedibili, come ad esempio significativi cali del fatturato e della redditività, l’ improvvisa difficoltà nella prosecuzione dell’ erosione del debito o la mancanza di generazione di cassa utile al risanamento, il gruppo Rcs si rende disponibile a non utilizzare strumenti traumatici fino all’ estate del 2021. Sarà invece possibile l’ accesso al prepensionamento, senza incentivi, entro l’ estate del 2021, e l’ utilizzo della cigs o della solidarietà a partire dal mese di luglio 2018. Va ricordato che anche la forza lavoro giornalistica di Rcs è sottoposta a un attento contenimento dei costi: alla Periodici, dopo la solidarietà al 30%, si è avviata una cigs a rotazione al 25% su tutti i giornalisti; alla Gazzetta dello sport solidarietà al 15%; al Corriere della Sera cigs a rotazione e smaltimento ferie.
Chessidice
Italia Oggi
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A Clavarino e Farrocco il Premio Giornalistico Barbiellini Amidei. Sono Tomaso Clavarino, 30 anni, e Micaela Farrocco, 31 anni, i vincitori della Decima Edizione del Premio dedicato alla memoria e all’ impegno giornalistico di Gaspare Barbiellini Amidei. I due giornalisti sono stati premiati sabato scorso nel corso della cerimonia nello scenario della Collegiata di San Sebastiano a Marciana all’ Isola d’ Elba. Clavarino ha vinto per la sezione carta stampata e nuovi media, per l’ articolo «A Mani Nude», pubblicato sul Corriere della Sera, Farrocco invece per la sezione radio e televisione, per il servizio «Baby ricchi», trasmesso su Rai 2. Nasce Tim MyNews. Arriva Tim MyNews, la nuova app che consente di accedere alle principali notizie della giornata scegliendole tra le categorie di interesse. Grazie all’ accordo siglato con Gedi Gruppo Editoriale, Tim rende disponibili i contenuti delle testate de La Repubblica, D, Limes, l’ Espresso, National Geographic, My Movies, Deejay, TVzap. Il servizio è gratuito per tutti i clienti Tim mobili che potranno accedere a tutti i contenuti, inclusi quelli premium de La Repubblica e l’ Espresso, fino al 30 settembre 2017. Da ottobre si potrà attivare, per la sezione premium, un abbonamento a 5,99 euro al mese. Il Festival della Comunicazione a Camogli dal 7 al 10 settembre. Si avvicina la quarta edizione del Festival della Comunicazione che si terrà a Camogli dal 7 al 10 settembre (www.festivalcomunicazione.it). Per quattro giorni il comune ligure diventerà palcoscenico per oltre 130 esperti e studiosi di diversi ambiti e generazioni che si confronteranno sul tema delle connessioni. Gedi, John Elkann ha acquistato 565 mila azioni. Tra il 27 e il 28 luglio scorsi John Elkann, ha acquistato sul mercato 365 mila azioni del gruppo editoriale Gedi di cui è consigliere a un prezzo unitario di 0,78 euro e ulteriori 200 mila titoli ordinari a 0,771 euro. Operazioni che hanno comportato per il patron di Exor un investimento complessivo di 438.900 euro.
Stampa, raccolta a -9,3%
Italia Oggi
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Frena ancora la raccolta pubblicitaria sulla stampa. Secondo i dati dell’ Osservatorio Stampa Fcp relativi al periodo gennaio-giugno 2017, il fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale ha registrato un calo del 9,3% raggiungendo quota 468,1 milioni di euro. In particolare gli investimenti sui quotidiani nel loro complesso hanno segnato un andamento negativo sia a fatturato (-10,6%, pari a 294,4 milioni di euro) sia a spazio (-4,5%). Per quanto riguarda le singole tipologie, la commerciale nazionale ha evidenziato un -13,6% a fatturato e un -11,5% a spazio, la commerciale locale un -6,3% a fatturato e un -2,1% a spazio, la legale un -13,0% a fatturato e un -11,9% a spazio. La tipologia finanziaria ha chiuso con un -16,8% a fatturato e un -13,1% a spazio, la classified un -3,9% a fatturato e un -3,9% a spazio. Nei primi sei mesi dell’ anno i periodici hanno visto un calo sia a fatturato (-7%) sia a spazio (5,1%). I settimanali hanno registrato una diminuzione a fatturato del -5,4% (pari a 93,1 milioni di euro) e a spazio del -5,3%. I mensili hanno ottenuto una flessione a fatturato del 7,6% (a quota 75,1 milioni di euro) e a spazio del 4,1%. Le altre periodicità hanno archiviato il semestre con un -21,5% a fatturato (pari a 5,4 milioni) e un -10,5% a spazio.
Digital Lab Fieg, ecco i nuovi progetti con Google
Italia Oggi
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Proseguono le attività di Fieg e Google nell’ ambito del Digital Lab Fieg (Federazione italiana editori giornali, presieduta da Maurizio Costa). Per cominciare è stata ampliata l’ offerta formativa che partirà da ottobre 2017, con il coordinamento didattico della Fieg, per coprire anche temi diversi da quelli offerti da Google con il coinvolgimento di soggetti terzi. Ma in aggiunta è in calendario, il prossimo 7 settembre, per la prima volta a Milano, un approfondimento dedicato al binomio YouTube & news che comprenderà anche un momento specifico sulla produzione di video di news, con il contributo di relatori esterni selezionati da Google, per ascoltare testimonianze dirette ed esempi di strategie consolidate. Ancora, partirà il Fieg/Talent Garden che si pone l’ obiettivo di tracciare il cambiamento del settore dell’ editoria in Italia e di supportare la crescita delle aziende editoriali grazie a tecnologia, innovazione e digitalizzazione. Due le fasi del progetto atteso per settembre-ottobre: la prima (Envisioning Academy) punta ad approfondire le modalità e le dinamiche del digitale, per capire come queste impattino sul mondo dell’ editoria. La seconda (Hackathon) è una full immersion di 12 ore durante la quale tutti i partecipanti potranno mettersi alla prova nella produzione di progetti innovativi basati su quanto spiegato durante la prima fase. Sempre nell’ ambito del Digital Lab Fieg, infine, c’ è il Trusted Copyright Removal Program (Tcrp), programma di monitoraggio delle violazioni online del diritto d’ autore, creato per contrastare i fenomeni di pirateria che colpiscono i contenuti editoriali. In concreto, Tcrp consiste nel monitoraggio giornaliero del web alla ricerca di contenuti editoriali caricati illecitamente e nell’ invio di richieste di rimozione e deindicizzazione. L’ attività è realizzata in esclusiva per tutte le 338 testate pubblicate da editori che fanno parte della Fieg (indipendentemente dalla loro adesione all’ accordo Fieg-Google). I vantaggi pratici dal monitoraggio? «Una forte diminuzione nel breve periodo dei fenomeni di pirateria che colpiscono i contenuti editoriali e, nel medio-lungo periodo, un effetto disruptive sul mercato della pirateria nel suo insieme», hanno sottolineato dalla Federazione italiana editori giornali. Infine, è in arrivo il prossimo bando Google Dni – Digital news initiative (apertura prevista metà settembre 2017, durata del bando 5 settimane) che al momento dovrebbe richiedere progetti che si focalizzano sulla monetizzazione e la creazione di nuove linee online di ricavi (revenue stream). Una live session con Ludovic Becher (responsabile Google del Dni Fund) è prevista a inizio settembre per un momento di approfondimento con gli editori Fieg interessati a partecipare al prossimo round.
The Independent, il socio è saudita
Italia Oggi
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Da quotidiano liberale completamente british a quotidiano liberale prima in mano a un oligarca russo e, adesso, in mano sia a un oligarca russo sia a un imprenditore saudita: è la storia di The Independent che da ieri è partecipato con una quota non confermata (dal 25% al 50%) da Sultan Mohammed Abuljadayel, 42enne imprenditore saudita. L’ altra quota significativa (poco meno del 50%) è in portafoglio a Evgeny Lebedev, l’ oligarca russo figlio di una ex spia del Kgb, a cui era stato venduto il giornale nel 2010 dopo anni di perdite, per la cifra simbolica di una sterlina (poco più di un euro). Evoluzioni della proprietà a parte, sotto la nuova gestione russa i conti hanno ripreso ad andare meglio, anche grazie ai risparmi derivati dalla chiusura dell’ edizione cartacea del giornale, decisa nel febbraio 2016. Secondo indiscrezioni di stampa, il valore attuale di The Independent si aggira attorno ai 130 milioni di dollari (pari a 110 milioni di euro). Il risultato operativo è tornato ad avere il segno positivo davanti (+1,7 milioni di sterline, ossia 1,9 milioni di euro). Il lettorato è cresciuto del 20%. Dopo che la notizia dell’ investimento saudita è stata pubblicata, la casa editrice del giornale di Sua Maestà ha subito precisato che l’ indipendenza editoriale del giornale è assicurata da un accordo tra gli azionisti. Come mai tanta solerzia? The Independent ha pubblicato una serie di articoli sulla politica estera dell’ Arabia Saudita dopo il suo ultimatum (insieme ad altri paesi arabi) rivolto al Qatar e alla sua televisione Al Jazeera. Al momento non risulta che Sultan Mohammed Abuljadayel detenga partecipazioni in altre aziende britanniche.
Siae, spacchettiamo la rete per evitare la procedura ue
La Stampa
ENZO MAZZA*
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Caro Direttore, Nei giorni scorsi «La Stampa» ha rivelato la potenziale iniziativa di Bruxelles contro la formula con cui l’ Italia ha recepito la direttiva in materia di gestione dei diritti d’ autore e connessi, provvedimento che ha rilanciato il tema relativo alla posizione di monopolio salvaguardata dal governo italiano in relazione a Siae. Il dibattito circa il dover procedere a una liberalizzazione del settore con potenziali effetti collaterali non sempre positivi, come avvenuto nel segmento degli artisti e performer, è certamente importante. Ma ancor di più lo è quello su come individuare un sistema di raccolta e di gestione del copyright che soddisfi le esigenze di aventi diritto da un lato e degli utilizzatori dall’ altro. Sulla scelta italiana di mantenere una riserva di legge in favore della Siae nel settore dei diritti d’ autore, ha pesato anche la sua indubbia capacità, sviluppata ovviamente in anni di esclusiva, di disporre di una rete territoriale in grado di raccogliere capillarmente i diritti. Spesso, scherzosamente, si è detto che in ogni paesino magari non si trova la caserma dei carabinieri o il parroco ma certamente c’ è un agente Siae. Per questo, di fronte ad una liberalizzazione non governata, il rischio vero sarebbe quello di disperdere il patrimonio di questa rete che, di fatto, grazie al monopolio garantito per anni, è un asset di pubblica utilità. Molti settori della musica e dell’ audiovisivo hanno oggi realtà attive nella raccolta dei diritti. La Direttiva europea sugli organismi di gestione collettiva ha dato ulteriore legittimità alle varie forme di «collecting». Mentre la contestuale attribuzione di poteri di vigilanza all’ Agcom ci porta a suggerire un’ ipotesi che potrebbe salvaguardare l’ asset della rete di Siae senza radicali mutamenti che, inevitabilmente, un’ eventuale procedura di infrazione di Bruxelles, potrebbe determinare sul mercato, in danno anche proprio dei titolari dei diritti, soprattutto più piccoli rappresentati da Siae Senza andare troppo lontano, la soluzione della rete pubblica aperta a tutti gli organismi di gestione collettiva, a parità di condizioni, e ovviamente con il riconoscimento di un tariffa di accesso alla Siae, potrebbe essere la soluzione più idonea che un governo attento agli interessi di autori ed editori, ma anche di produttori ed artisti, potrebbe individuare. Si tratterebbe di stabilire una sorta «open access network» simile a quanto avvenuto nel settore delle telecomunicazioni, dove operatori concorrenti o di segmenti contigui possano accedere ai servizi per la raccolta dei diritti. Nel segmento della musica già alcune società dei diritti connessi come quelli musicali di Scf hanno affidato a Siae il mandato o attivato uno «one stop shop online» per gli utilizzatori. Qui la soluzione avrebbe il pregio di garantire parità di trattamento, di autonomia tariffaria a condizioni eque e ragionevoli, e di penetrazione sugli utilizzatori, superando di fatto la posizione dominante di Siae senza intervenire sul perimetro della società degli autori. Siae manterrebbe l’ assoluta autonomia e indipendenza nel settore del diritto d’ autore. Il governo dovrebbe solo scorporare i servizi di rete in un’ entità separata, aperta agli altri operatori, ovvero tutte le società registrate e vigilate dall’ Agcom che intendessero utilizzare quello che di fatto è un servizio essenziale per esercitare la raccolta dei diritti e non replicabile in un mercato aperto. Una soluzione che incontrerebbe sicuramente il favore degli utilizzatori, evitando loro di trovarsi di fronte a più soggetti attivi nella richiesta di pagamento di diritti, e dei rights holders che guadagnerebbero in efficienza e in concorrenza.