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Rassegna Stampa del 28/07/2017

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Coletta nuovo direttore Rai 3 Orfeo incontra Gabanelli

Radio 24 punta ai giovani con i palinsesti d’ autunno

Bonus per la pubblicità incrementale

«Mondadori cresce senza soffocare il mercato»

Sky entra nel mercato spagnolo

Siae, non sempre il monopolio è un danno

Coletta direttore di Rai3 Cinema, resta Del Brocco

Mondadori torna in utile: 4,4 mln

Sky alla conquista della Spagna

Chessidice in viale dell’ Editoria

Enigmistica, passione degli editori

Caltagirone Editore chiude il primo semestre con ricavi in flessione del 6,2%. Il gruppo: nel 2017 proseguiranno le attività di riorganizzazione per aree funzionali e le iniziative per valorizzare le versioni multimediali e le attività internet …

Radio 24 in autunno apre la caccia ai giovani. Nel palinsesto in arrivo il 4 settembre più infotainment, temi e linguaggi alleggeriti. Il direttore Guido Gentili: mezzo fondamentale per il nostro gruppo

Coletta nuovo direttore Rai 3 Orfeo incontra Gabanelli

Il Sole 24 Ore
A. Bio.
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Valorizzazione delle risorse interne. È questo il fil rouge che il cda di Viale Mazzini ha fatto emergere ieri con il passaggio di Stefano Coletta da vicedirettore a direttore di Rai 3 in sostituzione di Daria Bignardi. Una nomina interna forse anche a rimarcare le distanze con il passato. Confermati poi Paolo Del Brocco (ad) e Nicola Claudio (presidente) ai vertici di Rai Cinema. A Nicola Claudio anche la responsabilità di una nuova Direzione “Governance e Segreteria Societaria”. Intanto oggi il dg Mario Orfeo incontrerà Milena Gabanelli per affrontare i nodi della sua collocazione e della testata digitale Rai 24 prevista dal precedente dg. In Cda Orfeo avrebbe definito la giornalista una risorsa e il digitale un’ esigenza condivisa che però deve essere parte di un piano editoriale che risponda a una strategia complessiva. Insomma all’ interno del piano news e non prima come chiederebbe Milena Gabanelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Radio 24 punta ai giovani con i palinsesti d’ autunno

Il Sole 24 Ore
A. Bio.
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Rafforzamento della fascia del mattino; una nuova proposta per il weekend; rivisitazione di programmi nel format e nel taglio per avvicinarsi maggiormente alle esigenze di un pubblico più giovane; parte news con più approfondimenti e reportage. È attorno a questi quattro pilastri che prende corpo il palinsesto per l’ autunno di Radio 24, in onda dal 4 settembre e presentato ieri al Mudec, a Milano. «Radio 24 rappresenta uno dei poli fondamentali del sistema informativo del Gruppo 24 Ore. Un caso di successo su cui vogliamo investire ulteriormente per ottenere risultati ancora più brillanti», ha commentato in una nota l’ amministratore delegato del Gruppo 24 Ore, Franco Moscetti. «Con il nuovo palinsesto – dice il direttore editoriale del Gruppo, Guido Gentili – si compie il primo tassello della piena integrazione che vogliamo realizzare tra giornale, radio e agenzia di stampa Radiocor Plus, convinti che sia fondamentale, per un gruppo multimediale come il nostro, unire le forze per accrescere il volume e la qualità della nostra offerta editoriale e per raggiungere anche nuovi segmenti di pubblico». In occasione della presentazione ieri Gentili ha aggiunto che «abbiamo vissuto momenti difficili negli ultimi mesi. Stiamo uscendo da questa fase e stiamo entrando in una fase nuova», spiegando che «il Gruppo e la radio non stanno fermi e si muovono con idee, progetti e novità». La strada da seguire va verso «una maggiore multimedialità» che sarà più evidente «con il nuovo piano editoriale» in preparazione. A entrare nei dettagli delle novità è il vicedirettore di Radio 24 Sebastiano Barisoni: «Ci siamo mossi lavorando su due direttrici: la mattina e il fine settimana» momento in cui saranno proposte «in misura maggiore trasmissioni piacevoli all’ ascolto pur mantenendo il valore del contenuto: tratto distintivo e vantaggio competitivo di Radio 24». La prima new entry della stagione è a 24Mattino, dalle 6.30 alle 9 dal lunedì al venerdì dove Luca Telese prenderà il posto di Alessandro Milan, accompagnato dagli interventi di Oscar Giannino. «È come se mi avesse chiamato un concessionario d’ auto dicendomi: “La vedi quella Ferrari con il motore acceso? Ora prendila tu”», ha commentato Telese. Alessandro Milan si sposta nella fascia dalle 9 alle 11 con il nuovo programma Funamboli, insieme con Veronica Gentili e il comico Leonardo Manera. Dalle 11 alle 12 ci si concentrerà su risparmio, investimenti, fisco, legge e burocrazia con Due di denari, condotto da Debora Rosciani e Mauro Meazza. Alle 12 pillole di salute e benessere con Nicoletta Carbone. Le novità del fine settimana sono rappresentate da Mangia come parli, programma di cucina del sabato mattina con lo chef Davide Oldani e Pierluigi Pardo in versione gourmand; i programmi di Nicoletta Carbone contro le fake news in tema di salute e alimentazione e Padrieterni in cui Federico Taddia e Matteo Bussola affrontano il tema del rapporto con i figli e della conciliazione lavoro-famiglia vista con l’ ottica maschile. Confermato Nessuna è perfetta di Maria Latella. Confermati, fra gli altri, Gianluca Nicoletti con Melog, lo sport di Tutti Convocati, le storie di Enrico Ruggeri ne Il Falco e il Gabbiano, le analisi di Oscar Giannino ne La Versione di Oscar, Focus Economia con Sebastiano Barisoni, La Zanzara con Giuseppe Cruciani e David Parenzo, i due momenti di approfondimento dell’ attualità con Effetto Giorno di Simone Spetia ed Effetto Notte di Roberta Giordano. Torneranno anche i diversi programmi del fine settimana curati dai giornalisti di Radio 24, rinnovati nei contenuti e nei formati. Un menu corposo, quindi, per una radio news & talk da 2 milioni di ascoltatori medi al giorno (nona fra le emittenti italiane) che sa di dover combattere in un contesto sempre più polarizzato, ma in cui ascolti e raccolta pubblicitaria stanno dando buoni riscontri. A livello generale nei cinque mesi dell’ anno, secondo i dati Nielsen, la raccolta è salita del 4,1%. Ottimo anche giugno: +8,9% e +5% nel semestre secondo Fcp Assoradio (le concessionarie). «La raccolta di Radio 24 va bene ed è in linea con un mercato molto soddisfacente», ha detto a margine Fausto Amorese, direttore radio, quotidiani e periodici specializzati di System 24 e presidente Fcp Assoradio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Bonus per la pubblicità incrementale

Il Sole 24 Ore
Emanuele ReichFranco Vernazza
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Il credito d’ imposta sugli investimenti pubblicitari, introdotto dalla legge 96/2017 in sede di conversione del Dl 50/2017, costituisce uno strumento per incrementare gli investimenti in campagne pubblicitarie su stampa quotidiana e periodica e su emittenti televisive e radiofoniche locali. Il contributo, che è rivolto a imprese e lavoratori autonomi con modalità da determinare con decreto, decorre dal 2018, ma si può già applicare agli investimenti pubblicitari effettuati a partire dal 24 giugno 2017. Con l’ articolo 57-bis del Dl 24 aprile 2017 n. 50, convertito con la legge 21 giugno 2017 n. 96, dal 2018, viene introdotto un contributo, sotto forma di credito di imposta, per gli investimenti incrementali effettuati in campagne pubblicitarie: sulla stampa quotidiana e periodica; sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, sia analogiche sia digitali. In sede di esame del disegno di legge di conversione del Dl 50/2017, il Governo ha accolto l’ ordine del giorno G/2853/218/5 del senatore Lai, impegnandosi a chiarire «che il credito d’ imposta si attribuisce, nel 2018, relativamente agli investimenti pubblicitari effettuati a far data dall’ entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge» e cioè dal 24 giugno 2017, essendo la legge 96/2017 pubblicata sul supplemento ordinario 95 della «Gazzetta Ufficiale» 144 del 23 giugno 2017. Si ritiene quindi che l’ agevolazione sia immediatamente operativa, poiché assumono rilevanza le spese in campagne pubblicitarie sostenute a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione (24 giugno 2017). Sul punto occorre attendere il chiarimento da parte del decreto attuativo e dell’ agenzia delle Entrate. Per accedere al beneficio occorre che il valore degli investimenti effettuati superi dell’ 1% il valore degli analoghi investimenti sostenuti nell’ anno precedente, sugli stessi mezzi di informazione. Dovrà essere chiarito se il calcolo deve essere effettuato per massa, ovvero distinguendo tra i vari mezzi di comunicazione prescelti per gli investimenti pubblicitari. A tale fine, per gli investimenti effettuati nel primo periodo d’ imposta (e cioè dal 24 giugno 2017 al 31 dicembre 2017), come chiarito con l’ ordine del giorno, appare logico ritenere che il parametro storico da porre a raffronto (le spese di analoga natura sostenute nel 2016) sia corrispondentemente ragguagliato al periodo 24 giugno 2016 – 31 dicembre 2016. Il punto dovrà essere confermato dal decreto attuativo. Per stabilire il momento di effettuazione degli investimenti appare ragionevole l’ applicazione dell’ articolo 109, comma 2, lettera b) del Tuir, che stabilisce che le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute alla data in cui le prestazioni sono ultimate. Il credito di imposta spetta nella misura: del 75% del valore incrementale per imprese e lavoratori autonomi; del 90% del valore incrementale per le piccole e medie imprese, le microimprese e le startup innovative. Si prevede un limite massimo di spesa, che sarà stabilito annualmente mediante Dpcm, utilizzando il Fondo per il pluralismo e l’ innovazione per l’ informazione. Il credito di imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, in base al Dlgs 241/1997, previa istanza diretta al dipartimento per l’ Informazione e l’ editoria della presidenza del Consiglio dei ministri. Un Dpcm, che sarà pubblicato entro 120 giorni dall’ entrata in vigore della legge di conversione, e quindi entro il 22 ottobre 2017, conterrà i dettagli relativi alle tipologie di spese ammissibili, alla procedura per la presentazione dell’ istanza di fruizione, ai casi di esclusione, alla documentazione richiesta e ai successivi controlli. Poiché l’ articolo 57-bis prevede che la concessione del credito d’ imposta sia sottoposta agli “eventuali adempimenti europei”, il decreto di attuazione dovrà anche chiarire la compatibilità dell’ agevolazione con la normativa europea degli aiuti di Stato. Peraltro, si ritiene che sussista tale compatibilità, poiché, quanto ai beneficiari, si tratta di misura agevolativa a carattere generale. Quanto al trattamento contabile, il principio Oic 24, i costi di pubblicità possono rientrare tra i costi capitalizzati nella voce BI1 “Costi di impianto e di ampliamento” dello Stato Patrimoniale se rispettano i requisiti previsti dai paragrafi 41-43 dello stesso Oic 24 ovvero: i costi siano sostenuti in modo non ricorrente; esista un rapporto causa-effetto tra i costi in questione ed il beneficio (futura utilità) che dagli stessi la società si attende. Qualora invece non soddisfino i suddetti requisiti, tali costi devono essere spesati nella voce B7 del conto economico, come previsto dall’ Oic 12. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

«Mondadori cresce senza soffocare il mercato»

Il Sole 24 Ore
Antonella Olivieri
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A 70 anni Ernesto Mauri dimostra l’ entusiasmo del ragazzo di fronte alle meraviglie del mondo digitale. Che funzionano in termini di business quando, come nel caso di Mondadori, si accoppiano con la leadership nel settore tradizionale. Almeno quando si tratta di contenuti tematici. L’ acquisizione di Banzai – che ha portato in utile le attività digitali per la prima volta nel semestre appena chiuso – ha fornito competenze native digitali che la casa di Segrate non aveva. E il “derivato” cartaceo del prodotto di punta – Giallo zafferano, il popolarissimo sito dedicato alla cucina che ha 6,5 milioni di visitatori – è stato subito un successo: «200mila copie vendute, con un bassissimo investimento iniziale – spiega l’ ad di Mondadori – proprio perchè abbiamo potuto sfruttare il know-how del web e dei social network». Come pure un successo per Mauri, che ha messo a frutto la sua pluriennale esperienza nei magazine tradizionali, è stato il lancio del settimanale Spy, che viaggia oltre le 300mila copie a numero senza spiazzare Chi. Anche l’ acquisizione dei Libri da Rcs è stata di piena soddisfazione: le sinergie – 10 milioni in totale – sono già state realizzate al 60%. «Non c’ è mai stato tanto dinamismo nel settore dell’ editoria libraria in Italia come adesso – sottolinea Mauri – e questo smentisce le profezie di chi diceva che avremmo soffocato il mercato». Sono entrati nuovi attori – HarperCollins, Planeta con De Agostini -, sono nati nuovi player – La Nave di Teseo -, Giunti si è rafforzata con Bompiani. «E noi stiamo crescendo – ribadisce l’ ad di Mondadori – Nel trade abbiamo davanti una stagione con un catalogo di bestseller che non è mai stato così ricco negli ultimi dieci anni. A settembre esce Ken Follet, a ottobre Dan Brown. Poi ci sono Green, Volo, D’ Avenia, Carofiglio, Vespa, Cazzullo, tutti concentrati in autunno. Il mercato dei libri è trascinato da Mondadori: è fondamentale il ruolo di un grande editore, che deve essere capace anche di scoprire e lanciare nuovi autori, spingerne le vendite e, soprattutto, far da volano per tutto il sistema librario». Il consuntivo del primo semestre vede i ricavi dei libri crescere del 10,4% a 187,9 milioni, mentre l’ Ebitda segna un arretramento da 9,1 milioni a 5,6 milioni, dovuto al confronto con un diverso periodo di consolidamento di Rizzoli, integrale dal secondo trimestre 2016. L’ editoria scolastica infatti è caratterizzata da un trend spiccatamente stagionale con i costi concentrati a inizio dell’ anno (nel 2016 erano stati sostenuti da Rcs) e i ricavi che si espandono in autunno quando aprono le scuole. A perimetro omogeneo, infatti, l’ Ebitda adjusted sarebbe stato in aumento del 39%. L’ area Libri – settore stabile – ha permesso in passato di compensare gli effetti del calo dei periodici, dove Mondadori è leader in Italia con una quota del 31,6% e secondo player, a caccia di opportunità di consolidamento, in Francia. L’ integrazione digitale ha permesso di dare una spinta in più. L’ Ebitda del primo semestre registra infatti una crescita del 17,2% in Italia a 11,7 milioni e del 10,3% in Francia a 15,7 milioni, pur in presenza di ricavi in calo di poco meno dell’ 8% a 148 milioni sia nel mercato domestico che in quello francese. «Complessivamente siamo in linea con la guidance, che ci porterà al quarto anno consecutivo in crescita», spiega l’ ad. Per l’ intero 2017 è previsto un Ebitda di 107-108 milioni rispetto al proforma precedente di 100. Mentre il rapporto net debt/Ebitda adjusted calerà più facilmente a 2 rispetto al 2,2 che stava nella parte alta del range-target, grazie anche alla forte generazione di cassa che nel primo semestre è stata dell’ ordine di 90 milioni, di cui 63 dalla gestione ordinaria. Nella distribuzione retail è prevista nel triennio l’ apertura in franchising di 120 nuovi punti vendita, con l’ obiettivo di arrivare nel 2019 a un margine reddituale del 5%. Per il gruppo il primo semestre si è chiuso con ricavi a 553 milioni (-1,7%), Ebitda a 27,3 milioni e un risultato netto di 4,4 milioni rispetto alla perdita precedente di 3,8 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Sky entra nel mercato spagnolo

Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Sky si appresta a entrare nel mercato spagnolo. Nei prossimi sei mesi la pay tv di casa Murdoch conta di entrare a dar battaglia «nella quarta maggiore economia dell’ Eurozona – si legge nella nota di accompagnamento ai dati finanziari di gruppo diffusi ieri – con un servizio Ott semplice e a costi contenuti». Insomma, non la tradizionale pay, ma un servizio visibile su vari device sfruttando la banda larga. Un ingresso cauto quindi, ma la comunicazione data ieri rappresenta pur sempre uno spartiacque, con la media company di cui 21st Century Fox detiene il 39% che entra in un mercato il mercato con la più ampia platea di telespettatori free-to air in Europa al di fuori dei paesi in cui Sky è già presente (Uk, Germania, Italia, Irlanda e Austria), dove la parte del leone la fanno Mediaset España e De Agostini Planeta, ma con pay tv in crescita (con il dominio di Movistar e Vodafone molto attiva) e in cui occorre fare i conti anche con i servizi Vod (Netflix in primis). A tutto questo la Sky ci arriva attendendo innanzitutto una risposta dalle autorità britanniche al takeover lanciato dalla casamadre Usa per il 100% della società. Se non dovesse andare in porto entro fine anno, per Sky ci sarà da pagare agli azionisti un dividendo straordinario di 170 milioni di sterline. Dall’ altra parte, Sky ha presentato ieri al mercato dati di fatturato in crescita (+5%) a 12,9 miliardi di sterline (14,44 miliardi di euro) seppur con un utile operativo sceso del 6% a 1,468 miliardi di sterline, principalmente a causa dei 629 milioni di sterline sborsati per l’ acquisizione della Premier League in Uk. Il Gruppo ha però registrato un aumento di 686mila nuovi clienti nei 12 mesi e conta ora 22,5 milioni di abbonati in totale. Per quanto riguarda le strategie industriali, il ceo Jeremy Darroch ha annunciato un piano di crescita per il 2018 degli investimenti in produzioni originali (+25%) . Bene l’ Italia, con esercizio chiuso con ricavi in crescita del 4% a 2.458 milioni di sterline (2.851 milioni di euro) e profitti operativi su del 139% a quota 136 milioni di sterline (circa 158 milioni di euro), anche per effetto di benefici contabili. Il numero dei clienti è salito di 41 mila unità, ma nel solo ultimo trimestre sono scesi di 19mila unità a causa della disputa fra Sky e Telecom che ha già impattato nel trimestre precedente. «In un contesto sfidante per i consumi, abbiamo accresciuto con successo la nostra base clienti e i profitti operativi hanno raggiunto il loro livello più alto negli ultimi cinque anni», dice a proposito dell’ Italia la nota sui conti di Sky. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Siae, non sempre il monopolio è un danno

Il Messaggero

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Non è chiaro se l’ Antitrust europeo abbia davvero intenzione di avviare una procedura d’ infrazione contro l’ Italia per non aver adeguatamente ottemperato all’ obbligo di regolamentare il mercato dei diritti d’ autore. Di sicuro le tensioni che nelle ultime settimane si sono addensate attorno alla Siae, in verità alimentate anche da sciocchezze e qualche falsità, suggeriscono qualche riflessione sull’ argomento. Cominciando con l’ affermare che ci sono casi in cui il monopolio è utile, anzi sarebbe dannoso eliminarlo; e che la battaglia apparentemente libertaria ingaggiata contro la Siae dall’ italo-inglese Soundreef, sede fiscale nel Regno Unito, in tempi di Brexit suona perlomeno sospetta. Quello dei diritti d’ autore è un tema che può offrire letture contraddittorie per le caratteristiche insolite. Però chiunque può comprendere perché quelli legati alla musica degli autori famosi fanno gola: fruttano un sacco di soldi. Poco fascino esercita invece la protezione del diritto d’ autore nella lirica, nel teatro, nella letteratura, nelle arti figurative, nella danza e soprattutto nella musica non redditizia proposta da giovani autori ancora sconosciuti. Che però vanno anch’ essi sostenuti e incoraggiati. Viene allora facile comprendere lo scopo di entità come la Siae, società pubblica ma non finanziata dallo Stato, senza scopo di lucro e gestita da autori ed editori, che si occupa di intermediare i diritti d’ autore in virtù di un’ esclusiva che le permette di svolgere l’ attività a vantaggio dell’ intera filiera creativa, anche in ottica solidaristica. Amministrando vari repertori, la società redistribuisce le risorse in modo che quelli più remunerativi, come appunto la musica, supportino quelli che lo sono meno offrendo così un’ opportunità di affermazione ai più meritevoli. Non a caso Siae è sotto la vigilanza del ministero dei Beni culturali, della Presidenza del Consiglio, del ministero dell’ Economia, dell’ Agcom oltre a dover riferire annualmente al Parlamento sui risultati dell’ attività svolta. Insomma, un’ entità d’ interesse nazionale che da quando tre anni fa venne affidata alle cure di Filippo Sugar, oltre a migliorare sensibilmente i conti (e certamente ne aveva bisogno) si è calata con determinazione nell’ arena mondiale dove i grandi player come Google, Apple, Spotify, Amazon o Netflix dominano e di fronte ai quali non ci si può presentare frammentati, senza potere di trattativa. Non è forse per questo che i 2.000 editori americani di quotidiani si sono alleati chiedendo una deroga all’ antitrust Usa per fronteggiare uniti lo strapotere dei giganti del digitale? Sicché non è scorretto affermare che il governo italiano ha recepito la Direttiva Barnier – tesa a semplificare questo settore rendendolo più trasparente – in maniera coerente cogliendo l’ implicito invito all’ aggregazione. D’ altro canto, se fosse davvero così cogente introdurre alternative che celebrino la concorrenza, perché in non pochi Paesi europei vige la collecting nazionale non imposta per legge, ma scelta dalla categoria? Risposta semplice: perché l’ intermediazione dei diritti d’ autore non può essere mercificata, pena una concorrenza che non farebbe che produrre inefficienza, costi maggiori e servizi peggiori. Si dirà: ma negli Stati Uniti, unico vero esempio di concorrenza aperta tra più società di raccolta del diritto d’ autore, le cose funzionano. Falso: da qualsiasi punto di vista si analizzi la situazione di quel Paese, emerge con chiarezza che è in assoluto il peggior mercato nella raccolta dei diritti, il più discriminatorio nei confronti degli autori e il più conflittuale tra autori e utilizzatori. Ne sono prova le numerose class action subite da Spotify proprio a causa della mancanza di chiarezza sui repertori in licenza. É solo grazie alla forza della lingua e alla loro influenza nella musica mondiale che gli Stati Uniti possono permettersi tale inefficienza, forti di oltre il 30% di diritti raccolti all’ estero. Da noi, invece, da fuori arriva solo il 5%. Dunque, se il nostro sistema si dovesse frammentare, fatalmente diverrebbe inefficiente oltre che teatro di speculazioni selvagge. E in un paese dove persino lo Stato fatica a raccogliere le imposte, gran parte della capacità di raccolta andrebbe perduta riducendo la capacità di produrre cultura. Per avere un’ idea delle dimensioni della società guidata da Sugar, basti dire che gestisce 45 milioni di opere e oltre 1,2 milioni di contratti di licenza con circa 580.000 soggetti che utilizzano il suo repertorio. Per questo ha istituito una task force di almeno 500 controllori che battono quotidianamente la penisola per ridurre al minimo le occasioni di evasione. Bene ha fatto perciò il ministro Franceschini a schierarsi a fianco della Siae nell’ ambito di un provvedimento che tutela oltre 1 milione di addetti. Il che non autorizza la Siae a sedere sugli allori, ma deve servire di stimolo a svecchiarsi ulteriormente e a ridurre certe rigidità che ancora la frenano. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Coletta direttore di Rai3 Cinema, resta Del Brocco

Italia Oggi

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A Rai3 Stefano Coletta sostituisce ufficialmente Daria Bignardi come direttore di rete (vedere ItaliaOggi del 26/7/2017). Con il cda di Viale Mazzini, ieri, è stato nominato anche Nicola Claudio, attuale segretario del cda e direttore della nuova direzione Governance. Sempre ieri, sono stati confermati in Rai Cinema Paolo Del Brocco a.d. e Nicola Claudio presidente. Ilaria Dallatana, direttrice di Rai2, Maria Pia Ammirati, direttrice di RaiTeche, e Angelo Teodoli, direttore di RaiGold, saranno invece i nuovi componenti del cda. In merito al reintegro della rappresentanza Rai nel cda Auditel, dopo le dimissioni di Giancarlo Leone, il d.g. Mario Orfeo ha indicato il direttore marketing Cinzia Squadrone (che si va ad aggiungere a Marcello Ciannamea, Antonio Marano, Giuseppe Pasciucco, Alessandro Picardi e Gian Paolo Tagliavia).

Mondadori torna in utile: 4,4 mln

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Mondadori torna in utile a conclusione del primo semestre 2017, segnando un +4,4 milioni di euro rispetto ai -3,8 milioni registrati al 30 giugno 2016. E per la seconda parte dell’ anno la casa editrice presieduta da Marina Berlusconi e guidata dall’ a.d. Ernesto Mauri conferma «la stima rispetto al 2016 pro-forma (ossia ricavi inclusi Rizzoli Libri e Banzai Media intorno a 1,3 miliardi ed ebitda adjusted per circa 100 milioni) di ricavi sostanzialmente stabili, un ebitda adjusted in crescita «high-single digit», con un conseguente miglioramento della redditività percentuale, e di un significativo incremento dell’ utile netto, pari a circa il 30%». Bene anche la previsione sull’ indebitamento finanziario netto, atteso in riduzione rispetto al 31 dicembre scorso. In particolare, per quel che riguarda il consolidamento di Rizzoli Libri, il prezzo dell’ acquisizione finalizzata ad aprile 2016 è stato ritoccato al ribasso per 2 milioni di euro (totale: 125,1 mln) mentre rimane inalterata la previsione, in favore di Rcs, di un earn-out per un massimo di 2,5 milioni di euro, condizionato al conseguimento nel 2017 di risultati prefissati. Ma soprattutto Rizzoli Libri influenza i conti Mondadori perché consolidato nel secondo trimestre 2016 e perché ha una stagionalità negativa, nel primo trimestre di quest’ anno, causata dal segmento education, a sua volta gravato da costi promozionali e ricavi posticipati. A livello di ebitda consolidato, comunque, il risultato è in miglioramento del 21,2% a quota 27,3 milioni di euro. Motivo: il «contributo positivo di plusvalenze derivanti dalle cessioni di alcuni asset avvenute nel secondo trimestre dell’ esercizio (4,2 milioni di euro derivante dalla cessione di un immobile nell’ area corporate & shared services e 4,3 milioni di euro dalla cessione di NaturaBuy nell’ area periodici Francia)», hanno precisato da Segrate, vicino Milano. L’ ebit del gruppo lombardo, invece, è di 11,2 milioni di euro (+33%), con ammortamenti e svalutazioni per 16 milioni (+2 mln sul 2016), tra l’ altro «per l’ impatto dell’ ammortamento delle attività immateriali di Banzai Media (1,2 milioni di euro) nonché degli oneri capitalizzati del business scolastico di Rizzoli Libri (2 milioni di euro di cui 1,1 milioni di euro nel primo trimestre)». Il dettaglio dei costi mostra infine quelli fissi di struttura su del 6%, quelli del personale su di un più contenuto 1,6%. La posizione finanziaria netta è a -284,4 mln rispetto ai -374,8 mln del 30 giugno 2016 e ai -263,6 mln di fine 2016. A monte del conto economico, invece, i ricavi complessivi calano dell’ 1,7% pari a 553 milioni di euro, contrazione dovuta in parte ai risultati dei periodici e in parte, per esempio, al fatturato dell’ elettronica di consumo nell’ offerta delle librerie Mondadori. A proposito delle singole aree di business, i periodici italiani muovono un business da 148,1 milioni di euro (-7,9%), con quelli da vendita a -8,2% e quelli pubblicitari a +7%. L’ ebitda sale sulla soglia degli 11,7 milioni di euro, dai precedenti 10 milioni. Sempre per i periodici, ma in Francia, il fatturato è di 148,1 milioni di euro, in calo del 7,6%. Le vendite flettono del 4,5%, la raccolta pubblicitaria del 17,4%. L’ ebitda è di 15,7 milioni, in crescita del 10%. Sul fronte dei libri (compresa Rizzoli Libri), con una quota di mercato complessiva al 28,1%, i ricavi sono stati pari a 187,9 milioni di euro, al rialzo del 10,4%. L’ ebitda si attesta sui 5,6 milioni di euro, contro i 9,1 dei primi sei mesi del 2016. Infine nel network retail delle librerie, il fatturato sfiora gli 85 milioni di euro (-4%). L’ ebitda è negativo per 5 milioni (il dato era a -3,1 milioni nello stesso periodo dell’ anno scorso). Peggioramento dovuto tra l’ altro, per 1,5 milioni di euro, a oneri di ristrutturazioni. Ieri il titolo Mondadori ha chiuso la giornata in Borsa a -0,23% a 1,746 euro.

Sky alla conquista della Spagna

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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La media company Sky, attualmente presente in Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Germania e Italia, proverà a conquistarsi una fetta del mercato pay anche in Spagna. Non con una vera e propria televisione a pagamento, ma partendo, entro la fine del 2017, con un servizio over the top (quindi streaming a pagamento) snello, «che non impatterà molto sui costi di Sky», ha assicurato agli analisti Jeremy Darroch, group chief executive di Sky. Non sarà, probabilmente, l’ offerta Now tv, ma qualcosa di molto simile e che potrebbe però usare il brand Sky, ritenuto di maggiore impatto sui consumatori iberici. Continua, quindi, la battaglia delle pay tv nel Vecchio Continente, tenuto conto che pure Canal+ (Vivendi) ha appena annunciato di voler creare una società con Tim per lanciare un nuovo modello di tv a pagamento in Italia. Sulla Penisola, comunque, Sky Italia torna ad avere una marginalità rilevante. Anzi, la migliore degli ultimi cinque anni. I conti chiusi al 30 giugno 2017, infatti, parlano di ricavi annui pari a 2,851 miliardi di euro (tasso di conversione: 1,16 euro per sterlina), in crescita del 4% sull’ esercizio 2016, un ebitda di 294,6 milioni di euro (+20%) e un risultato operativo di 157,7 milioni (più che raddoppiato rispetto all’ esercizio 2016). Gli abbonati a Sky nel 2017 salgono a quota 4.783.000, ovvero 41 mila clienti in più rispetto all’ esercizio 2016. L’ ultimo trimestre aprile-giugno 2017, tuttavia, ha visto un calo di 19 mila unità sul corrispettivo periodo 2016, a causa del contenzioso tra Sky e Telecom Italia. L’ arpu (ovvero i ricavi medi mensili per ciascun cliente) è rimasto invariato a quota 42 euro (34 euro in Germania, 47 sterline in Uk), mentre è molto migliorato il churn (indice che misura il tasso di abbandono, in sostanza le disdette di abbonamento), sceso al 9,1% (12,6% in Germania, 11,5% in Uk) rispetto all’ 11,1% del 2016. Funzionano, quindi, i numerosi piani fedeltà che la media company italiana ha messo in campo negli ultimi anni. Questi due parametri (arpu e churn), ovviamente, andranno tenuti sotto controllo nei prossimi mesi, visto l’ aumento del prezzo degli abbonamenti Sky (+8,6%) annunciato in Italia dal 1° ottobre 2017. Marcia bene la raccolta pubblicitaria sulla Penisola, con un +6% nell’ esercizio 2017, risultato determinato soprattutto dal +16% della raccolta sui canali in chiaro, e in particolare da Tv8. Il 51% degli abbonati Sky ha il decoder connesso alla rete Internet, già in 400 mila hanno attivato l’ offerta Sky Go Plus (che consente di scaricare i contenuti e di vederli in mobilità anche off line), ed entro il 2017 arriveranno pure in Italia i nuovi decoder Sky Q (già presenti in un milione di famiglie nel Regno Unito). Più in generale, il gruppo Sky in Europa chiude un esercizio 2017 positivo, con ricavi per 12,9 miliardi di sterline (+10%), un risultato operativo pari a 1,46 mld di sterline (-6%, ma qui impattano gli investimenti sui diritti tv della Premier league di calcio e quelli fatti per nuove produzioni originali, che continueranno a crescere del 25% anche nei prossimi esercizi) e un parco abbonati pari a 22,5 milioni di clienti (+686 mila unità rispetto all’ esercizio 2016). © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Il Giornale d’ Italia cambia editore e punta a tornare in edicola nel giro di 2-3 anni. Si chiama Marco Matteoni il nuovo editore del quotidiano oggi solo online e diretto da Francesco Storace. Nei piani del neo-editore non c’ è solo una nuova edizione cartacea ma anche un numero settimanale, da lanciare magari la domenica, interamente dedicato alle buone notizie e ancora e soprattutto Matteoni vuole integrare carta e web nel migior modo possibile, perché è l’ unico modo per riportare i giovani alla lettura dei giornali. Solo che per farlo, a giudizio dello stesso Matteoni, occorre fare un giornale che sia giovane anche lui. Matteoni viene da una famiglia d’ imprenditori edili, che hanno iniziato a costruire nel 1923 a Roma, ha già investito nell’ editoria e adesso valuta una partecipazione nel Tempo della famiglia Angelucci. Tra i suoi investimenti nella comunicazione c’ è per esempio Italian Television, network in onda perlopiù oltreconfine. A corredo invece dei suoi investimenti edili ci sono quelli in servizi accessori per chi compra casa, dall’ organizzazione delle nozze per giovani coppie allo smaltimento dei rifiuti. Radio, pubblicità a +8,9%. L’ Osservatorio Fcp-Assoradio (Fcp-Federazione concessionarie pubblicità) ha raccolto i dati relativi al fatturato della pubblicità nazionale radiofonica del mese di giugno, chiuso con un incremento dell’ 8,9%, pari a 33.335.000 euro. Lo Iap boccia Vogue. L’ istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha accolto la segnalazione della senatrice Pd Francesca Puglisi, presidente della commissione parlamentare contro il femminicidio, e ha intimato a Vogue Italia di rimuovere la foto lesiva della dignità delle donne usata per pubblicizzare il Photo Vogue Festival. Super! sbarca su Tivùsat. Con l’ arrivo al numero 47 di Super! cresce il numero dei canali per bambini disponibili sulla piattaforma satellitare gratuita Tivùsat. Super! si unisce a Rai YoYo e Rai Gulp (presenti anche in versione HD), Boing e Cartoonito già disponibili ai canali dal numero 40 al 43.

Enigmistica, passione degli editori

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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È un segmento editoriale tutto da decifrare ma che sa regalare felici sorprese agli editori, soprattutto in questo periodo di calo generalizzato di copie: l’ enigmistica è un mercato quasi monopolistico in cui, però, continuano a debuttare mese dopo mese testate dedicate a rebus, parole crociate e indovinelli per tutti i gusti e livelli. La testata principe che domina è la Settimana Enigmistica ma di recente hanno iniziato a cimentarsi anche Tv Sorrisi e Canzoni di Mondadori con la sua Tv Sorrisi e Canzoni Enigmistica, Urbano Cairo con Enigmistica Più e sempre l’ editore piemontese, questa volta tramite Rcs, con Oggi Enigmistica, peraltro segnando un’ inversione di tendenza dopo che la precedente gestione del gruppo Corsera aveva ceduto tutto il polo enigmistico. Ci sono anche i quotidiani impegnati in giochi a schema libero, sudoku e anagrammi tra cui Quotidiano Nazionale-Qn (dorso sinergico di Resto del Carlino, Giorno e Nazione) che pubblica Enigmistica, oltre a riviste storiche come Domenica Quiz della Prs Mediagroup e molte altre ancora, da Enigmistica Moderna fino alle diversificazioni dalle trasmissioni tv in stile Reazione a catena, senza dimenticare i libri di cui Lezioni di enigmistica di Stefano Bartezzaghi è solo un esempio chiave. Insomma, a parte la poca fantasia nella scelta dei nomi delle pubblicazioni, gli appassionati hanno un’ ampia scelta in costante evoluzione (anche scegliendo in base ai prezzi che oscillano dai 50 centesimi fino a 1,5 euro e poco più). Ricchezza nonostante i lettori di riviste cartacee non abbondino in Italia e sebbene, a detta di molti addetti ai lavori, enigmistica è sempre sinonimo di Settimana Enigmistica. Allora come mai nuovi giornali si cimentano in questo rebus editoriale? La motivazione è duplice, industriale e psicologica. Intanto, spiega a ItaliaOggi un editore, si tratta di pubblicazioni con costi di produzione contenuti. Certo, bisogna garantirsi un numero minimo di copie ma lo spazio sul mercato c’ è (non esistono al momento dati certificati Ads sul segmento). E qui si entra nella psicologia del lettore di enigmistica: le testate vanno a caccia e trovano un lettore che è appassionato, fedele alle parole crociate, sempre alla ricerca di quella selezione di giochi che maggiormente gli piace (o soddisfa il suo grado culturale). L’ importante è definire il proprio spazio di vendita, meglio se a debita distanza dalla Settimana Enigmistica che comprensibilmente, a detta di un altro editore, ci tiene a mantenere unica la sua identità grafica e di contenuti. Peraltro, un’ ulteriore caratteristica di questo segmento editoriale, è che editori e direttori di riviste preferiscono non mostrarsi in pubblico e tantomeno amano rilasciare interviste. La stessa Settimana Enigmistica è ammantata di un’ aurea misteriosa, non facendo dichiarazioni di nessun tipo, non fornendo materiale istituzionale e non aprendo (come altri) la redazione alla visita di estranei. Da un punto di vista industriale, comunque, le parole crociate portano guadagni seppur diversamente a seconda dei casi, ma la vendita di riviste di enigmistica insieme con periodici, quotidiani o autonomamente in edicola suggerisce che spesso queste testate hanno funzioni differenti. Nel caso di un quotidiano come Qn, per esempio, Enigmistica (fresca di restyling) è un «valore aggiunto che Resto del Carlino, Nazione e Giorno offrono ai lettori dei tre quotidiani. Non sentiamo la concorrenza dei nuovi arrivati», dichiara Pierluigi Masini, direttore della testata di Poligrafici Editoriale. «Per giunta, Enigmistica è un prodotto che va bene tutto l’ anno, anche se ha un picco stagionale di vendita durante l’ estate». Sotto l’ ombrellone è tra i giochi più sani ed economici, come già cavalcato dalle campagne pubblicitarie di più case editrici. Qualcuno ha addirittura calcolato che, in media, ogni cruciverba di parole crociate costa a chi le fa 6 centesimi all’ ora. Ma siccome non è tutto rose e fiori nel settore, c’ è innanzitutto un problema da affrontare, a giudizio di un altro direttore, ossia che i costi bassi di produzione dipendono dal fatto che cruciverba e rebus vengono ideati perlopiù da service esterni. Esperti così specializzati e affidabili sono però difficili da trovare, anche perché bisogna stare attenti: l’ appassionato di enigmistica non solo è molto critico verso gli errori ma pretende anche definizioni sempre differenti e aggiornate. Motivo per cui esistono interi database di definizioni, vero tesoro di questa tipologia di giornali, che vanno periodicamente rinfrescati (includendo nuovi papi, nuovi presidenti della repubblica e mode giovanili). A proposito di service esterni, nella ricognizione di ItaliaOggi sono solamente 3 quelli principali e consigliati. Comunque sia, il conto economico di una rivista di enigmistica può essere semplice da decrittare visto che i ricavi dipendono quasi interamente dal fatturato edicola. Pubblicità non ce n’ è, tranne che in pochi casi come Enigmistica Più di Urbano Cairo (in quarta di copertina) che peraltro è stata la prima a comunicare il lancio di un’ applicazione dedicata. Oggi molte testate hanno anche un sito internet, sia di sola presentazione dell’ edizione cartacea sia con giochi interattivi, ma l’ applicazione punta piuttosto a svecchiare il segmento editoriale e strizza l’ occhio agli appassionati più giovani così come a quelli poco pazienti, che non vogliono aspettare l’ uscita del numero successivo per conoscere le soluzioni dei giochi. Aspetto che porta dritto al cuore della seconda caratteristica del segmento editoriale: la psicologia dei lettori di enigmistica. Secondo molti direttori, è delicato trovare un equilibrio tra la difficoltà dei giochi in pagina e la soddisfazione dell’ appassionato, perché «se il lettore non sa rispondere ai quesiti, non ti compra più». E per comporre il giusto compromesso c’ è solo l’ imbarazzo della scelta degli strumenti da utilizzare; più che tra tipi diversi di giochi la differenza è proprio nella loro creazione tra versioni più tradizionali e quelle meno istituzionali con foto e disegni. Il mix spazia da cruciverba grandi, medi o piccoli a quelli tematici con indovinelli e definizioni incentrati solamente su sport, storia o personaggi famosi. Tv Sorrisi e Canzoni Enigmistica, per esempio, «dedica alcuni giochi agli spettacoli, anche se una quota importante di pagine è composta sempre da cruciverba e quiz tradizionali», racconta Aldo Vitali, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni Enigmistica e dello stesso settimanale mondadoriano. «Una volta pubblicavamo questi passatempi solo su Tv Sorrisi e Canzoni, riservando più spazio in vista dell’ estate. Ma poi i lettori hanno iniziato a chiedere più giochi durante tutto l’ anno. Quindi abbiamo lanciato una testata specializzata, in linea anche graficamente con Tv Sorrisi e Canzoni». Ma nel tempo non ci sono mai state lamentele per errori o refusi, come succede anche ad altre testate? «Riceviamo tante lettere dai nostri lettori, con commenti sugli argomenti più svariati. Recentemente, su Tv Sorrisi e Canzoni, ci hanno segnalato che avevamo scritto in una rubrica che Caltagirone, in Sicilia, affaccia sul mare», ammette Vitali. «Io stesso, da grande amante dell’ isola, ci sono rimasto male». Errori a parte, direttori ed editori concordano tutti che non ci sono limiti ai contenuti da inserire in cruciverba e quiz. Compresa l’ età delle signore, showgirl o donne prestate alla politica che siano. Anzi, spesso sono gli uomini i più sensibili alla loro data di nascita.

Caltagirone Editore chiude il primo semestre con ricavi in flessione del 6,2%. Il gruppo: nel 2017 proseguiranno le attività di riorganizzazione per aree funzionali e le iniziative per valorizzare le versioni multimediali e le attività internet …

Prima Comunicazione

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Caltagirone editore chiude il primo semestre con ricavi pari a 71,3 milioni di euro, in flessione del 6,2% rispetto al corrispondente periodo del 2016, ma con un risultato netto di gruppo positivo per 6 mila euro, contro quello negativo per 270 mila euro registrato lo scorso anno. Lo comunica una nota emessa dopo l’ approvazione dei conti da parte del cda. I risultati, spiega la nota, che “continuano a risentire degli effetti negativi della contrazione dei ricavi pubblicitari e dei ricavi diffusionali che caratterizza ormai da anni il settore”. Per quanto riguarda l’ anno in corso, si legge nella nota, “proseguiranno le attività di riorganizzazione per aree funzionali del gruppo, nonché le iniziative finalizzate a valorizzare le versioni multimediali e migliorare le attività internet delle testate”. Albino Majore, amministratore delegato del gruppo In particolare, “i ricavi complessivi derivanti dalla vendita di quotidiani si sono attestati a 28,1 milioni di euro, con una flessione del 3,6% rispetto al corrispondente periodo del 2016 inferiore al dato tendenziale di mercato che, nel periodo gennaio-maggio 2017, ha registrato una flessione delle diffusioni delle copie cartacee e digitali del 10,5%. I ricavi da vendita delle edizioni cartacee delle testate del gruppo sono diminuiti, nel periodo, del 4,4%. E’ continuata la crescita delle vendite di copie e abbonamenti digitali che, pur con un’ incidenza sui ricavi diffusionali ancora marginale, hanno segnato un +17,8% rispetto al corrispondente periodo del precedente esercizio. A partire dal mese di giugno il Gruppo ha applicato l’ incremento del prezzo di vendita del quotidiano Il Messaggero in parte dell’ area diffusionale”. La raccolta pubblicitaria del gruppo, si legge ancora, “è diminuita del 7,8%. I ricavi pubblicitari sulle sole testate cartacee, considerando anche la pubblicità raccolta per conto di terzi, hanno registrato una contrazione del 9,2% in linea con l’ andamento del mercato; stabile invece la raccolta pubblicitaria su Internet che, considerando anche la raccolta effettuata per conto di terzi, ha registrato un incremento dello 0,1%. L’ incidenza dell’ area internet sul fatturato pubblicitario complessivo è giunta ormai al 14,1%. La Total Audience (pc o mobile) dei siti web del Gruppo ha registrato 1,06 milioni di utenti unici giornalieri medi, in crescita del 8,2% rispetto al primo semestre 2016. – Leggi o scarica la nota (.pdf), disponibile sul sito Caltagironeeditore.com.

Radio 24 in autunno apre la caccia ai giovani. Nel palinsesto in arrivo il 4 settembre più infotainment, temi e linguaggi alleggeriti. Il direttore Guido Gentili: mezzo fondamentale per il nostro gruppo

Prima Comunicazione
ROBERTO BORGHI
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Roberto Borghi – Radio 24 ha presentato oggi a Milano il palinsesto che partirà il 4 settembre. Le maggiori novità si concentrano la mattina – il prime time radiofonico – e nel weekend, dove gli ascolti dell’ emittente confindustriale soffrono di più. “La radio va bene e la nostra ambizione è allargarne gli orizzonti, aprendoci a un pubblico più giovane”, dice Guido Gentili, direttore del quotidiano e della radio del Gruppo 24 Ore. “Con il nuovo palinsesto di Radio 24 si compie il primo tassello della piena integrazione che vogliamo realizzare tra giornale, radio e agenzia di stampa Radiocor Plus, convinti che sia fondamentale, per un gruppo multimediale come il nostro, unire le forze per accrescere il volume e la qualità della nostra offerta editoriale e per raggiungere anche nuovi segmenti di pubblico” Guido Gentili e Stefano Barisoni Tra le nuove proposte e le ricollocazioni del palinsesto autunnale della radio guidata dal vice direttore esecutivo di Radio 24 Sebastiano Barisoni spiccano Luca Telese, Alessandro Milan, Veronica Gentili, Leonardo Manera, Mauro Meazza, Pierluigi Pardo, Davide Oldani, Nicoletta Carbone, Federico Taddia e Matteo Bussola. A parte i movimenti comunicati oggi, la squadra precedente – coordinata dal capo redattore Alessandra Scaglioni – è stata riconfermata, a partire dal top player Giuseppe Cruciani che con la sua ‘Zanzara’ garantisce un’ audience irrinunciabile nel drive time. Il nuovo mattino di Radio 24 con il focus sulle hard news di politica, economia, attualità e sui grandi temi sociali vede arrivare ai microfoni Luca Telese che accompagnerà gli ascoltatori di “24 Mattino” a partire dalle 6.30 al posto di Alessandro Milan. Nella seconda parte del programma c’ è sempre anche Oscar Giannino. Alle 9 – al posto del poco performante programma di Minoli “trasmissione costosa che in 4 anni non ha incrementato gli ascolti” – si passa dalle hard news alle soft news, dalle prime pagine dei quotidiani ci si sposta alle pagine più interne per parlare di cronaca, costume, società e intrattenimento, con “Funamboli” il nuovo programma condotto da Alessandro Milan, Veronica Gentili e con la partecipazione del comico Manera, che dalle 9 alle 11 ogni mattina parlerà dell’ Italia e di un paese in continuo movimento e in perenne equilibrio, in cui tutti siamo funamboli e cerchiamo di rimanere in piedi tra cambiamenti politici, economici, sociali e culturali. La Gentili, Milan, Manera A seguire dalle 12.00 in poi gli ascoltatori troveranno i programmi di punta del palinsesto settimanale di Radio 24: Gianluca Nicoletti con Melog, lo sport di Tutti Convocati con gli immancabili Carlo Genta e Pierluigi Pardo alle 14.00, le storie di Enrico Ruggeri ne Il Falco e il Gabbiano alle 15.00, le analisi di Oscar Giannino con la Versione di Oscar alle 16.00, Focus Economia con Sebastiano Barisoni alle 17.00 e La Zanzara alle 18.30 con Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Anche l’ informazione di Radio 24 si arricchisce e a fianco dei GR, che quotidianamente aggiornano gli ascoltatori dalle 6 del mattino fino alle 24 per un totale di 16 finestre informative, inserisce ampi spazi di analisi e di inchiesta, con i viaggi, i reportage, le breaking news e la programmazione speciale dedicata ai grandi eventi. Confermati anche i due momenti di approfondimento dell’ attualità Effetto Giorno di Simone Spetia alle 13.00 ed Effetto Notte di Roberta Giordano alle 21.00. LE NOVITA’ DEL WEEK END Il sabato arriva la coppia Davide Oldani, lo chef stellato, ideatore della cucina pop e fondatore del famoso ristorante D’ O, e Pierluigi Pardo che, in versione gourmand, non fa mistero della sua passione per il bon vivre. Insieme condurranno “Mangia come parli” programma di cucina che, con l’ autorevolezza e la semplicità di Radio 24 e l’ ironia e la leggerezza richieste dal week end, parlerà di ricette e ristorazione, racconterà ingredienti, piatti e luoghi da scegliere. Pierluigi Pardo Spazio alla salute e all’ alimentazione nel week end con Nicoletta Carbone, la voce del benessere di Radio 24, che dedica il suo spazio alla controcultura delle fake news che predominano su questi temi. Con l’ aiuto di ospiti accreditati, medici e nutrizionisti, e con la garanzia dell’ autorevolezza di Radio 24, ogni week end, in un doppio appuntamento il sabato e la domenica, spiegherà agli ascoltatori come difendersi dalle bufale in rete, e come farsi un’ opinione razionale, a quali cure affidarsi, come avere un’ alimentazione corretta e soprattutto a cosa non credere nel mare di notizie che circolano in rete. “La domenica l’ idea di accompagnare e quasi “coccolare” il nostro ascoltatore tipo si è sviluppata secondo una logica di fascia e non di singolo programma” spiega Barisoni. In particolare la domenica mattina, dopo le buone notizie di “Si può fare”, l’ attenzione sarà dedicata alle ‘donne di Radio 24’, professionalmente attive, multitasking e impegnate sul doppio fronte famiglia-lavoro, con il programma di Maria Latella “Nessuna è perfetta” ancora più concentrato su questo profilo femminile. A seguire spazio agli ‘uomini di Radio 24′, che sono sia professionisti sia padri, con “Padrieterni” in cui Federico Taddia e Matteo Bussola, padri coetanei ma opposti, affrontano il tema del rapporto con i figli e della conciliazione tra lavoro e famiglia vista con l’ ottica maschile. Conclude la mattinata della domenica il tema dell’ alimentazione corretta dedicata ‘alle madri e ai padri di Radio 24′ ma declinata con l’ affidabilità che viene riconosciuta a Radio 24 e quindi cercando di fare chiarezza, grazie ad ospiti qualificati, rispetto alla mole di informazioni più o meno veritiere che circolano in rete: il programma di Nicoletta Carbone “La Bufala in tavola” già dal titolo evoca l’ obbiettivo di contrastare le fake news sull’ alimentazione e utilizzerà ampiamente proprio i social per veicolare temi e risposte. Torna poi l’ appuntamento con i diversi programmi del week end curati dai giornalisti di Radio 24 ma rinnovati nei contenuti e nei formati. Racconteranno come studiare e lavorare in Europa, come interpretare tutte le informazioni che si susseguono sui temi dell’ ambiente, come sarà il nostro futuro in compagnia delle macchine intelligenti, e poi ancora cinema, musica, spettacolo, libri. Confermati anche i programmi classici del weekend con lo sport di Giovanni Capuano, la musica di Gegè Telesforo con tanti ospiti internazionali in diretta, il mondo della recitazione con Pino Insegno, le notizie e le “buone” storie di Si può fare con Alessio Maurizi. Fausto Amorese “La raccolta di Radio 24 va bene ed è in linea con un mercato molto soddisfacente”, dichiara il direttore radio, quotidiani e periodici specializzati di System 24, Fausto Amorese che è anche presidente Fcp Assoradio che proprio oggi ha rilasciato dei dati molto soddisfacenti: +8,9% a giugno, +5% nel primo semestre dell’ anno. “Abbiamo dovuto mettere in piedi ‘al buio’ il palinsesto autunnale perchè il passaggio delle rilevazioni da Radiomonitor e Ter – in arrivo a settembre – ha fatto saltare i dati del primo trimestre che normalmente vengono forniti agli editori”.


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