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Rassegna Stampa del 27/07/2017

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Indice Articoli

Caltagirone editore, torna l’ utile crescono le attività digitali: +17,8%

Dalla Lega Serie A via libera al bando per i diritti all’ estero

Frequenze, bacchettata dalla Ue

Tivusat oltre tre milioni di smartcard

Tiscali, intesa con Sky sulla pubblicità

Caltagirone Editore, ricavi in leggero calo

Gedi (ex Espresso) stima un risultato 2017 positivo

Caltagirone Editore in pareggio La pubblicità diminuisce del 7,8%

Poligrafici, perdita a quota 2,1 milioni

Chessidice in viale dell’ editoria

Tv digitale, Ue boccia il passaggio Irregolari dividendo digitale e conversione frequenze esistenti

Sky Italia ritocca al rialzo i prezzi degli abbonamenti

Tiscali lascia a Sky la raccolta

Ti abboni per dodici mesi. Ma ne paghi tredici

Ricavi in crescita dell’ 1,6% e utili a 7,4 milioni nel primo semestre per Gedi. Il gruppo: dall’ integrazione con Itedi nuove opportunità. Atteso risultato positivo a fine anno

Caltagirone Editore, torna l’ utile nel semestre

Sky aumenta il canone di quasi il 10 per cento

Caltagirone editore, torna l’ utile crescono le attività digitali: +17,8%

Il Mattino

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Roma. Caltagirone editore chiude il primo semestre con ricavi pari a 71,3 milioni di euro, in flessione del 6,2% rispetto al corrispondente periodo del 2016, ma con un risultato netto di gruppo positivo per 6 mila euro, contro quello negativo per 270 mila euro registrato lo scorso anno. Lo comunica una nota emessa dopo l’ approvazione dei conti da parte del cda. Si tratta di risultati, spiega la nota, che «continuano a risentire degli effetti negativi della contrazione dei ricavi pubblicitari e dei ricavi diffusionali che caratterizza ormai da anni il settore». In particolare, i ricavi complessivi derivanti dalla vendita di quotidiani si sono attestati a 28,1 milioni di euro, con una flessione del 3,6% rispetto al corrispondente periodo del 2016 inferiore al dato tendenziale di mercato che, nel periodo gennaio/ maggio 2017, ha registrato una flessione della diffusione delle copie cartacee e digitali del 10,5%. È proseguita la crescita delle vendite di copie e abbonamenti digitali che, pur con un’ incidenza sui ricavi diffusionali ancora marginale, hanno segnato un +17,8% rispetto al corrispondente periodo del precedente esercizio. La raccolta pubblicitaria del gruppo è diminuita del 7,8%. Il Margine operativo lordo è risultato negativo per 1,5 milioni di euro (negativo per 1,6 milioni al 30 giugno 2016). Il costo del lavoro si è ridotto del 5,2% rispetto al primo semestre 2016, nonostante la presenza di oneri non strutturali pari a 1,6 milioni di euro legati ai piani di riorganizzazione posti in essere da alcune società del Gruppo (570 mila euro al 30 giugno 2016). Il risultato operativo, dopo ammortamenti e svalutazioni per 3,7 milioni di euro, ha registrato un saldo negativo di 5,2 milioni (negativo per 6 milioni nel primo semestre 2016). Il risultato netto della gestione finanziaria è stato positivo per 4,1 milioni di euro (4,4 milioni nel 2016), principalmente influenzato dai dividendi ricevuti su azioni quotate. Il risultato ante imposte è stato negativo per 1,1 milioni di euro (negativo per 1,7 milioni di euro al 30 giugno 2016). Nel corso dell’ esercizio – si legge nella nota proseguiranno – le attività di riorganizzazione per aree funzionali del gruppo, nonché le iniziative finalizzate a valorizzare le versioni multimediali e migliorare le attività internet delle testate. Nel mese di luglio è stato pubblicato il documento informativo relativo all’ Offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria su azioni ordinarie di Caltagirone Editore promossa da Chiara Finanziaria Srl, società controllata indirettamente dall’ azionista di riferimento. Il cda riunitosi il 20 luglio, alla luce dei pareri redatti dagli amministratori indipendenti e dall’ esperto indipendente nominato dal consiglio stesso, ha espresso la propria valutazione positiva in merito alla congruità, dal punto di vista finanziario, dell’ Offerta e di conseguenza del corrispettivo, pur evidenziando che l’ applicazione del metodo della somma delle parti risulta superiore (con particolare riferimento alla stima basata su una valorizzazione del business editoriale effettuata mediante il metodo finanziario) rispetto a quanto offerto. l.ra. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Dalla Lega Serie A via libera al bando per i diritti all’ estero

Il Sole 24 Ore
Marco BellinazzoAndrea Biondi
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Nella giornata in cui è stato varato il calendario della Serie A per la stagione 2017/18, l’ assemblea della Lega ha deliberato all’ unanimità il bando per la vendita all’ estero dei diritti tv del campionato di Serie A per il triennio 2018/21. Vendita da cui l’ advisor Infront si attende ricavi per 300 milioni: quasi il doppio rispetto ai 186 milioni di media a stagione del 2015/18. Nei prossimi giorni una commissione tecnica dovrà mettere a punto gli ultimi dettagli del bando atteso entro i primi di agosto, a qualche settimana di distanza dal roadshow che Lega e Infront hanno effettuato fra Londra, Usa e Shanghai. L’ invito a offrire, senza un prezzo minimo sul modello della Champions, darà ai soggetti interessati sei settimane di tempo per avanzare le proprie offerte. La novità di questa sessione sarà la vendita per macroaree geografiche, con Medio Oriente e Asia considerate potenzialmente più redditizie rispetto al recente passato. I diritti tv saranno assegnati poi dopo un’ assemblea ad hoc chiamata a valutare le proposte pervenute, dopo di che Lega e Infront porteranno avanti trattative private con i potenziali compratori. L’ obiettivo è completare le vendite entro gennaio. A vincere l’ asta dei diritti internazionali per il triennio 2015/18 è stata Mp & Silva che già deteneva il precedente pacchetto tv per l’ estero della Serie A che assegnava alla Lega 117 milioni all’ anno di media. La società all’ epoca di Riccardo Silva – ora passata sotto il controllo della cordata cinese composta dal gruppo di servizi finanziari Everbright e da Baofeng – ha garantito complessivi 557 milioni (172 milioni il primo anno, 185 il secondo e 200 il terzo) per una media stagionale di 185,6 milioni. Le altre offerte erano state depositate da Img (per una media di 140 milioni) e da B4 (127 milioni il primo anno, 136 il secondo e 145 milioni il terzo, per una media di 136 milioni). L’ incremento dunque era stato di circa il 60 per cento. Certo resta lontano l’ incasso estero della Premier League che dai diritti tv internazionali ottengono circa tre miliardi di sterline nel triennio sugli 8,3 totali che i club si suddividono in parti uguali. La parte internazionale è comunque l’ antipasto prima della portata più corposa, costituita dall’ asta per i diritti in Italia. Se ne tornerà a parlare in autunno dopo il flop del primo bando a giugno. Alla gara potrebbero interessarsi anche nuovi soggetti. Nei giorni scorsi si è delineata la possibilità di una joint venture fra Tim e Canal+ per la creazione di una pay italiana che potrebbe anche concorrere all’ assegnazione dei diritti. Dall’ altra parte però, mentre Sky ha già dalla sua i diritti della Champions per il triennio 2018-2021, sponda Cologno Mediaset Premium sembra rilanciare la propria candidatura a un ruolo di primo piano sul versante dell’ offerta sportiva con la nomina a presidente dell’ ex amministratore delegato del Milan e vicepresidente della Lega Adriano Galliani. Insomma, un player da non dare, a priori, fuori dai giochi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Frequenze, bacchettata dalla Ue

Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Nell’ era del video on demand e dei colossi d’ oltreoceano che pian piano stanno scardinando le modalità di fruizione dei contenuti video, l’ Italia deve ancora fare i conti con vicende tv che affondano le radici nell’ altro millennio. E a giudicare dalla risposta arrivata ieri dalla Ue, quel passato porta in dote qualche lavata di capo. Sulla gestione del passaggio dall’ analogico al digitale la Corte di giustizia dell’ Unione europea ha pubblicato due sentenze. Una che nasce dal ricorso con cui le società Europa Way e Persidera hanno chiesto l’ annullamento della gara onerosa per l’ assegnazione delle frequenze, derivanti dal “dividendo digitale”, con cui il Governo Monti ha sostituito l’ assegnazione gratuita (beauty contest) e alla quale ha partecipato solo il gruppo Cairo aggiudicandosi un Mux per 31,6 milioni. Nell’ altro ricorso Persidera ha contestato la decisione con la quale le è stata assegnata una sola frequenza digitale in cambio di due analogiche, lamentando una disparità di trattamento rispetto a Rai e Mediaset. Entrambi i ricorsi sono stati respinti al Tar. Da qui l’ appello al Consiglio di Stato che, a sua volta, ha rinviato la questione alla Corte di giustizia europea, chiamata a esprimersi in via pregiudiziale per sapere se le norme nazionali che hanno governato il passaggio dal sistema analogico al digitale siano compatibili con il diritto dell’ Ue. «La Corte – si legge nella nota di accompagnamento della sentenza sul dividendo digitale (C-560/15) – rileva che il ministero per lo Sviluppo economico e il legislatore italiano non erano competenti, ai sensi del diritto dell’ Unione, a sospendere e ad annullare il beauty contest indetto dall’ Agcom: sia il Ministero sia il legislatore hanno influito sul corso del procedimento dall’ esterno e sulla scorta di mere considerazioni di natura politica, così violando l’ indipendenza di tale autorità di regolamentazione. Per tale ragione, la normativa italiana sull’ attribuzione del dividendo digitale è contraria al diritto dell’ Unione». Certo, lo Stato è libero di scegliere se avviare procedure onerose o gratuite, «purché la nuova procedura – si legge nella sentenza – sia basata su criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati». Notazione importante: «Spetta al giudice del rinvio verificare» che le condizioni siano rispettate. La causa C-112/16 che riguarda Persidera (operatore di rete costituito da Telecom Italia Media Broadcasting e Rete A, società del gruppo Espresso), nasce dal ricorso dell’ operatore quando a Rai e Mediaset furono assegnati due multiplex contro i tre canali analogici detenuti in precedenza, mentre Persidera ha avuto un multiplex contro due canali analogici. Qui si incrociano due punti: il fatto che alcuni canali (Rete 4) erano utilizzati in violazione delle regole della concorrenza (così dice il Consiglio di Stato e la Corte europea non entra nel merito) e il tasso di conversione differente usato per Rai e Mediaset da una parte e Persidera dall’ altro. La Corte ha stabilito che il criterio è discriminatorio, ma spetterà sempre al giudice nazionale verificare sulla base del fatto che una simile discriminazione può essere giustificata se costituisce l’ unico modo per garantire la continuità dell’ offerta televisiva. Il giudice nazionale dovrà verificare se l’ assegnazione di un unico multiplex digitale a ciascuno dei due maggiori operatori non sarebbe stato sufficiente. La ricaduta pratica di entrambe le sentenze ora occorrerà valutarla sulla base di come si pronuncerà il Consiglio di Stato, il quale dovrà tenere conto del fatto che Persidera ha raggiunto i 5 multiplex massimi consentiti dalla normativa. Quindi al massimo potrà aspirare a un risarcimento. Dall’ altra parte, se è vero che si tratta di sentenze con cui la Corte di Giustizia, su richiesta del Consiglio di Stato, chiarisce il significato di alcune norme europee (e quindi senza effetti immediati), è anche vero che in futuri interventi sulle frequenze, come quello per il refarming della banda 700 che dovrà essere liberata dai broadcaster a vantaggio delle telco, si dovrà tenere conto dei principi indicati dalla Corte. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Tivusat oltre tre milioni di smartcard

Il Sole 24 Ore
Andrea Marini
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roma La piattaforma satellitare gratuita Tivùsat, società partecipata da Rai, Mediaset, Telecom Italia, Associazione TV locali e Aeranti Corallo, ha superato i 3 milioni di smartcard attivate. Numeri importanti per un servizio che nasce per replicare sul satellite free la programmazione generalista e i canali televisivi nazionali gratuiti già trasmessi sul digitale terrestre ma che sta diventando molto di più. Abbiamo così chiesto ad Alessandro Picardi, presidente di Tivù srl, la società che gestisce Tivùsat e direttore Sviluppo strategico delle piattaforme Rai come è stato possibile arrivare a questo traguardo e quali saranno le nuove prospettive. Come siete riusciti ad arrivare in così pochi anni a 3 milioni di smart card attivate? Abbiamo semplicemente dato una risposta alla domanda di quella popolazione che per ragioni orografiche faceva più fatica a ricevere il segnale digitale. Una gestione efficiente e in grado di guardare sempre alle opportunità dell’ innovazione tecnologica per affrontare al meglio le sfide del futuro ha consentito di fare il resto mantenendo conti economici solidi e in utile. Un bel lavoro di squadra frutto di un team che prova a guardare sempre al futuro. Quante sono le famiglie italiane che oggi vedono la televisione tramite Tivùsat? Oltre il 9 per cento. Pensa che il trend di crescita delle smart card proseguirà? Avete già un nuovo target? Penso vi sia ancora spazio per crescere ma dire ora un nuovo target sarebbe prematuro, certamente la vasta offerta di canali in HD e anche dei primi in 4K oltre che la visione delle principali emittenti internazionali come le all-news da Bloomberg a Cnbc, da Al Jazeera a i24News fino a Mezzo e Arte e i tanti canali tematici dedicati al cinema, alla musica e ai bimbi, contribuiranno a renderci attrattivi per una scelta sempre più di qualità oltre che risolutiva per quelle famiglie che riescono a vedere la tv solo tramite il satellitare. Il futuro della Tv si sta spostando sul satellite? No, ma ci sarà sempre più necessità di interazione tra le varie piattaforme: satellitare, terrestre e online. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Tiscali, intesa con Sky sulla pubblicità

Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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La raccolta pubblicitaria online del gruppo Tiscali viene affidata a Sky Italia. Dall’ altra parte il portale Tiscali.it, «oggi ottavo sito di news in Italia – recita la nota congiunta delle due società – arricchirà la proposta di contenuti della propria piattaforma grazie all’ inserimento di una selezione di video Sky». La partnership commerciale fra Tiscali e Sky viene annunciata alla vigilia dell’ assemblea straordinaria dei soci di Tiscali che, domani, sarà chiamata ad approvare l’ aumento di capitale riservato di 13 milioni per la società fondata da Renato Soru e che ora ha come azionista di maggioranza relativa il fondo russo Otkritie (17,08% del capitale). «Il committment dei soci è di continuare a rafforzare la struttura patrimoniale della società in funzione delle opportunità che si stanno creando», dice al Sole 24 OreRiccardo Ruggiero, ceo di Tiscali. Insomma, questi 13 milioni non dovrebbero restare un caso isolato. Sul come si vedrà, ma quel che rileva, per Ruggiero, è che «l’ azienda nell’ ultimo anno ha operato una trasformazione importante. E anche le prospettive sono di rilievo». Il riferimento, sul versante delle prospettive industriali, riguarda «l’ implementazione delle frequenze 3.5 Ghz» che Tiscali ha in dote e preziose in vista dell’ arrivo del 5G. Ma riguarda anche l’ accelerazione di fixed wireless e fibra. «Negli ultimi 3 mesi abbiamo avuto il 30% di nuove acquisizioni in fibra. Il dato, neanche troppo tempo fa, era zero». Merito soprattutto dell’ accordo con Open Fiber, in base al quale la controllata di Enel e Cdp ha anche Tiscali come cliente nelle aree in cui è presente (e in cui sarà presente) con la sua rete in fibra. «Abbiamo 10mila clienti in fibra acquisiti negli ultimi 2-3 mesi» conferma Ruggiero. «Siamo a Cagliari e Perugia, stiamo commercializzando il servizio a Milano, Torino, Bologna, stiamo per partire a Genova e aspettiamo con impazienza Roma». Al terzo trimestre si parla di 800mila clienti sulle varie tecnologie, fra cui il mobile in cui Tiscali agisce come operatore virtuale. L’ utile è confermato per fine 2017 contro il rosso di 45 milioni del 2016 (frutto anche di svalutazioni). Alla base c’ è un’ operazione di taglio dei costi e di concentrazione sull’ attività core (Tiscali ha venduto a Fastweb il ramo business). Ci sono poi le altre varie partnership: da quella con Engineering per la gestione in “full outsourcing” dei servizi di information technology dell’ operatore, a quella con Huawei per la rete Lte, a quella con Sky ora su pubblicità e contenuti. Possibile una vendita abbinata Sky-Tiscali? «Non è sancito nell’ accordo – replica Ruggiero – ma stiamo studiando pacchetti in tal senso». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Caltagirone Editore, ricavi in leggero calo

Il Sole 24 Ore

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Il Gruppo Caltagirone Editore chiude il primo semestre 2017 con risultati che continuano a risentire degli effetti negativi della contrazione dei ricavi pubblicitari e dei ricavi diffusionali che caratterizza ormai da anni il settore. I ricavi sono scesi del 6% a 71,3 milioni di euro. In particolare, i ricavi complessivi derivanti dalla vendita di quotidiani sono calati del 3,6% a 28,1 milioni di euro; il calo comunque risulta inferiore al dato tendenziale di mercato che, nel periodo gennaio-maggio 2017, ha registrato una flessione delle diffusioni delle copie cartacee e digitali del 10,5% (elaborazione su dati Ads). I ricavi da vendita delle edizioni cartacee delle testate del Gruppo sono diminuiti, nel periodo, del 4,4%. È continuata la crescita delle vendite di copie e abbonamenti digitali che, pur con un’ incidenza sui ricavi diffusionali ancora marginale, hanno segnato un +17,8% rispetto al corrispondente periodo del precedente esercizio. A partire dal mese di giugno il gruppo ha applicato l’ incremento del prezzo di vendita del quotidiano Il Messaggero in parte dell’ area diffusionale. La raccolta pubblicitaria del gruppo è diminuita del 7,8%. I ricavi pubblicitari sulle sole testate cartacee, considerando la pubblicità raccolta per conto di terzi, hanno registrato un -9,2% in linea con l’ andamento del mercato; stabile invece la raccolta pubblicitaria su internet che, considerando anche quella effettuata per conto di terzi, ha registrato un +0,1%. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Gedi (ex Espresso) stima un risultato 2017 positivo

Il Sole 24 Ore

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Utile netto di 7,4 milioni per il gruppo editoriale Gedi nel primo semestre del 2017 in calo rispetto ai 12,1 milioni del semestre corrispondente. I risultati di Gedi, si legge nella nota del gruppo che edita tra l’ altro «La Repubblica» e «La Stampa», non tiene conto dell’ integrazione con Itedi operativa che ha effetto dallo scorso primo luglio. Il semestre appena concluso con un fatturato di 287,3 milioni, inoltre, ha un perimetro di attività sensibilmente differente e ridotto rispetto a quello dello scorso anno, per effetto del deconsolidamento di alcune testate per rispettare le soglie di tiratura. Per il confronto dei due semestri il gruppo Gedi ha quindi elaborato un conto economico a perimetro omogeneo del primo semestre 2016 dal quale si ricava un aumento di fatturato quest’ anno rispetto ai 282,7 milioni calcolati per i sei mesi dello scorso anno. L’ utile a perimetro omogeneo l’ anno scorso sarebbe stato di 10,3 milioni. Il gruppo Gedi presieduto da Marco De Benedetti ha registrato un margine operativo lordo di 22,7 milioni (22,8 a perimetro omogeneo nel 2016) e un risultato operativo di 15,9 milioni (15,7 milioni). La posizione finanziaria netta è positiva per 26,4 milioni in calo rispetto ai 31,7 milioni a fine 2016 per effetto del indebitamento finanziario di Itedi di 7,8 milioni incluso nella situazione patrimoniale. Quanto alle prospettive per l’ esercizio 2017 il gruppo prevede di registrare un risultato positivo e che l’ integragione con Itedi che dovrebbe aprire nuove opportunità. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Caltagirone Editore in pareggio La pubblicità diminuisce del 7,8%

Italia Oggi

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Chiude in sostanziale pareggio il primo semestre di Caltagirone Editore. Il gruppo presieduto dall’ avvocato Francesco Gianni ha archiviato infatti la prima metà dell’ anno con un utile netto di 6 mila euro rispetto ai -0,27 mln del corrispondente periodo del 2016. I ricavi sono stati pari a 71,3 milioni di euro, in flessione del 6,2%. In particolare, i ricavi complessivi derivanti dalla vendita di quotidiani si sono attestati a 28,1 milioni di euro, in calo del 3,6%. I ricavi da vendita delle edizioni cartacee delle testate del gruppo sono diminuiti invece del 4,4% mentre è continuata la crescita delle vendite di copie e abbonamenti digitali che, pur con un’ incidenza sui ricavi diffusionali ancora marginale, hanno segnato un +17,8%. I ricavi pubblicitari sono diminuiti del 7,8%, quelli sulle sole testate cartacee, considerando anche la raccolta per conto di terzi, hanno registrato una contrazione del 9,2% in linea con l’ andamento del mercato. Stabile invece la pubblicità su internet che ha registrato un incremento dello 0,1%. L’ incidenza dell’ area internet sul fatturato pubblicitario complessivo ha raggiunto il 14,1%. Il margine operativo lordo è risultato negativo per 1,5 milioni di euro (-1,6 milioni euro al 30 giugno 2016). Il costo del lavoro si è ridotto del 5,2% rispetto al primo semestre 2016, nonostante la presenza di oneri non strutturali pari a 1,6 milioni di euro legati ai piani di riorganizzazione posti in essere da alcune società del gruppo. Il risultato operativo, dopo ammortamenti e svalutazioni per 3,7 milioni di euro, ha registrato un saldo negativo di 5,2 milioni di euro (-6 milioni di euro nel primo semestre 2016). Il risultato netto della gestione finanziaria è stato invece positivo per 4,1 milioni di euro (4,4 milioni di euro nel corrispondente periodo 2016), principalmente influenzato dai dividendi ricevuti su azioni quotate. Il risultato ante imposte è stato negativo per 1,1 milioni di euro (-1,7 milioni di euro al 30 giugno 2016), mentre il risultato netto è stato di 6 mila euro contro una perdita di 270 mila euro nel corrispondente periodo 2016. La posizione finanziaria netta è pari a 135,5 milioni di euro, in crescita di circa 1,1 milioni di euro rispetto al dato al 31 dicembre 2016.

Poligrafici, perdita a quota 2,1 milioni

Italia Oggi

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Poligrafici Editoriale ha chiuso il primo semestre riportando una perdita netta di 2,1 milioni di euro che si confronta con un risultato negativo per 0,4 milioni con cui si era chiusa la prima metà dello scorso esercizio. I ricavi netti consolidati sono diminuiti a 68,8 milioni (75,4 mln nel primo semestre del 2016), con quelli editoriali in flessione tendenziale del 6,7% e quelli pubblicitari in calo del 4,7%. La raccolta sui quotidiani cartacei editi dal gruppo guidato dal vicepresidente e amministratore delegato Andrea Riffeser Monti ha registrato una contrazione del 5,6%, con un decremento del 9,6% per la pubblicità commerciale nazionale, mentre la raccolta locale, comprensiva della rubricata, finanziaria e di servizio, ha segnato una flessione del 3,7%. La raccolta pubblicitaria online, pari a 2,4 milioni di euro, evidenzia una riduzione del 1,6% principalmente per effetto delle minori concessioni gestite (+12,8% a perimetro omogeneo). L’ ebitda è sceso a 3,5 milioni dai 4,8 mln di fine giugno 2016. L’ indebitamento finanziario netto di periodo è migliorato a 38,7 milioni dai -41,7 mln di fine 2016. Il gruppo editoriale ha inoltre reso noto di aver raggiunto un preaccordo con i soci di Nana Bianca (gli ex fondatori di Dada Paolo Barberis, Alessandro Sordi e Jacopo Morelli) in base al quale Poligrafici Editoriale entrerà nel capitale di quest’ ultima con una quota del 4%. Obiettivo dell’ operazione è di sviluppare ulteriori progetti in ambito digitale, in particolare adtech, martech e produzione di contributi digitali innovativi. Ieri il titolo Poligrafici Editoriale ha chiuso in Borsa a 0,2001 euro, in calo del 7,06%.

Chessidice in viale dell’ editoria

Italia Oggi

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Nuovo in edicola con le carte napoletane. Continuano le iniziative della stagione estiva di Cairo Editore. Per la prima volta con il settimanale Nuovo diretto da Riccardo Signoretti in edicola oggi ci saranno in allegato le carte napoletane di Modiano, risultato della collaborazione tra la casa editrice e Distilleria Caffo, azienda attiva dal 1915 nella produzione di liquori e distillati e proprietaria del marchio Vecchio Amaro del Capo che brandizza le carte da gioco. Le carte saranno acquistabili con il giornale al prezzo complessivo di 2,90 euro. Nuovo sarà in vendita anche nella versione classica al prezzo di 1 euro. Ascolti, ok i canali kids di Viacom a luglio. Luglio si conferma un buon mese per i canali kids rappresentati dalla concessionaria Viacom Pubblicità & Brand Solutions, guidata da Paolo Romano, che raggiungendo complessivamente il 14% di share è la prima concessionaria in quest’ area. Il portfolio kids di Viacom Pubblicità comprende i canali sul fta Super! (Gruppo De Agostini) e Pop (Sony Picture Television) e i canali Viacom a brand Nickelodeon in esclusiva su Sky. MP & Silva lancia la vendita dei diritti media in Italia per la coppa del mondo 2018 e 2022. Dopo aver ricevuto l’ incarico dalla Fifa per la vendita dei diritti media in Italia della coppa del Mondo Fifa 2018 e 2022, MP & SIlva è attualmente impegnata nel facilitare i diritti di trasmissione tradizionale e digitale ed è aperta a manifestazioni di interesse da parte di potenziali offerenti. Con il supporto della Fifa la società guidata dal ceo Jochen Lösch discuterà nei prossimi mesi una serie di pacchetti di diritti con i media partners. La gara di apertura della prossima Coppa del Mondo è in programma allo stadio Luzhniki di Mosca il 14 giugno 2018. Il sorteggio della fase finale si svolgerà invece il prossimo 1° dicembre 2017 presso il Palazzo del Cremlino a Mosca.

Tv digitale, Ue boccia il passaggio Irregolari dividendo digitale e conversione frequenze esistenti

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Il passaggio della tv italiana dall’ analogico al digitale, a partire dal 2009, è avvenuto seguendo delibere e leggi contrarie al diritto dell’ Unione Europea. Non solo, anche il metodo di redistribuzione delle frequenze è stato bacchettato dalla Ue perché a rischio di essere incompatibile con la normativa comunitaria. Metodo che ha di sicuro svantaggiato alcuni operatori del mercato. Così si è espressa con due sentenze rese note ieri (c-560/15 e c-112/16) la Corte di giustizia Ue, a cui ha rinviato in via pregiudiziale il Consiglio di Stato italiano dopo i ricorsi rispettivi, da una parte, di Europa Way (Europa 7) e Persidera (jv Telecom Italia+Gedi) contro Agcom e, dall’ altra parte, la sola Persidera contro ministero dello sviluppo economico e Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). In particolare, nel primo ricorso con cui le due società chiedevano l’ annullamento della gara onerosa per l’ assegnazione delle frequenze supplementari (dividendo digitale), secondo la Corte di giustizia Ue, il ministero per lo sviluppo economico e il legislatore italiano non erano competenti, ai sensi del diritto dell’ Unione, a sospendere e ad annullare il beauty contest (gara non onerosa, ndr) indetto dall’ Agcom. Sia il ministero sia il legislatore hanno influito sul corso del procedimento dall’ esterno e sulla scorta di mere considerazioni di natura politica, a giudizio dei giudici europei, violando in questo modo l’ indipendenza dell’ Autorità (che aveva inizialmente previsto il beauty contest). Peraltro, visto che con l’ avvio della gara onerosa veniva ridotto a 3 da 5 il numero dei nuovi multiplex digitali da assegnare, la Corte invita ora il giudice nazionale a verificare se agli operatori preesistenti sia stato attributo un numero di radiofrequenze superiore a quello strettamente necessario alla continuità dei loro programmi. Se così fosse, il numero di radiofrequenze attribuite ai preesistenti operatori andrebbe diminuito e messo a disposizione dei nuovi operatori, quindi del dividendo digitale. Per quanto riguarda invece la seconda sentenza, a fronte del ricorso della sola Persidera che contesta il meccanismo di conversione con cui le è stata assegnata una sola frequenza in cambio delle due analogiche già in portafoglio, la Corte di giustizia Ue parte dal riferimento del Consiglio di stato italiano al fatto che alcuni canali analogici erano utilizzati in violazione delle regole della concorrenza (Rai3 e Rete4). E di conseguenza afferma che, se questo fosse il reale scenario, l’ attuale redistribuzione delle frequenze digitali sarebbe incompatibile con il diritto dell’ Unione. In aggiunta, i giudici hanno stabilito che il metodo di conversione ha in concreto svantaggiato Persidera che, diversamente dai due grandi operatori Rai e Mediaset, diffondeva fino a quel momento non tre bensì due canali analogici. Rai e Mediaset hanno infatti beneficiato di un tasso di conversione pari al 66,67% mentre Persidera ha avuto un tasso di conversione al 50%. Discriminazione che, sempre secondo i giudici, può essere giustificata solo se questo metodo costituisce l’ unico modo possibile per perseguire obiettivi legittimi di interesse generale. Ma siccome la Corte di giustizia Ue non risolve le controversie nazionali ma invita solamente i giudici nazionali a farlo seguendo le sue indicazioni, adesso spetta ai tribunali italiani non solo controllare che non sia stato superiore alle esigenze del sistema il numero di frequenze assegnate agli operatori preesistenti ma anche di verificare se l’ assegnazione di un unico multiplex digitale a ciascuno dei due maggiori operatori non sarebbe già stata sufficiente a consentire a Rai e Mediaset la prosecuzione della loro offerta televisiva.

Sky Italia ritocca al rialzo i prezzi degli abbonamenti

Italia Oggi

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Il mercato della pay-tv non sta vivendo uno dei momenti più floridi in Italia. Ma, nonostante ciò, proprio mentre Mediaset Premium nomina Adriano Galliani alla presidenza (una vecchia volpe che potrebbe tornare buona in sede di gara per acquisire i diritti Serie A 2018-2021) e Canal+ e Tim annunciano l’ intenzione di creare una nuova offerta pay in Italia, ecco che Sky Italia, con una certa dose di coraggio, aumenta i prezzi dell’ abbonamento dell’ 8,6% su base annua. D’ altronde, c’ è il notevole fresco investimento sui diritti della Champions league di calcio 2018-2021(si parla di almeno 260 milioni di euro all’ anno) da cui rientrare. Da lunedì scorso, comunque, ai clienti Sky viene spedita una lettera che li informa del cambio di periodicità di fatturazione: dal 1° ottobre, infatti, «il tuo abbonamento sarà calcolato e fatturato ogni quattro settimane e non più su base mensile, con un conseguente incremento del costo dell’ abbonamento pari all’ 8,6% su base annua». Questo, perciò, comporterà la ricezione di 13 fatture in un anno, e non più di 12. Sky adotta quindi una formula già usata da alcuni operatori telefonici, in più casi sanzionata da Agcom, molto criticata dalle associazioni dei consumatori, e più volte derisa da Maurizio Crozza quando nel suo show interpretava il personaggio di Mr Thin Cook della Inc.Cool 8 (la pronuncia spiega già tutto). Va tuttavia anche aggiunto che dal mese di luglio Sky ha regalato a tutti i suoi abbonati l’ accesso ai Box Sets, ovvero le library on demand con tutte le stagioni di molte serie tv. Un servizio che prima costava cinque euro al mese, e che era gratuito solo per gli abbonati con Hd e pacchetto Family. Poiché c’ è comunque il rischio che entro il 30 settembre possano arrivare disdette da parte dei clienti, proprio fino al 30 settembre 2017 sono attive una serie di promozioni riservate agli abbonati: da MySky o Sky Multiscreen a prezzi scontatissimi, passando per Sky Go plus in regalo, oppure «un pacchetto che non hai» in omaggio. © Riproduzione riservata.

Tiscali lascia a Sky la raccolta

Italia Oggi
PAGINA A CURA DI CLAUDIO PLAZZOTTA
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Tiscali si concentra sul suo mestiere principale, che è quello di vendere offerte in banda larga. E lascia a Sky Italia il lavoro di concessionaria pubblicitaria sul campo, con gli agenti sguinzagliati in tutta Italia per la vendita degli spazi. La concessionaria interna della società di tlc, Veesible, di fatto cambia pelle, assume una forma più snella e non avrà più una rete di agenti: lo si era capito già dal febbraio di quest’ anno, con l’ addio di Massimo Crotti, general manager poi passato a Italiaonline. In buona sostanza, dal 1° agosto le risorse di Veesible, che nel corso dei mesi si sono già un po’ ridotte, si occuperanno dello scouting e delle attività di marketing necessarie a mantenere e a trovare nuovi editori per accrescere il portfolio. Una attività di ricerca, attrazione e gestione di nuovi editori che, ovviamente, veniva già esercitata in passato, ma che verrà potenziata perché tra gli obiettivi di Tiscali c’ è un notevole allargamento del network. Al momento nel portfolio di Veesible c’ è soprattutto Tiscali.it, oggi ottavo sito di news in Italia, che, con l’ intesa Tiscali-Sky, arricchirà la proposta di contenuti della propria piattaforma grazie all’ inserimento di una selezione di video Sky, dall’ informazione di SkyTG24 alle news sportive di Sky Sport, fino all’ intrattenimento con contributi di Sky Atlantic, Sky Uno e Sky Cinema. Nel network Veesible ci sono anche i siti terzi di Edizioni Master, di Ansa, e poi Junglam, Donnesulweb, Olimpiazzurra, Melarossa. La vendita degli spazi commerciali di tutti i siti del network, compreso Tiscali.it, sarà quindi a cura degli uomini di Sky Italia dal prossimo agosto, con una partnership tra Tiscali e Sky Italia che intende «massimizzare le opportunità commerciali del mercato online e consolidare le rispettive audience digitali grazie a nuove sinergie editoriali». Secondo Massimo Castelli, direttore marketing di Tiscali, «l’ accordo che annunciamo consolida la focalizzazione di Tiscali sui servizi ultrabraodband. Il portale Tiscali.it è infatti il principale canale di accesso alla nostra offerta e con la partnership avviata arricchisce la sua proposta editoriale di contenuti video di un leader di mercato come è Sky. Inoltre, la concessionaria del gruppo, Veesible, che opera in un mercato in grande evoluzione, identifica una nuova mission di syndication di editori di qualità, anche attraverso lo sviluppo di tecnologie ad hoc». D’ altro canto Sky Italia, dal 1° gennaio 2017, ha riportato in casa la gestione della raccolta pubblicitaria di tutte le sue web properties, non rinnovando l’ accordo con Italiaonline, e affidandone invece la responsabilità al Digital Hub interno guidato dal chief digital officer Aldo Agostinelli. Questa nuova strategia ha poi spinto Sky ad aprirsi pure a editori terzi: in primis Twitter (la cui raccolta in Italia è gestita da Sky dallo scorso mese di maggio), e ora Tiscali: «Siamo molto soddisfatti che un gruppo di riferimento del mondo digital come Tiscali abbia scelto Sky Italia per la vendita esclusiva dell’ advertising online. Si tratta», commenta Agostinelli, «di una partnership strategica per entrambi i gruppi e permette a Sky di valorizzare i propri premium content destinati al web con una delle audience online più ampie nel mercato italiano e di far crescere la propria capacità di raccolta on line creando nuove opportunità di comunicazione per gli investitori». © Riproduzione riservata.

Ti abboni per dodici mesi. Ma ne paghi tredici

Libero

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Dal primo ottobre Sky cambia la periodicità di fatturazione. L’ abbonamento non si pagherà più alla fine del mese, ma ogni quattro settimane. L’ emittente di Rupert Murdoch adotta la politica commerciale dei carrier telefonici. In pratica ti abboni per dodici mesi, da gennaio a dicembre, ma ne paghi un tredicesimo. Un aumento che peserà per l’ 8,6% sulle fatture. Sono esclusi, per ora, dall’ adeguamento tariffario soltanto gli abbonati che beneficiano di una o più promozioni. Alla scadenza delle quali, fa sapere però l’ emittente satellitare sul proprio sito, «l’ offerta passerà al listino in vigore con il costo dell’ abbonamento fatturato ogni 4 settimane». Il rincaro, si giustifica l’ azienda, ha l’ obiettivo di «continuare a garantire un servizio completo e sempre più innovativo, in un contesto competitivo e in forte evoluzione». Così Sky ha deciso di introdurre «un modello di offerta commerciale già utilizzato da altri operatori in diversi settori», si giustifica l’ azienda. Il riferimento è, appunto, alle compagnie telefoniche che sono state obbligate però dall’ AgCom a reintrodurre la fatturazione mensile per il telefono fisso e la banda larga. A marzo l’ Authority aveva dato tempo 90 giorni a Tim, Wind e Vodafone per ripristinare il vecchio metodo di fatturazione, ma le compagnie avevano preannunciato battaglia. Pure nel caso dei carrier telefonici l’ aumento sarebbe stato dell’ 8,6%. I clienti Sky che decidano di esercitare il diritto di recesso, dovranno dare comunque la disdetta dell’ abbonamento entro il 30 settembre. E potranno farlo senza pagare alcuna penale. Ma fovranno inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno a Sky (casella postale 13057, 20141 Milano) scrivendo in chiaro, come oggetto della missiva, «modifica delle condizioni contrattuali». La stessa procedura che secondo l’ Autorità per le comunicazioni devono seguire gli abbonati ai servizi di telefonia fissa decisi a disdire il contratto. A.BAR. riproduzione riservata.

Ricavi in crescita dell’ 1,6% e utili a 7,4 milioni nel primo semestre per Gedi. Il gruppo: dall’ integrazione con Itedi nuove opportunità. Atteso risultato positivo a fine anno

Prima Comunicazione

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Gedi, il gruppo editoriale nato dall’ integrazione tra L’ Espresso e Itedi, ha chiuso il primo semestre con un fatturato di 287,3 milioni di euro, in crescita dell’ 1,6% a perimetro omogeneo rispetto allo stesso periodo del 2016, e con un utile di 7,4 milioni, in calo rispetto ai 10,3 milioni dello scorso anno. Sostanzialmente stabile il margine operativo lordo, attestatosi a 22,7 milioni mentre la posizione finanziaria netta è positiva per 26,4 milioni. Lo riporta una nota del gruppo, nella quale si specifica che i risultati al 30 giugno 2017 non includono gli effetti economici del Gruppo Itedi – che decorreranno dal 1 luglio 2017. Nella prospettiva dell’ integrazione con Itedi, si legge ancora, nel corso del 2016 sono s tate deconsolidate cinque testate e quindi il perimetro di attività del primo semestre 2017 è sensibilmente differente e ridotto rispetto a quello del primo semestre del 2016. Nella foto Monica Mondardini e Marco De Benedetti, amministratore delegato e presidente di Gedi I ricavi diffusionali , pari a 84,3 milioni di euro, sono scesi del 5,7% rispetto al corrispondente periodo dell’ esercizio precedente a pari perimetro, in un mercato che ha continuato a registrare una significativa riduzione delle diffusioni dei quotidiani. I ricavi pubblicitari sono cresciuti dell’ 8,2%, registrando una flessione del 4,3% sui mezzi del gruppo ed un incremento significativo delle concessioni di terzi, grazie alle nuove concessioni di Radio Italia, La Stampa ed il Secolo XIX, per la pubblicità nazionale. Nello specifico, con riferimento ai mezzi del gruppo, la raccolta su radio è cresciuta del 5%, confermando il trend positivo già riscontrato nel precedente esercizio, quella su internet ha mostrato una leggera crescita (+0,8%), in linea con l’ andamento di mercato, mentre la stampa ha registrato un calo significativo (-8,7%), penalizzata dall’ andamento negativo del mercato dei quotidiani e dei periodici, che si è riflesso in particolare sul quotidiano nazionale, mentre i locali hanno riportato una contrazione molto più contenuta. Scesi del 5,6% i costi , grazie a una diminuzione sia dei costi fissi del personale (-4,4%) che degli altri costi (-6,5%). Sul risultato netto consolidato ha pesato l’ ammortamento al fair value delle frequenze del digitale terrestre implicite nel valore della partecipazione in Persidera. Il peggioramento della posizione finanziaria netta, scesa dai 31,7 milioni di fine 2016 ai 26,4 milioni del 30 giugno, è dovuto al consolidamento di Itedi, che apporta un indebitamento finanziario netto negativo di 7,8 milioni. In merito alle prospettive dell’ esercizio 2017 “non si intravedono miglioramenti dei trend negativi che hanno interessato il settore ormai da anni; per contrastarli, il Gruppo continua ad impegnarsi in particolare nello sviluppo delle attività digitali, in cui è leader nel proprio settore, e nel contenimento dei costi, potendosi ritenere che, in assenza di eventi allo stato imprevedibili, il Gruppo registrerà a fine anno un risultato positivo e l’ integrazione con Itedi aprirà nuove opportunità”. – Leggi o scarica la nota del gruppo (.pdf), disponibile sul sito Gedispa.it.

Caltagirone Editore, torna l’ utile nel semestre

Il Messaggero

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I CONTI ROMA Caltagirone editore chiude il primo semestre con ricavi pari a 71,3 milioni di euro, in flessione del 6,2% rispetto al corrispondente periodo del 2016, ma con un risultato netto di gruppo positivo per 6 mila euro, contro quello negativo per 270 mila euro registrato lo scorso anno. Lo comunica una nota emessa dopo l’ approvazione dei conti da parte del cda. Si tratta di risultati, spiega la nota, che «continuano a risentire degli effetti negativi della contrazione dei ricavi pubblicitari e dei ricavi diffusionali che caratterizza ormai da anni il settore». In particolare, i ricavi complessivi derivanti dalla vendita di quotidiani si sono attestati a 28,1 milioni di euro, con una flessione del 3,6% rispetto al corrispondente periodo del 2016 inferiore al dato tendenziale di mercato che, nel periodo gennaio/ maggio 2017, ha registrato una flessione della diffusione delle copie cartacee e digitali del 10,5%. È proseguita la crescita delle vendite di copie e abbonamenti digitali che, pur con un’ incidenza sui ricavi diffusionali ancora marginale, hanno segnato un +17,8% rispetto al corrispondente periodo del precedente esercizio. La raccolta pubblicitaria del gruppo è diminuita del 7,8%. Il Margine operativo lordo è risultato negativo per 1,5 milioni di euro (negativo per 1,6 milioni al 30 giugno 2016). Il costo del lavoro si è ridotto del 5,2% rispetto al primo semestre 2016, nonostante la presenza di oneri non strutturali pari a 1,6 milioni di euro legati ai piani di riorganizzazione posti in essere da alcune società del Gruppo (570 mila euro al 30 giugno 2016). Il risultato operativo, dopo ammortamenti e svalutazioni per 3,7 milioni di euro, ha registrato un saldo negativo di 5,2 milioni (negativo per 6 milioni nel primo semestre 2016). Il risultato netto della gestione finanziaria è stato positivo per 4,1 milioni di euro (4,4 milioni nel 2016), principalmente influenzato dai dividendi ricevuti su azioni quotate. Il risultato ante imposte è stato negativo per 1,1 milioni di euro (negativo per 1,7 milioni di euro al 30 giugno 2016). Nel corso dell’ esercizio – si legge nella nota – proseguiranno le attività di riorganizzazione per aree funzionali del gruppo, nonché le iniziative finalizzate a valorizzare le versioni multimediali e migliorare le attività internet delle testate. Nel mese di luglio è stato pubblicato il documento informativo relativo all’ Offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria su azioni ordinarie di Caltagirone Editore Spa promossa da Chiara Finanziaria Srl, società controllata indirettamente dall’ azionista di riferimento. Il cda riunitosi il 20 luglio, alla luce dei pareri redatti dagli amministratori indipendenti e dall’ esperto indipendente nominato dal consiglio stesso, ha espresso la propria valutazione positiva in merito alla congruità, dal punto di vista finanziario, dell’ Offerta e di conseguenza del corrispettivo, pur evidenziando che l’ applicazione del metodo della somma delle parti risulta superiore (con particolare riferimento alla stima basata su una valorizzazione del business editoriale effettuata mediante il metodo finanziario) rispetto a quanto offerto. L. Ra. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Sky aumenta il canone di quasi il 10 per cento

Il Giornale

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Novità in casa Sky non proprio favorevoli agli abbonati. Sky Italia ha deciso di cambiare il modo in cui sarà calcolato e fatturato il costo degli abbonamenti: dal primo ottobre il canone che prima era mensile sarà addebitato ogni quattro settimane. Questo cambiamento aumenterà il numero di canoni dovuti in un anno a 13, contro i 12 attuali. Poiché i prezzi mensili rimarranno invariati, Sky stessa ha confermato che questo comporterà un aumento della spesa dell’ 8,6 per cento per tutti i clienti, a parte le tariffe promozionali, che di solito sono offerte ai nuovi clienti. Per loro però, una volta scaduta la promozione, si applicherà il nuovo metodo di fatturazione. Sky ha anche specificato che, poiché si tratta di un cambiamento unilaterale del contratto, i clienti potranno esercitare il proprio diritto di recesso senza costi aggiuntivi e senza penali entro il 30 settembre: per farlo occorre inviare una raccomandata a Sky. Inoltre l’ emittente ha anche detto di aver reso più facili da consultare i documenti relativi alle condizioni di abbonamento, creando una pagina informativa apposta.


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