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Rassegna Stampa del 15/07/2017

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Indice Articoli

Giornali, sfida web ma alla pari

Periodici gossip, estate rovente

Facebook, dopo l’ estate gli abbonamenti ai giornali

Maggio, le news online a +7%

Chessidice in viale dell’ Editoria

Classifica e trend dei siti di news più seguiti a maggio per audience complessiva e organica (senza contributi esterni). Forte recupero dei siti di informazione rispetto ad aprile – TABELLA

Rainews, Semprini esiliato nella notte

Ma il nuovo dg Rai capisce davvero che cos’ è “internét”

Giornali, sfida web ma alla pari

Italia Oggi
MARCO LIVI
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Tutela del diritto d’ autore su internet, trasparenza dell’ offerta pubblicitaria, uso responsabile dei dati dei lettori-utenti online soprattutto in riferimento alla loro privacy e infine una nuova fiscalità per i big della Rete sono i nodi principali da sciogliere, secondo il presidente Fieg Maurizio Costa, perché l’ editoria possa governare con forza la transizione digitale. Quattro punti che, pur nel pieno della crisi economica del settore, portano a un solo risultato, a giudizio di Costa: permettere a tutti gli operatori di competere alla pari in un mercato che sia regolato. Durante l’ incontro «Stampa e tv: la sfida digitale e i nuovi padroni della Rete» organizzato dalla Federazione italiana editori giornali, in cui è stato presentato a Roma il libro Il crepuscolo dei media di Vittorio Meloni, direttore relazioni esterne di Intesa Sanpaolo, il presidente Costa ha rilanciato dicendo che «certamente, c’ è un’ aria di crepuscolo dei media ma noi pensiamo che dal crepuscolo possano nascere anche delle opportunità di trasformazione. La trasformazione del settore è guidata da una discontinuità tecnologica all’ ingresso, sul mercato dei grandi player della rete che hanno cambiato i paradigmi e le modalità di funzionamento del nostro settore. Questa trasformazione impone delle regole che regolino un mercato profondamente cambiato. E quando parlo di regole, parlo di definizione del valore dei contenuti e la loro proprietà. E quindi il fatto che i contenuti, quando hanno un valore, devono essere remunerati. Sulla pubblicità, poi, ci deve essere trasparenza e una competizione con regole valide per tutti gli operatori». Tecnologica ma anche generazionale è la sfida, secondo Enrico Mentana, direttore del Tg La7, se i prodotti editoriali «sono realizzati da sessantenni per sessantenni» mentre i giovani non leggono i giornali né guardano la tv». Non solo, sempre secondo Mentana, «il lavoro nelle redazioni segue le stesse regole e ha bisogno degli stessi tempi del passato nella costruzione della notizia. Regole che il mondo della Rete disattende, che i giovani non comprendono, gerarchie che non accettano». Terzo aspetto del fenomeno che si aggiunge ai primi due è quello, a giudizio di Giovanni Pitruzzella, presidente dell’ Antitrust, della salvaguardia della pluralità dell’ informazione e quindi della stessa democrazia. La partita «che deve giocarsi attraverso regole di mercato, formazione professionale, qualità dell’ offerta», ha spiegato Pitruzzella, «è soprattutto una sfida intellettuale e culturale sui grandi temi della libertà d’ espressione». Il direttore di Repubblica Mario Calabresi, pur non volendo sottovalutare la gravità della crisi della carta stampata, ha invece posto l’ accento su un elemento positivo ossia «il rapporto che tuttora si crea, ed è forte, tra il lettore e il brand della testata cui vengono riconosciute, soprattutto in caso di picchi informativi particolarmente rilevanti, come in presenza di grandi o gravi accadimenti, autorevolezza e credibilità». Introdotto da Fabrizio Carotti, d.g. Fieg, lo stesso Meloni ha tratto un bilancio complessivo tenendo conto dei «ricavi pubblicitari scesi, in 10 anni, del 60,9% e ancora in contrazione nei primi mesi del 2017» ma considerando in parallelo come il mondo delle piattaforme digitali e dei social siano anche e soprattutto «l’ alba di un mondo nuovo, in cui il giornalismo di qualità potrà sfruttare l’ enorme potenza del web. Grazie, però, a format di nuova concezione, adatti ai nuovi gusti mediatici e all’ utilizzo sempre più diffuso delle tecnologie mobili».

Periodici gossip, estate rovente

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Dovendoci fidare per ora delle dichiarazioni della Mondadori, guidata da Ernesto Mauri, le 300 mila copie vendute a settimana per i primi tre numeri di Spy destabilizzano non poco il mercato italiano dei periodici familiari e di gossip. Rischiando di fare del tutto scomparire una serie di testate che finora avevano un po’ tirato a campare, con la scusa del prezzo basso. Da un punto di vista strettamente editorial-giornalistico, le notizie bomba di inizio estate le hanno sfornate Chi e Oggi: il settimanale mondadoriano, diretto da Alfonso Signorini, ha apparecchiato due scoop pazzeschi, con le prime foto della relazione tra il tecnico della Juventus Massimiliano Allegri e l’ attrice Ambra Angiolini, e con i baci di Elisa Isoardi a Ibiza; quello guidato da Umberto Brindani, invece, ha pubblicato le affettuosità, per alcuni ambigue, di Luigi Berlusconi, figlio di Silvio, nei confronti di un amico. Le due corazzate di Mondadori e di Rcs, tuttavia, forse anche per questioni di prezzo di copertina, non sono le più vendute. Nel segmento familiar-gossip, infatti, trionfa DiPiù, il settimanale di Cairo editore diretto da Sandro Mayer, che in aprile, ultimo dato disponibile, ha raggiunto le 422 mila copie in edicola. Al secondo posto c’ è Settimanale Nuovo (Cairo Editore, direttore Riccardo Signoretti) con 196 mila copie in edicola, mentre al terzo posto c’ è Oggi (di Rcs, che comunque è controllata da Cairo) con 169 mila copie. Giù dal podio Diva e Donna (Cairo editore, direttore Angelo Ascoli) con 157 mila copie in edicola in aprile, seguito da Gente (Hearst Magazines Italia, direttore Monica Mosca) a quota 149 mila, e, infine, da Chi a 136 mila (ma costa due euro). L’ iniziativa di Spy, un prodotto ben fatto diretto da Massimo Borgnis, testato per oltre un anno e collocato nel segmento di prezzo medio-basso del mercato (un euro), provocherà, ovviamente, dei grandi sconquassi. D’ altronde Mondadori non poteva più assistere impassibile al presidio del comparto editoriale popolare da parte di tanti concorrenti senza fare nulla. Un comparto che, peraltro, ha contribuito a costruire le fortune di Cairo (l’ editore lo ha di fatto inghiottito quasi tutto nel giro di un decennio) con una posizione di leadership che adesso da Segrate intendono aggredire. L’ obiettivo finale di Spy, quindi, è certamente Cairo editore e le sue testate. Ma in molti scommettono che le prime vittime collaterali di questa guerra saranno altri giornali, quelli più marcatamente connotati dal gossip, pubblicati da editori più gracili e da tempo non più rilevati in Ads. Ad esempio Vero (gruppo Farina), Stop e Top della Periodici Italiani (Fabio Caso), Novella e Visto di Visibilia (Daniela Santanchè), e ancora Eva 3000, Vip o Mio di Aleksic editore. © Riproduzione riservata.

Facebook, dopo l’ estate gli abbonamenti ai giornali

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Per ora ci sono due modelli di abbonamento alle news sul tavolo aperto da Facebook con gli editori di carta stampata presenti sul suo Instant Articles: un paywall che fa scattare la lettura a pagamento dopo una decina di articoli gratuiti oppure un’ impostazione freemium con una parte di letture gratis e un’ altra parte, distinta, da sottoscrivere. In parallelo agli editori sono stati presentati nuovi strumenti messi a punto dal social network di Mark Zuckerberg per ottimizzare l’ impiego dei propri contenuti, spaziando dall’ analisi dei dati alla monetizzazione dei video, da un nuova politica pubblicitaria ai branded content. Il fil rouge di tutte queste proposte è che Facebook è passato all’ azione dopo aver annunciato la disponibilità ad aprire i suoi Instant Articles agli abbonamenti dei giornali. Già nei giorni scorsi, infatti, a New York e a Parigi, il colosso Usa della rete ha incontrato editori tra cui quelli del Financial Times, Wall Street Journal, Bbc, Die Zeit, Le Figaro, Les Echos, Le Monde ed El Paìs. L’ intenzione è iniziare a testare le formule di sottoscrizione dal prossimo autunno-inverno con alcuni editori e, in caso di risultati positivi, estenderle a più case editrici nel 2018. «Abbiamo avviato i primi confronti con molti editori su come Facebook potrebbe supportare il modello di business degli abbonamenti», ha dichiarato Campbell Brown, responsabile degli accordi del social network con gli editori. «Nell’ ambito del Facebook Journalism Project, lavoreremo a stretto contatto coi nostri editori partner per capirne le esigenze». A spingere Facebook in questa direzione c’ è sicuramente il desiderio di rendere più flessibili gli Instant Articles ma anche una concomitanza di fattori tra cui la parallela iniziativa del concorrente Google, a sostegno dell’ innovazione nell’ editoria, e l’ intenzione ufficializzata da alcune testate americane di allearsi nella raccolta della pubblicità online, pur di fare massa critica e acquisire vantaggi rispetto ai big del web. Oggi inoltre, nel pieno della trasformazione digitale per molte testate tradizionali, non c’ è un modello unico di sviluppo. Perciò, a fronte di ricavi pubblicitari in calo, i fatturati da abbonamenti diventano ancora più importanti. Tanto più alla luce di alcuni dati comunicati di recente dallo stesso Facebook, secondo cui grazie alla funzione Call to action sono state inviate complessivamente dagli utenti-lettori 2 milioni di email per registrarsi alle newsletter degli editori, primo passo per una possibile e maggior fidelizzazione. Ma siccome il confronto sulle sottoscrizioni tra il social network e i giornali è ancora agli esordi, da definire c’ è tra gli altri un dettaglio tecnico molto importante: come si pagheranno gli abbonamenti? In merito nessuna decisione è stata presa.

Maggio, le news online a +7%

Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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Maggio è stato il mese delle news per il web italiano. I dati Audiweb mostrano infatti come questa categoria di siti sia cresciuta, sia rispetto al mese precedente che al maggio del 2016. Gli utenti mensili di «current events & global news» sono stati infatti 20,55 milioni, oltre 1,3 milioni in più rispetto ad aprile: +6,9%, la variazione maggiore fra tutte le categorie. Rispetto a maggio 2016, invece, gli utenti sono quasi 1,1 milioni in più, +5,5%. Motivo principale della crescita gli avvenimenti che hanno attratto l’ attenzione degli utenti nel mese. C’ è il capitolo calcio con la Champions, le ultime fasi della serie A, la Coppa Italia nonché l’ ultima partita di Francesco Totti nella Roma, ma ci sono anche argomenti che hanno acceso la discussione come il provvedimento sui vaccini, l’ assemblea del Pd, la legge elettorale. E purtroppo è stato il mese della strage di Manchester al concerto di Ariana Grande. Ovvio quindi che siano cresciuti gli utenti, rispetto a un maggio 2016 in cui non c’ erano stati tanti eventi concentrati e così ad aprile di quest’ anno. Per altro il confronto sul mese precedente risente parecchio del fatto che ad aprile c’ è stata la Pasqua e il ponte del 25, quindi molti giorni lavorativi in meno. D’ altronde in queste pagine si segue ancora il metodo del confronto sul mese precedente perché quello anno su anno risente eccessivamente dei cambiamenti di perimetro dei siti. In sostanza, la tabella in pagina riporta molti segni positivi anche anno su anno. Repubblica, per esempio, a 1,5 milioni di utenti al giorno, cresce del 7% su aprile e del 5,5% su un anno prima, il Corriere della Sera è a +8,4% sul mese precedente e +9% sull’ anno prima, Tgcom registra un +2% ma un +38,7% sul 2016 grazie soprattutto alla crescita notevole del mobile. A seguire c’ è la Gazzetta dello Sport che segna un +30% su un mese prima (ma -2,8% sul 2016) e Citynews che senza cambiamenti di perimetro va su del 33,5% (+5%). Al sesto posto Donna Moderna, +5% su aprile. In questo caso il confronto su un anno prima non è fattibile (sarebbe +101%) a causa del cambiamento di perimetro che si è avuto nel sito (in particolare dopo l’ acquisizione dei brand di Banzai Media). A seguire al settimo posto c’ è la Stampa, in calo questa volta, con un -5% su aprile e -12% sul 2016, poi il Messaggero -7,2% ma un raddoppio su un anno dovuto soprattutto alla versione mobile, Ansa +11,2% e +15,4% rispettivamente, TuttoMercatoWeb +3,4% (+108,6% su un anno prima ma diversi siti prima solo aggregati sono entrati nel perimetro). Fra le altre testate nazionali oltre le prime dieci si trovano il Fatto +7,3% sul mese prima, Sole 24 Ore +5,3%, Giornale +35% (percentuale già alta su un anno prima, +27%), Quotidiani Espresso +16,3%, Quotidiano.net +32,3%, TuttoSport +20,4%, Libero quotidiano +59%, Corriere dello Sport +6%. Fra i siti della televisione, oltre al +41,3% di Fox si notano in crescita quelli sportivi: SkySport +37,7%, Eurosport Italy +20,8%, ma quasi tutti hanno segni positivi. È questo uno dei casi in cui il confronto anno su anno diventa impossibile, perché quasi tutti questi attori hanno riorganizzato i propri siti, a partire dalla Rai che da un unico contenitore è passata ad averne tre in rilevazione. Bene anche i siti delle radio: Deejay è a +27,7% su aprile e stabile su un anno prima, Radio Italia cresce del 9,4% su aprile e del 43% su un anno prima. © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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AT&T pronta a separare telecomunicazioni e media. Quando l’ acquisizione di Time Warner sarà completata, la compagnia telefonica AT&T dividerà il suo assetto societario in due segmenti: uno per le telecomunicazioni, l’ altro per tutto ciò che riguarda tv e media. A dare la notizia è stato ieri il Wall Street Journal, svelando che alla guida della divisione Time Warner andrà lo storico dirigente AT&T John Stankey. All’ interno di questa riorganizzazione, il canale satellitare di AT&T DirectTV andrà a far parte dello stesso segmento societario che si occupa delle telecomunicazioni e che ha in carico telefonia e internet. Nell’ altro segmento ci sarà invece Time Warner nella sua interezza (il gruppo possiede, tra gli altri, i canali Hbo, Warner Bros, Cnn). A capo della nuova struttura societaria ci sarà l’ attuale presidente e a.d. della compagnia telefonica Randall Stephenson. L’ acquisizione, annunciata nell’ autunno 2016, dovrebbe concludersi entro fine anno. Il nuovo Milan in campo su Mediaset. Canale 5 trasmetterà in esclusiva il ritorno del terzo turno preliminare di Europa League tra i rossoneri e la squadra romena dell’ Universitatea Craiova. Sarà l’ esordio di Leonardo Bonucci e compagni davanti al pubblico di San Siro. In esclusiva gratuita sulle reti Mediaset anche la partita casalinga dell’ eventuale playoff di Europa League (17 o 24 agosto) e l’ amichevole del 9 agosto contro il Betis Siviglia in programma a Catania. Arriva la Grande Arte al Cinema. Evento che lo scorso anno ha portato in sala 190 mila spettatori solo in Italia. Senza volersi sostituire alla visite dal vivo nei musei ma al contrario per invogliarle, da settembre a dicembre 2017 Nexo Digital proporrà nelle sale italiane (elenco disponibile a breve su www.nexodigital.it) un nuovo calendario di eventi cinematografici che, grazie alla tecnologia del cinema digitale, faranno vivere su grande schermo tutta la ricchezza delle mostre, degli artisti e dei musei più importanti del mondo. In calendario tra gli altri ci sono Hokusai dal British Museum, Loving Vincent (Van Gogh) dello studio Breakthru productions, Bosch. Il giardino dei sogni dal Museo del Prado, Canaletto a Venezia dalle sale del Windsor Castle e di Buckingham Palace e Julian Schnabel. A Private Portrait. Media partner di Nexo Digital sono Sky Arte HD e MYmovies.it. Rcs, Corsera e Gazzetta dello Sport ricordano Paolo Villaggio. Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport ricordano Paolo Villaggio portando in edicola, in collaborazione con Bur, tre suoi libri che hanno per protagonista il ragionier Ugo Fantozzi. I libri di Villaggio saranno acquistabili in edicola con il Corriere della Sera o la Gazzetta dello Sport, al prezzo aggiuntivo di 7,9 euro. Ogni volume resterà disponibile per un mese a partire dalla data di uscita: Fantozzi dal 15 luglio, Il secondo tragico libro di Fantozzi dal 22 luglio; Fantozzi contro tutti dal 29 luglio. Milano, in mostra la Grande Guerra combattuta sui ghiacciai. Fino al 5 novembre, alla Fabbrica del Vapore di Milano, rimane aperta la mostra del National Gegraphic Italia «La Guerra bianca», a cura di Marco Cattaneo direttore del magazine, con le fotografie di Stefano Torrione. In esposizione oltre 70 immagini in grande formato, accompagnate da foto d’ epoca e mappe esplicative per portare i visitatori sui luoghi che sono stati teatro della Grande Guerra sul fronte dei ghiacciai. Entertainment Illustrated, periodico per Millennials al debutto in edicola. Sbarca domani il primo numero di Entertainment Illustrated, magazine, gratuito e digitale, pensato per i Millennials e interamente dedicato a tv, cinema, musica e intrattenimento digitale. Il nuovo periodico è edito da Milano Fashion Library, che ha pianificato per il primo numero una distribuzione in 80 mila copie free attraverso 600 corner sul territorio nazionale e una presenza online. Entertainment Illustrated è infatti scaricabile, in copia digitale gratuita, sul sito ufficiale (www.entertainmentillustrated.it) e, sempre gratuitamente, in alcune edicole online come Magbox e LeKiosk. Il direttore responsabile è Valerio Venturi. Prima copertina (nella foto): la settima stagione del Il Trono di Spade, in prima tv esclusiva su Sky Atlantic Hd durante il fine settimana. Tv, laF celebra Jane Austen. In occasione dei 200 anni dalla scomparsa di Jane Austen, il 18 luglio 1817, e per il ciclo I Classici in TV, laF (Sky 139) dedica alla scrittrice britannica una speciale maratona con i migliori adattamenti televisivi dai suoi capolavori. Domani e dopodomani (ore 18.10) andranno in onda tutte e sei le puntate della miniserie Bbc Orgoglio e pregiudizio, mentre il 28 luglio e il 4 agosto (alle 21.10) sarà la volta dei 3 episodi di Ragione e sentimento. Renato Balestra per DiPiù. DiPiù, settimanale di Cairo Editore diretto da Sandro Mayer, sbarca oggi in edicola con l’ orologio da polso firmato Renato Balestra, stilista che da anni disegna prodotti per i lettori del magazine.

Classifica e trend dei siti di news più seguiti a maggio per audience complessiva e organica (senza contributi esterni). Forte recupero dei siti di informazione rispetto ad aprile – TABELLA

Prima Comunicazione

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Claudio Cazzola – Anche in maggio la Repubblica, il Corriere della Sera e TgCom24 conquistano le prime tre posizioni della classifica dell’ informazione online, stilata da Prima sulla base dei dati di Audiweb Database . La Gazzetta dello Sport fa un balzo in avanti del 32% rispetto ad aprile e sale in quarta posizione, superando il Messaggero , che perde invece qualche punto rispetto al mese precedente, malgrado il forte apporto di traffico dei siti terzi con cui il quotidiano di Caltagirone Editore ha stretto accordi commerciali (le TAL, Traffic Assigment Letters, rappresentano il 62% della sua audience complessiva). Donna Moderna si conferma al sesto posto, aumentando la propria audience complessiva del 70% rispetto al maggio 2016, grazie allo spostamento di contenuti da PianetaDonna, il portale femminile acquisto nel giugno dello scorso da Mondadori assieme agli altri siti di Banzai Media; e quest’ ultimo infatti perde il 65% del proprio traffico, scendendo alla 17esima posizione dalla sesta che occupava un anno fa. Settimo è Citynews , il network di giornali locali online fondato da Luca Lani, che sorpassa LaStampa.it , ottava, in lieve calo rispetto ad aprile. Perde qualche punto percentuale anche Tiscali, che scende alla nona posizione, mentre l’ Ansa recupera la decima posizione scavalcando il sito sportivo TuttoMercatoWeb.com . Nella tabella abbiamo evidenziato, oltre al confronto con il maggio 2016, anche il confronto con l’ aprile 2017. Quest’ ultimo è particolarmente significativo e ci consente di introdurre qualche elemento in più per la corretta comprensione dei dati. Mentre rispetto a un anno fa quasi la metà dei siti vedono calare la propria audience, rispetto al mese precedente quasi tutti registrano una crescita notevole. Come si spiega questa inversione di tendenza? La ragione principale è legata al calendario: quest’ anno la Pasqua è caduta in aprile e nel corso del mese ci sono stati anche due lunghi ponti, dal 22 al 25 e dall’ anniversario della Liberazione al 1° maggio. Nel 2016 invece Pasqua è caduta in marzo e in aprile non c’ è stato alcun ponte. Come si sa, i siti di informazione sono molto frequentati sul posto di lavoro, dal pc dell’ ufficio, e molto meno durante le ferie. Di qui il crollo del traffico registrato da questi siti in aprile e il forte recupero di maggio. In vacanza si usa molto più il cellulare del pc, e così in maggio, quando tutti sono tornati al lavoro, il traffico da pc è aumentato sensibilmente rispetto ad aprile, in controtendenza rispetto al trend generale che vede lo smartphone soppiantare sempre più il computer fisso. Come mostra la tabella, in maggio molti quotidiani hanno incrementato notevolmente il loro traffico online rispetto al mese precedente: Libero è cresciuto del 59%, Il Mattino del 58%, il Giornale e Leggo del 35%. Alcuni quotidiani locali hanno registrato crescite ancora maggiori: +64% il Corriere Adriatico , +130% La Nuova Sardegna . Aumenti consistenti anche per i giornali online: +29% l ‘HuffPost , +25% Blogo.it , +16% Fanpage , +13% IlPost . Notevole anche l’ exploit dei siti sportivi, grazie anche al traino della Champions League, che l’ anno scorso era concentrata in aprile. Rispetto a un anno fa, come dicevamo, i risultati sono molto meno positivi: solo 32 siti su 60 hanno un segno più davanti al numero degli utenti unici complessivi. Come abbiamo spiegato più volte, ciò dipende anche dal fatto che la rilevazione di Audiweb non considera il traffico sulle app mobili, che rappresenta una quota importante dell’ audience dei siti di informazione. Secondo la survey di maggio sui contenuti editoriali fruiti all’ interno dell’ app mobile di Facebook , diffusa il 6 luglio scorso da Audiweb, Fanpage è sempre il primo sito d’ informazione sul social network, con 7,2 milioni di utenti unici ‘in-app’, seguito da Repubblica con 6,4 milioni; il terzo posto lo conquista il Messaggero che passa da 2,7 milioni a 3,7 milioni (+40%); l’ Huffington Post è quarto con 3,6 milioni; seguono Il Fatto Quotidiano 3,51 milioni, il Corriere della Sera 3 milioni, i quotidiani locali del Gruppo Espresso 2,8 milioni, LaStampa.it 2,6 milioni. Dati questi che non si possono sommare con quelli di Audiweb Database, in quanto la metodologia di rilevazione è totalmente differente.

Rainews, Semprini esiliato nella notte

Il Fatto Quotidiano
Nanni Delbecchi
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Cristo si è fermato a Eboli, Gianluca Semprini invece si è fermato a Rainews24. Deve avere preso l’ ultimo treno; appare a notte fonda, in quelle taighe del palinsesto disertate perfino da Marzullo, unico essere vivente tra le prime pagine e i fuori orario di Enrico Ghezzi. È sempre lui, l’ uomo senza faccia, un tempo senza passato, ora solo un grande megaschermo dietro le spalle. Il giornalista che era riuscito a farsi notare per il suo stile senza fronzoli su Sky, dove la cosa più espressiva è il touch screen; voluto da Daria Bignardi per rifondare il talk show, langue nell’ indifferenza generale. Il paese si spacca sulla sorte di Fazio e di Giletti; su Semprini non una parola, non un mi dispiace dal popolo del web; eppure non è che chi è venuto dopo di lui abbia fatto tanto meglio. Il confino può rivelarsi la vera patria, pensiamo alla Aliano di Levi o alla Ventotene di Spinelli; difficile però accada lo stesso per la Rainews24 di Semprini: imberbi praticanti, esperti semisconosciuti, qualche shampista, rare notizie, approfondimenti sul nuraghe di Barumini. Più che un esilio, una segreta; affrontata tuttavia con esemplare stoicismo. Una notte si è collegato in diretta con Vancouver per l’ incontro del presidente Mattarella con la comunità italiana. Abbiamo guardato l’ orologio: erano quasi le tre di notte. Rimanere vigili di fronte a un discorso di Mattarella non è facile nemmeno alle 10 del mattino; eppure su Rainews Semprini non ha fatto una piega. E nemmeno uno sbadiglio.

Ma il nuovo dg Rai capisce davvero che cos’ è “internét”

Il Fatto Quotidiano
Giovanna Valentini
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“È necessario affermare una responsabilità pubblica nel garantire quella che ormai deve essere considerata una componente della cittadinanza, dunque una precondizione della stessa democrazia”. (da “Il diritto di avere diritti” di Stefano Rodotà – Laterza, 2012 – pag. 387) Sarà perché la nostra Autorità di garanzia sulle Comunicazioni s’ è caratterizzata ormai più come una camera di conciliazione e compensazione degli interessi che come Authority indipendente, a tutela dei cittadini, utenti e consumatori. Fatto sta che in mezzo al chiacchiericcio politico quotidiano è caduta praticamente nel vuoto, o comunque non ha trovato adeguato risalto, la denuncia contenuta nell’ ultima Relazione annuale del presidente Angelo Marcello Cardani al Parlamento, secondo cui l’ Italia si trova al penultimo posto in Europa nell’ uso di Internet. Per consultare questa classifica, superando la pigrizia della maggior parte dei colleghi giornalisti che ne hanno riferito approssimativamente, bisogna rintracciare un Rapporto pubblicato quest’ anno dalla Commissione europea, da cui risulta che c’ è solo la Romania dietro di noi in questa graduatoria guidata dalla Danimarca. Il nostro “piccolo mondo” politico è rimasto praticamente indifferente, compresi i Cinquestelle che pure sulla rete hanno fondato il loro Movimento, la loro comunicazione e il loro successo. E sorprende che neppure la solerte presidente della Camera, Laura Boldrini, particolarmente sensibile alle questioni che riguardano le regole di Internet, abbia ritenuto di far sentire in questa occasione la sua voce. Chissà come reagirà da lassù la buonanima di Stefano Rodotà, al quale lei stessa aveva opportunamente affidato la presidenza di una commissione per redigere il Codice della rete. È vero che abbiamo tanti problemi più importanti e urgenti da risolvere: il lavoro che manca, il debito pubblico che aumenta, l’ Unione europea che ci persegue e perseguita, l’ immigrazione che avanza e via discorrendo. Ma qui si tratta in un certo senso di una priorità assoluta, di una condizione preliminare per poter affrontare tutto il resto. Se il web è l’ ecosistema digitale che ospita le “autostrade informatiche”, sarebbe come dire che siamo penultimi in Europa nei collegamenti autostradali: l’ esercito dei cementificatori, costruttori, appaltatori, progettisti, fabbricanti di automobili, camion e furgoni, insorgerebbe come un sol uomo. Occorrerebbe piuttosto aprire una riflessione culturale su questo “gap”, per cercare di capire da che cosa dipende e come superarlo. E forse l’ Authority sulle Comunicazioni, con il sinedrio dei suoi giuristi, economisti e sociologi, potrebbe fare uno sforzo per stimolare e guidare un dibattito pubblico su una questione generale così decisiva per la crescita del Paese. In Europa, precedere soltanto alla Romania nell’ uso di Internet, significa rischiare la retrocessione nel Terzo mondo. Una funzione pedagogica potrebbe svolgerla senz’ altro la Rai, in modo da favorire la cosiddetta “alfabetizzazione digitale” come già fece ai tempi del maestro Manzi, con la storica trasmissione Non è mai troppo tardi, per combattere l’ analfabetismo e propiziare l’ omologazione della lingua italiana. Dovrebbe essere un compito istituzionale per un servizio pubblico dotato ormai di risorse certe e stabili, assicurate dal canone nella bolletta elettrica, senza più l’ ossessione della raccolta pubblicitaria e dell’ audience. E allora, al neo-direttore generale Mario Orfeo, qualcuno potrebbe ripetere la spiritosa domanda del “Nonno multimediale”, interpretato dal comico napoletano Francesco Paolantoni: “Ma tu ne capisci di Internét?”.


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