Indice Articoli
Vivendi, Mediaset chiede di annullare il contratto
La guerra di Mattarella ai tagli all’ editoria
Mediaset-Vivendi, rinvio al 12 marzo
Mediaset ora chiede di chiudere il contratto con Vivendi su Premium
chessidice in viale dell’ editoria
Thomson Reuters taglia 3.200 posti titolo vola ai massimi
Crimi e i giornalisti: “Sento solo accuse di illiberalità”
Vivendi, Mediaset chiede di annullare il contratto
Corriere della Sera
F.D.R.
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Mediaset e Fininvest rinunciano alla richiesta di esecuzione del contratto di vendita di Premium a Vivendi. Nell’ udienza di ieri davanti al giudice di Milano Daniela Marconi, i legali del Biscione hanno riformulato la domanda chiedendo la risoluzione del contratto per inadempienza e il contestuale risarcimento dei danni. Una variazione legata anche al fatto che Premium è stata nel frattempo venduta a Sky. Il giudice ha deciso di riconvocare le parti per il prossimo 12 marzo, dando tempo a Mediaset di depositare memorie aggiuntive entro il 30 gennaio e a Vivendi entro il 28 febbraio. Sebbene i legali escludano che possa esserci spazio per un accordo stragiudiziale, adesso ci sono altri tre mesi di tempo per valutare come procedere. Una causa ha tempi lunghi. Ma ora che è stata tolta dal campo la richiesta di esecuzione del contratto, potrebbe esserci margine per un accordo tra le parti che, come hanno sempre affermato Mediaset e la holding Fininvest, deve partire dal riconoscimento del danno provocato dal mancato acquisto di Premium da parte di Vivendi. Mediaset e Fininvest hanno chiesto complessivamente 3 miliardi di risarcimento. Avendo variato la richiesta, ora anche Premium può entrare come parte nella causa. Non è tuttavia da escludere che i legali possano tentare un tentativo di composizione.
La guerra di Mattarella ai tagli all’ editoria
Il Giornale
Massimiliano Scafi
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Massimiliano Scafi Roma Questa è la stampa bellezza, e tu non puoi farci niente. Questa è «la libertà di espressione», dice Sergio Mattarella, cioè «uno caposaldo della democrazia», e bisogna difenderla dagli attacchi grillini. E i giornali sono un «presidio di controllo», un «bene comune», un qualcosa di «separato dal potere» e che merita «rispetto», e non aggressioni e minacce da parte di una maggioranza che non sopporta le mediazioni comunicative. Il capo dello Stato è in pressing, siamo ormai al ottavo o nono monito presidenziale sull’ argomento, è diventato quasi un chiodo fosso. Stavolta però si cominciano a vedere i risultati: i Cinque stelle hanno ritirato dalla finanziaria l’ emendamento che tagliava i fondi ai piccoli editori. È almeno la sesta volta nel giro di tre mesi che il capo dello Stato deve tenere lezioni costituzionali, rispiegando l’ abc a importanti membri del governo gialloverde. E anche prima dell’ estate era intervenuto sul tema in altre tre occasioni. Ora l’ occasione giusta sono i cent’ anni dell’ associazione stampa parlamentare. «Oggi – si legge nel messaggio scritto da Mattarella per i festeggiamenti – il mondo dell’ informazione è in continua evoluzione: l’ Asp è stata al passo con i tempi, dotandosi di regole statutarie sempre più stringenti, sia in materia di trasparenza, sia per adeguarsi ai nuovi mezzi di comunicazione in modo da raggiungere un pubblico di cittadini sempre più vasto». Di nuovo c’ è anche una maggiore insofferenza del potere, che evita le domande scomode e preferisce diffondere le informazioni attraverso il web e altri mezzi controllati. Una situazione che il capo dello Stato considera molto grave e pericolosa. La stampa, dice, «è un presidio di libertà, di critica e di controllo, in perfetta linea con lo spirito e i valori della nostra Costituzione». E non basta evocare la libertà di stampa solo a parola, bisogna anche darsi da fare con i fatti. «Com’ è noto, la nostra Carta non si limita a stabilire principi, ma chiede allo Stato di farsi parte attiva per il loro raggiungimento. Questo vale, naturalmente, anche per la libertà di opinione e di espressione». Insomma, «il pluralismo informativo è un valore fondamentale per ogni democrazia, che va difeso e concretamente attuato e sostenuto». Servono quindi «distinzione dei ruoli e rispetto reciproco». Più tardi a Firenze Mattarella riprende il discorso. L’ informazione senza gabbie è necessaria, sostiene il presidente, anche per risvegliare «l’ apatia dei cittadini e la loro distanza dalla politica: 80 anni fa quella distanza ha portato alla leggi razziali». Oggi come ieri, conclude, «c’ è l’ esigenza di una società consapevole, attiva, vigile, partecipe, che alimenti le istituzioni in maniera genuina. Quando le istituzioni vedono indebolito questo rapporto, si indeboliscono a loro volta e si inaridisce la loro vitalità».
Mediaset-Vivendi, rinvio al 12 marzo
Il Messaggero
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Premium si affaccia nell’ orbita di Sky e Mediaset non chiede più a Vivendi l’ esecuzione del contratto per l’ acquisto della pay tv, ma solo i danni, che potrebbero superare i due miliardi. È la novità maggiore della nuova udienza di fronte al Tribunale di Milano per il contenzioso tra il Biscione e il gruppo francese, con un nuovo appuntamento fissato per il 12 marzo. Di fatto c’ è più tempo per trovare un possibile accordo extragiudiziale dopo che negli ultimi mesi i contatti si sono ridotti quasi a zero, con Vivendi ora molto più impegnata nella partita Tim, dove si oppone all’ accordo tra Elliott e una parte della maggioranza di governo per la separazione della rete. Almeno fino a quando non si avrà un quadro affidabile sui risarcimenti per la società di tlc e i suoi azionisti principali. Gli avvocati delle due parti si sono incontrati davanti al giudice civile Daniela Marconi che, di fronte alla novità introdotta dai legali del Biscione, ha scadenzato il deposito delle memorie aggiuntive in relazione alle istanze istruttorie.
Mediaset ora chiede di chiudere il contratto con Vivendi su Premium
Il Sole 24 Ore
Antonella Olivieri
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Mediaset passa direttamente alla richiesta danni. Nella causa su Premium contro Vivendi, il gruppo di Cologno Monzese non chiede più il rispetto dell’ accordo firmato l’ 8 aprile del 2016, bensì la dichiarazione di risoluzione del contratto per inadempienza con relativo risarcimento. Un cambiamento di linea che prende atto della mutata realtà oggetto del contendere. Premium – che i francesi si erano impegnati a rilevare tramite uno scambio azionario reciproco tra i due gruppi del 3,5% che valorizzava 730 milioni la pay-tv del Biscione – non ha più la stessa fisionomia di due anni e mezzo fa. A fine novembre infatti Mediaset ha esercitato l’ opzione per cedere a Sky la piattaforma tecnologica di Premium con un organico di 120-130 dipendenti per un controvalore di 22,9 milioni nell’ ambito di un accordo più complessivo di concessione di utilizzo di contenuti. In sostanza uno stop loss dopo che la pay-tv del Biscione non è riuscita ad aggiudicarsi i diritti del calcio a prezzi compatibili. Gli oltre 2 milioni di abbonati della primavera di due anni fa, senza le partite se non le tre alla settimana di Dazon offerte gratis ai clienti del calcio muniti di connessione Internet, si sono di conseguenza rarefatti a un numero stimato compreso tra 500 e mille, probabilmente destinato a ridursi ancora. In Premium oggi restano dunque i clienti, ma molti meno di prima, e i rapporti in esclusiva con le major americane. Già il primo anno, quando il supposto venditore si era limitato a gestire in ordinaria amministrazione Premium, in raccordo con il supposto compratore, Mediaset aveva stimato un impatto negativo sui conti del solo 2016, per via di oneri straordinari legati all’ inadempimento, di 341 milioni. A luglio del 2016 Vivendi aveva chiesto di rivedere i termini dell’ accordo che invece Mediaset riteneva definitivo essendo stato firmato un contratto e a dicembre, quando i due promessi sposi erano ormai ai ferri corti, la media company che fa capo a Vincent Bollorè aveva rastrellato il 28,8% del capitale del Biscione, fermandosi solo alla soglia d’ Opa del 29,9% dei diritti di voto. I successivi tentativi di ridisegnare un accordo coinvolgendo anche Telecom sono tutti finiti nel nulla. Mentre Mediaset aveva chiesto di applicare una penale mensile di 50 milioni dal luglio del 2016, Fininvest aveva contestato anche il calo delle azioni seguito allo stallo nei rapporti con Parigi. Complessivamente – è stata Vivendi a quantificarlo nelle sue relazioni di bilancio – i danni reclamati da Mediaset e dalla sua controllante ammonterebbero a 3 miliardi. All’ udienza che si è tenuta ieri al Tribunale di Milano, il giudice Daniela Marconi ha deciso quindi di rinviare a nuova udienza, fissata per il prossimo 12 marzo, per chiudere in sostanza la fase istruttoria e dare il tempo alle parti di depositare memorie aggiuntive. Mediaset avrà tempo fino al 30 gennaio per produrre le sue memorie, Vivendi invece fino al 28 febbraio. Anche la società Premium, a questo punto – è stato fatto notare – potrà a sua volta accodarsi nella richiesta di risarcimento. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
chessidice in viale dell’ editoria
Italia Oggi
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Thomson Reuters taglia 3.200 posti di lavoro. Thomson Reuters ha annunciato che taglierà 3.200 posti di lavoro, pari al 12% del totale, nei prossimi due anni, come parte del suo piano di ristrutturazione per ottimizzare gli affari e ridurre i costi. La multinazionale canadese del settore dell’ informazione ha annunciato i tagli durante un evento a Toronto. Come parte del piano, l’ azienda ridurrà il numero di uffici nel mondo del 30%, scendendo a 133 sedi, entro il 2020. L’ obiettivo della società, salvo acquisizioni, è di crescere tra il 3,5 e il 4,5 per cento all’ anno, nei prossimi due anni. Dopo l’ annuncio, le azioni di Thomson Reuters sono cresciute del 3,7% sul Nasdaq, toccando un nuovo record. Accenture, completata l’ acquisizione della brasiliana New Content. Accenture ha completato l’ acquisizione di New Content, agenzia di creazione di content marketing brasiliana fondata nel 2007 con oltre un decennio di esperienza nel settore del branded content. New Content fa ora a tutti gli effetti parte di Accenture Interactive e la supporterà nel rafforzamento delle proprie capacità di creazione e fornitura contenuti di alta qualità ai clienti in Brasile e in America Latina. Hbo e Rai, arriverà la seconda stagione de L’ amica geniale. Hbo e Rai hanno confermato la seconda stagione de L’ amica geniale. Lo hanno annunciato ieri Casey Bloys, presidente di Hbo Programming e Fabrizo Salini, amministratore delegato della Rai. La prima stagione della serie da otto episodi è stata tratta dall’ omonimo bestseller di Elena Ferrante, primo volume della saga in quattro parti pubblicata negli Stati Uniti da Europa Editions e in Italia da Edizioni E/O. La seconda stagione sarà basata su Storia del nuovo cognome, il secondo libro della quadrilogia della Ferrante. La serie Hbo, Rai Fiction e Timvision è trasmessa su Rai Uno e presente su Rai Play e sul servizio in streaming di Tim. I fratelli Manetti porteranno al cinema Diabolik. Dopo il musical in salsa napoletana Ammore e malavita, con cui hanno vinto cinque David di Donatello, i fratelli Manetti si lanciano in un’ altra impresa cinematografica: realizzeranno un film su Diabolik, il ladro più affascinante e inafferrabile della storia del fumetto. Il lungometraggio sarà prodotto da Mompracem con Rai Cinema in associazione con l’ editore Astorina, la casa editrice fondata dalle sorelle Angela e Luciana Giussani che dal 1962 pubblica le avventure di Diabolik. Il soggetto sarà scritto dai fratelli Manetti, dallo sceneggiatore Michelangelo La Neve e da Mario Gomboli, direttore della Astorina nonché storico curatore dei soggetti del fumetto. Le riprese avranno inizio nella seconda metà del 2019. Soltanto una volta le avventure di Diabolik e di Eva Kant sono state trasportate sul grande schermo. Era il 1968 e Mario Bava realizzò il film Diabolik, prodotto da Dino De Laurentiis e interpretato da John Phillip Law, Marisa Mell e Michel Piccoli, con le musiche di Ennio Morricone. Tumblr, via i contenuti per adulti. Tumblr, la piattaforma di microblogging di proprietà di Yahoo e ormai all’ interno di Verizon Media Group, vuole eliminare i contenuti per adulti a partire dal 17 dicembre. La decisione arriva dopo che la relativa app era stata sospesa sullo store di Apple perché era stata denunciata la presenza di materiale pedopornografico. La mossa dei manager di Verizon va però oltre, volendo fare di Tumblr una piattaforma senza porno, cosa che ha già provocato forti proteste da parte degli utenti. Upa, al via il nuovo master 2019 in comunicazione. Parte il 18 gennaio 2019 il nuovo corso Upa per la formazione in comunicazione d’ azienda. È l’ iniziativa che l’ associazione che riunisce gli investitori pubblicitari, insieme ad aziende sponsor, organizza da oltre trent’ anni ed è rivolta a giovani laureati e da quest’ anno anche a giovani manager d’ azienda.
Thomson Reuters taglia 3.200 posti titolo vola ai massimi
La Repubblica
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MILANO Un piano lacrime e sangue per Thomson Reuters, che ha annunciato che taglierà 3.200 posti di lavoro, pari al 12 % del totale, nei prossimi due anni, come parte del suo piano di ristrutturazione per ridurre i costi. La multinazionale canadese del settore dell’ informazione ha annunciato i tagli ieri durante un evento a Toronto. Come parte del piano, l’ azienda ridurrà il numero di uffici nel mondo del 30 per cento, scendendo a 133 sedi, entro il 2020. L’ obiettivo della società, salvo acquisizioni, è di crescere tra il 3,5 e il 4,5 per cento all’ anno, nei prossimi due anni. Il mese scorso la società ha annunciato l’ avvio in Italia di una procedura di licenziamento collettivo per 16 giornalisti, pari a più di un terzo della redazione italiana. Dopo l’ annuncio, le azioni di Thomson Reuters sono cresciute del 3,7% sul Nasdaq, toccando un nuovo record.
Crimi e i giornalisti: “Sento solo accuse di illiberalità”
La Stampa
A. D. M.
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È un rapporto che non funziona quello tra il sottosegretario all’ editoria Vito Crimi e i giornalisti, e nemmeno il convegno per i cento anni dell’ associazione Stampa parlamentare impone una tregua. «Ero venuto con le migliori intenzioni – ha detto Crimi – vado via con le peggiori. Ho sentito solo accuse di illiberalità, accuse velate di fascismo al governo», si è sfogato prima che parlassero i direttori Maurizio Molinari (Stampa), Lucia Annunziata (Huffington Post), Luigi Contu (Ansa), Gennaro Sangiuliano (Tg1), Enrico Mentana (Tg La7). «Non c’ è nessun attacco al pluralismo», ha insistito Crimi. Ribadita, però, la volontà di rimettere mano ai fondi per l’ editoria. A. d. M.
L'articolo Rassegna Stampa del 05/12/2018 proviene da Editoria.tv.