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Banca dati che vola il fenomeno DeJure
Frequenze, il muro della Lega contro la norma sgradita a B.
Tagli all’ editoria, ritirato l’ emendamento
Volanti, la radio crescerà ancora
Chessidice in viale dell’ Editoria
Editoria, a sorpresa via l’ emendamento “Ma il taglio ci sarà”
Banca dati che vola il fenomeno DeJure
Affari & Finanza
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I l nuovo DeJure dimezza i tempi di ricerca documentale e migliora l’ esperienza, rendendola più immediata grazie un’ interfaccia chiara e intuitiva. L’ integrazione tra contenuti autorevoli, frutto di un’ esperienza quasi centenaria, e di software innovativi, dedicati alla gestione delle attività di avvocati e professionisti, è già e sarà sempre più il nostro punto di forza». È un percorso animato dall’ innovazione digitale quello tracciato per gli studi legali da Giuffrè Francis Lefebvre e sintetizzato con queste parole dal responsabile product marketing, Alfredo Piro. Il gruppo editoriale nato dalla fusione tra Giuffrè Editore e Memento, perfezionata ufficialmente quest’ estate, sta facendo dell’ integrazione il proprio mantra. E la nuova versione della banca dati giuridica DeJure ne è la prova: «Volevamo renderla ancora più funzionale. Così, da un lato, abbiamo analizzato le abitudini e le modalità di consultazione dei nostri 25mila utenti giornalieri. E dall’ altro, abbiamo identificato con gli avvocati le aree da migliorare e le funzionalità da integrare». Il risultato è una piattaforma costruita su tre pilastri: rapidità di ricerca, pertinenza del risultato e qualità dei contenuti. Che concretamente vuol dire filtri dinamici (argomento, data, sentenza, autorità, città, ecc.), tag per qualificare i contenuti editoriali e perfino un algoritmo di machine learning, in grado di apprendere i comportamenti dell’ utente e offrire i risultati più rilevanti. «Il De-Jure non unifica solo il sapere, ma anche il sapere fare – spiega Piro – Ci stiamo affiancando ai professionisti in tutte le fasi della loro attività quotidiana per migliorare il loro lavoro con un’ offerta integrata». Motivo per cui le soluzioni ospitate dal DeJure “parlano” tra di loro. «Ad esempio, tramite AttoFacile si accede direttamente al software per la redazione dell’ atto e per l’ invio della busta telematica. Mentre CliensPiù facilita l’ amministrazione dello studio tra fatture e fascicoli». L’ appartenenza a un gruppo internazionale dai numeri importanti (la compagine francese Editions Lefebvre Sarrut conta circa 550 milioni di ricavi, di cui il 10% investito in ricerca e sviluppo) sta anche spingendo Giuffrè Francis Lefebvre verso nuovi lidi. Oltre al consolidamento dei segmenti storici (legale, fisco e lavoro), la casa editrice punta infatti a posizionarsi su ambiti inesplorati, dalle risorse umane all’ amministrazione passando per la finanza. – a.fr. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Alfredo Piro (Giuffrè Francis Lefebvre)
Frequenze, il muro della Lega contro la norma sgradita a B.
Il Fatto Quotidiano
Luca De Carolis
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L’ emendamento che per qualcuno è una minaccia non ci sarà. O almeno non ora. Riapparirà in Senato, assicurano, dopo un rinvio che ha motivi tecnici ma soprattutto ragioni politiche. Perché rappresenta il millesimo problema incorso tra Cinque Stelle e Lega, l’ emendamento del M5S alla legge di Bilancio con cui si vuole riassegnare tramite asta parte delle frequenze tv in eccesso per il digitale terrestre. Un provvedimento che Il Giornale ha già bollato come un “ricatto grillino alla manovra”, sostenendo che vada a penalizzare Mediaset, l’ azienda della famiglia Berlusconi. E il Carroccio, chissà quanto influenzato dal gran capo di Forza Italia, sembra avere il medesimo dubbio. Perché fa muro all’ emendamento, da giorni. “Man mano che saliamo di grado nelle interlocuzioni, il vento contrario aumenta” raccontano dal Movimento. Ed è un’ immagine che rende l’ idea del peso della partita. In ballo ci sono due mux o multiplex: sistemi di diffusione digitale del segnale televisivo, tramite cui i canali tv possono essere trasmessi sulla stessa banda di frequenze. Caselle che il ministero dello Sviluppo economico vuole liberare, in vista del passaggio obbligato nel 2022 a un nuovo sistema di trasmissione digitale. L’ obiettivo è “superare l’ attuale legge sulle frequenze, la Gasparri”, come ha precisato giorni fa la deputata del M5S Mirella Liuzzi, cancellando tra l’ altro la riserva di un terzo dei mux (in tutto dieci) per le emittenti locali. Ergo, i due mux ricavati andrebbero riassegnati a operatori nazionali. Tramite asta senza rialzo, come prevede il Movimento, e soprattutto come vuole l’ Unione europea. Ma il Carroccio per adesso di asta non vuol sentire parlare. Ed è questo, il vero punto di scontro tra i gialloverdi. Dietro il quale gli stessi 5Stelle vedono l’ influsso di Silvio Berlusconi, l’ alleato che non smette di ricordare a Matteo Salvini (e al sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti) il peso dei suoi interessi. Lo ammettono in tanti nel M5S , fuori taccuino. Ma sempre Liuzzi la settimana scorsa è stata abbastanza chiara: “Chi vuole queste frequenze può partecipare all’ asta che non va a rilanci, quindi ipotizzo che non ci sarà una spesa molto grande. Mentre forse ci si aspettava che fossero date in base a non si sa quali criteri”. Magari in base a un accordo tra gli operatori del settore, senza denaro da spendere e senza il rischio che qualche azienda si allarghi con più canali, attirando potenzialmente più pubblicità. E potrebbero essere queste, le ansie per Mediaset. A cui nel partito di Salvini sono sensibili. E allora la certezza è che l’ emendamento del M5S , a firma del relatore alla manovra, Raphael Raduzzi, non sarà discusso in commissione Bilancio alla Camera. “Dalla Ragioneria dello Stato non sono arrivati in tempo i dettagli sulle coperture economiche” dicono. Ma è chiaro che a pesare è stato soprattutto lo stallo politico. Tale da indurre i 5Stelle a rinviare, per ripresentare l’ emendamento a Palazzo Madama. Nell’ attesa, gli ambasciatori dei due fronti lavorano per un possibile punto di caduta. Ma i margini sono stretti, e un possibile pasticcio su una norma del genere sarebbe difficilissimo da gestire: innanzitutto per il Movimento. che nell’ attesa ieri ha già fatto un altro passo indietro, ritirando l’ emendamento sui tagli all’ editoria. Il sottosegretario a Palazzo Chigi con delega sulla materia, Vito Crimi, minimizza: “Lo ripresenteremo in Senato: c’ è bisogno di un ulteriore approfondimento, con una rimodulazione della progressività delle riduzioni e per interventi specifici per il settore delle edicole. Il taglio dei contributi diretti ci sarà”. Ma la Lega era stata chiara. Così com’ era, non poteva passare. E infatti.
Tagli all’ editoria, ritirato l’ emendamento
Il Messaggero
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Il dietrofront arriva nella notte. A sorpresa sparisce la modifica che i Cinquestelle avrebbero voluto inserire nella legge di bilancio per abolire il finanziamento all’ editoria. L’ emendamento, presentato dal deputato pentastellato siciliano Adriano Varrica, prevedeva la cancellazione a partire dal 2020 del finanziamento pubblico all’ editoria e modificava dal 2019 criteri ed entità dei contributi. In particolare sarebbero stati colpiti dai tagli Avvenire (per 5,9 milioni), Italia Oggi (4,8 milioni), Libero quotidiano (3,7 milioni), Il manifesto (3 milioni), Il Foglio (800mila euro), oltre ai settimanali cattolici e alle testate delle minoranze linguistiche. Ma, come anticipato, il testo è stato ritirato in Commissione Bilancio. «L’ emendamento Varrica – ha chiarito il sottosegretario all’ Editoria Vito Crimi – sarà ripresentato al Senato perché c’ è bisogno sul tema di un ulteriore approfondimento», rimodulando «la progressività delle riduzioni». «Nessun passo indietro», insomma, spiega il M5s. Esultano per il momento la Fnsi e l’ ordine dei giornalisti secondo i quali è necessario lavorare «perché il tema venga definitivamente tolto dal tavolo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Volanti, la radio crescerà ancora
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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«La radio vale il 5% circa dell’ intero mercato pubblicitario italiano. Ma ci sono i margini per arrivare fino all’ 8%. Il comparto sta già andando in questa direzione perché il mezzo è riconosciuto come solido e sa sfruttare le nuove tecnologie per migliorare la distribuzione dei propri contenuti»: è questa la prospettiva complessiva di Mario Volanti, editore e presidente di Radio Italia, che a proposito d’ inserzioni conta di chiudere l’ anno sopra il +11% (e con ascolti oltre i 5 milioni). «Il 2018 è stato un anno con più continuità rispetto al 2017, quando abbiamo cambiato concessionaria e così abbiamo perso per strada un +5% di crescita. Lo scenario di settore s’ è fatto più competitivo e alcune emittenti hanno iniziato a includere stabilmente la musica tricolore nei loro palinsesti, ma noi rimaniamo fiduciosi. Anche sul 2019 sia per quel che riguarda gli ascolti sia per quel che riguarda la pubblicità, forti del fatto che pianificano ora in radio anche nuovi clienti come le insegne della grande distribuzione organizzata (gdo, ndr)», ha proseguito Volanti che si affida sul fronte raccolta alla Manzoni, concessionaria del gruppo Gedi (Repubblica e Stampa) che, a sua volta, è anche azionista al 10% di Radio Italia. In precedenza la concessionaria era Mediamond del gruppo Mediaset, che ha lasciato come richiesto dall’ Antitrust dopo la creazione del proprio polo radiofonico. «Il mercato cambia anche dal punto di vista dei consumi. Oggi, per esempio, il 60% degli ascolti viene dal pubblico che si sintonizza dall’ automobile», prosegue Volanti. «Il nostro pubblico resta composto da una maggioranza di donne, ha una prevalenza di ascoltatori adulti, perlopiù responsabili d’ acquisto». I giovani? «Non esistono, siamo tutti giovani», risponde ironicamente il patron di Radio Italia, facendo riferimento alla notizia degli ultimi giorni per cui si diventa anziani solo dopo i 75 anni. Scherzi a parte, «la nostra emittente si sta allargando ai giovani attraverso i social, il rap, gli eventi», sottolinea Volanti. «Così, tra gli altri, prosegue il progetto Radio Italia Rap che è appena sbarcato su Dab (acronimo di Digital audio broadcasting, ndr), dopo aver avviato il canale televisivo». Mentre tra gli eventi c’ è Radio Italia Live – Il Concerto, giunto alla sua settima edizione in piazza Duomo a Milano. E sui social l’ audience complessiva supera un bacino di 3 milioni di persone, con 3,2 milioni di download dell’ app Radio Italia. Restando infine sul tema giovani, Radio Italia è partner esclusivo di «Sicurezza stradale in musica», progetto Anas (ente nazionale per le strade, parte del gruppo Ferrovie) che ripropone per la seconda volta il concorso rivolto cantanti, musicisti o band emergenti, invitati a creare canzoni rap e trap sulla sicurezza stradale. Il tutto «attraverso contenuti positivi e un linguaggio mai sopra le righe», precisa Volanti. Dai 10 finalisti selezionati dalla giuria composta tra gli altri da Fedez, Mario Sala (direttore Virgin records di Universal music Italy) e la speaker di Radio Italia Manola Moslehi sarà scelto il vincitore. Il suo brano sarà distribuito su etichetta Virgin records. Iscrizioni (fino al prossimo 28 febbraio) e informazioni su www.sicurezzastradaleinmusica.it. © Riproduzione riservata.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Internet, pubblicità +6% a ottobre. «Nella rilevazione dell’ Osservatorio Fcp-Assointernet relativa al periodo gennaio-ottobre 2018 si registra una crescita del fatturato del 4,3% sul dato progressivo, pari ad oltre 370 milioni: oltre 15 milioni di euro in più rispetto al periodo omologo del 2017», ha dichiarato ieri Giorgio Galantis, presidente Fcp-Assointernet. «Al buon andamento contribuisce il risultato rilevante del mese di ottobre che, con oltre 47 milioni, segna un incremento del 6% verso lo scorso anno. La componente smartphone continua il suo trend di forte crescita con un +35,2% sul mese e un dato di oltre 92 milioni complessivi nei primi dieci mesi dell’ anno». Icon, Sarica editor-at-large. Il magazine dedicato alle passioni maschili, diretto da Andrea Tenerani, rafforza la propria squadra con l’ arrivo di Federico Sarica in qualità di editor-at-large. Sarica (fondatore di Rivista Studio) lavorerà per dare uno sguardo ancora più globale e contemporaneo alla testata del gruppo Mondadori. Sarica ha inoltre collaborato con diverse testate, tra cui Il Foglio, D di Repubblica, Vogue e l’ Uomo Vogue. Frequenze tv, non presentato l’ emendamento sulla gara. Niente di fatto per ora sull’ emendamento alla legge di Bilancio che contiene le modifiche all’ iter di liberazione della banda 700 da parte degli operatori televisivi. L’ emendamento, a firma 5 Stelle, contiene anche la norma sulla gara onerosa con la quale attribuire agli operatori nazionali le reti derivanti dall’ eliminazione della riserva obbligatoria alle televisioni locali. Tutti i broadcaster avevano dichiarato la propria contrarietà alle misure che erano state prospettate durante il Tavolo tv 4.0. Al momento su queste misure si tratta all’ interno del governo e la prospettiva è che un maxiemendamento che le contiene possa essere presentato direttamente all’ esame del Senato. L’ Involontario, la serie girata all’ Istituto nazionale dei tumori di Milano. Arriva L’ Involontario, la prima serie girata interamente in un ospedale vero e in attività, l’ Istituto nazionale dei tumori di Milano, con una comicità surreale e una produzione indie. La serie è stata infatti premiata al Roma Web fest come Migliore webserie italiana, Miglior comedy story e Miglior attrice (Giulia Penna). Officine Buone e Fondazione Cariplo compiono, con questa produzione, un ulteriore passo per rivoluzionare l’ immagine del volontariato e parlare di filantropia a un pubblico giovane. Fox Circus chiude con oltre 50 mila presenze. Buona affluenza per Fox Circus, l’ evento organizzato da Fox Networks Group Italy con il patrocinio del Comune di Milano, che si è svolto dal 30 novembre al 2 dicembre scorso presso Base Milano. Nei tre giorni dell’ evento, per 52 ore non stop, oltre 50 mila (51.675) persone hanno affollato i 3.500 metri quadrati del Fox Circus per vivere le serie più amate del mondo Fox. Tra le 9 attrazioni proposte, le più gettonate sono state il «tunnel degli orrori» di American Horror Story (che ha fatto registrare oltre 10 mila partecipanti) e quella di The Walking Dead con 9 mila partecipanti. Sale&Pepe va a Brescia. Il mensile di cucina Sale&Pepe prosegue la strategia di diversificazione del brand con l’ apertura di Elnòs Kitchen by Sale&Pepe. Operazione che segue il progetto lanciato lo scorso anno al Salone Internazionale del Franchising di Milano, con l’ obiettivo di sviluppare su tutto il territorio italiano la Scuola di Cucina di Sale&Pepe, dal 2015 attiva nella sede di Milano. Il laboratorio Elnòs Kitchen by Sale&Pepe si trova all’ interno del centro commerciale Elnòs Shopping di Roncadelle (Brescia). Dazn, Diquattro tra le donne più influenti dell’ hi-tech. Veronica Diquattro, executive vice president di Dazn, è stata selezionata tra le 50 donne più influenti d’ Italia, nel mondo della tecnologia. Il numero 1 di Dazn in Italia è stata scelta tra imprenditrici, manager d’ azienda, docenti universitarie, ricercatrici ed esponenti delle istituzioni che si sono particolarmente distinte nel corso del 2018, come eccellenza del mondo tecnologico nonché modello di riferimento. L’ iniziativa Inspiring Fifty, giunta quest’ anno anche in Italia, è realizzata a cura delle fondatrici Janneke Niessen e Joelle Frijters, e vede come partner dell’ iniziativa Microsoft Italia e Klecha&Co. Avvenire, veste grafica speciale per il 50° compleanno. Il quotidiano cattolico diretto da Marco Tarquinio si propone oggi in una veste grafica rinnovata, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua fondazione. Fino a giovedì prossimo, inoltre, il nuovo Avvenire sarà in edicola in tre edizioni speciali che avranno un incremento di diffusione e di foliazione. Eurosport ed Eurosport Player ampliano la «Casa del Basket» in Italia. In palinsesto sbarcano 160 partite in poco più di 30 giorni, tutte in diretta, compreso anche il giorno di Natale e Santo Stefano, con la 12ª giornata di campionato in calendario. In arrivo anche una novità pronta a debuttare giovedi prossimo su tutte le property digitali del gruppo: Run’ N’Gun, magazine settimanale con protagonisti Andrea Meneghin, Hugo Sconochini e la conduzione di Alice Sabatini, Miss Italia 2015.
Editoria, a sorpresa via l’ emendamento “Ma il taglio ci sarà”
La Repubblica
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Un «approfondimento tra le forze politiche», leggi un dissenso tra Lega e M5S in commissione Bilancio, ha portato al ritiro dell’ emendamento che aboliva i finanziamenti all’ editoria. Al momento dunque al momento i fondi per cinque quotidiani nazionali, Avvenire (5,9 milioni di euro), Italia Oggi (4,8 milioni), Libero quotidiano (3,7 milioni), Il manifesto (3 milioni), Il Foglio (800mila euro), per i settimanali cattolici e per le testate delle minoranze linguistiche, restano inalterati. Ma non è detto che debba finire così. «L’ emendamento è stato ritirato perché verrà ripresentato al Senato», ha spiegato il sottosegretario Crimi. Ma a palazzo Madama i numeri per un provvedimento che non convince fino in fondo la Lega appaiono anche più risicati che alla Camera.
Editoria: ritirato l’ emendamento Varrica sul taglio dei fondi Il deputato M5S: tema delicato, chiariremo tutto
Prima Comunicazione
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Ritirato nella notte in commissione Bilancio alla Camera l’ emendamento Varrica, che prevedeva il taglio dei fondi all’ editoria. Lo ha reso noto la deputata del Pd Debora Serracchiani, con un tweet: Notizie @pdnetwork dalla commissione bilancio @Montecitorio: passo indietro del #M5S. Ritirato l’ emendamento del deputato Varrica, inteso a tagliare i fondi all’ editoria, che avrebbe portato alla chiusura dei giornali della minoranza slovena tra cui il quotidiano @primorskiD – Debora Serracchiani (@serracchiani) 3 dicembre 2018 L’ emendamento, presentato nelle scorse settimane a firma del deputato 5 Stelle Adriano Varrica, era l’ unico tra i 700 emendamenti ritenuti ‘rilevanti’ relativo all’ editoria. Il testo prevedeva lo stop ai contributi pubblici per il settore a partire dal primo gennaio 2020 e un pesante colpo di scure alle erogazioni previste per il 2019. A essere colpite sarebbero state soprattutto le testate minori (quotidiani locali, delle minoranze linguistiche, diffusi all’ estero, delle associazioni, delle parrocchie, delle radio private con attività informativa di interesse generale). A fare eccezione solo l’ editoria speciale, per i non vedenti, gli ipovedenti o a tutela dei consumatori o degli utenti. Contro l’ emendamento si era schierata fin da subito la Fnsi, che aveva sottolineato come dall’ applicazione del testo avrebbe comportato soltanto nel settore giornalistico, la scomparsa di circa un migliaio di posti di lavoro.
L'articolo Rassegna Stampa del 04/12/2018 proviene da Editoria.tv.