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E il Daily Mail cambia bandiera “L’ uscita sia il più soft possibile”
Nomine, “sulla Rai la solita spartizione”
Bestemmia in tv, la multa dopo 4 anni
Bonus pubblicità, invio doppio
Rileva l’ iscrizione a Roc o tribunali
E io le partite ve le farò vedere su Facebook
E il Daily Mail cambia bandiera “L’ uscita sia il più soft possibile”
Affari & Finanza
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NUOVO DIRETTORE PER IL TABLOID CHE CON LA SUA PROPAGANDA AVEVA CONTRIBUITO ALLA VITTORIA DEL “LEAVE” E NUOVA LINEA POLITICA: MA PER UN ALTRO REFERENDUM FORSE È TARDI Londra S arà un giornalista a fermare la Brexit? Bè, a fermarla forse no, ma come minimo Geordie Greig potrebbe frenarla, contribuendo a far passare la versione “soft” (in cui la Gran Bretagna mantiene un piede in Europa) anziché quella “hard” desiderata dai brexitiani duri e puri. In settembre Greig assumerà l’ incarico a cui è stato nominato questa estate come nuovo direttore del Daily Mail, che con 1 milione e 200 mila copie di tiratura è il secondo quotidiano più diffuso del Regno Unito (dopo il Sun di Rupert Murdoch a quota 1 milione e 400 mila) ed è nell’ opinione dominante quello che meglio rappresenta la cosiddetta “Middle England”, l’ uomo della strada. Venendo dalla direzione del Mail on Sunday, l’ edizione domenicale del quotidiano (che in questo paese tende ad avere una redazione separata), teoricamente il suo arrivo non sarebbe traumatico. Ma in realtà è una rivoluzione: perché prende il posto di Paul Dacre, per un quarto di secolo direttore del Mail, uno dei giornalisti più influenti (e più temuti – dicono i suoi critici) di Fleet Street, la strada di Londra in cui è nato il giornalismo moderno. Anche se i giornali oggi si sono tutti trasferiti altrove, con il nome di questa piccola via nel cuore della capitale si continua a evocare la stampa e il suo potere. Ne aveva moltissimo, di potere, Dacre: al punto da dare al Daily Mail una linea furiosamente pro-Brexit, nonostante il suo proprietario, lord Rothermere, sia anti-brexitiano. L’ editore ha sopportato Dacre per venticinque anni, anche perché grazie a lui la versione online è diventata la più letta del mondo (fra i media di lingua inglese ad accesso completamente gratuito). Ma ora lo ha estromesso, proprio mentre il negoziato sulla Brexit è entrato nella decisiva fase finale, e a sostituirlo ha chiamato Greig, che dalle colonne del Mail on Sunday non risparmiava invece critiche alla Brexit. Cosa succederà adesso? Dacre non è scomparso: è stato formalmente promosso a un incarico manageriale di supervisione dell’ intero settore giornali del gruppo. Una poltrona da cui avverte: «Cambiare linea al Mail sulla Brexit sarebbe un suicidio dal punto di vista del marketing, perché andrebbe contro quello che pensano i nostri lettori». Tuttavia i lettori erano già abituati a leggere, dopo sei giorni di tifo sfegatato per la Brexit, un giornale più moderato sul tema, se non addirittura critico, la domenica, e non sembra che protestassero. Per il momento Greig non parla. Dice chi lo conosce bene: «Geordie non pensa che la Brexit debba essere fermata. Ma non pensa nemmeno che debba accadere a spese dell’ unità nazionale o impoverendo gli elettori». Tradotto in parole concrete: dopo essersi apertamente battuto nella campagna referendaria di due anni fa per la permanenza della Gran Bretagna nell’ Unione Europea, il nuovo direttore del Mail vuole evitare che la Brexit provochi la secessione di Irlanda del Nord o Scozia e un grave danno all’ economia britannica. C’ è un solo modo per centrare un obiettivo simile: mantenere il Regno Unito nel mercato comune (il “modello Norvegia”) o almeno nell’ unione doganale (il “modello Turchia”). Se poi il dibattito politico portasse a un secondo referendum sulla Brexit o a nuove elezioni (in cui la Brexit giocherebbe un ruolo chiave), il suo Mail potrebbe essere l’ ago della bilancia per una Brexit più soft possibile, se non per evitarla del tutto. Come che sia ci sono grandi aspettative sul nuovo direttore del Daily Mail. Non a caso, rivela il Financial Times, uno dei primi a invitarlo a cena, dopo la nomina, è stato l’ ex-primo ministro conservatore John Major, anche lui risolutamente schierato contro la Brexit e favorevole a un secondo referendum per cancellarla. Dall’ incontro non trapelano commenti. Ma l’ ex- premier, secondo uno dei commensali presenti a tavola, avrebbe affermato che Greig «ha il potere e il potenziale per modificare il corso politico del nostro paese». (e.f.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 2 Geordie Greig (1), il nuovo direttore del Daily Mail, di decisa tendenza europeista: proprio il giornale era stato invece il più accanito sostenitore del “leave” ma ora cambia di 360° orientamento; John Major (2): l’ ex premier è il politico più dichiaratamente esposto per il rientro in Europa ed è non a caso il “consigliori” per la nuova strategia del Mail.
AFFARI IN PIAZZA
Affari & Finanza
ANDREA GIACOBINO
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L’ isola dei famosi torna in nero: per la produttrice Magnolia c’ è una leggera frenata sui ricavi ma l’ utile ritrovato. La società televisiva è specializzata nella creazione, produzione e adattamento di format di intrattenimento. È controllata dal francese Banijay Group e guidata dal ceo Paolo Bassetti (il fratello Marco Bassetti è invece ceo della controllante Banijay). Il bilancio 2017 si è chiuso con un profitto di 2 milioni rispetto alla perdita di 1,5 milioni del 2016 mentre i ricavi anno su anno sono calati da 64,4 a 61,5 milioni. Nel 2017 la società ha costituito L’ Officina assieme a Fabio Fazio e ha liquidato invece TheBlogTV. Lo scorso anno Magnolia per la Rai oltre ai successi di L’ eredità e Pechino Express ha prodotto tra l’ altro la seconda stagione de Il collegio e la docufiction Mafia capitale. Per Sky ha realizzato la seconda serie di Guess my age, per Canale 5 la 12esima edizione de L’ isola dei famosi (il suo maggior successo dell’ anno), per La7 la settima stagione di Piazza pulita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Bassetti, ceo di Magnolia.
Nomine, “sulla Rai la solita spartizione”
Il Fatto Quotidiano
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Un confronto sullo stato dell’ informazione, ieri sul palco della Festa del Fatto tra il direttore del Tg La7 Enrico Mentana e Milena Gabanelli, fondatrice di Report e ora firma del Corriere della Sera. Nel dibattito coordinato da Paola Zanca, è Gabanelli la più dura: “Perché giornali e tv riprendono l’ ultima dichiarazione dell’ ultimo eletto? Un tempo le chiacchiere da bar dei politici restavano tali”. È successo, dicono, anche sulla tragedia del ponte di Genova: “Mi si rizzano i capelli quando un premier dice che non si possono aspettare i tempi della giustizia: una fake news di Stato”, sostiene Mentana. Anche per Gabanelli, l’ annuncio della revoca della concessione a tragedia appena accaduta è “una sparata e mi indigna come i giornali l’ abbiano ripresa. Chi costruisce poi? – si chiede la giornalista – Le responsabilità non si decidono lanciando un cappio al collo. I concessionari devono pagare caro e tutto, ma a fatti accertati”. Mentana allarga il discorso al Pd: “Non ci si concentra più sull’ elaborazione politica, ma sugli slogan. Per Zingaretti il Pd deve diventare primo sul web: ma che vuol dire?”. Però le responsabilità, ammettono Mentana e Gabanelli, sono anche dei mezzi di informazione. Per vari motivi. “I giornalisti che hanno amici che contano sono più accorti” punge la giornalista. Che però precisa: “Continuo a difendere l’ informazione pubblica, è garanzia di imparzialità. A Report mi hanno fatto mandare in onda tutto. Dove altro avrei potuto farlo?”. Però viale Mazzini era e resta terra di conquista. “Questo governo sta facendo come gli altri, spartendosi le poltrone” osserva Gabanelli. E il futuro? “La carta è destinata a finire – sostiene Mentana – Tra 4 giorni parte la società che gestirà il mio sito, fatto dai giovani per i giovani. Per me è il momento di restituire qualcosa”. Ma non solo: da stasera ogni lunedì Gabanelli in coda al Tg de La7 racconterà le inchieste di cui scrive sul Corsera nella rubrica Dataroom.
Bestemmia in tv, la multa dopo 4 anni
Il Giornale
Enza Cusmai
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Enza Cusmai Per quella bestemmia sfuggita a Tiberio Timperi il 18 ottobre del 2014 durante Uno mattina in famiglia la Rai dovrà sborsare ben 25mila euro. Non ci sono più ricorsi che tengano. Il Tar Lazio (sentenza n.09009/2018) ha detto l’ ultima parola sulla brutta pagina della Tv di stato e ha stabilito due cose. Primo: l’ espressione sfuggita dalla bocca di Timperi «è senza dubbio una bestemmia/imprecazione, di contenuto lesivo dello sviluppo dei minori». Secondo: la Rai è responsabile di negligenza perché «trattandosi di contenuto preregistrato, poteva essere effettuato un preventivo controllo prima della sua messa in onda» ed è responsabile di imperizia, «essendo stato trasmesso per ben due volte». La vicenda dunque finisce con un sonora sconfitta della tv pubblica e con una vittoria del Codacons che, dopo la trasmissione, aveva chiesto alla Rai di assumere provvedimenti nel confronti del conduttore. Che non sono arrivati. Timperi, da parte sua, si era scusato in diretta il giorno dopo dagli schermi di Rai Uno, ma la Rai si era quasi spinta a giustificare il conduttore attribuendo il fatto a una «concatenazione di eventi, frutto di una serie di imprevisti non intenzionali e di disguidi tecnici successivi». Troppo poco per una bestemmia lanciata durante una trasmissione «per la famiglia». Così il Codacons ha presentato una formale denuncia all’ Autorità per le Comunicazioni, chiedendo di elevare una sanzione nei confronti della Rai. Istanza pienamente accolta dall’ Agcom, che ha deliberato una multa da 25mila euro verso l’ azienda per violazione dell’ art. 34 nella parte in cui stabilisce che «le trasmissioni non contengono programmi che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori e film vietati ai minori di anni 14, a meno che la scelta dell’ ora (…) o qualsiasi altro accorgimento tecnico escludano che i minori che (…) vedano o ascoltino normalmente tali programmi». «Giustizia è fatta – dichiara il Codacons in un comunicato -. La responsabilità dell’ emittente era sotto gli occhi di tutti ed è stata riconosciuta anche dai giudici amministrativi. Avrebbe fatto meglio la Rai ad adoperarsi per evitare un episodio inaccettabile come questo, piuttosto che cercare giustificazioni a errore avvenuto». L’ associazione dei consumatori peraltro lamenta di aver «pagato a caro prezzo la sua ricerca di legalità perché non è stata più invitata nelle trasmissioni dirette da Timperi come anche in altre trasmissioni frequentate da altre associazioni dei consumatori».
Bonus pubblicità, invio doppio
Italia Oggi Sette
PAGINA A CURA DI ROBERTO LENZI
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Dal 22 settembre 2018 potranno essere presentate le istanze di accesso al bonus pubblicità, sia per il 2017 che per il 2018, l’ ordine cronologico di presentazione delle domande non sarà rilevante. Lo scorso 31 luglio 2018 è stato adottato il provvedimento del capo dipartimento per la fruizione del credito di imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali che, come previsto dall’ art. 5, comma 1, del dpcm 16 maggio 2018, n. 90, ha approvato il modello di comunicazione telematica e ha definito le modalità per la presentazione della comunicazione sull’ apposita piattaforma dell’ Agenzia delle entrate, ai fini della fruizione del credito di imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani, periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, di cui all’ articolo 57-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50. Il modello può essere utilizzato in modo duale, quindi sia per la comunicazione per l’ accesso al credito d’ imposta per il 2018, sia per la dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati nel 2017. Le imprese che intendono agevolare sia le spese 2017 che le spese 2018 dovranno inviare due moduli. La comunicazione per l’ accesso al credito d’ imposta dovrà essere presentata dal 22 settembre al 22 ottobre 2018, per gli investimenti effettuati o da effettuare nell’ anno 2018, mentre per gli investimenti 2017, nella stessa finestra temporale, dovrà essere inviata la dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati. Pertanto, per l’ anno 2017 dovrà essere presentata solo la dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati, la quale, pervenendo a consuntivo, assumerà anche la valenza di comunicazione di accesso. Il credito sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione, mediante il modello F24, dopo la realizzazione dell’ investimento incrementale nella misura indicata. Istanza telematica. La comunicazione e la dichiarazione sostitutiva devono essere presentate, esclusivamente in via telematica, al dipartimento per l’ informazione e l’ editoria della presidenza del consiglio dei ministri utilizzando i servizi telematici messi a disposizione dell’ agenzia delle entrate nell’ area riservata del sito alla quale è possibile accedere mediante identità spid o carta nazionale dei servizi, direttamente dai soggetti abilitati dell’ Agenzia, tramite una società del gruppo (società controllante e società controllate), nonché tramite intermediari abilitati quali professionisti, associazioni di categoria, Caf e altri soggetti. Nel riquadro dei «dati degli investimenti e del credito richiesto» vanno indicati i dati relativi agli investimenti pubblicitari effettuati o da effettuare su ciascun mezzo di informazione nell’ anno di riferimento nonché i dati relativi agli investimenti effettuati sui medesimi mezzi nell’ anno precedente. Operativamente, nella «comunicazione per l’ accesso al credito d’ imposta» è necessario inserire l’ anno di riferimento degli investimenti agevolabili, indicare l’ ammontare gli investimenti effettuati o da effettuare sulla stampa quotidiana e periodica, anche on-line e l’ ammontare degli investimenti effettuati nell’ anno precedente sulla stessa stampa, compilare i dati sugli investimenti sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali. Normativa antimafia. Qualora l’ ammontare del credito d’ imposta indicato nella comunicazione o nella dichiarazione fosse superiore a 150 mila euro, il richiedente è tenuto a rilasciare una dichiarazione sostitutiva di iscrizione negli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (per le categorie di operatori economici ivi previste) oppure indicare nel riquadro «elenco dei soggetti sottoposti alla verifica antimafia» i codici fiscali di tutti i soggetti da sottoporre alla verifica antimafia. Esito entro la fine di novembre 2018. L’ elenco dei soggetti richiedenti il credito di imposta per gli investimenti relativi all’ anno 2018 sarà formato dal dipartimento per l’ informazione e l’ editoria della presidenza del consiglio dei ministri, e pubblicato sul sito istituzionale del dipartimento entro il 21 novembre 2018 con l’ indicazione dell’ eventuale percentuale provvisoria di riparto in caso di insufficienza di risorse e l’ importo teoricamente fruibile da ciascun soggetto dopo la realizzazione dell’ investimento incrementale. L’ eliminazione della modalità di presentazione della domanda a sportello eviterà pertanto la formazione di una graduatoria ma, come conseguenza, finanziando chiunque presenti domanda e ne abbia i requisiti, l’ ammontare del credito effettivamente fruibile sarà probabilmente inferiore a quanto richiesto. Conferma degli investimenti a gennaio 2019. La «dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati» per l’ accesso al beneficio per l’ anno 2018 dovrà essere presentata dal 1° al 31 gennaio dell’ anno 2019. Pertanto, le imprese che presentano domanda per l’ esercizio 2018 non esauriranno i loro adempimenti comunicativi, ma dovranno confermare o meno gli investimenti dichiarati con un’ ulteriore comunicazione a consuntivo. © Riproduzione riservata.
Rileva l’ iscrizione a Roc o tribunali
Italia Oggi Sette
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Le imprese e i lavoratori autonomi, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, dalle dimensioni aziendali e dal regime contabile adottato, nonché gli enti non commerciali, sono i beneficiari dell’ agevolazione. Potranno agevolare gli investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali analogiche o digitali. Gli investimenti incrementali ammessi al credito d’ imposta sono quelli riferiti all’ acquisto di spazi pubblicitari e inserzioni commerciali, effettuati esclusivamente su giornali quotidiani e periodici, pubblicati in edizione cartacea o editi in formato digitale, ovvero nell’ ambito della programmazione di emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali. Fondamentale l’ iscrizione al Roc o al tribunale. Sono ammissibili gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2018, il cui valore superi di almeno l’ 1% gli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’ anno precedente; l’ incremento percentuale è riferito al complesso degli investimenti effettuati, rispetto all’ anno precedente, sui mezzi di informazione di cui al periodo precedente. Gli investimenti pubblicitari ammissibili al credito d’ imposta sono effettuati su emittenti radiofoniche e televisive locali iscritte presso il registro degli operatori di comunicazione, e su giornali iscritti presso il competente tribunale, ovvero presso il menzionato registro degli operatori di comunicazione e dotati in ogni caso della figura del direttore responsabile. Le spese escluse. Sono escluse dal credito d’ imposta le spese sostenute per l’ acquisto di spazi nell’ ambito della programmazione o dei palinsesti editoriali per pubblicizzare o promuovere televendite di beni e servizi di qualunque tipologia, nonché quelle per la trasmissione o per l’ acquisto di spot radio e televisivi di inserzioni spazi promozionali relativi a servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovrapprezzo. Ai soli fini dell’ attribuzione del credito di imposta, le spese per l’ acquisto di pubblicità sono ammissibili al netto delle spese accessorie, dei costi di intermediazione e di ogni altra spesa diversa dall’ acquisto dello spazio pubblicitario, anche se a esso funzionale o connessa. Credito d’ imposta ordinario al 75%. Il credito d’ imposta è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati. È invece ancora in attesa di autorizzazione comunitaria la maggiorazione al 90%, nel caso di microimprese, piccole e medie imprese e startup innovative. L’ agevolazione è concessa a ciascun soggetto, nel rispetto del limite delle risorse di bilancio pari a 62,5 milioni di euro, che costituisce il tetto di spesa da ripartire. Nel caso di insufficienza delle risorse disponibili rispetto alle richieste ammesse, sarà effettuata una ripartizione delle stesse tra i beneficiari in misura proporzionale al credito di imposta strettamente spettante calcolato.
DAZN AL BAR LA SOLUZIONE
La Repubblica
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I n qualche modo, c’ è sempre più gente che sta facendo pace con Dazn. Non che tutto fili liscio ovunque, proprio no, ma la tensione sta calando e soprattutto in molti hanno deciso che il problema sta nella connessione e hanno cercato un rimedio. Su Twitter comunque ci si diverte sempre assai con chi protesta. E soprattutto con chi annuncia che, ovviamente alla fine del mese gratuito, darà disdetta ( tremenda disdetta). Da cui il facile e immediato: Disdetta Leotta. *** Il check più attendibile è però quello dei bar, soprattutto le migliaia di locali – per lo più gestiti da cinesi – che avevano l’ abbonamento a Premium. Per i bar, le gare di Dazn entrano in un abbonamento speciale, e costosetto, oltre i duecento euro al mese per tutta la A, e si vedono in digitale, senza internet. Da una prima impressione i bar sono pieni il doppio rispetto all’ anno scorso e gli spritz vanno che è una bellezza. *** Ovunque si vedono volti smarriti, le attività si fermano, i bambini non giocano, il nervosismo è palpabile. Ovvero, qualcuno faccia segnare un gol a CR7, con una class action, un’ opera di carità, qualcosa. Sennò non si vive più. Ieri a instillare qualche vaga speranza sono arrivati i 4 gol del piccolo Cristiano jr negli Under 9 della Juve. Il Tg sportivo di Mediaset ha fatto un servizio sull’ impresa del pupo, immagini sgranate dei gol riprese da un telefonino. Colonna sonora: Father and Son di Cat Stevens. Una commozione insostenibile. *** Seriamente, riecco Mediaset davvero. È ripartito ieri sera Pressing, stasera c’ è Tiki Taka, ma soprattutto ritorna il grande calcio in chiaro. Giovedì sera, per la Nations League, c’ è Germania-Francia su Canale 5, sapori mondiali. E si vedrà anche sul satellite, come ai bei tempi, in quanto i canali Mediaset a brevissimo torneranno visibili via decoder di Sky. *** E ieri, una tantum, anche un grande ritorno Rai. Ovvero quello alla Formula 1 ( solo per Monza). C’ è stato anche un discreto pre-gara. Il clou: una lunga intervista di Donatella Scarnati a padre Georg Gänswein, stretto collaboratore di Papi, nel senso dei Pontefici, grande appassionato di F1. *** Non che facesse ascolti oceanici, ma alla Rai in stagione manca anche e soprattutto lo spazio del sabato sera dopo il posticipo, su Raidue. Si faceva il punto, si faceva presenza nel calcio che conta già dal sabato, i non-abbonati potevano guardare tutto quello che era successo fino a quel momento. Peccato. *** ” A questo punto della partita c’ è bisogno di gambe fresche” (Francesco Guidolin, Dazn)
E io le partite ve le farò vedere su Facebook
L’Economia del Corriere della Sera
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Prima che Dazn e il tema dello sport in live streaming arrivasse nel campionato di serie A, un italiano emigrato a Londra aveva cominciato la propria scalata in questo mercato. Lui è Andrea Radrizzani (segnalato nelle ultime settimane come possibile acquirente «del Bari»), patron del Leeds United (squadra di calcio dello Yorkshire) cofondatore e vice presidente di MP & Silva agenzia internazionale sportiva che si occupa di diritti media e servizi di sponsorship. Ed è proprio dalla vendita del 65% di MP & Silva allo Shanghai Jin Xin investment fund che Radrizzani ha trovato i soldi necessari per la sua ultima creatura, Eleven Sport, piattaforma nata tre anni fa con l’ obiettivo di segnare la discontinuità nel panorama sportivo inglese, grazie alla trasmissione in streaming delle partite. La solidità economica ancora non c’ è, come ha sottolineato il Financial Times, ma Radrizzani ha suggerito che la società valesse 200 milioni, estrapolando la cifra da un recente accordo per vendere il 50% delle sue attività polacche a Polsat, per 38 milioni. La strategia del manager è quella di investire cifre importanti per acquisire diritti: si parla di 300 milioni spesi negli ultimi anni con un portfolio di due milioni di clienti in tutto il mondo per il suo servizio Internet che possono salire a 17 milioni grazie agli accordi con le reti televisive in alcuni paesi. I mercati in cui è presente sono undici: trasmette in Belgio, Polonia, Portogallo, Singapore, Taiwan, Regno Unito e Irlanda (dove quest’ anno si è aggiudicato i diritti per la trasmissione della serie A italiana) e Stati Uniti. In Italia, in particolare, ha acquisito i diritti della Serie C. Mentre in Portogallo quest’ anno ha fatto uno shopping ancora più aggressivo, acquisendo i diritti per la Uefa Champions League. Ma è sui social che Radrizzani sta puntando. Nelle ultime settimane ha firmato un accordo con Facebook grazie al quale potrà trasmettere alcuni match del campionato italiano (ma anche della Liga spagnola) sulla sua pagina Facebook. Le licenze valgono solo per il Regno Unito per il momento, ma il deal è un primo passo verso un settore che già negli Stati Uniti ha preso piede. Twitter, Amazon e la stessa Facebook si stanno contendendo oltreoceano diritti per la trasmissione in streaming dei principali eventi sportivi, Nfl compresa. E per il momento sembra che il gioco valga la candela. Come ha spesso dichiarato il manager, Eleven Sport «non è nemico dei tradizionali broadcaster». Radrizzani ha più volte tentato siglare un accordo con Sky, BT e Virgin Media nel Regno Unito per aggiungere anche il suo canale sportivo al pacchetto offerto agli abbonati della pay Tv. Tentativo per ora fallito. Maria Elena Zanini.
Off shore
L’Economia del Corriere della Sera
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Mercoledì 5 settembre scade il termine previsto dall’ Europarlamento per la presentazione degli emendamenti al testo della nuova e contrastatissima direttiva per la tutela del diritto d’ autore su Internet. Il voto nell’ aula di Strasburgo, presieduta da Antonio Tajani (nella foto), sulle modifiche proposte è già calendarizzato per il 12 settembre prossimo. E’ così ripartita l’ attività di lobbyng con intensità praticamente senza precedenti a livello Ue, attuata principalmente da multinazionali Usa della rete come Google e Facebook per convincere gli eurodeputati a lasciare le cose come stanno e a evitare regole più «costose» a tutela del copyright. Sul fronte opposto soprattutto gli editori dei giornali tradizionali puntano a far introdurre una adeguata remunerazione per l’ utilizzazione dei loro articoli su Internet. Nel luglio scorso le multinazionali Usa hanno ottenuto di far bocciare il testo della direttiva a Strasburgo e di far rinviare a settembre per consentire emendamenti. In pratica sono riuscite a spaccare i principali europartiti al loro interno, facendo saltare la tradizionale maggioranza composta dai popolari e dai socialisti (spesso con l’ appoggio dei liberali). Ma, sorprendentemente, hanno anche convinto editori di media informatici, come organismi favorevoli alla libertà dell’ informazione e dell’ utilizzazione del web, a schierarsi dalla loro parte: ventilando il dubbio che alcune parti ambigue del testo possano essere interpretate in senso penalizzante perfino a svantaggio di quanti utilizzano la rete senza interessi economici o obiettivi di guadagno. Lo scontro a Strasburgo si gioca sugli emendamenti perché possono arrivare a cambiare completamente quanto emerso dalla procedura comunitaria. Il testo iniziale proposto dalla Commissione appare comunque già superato dalle riserve del Consiglio dei 28 governi e dalle divergenze emerse nell’ Europarlamento. Dopo il voto degli eurodeputati del 12 settembre dovrebbe iniziare la procedura di negoziazione tra le tre istituzioni comunitarie (Commissione, Consiglio ed Europarlamento) per arrivare a un testo di compromesso finale. I tempi appaiono stretti per un dossier così contrastato. Anche perché la legislatura scade con l’ arrivo delle elezioni europee del maggio 2019. Non a caso l’ attività di lobbying a sostegno degli interessi di alcune multinazionali del digitale sembra orientata a tentare di far slittare tutto a dopo l’ insediamento della nuova Camera Ue, che in genere tende a ripartire in base alle nuove maggioranze politiche o almeno a rivedere sostanzialmente quando fatto dai predecessori.
CHI È Simone Morandi è avvocato dello spettacolo. Tra i clienti, Dario Argento. Ha studiato astrologia nella «Astrology School di Londra». PER C
Libero
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CHI È Simone Morandi è avvocato dello spettacolo. Tra i clienti, Dario Argento. Ha studiato astrologia nella «Astrology School di Londra». PER CHI SCRIVE Corriere: sito e inserto «Liberi tutti». Glamour, Vanity. IN TV E IN RADIO Sarà a «Vieni da me» con Caterina Balivo su Rai1. Presente su Rai Movie e Movie Mag, oltre a Radio Rock. Apparizioni su Radio Deejay a «Pinocchio». FACEBOOK Su Facebook la sua pagina conta 240 mila like.
L'articolo Rassegna Stampa del 03/09/2018 proviene da Editoria.tv.