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Quattro poltrone senza direttore, l’ occasione per le prime nomine
Rcs, profitti quasi raddoppiati A Piazza Affari i titoli salgono del 5%
M5S e la minaccia a FI: una tassa sugli spot tv
Rcs, profitti semestrali a 45 milioni
Salvini insiste su Foa Spunta la «tassa» sugli spot
Rcs, l’ utile aumenta a 45,4 mln
Chessidice in viale dell’ Editoria
Quattro poltrone senza direttore, l’ occasione per le prime nomine
Corriere della Sera
PAOLO CONTI
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Roma Quattro direzioni «pesanti», di gran potere aziendale (in un caso anche economico). Quattro poltrone che attendono di essere occupate dal nuovo corso Rai. Il consigliere anziano Marcello Foa e l’ amministratore delegato Fabrizio Salini potrebbero usare il pretesto dell’ emergenza per aprire la stagione delle nomine, che forse potrebbe già cominciare: se manca un direttore, va nominato senza sostituire nessuno. Prima casella, la TgR, Testata giornalistica regionale: 800 giornalisti nelle 21 sedi regionali (il Trentino-Alto Adige ne ha una a Bolzano e una a Trento). Lega e M5S tradizionalmente hanno sempre guardato lì, dove si forma l’ opinione locale. Fabrizio Morgante si è dimesso dalla Rai: il 23 luglio è stato nominato direttore di Tv2000, la tv della Conferenza Episcopale Italiana, al posto di Paolo Ruffini, nuovo prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede. Per la successione alla TgR si parla di Enrico Castelli o di Paolo Corsini, entrambi area centrodestra e buoni rapporti con Lega-M5S. Seconda poltrona: Rai Sport. Gabriele Romagnoli ha chiuso polemicamente la sua esperienza. Jacopo Volpi è il candidato più accreditato dai tam tam Lega-M5S. Terza poltrona: Giornale radio e Radio1, dove c’ era Gerardo Greco. Il 4 luglio Mediaset ha annunciato la sua nomina a direttore del Tg4. È un altro luogo di potere caro a Lega-M5S. Giuseppe Carboni del Tg2 è un candidato appoggiato dal M5S e gradito alla Lega. Ed eccoci al potere economico, significativo per i rapporti interni al centrodestra: Rai Pubblicità. Dai primi di marzo, l’ amministratore delegato (dalla fine 2012) Fabrizio Piscopo è passato al Gruppo 24ore, ma aveva già lasciato la Rai a fine 2017. Ora l’ interim è del presidente di Rai Pubblicità, Antonio Marano. Ma occorre un manager commerciale. Ed eccoci al centrodestra. Sarà scelto il protagonista di una politica aggressiva sul mercato, anche verso Mediaset o chi cercherà (come accadde nel primo governo del Cavaliere, quando scoppiarono feroci polemiche) intese ed equilibri con Publitalia? In più il futuro capo di Rai Pubblicità dovrà vedersela con un mercato che si è allargato a tanti competitor sempre più agguerriti sulla raccolta. Nomine imminenti? Il quadro politico si concentra sul nodo della presidenza e di Marcello Foa: ma c’ è chi dimentica che il vero potere aziendale di proposta e di nomina, con la nuova legge del dicembre 2015, è nelle mani dell’ amministratore delegato Salini che «acquisisce il parere obbligatorio» del Consiglio, vincolante solo se c’ è un no con maggioranza dei due terzi. Insomma: se Salini non propone e non sceglie, niente nomine. Nemmeno se Foa glielo chiedesse come Consigliere anziano.
L’ insostituibile Anna
Corriere della Sera
MARIA LUISA AGNESE
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A 68 anni Anna Wintour, direttrice prestigiosa di Vogue da 30 anni, viene confermata a tempo indefinito. Un editore internazionale, Condé Nast, si inchina al talento incurante dell’ età e delle improvvide rottamazioni che spesso il marketing commerciale – ma anche politico – impone a vanvera per nascondere le sue insicurezze. Una signora over 60 va oltre i contorcimenti del mercato e di ogni precarietà contemporanea, aggiudicandosi una carriera a vita. Direttrice per sempre, dunque di quel VogueAmerica dove la giornalista di pedigree britannico era arrivata nel novembre 1988, stupendo subito tutti con una copertina scapigliata rispetto ai canoni della Super Bibbia della moda Usa: una ragazza, la modella Michaela Bercu con pantaloncino jeans tipo Guess, piccola fetta di pelle fuori e camicetta di Lacroix con maxi croce tempestata di pietre colorate, foto di Peter Lindberg con cui il giornale entrava in una nuova era, pubblicata, come disse poi Anna «anche se gli occhi della modella erano un po’ chiusi e tutti mi chiedevano se era incinta». Lì per lì la redazione aveva pensato a uno scherzo. Poi si è ricreduta. Anna dice di amare le persone con personalità e difatti sul suo Vogue ha subito imposto le celebrities in copertina, da Madonna a Beyoncé a Taylor Swift a Jennifer Lawrence, e le donne influenti da Lady D a Hillary Clinton a Michelle Obama, da Kate Middleton a Oprah Winfrey: un mondo che l’ ha aiutata a creare una rete di rapporti personali e un potere parallelo a quello di direttrice, esercitato peraltro sempre in sinergia e al servizio del suo lavoro. Una celebrity a sua volta, tanto che si era parlato di lei anche come ambasciatrice a Londra per Obama. Ma per quanto ami il talento, Anna pretende anche devozione intorno a sé, almeno a voler credere alla Miranda di Meryl Streep che si sarebbe ispirata proprio a lei per dar vita alla direttrice caparbia, capricciosa e dispotica nel film del 2006 «Il diavole veste Prada». Leggendarie le partite a tennis all’ alba, il parrucchiere mattina e sera per rinfrescare l’ immutato caschetto, l’ inseparabile sandalo beige di Manolo Blahnik di forma chic e di calzata comoda, gli occhiali scuri (quasi) sempre indosso, i battimano spesso svogliati alle sfilate, l’ abilità di riciclare vestiti, collane, calzature. Tante chiacchiere tanto onore e, sempre, tanta personalità. Sono veri i pettegolezzi su di lei? «Tutti veri» ha risposto Anna in un’ intervista maratona con 73 domande di una giovane giornalista di Condé Nast, mentre in un’ altra risposta confessava che l’ unica cosa di cui sentiva la mancanza negli Usa era l’ humor britannico. Nella stessa occasione ha anche annunciato di non portare quasi mai la borsa e che trovava sommamente glamour la figura letteraria di Scarlett O’ Hara, cosa che la dice lunga sul culto della personalità. Di amare le tuberose e le pellicce, ma soprattutto i due figli avuti da David Shaffer, psichiatra infantile e suo marito fino al 1999: Charles, che ha scelto la strada del padre e Bee, giornalista (ma non di moda) come la madre che il 7 luglio scorso a Long Island ha sposato – a cellulari spenti – Francesco Carrozzini, figlio della direttrice di VogueItalia, Franca Sozzani, scomparsa nel dicembre 2016. Nell’ occasione aveva ripreso quota il gossip rivelatosi sommamente sventato che dava Anna in uscita in autunno da Condé Nast proprio in contemporanea con la pubblicazione del famoso numero settembrino, il più importante dell’ anno per carico di pubblicità, di moda, di idee. Ora arriva la nomina a vita, cinque anni dopo la doppia nomina (direttore di Vogue più direttore artistico di tutto il gruppo): «Sarò solo una centralina di suggerimenti, d’ altra parte è quel che faccio già a Vogue, do consigli a tutti», minimizzava allora lei. A dimostrazione che «L’ età conta solo se non vali niente» come ha titolato il Foglio in un articolo di Fabiana Giacomotti. E che un’ idea elastica dell’ età è più glamour e più adatta alle sfide contemporanee.
Rcs, profitti quasi raddoppiati A Piazza Affari i titoli salgono del 5%
Corriere della Sera
Francesca Basso
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MILANO Il primo trimestre dell’ anno aveva già dato un segnale importante, in positivo dopo dieci anni. Il secondo conferma la corsa. A due anni precisi dal suo insediamento ai vertici del gruppo Rcs MediaGroup, il presidente e amministratore delegato Urbano Cairo chiude il primo semestre del 2018 con un risultato netto positivo per 45,4 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 24 milioni nello stesso periodo del 2017. I ricavi consolidati del gruppo, che pubblica il Corriere della Sera, sono pari a 503,6 milioni e sono stabili a livello omogeneo rispetto al 30 giugno 2017. Il margine operativo lordo è pari a 83,1 milioni (contro 69 milioni). L’ indebitamento finanziario netto del gruppo è sceso a 245,9 milioni (41,5 milioni in meno rispetto al 31 dicembre 2017) e a fine anno calerà sotto i 200 milioni, come già anticipato altre volte da Cairo. Il mercato ha apprezzato la performance e il titolo ha chiuso guadagnando il 5,1%. Rcs conferma dunque gli obiettivi per il 2018 che prevedono margine operativo lordo e flussi di cassa «in crescita». Il gruppo, sottolinea una nota, «ha realizzato un forte miglioramento dei risultati rispetto al periodo precedente e conseguito i propri obiettivi di margini e riduzione progressiva dell’ indebitamento finanziario». I ricavi pubblicitari ammontano a 206,1 milioni: su base omogenea registrano una incremento di 1,3 milioni rispetto al primo semestre 2017, grazie «ai maggiori ricavi pubblicitari realizzati da Unidad Editorial per l’ effetto trainante dei ricavi pubblicitari sul mezzo online che cresce del 24%». I ricavi editoriali sono pari a 212,5 milioni. A livello diffusionale si confermano le leadership nei rispettivi segmenti di riferimento dei quotidiani Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, Marca ed Expansión, mentre El Mundo conferma la seconda posizione tra i generalisti spagnoli nel mercato edicola. La diffusione del Corriere della Sera in edicola ottiene risultati migliori del settore, calando del 3,7% contro il 7,7% registrato dal mercato, e La Gazzetta dello Sport registra un meno 5,1% contro il 10,7% del mercato di riferimento. Nel mese di giugno le diffusioni del Corriere della Sera segnano, sempre in edicola, un aumento rispetto allo stesso mese dell’ anno precedente. Crescono significativamente gli indicatori di performance digitali dei siti dei quotidiani del gruppo: aumentano del 31% gli abbonati consumer attivi a fine giugno in Italia, con circa 92 mila abbonati paganti tra digital edition, membership e m-site. I ricavi diversi ammontano a 85 milioni. Significativo il contributo degli eventi sportivi dell’ area Rcs Sport. Prosegue anche nel 2018, oltre al successo delle iniziative lanciate nello scorso esercizio (i nuovi L’ Economia e 7, l’ inserto gratuito Buone Notizie-L’ impresa del Bene, la nuova edizione locale Corriere Torino), l’ arricchimento e il potenziamento dei contenuti editoriali di gruppo con effetti positivi sui ricavi. Il 23 febbraio è stato lanciato il nuovo mensile allegato al quotidiano, Corriere Innovazione. Il 19 aprile ha esordito «Solferino-i libri del Corriere della Sera»: un’ offerta di narrativa, saggistica, poesia e libri per ragazzi, italiani e stranieri. E dal 18 maggio ogni venerdì è in edicola Liberi Tutti, il nuovo supplemento settimanale gratuito dedicato al piacere di vivere, che completa l’ offerta dei sei supplementi del Corriere già presenti in edicola negli altri giorni della settimana. Novità anche per i lettori de La Gazzetta dello Sport con gli spazi quotidiani dedicati a Genova (nel primo trimestre si erano aggiunte Torino e Cagliari). E poi Time Out, inserto omaggio di approfondimento settimanale sul campionato italiano di basket, in edicola il mercoledì. Dall’ inizio di luglio è in edicola Fuorigioco, il nuovo settimanale domenicale gratuito in abbinata a La Gazzetta, dedicato all’ ambiente sportivo, alle sue celebrità e ai suoi miti.
M5S e la minaccia a FI: una tassa sugli spot tv
Il Mattino
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LO SCENARIO ROMA Una tassazione straordinaria sugli spot pubblicitari in tv. La minaccia è targata M5S. Un testo in via di definizione che potrebbe essere inserito come un emendamento nella legge di bilancio o in un prossimo provvedimento fiscale. Luigi Di Maio, spiegano fonti informate di Forza Italia, ha già caricato la pistola. E Matteo Salvini ha avvertito Silvio Berlusconi. «Solo io – ha spiegato al Cavaliere – posso assicurare la salvaguardia delle tue tv, M5S è pronto alla guerra». LA PARTITA La partita sulla pubblicità è così finita nella trattativa sulla Rai. Già molte grandi aziende hanno ridotto gli spazi pubblicitari sulle tv e non solo in Italia. «Ma se un’ azienda volesse proporsi sulle nostre reti – ragiona anche un big della Fininvest – avrebbe vita difficile in presenza di una tassa ad hoc». L’ allarme ad Arcore è risuonato da tempo, ma dopo lo strappo sulla Rai tra i fedelissimi di Berlusconi c’ è la consapevolezza che Salvini più che tentare di svuotare il partito possa non fungere più da frangiflutti per contrastare i piani dei pentastellati. Ecco uno dei motivi per i quali Berlusconi tre giorni fa, dopo la visita alle 8 di mattina di Salvini all’ ospedale San Raffaele di Milano, precisamente alle 9, ha chiamato il capogruppo di FI in Vigilanza Rai Mulè chiedendogli di dire sì a Marcello Foa per la presidenza dell’ azienda di viale Mazzini. Troppo tardi, il partito azzurro e il Pd avevano già concordato il blitz, temendo un ripensamento del Cavaliere. Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato hanno alzato le barricate su Foa. Sulla stessa lunghezza d’ onda Ghedini e Letta. I CONTATTI Proprio quest’ ultimo continua a mantenere i contatti con i vertici dem e, irritando non poco i leghisti, qualche settimana fa ha partecipato ad un convegno sullo sport tenutosi proprio nella sede del Nazareno del Pd. Salvini – riferisce uno dei big azzurri – ha inoltre chiesto a Berlusconi di non prestare il fianco ai dirigenti affossati dal nuovo corso del partito di via Bellerio e che intendono ancora una volta provare a rilanciare l’ operazione Grande nord. Si tratta dei leghisti legati a Bossi che hanno chiesto fondi per riorganizzarsi. Il Cavaliere ha detto di no, accontentando così Salvini. Intende lavorare sul serio affinché il centrodestra resti unito. Ed è vero che i rapporti con il ministro dell’ Interno sono continui. La tentazione dell’ ex premier è quella di lasciare ai fedelissimi la guida della barca affinché si realizzi per esempio il cambio dei coordinatori regionali. «Ma senza di me FI va al 5%», continua a ricordare l’ ex presidente del Consiglio. IL RINNOVAMENTO Il rinnovamento in FI è cominciato. Galliani, diventato capo dei dipartimenti, in una delle ultime riunioni ha fatto un parallelo calcistico: «Io – ha sostenuto – quando ero ad del Milan ho vinto più di tutte le altre squadre. Vi prometto che farò di tutto per portare Forza Italia al 20%». Il Milan resta uno degli argomenti che da sempre avvicinano Salvini e Berlusconi. Chissà se è vero, come riporta un fedelissimo dell’ ex premier, che il Cavaliere per un attimo è stato tentato di ricomprare il Milan per una cifra intorno ai 320 milioni di euro. L’ ex presidente del Consiglio per una settimana se ne starà in Sardegna, ha cancellato tutti i suoi appuntamenti. Al momento, per la presidenza del cda della Rai, il segretario della Lega è fermo su Foa, mentre tutto il partito azzurro invoca un cambio di nome. Intanto il Pd ha chiesto un incontro urgente ai presidenti di Camera e Senato mentre i vertici della Vigilanza potrebbero vedere Tria martedì. Proprio quest’ ultimo è l’ ago della bilancia. Anche nella Lega riferiscono come il ministro dell’ Economia non sia soddisfatto della situazione che si è venuta a creare. Al momento l’ orientamento dei giallo-verdi sarebbe quello di non procedere alle nomine dei direttori dei tg ma di gestire, con Foa nelle vesti di consigliere anziano, solo l’ ordinaria amministrazione. Con la Lega che intanto avrebbe chiesto delucidazioni legali sulla possibilità di poter riproporre il nome del giornalista italo-svizzero. Emilio Pucci © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Rcs, profitti semestrali a 45 milioni
Il Sole 24 Ore
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Via libera del cda di Rcs MediaGroup ai conti del primo semestre 2018, chiuso con un risultato netto positivo per 45,4 milioni di euro, in crescita rispetto ai 24 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. I ricavi consolidati sono pari a 503,6 milioni e sono “stabili”, scrive in una nota il gruppo editoriale, rispetto al 30 giugno 2017 su base omogenea. L’ Ebitda è pari a 83,1 milioni di euro (contro 69 milioni). Rcs conferma i target per il 2018 che prevedono Ebitda e Net cash flow “in crescita” e un indebitamento finanziario netto inferiore ai 200 milioni di euro.
Salvini insiste su Foa Spunta la «tassa» sugli spot
Il Sole 24 Ore
Barbara Fiammeri
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Sulla Rai resta lo stallo. Matteo Salvini anche ieri ha ribadito che il nome per la presidenza di Viale Mazzini resta quello di Marcello Foa. La prossima settimana il Cda tornerà a riunirsi ma difficilmente partorirà nomine o comunque decisioni se prima non verrà raggiunta un’ intesa politica. Il M5s sta alla finestra in attesa di capire come andrà a finire il muro contro muro tra Lega e Forza Italia. «Tocca a Berlusconi spiegare», dice Salvini. Ma a parte il governatore ligure Giovanni Toti, che ha fatto un esplicito endorsement a favore di Foa, non si intravedono brecce. Lo conferma indirettamente lo scontro sui vaccini, ieri al Senato, tra i due partiti del centrodestra. A guidarlo è stata l’ azzurra Licia Ronzulli, che oltre ad essere vicinissima a Berlusconi è da sempre ritenuta una dei pontieri tra Fi e Lega. Un segnale che, salvo improvvisi colpi di scena, lascia intendere che la partita sulla Rai è destinata a decantare fino a settembre. Nella Lega però confidano in un ravvedimento «operoso» del Cavaliere. In ballo non ci sono solo le nomine di Reti e Tg. Tra i Palazzi romani gira da giorni la voce di una “tassa” sugli spot pubblicitari che ovviamente colpirebbe anche e soprattutto Mediaset. Nel frattempo i capigruppo del Pd di Camera e Senato, Delrio e Marcucci, hanno formalizzato la richiesta di incontro con i presidenti dei due rami del Parlamento, Fico e Casellati affiché tutelino «la libera decisione della commissione di Vigilanza dalla gravissima intromissione a cui stiamo assistendo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Rcs, l’ utile aumenta a 45,4 mln
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Il dato ultimo a chiusura del primo semestre 2018 di Rcs è che l’ utile netto arriva quasi al raddoppio: quota 45,4 milioni di euro dai 24 milioni registrati a fine giugno 2017. Ma risalendo lungo il bilancio c’ è l’ ebitda che segna un incremento del 20,4% sui 14,1 milioni di euro. Motivo industriale? I «risultati positivi derivanti dall’ attività di investimento sui contenuti editoriali», hanno precisato ieri con una nota dal gruppo editoriale del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Al risultato concorrono anche il «continuo arricchimento dell’ offerta» e «la valorizzazione del portafoglio degli eventi sportivi, oltre al continuo impegno nel perseguimento dell’ efficienza, che ha permesso di ottenere benefici relativi a costi operativi per 11,1 milioni, di cui 5,5 milioni in Italia e 5,6 milioni in Spagna». Restando sul fronte editoriale, però, i risultati provengono dall’ allargamento dei contenuti in stile Urbano Cairo del quotidiano diretto da Luciano Fontana che, dopo la nuova Economia e Liberi Tutti per esempio, sta per lanciare il nuovo Cook a settembre (come anticipato da ItaliaOggi del 20/7/2018) e, più genericamente per l’ autunno, prevede il nuovo Io Donna by Danda Santini. La Gazzetta dello Sport guidata da Andrea Monti, invece, si è recentemente espansa sulla città di Genova con spazi ad hoc, dopo Torino e Cagliari. A proposito di Corriere della Sera, sul singolo mese di giugno, la casa editrice meneghina annuncia vendite in edicola al rialzo, secondo stime interne. E’ la prima volta che succede dall’ aprile 2012 (rispetto allo stesso mese del 2011). Sul digitale, infine, crescono del 31% fino ai 92 mila gli abbonati dell’ offerta a pagamento. Capitolo a parte sul semestre, così come da conti approvati sempre ieri dal cda presieduto dallo stesso editore (al 59,8%) Cairo, scende l’ indebitamento netto di 41,5 milioni rispetto al 31 dicembre scorso. Si attesta sui 245,9, confermando così una riduzione di circa 7 milioni al mese. Lo scorso febbraio, Cairo aveva parlato di un decremento «in media di 8 milioni al mese in 18 mesi, cioè da quando sono arrivato quando era a 430 milioni» (nell’ agosto 2016). L’ obiettivo è portare l’ indebitamento finanziario sotto i 200 milioni di euro a fine 2018. Lo scorso aprile, l’ editore anche di magazine e La7 aveva ribadito l’ ipotesi di distribuire un dividendo nel 2019 sui conti di quest’ anno. Al momento Rcs conferma gli obiettivi 2018 per una crescita dell’ ebitda e dei flussi di cassa della gestione corrente. Il flusso di cassa della gestione operativa è a giugno di 57,9 milioni (da 24 mln). Tornando al conto economico dei primi sei mesi del 2018, a fronte di un fatturato complessivo di 503,6 milioni di euro (+6,8% e stabili senza gli effetti derivanti dall’ introduzione nel 2018 dei nuovi principi contabili Ifrs), i ricavi da vendite crescono del 23% sui 212,5 milioni ma decrescono, su base omogenea, di 10,2 milioni di euro in valore assoluto (di cui 4,1 mln in Italia e 6,1 mln in Spagna tramite Unidad Editorial). Da considerare, tra gli altri, c’ è la revisione della politica degli sconti sulle copie. Dalla pubblicità, viceversa, si segnala un calo del 3% per 206,1 milioni utilizzando i principi contabili Ifrs; al netto c’ è un incremento di 1,3 milioni «grazie in particolare ai maggiori ricavi pubblicitari realizzati da Unidad Editorial per l’ effetto trainante dei ricavi pubblicitari sul mezzo online. Tale componente, che rappresenta in Spagna il 43% dei ricavi pubblicitari dell’ area, è in crescita del 24,9% rispetto al primo semestre 2017», hanno concluso da via Rizzoli. Ieri il titolo ha chiuso la giornata in Borsa a +5,1% a 1,072 euro. © Riproduzione riservata.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Dazn punta a 3-5 milioni di clienti e a essere grande come Sky Italia. «Vogliamo raggiungere fra 3 e 5 milioni di clienti nel medio termine in Italia. La nostra ambizione è di arrivare a essere grandi come Sky Italia in termini di clienti sportivi», ha dichiarato ieri all’ agenzia Reuters il ceo di Dazn James Rushton. Al momento la piattaforma, che fa parte del gruppo Perform, ha siglato accordi commerciali con Sky e Mediaset. Ma, ha proseguito Rushton, «stiamo ancora parlando con Tim, Fastweb e altri come potenziali partner, pertanto il numero di 3-5 milioni di clienti potrebbe arrivare anche prima del previsto». Il ceo non si sbilancia, comunque, sugli obiettivi in Italia: «Alla fine dell’ anno daremo dei numeri e forse un’ indicazione dove ci troviamo dopo i primi sei mesi. Abbiamo investito 200 milioni di euro a stagione per i diritti, 600 milioni in tre anni. Abbiamo comprato anche i diritti della serie B e continueremo a investire nei grandi contenuti». Serie B, alla Rai gli highlights tv e l’ esclusiva radiofonica. La Lega di Serie B ha assegnato alla Rai i «Esclusivo Highlights TV» ed «Esclusivo Radiofonico» per il triennio 2018-2021 con un sensibile aumento dei ricavi rispetto ai tre anni precedenti. La Lega procederà ora con la commercializzazione dei diritti esteri e dei diritti non esclusivi per il mercato italiano. Disney deve offrire 18,28 dollari ad azione per Sky se compra gli asset di Fox. Lo U.K. Takeover Panel ha confermato che Disney sarà obbligata a presentare un’ offerta per 14 sterline ad azione (18,28 dollari, circa 15,78 euro) per il rimanente 61% di Sky, in caso di esito positivo dell’ operazione da 71 miliardi di dollari (circa 61,3 mld di euro) tra Disney e Fox (che possiede il 39% della pay tv britannica). Gli azionisti di Sky hanno tempo fino al 22 agosto per accettare l’ offerta. ProSiebenSat.1 Media cresce nel semestre e conferma gli obiettivi. ProSiebenSat.1 Media ha chiude il secondo trimestre con l’ utile netto a 126 milioni di euro, contro i 117 milioni di euro di un anno fa. I ricavi sono calati del 5% a 912 milioni. L’ ebitda si è attestato a 259 milioni. La società radio-televisiva ha detto di star lavorando su un aggiornamento strategico, che verrà presentato in occasione del capital markets day di novembre. ProSiebenSat.1 ha confermato i target finanziari per il 2018, ma ha aggiunto che l’ obiettivo di crescita dei ricavi «include ancora i contributi derivanti da società che dovrebbero essere deconsolidate nel terzo trimestre». Agcom, ulteriore avanzamento nella copertura banda ultralarga. C’ è un ulteriore avanzamento del livello di copertura ultrabroadband della rete fissa, sempre più coadiuvata dalle reti Fwa (Fixed wireless access) che raggiungono aree significative del territorio nazionale. Lo ha reso noto ieri l’ Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che ha rilasciato un aggiornamento della broadband map, ossia la banca dati che consente la visualizzazione dello sviluppo delle reti di accesso a internet, fisse e mobili, su tutto il territorio italiano, a livello di singolo indirizzo. Le novità riguardano sia l’ upgrading di alcune funzionalità sia i risultati della più recente rilevazione dati, con una fotografia della connettività broadband al 15 giugno 2018. Sotto il profilo tecnico, la broadband map di Agcom (presieduta da Angelo Marcello Cardani) utilizza un motore di analisi ad alta risoluzione capace di valutare circa 40 milioni di punti geografici e, dunque, di consentire all’ utente di verificare le velocità del proprio accesso a internet anche in aree di piccole dimensioni, normalmente trascurate dalle implementazioni più datate. Sergio Bonelli lancia la sua casa di produzione cinematografica. Sergio Bonelli, l’ editore italiano specializzato nel settore dei fumetti, ha annunciato la creazione di Bonelli Entertainment, braccio produttivo della casa editrice nato con lo scopo di sviluppare progetti cinematografici e televisivi basati sui propri personaggi e sulle proprie storie originali. La nuova unità sta attualmente sviluppando una serie tv horror live-action di 10 episodi basata su Dylan Dog (nella foto) e sono allo studio progetti per cinema e tv che coinvolgeranno Martin Mystère, Mister No, Dampyr, Dragonero, Il Confine e l’ universo legato a Nathan Never.
LENA (Leading European Newspaper Alliance) è l’ alleanza editoriale di cui Repubblica fa parte insieme a Die Welt
La Repubblica
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(Germania), El País (Spagna), Le Figaro (Francia), Le Soir (Belgio), Gazeta Wyborcza (Polonia), Tages Anzeiger (Svizzera) e Tribune de Genève (Svizzera). Il consorzio LENA riunisce otto testate europee, circa 2500 giornalisti, sette milioni di lettori cartacei e circa 45 milioni di utenti unici online in Europa. Die Welt (“mondo” in tedesco) è uno dei più antichi giornali in Germania in circolazione. La sua prima uscita risale al 1946. È di ispirazione conservatrice e liberista. Fondato nel 1976, progressista, è attualmente il quotidiano più diffuso in Spagna. Il sito online elpais.com è il quotidiano digitale in spagnolo più letto al mondo. È nato nel 1826 ed è il più antico quotidiano di Francia attualmente in circolazione. Uno dei primi suoi collaboratori fu lo scrittore Émile Zola. È di ispirazione post-gaullista. Fondato nel 1887, di lingua francese, è uno dei maggiori e più antichi quotidiani in Belgio. La sua linea è progressista e liberale. Del 1893, come la Tribune fa parte del gruppo Tamedia. In lingua tedesca, è tra i più venduti quotidiani in Svizzera. Ha posizioni liberali e vicine al centro-sinistra. Fu un banchiere americano, James T. Bates, a fondarlo nel 1879. Di lingua francese, è il quotidiano di riferimento di Ginevra e tra i maggiori in Svizzera. “Gazzetta elettorale”, è il giornale simbolo della Polonia libera. È nato nel 1989 sulla spinta del movimento democratico Solidarnosc. Adam Michnik ne è direttore dalla fondazione.
Lo sguardo su Rai Way
Milano Finanza
MANUEL FOLLIS
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L’ operazione su Ei Towers può prendere il via. Venerdì 3 agosto è stato infatti depositato e pubblicato (consultabile anche sul sito di F2i) il prospetto informativo dell’ opa annunciata il 16 luglio (e anticipata da Mlianofinanza.it) sul 100% delle azioni Ei Towers da parte di 2i Towers, veicolo controllato al 60% da F2i e al 40% da Mediaset. Tecnicamente, l’ operazione partirà il 27 agosto per concludersi indicativamente il 5 ottobre e gli acquirenti hanno offerto un prezzo di 57 euro per azione, il 15,6% più alto rispetto al giorno prima dell’ annuncio e quasi il 20% in più rispetto alla media delle valutazioni degli ultimi sei mesi, che peraltro già si assestavano sui massimi storici di Ei Towers dal suo sbarco in borsa. L’ obiettivo dell’ operazione è il delisting della società che nei piani di F2i dovrebbe consentire la semplificazione degli assetti proprietari riducendo gli oneri connessi alla quotazione, ma soprattutto dovrebbe garantire maggiore rapidità e incisività nell’ attuazione di eventuali decisioni gestionali, o per dirla meglio in caso di nuove operazioni straordinarie, che vedrebbero il nuovo soggetto ancora una volta vestire i panni dell’ aggregatore. Non è un mistero infatti che il mercato si aspetti, una volta portato a compimento l’ opa su Ei Towers, che il gruppo faccia rotta su Rai Way, per dare vita a un polo delle torri di trasmissione. Da questo punto di vista, l’ intenzione di F2i è quello di fornire alla nuova società know how infrastrutturale e soprattutto risorse per incentivare lo sviluppo industriale. In caso di successo dell’ opa e di conseguente delisting del titolo Ei Towers, F2i deterrà la maggioranza assoluta con il 60% e Mediaset il 40%, che passerà così da azionista di controllo a secondo azionista. Il consiglio di amministrazione della nuova Ei Towers avrà 10 membri di cui 7 scelti da F2i, che nominerà sia l’ amministratore sia il presidente e tre di Mediaset. L’ effetto del riassetto nei piani di 2i Towers sarà la creazione di un player indipendente neutrale e aperto alle partnership con altri operatori nel campo della trasmissione di segnali tv e di telecomunicazioni, non più verticalmente integrato con Mediaset (come è attualmente) ma come detto aperto a nuove alleanze e/o operazioni straordinarie. Cosa succede in caso di non raggiungimento della soglia del 90%? In un caso, ovvero se l’ offerta dovesse raggiungere il target prefissato, 2iTowers procederebbe al delisting e quindi all’ opa residuale su i detentori di azioni che non le avessero consegnate. In caso invece di non raggiungimento del 90% 2iTowers, in linea con le motivazioni e gli obiettivi dell’ offerta, si riserva di proporre di conseguire il delisting mediante fusione. Agli azionisti che non avessero concorso alla deliberazione di approvazione di questa fusione spetterebbe quindi il diritto di recesso, perché si troverebbero a possedere azioni non quotate su un mercato regolamentato. Il valore corrisposto in questo caso farebbe esclusivo riferimento alla media aritmetica dei prezzi di chiusura nei sei mesi che precedono la pubblicazione dell’ avviso di convocazione dell’ assemblea le cui deliberazioni legittimano il recesso. Ad eccezione di Jefferies, gli analisti che hanno valutato l’ operazione si sono espressi tutti a favore, consigliando di aderire: Exane Bnp Paribas, Intesa Sanpaolo, Intermonte, Kepler Cheuvreux, Esn ed Equita si sono espresse tutte a favore, tutte mettendo nel mirino la futura acquisizione di Rai Way «una possibilità di medio termine nella nostra visione» (Bnp Paribas), e «una mossa che permetterebbe sinergie di costo di 25 milioni all’ anno» (Intermonte). Anche Jefferies, l’ unica a considerare il prezzo di 57 euro troppo basso («Ei Towers ha sempre scambiato a sconto rispetto ai concorrenti») spiega che «chi vuole vendere azioni dovrebbe essere consapevole delle sinergie che questo deal sblocca per 2i Towers». Che si tratti di un’ operazione possibile o probabile, Rai Way rappresenta però il futuro. Il primo passo è il prospetto appena pubblicato. (riproduzione riservata)
L'articolo Rassegna Stampa del 04/08/2018 proviene da Editoria.tv.