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Rassegna Stampa del 15/06/2018

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Mondadori alla dieta dei periodici Panorama fa gola agli Angelucci

Fiducia e informazione: Sole primo quotidiano

Grandi eventi in digitale su Rai Radio 1 Sport

Amazon è il brand più influente

21st Century Fox, Comcast esce allo scoperto e offre 65 mld di dollari

Netweek, 2018 a tutto digitale

chessidice in viale dell’ editoria

Ascolti radio, Rossignoli nuovo presidente di Ter

Mediaset, lo sport non finisce qui

Perform lancia Dazn, la tv in streaming Partite a Sky? Per ora si attende

«Il Fatto» prenota la quotazione sull’ Aim di Borsa

Satellite e on demand: così vedremo il calcio in tv

Mondadori alla dieta dei periodici Panorama fa gola agli Angelucci

Il Sole 24 Ore
Simone Filippetti
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Mondadori è a un passo dal vendere lo storico settimanale Panorama. Una decisione epocale, che segnerebbe uno spartiacque per la casa editrice: il nuovo proprietario della rivista fondata nel 1962 dal medesimo Arnoldo Mondadori e sempre rimasta in casa sarà con ogni probabilità il «Re delle Cliniche» Antonio Angelucci, già a capo di un piccolo impero di quotidiani. Ma ora il cocktail micidiale di smartphone, che sottraggono lettori, crisi della pubblicità e calo della carta stampata, ha costretto la casa editrice di proprietà di Silvio Berlusconi a ipotizzare di cedere la sua testata più identitaria, quella di tante battaglie politiche, che un tempo stampava 800mila copie e da sola fatturava come una Pmi. Nei giorni scorsi, secondo alcune ricostruzioni, il patron Antonio Angelucci è volato a Milano dove avrebbe fatto una doppia tappa: una alla Mondadori e una con il direttore di Libero Vittorio Feltri, con quest’ ultimo forse già per immaginare le future strategie. Il cotè politico è un elemento della partita: Angelucci è parlamentare di Forza Italia, stesso partito dove è stato neo-eletto Giorgio Mulè ex direttore proprio di Panorama, e soprattutto il partito fondato da Berlusconi. L’ affinità politica gioca a favore di un’ operazione sull’ asse Milano-Roma (tra i rumors c’ è pure quello di un possibile trasloco della redazione da Segrate alla capitale). Nei giorni scorsi risulta che Mondadori avrebbe avuto contatti con Tosinvest, la holding di Angelucci, ma al momento non ci sarebbe nessuna offerta formale. Non ci sono conferme che l’ operazione sia già chiusa, come il tam tam del mercato sussurra, ma un accordo sembra molto vicino. Oggi intanto a Segrate è in agenda un consiglio di amministrazione: sul tavolo non ci sarà il dossier Panorama, ma quello, altrettanto “caldo”, delle riviste Tu Style e Confidenze sulle quali da tempo, e prima che si aprisse il dossier Panorama, è stato messo il cartello «Vendesi» e che potrebbero finire in mano all’ editore croato Andelko Aleksic, titolare di una serie di riviste popolari. La parola chiusura, per le testate, dentro al palazzo disegnato da Oscar Niemeyer non la voglio nemmeno sentire. Anzi, a ogni occasione l’ ad Ernesto Mauri, il manager che più di altri ha plasmato l’ azienda negli ultimi anni, ci tiene ogni volta a sottolineare come la divisione goda di ottima salute e abbia una redditività tornata in positivo. Ma salute o no, la strada che Mondadori, con la Rizzoli Libri (operazione orchestrata da Marina Berlusconi), ha imboccato è chiara al mercato: Mondadori sarà sempre più un editore di libri (è già il primo in Italia e ora vorrebbe anche espandersi all’ estero), e sempre meno di riviste. La possibile cessione della corazzata Panorama, un tempo fiore all’ occhiello, è la conferma che il pendolo a Segrate si sta posizionando verso i libri, settore redditizio (pur in un paese con un tasso di lettura bassissimo), ma soprattutto slegato dal mercato pubblicitario che per la carta ha da 10 anni ormai imboccato un trend discendente. In casa Tosinvest, l’ operazione servirebbe a rafforzare il polo dell’ editoria e avrebbe una logica industriale di integrazione orizzontale quotidiano-periodici. I newsmagazine sono il prodotto che più ha sofferto la crisi, perché strutturalmente più lenti rispetto alla voracità del mondo in real time di internet: L’ Espresso, l’ arci-rivale di Panorama, da tempo è venduto in abbinamento la domenica con il quotidiano La Repubblica. Con un portafoglio di 2 testate nazionali e 4 locali nell’ Italia Centrale (Corriere dell’ Umbria, Siena, Viterbo e Arezzo), Angelucci potrebbe replicare, e in scala più grande, proprio il riuscito esperimento della casa editrice della famiglia De Benedetti. Al «panino» quotidiano più settimanale di area progressista s ne contrapporrebbe uno di area conservatrice. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Fiducia e informazione: Sole primo quotidiano

Il Sole 24 Ore

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La fiducia prima di tutto. Tra fake news e disintermediazione delle piattaforme, per i media tradizionali è la parola chiave di qualunque strategia. Fiducia che vuol dire qualità e autorevolezza dell’ informazione prodotta. Lo sottolinea il Digital News Report 2018, realizzato da Reuters Institute for the study of journalism in collaborazione con l’ Università di Oxford, che ogni anno fotografa i trend del settore. Il report diffuso ieri valuta quest’ anno anche il livello di fiducia di cui godono i diversi brand paese per paese. In Italia si piazza al primo posto l’ agenzia Ansa, seguita da Il Sole 24 ore. Poi tre televisioni: Sky Tg24, TgLa7 e Rai News; a seguire Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa. Per il Sole 24 Ore un importante riconoscimento di un’ informazione di qualità che sul digitale sposa al meglio l’ innovazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Grandi eventi in digitale su Rai Radio 1 Sport

Il Sole 24 Ore
E.N.
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Il debutto di Rai Radio 1 Sport, la nuova radio digitale disponibile sulla piattaforma Raiplay Radio, in tv sul digitale terrestre (Dtt), sul digitale terrestre radiofonico (Dab+) e anche via satellite, ieri è coinciso con Russia – Arabia Saudita, la prima partita dei Mondiali 2018. Il canale è dedicato a tutti gli appassionati, ai curiosi, ai professionisti dello sport. Oltre alle radiocronache in diretta dei Mondiali la scaletta della programmazione prevede talk e approfondimenti quotidiani. Tra i grandi eventi seguiti ci saranno la Serie A e la Serie B, il Giro d’ Italia, i mondiali di volley, la Champions e l’ Europa League, la Formula 1, il Moto Gp, il Tour de France, i campionati di pallavolo e di basket, il Golden Gala di atletica e il tennis, oltre allo sport paralimpico, che ci porterà fino alle Olimpiadi di Tokyo 2020. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Amazon è il brand più influente

Italia Oggi

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Amazon spodesta Google dal primo posto e diventa il brand più influente del 2018 in Italia secondo Ipsos. L’ istituto di ricerche di mercato ha stilato la nuova classifica 2018 dei «The Most Influential Brands», le 100 marche in Italia che, secondo l’ opinione di oltre 4 mila italiani, sono in grado di «influenzare» le nostre vite. Sono due le new entry nella Top 10 2018: PayPal che entra al quarto posto, ed è la prima volta che è in classifica, e Ikea al decimo. Il primo posto di Amazon e l’ ingresso della società di pagamento digitale testimoniano che la facilitazione dei processi quotidiani è un valore determinante dell’ influenza delle marche. Ikea è l’ unico brand non tech e non di servizi che riesce a raggiungere per la prima volta la Top 10. I big del web trionfano: al terzo posto in classifica c’ è WhatsApp, al quinto Facebook, seguono al sesto Apple poi Microsoft, Youtube e Samsung.

21st Century Fox, Comcast esce allo scoperto e offre 65 mld di dollari

Italia Oggi

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Comcast ha dichiarato ufficialmente guerra a Disney per la maggior parte degli asset di Fox, presentando un’ offerta di acquisizione non concordata (unsolicited) da 65 miliardi di dollari (55,4 mld di euro). A convincere Comcast a uscire una volta per tutte allo scoperto è stata la decisione del giudice federale statunitense, Richard Leon, di dare la sua benedizione al deal da 80 miliardi di dollari (68,2 mld di euro) tra AT&T e Time Warner, che Donald Trump e il Dipartimento di giustizia hanno cercato di far deragliare. L’ offerta di Comcast, tutta in contanti, è di 35 dollari ad azione (30 euro) per degli asset che vanno dagli studi di Hollywood alla pay tv internazionale alle reti via cavo, fino allo streaming di Hulu. La cifra include un premio del 20% circa rispetto all’ offerta, carta contro carta, di Disney per gli stessi asset. Nessuna delle due offerte ricomprende Fox News, Fox Sports 1, il network broadcast di Fox e le sue stazioni televisive, asset che saranno oggetto di spin off in un’ altra società. Fox ha confermato di aver ricevuto l’ offerta e che la sottoporrà ad attenta e scrupolosa revisione. Disney, dal canto suo, sta mettendo in piedi un finanziamento, nel caso in cui scegliesse di contrattaccare con un’ offerta caratterizzata da nuovi termini e, in parte, in contanti. A dirlo è una fonte vicina al dossier. Di recente sono circolate indiscrezioni anche su una linea di finanziamento da 60 miliardi di dollari (51,7 miliardi di euro) che Comcast avrebbe messo a punto per la sua offerta. L’ intesa Fox-Disney, siglata a dicembre, valuta gli asset del gruppo della famiglia Murdoch 29,54 dollari ad azione (25,45 euro), in base all’ ultimo giorno di contrattazioni del titolo in borsa prima dell’ annuncio. L’ attuale valutazione è di 29,18 dollari ad azione (25,14 euro). Il ceo di Comcast, Brian Roberts, ha sottolineato in una lettera a Rupert Murdoch e ai suoi figli che l’ offerta del gruppo di cui è a capo è più probabile che riceva il via libera dei regolatori rispetto al quella di Disney. Per alcuni osservatori vicini a Disney, invece, Comcast continuerà a dover affrontare questioni regolatorie, dal momento che è il più grande fornitore di banda larga ad alta velocità negli Usa e potrebbe, come proprietaria degli asset di Fox, avere l’ incentivo a mettere i bastoni tra le ruote ai produttori rivali di contenuti o ai fornitori dei servizi in streaming. Proprio per questo, nel 2015, i regolatori hanno bloccato il tentativo di Comcast di acquisire Time Warner Cable. Sia Disney che Comcast hanno promesso che, nel caso in cui i regolatori dovessero storcere il naso, sarebbero pronte a dismettere le reti regionali sportive statunitensi di Fox e, nel caso di Comcast, anche la quota in Hulu. Fox ha fissato per il 10 luglio un incontro con gli azionisti per votare sulla vendita degli asset a Disney, ma il meeting potrebbe essere rinviato. La Volpe aveva già rifiutato un’ offerta di Comcast da 60 miliardi di dollari in azioni prima di siglare il deal con Disney. L’ offerta di Comcast includeva, al tempo, un premio del 16% rispetto al valore di quella di Disney. Comcast, Disney e Fox sono impegnate anche nella partita per la conquista di Sky. Di recente il segretario alla cultura del governo britannico, Matt Hancock, ha detto che preferisce non bloccare il deal tra 21st Century Fox e Sky, ma vuole prima discutere i dettagli del piano di Fox per dismettere le attività di Sky News. Fox ha, infatti, proposto di separare Sky News dal resto di Sky, garantendole un’ indipendenza operativa di 15 anni e finanziamenti. Walt Disney ha a sua volta manifestato il suo interesse ad acquisire Sky News, a prescindere dalla buona riuscita o meno del deal con 21st Century Fox per gli asset dell’ intrattenimento. Anche Comcast è nella partita per l’ acquisizione di Sky e il segretario alla cultura ha sostenuto di non avere obiezioni da fare su un eventuale accordo di questo tipo. © Riproduzione riservata.

Netweek, 2018 a tutto digitale

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Il 2018 di Netweek sarà all’ insegna del digitale ma il gruppo editoriale di testate locali vuole implementare anche l’ offerta di servizi per editori terzi, che vanno dalla gestione dei sistemi editoriali a quella della distribuzione fino alla realizzazione di campagne marketing e pubblicità. Nel primo trimestre di quest’ anno, la raccolta digitale è cresciuta del 63,6% rispetto allo stesso periodo 2017 e le inserzioni valgono ormai, nel loro complesso, sui 4 milioni di euro (+23,3% in confronto ai primi tre mesi dell’ anno scorso). Il digitale pesa circa il 12% del totale (che su base annua è pari a quasi 17 milioni di euro). In un’ ottica di rafforzamento del brand, quindi, è nato di recente il sito corporate www.netweek.it mentre dal mese di maggio è operativo l’ accordo con Good Move, società specializzata in advertising online che si occuperà sia del programmatic sia dei video. «Questo servizio va ad affiancare il lavoro della nostra concessionaria interna, che si occupa delle pianificazioni online e offline», spiega Riccardo Galione, direttore commerciale di Netweek. «Dato il nostro lettorato molto geolocalizzato (oltre 3 milioni di lettori settimanali), possiamo proporre a centri media e investitori strutturati campagne che poggiano su una mappatura precisa del target ricercato. Il web sta avendo un vero e proprio exploit: al 31 maggio scorso abbiamo un caricato pubblicitario che è superiore del 140% rispetto al caricato nei primi cinque mesi dell’ anno scorso». Complessivamente il circuito Netweek conta 29 siti online dislocati in 6 regioni (dal Piemonte al Veneto, dalla Lombardia alla Liguria), con all’ attivo 230 mila utenti unici giornalieri e più di 13 milioni di pagine viste al mese (trend al rialzo). «Per informare e aggiornare le aziende partner sull’ evoluzione del nostro network», precisa Galione, «il nuovo sito Netweek.it ha anche una sezione news dedicata al circuito e agli eventi organizzati», tra cui la visita del governatore della Lombardia Attilio Fontana nella sede centrale del gruppo a Merate, vicino Lecco. La strategia di espansione su internet prevede il prossimo debutto di siti web in Veneto e in Toscana, nell’ area tra Pistoia e Firenze, dopo lo sbarco a Varese, ma arriva dopo un 2017 di crescita sulla carta toccando quota 67 testate locali a cadenza settimanale, 600 giornalisti coinvolti e una diffusione ogni 7 giorni di 700 mila copie, sempre nelle regioni di riferimento a cui si sono aggiunte già Toscana e Valle d’ Aosta. Tra le pubblicazioni ci sono Settegiorni – Magenta, Schio e Thiene Week, Novara Oggi, Il Nuovo Levante (in Liguria), Chiantisette e La Vallée Notizie (in Valle d’ Aosta). I ricavi da vendite in edicola sono pari, tra gennaio e marzo, a 2,4 milioni (+13,2% e -4% a perimetro costante). Per quanto riguarda la carta stampata, in particolare, sarà un anno di consolidamento quello in corso secondo il gruppo guidato dal presidente e a.d. Alessio Laurenzano e dal vicepresidente Marco Farina che, insieme al fratello e consigliere Gianluca Farina, rappresenta la famiglia azionista di riferimento dell’ editrice, di cui è capostipite Mario Farina, editore tra l’ altro del free press Metro e, nel caso di Netweek, socio all’ 84% circa tramite la società specializzata nella stampa di quotidiani Litosud. Netweek è quotato al mercato telematico di Borsa italiana. Siccome «si fa sempre più impellente la realizzazione di economie di costo in un settore editoriale che tende a contrarre», interviene Marco Farina, «abbiamo deciso di investire in servizi di affiliazione che riserviamo a editori terzi. Ne sono solo alcuni esempi la gestione amministrativa, del personale, della rete distributiva e dei sistemi editoriali o la realizzazione di campagne marketing&advertising da fruire in outsourcing. In questo modo gli editori, anche piccoli, che decidono di entrare a far parte del network, possono contenere i costi senza dovere intervenire sul prodotto o sugli organici accendendo, così alle economie di scala tipiche della media-grande dimensione». Lo stesso modello organizzativo di economie di scala è stato seguito tra gli altri da Warren Buffett, che ha investito nell’ informazione locale, e fuori dal mondo editoriale dall’ Amazon di Jeff Bezos attraverso le piattaforme di outsourcing pensate per i piccoli e medi editori di libri (vedere ItaliaOggi del 5/6/2018). Nelle intenzioni di Netweek, i servizi di affiliazione diventeranno sempre più centrali nel business del gruppo. © Riproduzione riservata.

chessidice in viale dell’ editoria

Italia Oggi

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Sole 24 Ore, a Moscetti indennità di 550 mila euro. Ammonta a 550 mila euro l’ indennità complessiva riconosciuta da Il Sole 24 Ore all’ ex a.d. Franco Moscetti. In linea con la politica di remunerazione attuale, e previo parere del Comitato nomine e remunerazioni il gruppo riconoscerà a Moscetti oltre a un importo lordo forfettario e omnicomprensivo di 440 mila euro, la somma di 100 mila euro lordi per gli obiettivi raggiunti per l’ anno 2017; a questi vanno aggiunti altri 10 mila euro a fronte delle rinunce da parte dello stesso a qualsivoglia pretesa nei confronti della società. Moscetti continuerà a beneficiare della copertura della polizza assicurativa per la responsabilità civile collegata all’ espletamento della carica di amministratore delegato. Nell’ ambito del contratto sottoscritto con il Sole 24 Ore è stato previsto un patto di non concorrenza a valere per i 12 mesi successivi alla data di cessazione della carica. A MF-Milano Finanza il premio «Titolo del Mese». MF-Milano Finanza ha vinto l’ edizione di maggio del premio «Titolo del mese» indetto dalle Cantine Ferrari. Il riconoscimento è stato assegnato al titolo «Ora il premier è lo spread» con la seguente motivazione: «Il maggio 2018 passerà alla storia come uno dei mesi più tumultuosi dell’ Italia repubblicana. Tutta colpa dei risultati elettorali del 4 marzo che hanno reso problematica la costituzione di un governo e alimentato giorni drammatici sui mercati finanziari. Un periodo ben incorniciato dal titolo apparso sulla prima pagina di Mf del 30 maggio e che spicca per la sua perfetta mescolanza di sarcasmo e verità». Mondiali di calcio, la Gazzetta dello Sport rinnova i suoi fantasy game. Magic+3 Mondiale, il fanta concorso con montepremi, reintroduce le innovazioni della passata stagione di Serie A, come il bonus gol differenziato per ruolo. Nasce Magic Leghe Mondiale, piattaforma accessibile via web, tablet e smartphone. Mentre gli appassionati potranno partecipare gratuitamente con la versione Magic Leghe Free, che consente di personalizzare la propria lega. Il pacchetto a pagamento Magic Leghe+ permette invece di personalizzare ulteriormente il gioco. Cucina Moderna al restyling. Con il numero di luglio in edicola Cucina Moderna, il mensile edito dal gruppo Mondadori, si rinnova: la grafica diventa più colorata, aumenta il numero delle ricette (da 112 a 130) e gli argomenti si arricchiscono di dettagli pratici. Roland Garros 2018, bene gli ascolti di Eurosport. Durante lo scorso Roland Garros, l’ emittente ha raggiunto 56.900.000 di spettatori, registrando una crescita dell’ 11% rispetto all’ edizione 2017 del torneo di tennis. Sulle piattaforme digitali sono state registrate 29.000.000 di visualizzazioni dei video postati sui canali Facebook, YouTube e Instagram di Eurosport (+23% dello scorso anno). Poli alla guida di Fcp-Associnema. Fabio Poli è stato riconfermato presidente di Fcp-Associnema. L’ associazione di cui fanno parte Rai pubblicità, Moviemedia e Dca-Digital cinema advertising ha anche valutato la nascita dell’ Osservatorio Fcp-Associnema, che come gli altri osservatori della Federazione dovrà anticipare mensilmente al mercato l’ andamento dei fatturati pubblicitari del mezzo. «Nei primi quattro mesi del 2018 il cinema ha aumentato la raccolta del 40,2%», ha aggiunto Poli, spiegando poi meglio che «Fcp e Audimovie stanno valutando indagini che mirano ad evidenziare le sue caratteristiche di touchpoint immersivo, a fornire una rappresentazione quali-quantitativa dell’ attrazione intergenerazionale che il mezzo esercita, presupposto per creare le basi di ulteriori futuri sviluppi».

Ascolti radio, Rossignoli nuovo presidente di Ter

Italia Oggi

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L’ avvocato Marco Rossignoli è il nuovo presidente di Ter – Tavolo Editori Radio, la società che cura la rilevazione dell’ ascolto radiofonico in Italia partecipata da Rai, Elemedia, Radio Mediaset, Rmc Italia, Reti Televisive Italiane, Radio Italia, Rtl 102.5, Rds, Il Sole 24 Ore, Radio Kiss Kiss, Aeranti-Corallo e Associazione Radio Frt. La nomina è avvenuta all’ unanimità da parte del consiglio di amministrazione. Rossignoli, coordinatore dell’ associazione di emittenti locali Aeranti-Corallo, subentra a Claudio Fabbri, il consigliere anziano che aveva preso la guida della società ad interim in seguito alle dimissioni di Nicola Sinisi, il manager Rai chiamato a Rai canone. Nuovo coordinatore del comitato tecnico è stato, inoltre, nominato Stefano Ghezzi, che subentra alla Stefania Niccolai. Nell’ ambito del potenziamento organizzativo della società, il cda ha, infine, nominato direttore Franco Mugerli. La pubblicazione dei dati del 1° semestre 2018 è prevista per la fine del prossimo mese di luglio.

Mediaset, lo sport non finisce qui

Italia Oggi
DA MOSCA CLAUDIO PLAZZOTTA
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Le vie attorno alla Piazza Rossa di Mosca traboccano di tifosi da tutto il mondo e sprizzano una allegria per certi versi immotivata ma comunque contagiosa che accarezza pure sui visi dei manager Mediaset in trasferta russa per i Mondiali di calcio. Con la assegnazione a Sky e Perform dei diritti tv della Serie A 2018-2021 qualcuno potrebbe pure decretare la fine della Mediaset Premium che il pubblico si era abituato a conoscere finora. Ma Yves Confalonieri, direttore dei contenuti di Premium, fieramente abbarbicato sulla struttura che ospita i due studi di Mediaset affacciati su San Basilio, non ci sta: «I Mondiali di calcio in chiaro che Mediaset trasmette quest’ anno non sono il nostro canto del cigno nello sport. Si va avanti, vedrete». Il messaggio è criptico. Perché, a Mondiali finiti, a oggi e per almeno 12 mesi il Biscione non ha in casa nessun importante diritto sportivo tv. Il primo che si potrebbe liberare è quello delle partite in chiaro di Champions, assegnato dal titolare Sky alla Rai, ma solo per la stagione 2018-2019. La recente alleanza tra Sky e Mediaset, tuttavia, potrebbe lasciare aperta anche una seconda ipotesi. Con i diritti di tutte le partite assegnati a Sky e Perform, a questo punto, Mediaset batterà il tasto dei diritti di ritrasmissione. Ovvero la possibilità, inserita pochi giorni fa nel nuovo bando pubblicato dalla Lega Serie A, che i broadcaster assegnatari dei diritti possano poi concedere ad altri il diritto di ritrasmissione di alcuni match. Lo scenario potrebbe quindi vedere qualche incontro di Serie A, poniamo quelli del sabato sera e della domenica sera, visibile sul digitale terrestre di Premium e di Sky, in modo da tenere in piedi una offerta sportiva pay per Premium e dare qualcosa in più alla offerta sportiva pay di Sky sul digitale terrestre, senza tuttavia il rischio di cannibalizzare quello che ancora è il business centrale di Sky. Sembra però che per i diritti di ritrasmissione Mediaset dovrà cercare un accordo solo con Sky, perché Perform sarebbe intenzionato a non concederli. In parole povere, chiunque potrà mettere l’ app di Perform, Dazn, sulla propria piattaforma, ma gli utenti dovranno comunque fare un doppio abbonamento. Ma in attesa che si delinei meglio lo scacchiere del calcio italiano, il Mondiale, intanto, è iniziato, col match inaugurale Russia-Arabia Saudita allo stadio Luzhniki di Mosca, alla presenza del presidente russo Wladimir Putin reduce da una serata in Piazza Rossa per un concerto blindatissimo di Placido Domingo. E Fabio Cazzaniga, capo delle produzioni sportive Mediaset, corre veloce da una parte all’ altra della città: «Beh, ricordiamoci sempre che noi abbiamo saputo da Pier Silvio Berlusconi di avere i Mondiali di calcio solo alla fine di dicembre 2017. A gennaio siamo venuti qui a Mosca, e sulla Piazza Rossa c’ erano 30 centimetri di neve e tirava un vento gelido pazzesco. Non è stato facile riuscire a conquistare una posizione così strategica per i nostri studi (con affaccio su San Basilio, ndr), poiché in sei mesi abbiamo dovuto fare il lavoro che altri broadcaster hanno fatto in due anni». D’ altronde Cazzaniga sa come condurre le trattative, con esperienza pluridecennale che si forma dai Giri d’ Italia di ciclismo o dalla MotoGp targati Mediaset. E mentre Xavier Zanetti e Paolo Rossi discettano su Bobo Vieri e i passati attaccanti della Nazionale italiana oggi fuori dal Mondiale (una assenza dolorosissima, soprattutto incrociando i tifosi di nazioni come Perù, Costa Rica o Arabia Saudita, che invece in Russia ci sono), Yves Confalonieri aggiunge che «alla Fifa avrebbero voluto più soldi dall’ Italia. Al primo giro ci avevano chiesto 180 milioni di euro per i diritti tv. Ma non avevamo la certezza che l’ Italia si sarebbe qualificata, e avevamo offerto 135 milioni. La Fifa non ha accettato e allora abbiamo aspettato l’ esito delle qualificazioni. Quando gli Azzurri sono usciti, il valore dei diritti tv per l’ Italia è chiaramente sceso, e noi li abbiamo presi per poco più di 70 milioni. Insomma, dall’ Italia la Fifa ha incassato quasi un terzo rispetto a quello che si aspettava. E, quindi, diciamo così, non ci hanno proprio facilitato quando è stato il momento di assegnare le postazioni. Ma Cazzaniga, lo sappiamo, è bravissimo». © Riproduzione riservata.

Perform lancia Dazn, la tv in streaming Partite a Sky? Per ora si attende

Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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Acquisiti i diritti per un pacchetto della Serie A, Perform dà il via: ieri il gruppo inglese ha annunciato il lancio anche in Italia di Dazn (si legge da-zone), il servizio in streaming che trasmetterà 114 partite a stagione fino al 2021. Dazn, che avrà ovviamente gli eventi live e on demand, costerà 10 euro al mese (9,99 per l’ esattezza) con la libertà di disdire in ogni momento, come accade con Netflix e gli altri. Partirà entro il primo agosto ma già da ieri si può fare la pre registrazione e gli utenti potranno avere il primo mese gratuito una volta attivo il tutto. Sarà interessante vedere quali eventi saranno trasmessi. Intanto ci sono le 114 partite del pacchetto 7 che Perform si è aggiudicato per circa 193 milioni, ovvero l’ anticipo delle 20.30 del sabato sera, il lunch-time della domenica alle 12.30, e una partita in programma la domenica pomeriggio alle 15. Inoltre saranno disponibili gli highlights degli altri 7 match. Per il meccanismo dei pick, con il quale saranno i due vincitori, Sky e Perform, a scegliere le partite (e quindi la loro collocazione oraria), non è possibile sapere quali incontri avrà la nuova piattaforma, anche perché la scelta (che spetta in misura maggiore a Sky, aggiudicatario dei pacchetti migliori) avverrà ovviamente a calendario di A fatto. Potrebbe, però, esserci la possibilità che Perform aumenti il numero delle partite a sua disposizione. Al momento le cose sono abbastanza incerte: l’ ipotesi più probabile è quella che Sky, per avere l’ intero campionato, cercherà di ottenere un accordo di ritrasmissione con Perform e se così fosse non è detto che nella partnership parte della contropartita non possa essere qualche match in più verso Dazn concesso dall’ operatore satellitare. Rumors (si veda l’ altro articolo in pagina) parlano però di un indisponibilità di Perform a cedere alcunché mettendo semplicemente a disposizione la propria app per le altre piattaforme, e comunque facendo pagare gli utenti separatamente. Vedremo cosa accadrà. Di sicuro se Perform si basasse soltanto sulle proprie forze senza cedere la ritrasmissione sarebbe in netta perdita: con 190 milioni spesi significa che servono quasi 2,4 milioni di utenti fissi per otto mesi per coprire soltanto il costo dei diritti, un numero molto alto soprattutto per un servizio che non ha tutti i match. Anche cedendo la ritrasmissione a Sky, però, le cose non cambierebbero di molto: dall’ operatore satellitare Perform potrebbe avere circa 60 milioni, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, e gli abbonati per arrivare al pareggio scenderebbero a 1,5 milioni a stagione. Alla controllante di Perform, Access Industries, però, potrebbe andare bene anche un investimento che si ripagherà solo nel lungo periodo: l’ obiettivo sarebbero infatti quelli di quotare la società, quindi l’ ingresso in Italia servirebbe soprattutto ad allargare gli asset (tra poco anche il lancio Usa, mentre è già in Germania, Austria, Svizzera, Giappone e Canada). Serie A a parte, comunque, Dazn dovrebbe aprirsi anche ad altre categorie del calcio italiano e ad altri sport (anche dall’ estero). In questo caso, però, si tratterà di acquisire i diritti, cosa per la quale sembra il gruppo sia pronto a lavorare di qui ad agosto.

«Il Fatto» prenota la quotazione sull’ Aim di Borsa

Il Giornale

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Il Fatto Spa, editrice tra l’ altro de «Il Fatto Quotidiano» e di diversi prodotti editoriali e multimediali, sbarca in Borsa. La società ha avviato le attività propedeutiche alla quotazione sull’ Aim Italia, il mercato di Piazza Affari dedicato alle piccole e medie imprese. L’ obiettivo, si legge in una nota, è «ampliare il proprio business, nell’ ottica di una sempre maggiore multicanalità e differenziazione». I principali azionisti della società sono Cinzia Monteverdi e Antonio Padellaro, entrambi con il 16,26%; Chiare Lettere e Edima detengono ciascuno l’ 11,34% del capitale seguiti da Francesco Aliberti con il 7,35%. Editoriale il Fatto, che detiene azioni proprie pari al 25,67% del capitale sociale, negli ultimi anni ha intrapreso un percorso di diversificazione del proprio portafoglio prodotti. «L’ idea è di sviluppare ulteriormente le attività di business più innovative come Loft, la piattaforma di contenuti per la tv», ha detto il presidente e ad Cinzia Monteverdi. Ad accompagnare Il Fatto in Borsa saranno Advance Sim come Nomad e Global Coordinator, Emintad in qualità di financial advisor, e Fidentiis come Co-Bookrunner.

Satellite e on demand: così vedremo il calcio in tv

Il Giornale
Marcello Di Dio
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Marcello Di Dio La gara per i diritti tv della Serie A, al via il prossimo 18 agosto, ha avuto due vincitori (Sky e Perform, la nuova vendita per prodotto e non per piattaforma non consentiva a un unico broadcaster di avere l’ intero campionato) che trasmetteranno le partite del triennio 2018-2021, e una clamorosa esclusione, quella di Mediaset. Ma al centro di tutto, c’ è la clausola wholesale prevista nel nuovo bando. Che prevede appunto la possibilità che «il licenziatario possa ritrasmettere il proprio palinsesto o catalogo, in via integrale o simultanea, su piattaforme audiovisive di terzi». Dunque, l’ accordo tra Sky e Perform potrebbe consentire agli abbonati di vedere tutte le partite su un’ unica piattaforma, con un prodotto però bloccato: in sostanza, su Sky potrebbero vedersi le partite prodotte da Perform. E lo stesso potrebbe accadere per Mediaset che ritrasmetterebbe gli eventi, prodotti da chi ha acquistato i diritti, per i clienti Premium sul digitale terrestre. La novità è rappresentata dall’ ingresso nell’ agone calcistico della società inglese Perform Group, leader nel mercato digitale dei contenuti sportivi, che a breve entrerà sul mercato americano con il più grande accordo nella storia della boxe. Perform Group è il leader digitale e tra le realtà più in crescita nelle sport media company, con quasi 3mila dipendenti in più di 30 Paesi. La sua piattaforma (Dazn, già ribattezzata «Dazone») per eventi sportivi live on-demand è già attiva in Germania, Austria, Svizzera, Giappone e Canada. Una sorta di «Netflix» del pallone che avrà una tariffa unica di 9,99 euro al mese: non servono né cavo né parabola satellitare, si potranno guardare le partite su più dispositivi (anche smartphone, tablet e pc), in casa e fuori. «Creeremo un modo nuovo, migliore e più equo di guardare lo sport», ha sottolineato in una nota James Rushton, Ceo di Dazn. Perform ha negato al momento la possibilità di un accordo con Sky volendo trovare spazio nel mercato italiano ancora da lei non esplorato. Ma la tv di Murdoch avrà 266 partite in esclusiva (più del doppio rispetto al passato, erano 132 nello scorso triennio), tra cui 16 big match su 20. In pratica 7 gare su 10 della giornata di A, proposte non solo via satellite, ma anche in modo semplice su digitale terrestre e in modo innovativo via fibra. E grazie a Sky Q i match saranno anche in 4K Hdr, in streaming su Now tv e in mobilità su Sky Go. Perform avrà invece solo le altre 114 gare (3 partite a giornata (sabato alle 20.30, domenica alle 12.30 e 15), dunque non trattare con Sky potrebbe rivelarsi controproduttivo. E la Rai? Ha salvato Novantesimo Minuto che partirà dalle 19 di domenica, in sovrapposizione con la gara delle 18. Non si conosce il futuro del Sabato della Ds che non potrà avere immagini (l’«embargo» in chiaro durerà appunto fino all’ inizio della storica trasmissione). L’ emittente di Stato avrà ancora un po’ di calcio.

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