Indice Articoli
Diritti tv, MediaPro annuncia il ricorso: “Noi siamo in regola”
21st Century Fox, terzo trimestre in calo senza il Super Bowl
Calcio in tv, Mediapro ricorrerà contro lo stop
Tim-Mediaset, accordo sui canali
Chessidice in viale dell’ Editoria
Inviolabile la mail aziendale dei giornalisti
Al Corriere di Torino il Premio Carta 4.0
Intesa da 50 milioni per i canali in chiaro
Mediapro presenta ricorso Malagò: “Così ci si fa del male”
Diritti tv, MediaPro annuncia il ricorso: “Noi siamo in regola”
Il Fatto Quotidiano
link
Continua la battaglia sui diritti tv per la Serie A. MediaPro ha annunciato che impugnerà l’ ordinanza del Tribunale di Milano che aveva accolto il ricorso di Sky, annullando l’ assegnazione dei diritti tv per i prossimi tre anni. Secondo la società spagnola, l’ offerta presentata era “conforme a quanto stabilito nel contratto con la Lega e a quanto previsto dalla legge Melandri”. Il tribunale aveva sostenuto invece l’ irregolarità dell’ offerta secondo le regole dell’ Antitrust. Il rischio – ha sottolineato ieri MediaPro in una nota – “è che il timore di Sky di perdere una posizione dominante sul mercato dei diritti possa generare agitazione all’ interno del calcio professionistico in Italia. Ma “la responsabilità di questa situazione non va attribuita a MediaPro”. Sempre ieri, il presidente del Coni Giovanni Malagò aveva chiesto “un passo indietro da parte di tutti per il bene del sistema”. “In questo momento un’ opera di mediazione da parte mia non sarebbe neanche giuridicamente corretta – ha spiegato Malagò – Non devono esserci né vincitori né vinti, altrimenti si rischia di farsi male.”
Guadagnare con i propri dati
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
link
Quando Silvio Berlusconi, a inizio degli anni ’80, lanciò in Italia la tv commerciale, fu molto corretto: sin da subito, infatti, spiegò agli italiani che «io vi offro gratis una tv innovativa e di qualità, voi però vi beccate gli spot pubblicitari». Negli anni di internet, invece, sono nati alcuni colossi «con modelli di business non trasparenti. Facebook, ad esempio», sottolinea Silvio Siliprandi, ex presidente e a.d. di Gfk Eurisko e attuale founder e ceo della start-up Hoda, «non ha mai spiegato agli utenti in maniera trasparente che i loro dati sarebbero andati in giro per il mondo. Non ha mai illustrato chiaramente il suo modello di business, cosa voleva in cambio della sua offerta social. E quindi col web una decina di persone o poco più sono diventate miliardarie senza condividere nulla e con modelli di business chiusi, non trasparenti, del tutto contrari allo spirito con il quale internet era nato». Il regolamento Ue 2016/679, quello sul trattamento e la libera circolazione dei dati personali che dal 25 maggio sarà applicabile in tutti gli stati membri, offre ai cittadini molte nuove possibilità circa la tutela e la messa a frutto dei propri dati. E Siliprandi, insieme ad alcuni partner tecnologici come Lifetech, DsTech, Neodata, e altri partner industriali e finanziari in via di definizione, ha lanciato la start-up Hoda con un investimento di alcuni milioni di euro. Il primo asset operativo di Hoda si chiama Weople, ed è sostanzialmente una app: «Ci stiamo già giocando la nostra libertà, autonomia e privacy cedendo i nostri dati senza avere nulla in cambio», dice Siliprandi, «con un mercato dei dati che nel 2020 varrà 200 miliardi di euro nel mondo, e che già ora vale 2,3 miliardi di euro in Italia, o 1,6 miliardi al netto delle research di Google, con una crescita del 10% all’ anno. I dati hanno un valore e sono usati e scambiati per la comunicazione, lo studio di nuovi prodotti o servizi ecc. E, peraltro, in Italia ci sono altri 7 miliardi di euro investiti in comunicazione non digitale ma che presto, nel giro di 5-6 anni, diventeranno anch’ essi digitali con le smart tv ecc.». Siliprandi propone quindi ai cittadini di mettere in sicurezza i loro dati, e, nel caso, di farli fruttare. «I dati sono nostri, li produciamo noi. E allora abbiamo pensato a Weople, una sorta di banca di investimento dei dati personali, un intermediario tra chi ha i dati e i player del mercato. Siamo in primis dalla parte dei cittadini. Ogni cittadino può versare i suoi dati, quelli che vuole, su una sorta di conto corrente. Puoi depositare, ad esempio, tutte le tue carte fedeltà e decidere che uso fare dei dati che Esselunga o altri raccolgono, ma che sono tuoi. Puoi avere la tua cassetta di sicurezza dei dati dei social, da Facebook a Instagram; un caveau con i dati del tuo account Amazon, oppure della società telefonica con cui hai un contratto; un’ altra cassetta di sicurezza per i dati di Google Android, Ios, per quelli della tua carta di credito, del tuo conto corrente bancario. Tutti questi dati sono del singolo cittadino che, ripeto, può bloccare e proteggere, attraverso Weople, l’ utilizzo dei dati stessi da parte di chiunque». Iscriversi a Weople non costa nulla, e, anzi, può fruttare soldi: «Le aziende, infatti, proporranno offerte e sconti personalizzati, e pagheranno per poter raggiungere un target specifico, realizzando un marketing one to one di massa che noi possiamo mettere a disposizione aggregando i dati. Non si dà fastidio alle persone con il retargeting», prosegue Siliprandi, «non si inquina la comunicazione, si fanno risparmiare le aziende, che non sprecano budget di marketing su pubblici non interessati. Poniamo che Weople, alla fine dell’ anno, incassi 100 di ricavi: il 10-15% andrà a ripagare i costi per il funzionamento della piattaforma, ma tutto il resto verrà diviso al 95% tra gli iscritti, e al 5% tra i soci di Weople. I dati personali, quindi frutteranno soldi ai titolari di quei dati, e non a Mark Zuckerberg». Quanto frutteranno? «Impossibile rispondere. Magari una azienda paga 20 centesimi di euro a contatto. Dipende se uno è o non è appetibile come target, e da quante volte le aziende chiedono di poterlo contattare. Ma tutto sarà trasparente». Il sistema Weople, al via tra la fine di maggio e l’ inizio di giugno, inizierà ad avere un senso con 100 mila iscritti, ma «per giocare bene ne serviranno almeno 500 mila. Non ci diamo limiti, e puntiamo al 30% di chi sta online in Italia, ovvero circa 7 milioni di persone». Ci sarà anche una campagna di comunicazione digitale a cura di Cayenne, ma «contiamo molto sul dibattito in corso, poiché il tema della protezione dei propri dati andrà avanti». Hoda, che ha sede a Milano in via Tortona 9, impiega al momento otto persone, che saliranno a 20 entro la fine dell’ anno. E, per il modello di governance che si è dato, «sarà di proprietà di chi ci lavora, mentre i partner esterni non potranno avere più del 33%». Oltre a Weople, Hoda sta creando pure il panel Lifekosmos, integrato con la app (ma il recruitment del panel non sarà fatto all’ interno degli iscritti di Weople), che «garantirà ai correntisti di Weople di spuntare il massimo valore dei dati sul mercato, e ai clienti di Hoda (aziende, editori, agenzie di comunicazione, ndr) di avere una visione completa e omogenea delle persone». Il panel, peraltro, verrà dotato di un meter per monitorare pure l’ esposizione ai media, «ma non ci frega nulla di Nielsen, Auditel, Ter ecc.», conclude sorridendo Siliprandi. © Riproduzione riservata.
21st Century Fox, terzo trimestre in calo senza il Super Bowl
Italia Oggi
link
La 21st Century Fox ha chiuso il suo terzo trimestre fiscale con ricavi in calo, anche se meno del previsto. A pesare è stato il venire meno degli introiti pubblicitari legati al Super Bowl, l’ evento sportivo dell’ anno in Usa che lo scorso febbraio è stato trasmesso da Nbc. Nel pubblicare i conti il gruppo, parte della galassia dell’ intrattenimento di Rupert Murdoch, ha ribadito il suo impegno a completare la cessione di asset a Walt Disney, così come accordato lo scorso dicembre. L’ azienda non ha voluto commentare indiscrezioni secondo cui Comcast starebbe preparando un’ offerta più alta sugli stessi asset. «Siamo impegnati a rispettare il nostro accordo con Disney e stiamo lavorando per portarlo a compimento», ha spiegato nella call a commento dei conti Lachlan Murdoch, che con il padre Rupert condivide il ruolo di presidente esecutivo di 21st Century Fox. Il gruppo ha inoltre ribadito il suo impegno a completare la scalata di Sky, la pay tv britannica di cui intende prendere il controllo del 61% che ancora non possiede. Anche su questo fronte Comcast ha sparigliato le carte, lanciando il 25 aprile scorso un’ offerta d’ acquisto più alta. Come già fatto in precedenza, 21st Century Fox ha detto che conta di chiudere questa transazione all’ inizio dell’ estate (manca il via libera delle autorità Uk) e che nel frattempo «sta valutando le opzioni» a disposizione. Quanto ai conti, nei tre mesi chiusi il 31 marzo scorso gli utili netti attribuibili ai soci sono stati di 858 milioni di dollari (722,34 mln di euro), il 7,4% in più dello stesso periodo del 2017. Al netto di voci straordinarie, i profitti per azione sono passati a 49 centesimi di dollaro da 54 centesimi per azione, sotto le previsioni degli analisti per 53 centesimi ad azione. Nel periodo, il fatturato è calato del 2% a 7,42 miliardi di dollari (6,25 miliardi di euro), superando le attese per 7,40 miliardi (6,23 miliardi euro). Oltre alla mancata messa in onda del Super Bowl, a pesare è stato anche il calo degli ascolti delle partite della National Football League. La divisione di tv via cavo che comprende Fox News ha registrato utili record e un fatturato in rialzo di quasi il 10% a 4,4 miliardi di dollari (3,7 miliardi di euro). Nel caso delle tv tradizionali le vendite hanno invece subito un ribasso del 32% a 1,15 miliardi (970 milioni di euro). La divisione cinematografica ha messo a segno vendite per 2,24 miliardi di dollari (1,89 miliardi di euro), in calo dello 0,6% rispetto a un anno prima.
Calcio in tv, Mediapro ricorrerà contro lo stop
Italia Oggi
link
Mediapro presenterà un ricorso contro la decisione della sezione A del Tribunale di Milano, mediante la quale si sospende il bando di gara presentato dagli spagnoli per la vendita dei diritti tv delle partite della Lega Serie A. Il gruppo spagnolo, si legge in una nota, ritiene che la sua proposta di commercializzazione sia conforme a quanto stabilito nel contratto con la Lega e a quanto previsto dalla legge Melandri e nelle Linee Guida. Dopo aver analizzato l’ ordinanza, il gruppo spagnolo considera che la propria offerta agli operatori italiani non comprendeva contenuti editoriali e ritiene che, con l’ attuale quadro normativo italiano, si possa commercializzare pubblicità. Ciò che preoccupa Mediapro, spiega ancora il gruppo, è che il timore di Sky di perdere una posizione dominante sul mercato dei diritti possa generare agitazione all’ interno del calcio professionistico in Italia. Il motivo che ha spinto mercoledì il giudice ad emettere l’ ordinanza è legato alla violazione della legislazione Antitrust. L’ oggetto del contendere è rappresentato dal fatto che gli spagnoli hanno predisposto la gara con pacchetti preconfezionati (i cosiddetti diritti accessori che comprendono pre partita, partita e post partita) che secondo il giudice limitano la libertà di scelta dei singoli offerenti nel formulare le proposte per i diversi contenuti e servizi. Nel dettaglio, il giudice ha ritenuto che il bando, così come strutturato dagli spagnoli, evidenzi «obiettive problematicità». Nel provvedimento si spiega che i pacchetti chiavi in mano sono rappresentativi dell’ assunzione di una «forma di responsabilità editoriale» da parte di Mediapro che pare «collocare la medesima al di fuori dell’ ambito di attività propria dell’ intermediario indipendente». Secondo il giudice i prodotti audiovisivi inseriti nel bando «comprendono contenuti informativi ed interviste, anche da studio, che nel loro complesso e nell’ organizzazione dei commenti assumono obiettivo rilievo editoriale».
Tim-Mediaset, accordo sui canali
Italia Oggi
MARCO LIVI
link
L’ accordo fra Mediaset e Tim è arrivato: ieri i due gruppi hanno annunciato che dal prossimo anno i clienti di Timvision, la piattaforma in streaming dell’ operatore di telecomunicazioni, potranno accedere a tutti i canali in chiaro e alla programmazione degli ultimi sette giorni resa disponibile online dal Biscione. Oltre al catalogo di film e serie tv e alle produzioni e coproduzioni proprie, nella piattaforma ci saranno quindi Canale 5, Italia 1, Retequattro, oltre ai canali tematici free La5, TGCom24, Mediaset Extra, 20, Iris, Italia2 e Top Crime a cui si aggiungerà il nuovo canale Focus che debutterà a metà maggio. Col decoder si potranno inoltre utilizzare funzioni extra disponibili finora per questi canali soltanto su Mediaset.it: mettere in pausa, riprendere la visione dall’ inizio del programma o rivederlo quando si vuole. Con l’ accordo Mediaset cederà i cosiddetti diritti di ritrasmissione a Tim per una cifra, secondo indiscrezioni, pari a circa 40/50 milioni di euro in tre anni. Una cifra molto distanti da quella circolata in occasione del recente accordo fra Mediaset e Sky in base al quale i 9 canali di cinema e serie tv disponibili solo su Mediaset Premium saranno visibili agli abbonati Sky via satellite senza costi aggiuntivi, mentre la Tv di Murdoch sbarcherà sul digitale terrestre su bande detenute dal Biscione, con parte della propria offerta. Anche in quel caso non erano state date cifre ufficiali ma si era parlato, in ambienti finanziari, di un accordo che avrebbe portato oltre 80 milioni di euro l’ anno nelle casse del Biscione. Ma l’ accordo di Mediaset con Tim è anche ben diverso da quello atteso fino a qualche settimana fa, quando le due società stavano trattando per la fornitura di contenuti in generale e non per la semplice ritrasmissione dei canali free. Allora si era parlato di 460 milioni da pagare in sei anni, ma l’ accordo era parte di un’ intesa più ampia volta a ricomporre la querelle con Vivendi e per questo era previsto l’ ingresso in una jv anche di Canal+. Le cose, però, sono poi andate molto diversamente. Tim sta quindi proseguendo nell’ aggregare i contenuti provenienti da diversi editori e produttori, una strategia prevista dal piano industriale come uno dei driver per far crescere gli abbonamenti alla fibra. L’ ultimo annuncio in questa direzione è stata l’ intesa con Vision Distribution per offrire agli abbonati i migliori titoli del cinema italiano. «L’ accordo con Mediaset conferma la volontà di rafforzare l’ offerta di Timvision, proseguendo con determinazione nel nostro percorso di alleanze con i migliori player del mercato», ha detto Daniela Biscarini, responsabile multimedia entertainment di Tim. «Siamo la nuova tv e vogliamo continuare ad ampliare la nostra proposta di contenuti. Ai grandi eventi sportivi già disponibili, alle anteprime esclusive, film e serie tv aggiungiamo oggi un ulteriore passaggio: l’ integrazione del palinsesto lineare con la programmazione on demand. In questo modo diamo la possibilità ai nostri clienti di vedere con estrema facilità i programmi più amati quando e come lo desiderano». A proposito di Timvision, sempre ieri il gruppo ha annunciato novità per il decoder Tim Box con nuovi aggiornamenti che riguardano l’ inserimento di una guida tv evoluta, lo smart zapping per vedere quali sono i programmi in onda sulle altre reti senza cambiare canale e il già accennato play/pause sui canali tv. © Riproduzione riservata.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
link
Gannett acquisirà WordStream per 130 milioni di dollari. L’ editore di Usa Today acquisirà WordStream, società di software per marketing digitale, per 130 milioni di dollari cash (109,45 mln di euro), a cui si potrebbero aggiungere 20 milioni di dollari (16,8 mln di euro) da versare tra il 2019-2020 nel caso in cui vengano raggiunti determinati obiettivi. La società stima che, nel primo anno, il deal aggiunga 55 milioni di dollari (46,3 mln di euro) di ricavi per servizi di marketing digitale e circa 16 milioni di dollari di ebitda adjusted (13,5 mln di euro). Nei primi 12 mesi successivi al closing, previsto per il secondo trimestre, l’ accordo dovrebbe far aumentare gli utili. La transazione sarà finanziata tramite il ricorso alla linea di credito revolving. Rai: Coppa Italia, oltre 10 mln per Juventus-Milan. La sfida calcistica di Coppa Italia è stato il secondo evento sportivo più visto sulle reti tv italiane dall’ inizio dell’ anno, preceduto solo da Juventus-Real Madrid di Champions League che su Canale 5 era stato visto da quasi 11 mln di spettatori con uno share superiore al 40%. Rai3: Un posto al Sole raggiunge quota 5 mila puntate. La soap opera più longeva della tv italiana taglia, dopo 21 anni e mezzo (la prima andò in onda il 21 ottobre 1996), il traguardo delle 5 mila puntate, con un episodio speciale, oggi alle 20.40 su Rai3, intitolato «Blocco 5000», della durata di un’ ora. Rai, Isoradio lancia una campagna contro l’ uso del telefonino mentre si guida. Rai Isoradio, da sempre impegnata nella sicurezza di chi guida, lancia una campagna contro l’ uso dello smartphone, strumento che da utile può diventare causa di gravi incidenti. Secondo uno studio della Polizia Stradale, l’ invio di un sms aumenta di 8 volte il rischio di causare incidenti. Mentre leggere un messaggio su WhatsApp a 50 all’ ora sottrae alla visuale 100 metri di strada. Salone del libro, Franceschini: riavvicinare le persone alla lettura. «Il percorso per riavvicinare le persone al libro ha bisogno di tempo, ma è stato avviato perché è un importante investimento per il futuro». Il ministro della cultura Dario Franceschini, intervenendo alla 31esima edizione del Salone internazionale del Libro di Torino, ha ricordato «i fondi per le biblioteche quintuplicati e la ripresa delle assunzioni, la battaglia europea vinta per l’ equiparazione dell’ Iva su e-book e libri cartacei, il patto con le emittenti televisive per la promozione della lettura, i fondi per le biblioteche scolastiche e il tax credit che consentirà a centinaia di librerie di sopravvivere». Snam, 1 milione di visualizzazioni per il Ted Talk del ceo Marco Alverà. Ha superato un milione di visualizzazioni il Ted Talk del ceo di Snam Marco Alverà sull’ importanza dell’ equità in azienda. Registrato nell’ ottobre scorso a Milano in occasione dell’ evento organizzato con Bcg e pubblicato a metà febbraio sulla piattaforma di conferenze della no profit americana come «Talk of the Day», l’ intervento è incentrato sull’ importanza della «fairness» (equità) in azienda per favorire la motivazione e il senso di appartenenza di chi ci lavora. Torna al cinema a giugno 2001: Odissea nello Spazio. A 50 anni dall’ uscita nelle sale, torna al cinema nella versione originale in 70 millimetri il 4 e 5 giugno 2001: Odissea nello Spazio, il capolavoro di fantascienza di Stanley Kubrick. All’ interno di «Cannes Classics» il 13 maggio si terrà la proiezione in anteprima mondiale che sarà preceduta da un’ introduzione del regista Christopher Nolan, che ha lavorato in collaborazione con il team di Warner Bros. Pictures al processo di masterizzazione. Libri: da Utet Grandi Opere arriva Storia dell’ Arte europea. La Storia dell’ arte europea è la novità editoriale (quattro volumi) di Utet Grandi Opere che sarà presentata lunedì 14 maggio a Milano, alle 18:30 all’ Accademia delle Belle Arti di Brera. Instagram presenta gli emoji a scorrimento. L’ ultima novità in fatto di social fotografici sono gli emoji a scorrimento. A firmarli Instagram che ha pensato a un nuovo modo per interagire sul social. Consentiranno di fare domande che prevedono una risposta con più sfumature quando vuole scoprire cosa pensano i follower. Gli aggiornamenti saranno disponibili a partire dalla versione 44 di Instagram, scaricabile nell’ App Store di Apple e in Google Play. Agi e Sky presentano in anteprima Federico Buffa Racconta 1968 – Roma. Federico Buffa racconta il primo e unico titolo europeo vinto dagli azzurri del calcio nel segno di Gigi Riva, in una Roma sconvolta dalle contestazioni sociali. La puntata sarà presentata oggi alle 18 presso il Museo di Roma in Trastevere nell’ ambito della mostra «Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo». Andrà poi in onda domani alle 23.45 su Sky Sport 1. Torna InspiringPR: a Venezia il festival delle relazioni pubbliche. Sarà dedicata al tema del cambiamento la quinta edizione di InspiringPR, il festival delle relazioni pubbliche organizzato da Ferpi Triveneto e promosso da Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiana), in programma venerdì 18 e sabato 19 maggio a Venezia nella sede della Scuola Grande San Giovanni Evangelista.
Inviolabile la mail aziendale dei giornalisti
Italia Oggi
DARIO FERRARA
link
Il giornale non può aprire l’ account di posta elettronica aziendale dei giornalisti. Anche dopo il Jobs Act il datore è legittimato a raccogliere informazioni dagli strumenti che il dipendente usa per svolgere la prestazione soltanto se rispetta le norme del codice privacy e dello statuto dei lavoratori, come modificate dal decreto legislativo 151/15: diversamente compie un illecito trattamento di dati personali. E ciò specie se il lavoratore è un giornalista, vale a dire un professionista legato alla segretezza delle fonti (tutelata peraltro dall’ articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’ Uomo e dalle sentenze Goodwin e Roemen della Corte di Strasburgo). È quanto emerge dal provvedimento 243/18, depositato dal garante per la protezione dei dati personali. Accordo disatteso Accolto il ricorso del giornalista contrapposto all’ editore in una causa di lavoro. Il primo riceve dal secondo una contestazione disciplinare fondata su messaggi di posta elettronica tratti dalla propria e-mail aziendale, che hanno carattere privato. Ma la società che edita il giornale viola la privacy del professionista: oltre che il dlgs 196/03, infatti, il datore nell’ eventuale trattamento deve rispettare l’ articolo 4 dello statuto dei lavoratori riformato di recente. E dopo l’ avvento del Jobs Act la stessa Cassazione civile ha precisato che «anche in caso di concertazione datore-sindacati mai la tutela dei beni aziendali può dar luogo a controlli a distanza: la conservazione dei dati integra un’ indagine vietata su opinioni e condotte dei lavoratori» (cfr. sentenza 18302/16). Nella specie l’ accordo sindacale c’ è, l’ editore l’ ha firmato ma non lo rispetta laddove il testo prevede espressamente che «gli eventuali controlli e verifiche citati nella policy aziendale non potranno avere ad oggetto i documenti, i dati e il contenuto del materiale utilizzato dai giornalisti». E ciò in considerazione «della natura specifica dell’ attività giornalistica e della relativa normativa a tutela della salvaguardia della segretezza delle fonti».
Al Corriere di Torino il Premio Carta 4.0
Corriere della Sera
link
L’ Unione Industriale di Torino e la Federazione Carta e Grafici, in occasione dell’ evento «Come sarebbe il mondo senza la carta?» che ha aperto il Salone inter-nazionale del Libro, ha assegnato il «Premio Carta 4.0» all’ e-dizione torinese del Corriere della Sera. Il riconoscimento è stato assegnato «per il coraggio e la visione imprenditoriale di un editore (Urbano Cairo, presidente e ad di Rcs Media-Group) che, andando controcorrente, ha creduto nella forza e nella crescita del quotidiano impresso su carta lanciando una importante edizione locale completamente nuova con un profilo di altissima qualità». All’ evento, volto ad analizzare la rilevanza che la carta continua ad avere nella nostra vita, hanno preso parte 200 studenti.
Intesa da 50 milioni per i canali in chiaro
La Stampa
F. SP.
link
Chi l’ ha detto che la tv generalista in chiaro non vale più niente nell’ era delle Netflix&Co? Per ritrasmettere i canali tv che Mediaset manda in onda gratis sul digitale terrestre, Tim ha siglato un accordo che secondo indiscrezioni riconosce al Biscione circa 50 milioni in tre anni. È il primo caso in Italia di applicazione dei diritti di ritrasmissione, quelli che Sky si è rifiutata di versare anche in occasione dell’ ultimo accordo. Oggi invece l’ intesa è giudicata «strategica» da Tim (anche se non comanda più la Vivendi di Vincent Bolloré, che con i Berlusconi ha più di un conto in sospeso), perché permette di arricchire la piattaforma TimVision. Attraverso la Tim Box si può «mettere in pausa, riprendere la visione dall’ inizio», spiegano da Tim, oltre che rivedere i contenuti dell’ ultima settimana di Canale 5, Italia 1, Retequattro, La5, TgCom24, Mediaset Extra, 20, Iris, Italia 2, Top Crime e Focus. Un ulteriore tassello della convergenza tra banda ultra larga e contenuti cara all’ ad Amos Genish che lascia indifferente la Borsa, dove il titolo Tim perde il 3,86%. [F. SP.]
Mediapro presenta ricorso Malagò: “Così ci si fa del male”
La Stampa
T. C.
link
La partita per i diritti televisivi del prossimo triennio (2018-21) si arricchisce di un nuovo capitolo: Mediapro presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale di Milano, che mercoledì ha accolto la richiesta di Sky sospendendo il bando per la vendita dei diritti della Lega di A pubblicato dal colosso cinese-spagnolo. «Venderemo i diritti – ha detto Jaume Roures, numero uno di Mediapro -: siamo tranquilli. Se verrà bocciato di nuovo il bando, ne faremo un altro in funzione di quanto dicono i giudici. Il Canale tv? È in discussione con Lega e club, ma è sempre stata un’ alternativa. Per me non ci sarà un terzo bando della Lega». Nella sua difesa, inoltre, pone l’ attenzione sul fatto che i pacchetti sono conformi alla Legge Melandri, che il bando non conteneva contenuti editoriali e che con l’ attuale quadro normativo italiano si può commercializzare pubblicità. Nel mezzo della guerra a viso aperto tra Mediapro e Sky, accusata dai catalani di aver paura di perdere una posizione dominante sul mercato dei diritti, c’ è la Lega, che non si espone. A farlo per lei è il presidente del Coni e commissario dei 20 club di A, Giovanni Malagò, che chiede «un passo indietro da parte di tutti per il bene del sistema», aggiungendo che «non devono esserci né vincitori né vinti, altrimenti c’ è il rischio di farsi male». Assemblea tra 4 giorni Il nuovo snodo è l’ assemblea del 15 maggio, dove le società discuteranno anche del ricorso di Mediapro, che entro il 22 maggio deve versare la garanzia di un miliardo e 200 milioni per non essere dichiarata inadempiente. Sul punto c’ è frizione. «Stiamo parlando con la Lega, non va legata una cosa all’ altra», sentenzia Roures. Alcuni club, che vogliono tenere al sicuro il tesoro degli spagnoli, sono sul piede di guerra. Da una parte il gruppo che spinge il canale della Lega, dall’ altra c’ è chi vorrebbe Mediapro fuori dall’ Italia. [T. C.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
L'articolo Rassegna Stampa del 11/05/2018 proviene da Editoria.tv.