Indice Articoli
Rai, soldi a Fazio e Maggioni: indagini verso l’ archiviazione
Rai, patto Lega-M5S: nel cda ribaltone in vista
Scontro Mediapro-Sky la decisione al giudice
Maggioni indagata. La Rai: fatto tecnico, chiarirà
Gruppo 24 Ore, nominato Giuffré alla guida del mercato professionisti
Chessidice in viale dell’ Editoria
Indagata la presidente Rai Maggioni
Caos Mediapro-Sky martedì la sentenza sui diritti tv del calcio
IL DIALOGO SKY-MEDIAPRO E IL PREZZO DA PAGARE
Diritti tv: Sky e Mediapro davanti al giudice, verdetto atteso lunedì
Rai, si prepara il ribaltone per il Cda Lega e 5Stelle lavorano all’ accordo
Le grandi manovre Mediaset prima dei Mondiali Giordano lascia il Tg4, Porro (forse) torna in Rai
Rai, soldi a Fazio e Maggioni: indagini verso l’ archiviazione
Il Fatto Quotidiano
Antonio Massari e Valeria Pacelli
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Non solo Monica Maggioni, il presidente Rai, indagata per abuso d’ ufficio e peculato nell’ ambito di un’ inchiesta che riguarda alcuni rimborsi per trasferte (nel 2014-2015) della presentazione di un suo libro e appalti affidati senza gara quando era ai vertici di Rai News. La Procura di Roma, nei mesi passati, ha aperto un fascicolo, per vicende diverse, sul contratto di un altro pezzo da novanta della Tv di Stato: si tratta di un’ inchiesta – di cui è titolare il pm Giorgio Orano, che indaga per abuso d’ ufficio – nata dopo una denuncia dell’ associazione “Rai Bene comune” che punta il dito sui circa 2,8 milioni di euro del contratto di Fabio Fazio, conduttore di Che tempo che fa (Rai1). L’ esposto prende spunto dalle dichiarazioni dell’ onorevole Michele Anzaldi, ex membro della Commissione di Vigilanza Rai, secondo il quale l’ azienda di viale Mazzini avrebbe applicato solo parzialmente la disposizione normativa sul limite massimo retributivo di 240 mila euro e il contratto a Fazio sarebbe stato il “trionfo della presa in giro”. Parzialmente, perché in un primo momento l’ avrebbe applicata soltanto per i dirigenti, mentre, per quanto riguarda gli artisti avrebbe a lungo temporeggiato. Fino al parere dell’ Avvocatura dello Stato che, sul tetto retributivo, stabilisce un’ unica deroga: il tetto può essere superato per le prestazioni che hanno effettiva natura artistica. Secondo l’ esposto, però, la Rai non poteva derogare in base al solo parere dell’ Avvocatura di Stato, perché, per una simile deroga, sarebbe stata necessaria un’ apposita legge. Da qui, la denuncia di abuso d’ ufficio sulla quale, però, la procura sta chiedendo l’ archiviazione. “Che tempo che fa, contratto non conforme” Secondo i denuncianti, oltre il contratto di Fazio, esisterebbero altre violazioni. E anche in questo caso l’ esposto si rifà alle dichiarazioni di Anzaldi il quale, in Commissione, riferì che la Rai intendeva affidare la produzione del format – in appalto parziale – a una “costituenda società di cui sarà socio lo stesso Fazio”: “Si decide non solo di non bandire una gara, ma addirittura di affidarsi a una società quando ancora non esiste”. “Rai Bene Comune” e il suo presidente Riccardo Laganà, assistiti dagli avvocati Enzo Jacovino e Andrea Ruggiero, sul punto stanno presentando un’ integrazione della denuncia. Sulla vicenda s’ è già in parte espressa l’ Anac il 21 febbraio. L’ Autorità Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, “pur non rilevando alcun profilo di danno attuale”, manda gli atti alla Corte dei Conti e delibera “di ritenere non conforme al codice dei contratti la stipula da parte di Rai del contratto preliminare con l’ artista, prima fra l’ altro che la società di produzione del format, con cui è stato poi stipulato il definitivo, venisse costituita”. L’ Anac: “Sul presidente nessun illecito” Intanto l’ indagine penale va verso l’ archiviazione. Stesso destino per l’ inchiesta su Monica Maggioni. Il direttore Rai è indagato per peculato e abuso d’ ufficio dopo la denuncia di “Indignerai”. L’ associazione di dipendenti Rai anonimi ha chiesto di fare chiarezza sulle spese di trasferta di una decina di presentazioni, avvenute nel 2014 e 2015, del suo libro sulla propaganda dell’ Isis Terrore mediatico (editore Laterza) fatte mentre era direttore di Rai News 24. Inoltre chiedevano anche di “accertare le motivazioni dell’ affidamento senza gara nel periodo 2013-2015 () di servizi di supporto redazionale” per i contenuti per le piattaforme nuovi media. L’ Anac in questo caso ha archiviato la vicenda, in quanto non vi erano profili di illiceità. Per quanto riguarda gli appalti, l’ affidamento diretto era solo temporaneo, poi la gara è stata indetta. Nell’ esposto si faceva riferimento ad alcuni articoli pubblicati sul portale Rai News 24 riguardanti un’ opera del compagno architetto della Maggioni, esposta al Salone del mobile di Milano. Per la Procura non c’ è alcun profilo penale e lo stesso ha stabilito l’ Anac: ha deliberato che non vi è stato alcun profitto, né rapporti contrattuali con la Rai. Per quanto riguarda il libro, l’ Autorità, nell’ archiviazione, spiega che le presentazioni erano inserite nell’ ambito di impegni più ampi come direttore di Rai News24 e che non sono stati presentati scontrini per alberghi. È stato rimborsato solo qualche viaggio. Le motivazioni dell’ azienda di Stato hanno convinto l’ Anac. E anche la vicenda penale va verso l’ archiviazione.
Rai, patto Lega-M5S: nel cda ribaltone in vista
Il Mattino
Mario Ajello
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ROMA. Sono quasi pronti gli scatolini al settimo piano di Viale Mazzini. Abitato dai vertici della Rai, che il 30 giugno andranno via per scadenza. Si cambia. Via i vecchi, e avanti i nuovi. E qualcuno già sta mandando ai presidenti del Senato e della Camera il curriculum e i titoli, in certi casi solo presunti, di merito. E c’ è tempo fino al 30 maggio per auto-candidarsi a guidare la corazzata televisiva. Ma i nuovi chi? Il governo – e due dei prossimi membri del Cda saranno di nomina dell’ esecutivo – è ancora una nebulosa, le Camere sono state elette ma non sono ancora attive – e quattro componenti della plancia del Cda della Rai dal Parlamento verranno designati – eppure la spartizione sarebbe già stata decisa. E si tratta soltanto di applicarla, da parte dei 5 stelle e della Lega più Forza Italia che detengono la maggioranza nelle aule. Casomai faranno il governo assieme, si prenderanno tutto. E le nomine in Rai, ma anche in altre caselle importanti del potere italiano, si racconta che facciano parte dell’ offerta diplomatica che in queste ore il Carroccio ha inoltrato ai pentastellati per un esecutivo in comune breve ma sostanzioso. Entrambi i possibili contraenti del contrattino di governo hanno mire su Viale Mazzini e su Saxa Rubra. I nomi su cui puntare non mancano, da Carlo Freccero possibile presidente o direttore generale in giù (il giornalista Nuzzi è il prediletto di Casaleggio, Paragone è il grillo-leghista per eccellenza, per non dire della Gabanelli uber alles) ma è lo schema quello che conta. Procedere uniti, e anche se il governo non sarà il loro ma sarà tecnico o istituzionale, Lega e M5S sono decisi a far valere in ogni caso sulla Rai il metodo utilizzato con successo nella spartizione delle presidenze delle Camere e soprattutto delle figure parlamentari di garanzia (il grillino Fraccaro diventato Questore a Montecitorio) o delle commissioni speciali (una a me e una a te). Insomma, dei quattro membri del Cda eletti da Camera e Senato, e dovranno essere votati non più dalla Commissione di Vigilanza ma da tutti e mille i parlamentari, il centrodestra ne prenderebbe due e M5S altri due. Perciò il democrat Michele Anzaldi s’ è rivolto al presidente Fico – che da ex numero uno della Vigilanza queste materie le conosce bene – per chiedergli di vigilare sul rispetto del pluralismo. Ossia di evitare la spartizione secca. E dunque, trionferà il merito nella selezione dei nuovi vertici della televisione pubblica, come Fico parrebbe volere, oppure l’ accordo politico già sperimentato tra i vincenti delle elezioni avrà la meglio? Intanto, c’ è da approvare il bilancio aziendale e soprattutto da definire la questione dei diritti sportivi e per il momento la Rai s’ è assicurata la Nazionale fino al 2022 e una partita di coppa a settimana. Ma è la composizione del nuovo potere il tema più sexy. Visto che il dg Mario Orfeo è in uscita e la presidente Maggioni resterà probabilmente in azienda ma con altri ruoli. Se un nuovo governo non ci sarà presto, i due membri del Cda in quota Tesoro li nominerà Padoan, e per non dare questo assist al Pd i 5 stelle e la Lega faranno di tutto. E quello che è stato considerato l’ editto bulgaro di Giggino – «Arriveremo molto presto e cambieremo i direttori Rai», la riprova degli appetiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Scontro Mediapro-Sky la decisione al giudice
Il Mattino
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Fra lunedì e mercoledì il Tribunale di Milano dirà se rispetta o meno le regole il bando di Mediapro, contestato da Sky che ne ha ottenuto la sospensione d’ urgenza il 16 aprile. Il giudice Claudio Marangoni in mattinata si è riservato la decisione dopo l’ udienza di due ore con le parti, a tratti «animata» per dirla con uno dei circa venti legali presenti. È quindi possibile, ma non scontato, che lo scenario sia più chiaro lunedì quando a Roma, alle 13.30, si riunirà l’ assemblea della Lega Serie A, inizialmente convocata per il rinnovo della governance ma destinata a concentrarsi sul tema dei diritti tv del campionato. Pur avendo interessi significativi, la Lega non è intervenuta nella causa. Marangoni, presidente della Sezione impresa del Tribunale, ora ha di fronte a sè due vie: revocare la sospensione, come chiede Mediapro per la quale «non ci sono le basi», e in quel caso si partirebbe con l’ assegnazione della serie A; oppure confermare lo stop ritenendo fondate le istanze di Sky (che contesta in particolare i prezzi minimi tenuti segreti e sostiene che Mediapro agisca da editore e non da intermediario) e indicare nelle motivazioni del dispositivo i punti del bando critici e illegittimi rispetto a Legge Melandri e direttive Antitrust. Se si avverasse questa seconda ipotesi, il gruppo spagnolo dovrebbe tenerne conto, in caso decidesse di realizzare un nuovo bando. C’ è però un altro scenario: in caso di bocciatura del bando, Mediapro potrebbe provare a convincere i club a puntare sul canale tematico, obiettivo dichiarato dei catalani, che hanno stretto con la Lega un accordo da oltre 3 miliardi di euro in 3 anni per vendere i diritti tv da intermediario, versando l’ anticipo ma subordinando la fideiussione all’ esito della causa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
«Mediaset non sarà venduta»
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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dogliani Non ha dubbi Fedele Confalonieri: «Finché c’ è Berlusconi Mediaset non sarà venduta». Il presidente del Gruppo di Cologno lo dice dal palco del Festival della Tv e dei nuovi media a Dogliani, nel Cuneese, davanti a quel Carlo De Benedetti che qui ha casa, che pur non organizzandolo è un po’ il nume tutelare di questo Festival e con il quale la galassia Mediaset ha incrociato più volte le armi. L’ intervista di Aldo Cazzullo spazia dalla politica, al rapporto con Silvio Berlusconi, ai destini dell’ azienda che «è in salute. La tv generalista è quella che la gente ancora chiede». Eppure c’ è chi ha iniziato a ventilare l’ ipotesi vendita. «Vendere o non vendere dipende dalla famiglia. La società è buona, è quotata in Borsa, il 40% è della famiglia. Quando Berlusconi uscirà di scena decideranno i figli. Io credo che Berlusconi per conto suo non vende. Del resto non ha mai venduto nulla». E il Milan? «Ma è stato come prelevargli una buona parte di sangue». Ci ride su Confalonieri quando gli si ricorda la vulgata secondo cui il Milan non sarebbe stato in realtà venduto. Notazione rispedita al mittente, ma il presidente Mediaset diventa serissimo quando si parla degli Ott: «Sono dieci anni che ne denunciamo le storture». La mancanza di uguali condizioni normative e fiscali con i giganti del web è da tempo un cavallo di battaglia di un Confalonieri che del Berlusconi politico fatica invece a intravedere un erede: «È un monarca assoluto. Come Luigi XV: “Dopo di me il diluvio”». Renzi? «Ha 40 anni, ha davanti tanto futuro. Potrebbe esserlo a meno che non ne esca un altro». Più che altro «come Berlusconi, ma dall’ altra parte, è attaccato da tutti». Endorsement invece per Salvini: «Io un pochino leghista lo sono e poi ha preso il partito al 4% e lo ha portato al 18%. Qualche qualità ce l’ ha». Confalonieri non è stato un supporter della discesa in campo di Berlusconi. «Si è verificato tutto quello che temevo» dice, respingendo l’ idea che sia avvenuta per salvare l’ azienda: «Era già allora solida. Nel 2006 l’ abbiamo quotata e 250mila investitori hanno creduto in noi». Oggi la strada del Biscione si è incrociata con quella di Sky con l’ accordo su digitale terrestre e contenuti. Sul tema il presidente Mediaset risponde a margine al Sole 24 Ore: «È proprio come è stato scritto sui giornali». Possibili rischi antitrust? «Ma no. È un accordo commerciale. L’ Antitrust sarà chiamata a esprimersi in caso di vendita della piattaforma tecnologica di Premium. Eventualmente a fine anno». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Maggioni indagata. La Rai: fatto tecnico, chiarirà
Corriere della Sera
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Il presidente della Rai Monica Maggioni è indagata per abuso d’ ufficio e peculato. Sono due le accuse contestate: aver affidato, senza gara d’ appalto, servizi di supporto redazionale da parte di Rai News; aver effettuato viaggi a spese dell’ azienda per presentazioni del libro che lei stessa aveva scritto. Le contestazioni riguardano il periodo compreso tra il 2013 e il 2015 quando era direttore di Rai News. Venerdì mattina i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma hanno effettuato il verbale di identificazione, elezione del domicilio e nomina del difensore e nei prossimi giorni la presidente della Rai potrebbe essere interrogata dal pubblico ministero Terracina. In una nota l’ azienda televisiva del servizio pubblico dichiara: «Gli avvocati che seguono la vicenda per Rai comunicano che le indagini si sono concluse, che l’ iscrizione è solo un fatto meramente tecnico e che, ragionevolmente, si arriverà in breve tempo al definitivo chiarimento sulla vicenda. Di più, su questa stessa vicenda Anac ha svolto approfondite indagini che si sono concluse in data 7 marzo 2018 con un provvedimento di archiviazione».
Gruppo 24 Ore, nominato Giuffré alla guida del mercato professionisti
Il Sole 24 Ore
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L’ ingegner Antonio Giuffrè ha assunto la responsabilità della direzione mercato professionisti, che presidia la realizzazione e commercializzazione di prodotti e servizi per professionisti e imprese, riportando al direttore generale commerciale del Gruppo 24 Ore Massimo Colombo. Antonio Giuffrè, 49 anni, dopo un’ esperienza all’ estero, nel 2000 è entrato nella casa editrice di famiglia Giuffrè Editore dove ha ricoperto vari incarichi fino ad assumerne la guida operativa dal 2005. Dopo la recente vendita di Giuffrè Editore al gruppo Editions Lefebvre Sarrut (Els), arriva al Gruppo 24 Ore per mettere a frutto la profonda conoscenza ed esperienza nel mercato dell’ editoria professionale insieme alle solide competenze acquisite nell’ editoria digitale. L’ ingegner Giuffrè, anche grazie alle sue esperienze trasversali in ambito commerciale e marketing, avrà il compito di innovare e rafforzare l’ offerta dell’ area professionisti per dare ulteriore impulso al percorso di sviluppo già intrapreso. «Sono entusiasta di entrare nel Sole 24 Ore, che per me ha sempre rappresentato un punto di riferimento con la sua posizione di leadership in questo settore. Lavorare per l’ azienda con il marchio più forte e autorevole sul mercato costituisce un traguardo significativo nel mio percorso professionale» ha dichiarato Antonio Giuffrè.«Siamo molto orgogliosi che un grande professionista del settore come Giuffrè abbia scelto Il Sole 24 Ore. La sua esperienza e le sue competenze ci permetteranno di consolidarci ulteriormente in ambiti in cui sappiamo di avere margini di crescita e di cogliere nuove opportunità. L’ Area Mercato Professionisti, forte dalle numerose iniziative già pianificate per il 2018, rappresenta un’ importante realtà su cui puntiamo come Gruppo 24 Ore e con l’ ingresso di Giuffrè contiamo di accelerare ulteriormente per raggiungere gli importanti traguardi previsti nel piano industriale 2018-2021» ha commentato Massimo Colombo, direttore generale commerciale del Gruppo 24 Ore. Ad Antonio Giuffrè riportano il responsabile marketing Flavio Corsi e il responsabile redazioni editoriali Ennio Bulgarelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Rai, il presidente Maggioni indagata per abuso d’ ufficio e peculato. Il presidente della Rai Monica Maggioni è indagata dalla Procura di Roma per abuso d’ ufficio e peculato nell’ ambito di una inchiesta scaturita da un esposto presentato da Riccardo Laganà, in qualità di presidente dell’ associazione «Rai bene comune» nonché dipendente Rai, relativamente a presunti illeciti perpetrati dal 2013 al 2015 quando Maggioni era a Rai News. Al centro degli accertamenti affidati alla Guardia di finanza ci sono viaggi effettuati anche per la sponsorizzazione di un libro scritto da Maggioni e gli affidamenti diretti, senza gara d’ appalto, di servizi di supporto redazionale da parte di Rai News. L’ iscrizione della presidente Rai Monica Maggioni nel registro degli indagati per abuso d’ ufficio e peculato nell’ ambito di una inchiesta relativamente a presunti illeciti perpetrati dal 2013 al 2015 quando era a RaiNews è «solo un fatto meramente tecnico e che, ragionevolmente, si arriverà in breve tempo al definitivo chiarimento sulla vicenda», hanno fatto sapere i legali che assistono la Rai, sottolineando come «su questa stessa vicenda l’ Anac ha svolto approfondite indagini» che si sono concluse il 7 marzo scorso «con un provvedimento di archiviazione». Confalonieri: Mediaset in vendita? Dipende dalla famiglia. «Vendere o non vendere dipende dalla famiglia. La società è buona, è quotata in borsa, il 40% è nelle mani della famiglia. Io credo che Berlusconi per conto suo non venda». Così Fedele Confalonieri (presidente Mediaset) ha risposto sul futuro del Biscione a un incontro al Festival della Tv e dei nuovi media a Dogliani. Sole 24 Ore, Giuffrè nuovo responsabile mercato professionisti. Antonio Giuffrè entra nel gruppo del Sole 24 Ore alla Direzione mercato professionisti. Giuffrè riporterà al d.g. commerciale Massimo Colombo. Giuffrè lascia così l’ omonima editrice di famiglia, dopo la vendita al gruppo francese Editions Lefebvre Sarrut-Els. Soundreef accelera sul diritto d’ autore. La società specializzata nella gestione dei diritti d’ autore fornirà mensilmente le rendicontazioni per i passaggi su YouTube ad autori ed editori. Soundreef, che amministra tra gli altri il repertorio di Fedez, J-Ax e Gigi D’ Alessio, preparerà anche pagamenti trimestrali rispetto, secondo la stessa Soundreef, alle tempistiche classiche più dilatate che vanno dai tre mesi fino ai 15 mesi. Cinepanettoni, Boldi e De Sica tornano insieme. Per il film del prossimo Natale, Amici come prima, Massimo Boldi e Christian De Sica, che seguirà anche la regia, tornano a fare coppia sul grande schermo. La produzione è di Indiana Production in collaborazione con Medusa Film, che a sua volta è anche distributore. Qn-Resto del Carlino per la Superbike. Fino a domani Qn-Resto del Carlino chiama a raccolta i lettori per scrivere il miglior messaggio sulla Superbike e le due ruote in generale (indirizzo: pazziperlasuperbike@ilcarlino.net). Gli autori delle mail selezionate saranno invitati martedì in redazione per incontrare e intervistare i due piloti Melandri e Savadori (oltre a poter seguire domenica la gara all’ autodromo).
Indagata la presidente Rai Maggioni
Libero
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La presidente della Rai Monica Maggioni è indagata a Roma per peculato e abuso d’ ufficio. L’ indagine è legata a fatti risalenti al periodo 2013-2015, quando era direttrice di Rai News. La Maggioni avrebbe affidato, senza gara d’ appalto, servizi di supporto redazionale per la rete all news e avrebbe viaggiato a carico dell’ azienda per presentare un libro da lei scritto. «L’ iscrizione è solo un fatto meramente tecnico», ha comunicato in una nota Viale Mazzini.
Caos Mediapro-Sky martedì la sentenza sui diritti tv del calcio
Libero
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L’ incontro di ieri tra i legali di Sky e quelli del colosso sino-spagnolo Mediapro a Milano nell’ ufficio del presidente della Sezione impresa, Claudio Marangoni, si è concluso con un nulla di fatto. La questione dei diritti tv della Serie A, dunque, dovrà risolverla il Tribunale Civile di Milano, martedì (il giorno dopo l’ assemblea di Lega a Roma) o al massimo mercoledì. I giudici dovranno decidere se confermare, modificare o revocare il provvedimento di sospensione d’ urgenza del bando ottenuto da Sky il 16 aprile, dopo che l’ intermediario Mediapro aveva rimesso in vendita i diritti 2018-21 acquisiti per 1,05 miliardi di euro. Sky ritiene però che Mediapro voglia esercitare un ruolo di natura editoriale e non di puro intermediario indipendente e che quindi l’ assegnazione dei diritti non sia valida. Mediapro a sua volta, presa coscienza della sospensione del bando, aveva versato l’ acconto da 64 milioni ma non la fidejussione richiesta, in attesa proprio dell’ udienza di oggi. La diatriba potrebbe durare ancora più a lungo, visto che anche dopo la sentenza Mediapro potrebbe ricorrere in appello (metà giugno). «Sono preoccupato – dice Malagò in veste di commissario della Lega di A – perché la questione diritti tv non rientra nelle mie possibilità di soluzione. Posso solo mediare». D.D.O. riproduzione riservata.
IL DIALOGO SKY-MEDIAPRO E IL PREZZO DA PAGARE
La Repubblica
MARCO MENSURATI
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Dopo quasi un anno e mezzo di discussioni feroci ieri pomeriggio si è intravisto all’ improvviso un primo minuscolo spiraglio di luce nella questione dei diritti tv della Serie A. È stato quando a pochi chilometri di distanza dall’ aula di tribunale in cui si stavano scontrando i loro avvocati – i grandi capi di Sky e Mediapro Andrea Zappia e Jaume Roures, si sono stretti la mano, dando il via a quella che con un filo di ottimismo uno dei presenti ha definito la prima riunione di una nuova trattativa privata. Fino ad oggi tra la tv satellitare interessata a trasmettere la Serie A per i prossimi tre anni – e la multinazionale spagnola che ha vinto il bando della Lega per intermediare la vendita dei diritti tv – i contatti erano stati minimi e comunque sempre tesi. Tanto che alla fine Sky ha chiesto e ottenuto dal tribunale di bloccare d’ urgenza (ex art. 700) la vendita imbastita dagli spagnoli. Per questo, terrorizzata dall’ ipotesi di restare schiacciata tra la decisione del tribunale e l’ assemblea dei presidenti (entrambe previste per lunedì), la Lega Calcio ha deciso di giocare d’ anticipo. Micciché e Malagò hanno chiesto al subcommissario Paolo Nicoletti di convocare tempestivamente tutte le parti e convincerle/costringerle a trovare una soluzione. La prima sorprendente notizia è che nessuno ha opposto resistenza, magari inventando come accaduto in precedenza «non rinviabili impegni all’ estero». La seconda è che l’ incontro è stato anche, a suo modo, proficuo. Al tavolo – la riunione si è tenuta per scelta precisa in territorio neutro, nello studio Toffoletto, legale della Serie A – c’ erano, oltre a Nicoletti, Roures e Zappia, anche l’ amministratore delegato di Infront, Luigi De Siervo e una discreta quantità tra tecnici del settore e avvocati. A parlare è stato però principalmente Nicoletti che ha chiesto e ottenuto la disponibilità di tutte le parti a lavorare, anche nel non improbabile caso in cui il giudice bocci il bando degli spagnoli, a una via d’ uscita praticabile per tutti. L’ idea della Lega – a quanto si è capito – sarebbe quella di invitare Mediapro ad abbandondare in ogni sua forma il progetto di Canale di Lega , anche a costo di lasciare un po’ di soldi sul tavolo; e contemporaneamente di chiedere a Sky di offrire più di quanto fatto finora per avere il calcio in esclusiva. Il classico «sacrificio da parte di tutti», insomma. Sacrificio che chiederà anche ai club, i quali dovrebbero pretendere meno dei 1050 milioni offerti dagli spagnoli. Ed è proprio quest’ ultimo, a ben guardare, lo scoglio più grosso contro il quale rischia di fermarsi tutto.
Diritti tv: Sky e Mediapro davanti al giudice, verdetto atteso lunedì
La Stampa
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La querelle dei diritti tv entra nel vivo. Ieri al Tribunale di Milano davanti al giudice Marangoni, si sono ritrovati Sky e Mediapro per il dibattito. La prima contesta agli spagnoli di agire da editore e non da intermediario, Mediapro chiede la revoca della sospensione del bando del 16 aprile. Il giudice si pronuncerà entro il 9 maggio, ma non è escluso che lunedì, per l’ assemblea di Lega a Roma, arrivi il verdetto, che sarà netto. Se Maragoni accoglierà le ragioni di Sky, i catalani dovranno rifare il bando con le motivazioni indicate dal giudice, se la ragione andasse a Mediapro la Lega di A incasserebbe la fideiussione di un miliardo più Iva per la gioia dei club e tifosi.
Rai, si prepara il ribaltone per il Cda Lega e 5Stelle lavorano all’ accordo
Il Messaggero
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IL CASO ROMA Sono quasi pronti gli scatoloni al settimo piano di Viale Mazzini. Abitato dai vertici della Rai, che il 30 giugno andranno via per scadenza. Si cambia. Via i vecchi, e avanti i nuovi. E qualcuno già sta mandando ai presidenti del Senato e della Camera il curriculum e i titoli, in certi casi solo presunti, di merito. E c’ è tempo fino al 30 maggio per auto-candidarsi a guidare la corazzata televisiva. Ma i nuovi chi? Il governo – e due dei prossimi membri del Cda saranno di nomina dell’ esecutivo – è ancora una nebulosa, le Camere sono state elette ma non sono ancora attive – e quattro componenti della plancia del Cda della Rai dal Parlamento verranno designati – eppure la spartizione sarebbe già stata decisa. E si tratta soltanto di applicarla, da parte dei 5 stelle e della Lega più Forza Italia che detengono la maggioranza nelle aule. Casomai faranno il governo assieme, si prenderanno tutto. E le nomine in Rai, ma anche in altre caselle importanti del potere italiano, si racconta che facciano parte dell’ offerta diplomatica che in queste ore il Carroccio ha inoltrato ai pentastellati per un esecutivo in comune breve ma sostanzioso. Entrambi i possibili contraenti del contrattino di governo hanno mire su Viale Mazzini e su Saxa Rubra. I CRITERI I nomi su cui puntare non mancano, da Carlo Freccero possibile presidente o direttore generale in giù (il giornalista Nuzzi è il prediletto di Casaleggio, Paragone è il grillo-leghista per eccellenza, per non dire della Gabanelli uber alles) ma è lo schema quello che conta. Procedere uniti, e anche se il governo non sarà il loro ma sarà tecnico o istituzionale, Lega e M5S sono decisi a far valere in ogni caso sulla Rai il mtodo utilizzato con successo nella spartizione delle presidenze delle Camere e soprattutto delle figure parlamentari di garanzia (il grillino Fraccaro diventato Questore a Montecitorio) o delle commissioni speciali (una a me e una a te). Insomma, dei quattro membri del Cda eletti da Camera e Senato, e dovranno essere votati non più dalla Commissione di Vigilanza ma da tutti e mille i parlamentari, il centrodestra ne prenderebbe due e M5S altri due. Perciò il democrat Michele Anzaldi s’ è rivolto al presidente Fico – che da ex numero uno della Vigilanza queste materie le conosce bene – per chiedergli di vigilare sul rispetto del pluralismo. Ossia di evitare la spartizione secca. E dunque, trionferà il merito nella selezione dei nuovi vertici della televisione pubblica, come Fico parrebbe volere, oppure l’ accordo politico già sperimentato tra i vincenti delle elezioni del 4 marzo avrà la meglio su qualsiasi altro criterio? Intanto, c’ è da approvare il bilancio aziendale e soprattutto da definire la questione dei diritti sportivi e per il momento la Rai s’ è assicurata la Nazionale fino al 2022 e una partita di coppa a settimana. Ma è la composizione del nuovo potere il tema più sexy. Visto che il dg Mario Orfeo, mai amato dai grillini, è in uscita e la presidente Maggioni resterà probabilmente in azienda ma con altri ruoli. Se un nuovo governo non ci sarà presto, i due membri del Cda in quota Tesoro li nominerà Padoan, e per non dare questo assist al Pd – che comunque com’ è ovvio alla Rai ci tiene e ci terrà sempre – i 5 stelle e la Lega faranno di tutto. E quello che è stato considerato l’ editto bulgaro di Giggino – «Arriveremo molto presto e cambieremo i direttori Rai» – è la riprova degli appetiti. Così come la mancata risposta da parte dei bersagli della sua intemerata è la conferma che la Rai è sempre la Rai: mai criticare quello che può essere il prossimo padrone. Anche se basta affacciarsi nella cittadella di Saxa Rubra, per accorgersi che il grande terrore per l’ arrivo grillino al governo, e dunque in redazione, s’ è molto stemperato grazie ai guai di Di Maio. Ma mai dire mai. E molti aspettano di sapere chi vince per conoscere come schierarsi. Mario Ajello © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Le grandi manovre Mediaset prima dei Mondiali Giordano lascia il Tg4, Porro (forse) torna in Rai
Il Messaggero
MARCO CASTORO
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MERCATO TV In casa Mediaset soffia il vento del rinnovamento. Dopo le promozioni di Paolo Liguori e Marcello Vinonuovo, ecco che anche Rosanna Ragusa ottiene un riconoscimento importante: la direzione del Tg4. Prende il posto di Mario Giordano, il quale dopo essere stato sollevato dalla responsabilità editoriale dei programmi di approfondimento di Retequattro, ottiene l’ incarico di direttore Strategie e Sviluppo dell’ informazione Mediaset. Un attestato di stima – secondo il dg Mauro Crippa – che conferma la fiducia nei confronti di Giordano. Paolo Liguori diventa direttore editoriale con deleghe al TgCom, alle conduzioni dei tiggì e alla scuola di formazione aziendale. In pratica si va verso una ristrutturazione che prevede escluso il Tg5, che continuerà a viaggiare per conto proprio l’ accorpamento del settore news in un’ unica redazione gestita dai vertici e dal nucleo di supervisori e non più da singoli direttori. Poi dopo i Mondiali di calcio esclusiva Mediaset si dovrà prendere una decisione anche per la redazione sportiva che potrebbe finire nella megastruttura. Intanto, però, Nicola Porro ha incontrato il capo del personale di Viale Mazzini e sta trattando il suo ritorno in Rai con un programma in prima serata da mandare in onda al giovedì su Rai2. Il tutto nonostante la sua conferma a Matrix sia stata già approvata. Che Porro almeno per ora – non ha firmato perché sta aspettando di sapere l’ esito della trattativa con Viale Mazzini. Se Porro se ne va, bisogna trovare un nuovo conduttore per Matrix. In pole position ci sarebbe Gianluca Nuzzi, il quale dovrebbe lasciare la conduzione di Quarto Grado (non è da escludere un ritorno a Mediaset di Salvo Sottile). Per quanto riguarda invece Quinta Colonna, Paolo Del Debbio chiude questa stagione e riaprirà i battenti a settembre. Ripartirà anche Dalla Vostra Parte. Probabilmente ancora con Maurizio Belpietro, il cui contratto è blindato per tutto il 2018. Marco Castoro © RIPRODUZIONE RISERVATA.
L'articolo Rassegna Stampa del 05/05/2018 proviene da Editoria.tv.