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Rassegna Stampa del 27/03/2018

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MediaPro inizia a pagare e ora prepara il duello con Sky & C.

Il nodo pubblicità sul futuro del social

Nel 2017 profitti a 52 milioni, dividendo di 0,10 euro per azione

Gruppo 24 Ore, nel 2017 risultato consolidato positivo

Gruppo Cairo, utile su a 52 mln

Cambridge Analytica, Zuckerberg acquista pagina sui giornali (cartacei) per scusarsi | Prima Comunicazione

Bonifico Mediapro la Serie A respira e cerca il manager

Apple e Ibm chiedono a Facebook più controlli sui dati | Prima Comunicazione

Mediapro versa i soldi: la Lega adesso respira

MediaPro inizia a pagare e ora prepara il duello con Sky & C.

Il Fatto Quotidiano
Lorenzo Vendemiale
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MediaPro ha pagato: l’ anticipo di 64 milioni di euro (Iva compresa) scaccia i dubbi dell’ ultima settimana, addirittura un giorno prima della scadenza e dell’ assemblea di Lega, che il commissario Malagò ha convocato per oggi in casa sua al Coni, proprio in concomitanza col termine di pagamento. Qualcuno forse si aspettava un ribaltone, invece il bonifico è arrivato: per chiudere il contratto, però, manca ancora la fideiussione per il resto dell’ importo (1,05 miliardi a stagione; ma potrebbe addirittura non servire se i nuovi proprietari cinesi hanno portato il capitale sociale al di sopra della soglia prevista dal bando). Ora inizia lo scontro fra titani, visto che l’ Antitrust ha vietato il canale della Lega e i diritti vanno rivenduti: da una parte MediaPro (che già venerdì potrebbe presentare i suoi pacchetti) punta sul fatto che Sky non può permettersi di perdere la Serie A; dall’ altra Sky sa di essere l’ unico interlocutore, e che senza i suoi soldi gli spagnoli rischiano di fallire. Milioni di tifosi aspettano di sapere dove vedere le partite della Serie A: all’ inizio della prossima stagione manca poco.

Il nodo pubblicità sul futuro del social

Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Non c’ è dubbio: la pubblicità per Facebook è tutto. Insomma, quando si parla di pubblicità si parla del business model del social fondato da un Mark Zuckerberg che in questi giorni è corso ai ripari scusandosi (prima) pubblicamente e (due giorni fa) con una lettera sui quotidiani britannici e americani imputandosi di aver «tradito la fiducia» degli utenti per il “Datagate”, con l’ uso di informazioni sui suoi utenti da parte della società di marketing politico Cambridge Analytica. Un numero su tutti: il fatturato da advertising nel 2017 ha inciso per oltre il 98% sul fatturato totale (39,942 miliardi di dollari su un totale di 40,653 miliardi). Il resto, ma quindi poca roba, è imputabile a Payments & Other Fees revenue. È chiaro che gli strali immediati di Isba, l’ organismo che rappresenta le maggiori agenzie pubblicitarie del Regno Unito, non sono passati inosservati a Menlo Park. Una voce che ha destato grande sorpresa è stata poi quella di Brian Action, cofondatore di Whatsapp, servizio di messaggistica acquisito proprio da Facebook nel 2014 per 19 miliardi di dollari. Il suo tweet «È ora, #deletefacebook» un impatto lo ha avuto e lo sta avendo, eccome. Elon Musk, solo per fare un esempio, ha cancellato le pagine di SpaceX e Tesla presenti sul social network, entrambe seguite da oltre 2 milioni di follower. E non è stato l’ unico. L’ inizio della fine? Presto per dirlo. Quasi 40 miliardi di investimenti da far sparire non sono pochi. Inoltre, anche a concentrarsi solo sul caso Isba, l’ associazione Uk ha chiesto chiarimenti, ma per ora senza prendere nessuna contromisura. «La maggior parte delle aziende con cui abbiamo parlato questa settimana è soddisfatta delle misure che abbiamo annunciato per proteggere al meglio i dati delle persone. Sanno che affronteremo queste sfide e ne usciremo migliorati, come partner e come azienda», dicono da Facebook. Come andrà a finire sarà comunque tutto da vedere, anche perché è innegabile che Facebook si trovi dinanzi all’ episodio più difficile da gestire della sua storia. Va detto a ogni modo che, seppur in tono minore, per Facebook il rapporto con il mondo degli inserzionisti pubblicitari è stato caratterizzato da qualche scivolone. A settembre 2016 il social fondato da Mark Zuckerberg ha dovuto ammettere un errore tecnico che faceva lievitare in modo artificiale il tempo trascorso dagli utenti sui video. Da qui la decisione di affidarsi al Media Rating Council per avere stime indipendenti. Nei mesi successivi Facebook è finita nuovamente all’ indice con l’ accusa di errori nella misurazione dei click sui post. A settembre 2017 vengono poi scoperte discrepanze tra i bacini dichiarati da Facebook sulla propria piattaforma e le popolazioni rilevate dalle ricerche nazionali censuarie. Insomma, tutti elementi che tratteggiano problemi per gli inserzionisti, alle prese con pianificazioni che rischiano di essere fatte su target sovrastimandone l’ entità e quindi sottostimando i relativi costi per contatto. Individuate le falle, Facebook ha preso le contromisure. E questo evidentemente deve essere bastato visto che l’ 84% della pubblicità digitale mondiale è controllata da Google e Facebook, secondo una stima elaborata dal numero uno mondiale della pubblicità, Wpp. Alla fine, è innegabile che i messaggi “mirati” siano da sempre la merce più ambita dagli inserzionisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Nel 2017 profitti a 52 milioni, dividendo di 0,10 euro per azione

Il Sole 24 Ore

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La ripresa di Rcs Mediagroup traina i conti della controllante Cairo Communication e delle sue quotazioni di Borsa. Cairo, che ha consolidato Rcs Mediagroup dal primo settembre 2016, ha realizzato ricavi consolidati lordi pari a 1,21 miliardi di euro, contro i 631,7 milioni del 2016. Il risultato netto della società editoriale risulta più che raddoppiato e ha raggiunto i 52 milioni di euro (contro i 21,5 milioni dell’ esercizio precedente). Nel dettaglio, nel 2017, Rcs ha conseguito margini in linea con gli obiettivi di risultato del 2017 e in forte crescita, con un risultato netto positivo di 71,1 milioni rispetto ai 3,5 milioni del 2016 e ridotto di 78,7 milioni il suo indebitamento finanziario netto. Il settore editoriale televisivo (La7) ha invece conseguito un margine operativo lordo positivo di 7 milioni, in crescita rispetto agli 1,8 milioni dell’ anno prima, mentre il settore dei periodici “Cairo Editore” ha realizzando un Ebitda di 12,2 milioni, in calo rispetto ai 15,2 milioni del precedente bilancio. All’ assemblea verrà proposto un dividendo di 0,10 euro per azione, il doppio rispetto all’ anno precedente. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Gruppo 24 Ore, nel 2017 risultato consolidato positivo

Il Sole 24 Ore
R.Fi.
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Il cda del Sole 24 Ore ha approvato il bilancio consolidato del Gruppo 24 Ore, il progetto di bilancio di esercizio della capogruppo e il Piano Industriale 2018-2021. Nel 2017, il Gruppo 24 Ore ha conseguito ricavi consolidati pari a 229,9 milioni di euro che si confrontano con un valore rideterminato pari a 265,8 milioni di euro del 2016 (-35,8 milioni di euro, pari al -13,5%). Tale variazione è dovuta in particolare alla diminuzione dei ricavi editoriali pari a 15,9 milioni di euro (-13,2%), al calo dei ricavi pubblicitari pari a 10,3 milioni di euro (-8,8%) e al calo degli altri ricavi per 9,7 milioni di euro, di cui 3,8 milioni di euro relativi al mandato di vendita dei prodotti software TSS e alla riduzione dei ricavi dell’ area Cultura. Nel quarto trimestre 2017, la variazione dei ricavi pubblicitari è stata pari al -4,5% con un miglioramento del trend rispetto al calo registrato nel primo semestre 2017 che era stato dell’ 11,5%. La diffusione cartacea media per l’ anno 2017 è pari a circa 91 mila copie (-23,8% vs 2016). La diffusione digitale è pari a circa 86 mila copie (+0,2% vs 2016). La diffusione cartacea sommata a quella digitale è complessivamente pari a 177 mila copie medie (-13,7% vs 2016). Nell’ ultimo trimestre del 2017 la diffusione cartacea sommata a quella digitale ha subito una variazione dell’ 11,9% rispetto al medesimo periodo dell’ esercizio precedente. Nel corso del 2017 il Quotidiano è risalito nella classifica dei quotidiani nazionali a maggior diffusione dal quarto al terzo posto. Complessivamente le copie carta + digitale vendute nell’ anno 2017 sono pari a 225 mila copie (-13,6% vs 2016). I margini operativi beneficiano della significativa riduzione dei costi diretti e operativi pari a 42,2 milioni di euro (-22,5% rispetto al 2016 rideterminato). Il costo del personale, pari a 114,3 milioni di euro, è in aumento di 9,9 milioni di euro rispetto al 2016. Su tale incremento di costi incidono in particolare oneri di ristrutturazione per 20,6 milioni di euro. Complessivamente, il costo del personale al netto degli oneri di ristrutturazione è in diminuzione di 7,3 milioni di euro (-7,2%) rispetto del 2016, principalmente in relazione alla diminuzione dell’ organico medio. Il margine operativo lordo (Ebitda) al netto degli oneri e proventi non ricorrenti è negativo per 8,6 milioni di euro e migliora di 16,4 milioni rispetto al valore negativo di 25,0 milioni del 2016 rideterminato. L’ Ebitda del 2017 è negativo per 28,6 milioni di euro e si confronta con un risultato negativo di 35,2 milioni di euro del 2016 rideterminato. Il risultato operativo (Ebit) al netto degli oneri e proventi non ricorrenti, è pari a -21,9 milioni di euro e migliora di 23,8 milioni rispetto al dato del 2016 rideterminato (-45,7 milioni di euro). L’ Ebit è negativo per 41,9 milioni di euro e si confronta con un ebit negativo di 81,9 milioni di euro nel 2016 rideterminato. L’ Ebit del 2016 includeva svalutazioni per 18,9 milioni di euro effettuate in seguito alle risultanze dell’ impairment test. Il risultato ante imposte è negativo per 46,7 milioni di euro e si confronta con un risultato negativo per 87,2 milioni di euro del 2016 rideterminato. Incidono oneri e proventi finanziari netti per -5,4 milioni di euro (erano pari a -5,1 milioni di euro nel 2016). Il risultato delle attività destinate alla vendita è pari a 60,1 milioni di euro, ed è composto per 4,5 milioni di euro dal risultato realizzato dell’ area formazione ed eventi e per 55,6 milioni di euro dalla plusvalenza realizzata in seguito alla cessione del 49% della partecipazione Business School24 S.p.A. e al fair value dell’ interessenza residua. Il risultato netto delle attività in funzionamento al netto degli oneri e proventi non ricorrenti è negativo per 25,3 milioni di euro (-52,2 milioni di euro nel 2016 rideterminato). Il risultato netto è positivo per 7,5 milioni di euro e si confronta con un risultato negativo di 92,6 milioni di euro del 2016. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2017 è positiva per 6,6 milioni di euro e si confronta con un valore al 31 dicembre 2016 negativo per 50,7 milioni di euro, in miglioramento di 57,3 milioni di euro, per effetto della cessione del 49% delle quote azionarie della società Business School24 e dell’ aumento di capitale, che hanno consentito di incassare nel mese di novembre rispettivamente 36,7 milioni di euro e 50,0 milioni di euro. Al netto dei sopra indicati incassi, la variazione della posizione finanziaria netta è negativa per 29,4 milioni di euro ed è riferita principalmente all’ andamento del flusso dell’ attività operativa ed al flusso dell’ attività di investimento. Il patrimonio netto è pari a 41,6 milioni di euro, con un incremento di 53,9 milioni di euro rispetto al patrimonio netto del bilancio consolidato al 31 dicembre 2016 (negativo per 12,4 milioni di euro) per effetto dell’ aumento di capitale per 46,2 milioni di euro al netto dei relativi costi; dell’ incremento di 0,2 milioni per effetto della valutazione attuariale del TFR e del risultato del periodo positivo per 7,5 milioni di euro. Il cda ha approvato il piano 2018-2021, le cui linee guida seguono l’ indirizzo del piano 2017-2020: il budget 2018 conferma sostanzialmente i dati di redditività già previsti nel Piano 2017-2020, nonostante ricavi inferiori, con un maggior assorbimento di cassa per circa 9 milioni, prevedendo una posizione finanziaria netta negativa alla fine dell’ esercizio. Per tale motivo, non si esclude quindi la possibilità di ricorrere nel corso dell’ anno a parziali utilizzi delle linee Revolving. Nel 2020 la posizione finanziaria netta ritorna positiva. I dati previsionali del Piano 2018-2021 confermano il rispetto dei covenant relativi all’ indebitamento finanziario del gruppo. Intanto sempre ieri Il Sole 24 Ore Spa ha accettato dalla società Di Source l’ offerta risarcitoria di euro 2.961.079,90, esattamente corrispondente all’ importo del danno patrimoniale come ipotizzato nell’ ambito del procedimento penale pendente presso la Procura della Repubblica di Milano. In una nota il gruppo precisa che è «impregiudicata ogni ragione e azione che Il Sole 24 Ore espressamente si riserva di esperire, in ogni sede competente, nei confronti di altri soggetti, siano essi già individuati ovvero ancora da individuare in relazione all’ intero credito risarcitorio». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Gruppo Cairo, utile su a 52 mln

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Cairo Communication porta l’ utile netto a fine 2017 a quota 52 milioni di euro dai 21,5 milioni a chiusura del 2016. Il gruppo editoriale di Urbano Cairo aggiunge così ai conti dei magazine periodici e del canale tv La7 anche Rcs-Corriere della Sera, consolidandolo per la prima volta sull’ intero esercizio. E a un incremento significativo dell’ utile contribuiscono infatti i conti in rialzo di via Rizzoli (148,4 milioni di ebitda, dato diverso a livello consolidato da quello comunicato da Rcs, e utile di 47,1 milioni di euro) e anche i periodici della stessa Cairo Communication (ebitda da 12,2 milioni di euro, utile da 7,7 milioni e 1,7 milioni di copie vendute con una quota di mercato al 30% tra i settimanali). Nel caso di La7, l’ ebitda è a +7 milioni di euro ma l’ ebit è negativo per 3 milioni portando a un rosso di 0,8 milioni. Perdita contenuta grazie tra l’ altro a un abbattimento dei costi della produzione di oltre 11,5 milioni, considerando che dall’ anno scorso La7 va in onda attraverso il proprio mux e quindi risparmia (non dovendo più utilizzare quello di Tim, suo ex editore) ma soprattutto ricordando che dai palinsesti dell’ emittente è uscito di scena Maurizio Crozza che, secondo indiscrezioni di stampa, costava per l’ appunto sui 10 milioni di euro. A proposito di mux, l’ avvio dell’ attività come operatore di rete ha sviluppato ricavi per 8 milioni con costi di gestione saliti sulla soglia dei 7,3 milioni. L’ ebitda è di 0,6 milioni, l’ ultima riga del business è a -1,3 milioni. Infine, come La7 anche l’ attività da concessionaria pubblicitaria della Cairo Communication chiude in rosso per 0,8 milioni, ma a livello operativo registra un ebitda a +0,4 milioni e un ebit in pareggio. Tornando al bilancio di gruppo, così come approvato ieri dal cda, il fatturato complessivo schizza sugli 1.212,3 milioni dai precedenti 631,7 milioni, sempre come conseguenza del consolidamento sui 12 mesi di Rcs. L’ ebitda e il risultato operativo sono pari rispettivamente a 168,8 milioni e 102,7 milioni (nel 2016 erano nell’ ordine di 85,6 milioni e 51,5 milioni). Il board dell’ editore e patron del Toro calcio proporrà all’ assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo di 0,10 euro per azione mentre, con riferimento a Rcs, sottolinea come il cda della Rizzoli abbia deliberato «di proporre all’ assemblea, tra l’ altro, di procedere ad una riduzione del capitale sociale a copertura delle residue perdite di esercizi precedenti portate a nuovo e risultanti dal bilancio di esercizio al 31 dicembre 2017. Tale proposta è finalizzata a mettere Rcs in condizione di tornare in futuro a distribuire ai soci eventuali utili d’ esercizio, consentendo agli azionisti di beneficiare del turnaround già evidente nei risultati ottenuti nell’ esercizio 2017». Secondo recenti dichiarazioni di Cairo, l’ obiettivo è distribuire la cedola nel 2019 sui conti 2018. Sia per La7, i magazine e Rcs, le proiezioni aziendali stimano risultati positivi nel 2018. Da ultimo l’ indebitamento finanziario netto della Cairo Communication risulta a quota «263,1 milioni (352,6 milioni euro al 31 dicembre 2016) ed è riferibile a Rcs per 287,4 milioni euro (366,1 milioni al 31 dicembre 2016). Il miglioramento dell’ indebitamento finanziario netto rispetto al 31 dicembre 2016, pari a 89,5 milioni, è principalmente riconducibile ai flussi di cassa generati dalla gestione tipica (circa 118,7 milioni)». Ieri, in Borsa, il titolo della Cairo Communication ha chiuso una giornata al rialzo col segno positivo davanti (+3,88%) raggiungendo i 3,48 euro. © Riproduzione riservata.

Cambridge Analytica, Zuckerberg acquista pagina sui giornali (cartacei) per scusarsi | Prima Comunicazione

Prima Comunicazione

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Cambridge Analytica, Zuckerberg acquista pagina sui giornali (cartacei) per scusarsiCambridge Analytica, Zuckerberg acquista pagina sui giornali (cartacei) per scusarsi26/03/2018 | 9:11Mark Zuckerberg ha acquistato una una pagina su quasi tutti i quotidiani britannici per scusarsi dello scandalo Cambridge Analytica.”Noi abbiamo una responsabilità: proteggere i tuoi dati. Se non ci riusciamo, non vi meritiamo”, si legge sull’ annuncio, che ricalca le scuse presentate nei giorni scorsi sulla propria pagina Facebook e poi in un’ intervista alla Cnn. Zuckerberg ha spiegato che è stata un’ applicazione a quiz messa a punto da un ricercatore universitario che “ha fatto trapelare i dati Facebook di milioni di persone nel 2014”. “Questa è stata una violazione della fiducia, e mi dispiace non aver fatto di più in quel momento. Stiamo ora prendendo provvedimenti per assicurarci che questo non accada di nuovo”. (Testo Tgcom)Articoli correlati.

Bonifico Mediapro la Serie A respira e cerca il manager

La Repubblica

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Un miliardo da garantire Versato l’ acconto da 64,5 milioni (50 più iva), Mediapro deve presentare entro il 6 aprile la fideiussione a garanzia dell’ intera offerta con cui gli spagnoli si sono assicurati il bando per i diritti tv: al netto dei 50 milioni, resta da versare un miliardo e mille euro più iva. Il calcio in tv Da definire i pacchetti tv Ora entrerà nel vivo la fase di rivendita dei diritti. Venerdì la definizione dei pacchetti che Mediapro potrà offrire ai vari operatori interessati: verosimili 2 bandi, uno con pubblicità inclusa e uno esclusa. Resta il gelo con Sky: non c’ è ancora stato l’ incontro atteso tra gli spagnoli e la tv satellitare La governance/ 1 Fatto il presidente, ora l’ ad Dopo aver scelto Miccichè come nuovo presidente, l’ Assemblea di Lega dovrà eleggere il resto della governance: come a.d. continua a piacere l’ ex Ferrari Stefano Domenicali (foto), oggi ceo di Lamborghini, che però necessita di tempi più lunghi ai altri candidati La governance/ 2 Quattro consiglieri più uno Da oggi a Roma si definiranno le liste per la nomina degli altri consiglieri: un passaggio tecnico. I club dovranno poi votarne quattro che siano loro emanazione, più un altro indipendente oltre a presidente e amministratore delegato. Da scegliere anche i 2 consiglieri federali.

Apple e Ibm chiedono a Facebook più controlli sui dati | Prima Comunicazione

Prima Comunicazione

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Apple e Ibm chiedono a Facebook più controlli sui datiApple e Ibm chiedono a Facebook più controlli sui dati26/03/2018 | 15:03Apple e Ibm chiedono più controlli sul modo in cui vengono utilizzati i dati personali dopo la bufera di Facebook e Cambridge Analytica. “Personalmente non sono un grande fan della regolamentazione perché a volte può avere conseguenze inaspettate”, ha detto il ceo di Cupertino, Tim Cook, nel corso del China Development forum che si è svolto a Pechino. “Tuttavia penso che questa situazione sia diventata così grande che probabilmente è necessaria un regolamentazione ben strutturata”.Tim Cook (foto Olycom)”Se si usano questo genere di tecnologie bisogna dire alle persone cosa si sta facendo in modo da non sorprenderli”, ha spiegato Virginia Rometty, capo di Ibm, presente allo stesso evento. Dobbiamo dire agli utenti, ha aggiunto, che “se adottano l”opt out’ (cioè abbandonano un servizio, ndr) i dati appartengono ai creatori del servizio”.Dopo il polverone scoppiato una settimana fa, Facebook è sotto la lente di utenti, governi e investitori. Mark Zuckerberg si è scusato personalmente nei giorni scorsi e nelle ultime ore ha comprato spazi su quotidiani britannici e americani per ribadire che sta lavorando per garantire che questo non accada più.Articoli correlati.

Mediapro versa i soldi: la Lega adesso respira

Il Messaggero

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DIRITTI TV ROMA Cinquanta milioni. O meglio poco più di sessantaquattro considerando l’ iva. Mediapro ha rispettato la promessa fatta e ieri, con un giorno d’ anticipo, ha versato la caparra pattuita (il 5%) dal bando per i diritti tv del triennio 2018/2021. I catalani hanno fugato in questo modo anche i dubbi residui che qualche presidente di serie A continuava ad aver sulla credibilità del gruppo. Entro due settimane (scadenza fissata il 10 aprile) garantiranno anche la fideiussione da un miliardo (più Iva). Questo significa che sono andati anche a buon fine i colloqui che i dirigenti di Mediapro hanno avuto nelle scorse settimane con le banche (Unicredit e Intesa San Paolo). Sul piatto, a garanzia, avevano messo gli accordi economici che potranno essere trovati con Mediaset, Tim e Perform. Ora anche Sky dovrà incontrare il colosso catalano. Nelle settimane passate l’ emittente di Murdoch aveva giocato molto al gatto con il topo. Da Rogoredo volevano essere sicuri del versamento per poter scendere a patti. Adesso si attende solo l’ ufficialità del tanto agognato incontro. Le parti sono ancora lontane: qualche frizione sulla definizione di elementi chiave legati ai vari pacchetti (saranno svelati venerdì). La pay tv vorrebbe la massima esclusività. I catalani, invece, differenziare per avere un bacino più vasto. D’ altro canto però sono consapevoli che Sky è l’ unica a mettere soldi importanti sul piatto (Mediaset non va oltre i 230 milioni). A RAPPORTO E a proposito di appuntamenti oggi pomeriggio al Coni i 20 presidenti della serie A si riuniranno con il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò. L’ occasione nasce come momento di confronto con il capo della Polizia, Franco Gabrielli in tema di sicurezza. All’ ordine del giorno Malagò aveva inserito anche la delicata partita dei diritti tv. Il bonifico di ieri ha fatto sì che oggi i presidenti si ritroveranno a parlarne a cuor leggero e con il portafoglio gonfio. Difficile, invece, possano essere eletti gli organi mancanti. Emiliano Bernardini © RIPRODUZIONE RISERVATA.

L'articolo Rassegna Stampa del 27/03/2018 proviene da Editoria.tv.


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