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Fanpage, secondo rogo: fiamme nel bar del padre di un giornalista
Su Tivùsat si completa il bouquet delle reti in Hd
Adesivi fascisti contro Punto Radio
Fanpage, roghi e sospetti: c’ è un secondo giallo
Fanpage, secondo rogo: fiamme nel bar del padre di un giornalista
La Repubblica (ed. Napoli)
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L’ incendio del locale di notte a Cava de’ Tirreni Era chiuso per lavori Indagano i carabinieri: non si esclude alcuna pista E due. Un nuovo incendio, dopo quello di via Sedile di Porto. Un rogo nella notte, nessun ferito, ma contorni inquietanti. Stavolta accade nella provincia salernitana, a Cava de’ Tirreni. E anche in questo caso – è un’ ipotesi, ma sufficientemente allarmante – le fiamme dolose potrebbero avere come bersaglio un giornalista di Fanpage. Si tratterebbe, se la pista fosse confermata, della seconda azione ritorsiva in tre giorni organizzata nei confronti della testata on line che, da due settimane, è al centro del caso “traffico illecito di rifiuti”. Una vicenda esplosa quando l’ inchiesta della Procura di Napoli sulla corruzione in Sma ( la società regionale per l’ ambiente) ha incrociato e poi acquisito quei video di Fanpage in cui compare l’ ex camorrista Nunzio Perrella che si muove come “agente provocatore”: proponendo platealmente mazzette, con varie percentuali di tangenti, in cambio di sversamenti – di fanghi da depuratori o edi ecoballe – che, nei patti, avrebbero dovuto essere affidati illecitamente. Per questi distinti filoni sono sotto inchiesta per corruzione Luciano Passariello di Fratelli d’ Italia, Roberto De Luca ex assessore Pd al Bilancio di Salerno, più altri politici e faccendieri. Nel procedimento, relativamente alla modalità usata, sono finiti indagati lo stesso Perrella, insieme con il direttore e un cronista di Fanpage. Venerdì scorso, la denuncia di un incendio sul pianerottolo di casa della cognata del direttore di Fanpage. Ieri, le fiamme si sprigionano intorno alle tre del mattino in via Atenolfi a Cava: viene danneggiato un locale che – solo fino a 15 giorni fa – era gestito come bar dal padre di un giornalista della testata, Carmine Benincasa. L’ immobile è di proprietà di una famiglia estranea alla vicenda. L’ esercizio commerciale aveva sbarrato le porte per «cessata attività». Forti le reazioni politiche. «Due allarmanti episodi che hanno colpito prima la casa ed oggi un esercizio commerciale, direttamente riconducibili a familiari dei giornalisti. Due coincidenze inquietanti, perché immediatamente successive alle inchieste di Fanpage.it che hanno disvelato un sistema di connivenza affaristico- criminale: allerteremo il questore » , sottolinea il senatore Peppe De Cristofaro di Leu. E Arturo Scotto, stesso partito: «La politica abbia il dovere di esprimere una condanna unanime » . Toni preoccupati anche da Simone Valiante del Pd. «Ho sentito il dovere, nel silenzio generale della politica, di scrivere una lettera al ministro Minniti, perché possa fare i necessari approfondimenti: anche valutando, ove opportuno e con i dovuti riscontri, un programma di protezione per questi ragazzi». Intanto fonti investigative, da Nocera, alzano le mani, ricorrendo alla rituale, inevitabile formula: « Non possiamo escludere assolutamente nulla. Sono trascorse poche ore, non abbiamo elementi a sufficienza». – (co.sa.) © RIPRODUZIONE RISERVATA La testata on line ha pubblicato i video sul caso rifiuti, in cui l’ ex camorrista propone tangenti ai politici.
Su Tivùsat si completa il bouquet delle reti in Hd
Affari & Finanza
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C on l’ arrivo delle tre reti Mediaset, diventano 35 i canali in Hd distribuiti da Tivùsat con il supporto infrastutturale di Eutelsat, la prima piattaforma satellitare gratuita in Europa. Con Canale 5, Italia 1 e Rete 4 sono più di 100 i canali televisivi disponibili, 45 quelli radiofonici, oltre a servizi on demand e tre canali in 4k (Rai 4K, Eutelsat 4K1, Fashion TV). Tutti visibili gratis attraverso i satelliti della flotta Eutelsat. «La svolta Hd di Mediaset rafforza il ruolo del satellite come soluzione privilegiata per l’ alta definizione televisiva», dice Renato Farina, amministratore delegato di Eutelsat Italia, che ha fortemente ispirato e sostenuto questa scelta da parte di Cologno Monzese. «Con le sue risorse satellitari e la quarantennale esperienza mondiale, Eutelsat conduce un lavoro costante in nome della qualità delle immagini al fianco dei player del settore », dice Farina. Tivùsat propone un’ ampia esperienza di visione a partire dallo sport: dalla Champions League su Canale 5 alle Olimpiadi invernali su Rai 2. E a giugno ci sono i Mondiali che pur senza l’ Italia saranno un grande spettacolo. Su Tivùsat è visibile l’ intera offerta Rai in Hd più canali nazionali come SuperTennis, Nove, Radio Italia Tv e Rtl 102.5 e i canali internazionali Arte, Trt World, Cgtn, Kbs, France 24. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Adesivi fascisti contro Punto Radio
Il Tirreno (ed. Pontedera)
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PISAAdesivi inneggianti, simboli della destra più estrema sono comparsi ieri alla postazione dell’ emittente cascinese Punto Radio nell’ area stampa dell’ Arena Garibaldi. È stata una brutta sorpresa per il giornalista Massimo Corsini il quale, arrivato allo stadio come sempre due ore prima del calcio d’ inizio della partita tra Pisa e Lucchese, ha trovato il suo luogo di lavoro tappezzato da tre adesivi con l’ effigie della croce celtica. Giacomo Morabito (editore della radio) e Luca Doni (direttore responsabile dell’ emittente) hanno subito informato dell’ accaduto la società Pisa Sporting Club. «L’ episodio è di una gravità inaudita perché tende ad intimidire una emittente che ha una linea editoriale ben precisa e delineata, fondata sui valori dell’ Arci di cui siamo orgogliosamente membri – spiegano -. Una emittente che tuttavia che non ha mai chiuso le sue porte a nessuna espressione, ultima quella della destra estrema, invitata, come tutte le forze politiche partecipanti alle elezioni, ai nostri dibattiti pre-elettorali». «Ribadiamo con forza la nostra libertà di espressione – affermano i vertici della radio – e certo non saranno tre adesivi a intimidire una emittente che da oltre quarant’ anni fa informazione a Pisa e provincia». Solidarietà a Punto Radio e ai giornalisti dell’ emittente è stata espressa dal sindaco di Pisa, Marco Filippeschi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Fanpage, roghi e sospetti: c’ è un secondo giallo
Il Mattino (ed. Napoli)
Leandro Del Gaudio
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Partiamo subito da alcune premesse: non ci sono prove che sia un attentato o un messaggio trasversale contro gli autori della videoinchiesta firmata Fanpage; ogni pista viene battuta, dal guasto tecnico, all’ atto di vandalismo, senza però escludere la matrice dolosa dell’ evento. Premessa doverosa, di fronte a un episodio di cronaca avvenuto nel centro di Cava dei Tirreni, dove la scorsa notte è stato incendiato un bar con almeno 25 anni di vita. Parliamo di un’ attività commerciale gestita dai genitori del giornalista Carmine Benincasa, una delle firme della videoinchiesta «bloody money» condotta da Fanpage, che punta a dimostrare l’ esistenza di tangenti e zone d’ ombra nell’ ambito del ciclo raccolta dei rifiuti in Campania. Episodio sinistro e ad alto impatto suggestivo, che accade a distanza di pochi giorni da un altro incendio ancora tutto da decifrare. Giovedì scorso, vale la pena ricordare, c’ è stato un incendio al quarto piano di un edificio di via Sedile di Porto, dove abita la cognata del direttore di Fanpage, assieme al marito e ai figli. Due incendi a distanza di pochi giorni, due episodi al momento poco chiari, almeno in attesa delle informative di carabinieri e dei vigili del fuoco. Ma restiamo al fatto di cronaca: l’ incendio è avvenuto tra l’ una e mezza e le tre della scorsa notte, in corso Principe Amedeo, la cosiddetta «nazionale» a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Cava dei Tirreni. Colpito il bar Rosa, che da venticinque anni è gestito dai genitori di Benincasa: il bar da qualche giorno era chiuso, in seguito a un contenzioso sorto tra i titolari dell’ attività commerciale e i proprietari del locale. Una controversia con i proprietari del locale che – assicurano qui a Cava – si era ricomposta in modo pacifico già da qualche tempo (il contenzioso aveva fatto registrare un esito favorevole alla famiglia di Benincasa in primo e secondo grado). Due incendi, due episodi sinistri, su cui è lo stesso direttore di Fanpage ad attendere gli esiti delle indagini. Spiega Francesco Piccinini: «Non facciamo congetture, manteniamo i nervi saldi e aspettiamo le verifiche da parte degli inquirenti. Rimaniamo sereni a fare il nostro lavoro, andiamo avanti con le nostre inchieste». Ma torniamo all’ episodio di domenica notte, torniamo alla posizione di Carmine Benincasa. Un giornalista da tempo impegnato sul fronte caldo delle indagini giudiziarie, specie se ricondotte al potere politico e amministrativo ramificato tra Napoli e Salerno. In questi mesi, assieme ad altri colleghi della redazione napoletana di Fanpage, aveva collaborato alla stesura delle prime tre puntate della videoinchiesta condotta dall’ ex boss della camorra Nunzio Perrella, appena quarantotto ore fa ha firmato una intervista all’ ex direttore della trasparenza della Sma. Mesi fa, questa volta a Nocera, aveva filmato di nascosto uno scandalo locale, dimostrando l’ esistenza di schede elettorali nel comitato di un candidato, in un mercimonio di voti (cinquanta euro per una firma). Decisivo, a questo punto, il lavoro dei carabinieri della compagnia di Nocera (agli ordini del tenente colonnello Francesco Mortari), che dovranno analizzare le immagini delle telecamere nella zona del bar Rosa, oltre a dare una risposta alle cause dell’ incendio. Fatto sta che, almeno finora, gli ingredienti del giallo, ci sono tutti. Cava dei Tirreni come via Sedile di Porto. Inevitabili alcune domande. C’ è qualcuno che prova ad intimidire? C’ è qualcuno che prova a lanciare messaggi trasversali, magari in vista delle prossime pubblicazioni on line delle videoinchieste? O c’ è in gioco il tentativo di apparati para-investigativi di tenere alta l’ attenzione sul lavoro giornalistico condotto fino a questo momento da Fanpage? In attesa di riscontri concreti, è possibile fare un ragionamento generico: a meno di sette giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento, in vista di una scadenza elettorale così incerta e delicata, dopo l’ incendio di Cava dei Tirreni, l’ attenzione dei media si è spostata da Napoli a Salerno: una directory che rappresenta anche il cuore dell’ inchiesta «bloody money». Come è noto, il target dei filmati pubblicati finora punta ad indicare alcuni punti opachi del ciclo di smaltimento dei rifiuti. L’ attenzione è caduta sulle ecoballe, specie dopo la presunta tangente del 15 per cento al centro del colloquio tra Nunzio Perrella e un presunto mediatore di affari, in una vicenda che ha provocato le dimissioni dall’ assessorato al comune di Salerno del figlio del governatore Roberto De Luca. Ma sono decine i soggetti che sono entrati – ovviamente a loro insaputa – nella sfera di relazioni (e di inquadrature nascoste) di Nunzio Perrella, in una narrazione che dovrebbe riguardare circa novecento ore di girato. Ce n’ è abbastanza per alimentare un clima di tensione permanente, specie in vista delle prossime puntate on line. Silenzio dal mondo politico (con la sola eccezione del senatore Peppe De Cristofaro di Liberi e Uguali) e del parlamentare uscente del Pd Simone Valiante), mentre l’ attenzione si concentra sulle prossime pubblicazioni frutto del lavoro dell’ ex boss Perrella. Un clima reso rovente da due incendi, due episodi sinistri e potenzialmente trasversali, che aprono una settimana decisiva per politica e istituzioni regionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
L'articolo Rassegna Stampa del 26/02/2018 proviene da Editoria.tv.