Indice Articoli
Il Los Angeles Times passa al miliardario del biotech
Chirurgo e miliardario l’ editore a sorpresa del Los Angeles Times
LA Times venduto per 500 milioni al re dei medici
Chessidice in viale dell’ Editoria
Disney, in declino il canale Espn
Sanremo: la prima serata al 52,1%, lo share migliore dal 2005
Los Angeles Times passa di mano
Quotidiani, fine d’ anno generosa
I dati Ads a dicembre per quotidiani e settimanali e a novembre per i mensili (TABELLE)
Niente gare sulla piattaforma Sky
Dopo la condanna per truffa l’ ex direttore dell’ Avanti volta pagina: messo su una coop con i cronisti
Il Mattino
Lorenzo De Cicco
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ROMA. «Allora vado con i gamberi in filo kataifi? O meglio i tagliolini al nero di seppia?», domanda Valter Lavitola, trottolando da un tavolo all’ altro, mentre scodella ora fritture ora tranci di pesce spada. Fa quasi tutto lui: prende gli ordini, serve ai tavoli, toglie le lische, se capita, e ticchetta alla cassa quando non c’ è la sua nuova fidanzata, una bella ragazza argentina coi capelli biondi. È un po’ dimagrito rispetto alle foto col ghigno trionfante accanto a Berlusconi, altra vita, altra epoca, per il resto il ciuffo è lo stesso e anche il piglio con cui gestisce, da un mesetto scarso, una pescheria nel cuore di Monteverde, Roma Sud: metà locale col bancone di molluschi e crostacei in bella mostra, l’ altra metà coi tavolini per chi non ha fretta e vuole consumare sul posto. Un po’ spartano, ma all’ ora di pranzo non c’ è un tavolo libero. Riparte da qui, un Lavitola così lontano da quello dei tempi d’ oro, quando volava a Panama al seguito del Cav e dirigeva L’ Avanti, nella versione iperberlusconiana che capeggiò la crociata anti-Fini per la casa a Monte Carlo. «Guardi che qui in pescheria di ex dell’ Avanti ce ne sono a iosa. Vecchi poligrafici, ex cronisti, pensi la cuoca era la mia segretaria. Abbiamo fondato una cooperativa perché ci siamo ritrovati tutti senza lavoro e con un certo bisogno, diciamo, di reddito. A me hanno confiscato tutto». Eh sì, perché questo ex giornalista, ex faccendiere, ex craxiano convertito al berlusconismo, ha scontato una condanna a tre anni e otto mesi, con patteggiamento, per svariati reati, tra cui associazione a delinquere e truffa aggravata sui fondi per l’ editoria, la bellezza di 23 milioni di euro incassati dall’ Avanti dal 1997 al 2008. «Ho patteggiato sennò arrestavano mia moglie», dice lui oggi, «ma non voglio parlare di queste storie. Ho altri processi in corso». Ad aprile la Corte d’ Appello ha dichiarato prescritto il reato di corruzione per la presunta compravendita dei senatori che avrebbe portato alla caduta del governo Prodi (in primo grado era stato condannato insieme a Berlusconi). Più di tre anni, comunque, li ha passati a Secondigliano, carcere duro, dice chi c’ è stato, ma lui no: «Pensavo peggio, non mi ha cambiato più di tanto». Poi i domiciliari, sempre qui a Monteverde, dove abita. Ora è libero. E Berlusconi, lo sente ancora? «Certo, ci sentiamo, gli ho detto di venire qui al ristorante, ma prima devo finire di risistemarlo, vede lassù? I fili delle telecamere… ancora non le abbiamo montate, siamo rimasti senza soldi. Il bancone me lo ha regalato un amico di Sant’ Antonio Abate, le lampade le ho avute da un collega di Madrid». Il pesce? «Ho i miei contatti nel settore, avevo una flotta di pesca tra l’ Argentina e il Brasile», nella vita di prima. Clienti vip? «Qualcuno, ma non faccio nomi. Quasi tutti mi riconoscono, uno no, o almeno ha fatto finta di niente. Lo sa chi è? Uno dei pm che mi ha fatto arrestare. Me lo sono trovato attovagliato per un incontro galante. Non ho voluto disturbare». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il Los Angeles Times passa al miliardario del biotech
Il Sole 24 Ore
Marco Valsania
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new york Un miliardario tech anche per il Los Angeles Times. Dopo l’ acquisizione e rilancio del Washington Post da parte del magnate di Amazon Jeff Bezos, è l’ imprenditore delle biotecnologie Patrick Soon-Shiong a volersi gettare su un marchio storico in crisi del giornalismo americano: la sua Nan Capital ha deciso di rilevare il quotidiano della megalopoli, assieme al San Diego-Union Tribune, per 500 milioni di dollari. In aggiunta si farà carico di 90 milioni di oneri pensionistici. L’ operazione dovrebbe essere completata entro aprile. Soon-Shiong , 65enne medico e imprenditore di successo con una fortuna di 7,8 miliardi, è originario del Sudafrica da famiglia cinese. Emigrato prima in Canada e poi negli Stati Uniti, fece carriera: divenne capo della divisione dei trapianti pancreatici all’ Unversità Ucla. Nel 1991, scoperto un metodo per curare il diabete inserendo cellule che producono insulina nel pancreas, fondò la sua società che brevettò un farmaco per i tumori, Abraxane. Nel 2010 vendette l’ azienda a Calgene per 2,9 miliardi. Un’ altra sua ditta farmaceutica, la APP, fu ceduta ai tedeschi di Fresenius per 4,6 miliardi. Altre sue avventure sono state però controverse, con accuse di truffe seppur negate da Soon-Shiong. La cessione rappresenta un ridimensionamento per il gruppo oggi proprietario del Times: Tronc, che controlla anche il Chicago Tribune e altri giornali regionali dalla Florida a New York, potrebbe ora cedere ulteriori asset. Ma per il Los Angeles Times potrebbe essere la salvezza: sotto Tronc era stato scosso da gravi tensioni editoriali e tagli. Nonostante miglioramenti sul digitale, le entrate hanno continuato a diminuire. Negli ultimi sei mesi il direttore era cambiato tre volte e da gennaio l’ editore era stato sospeso per accuse di molestie sessuali. Soon-Shiong è sceso in campo con l’ obiettivo esplicito di un riscatto della testata: da tempo vive a Los Angeles, con interessi nella città e nell’ editoria. Ha una quota di minoranza nella squadra di pallacanestro dei Los Angeles Lakers e già in passato aveva considerato la possibilità di rilevare il quotidiano. Altri capitani d’ industria e della finanza con radici locali si sono fatti avanti negli ultimi quattro anni per farsi carico di giornali sotto pressione: il Boston Globe è stato comprato dal proprietario della squadra di baseball dei Red Sox, John Henry, e in Minnesota Glen Taylor, miliardario che controlla la squadra di basket dei Timberwolves, si era gettato sul Minneapolis Star-Tribune. «Siamo impegnati a continuare la tradizione di giornalismo pluri-premiato che viene portata avanti da reporter e editor», ha fatto sapere ieri Soon-Shiong. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Chirurgo e miliardario l’ editore a sorpresa del Los Angeles Times
La Repubblica
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NEW YORK, STATI UNITI Dopo il Washington Post finito nelle mani di Jeff Bezos e il Boston Globe in quelle di John Henry, un altro storico giornale è stato acquistato da un miliardario. Nuovo proprietario del Los Angeles Times è Patrick Soon Shiong, 64 anni, ex-chirurgo nato in Sudafrica da immigrati cinesi, che ha accumulato 9 miliardi di dollari con società nel settore biotecnologie. Soon Shiong ha pagato 500 milioni di dollari al gruppo Tronc per rilevare la testata californiana. Obiettivo? Contribuire a creare una nuova generazione di quotidiani «con tecnologie avanzate e robusti contenuti giornalistici». Nonostante il licenziamento dei giornalisti, passati da 1300 a 400, il L. A. Times rimane il maggior quotidiano della West Coast, con una tiratura media di 433 mila copie (718mila la domenica). – Arturo Zampaglione.
LA Times venduto per 500 milioni al re dei medici
Corriere della Sera
Giuliana Ferraino
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Un chirurgo miliardario, nato in Sud Africa da genitori cinesi, residente in California, è il nuovo proprietario del Los Angeles Times . Pagando 500 milioni di dollari in contanti, Patrick Soon-Shiong, 65 anni e passaporto Usa, ha riportato dopo 18 anni il giornale sotto controllo locale, dopo la burrascosa relazione che dal 2000 lo legava all’ editore del Chicago Tribune (Tronc). L’ operazione include il San Diego Union-Tribune e diverse testate regionali californiane. Con una ricchezza di stimata da Forbes in 8,7 miliardi, Patrick Soon-Shiong è considerato il dottore più facoltoso d’ America, grazie alle start-up biotecnologiche per commercializzare i farmaci contro diabete e cancro inventati da lui. «Abbiamo bisogno di giornali. Abbiamo bisogno di integrità intellettuale. Abbiamo bisogno di giornalisti che hanno la passione per questo lavoro», ha detto Soon-Shiong nel 2016, comprando il 13% di Tronc, il suo primo intervento per salvare il quotidiano. Che oggi ha bisogno di tagliare il debito e forti investimenti nel digitale.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Casta Diva Group entra nel business delle serie tv. Casta Diva Pictures Libano, filiale di Casta Diva Group, parteciperà con altri investitori locali alla realizzazione di una nuova serie tv che prevede complessivamente un budget totale di costi per 550.000 dollari (448 mila euro) e di ricavi per il solo 2018 di 1,277 milioni di dollari (1 milione di euro euro). La società investirà 250 mila dollari (203 mila euro). Entertainment Illustrated diventa bimestrale. Il freepress per i Millenials, dedicato all’ intrattenimento nelle forme contemporanee e digitali, è al terzo numero. Il magazine, nato a giugno 2017 da un’ idea di Diego Valisi ed edito da Milano Fashion Library, diventa bimestrale. Cinema, accordo Lucky Red-Bonelli per film da serie di fumetti. Lucky Red e Sergio Bonelli Editore hanno annunciato una collaborazione per portare sul piccolo schermo la serie a fumetti di prossima pubblicazione Il confine, scritta da Mauro Uzzeo e Giovanni Masi. Snapchat trasmetterà la diretta video delle Olimpiadi di Nbc. Snapchat sta per lanciare uno strumento che permetterà ai canali tv di trasmettere frammenti di dirette live, partendo dai giochi olimpici di Pyeongchang, in Corea del Sud, in collaborazione con Nbc. Sul web arriva Election mood. Il portale www.electionmood.it misura il gradimento delle notizie sui social e fotografa le elezioni viste dalla rete, ossia monitora le reazioni del pubblico dei social network rispetto alle notizie diffuse dai media o rapporta il consenso degli utenti rispetto a una proposta elettorale o a un fatto di cronaca. Il nuovo portale lanciato da Epoka Group è gratuito. Optima Italia debutta nell’ editoria cartacea. La multiutility italiana attiva nel mercato dell’ energia e delle telecomunicazioni avvia la partnership con Billboard Italia, rivista internazionale del settore musicale, ora presente anche in Italia. Ogni mese infatti, in allegato a Billboard Italia, ci sarà Music Update, progetto editoriale dedicato ai principali appuntamenti musicali del mese, realizzato in collaborazione con OM-Optimagazine, webzine di Optima Italia.
Disney, in declino il canale Espn
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Espn, il canale televisivo sportivo per eccellenza negli Stati Uniti, sta diventando un problema per Disney, che ne controlla l’ 80% (il restante 20% è di Hearst). E chissà se a Bob Iger, presidente e amministratore delegato di Disney che, con l’ acquisizione di Fox, è diventata di fatto anche l’ azionista di riferimento di Sky Italia, saranno arrivati gli spifferi da Milano Santa Giulia, con il caos tutto italiano nella querelle dei diritti tv della Serie A di calcio, e l’ ipotesi, per Sky, di dover spendere più soldi rispetto al passato per assicurarsi le partite del triennio 2018-2021. Nella conference call con gli analisti, per presentare i risultati di Disney nel trimestre ottobre-dicembre 2017 (il primo trimestre dell’ esercizio 2018), Iger ha confermato il declino di Espn: calano gli ascolti, calano gli abbonati, cala la raccolta pubblicitaria. I conti tengono soprattutto grazie alla rivendita dei diritti e alla riduzione dei costi di palinsesto. Dal 2013 al 2017 Espn ha perso circa 10 milioni di abbonati, scendendo sotto quota 90 milioni. È comunque una azienda che vale 50 miliardi di dollari, con ricavi 2017 pari a circa 15,4 miliardi di dollari, di cui circa il 60% arriva dalla vendita degli abbonamenti (il costo medio dell’ abbonamento è di 7,21 dollari al mese), e che produce ancora utili per gli azionisti Disney. Le prospettive, tuttavia, non sono esaltanti. Scenari incerti anche per Hulu, la piattaforma in streaming a pagamento (disponibile per ora solo negli Usa e in Giappone) di cui Disney controlla il 30%, quota che, con l’ acquisizione di Fox, salirà al 60%. Nel primo trimestre dell’ esercizio 2018 Hulu ha peggiorato il rosso già accumulato nello stesso periodo dell’ esercizio 2017. Certo, gli abbonati stanno crescendo (a fine 2017 erano oltre 17 milioni), e la raccolta pubblicitaria va bene (nel 2017 incassato un miliardo di dollari), ma gli incrementi non compensano quelli dei costi di palinsesto e del personale. Pure il risultato operativo di A+E Networks, di cui Disney controlla il 50% (l’ altro 50% è di Hearst), è in calo rispetto allo stesso periodo 2017. In questo caso c’ è il combinato effetto di un calo della raccolta pubblicitaria per i canali tv del network, e di un aumento dei costi di marketing e di palinsesto. Proprio per provare a trovare una via di uscita da tutte queste incertezze, Iger ha annunciato due importanti novità. Nella primavera di quest’ anno sarà lanciata la nuova app Espn Plus, una offerta in streaming del meglio di Espn a 4,99 dollari al mese, che Iger definisce «rivoluzionaria». Verso la fine del 2019, probabilmente integrando anche tutte le properties a seguito della acquisizione Fox, Disney lancerà poi un nuovo servizio in streaming brandizzato Disney e destinato a fare una concorrenza spietata nel mondo a Netflix e affini. Sarà però l’ acquisizione di Fox, che al momento deve attendere gli ok delle varie authority, a dare la spinta decisiva alle nuove frontiere di Disney: «Avremo più possibilità sia produttive, sia di contenuti. E potremo diversificare meglio i nostri business anche da un punto di vista geografico», spiega Iger. Più in generale, i conti di Disney nel primo trimestre dell’ esercizio 2018 chiudono con ricavi per 15,35 miliardi di dollari (+4% sullo stesso periodo precedente) e un risultato netto pari a 4,42 miliardi di dollari (+78%) per il quale Iger deve dire grazie a una persona in particolare: Donald Trump. Il nuovo sistema di tassazione messo a punto dal presidente degli Stati Uniti, infatti, ha comportato per Disney un guadagno secco di 1,6 miliardi di dollari rispetto al primo trimestre del 2017. Scendendo nel dettaglio delle divisioni Disney, quella Media networks (le televisioni) ha avuto ricavi per 6,24 miliardi di dollari (come nel 2017), con un ebit di 1,19 miliardi, in calo del 12%. La divisione Park Resorts è invece a 5,15 miliardi di dollari (+13%), con un ebit pari a 1,34 miliardi (+21%). In questo caso bisogna dire grazie al meteo (nel primo trimestre 2017 gli Stati Uniti erano stato colpiti dall’ uragano Matthew) e alla buona performance di Disneyland Paris, che compiva 25 anni e dove è cresciuto sia il prezzo medio del biglietto sia il numero di visitatori. Gli Studios (ovvero le produzioni per il cinema e la tv, che vanno bene, e l’ home video, che invece è in declino) si sono attestati a 2,5 miliardi di dollari (-1%), con un ebit pari a 829 milioni di dollari (-2%). Infine, la divisione Consumer vale 1,45 miliardi di dollari (-2%) per un ebit di 617 milioni di dollari (-4%). © Riproduzione riservata.
Sanremo: la prima serata al 52,1%, lo share migliore dal 2005
Italia Oggi
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Un successo la prima serata del Festival di Sanremo guidato da Claudio Baglioni e con la conduzione di Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino: martedì gli spettatori sono stati 11 milioni 603 mila con uno share del 52,1%, in crescita di 229 mila spettatori e di 1,73 punti percentuali rispetto alla prima serata dello scorso anno con la quale Carlo Conti aveva già superato il muro del 50%. In questo caso si tratta dello share migliore dal 2005. Il picco di ascolto in termini di spettatori è stato registrato alle 21,58 con Fiorello con 17 milioni 200 mila, quello di share alle 00,03 con il 57,9%. Buona partenza del Festival anche sui social con 6 milioni di interazioni complessive su Facebook, Instagram e Twitter, un record assoluto per un evento tv in Italia. Su Twitter si è registrato un aumento dell’ attività di oltre il 100% rispetto al 2017. Per quanto riguarda la fruizione del Festival su RaiPlay, la diretta streaming ha generato oltre 600 mila contatti. I contenuti on demand hanno raggiunto mezzo milione di visualizzazioni. «È una buona partenza, buona su tutti i punti di vista», ha commentato il direttore di Raiuno, Angelo Teodoli. «L’ idea è che un festival di artisti come era stato annunciato ha fatto un’ opera d’ arte sia nel prodotto che negli ascolti. E ha un autore principale ed è Claudio Baglioni che ha tessuto con maestria show e musica come ha promesso già nei mesi scorsi. Accanto a lui la Hunziker e Favino (che Teodoli chiama scherzosamente Pierluigi, ndr), un grazie anche a Fiorello che ha saputo dare il là alla trasmissione». Teodoli ha sottolineato «il grande successo sui pubblici più giovani. Le donne tra i 15 e i 24 anni hanno realizzato uno share del 60,2%, otto punti sopra la media generale. Gli individui in generale sono stati del 54,6%. Tra i 25 e i 34 anni sono stati il 45,5%, secondo miglior dato dal 2005. Nelle aree geografiche c’ è stata una distribuzione costante su tutta la penisola. Sono aumentati i laureati, passati al 56%, eguagliato il record di Fazio nel 2013. Ma la cosa più importante è che Sanremo da quattro anni sta crescendo costantemente. Questo significa che la Rai nelle sue scelte e con i collaboratori e con le persone che si incaricano di questo fardello sta ottenendo risultati sempre migliori». Dall’ analisi di Ibm Watson Explorer, IL sistema che analizza le interazioni in rete, emerge che il 65% degli utenti ha apprezzato la prima serata del Festival (sentiment positivo) contro un 35% del web che l’ ha bocciata (sentiment negativo). Per quanto riguarda i cantanti, Lo Stato Sociale emerge nei gradimenti (assieme a Ermal Meta e The Kolors) mentre Annalisa è la più apprezzata per il look.
Los Angeles Times passa di mano
Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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Il Los Angeles Times, il quarto quotidiano degli Stati Uniti, cambia proprietà e passa in mani private dopo un ventennio all’ interno di un grande gruppo. Ieri la casa editrice Tronc ha infatti annunciato di aver raggiunto un accordo per la vendita a Patrick Soon-Shiong, un medico-ricercatore-uomo d’ affari miliardario di Los Angeles per 500 milioni di dollari, 405 milioni di euro. Soon-Shiong si accollerà anche i debiti previdenziali della seconda testata ceduta con il Times, la San Diego Union-Tribune, pari a 90 milioni di dollari (73 milioni di euro) che portano quindi il valore dell’ operazione a quasi 600 milioni di dollari. Si tratta della seconda acquisizione di questo tipo nel settore, dopo quella del Washington Post da parte di Jeff Bezos nel 2013 per 250 milioni di dollari. La mossa di Tronc è una vera e propria giravolta rispetto a quanto fatto e detto dal presidente e maggiore azionista, Michael Ferro jr, negli ultimi due anni, ovvero da quando ha assunto il controllo del gruppo che prima si chiamava Tribune Publishing. Ferro, infatti, aveva respinto con forza i tentativi di take over da parte di Gannett (oltre 860 mln di dollari offerti per l’ intero gruppo), editore di Usa Today, e il Times era al centro del suo progetto di realizzare un gruppo con una grande presenza digitale. I modi di Ferro, e il management scelto, però, non avevano fatto che creare attrito all’ interno del gruppo e in particolare con i giornalisti, anche se non può essere sicuramente questo il motivo del cambio di direzione. Di sicuro Ferro ha ancora una volta fatto quello che gli è riuscito bene anche in passato: vendere spremendo il massimo dai suoi asset e ora i 600 milioni di Soon-Shiong gli serviranno per ridurre il debito del gruppo. «Siamo lieti di trasferire la leadership del Los Angeles Times e del San Diego Union-Tribune a una proprietà locale», ha dichiarato con una nota Justin Dearborn, l’ amministratore delegato di Tronc. «Siamo certi che l’ eccellenza giornalistica nel sud della California continuerà a lungo nel futuro». A Tronc resteranno comunque il Chicago Tribune, il Baltimore Sun, il New York Daily News e l’ Orlando Sentinel. Per quanto riguarda Soon-Shiong, invece, non si sa quanto sia disposto a investire per far tornare il Los Angeles Times ai fasti di un tempo e arrivare ai livelli di innovazione del New York Times e del Washington Post. Oggi resta sempre il quarto quotidiano degli Stati Uniti per diffusioni dopo Wall Street Journal, Nyt e Usa Today, ma non ha compiuto ancora la trasformazione digitale necessaria. Soon-Shiong, comunque, desiderava da tempo avere la proprietà del giornale della propria città. Patrimonio da oltre 7 miliardi di dollari, provenienti per lo più dalla vendita di farmaci generici e dall’ invenzione di una nuova cura contro il cancro, il medico era già un grande azionista di Tronc ed era entrato nella società nel 2016 per aiutare Ferro nel respingere il tentativo di acquisizione da parte di Gannett. Ferro lo aveva anche nominato vicepresidente, salvo poi sollevarlo dall’ incarico quando sono emerse le inevitabili divergenze. Fra tre mesi, quando l’ operazione sarà completata, sarà invece l’ editore del giornale. © Riproduzione riservata.
Quotidiani, fine d’ anno generosa
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Lo scorso dicembre conferma i buoni presagi di novembre e così la maggior parte dei principali quotidiani italiani chiude l’ ultimo mese dell’ anno con diffusioni complessive carta+digitale al rialzo, stando alle rilevazioni Ads dello stesso dicembre rispetto al mese prima. In particolare, la Verità cresce del 29,3%, TuttoSport dell’ 11,7% (ma è a -3,8% con l’ edizione del lunedì), Quotidiano Nazionale Qn-Giorno aumenta dell’ 8,9%, Quotidiano Nazionale Qn-Nazione del 4,1%, Quotidiano Nazionale Qn-Resto del Carlino del 2,9%, il Fatto Quotidiano del 2,3% e ancora Corriere Sport-Stadio del 2% (ma segna un -0,8% al lunedì), il Sole 24 Ore avanza dell’ 1,6% e la Stampa dello 0,5%. Restano in terreno negativo Avvenire (-9,4%), Corriere della sera (-3,5%) e infine Messaggero (-1,6%) e Repubblica (-0,6%) che, però, contengono meglio le perdite. Sostanzialmente stabili Libero (+0,2%) e ItaliaOggi. Arriva, infine, il confronto diffusionale per Editoriale Oggi, su di un simbolico 0,3% con Ciociaria Oggi e Latina Oggi. Nel loro complesso, i quotidiani archiviano il 2017 con una diffusione totale carta+digitale che sfiora i 3 milioni di copie, di poco superiore a quella di novembre scorso, ma rimanendo abituati ormai ad andamenti altalenanti, stagionali e molto condizionabili dalla cronaca (lo scorso dicembre, per esempio, è stato non solo tempo di bilanci politici di fine anno, manovre economiche ma anche di campagna elettorale e querelle sui sacchetti di plastica). Tanto per avere un dato di riferimento, rispetto a maggio 2017 quando Ads ha introdotto le attuali regole di monitoraggio, sono andate perse circa 257 mila copie in 8 mesi (poco più di 32 mila ogni mese). Comunque, tornando allo scorso dicembre e riordinando in ordine decrescente le diffusioni complessive su carta e in edizione digitale, il Corriere della Sera resta primo, seguito da Quotidiano Nazionale Qn (dorso sinergico di Giorno, Nazione e Resto del Carlino) con 212.486 copie in tutto. Terza, a ridosso, c’ è Repubblica (rimane indietro di 1.656 ma era seconda il mese precedente). Giù dal podio la top ten prosegue inalterata con Sole 24 Ore, il lunedì della Gazzetta dello Sport, Stampa, Gazzetta dello Sport, Avvenire, Messaggero e il lunedì del Corriere Sport-Stadio. In edicola, poi, c’ è qualche miglioramento ma rimane in generale un canale di vendita ostico. Per esempio, il Fatto Quotidiano aumenta ulteriormente del 3,2%, la Stampa consolida e va al +1,3%, Avvenire recupera a un contenuto +0,6% ma torna formalmente in terreno positivo e infine il Corriere della Sera diventa stabile. Invece Corriere Sport-Stadio aumenta ancora in settimana (+2%) ma non il lunedì (-0,6%), Qn-Giorno cresce sempre (seppur di un più contenuto +3,2%) così come Qn-Nazione al +1,3% mentre Qn-Resto del Carlino si mantiene stabile azzerando la crescita complessiva carta+digitale. Stesso trend che segue anche il Sole 24 Ore, sostanzialmente costante. TuttoSport mantiene il segno positivo davanti (+12,4%), escluso il lunedì a -3,9%. La Verità aumenta ancora ma si ferma a un +3,8%. Infine il Giornale è di nuovo stabile, il Messaggero anche (-0,5%). Di contro Repubblica perde il 3%. Guardando alla classifica, anche questo mese come già a novembre Quotidiano Nazionale Qn resta primo con 4.709 copie di vantaggio sul Corriere della Sera (anche se le due testate si rincorrono sul gradino più alto del podio di rilevazione in rilevazione). Seguono Repubblica e il lunedì della Gazzetta dello Sport che, a dicembre, riduce il distacco a quota 8.289 copie. Dalla quinta posizione in giù si confermano nell’ ordine la Gazzetta della Sport nel resto della settimana, la Stampa (sesta), il lunedì del Corriere Sport-Stadio, ancora il Messaggero, le altre edizioni del Corriere Sport-Stadio e (decimo) il Giornale. Anche il digitale non è avaro di incrementi (seppur non per tutti), a partire dalla Verità che passa a 5.847 copie dalle precedenti 559 (segnando un formale +946%). Ma ci sono anche Qn-Resto del Carlino a +11,5%, Qn-Giorno a +10%, Qn-Nazione a +8,3%, Repubblica a +8,3%, Libero a +2,3%, ItaliaOggi a +2,2%, Messaggero a +1,5%, Avvenire a +1% e Fatto Quotidiano a +0,5%. Contraggono di contro Corriere della Sera (-12%), Corriere Sport-Stadio (-9,4% e -9,2% al lunedì), TuttoSport (-7,3% e il lunedì -7,4%), ancora la Stampa -1,7% e il Sole 24 Ore -0,7%. Granitico il ranking finale che vede schierati, progressivamente, il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera e Repubblica. In fila dopo ci sono Stampa, il lunedì della Gazzetta dello Sport e le sue successive edizioni, il Fatto Quotidiano (settimo). A dicembre il Messaggero si riprende la rivincita su Avvenire e riconquista l’ ottavo posto. Decimo sempre il Gazzettino.
I dati Ads a dicembre per quotidiani e settimanali e a novembre per i mensili (TABELLE)
Prima Comunicazione
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Sono disponibili da mercoledì 7 febbraio 2018 i nuovi dati mensili stimati dagli editori, riferiti al mese di dicembre 2017 per quotidiani e settimanali e al mese di novembre 2017 per i mensili. QUOTIDIANI – I dati dei quotidiani a dicembre 2017 (.xls) SETTIMANALI – I dati dei settimanali a dicembre 2017 (.xls) MENSILI – I dati dei mensili a novembre 2017 (.xls) In arrivo la tabella con i trend dei quotidiani realizzata da L’ Ego Editoriale per Primaonline.it.
Tronc cede il ‘LA Times’ per 500 milioni di dollari a Nant Capital del miliardario Patrick Soon-Shiong
Prima Comunicazione
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Tronc cede ‘Los Angeles Times’ e ‘San Diego Union-Tribune’. I due quotidiani sono stati venduti a Nant Capital, il veicolo di investimento di Patrick Soon-Shiong, che li avrebbe acquistati per 500 milioni di dollari. Un prezzo molto elevato, se si considera che l’ intera Tronc – editore tra gli altri anche di ‘Chicago Tribune’, il ‘New York Daily News’ e il ‘Baltimore Sun’ – ha una capitalizzazione di mercato di 607,5 milioni di dollari. E, per fare un paragono, Jeff Bezos aveva sborsato 250 milioni di dollari per il ‘Washington Post’. Patrick Soon-Shiong L’ accordo era stato anticipato qualche giorno fa dal ‘Washington Post’ , rimarcando più volte le tensioni tra la testata e l’ editore – che ha sede a Chicago – acuite dalle scelte di gestione della storica testata californiana , tra tagli gravosi e l’ avvicendamento in pochi mesi di tre diversi direttori. Con il passaggio di proprietà finisce anche la ‘battaglia’ fra Soon-Shiong, cacciato dal Cda di Tronc lo scorso anno, e Michael Ferro, dal 2016 maggior azionista dell’ editrice, alla quale aveva anche scelto di cambiare nome, da Tribune Publishing a Tronc, come abbreviazione per Tribune Online Content . Los Angeles Times, San Diego Union-Tribune sold to billionaire Patrick Soon-Shiong https://t.co/fXSphbQHY0 pic.twitter.com/wTWh496WBn – Los Angeles Times (@latimes) 7 febbraio 2018 Nonostante la crisi, il Times, la testata della seconda città più grande d’ America, rimane un marchio forte, sesta principale testata del Paese, con 431mila abbonati e 31,6 milioni di contatti online lo scorso dicembre.
Niente gare sulla piattaforma Sky
Il Messaggero
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ROMA Le Olimpiadi invernali non potranno essere viste su Eurosport, attraverso la piattaforma Sky, in quanto Discovery ha deciso di oscurare il segnale proveniente dalla Corea del Sud. Quelle immagini, in sostanza, potranno esser viste soltanto su Eurosport attraverso Mediaset Premium. Le gare delle Olimpiadi potranno esser viste anche in chiaro attraverso la Rai che, però, ha un pacchetto di sole 110 ore. © RIPRODUZIONE RISERVATA.