Indice Articoli
Una nuova avventura per lettori in movimento
Cairo, cassetti pieni di progetti
Eurosport, gli ascolti dell’ Australian Open a +187%. Ora le Olimpiadi
Raccolta Go Tv, +15,6% a dicembre E nel 2017 raggiunge i 18 milioni
Chessidice in viale dell’ Editoria
Aumenti di 135 euro nelle radio e tv private
Si ferma la discesa dei tassi per il credito agevolato
“Elezioni, così togliamo le balle da Facebook”
Le fake news raggiungono (solo) il 3% degli italiani online
Sgarbi, tipografi e libertà di stampa
Cinema di Stato I finanziamenti con il manuale «cencelli»
«Solferino» al Salone del Libro: a Torino il debutto della nuova casa editrice di Cairo
Cairo: positiva nel 2017la raccolta pubblicitaria «Libri? Le novità a maggio»
Le sentenze di Cesare Lanza sui giornalisti
Una nuova avventura per lettori in movimento
La Stampa
MAURIZIO MOLINARI
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Da oggi i lettori de «La Stampa» hanno una piattaforma in più per usufruire dei nostri contenuti. Podcast è un audio fruibile in qualsiasi momento, che può essere scaricato e salvato, permettendo di ascoltare un racconto di attualità o approfondimento mentre si è fermi o in movimento. Ogni settimana offriremo almeno dieci podcast, che si arricchiranno anche grazie al contributo dei lettori sui social network. Il metodo è l’ ascolto perché i podcast nasceranno dalla voce con cui i nostri giornalisti racconteranno storie di cronaca, personaggi del giorno, fatti di costume, ricerche scientifiche, avventure editoriali e quant’ altro sarà possibile. La popolarità crescente dei podcast si deve a due caratteristiche: la possibilità di apprendere in movimento e l’ opzione di riascoltare ogni volta che lo si desidera. Diventando il primo giornale italiano a realizzare contenuti audio di taglio giornalistico – sul modello di quanto già fanno quotidiani come il «New York Times» e «Guardian» – «La Stampa» rafforza la propria comunità dei lettori che, nell’ epoca della digitalizzazione, si estende oltre i confini della carta, declinando i contenuti su tutte le piattaforme dove il pubblico si ritrova, incontra, comunica, conversa. È proprio il cambiamento delle abitudini dei lettori che ci ha spinto a portare in Italia la rivoluzione podcast, rispondendo alle esigenze di un pubblico che trascorre sempre più tempo in movimento e che non vuole perdere l’ occasione per informarsi, per fare «esperienze di conoscenza» ovvero ascoltare voci e suoni che descrivono eventi di interesse collettivo. Ecco perché da dieci anni, negli Stati Uniti, la percentuale di persone che ascolta regolarmente i podcast cresce di 3-4 punti ogni 12 mesi, attestandosi al momento sul 24 per cento della popolazione nazionale. Sono numeri dovuti al fatto che i podcast si sono dimostrati in grado di creare delle community di ascolto trasversali per età, provenienza e territorio. La sfida che inizia oggi è possibile grazie alla collaborazione con Audible, piattaforma di Amazon: i nostri contenuti assieme alla capacità di distribuzione e di diffusione di un colosso digitale che ha deciso di aprirsi al mercato dell’ audio italiano gettano le basi per un’ informazione di qualità che sarà sempre più alla portata di tutti. Una nuova avventura sta per cominciare, vi aspettiamo. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
Cairo, cassetti pieni di progetti
Italia Oggi
PAGINA A CURA DI CLAUDIO PLAZZOTTA
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La casa editrice di libri Solferino di Rcs sarà presentata al mercato al prossimo Salone di Torino, al via il 10 maggio. In questa fase «stiamo facendo offerte per costruire un interessante catalogo di titoli», spiega Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup, «e per il 2018, comunque, dobbiamo ancora rispettare il patto di non concorrenza con Mondadori (a cui è stata ceduta Rcs libri, ndr), e non possiamo pubblicare più di 110 titoli. Dal 2019, invece, saremo liberi di fare quello che vogliamo». La raccolta pubblicitaria del gruppo Rcs nel 2017 è «in leggera crescita rispetto al 2016», e ovviamente Cairo, che è anche presidente del Torino, rimugina ancora sull’ esito delle partite per la presidenza della Federazione italiana giuoco calcio e per l’ assegnazione dei diritti tv della Serie A. Domanda. Deluso dal mondo del calcio? Risposta. Beh, sono reduce da un tour de force a Roma dove non siamo riusciti a eleggere il presidente della Figc. Ci siamo fatti commissariare. E temo ci fosse anche qualcuno che aveva piacere a essere commissariato. Tuttavia non credo che possa arrivare un commissario con la bacchetta magica che risolve in un lampo tutti i problemi del calcio italiano. In particolare non ho capito l’ atteggiamento di Damiano Tommasi, presidente dell’ Associazione italiana calciatori. Vediamo chi nominano commissario, magari aveva preso accordi D. Ma la Lega Serie A, ovvero i club di Serie A, potrebbero separarsi dalla Federazione? R. In Inghilterra la Lega Serie A si è staccata dalla Federazione. È una ipotesi. D. Il Festival dello Sport, il prossimo ottobre a Trento, è una delle iniziative nuove per aumentare la voce ricavi di Rcs. Su cosa altro state lavorando? R. Abbiamo i cassetti pieni di progetti con Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, i nostri periodici, le testate spagnole. Anche sul nuovo settimanale curato dalla Gazzetta stiamo lavorando, ma non abbiamo ancora preso una decisione finale. D. Come è andata la raccolta pubblicitaria di Rcs nel 2017? R. Rcs nel 2017 ha chiuso con una raccolta pubblicitaria in leggera crescita sul 2016, sotto l’ 1%, ma è importante perché il confronto era con un anno pari, nel quale c’ erano Europei di calcio ed Olimpiadi. D. Nel caso, molto ipotetico, nel quale andasse in porto il progetto di canali del calcio a cura di MediaPro-Lega Serie A, lei potrebbe essere coinvolto nella raccolta pubblicitaria, tenuto conto del know-how di Cairo pubblicità nel calcio in pay tv prima con Telepiù, poi con Dahlia tv? R. L’ attività di concessionaria, tra Cairo pubblicità ed Rcs pubblicità, è concentrata essenzialmente sui nostri mezzi. Mentre quando ho iniziato facevo la concessionaria per editori terzi, ormai la nostra attività punta soprattutto sui mezzi di proprietà. Siamo molto finalizzati a questo, e meno interessati a mezzi di terzi. Però, vediamo cosa succede, come vanno le cose con MediaPro. Importante è che da 830 milioni all’ anno il valore dei diritti tv del calcio sia già salito a 950 milioni. Vediamo se c’ è la possibilità di fare un terzo bando, di organizzarlo eventualmente più per prodotto che per piattaforma. E in base al bando faremo le nostre valutazioni, anche per eventuali pacchetti che potrebbero interessare a La7, perché no. D. Qualcuno ha parlato di ipotesi di emissione di un bond da parte di Rcs… R. Non penso proprio. Abbiamo appena rinegoziato il debito Rcs, e quindi escludo l’ emissione di un bond. A meno che ci sia da finanziare una acquisizione straordinaria, cosa che però non è in programma. © Riproduzione riservata.
Eurosport, gli ascolti dell’ Australian Open a +187%. Ora le Olimpiadi
Italia Oggi
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Eurosport Italia ha appena finito di trasmettere in esclusiva due settimane di grande tennis con gli Australian Open (ascolti in crescita del 187% rispetto alla edizione 2017), e si appresta, dal prossimo 9 febbraio fino al 25, a coprire in maniera capillare le Olimpiadi invernali di PyeongChang, in Corea del Sud. In tempi di ipotesi di nuovi canali sulla Serie A di calcio realizzati da MediaPro-Lega Serie A e poi rivenduti alle piattaforme interessate, ecco il modello Eurosport, del tutto simile, con una distribuzione sia sulla piattaforma pay di Sky, sia su quella di Mediaset Premium, e con un ott a pagamento, Eurosport Player, tra i meglio sviluppati sul mercato. Non c’ è una vera e propria redazione sportiva italiana per i canali televisivi di Eurosport, che ritrasmettono il segnale paneuropeo, e che però hanno anche alcuni diritti tv territoriali, tipo il basket di Serie A e l’ Eurolega. C’ è una redazione strutturata solo per il sito web italiano di Eurosport, sul quale lavorano una ventina tra giornalisti e collaboratori, coordinati dal direttore Luigi Ecuba, che è anche senior director Sports di Discovery Italia (gruppo che controlla Eurosport). Per il resto, Eurosport si avvale di una squadra di circa 60 commentatori, tra i più competenti in Italia, e che spaziano dal ciclismo (Salvatore Aiello e il convalescente Riccardo Magrini) al tennis (le ottime prime voci Jacopo Lo Monaco e Federico Ferrero), dagli sport invernali (Giangiacomo Secchi e Gianmario Bonzi) all’ atletica leggera, il nuoto, il biliardo (Maurizio Cavalli e Andrea Campagna), gli sport motoristici e, come detto, il basket (tre grandi ex assi del basket come Carlton Myers, Andrea Meneghin, Hugo Sconochini ad affiancare le voci di Andrea Solaini, Nicolò Trigari e Luca Gregorio). Quanto agli Australian Open di tennis, trasmessi in esclusiva così come il Roland Garros di Parigi e gli Us Open di New York, il canale Eurosport 2 ha avuto ascolti record. Soprattutto grazie alla localizzazione di alcuni match e al risultato storico di due italiani, i tennisti Andreas Seppi e Fabio Fognini, che hanno raggiunto entrambi gli ottavi di finale (non succedeva in un torneo del Grande Slam dal Roland Garros del 1976). Complessivamente, come detto, gli Australian Open 2018 hanno fatto registrare una crescita dell’ audience del 187% rispetto a quella del 2017 che già era andata molto bene, col ritorno alla vittoria in uno Slam di Roger Federer. Gli ottavi di finale Seppi-Edmund hanno ottenuto lo 0,8% di share sul totale individui (e si ricordi che Eurosport è trasmesso solo sulle piattaforme pay di Sky e di Mediaset Premium), mentre la finale maschile tra Federer e Cilic, su Eurosport 1, ha raggiunto il 2,5% di share medio sul totale individui, portando il canale al nono posto assoluto nazionale nella mattinata di domenica 28 gennaio.
Raccolta Go Tv, +15,6% a dicembre E nel 2017 raggiunge i 18 milioni
Italia Oggi
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Cresce del 15,6% la raccolta pubblicitaria della Go Tv a dicembre. Secondo l’ Osservatorio Fcp-Assogotv (Fcp-Federazione Concessionarie Pubblicità), nel mese il fatturato totale del mezzo è stato di 2.263.000 euro. Per l’ intero anno 2017 il fatturato totale è stato di 18.036.000 euro, che corrisponde a un incremento del fatturato pubblicitario della Go Tv pari a +12,3% rispetto al 2016. «La Go Tv è l’ unico media italiano che cresce a doppia cifra nel 2017: mese dopo mese ha confermato la sua straordinaria accelerazione con una performance negli ultimi sei mesi del +17% a fronte del +7% del progressivo a giugno», ha commentato Angelo Sajeva, presidente di Fcp-Assogotv. «In un mercato sostanzialmente stabile è un risultato che va sottolineato con forza. È la conferma di un media complementare nella Videostrategy delle aziende, che vogliono coprire un target altamente potenziale con audiences frammentate tra tv, on line e social. Superano quota 500 i clienti del 2017 e sono oltre 100 i brand in più rispetto al 2016 che hanno scelto un canale Go Tv, segno del crescente interesse verso un media moderno che parla ogni giorno a un pubblico attivo, numeroso e in mobilità. Dieci milioni gli italiani che vivono fuori casa più di nove ore ogni giorno, che si spostano con grande frequenza per motivi di lavoro o studio e che la Go Tv raggiunge in larga parte attraverso gli oltre 1.300 touchpoint in tutta Italia: nelle stazioni, aeroporti, metropolitane, autobus e autostrade con un particolare presidio nei centri urbani e metropolitani (a partire da Milano e Roma). Clienti e centri media hanno apprezzato i risultati derivati da un utilizzo della Go Tv con continuità e con flight medi di almeno due-tre settimane, sia per rinforzare le pianificazioni in specifiche aree prioritarie per i consumi, sia per migliorare la copertura sui target attivi con più adeguati livelli di frequenza efficace. Nel 2017 chiaro arricchimento del mix merceologico con tutti i settori ora rappresentati nel portafoglio clienti della Go Tv. Turismo e viaggi, alimentari e media editoria si confermano i settori trainanti con investimenti incrementali e crescite che negli ultimi due anni superano il 40%. La distribuzione – alimentare e non – la gestione casa (compreso il pet food) e la cura persona sono i settori top performer del 2017 e complessivamente superano i due milioni e mezzo di investimento complessivo pari ad una quota del 15%. Tante evidenze che insieme contiamo di confermare e migliorare nell’ anno appena iniziato – anche il gennaio 2018 è partito bene – grazie anche ad un programma di iniziative congiunte a sostegno del posizionamento, della conoscenza e della misurabilità di un mezzo che vuole superare nel 2018 la soglia dei venti milioni di Euro ed essere ancora più protagonista del panorama media italiano». Dell’ Osservatorio Fcp-Assogotv fanno parte Class Pubblicità, Grandi Stazioni Retail, Vidion, le tre concessionarie che rappresentano il mondo della TV negli ambienti del trasporto pubblico.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Accordo Mediaset-Vivendi, de Puyfontaine positivo. «Ci sono discussioni, io voglio essere positivo, perché trovare un accordo sarebbe buono», ha dichiarato ieri a margine di un convegno Arnaud de Puyfontaine, a.d. di Vivendi, parlando delle trattative in corso tra Mediaset e Vivendi. L’ accordo ci sarà prima delle elezioni? «Aspettiamo e vediamo». Cinecittà al rilancio grazie a Netflix e Rai. Il futuro di Cinecittà non è mai apparso così roseo da 20 anni: questo è il giudizio del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che, presentando al Teatro Fellini la nuova stagione pubblica, ha parlato di «inizio simbolico di un nuovo futuro per Cinecittà». Sempre secondo il ministro, «la strategia, condivisa in Parlamento, che ha cercato di mettere al centro dello sviluppo del paese l’ audiovisivo dà già ora i suoi frutti: malgrado le polemiche sulle quote di opere europee e italiane da trasmettere in tv, e malgrado le norme entrino in vigore nel 2019, le televisioni già hanno iniziato a chiedere a produttori italiani di fare film. Poi c’ è il dato importante dell’ investimento di produzioni internazionali a Cinecittà, tra le quali assume rilevanza particolare l’ arrivo di Netflix (che prossimamente girerà negli studi di via Tuscolana come annunciato da Roberto Ciucutto, ndr). Inoltre», ha proseguito Franceschini, «c’ è una norma di legge per cui si prevede espressamente che nel progetto di sviluppo di Cinecittà sia coinvolta come partner la Rai». Football league, diritti della Thursday Night a Fox per 2,7 mld. Fox broadcasting ha firmato un accordo da 3,3 miliardi di dollari (2,7 miliardi di euro) con la National football league (Nfl) per acquisire i diritti di trasmissione della Thursday Night per 5 anni. Sebbene l’ audience delle partite di football della Thursday Night sia calata del 12%, il pacchetto ha comunque attratto una media di 12 milioni di spettatori e batte sempre la concorrenza. Tv2000, lascia il d.g. Serra. Il direttore generale di Rete Blu Spa (a cui fanno capo Tv2000 e InBlu Radio, emittenti della Conferenza episcopale italiana) Lorenzo Serra lascia per ricoprire la carica di direttore dell’ Istituto centrale per il sostentamento del clero. A sostituirlo stabilmente c’ è l’ attuale a.d. Massimo Porfiri. Giornalisti, sit-in venerdì per Askanews. Venerdì, dalle 10 alle 11, i rappresentanti dei giornalisti si ritroveranno davanti a Palazzo Montecitorio, per esprimere vicinanza e solidarietà ai colleghi dell’ agenzia di stampa Askanews, impegnati in una difficile vertenza dopo che «l’ editore non ha corrisposto lo stipendio di gennaio», hanno fatto sapere con una nota ieri dalla Fnsi. Touring club italiano, esce la guida La buona cucina italiana – I ristoranti del territorio. Inserita nella collana «Guide Touring» e con una foliazione di 192 pagine, il volume descrive a mo’ di racconto decine di luoghi della Penisola. In ogni luogo, viene segnalato il ristorante dell’ Unione ristoranti Buon Ricordo. Radio Deejay compie 36 anni. Oggi, per festeggiare il 36° anno di Radio Deejay, la selezione musicale di Deejay chiama Italia con Linus e Nicola Savino sarà dedicata proprio al meglio della musica dell’ 82. Il Tirreno per il Carnevale di Viareggio. I poster di tutti i carri allegorici in concorso, il manifesto ufficiale dell’ edizione 2018 e un secondo manifesto speciale realizzato in esclusiva per l’ occasione dal grafico e incisore Franco Anichini: così Il Tirreno lega anche quest’ anno il suo nome al Carnevale di Viareggio. L’ iniziativa riservata ai lettori della Versilia prenderà il via il 7 febbraio e proseguirà fino al 23 febbraio. In occasione del terzo corso mascherato, in programma l’ 11 febbraio, uscirà un inserto speciale di 48 pagine.
Aumenti di 135 euro nelle radio e tv private
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Via libera al rinnovo del Ccnl per i lavoratori del settore dell’ emittenza radiotelevisiva privata. I sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno sciolto positivamente le riserve rispetto all’ ipotesi di accordo raggiunta il 19 dicembre scorso con Confindustria Radio Tv per i circa 15mila lavoratori delle aziende tv e radio nel comparto privato. Un numero che si alza di qualche migliaio di unità considerando l’ ampliamento della sfera di applicazione del Ccnl che in questa tornata ha compreso aziende tecniche fornitrici di servizi radiotelevisivi (esclusa la Rai), società di produzione televisiva, ma anche piattaforme webTv, web-radio e di diffusione di contenuti audiovisivi in genere, social network, canali e-commerce. «Siamo soddisfatti – commenta Pierpaolo Mischi, segretario nazionale della Uilcom Uil – dell’ esito delle assemblee che conferma il buon lavoro svolto per arrivare al rinnovo del contratto in un settore in piena evoluzione tecnologica e in fase di riorganizzazione». Con l’ ok dei sindacati dopo le consultazioni con i lavoratori è stato dunque acceso definitivamente il disco verde relativamente a un rinnovo che comprende un accordo ponte per il triennio 2015-2017 e un’ intesa per il 2018-2020. In definitiva si parla di 135 euro annui di aumento a regime per i lavoratori. Fra le varie voci che compongono questa cifra si parte con i 25 euro medi lordi mensili riparametrati al quinto livello dei lavoratori del comparto Tv rientranti nell’ accordo relativo al triennio 2015-2017. A questi si aggiungono 10 euro mensili di polizza sanitaria. Per il 2018-2020 si è chiuso con un incremento minimo tabellare a regime di 90 euro mensili, sempre parametrati ai lavoratori del quinto livello del settore Tv. Si parte dai 20 euro dall’ 1 luglio, per proseguire con 35 euro all’ 1 luglio 2019 e 35 euro dall’ 1 ottobre 2020. Si aggiungono 100 euro una tantum per il triennio precedente, in pagamento a febbraio, e ulteriori 120 euro l’ anno per la polizza sanitaria (come per il 2015-2017). Nel rinnovo contrattuale sul quale sindacati e Confindustria Radio Tv hanno raggiunto l’ accordo sono state messe a punto anche specifiche novità su appalti e contratti a termine. Nel primo caso è stata introdotta una norma che obbliga a convocare l’ azienda appaltatrice nel caso di cambio d’ appalto che comporti problematiche occupazionali. Sui contratti a tempo determinato, ai 36 mesi e 5 contratti è stata aggiunta la possibilità di un ulteriore contratto per la durata massima di 12 mesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Si ferma la discesa dei tassi per il credito agevolato
Il Sole 24 Ore
Alessandro Spinelli
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Si arresta a febbraio la discesa nei valori del tasso di riferimento per il credito agevolato a industria, commercio, artigianato, editoria, industria tessile e zone sinistrate del Vajont (settore industriale), la cui misura in vigore dal primo dell’ anno si mantiene sul valore di 1,98%, esattamente lo stesso valore del precedente mese di gennaio. In funzione della presente evoluzione, il valore dell’ indicatore permane sotto la soglia del 2,00%, e, in conseguenza, tutti i valori dei tassi agevolati delle leggi che dipendono dal tasso di riferimento nazionale fanno segnare una generalizzata stabilità sui valori dello scorso mese, rimanendo in tal modo fissi sui livelli minimi del periodo. Si deve tenere presente che gli attuali valori dei tassi di riferimento, e di conseguenza dei tassi agevolati ad essi collegati, sono stati calcolati in base alle commissioni onnicomprensive a favore degli istituti di credito in vigore per l’ anno 2017. Pertanto, in caso di variazione di tali commissioni per il 2018, anche i valori dei tassi di riferimento e dei tassi agevolati ad essi collegati varieranno retroattivamente a far data dal primo gennaio. Siamo in presenza di una stabilità anche nei valori del tasso di riferimento comunitario da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione per la concessione di incentivi a favore delle imprese. Il livello di questo indicatore si mantiene stabile sul valore di 0,82%, (-0,18 tasso base con maggiorazione di 100 punti) con decorrenza dal 1° gennaio 2018, con una flessione complessiva dello 0,03 % rispetto al precedente valore dello 0,85% in vigore a dicembre. Si mantiene fermo anche il tasso di sconto comunitario dopo l’ ultima modifica decisa dalla Banca centrale europea che ha azzerato il livello del tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’ eurosistema, con validità a partire dall’ operazione con regolamento 16 marzo 2016. La diminuzione del valore del parametro rispetto alla precedente misura dello 0,05 per cento è stata dello 0,05 per cento. Un andamento analogo nella sostanza a quello già riscontrato per il parametro di riferimento si ritrova anche nell’ evoluzione dei rendimenti effettivi lordi dei titoli pubblici, che presentano un incremento di intensità estremamente contenuta; il dato per dicembre del Rendistato si fissa all’ 1,050% con una variazione in aumento pari allo 0,022%, rispetto al valore di 1,028% fatto segnare a novembre. Rammentiamo che all’ andamento del Rendistato è direttamente legato il valore del tasso di riferimento di cui rappresenta la componente variabile, unitamente al valore della commissione onnicomprensiva a favore degli istituti di credito che, al contrario, resta fissa per tutto l’ anno. Indicatori finanziari nazionali Si prolunga a gennaio il periodo di stabilità in corso nei valori dell’ Euribor (euro interbank offered rate); le misure medie mensili relative all’ Euribor tre mesi, che rappresenta il tasso di riferimento per il mercato interbancario, si mantengono infatti sostanzialmente stabili sul valore negativo di 0,329% per l’ indicatore a base 360 e di 0,334% per l’ indicatore a base 365, in entrambi i casi con una variazione minima (-0,001%) rispetto ai precedenti dati di dicembre. I valori puntuali con valuta 31 gennaio 2018 si fissano allo 0,328% per il 360 e 0,333% per il 365 facendo registrare entrambi la medesima flessione minima dello 0,001. Di intensità minima è anche la variazione che si segnala per la media mensile dell’ Euribor a un anno, i cui valori, sempre negativi, si attestano rispettivamente allo 0,188% per l’ indicatore a base 360 e 0,191% per l’ indicatore a base 365, con una variazione analoga dello 0,002% rispetto ai precedenti dati di dicembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
“Elezioni, così togliamo le balle da Facebook”
Il Fatto Quotidiano
Virginia Della Sala
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“Utente, ci stiamo impegnando per limitare la diffusione delle notizie false. Scopri come capire se una notizia è vera o meno”: il messaggio da un paio di giorni compare in cima alla newsfeed di Facebook di tutti gli utenti italiani. Il movente è dichiarato: si avvicinano le elezioni e il social network è intenzionato a evitare che si ripetano le polemiche seguite alle presidenziali americane sulla capacità dei social di veicolare notizie false che possano influenzare l’ esito delle consultazioni. Chiarita ormai l’ impossibilità di cancellare e censurare i contenuti (o almeno quelli non legati alla policy della piattaforma) e modificato l’ algoritmo che regola quello che vediamo per favorire l’ esposizione di quanto condiviso da amici e familiari, Mark Zuckerberg ha deciso di educare gli utenti. Per l’ Italia, insieme ad Agcom (che cerca a fatica di trovare un posto e un’ identità anche nel web) ha redatto un dettagliato decalogo che ricalca le decine di proposte già circolate nei mesi scorsi. Dal “Non ti fidare dei titoli scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi” ad “Alcune notizie sono intenzionalmente false: usa le tue capacità critiche quando leggi e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità”. Non è la sola iniziativa: in Italia è stata avviata per la prima volta, e per le elezioni, un’ attività di fact checking (verifica dei fatti) in collaborazione con il sito “Pagella Politica”. Da lunedì, questo sito che dal 2012 si occupa di verificare le dichiarazioni dei politici valuterà le storie presenti su Facebook. “Se una storia verrà giudicata falsa, Facebook mostrerà nella sezione sottostante l’ analisi scritta dal fact-checker e la storia potrà comparire più in basso”, si legge nella comunicazione. Gli utenti riceveranno poi una notifica se una storia che hanno condiviso è stata giudicata falsa da “Pagella Politica”. E potranno segnalare a Facebook storie che dovessero ritenere false. “A noi toccherà valutarle e pubblicarne la verifica su una sezione separata del nostro sito”, spiega al Fatto Giovanni Zagni, direttore del sito, attivo dal 2012 e ha collaborazioni con la Rai e con l’ agenzia di stampa Agi. “Pagella Politica” si è finanziato con una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding Eppela, oggi ha una redazione di sei persone. L’ ultimo accordo economico è proprio con Facebook. Sul sito si analizzano le dichiarazioni dei politici col conseguente verdetto: da “Vero” a “Panzana pazzesca”, passando per “Pinocchio andante”, “Ni” e “C’ eri quasi”. Assicurano la loro indipendenza con la scelta di non lavorare con nessuno che abbia alcun tipo di legame politico e col riconoscimento di imparzialità ricevuto dall’ International Fact-Checking Network del Poynter Institute (con cui Facebook ha già stretto collaborazioni per la lotta alle fake news e che ha ricevuto finanziamenti anche dalla Open Society Foundations di George Soros, dalla fondazione della famiglia Gates, da Google e dal fondatore di eBay). “Agiremo – spiega Zagni – su due linee di intervento: Facebook ci darà accesso alla parte del sito dove arriveranno le segnalazioni degli utenti e decideremo quali trattare”. Lasceranno fuori le dichiarazioni dei politici: “Rientrano nella libertà di espressione: non è questo ciò che siamo chiamati a fare”. Si limiteranno alle notizie, da quelle che riguardano i finti parenti dei politici all’ ipotesi che ci sia stato un attacco alieno. “Con il referendum costituzionale ci siamo accorti che delle dieci notizie più diffuse, cinque erano bufale. Come quella dell’ attrice Luciana Littizzetto che con la vittoria del No si sarebbe ritirata dalla tv”. Sui social c’ è una bolla di disinformazione che circola tra utenti comuni, lontana dagli occhi dei media e dei giornali. “Sarà interessante capire – conclude Zagni – se riusciremo a intercettare proprio quella fascia di popolazione”.
Le fake news raggiungono (solo) il 3% degli italiani online
Corriere della Sera
di Davide Casati
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Se ne parla di continuo, da più di un anno. Eppure, nell’ ormai sempre più vago e politicizzato dibattito sulle fake news (notizie false pubblicate per profitto, ragioni politiche, o deliberata volontà di diffondere menzogne), mancava, finora, un dato cruciale: quante persone sono loro esposte? A tentare di trovarlo è ora un report dell’ Istituto Reuters per lo studio del giornalismo e dell’ Università di Oxford che si concentra su Francia e Italia. Il risultato, per entrambi i Paesi (ma per il nostro in particolare) è apparentemente chiarissimo: nessuno dei 20 siti identificati come produttori di fake news raggiunge oltre il 3,1% della popolazione italiana online – un milione di persone al mese. Per avere un confronto: il Corriere raggiunge circa la metà degli italiani che usano il web. I lettori passano poi, sui siti di fake news, ben poco tempo. In una frase: «Le notizie false hanno una platea meno vasta di quanto generalmente si presume». Tutto bene, dunque? «Emergenza» già terminata? Affrettarsi a trarre conclusioni, spiegano gli autori, sarebbe sbagliato, e per una serie di motivi. Il numero di interazioni che alcune fake news riescono a scatenare su Facebook è notevole: alcuni siti superano persino, in questa classifica, quello della Rai. I rivoli di diffusione delle fake news ne alterano i meccanismi di attecchimento? In secondo luogo, non sono stati presi in considerazione media iperpoliticizzati, che giocano la loro partita estremizzando notizie lungo un confine difficile da definire, e da analizzare. Molte fake news circolano poi con modalità quasi impossibili da misurare (immagini via chat, ad esempio). E gli autori, con onestà, esplicitano poi un’ altra grande domanda che resta inevasa: quella della capacità delle fake news di influenzare rapidamente e in modo persistente – semi di sospetto paranoico – credenze e comportamenti. Non è ancora ora di dare per morto il dibattito sulle fake news – non prima, almeno, di averlo impostato in modo corretto, schivando comode strumentalizzazioni.
Sgarbi, tipografi e libertà di stampa
Il Fatto Quotidiano
Fq
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“La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” recita l’ articolo 21 della Costituzione, come ci ricorda Vittorio Sgarbi. E infatti il nostro giornale, il suo direttore e il suo editore possono essere tacciati di razzismo al pari dei fascisti con gli ebrei dal simpatico mattatore ferrarese. Che cosa ha suscitato l’ ira del libero pensatore in quota Berlusconi? Fabio Franceschi, titolare di Grafica veneta e azionista della Società editoriale Il Fatto con il 4% delle quote, ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni con Forza Italia. Il Fatto ha dunque deciso di fargli un’ offerta per ricomprare il suo 4% ritenendo incompatibile col nostro giornale “ricoprire incarichi in qualunque forza politica”. Questo è quel che ha capito Sgarbi: “Per Marco Travaglio e Cinzia Monteverdi che uno stampatore si candidi con Forza Italia è un peccato mortale, è il male assoluto, come per i fascisti essere ebreo” esonda Sgarbi dalle colonne de Il Giornale. E qui arriva l’ articolo 21: non si capisce cosa c’ entri la libertà di stampa con gli accordi che regolano le cessioni delle quote di una società, ma tant’ è. Poco male, magari non avrà la passione per il discorso razionale, ma a Sgarbi non manca il seggio. Stavolta glielo darà Forza Italia. Il partito del fratello dell’ editore del Giornale. Questo per dire cosa comportano certi incroci nell’ azionariato.
Cinema di Stato I finanziamenti con il manuale «cencelli»
Il Giornale
Pedro Armocida
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di Pedro Armocida Da oggi nelle sale c’ è Mussolini in Sono tornato di Luca Miniero che ai suoi tempi faceva scrivere a caratteri cubitali «La cinematografia è l’ arma più forte». Oggi che tutto è cambiato al cinema (Netflix, Amazon…) tutto sembra uguale. Ieri c’ è stata la visita istituzionale agli studi di Cinecittà (quelli voluti quando c’ era lui nel 1937) guidata dall’ attuale Ministro della cultura Dario Franceschini che sarà ricordato per la prima legge di sistema dell’ audiovisivo a più di 50 anni di distanza dalla legge Corona. Durante la visita a Cinecittà che è tornata, come un tempo, sotto il pieno controllo statale, sono stati annunciati nuovi piani d’ investimento (coinvolti Luce Cinecittà, Rai, Centro Sperimentale di Cinematografia, Cineteca di Bologna) tanto che Franceschini, come in un cinegiornale Luce, ha proclamato: «In qualche anno prevedo che Cinecittà tornerà ai fasti degli anni d’ oro». Ma l’ altro annuncio che ha destato interesse è quello relativo alla nomina dei cinque esperti «di chiara fama» per i contributi selettivi alla produzione: il regista Pupi Avati, la scrittrice Daria Bignardi, la «contessa del cinema» Marina Cicogna (nipote di Giuseppe Volpi di Misurata inventore nel 1932 – sempre lì si torna – della Mostra del Cinema di Venezia) e i critici Enrico Magrelli e Paolo Mereghetti. A loro il compito (attenzione: a titolo gratuito, per tre anni) di amministrare 80 milioni di euro (il 18% del totale della «torta» della legge cinema che per i film più commerciali prevede un sistema di finanziamento automatico legato agli sgravi fiscali) per i contributi cosiddetti «selettivi» per le opere prime e seconde, le opere realizzate da giovani autori under 35 e le opere di particolare qualità artistica. Cinque nomi scelti personalmente dal ministro, molto attento agli equilibri politici: è il caso della Bignardi in quota «democratica» (da pochi mesi ha lasciato la direzione di Raitre) ma anche ferrarese come lei stessa ha scherzato: «Sono un po’ la casalinga di Voghera della situazione. Mi ha convinto Franceschini, non in quanto ministro ma per come lo conosco io, in quanto scrittore ferrarese». In effetti più d’ uno ha storto il naso su questa commissione che dovrà produrre il cinema italiano più giovane e sperimentale. Ma non è certo per gli ottant’ anni più o meno di Pupi Avati (che, ricordiamolo, è stato nel Cda del Centro Sperimentale nel 2008, gli anni del centrodestra) o di Marina Cicogna, è per la conoscenza di un mondo completamente diverso da quello cinematografico tradizionale. In questo senso Enrico Magrelli (conduttore di Hollywood Party su Radio Tre) e Paolo Mereghetti (critico del Corriere della Sera) potranno e dovranno fare molto.
«Solferino» al Salone del Libro: a Torino il debutto della nuova casa editrice di Cairo
La Stampa
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Sarà a maggio, al Salone del Libro di Torino, il gran debutto in società di Solferino, la nuova unità con cui Rcs torna ai libri a quasi due anni dalla cessione della Rizzoli a Mondadori. I primi titoli verranno distribuiti in libreria nella seconda metà di aprile, con la grande novità di alcuni libri selezionati distribuiti anche in edicola. La presentazione vera e propria sarà poi tra il 10 e il 14 maggio al Salone. Nel primo anno sono attesi una trentina di titoli nella narrativa, nella saggistica e nella poesia, con anche un’ offerta per i ragazzi. «Stiamo lavorando, stiamo facendo offerte per avere titoli da pubblicare prossimamente – ha spiegato il presidente e amministratore delegato Urbano Cairo -. A maggio con il Salone del Libro presenteremo le cose, stiamo lavorando sotto traccia». L’ editore è parso invece più cauto rispetto a possibili acquisizioni di case editrici. «Fino al 2018 abbiamo un patto di non concorrenza per cui possiamo fare soltanto 110 titoli all’ anno – ha ricordato Cairo -, dal 2018 volendo si può fare tutto se uno trova una opportunità interessante».
Cairo: positiva nel 2017la raccolta pubblicitaria «Libri? Le novità a maggio»
Corriere della Sera
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«I risultati della raccolta pubblicitaria per il gruppo Rcs in questo inizio d’ anno sono discreti, ma il mese di gennaio non è mai stato così indicativo. Siamo invece soddisfatti del dato relativo al 2017 che è un piccolo più, uno zero virgola, anche perché avviene in un anno dispari» (cioè senza grandi eventi sportivi internazionali). È quello che ha detto il presidente di Rcs Mediagroup Urbano Cairo parlando a margine della presentazione del «Festival dello Sport» che si terrà a Trento in ottobre. Cairo ha poi sottolineato il ritorno di Rcs nel settore dei libri. I primi titoli verranno distribuiti in libreria a fine aprile, e alcuni saranno venduti anche in edicola: «In maggio al Salone del Libro presenteremo le novità. Sarà il nostro battesimo ufficiale». Infine l’ editore ha definito «un’ idea bellissima» il «Festival dello Sport», organizzato dalla Gazzetta dello Sport e dal Trentino, una quattro giorni dedicata a workshop, incontri, eventi con ospiti speciali, nazionali e internazionali: «Sarà una bella occasione per parlare di sport in maniera positiva».
Le sentenze di Cesare Lanza sui giornalisti
Libero
VITTORIO FELTRI
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Cesare Lanza, nato e cresciuto in Calabria, è una vecchia pantegana dell’ editoria italiana. Ha 75 anni, quasi tutti trascorsi, non sempre felicemente, nella carta stampata e nella tv, dove ha dato molto ma poteva dare di più. Invecchiando, come tutti, è peggiorato. La sua vivacità intellettuale e professionale si è trasformata in nostalgia e livore, a fasi alterne. Oggi parliamo di lui con moderato affetto perché ha scritto un altro libro sul suo primo amore, quello per il giornalismo, coinvolgendo nella narrazione coloro che nel bene e nel maluccio (non male assoluto) lo hanno interpretato secondo personale inclinazione. Titolo: Ecco la (nostra) stampa, bellezza. Editore, La Vela. È un breve trattato, una serie di pagelle, inflitte ai suoi colleghi del passato e contemporanei, prive di voti ma piene zeppe di giudizi, molti dei quali centrati. Ne consiglio la lettura a coloro che hanno apprezzato i quotidiani, parecchi dei quali si sono ora consegnati al web. I verdetti di Lanza, un talento parzialmente inespresso, sono abbastanza pertinenti e possono essere utili, se interpretati quale sintesi di un mestiere, il nostro, in declino ma non ancora morto: quello di raccontare e commentare i fatti, anzi, i cazzi degli altri. Il volume è ricco di ricordi. Vi si citano grandi e piccoli cronisti, grandi e piccoli direttori, che hanno descritto nel corso dei decenni le vicende del nostro vituperato Paese. Cesare non si è attenuto all’ ordine alfabetico nel compilare il proprio registro, in cui sono menzionati i meritevoli di qualche nota. Li ha raggruppati in vari generi: i leggendari (Montanelli, Benedetti, Perrone, Rusconi, Carosio), quelli di potere (Scalfari, Mieli eccetera), gli innovatori, gli intransigenti, i purosangue, gli anaffettivi, gli affabulatori e altri ancora. Il testo è divertente e aiuta a capire la categoria alla quale non mi onoro di appartenere, composta da brave persone e da manigoldi e perfino da qualche smemorato, come l’ autore di questo che definirei un saggetto se fossi incurante del significato riduttivo del termine. Le sentenze di Lanza non so se cadano da un pulpito sufficientemente qualificato, però suppongo riflettano opinioni condivise da una moltitudine di lettori. Almeno me lo auguro. Evito di anticipare le sferzanti convinzioni di Cesarone sulla abilità degli scribi italiani di maggior spicco, non voglio abbandonarmi a sintesi approssimative della prosa a volte bonaria e a volte acida del nostro scrittore; mi limito a dire che il libro va compulsato e conservato in qualche angolo della biblioteca famigliare. QUALCHE SVISTA Mi accingo a rendervi partecipi di alcune mie vicende personali non perché sopravvaluti me stesso, bensì per farvi capire che Lanza, nella sua onestà indiscutibile, a tratti confonde il proprio vissuto con ciò che ha elaborato nella propria fantasia. Circa alla metà degli anni Settanta, egli, giovanissimo, fu nominato direttore del Corriere di Informazione, versione pomeridiana del Corsera, in sostituzione di quel fuoriclasse di Gino Palumbo, che poi portò la Gazzetta dello Sport al record delle vendite, oltre un milione di copie. Io ero un semplice redattore, estensore di cronaca, e mi ritrovai con il fenomenale direttorino sulla testa. Il quale con arroganza e disprezzo per noi peones disponeva il da farsi. Dato che non ero tra i suoi preferiti, venni da lui considerato un paria, e il giorno in cui pubblicai la notizia che un paio di carabinieri avevano fatto una rapina, Lanza mi convocò nel suo ufficio e mi rimproverò così: l’ Arma non si tocca. Ovvio che mi risentii e lui mi divenne antipatico, anche perché privilegiava i suoi coccoli, Donelli, Cevasco, Stella, mentre reputava me, proveniente dalla Notte, un fascistello rompiballe. Niente di grave. Bischerate. Sta di fatto che Lanza subito dopo fu licenziato. Io, invece, aiutato dalla fortuna, ebbi qualche soddisfazione, dirigendo una decina di giornali. Nei suoi confronti non conservai alcun rancore. Ci incontrammo e tra noi si creò una buona amicizia. Egli collaborò a lungo con Libero, del che si è scordato: l’ età fa brutti scherzi a qualcuno. E oggi nella sua antologia dedicata ai colleghi mi dedica più righe che a tutte le altre iene dattilografe, deplorandomi per il fatto che non avrei valorizzato appieno le potenzialità di Melania Rizzoli, quando viceversa sono stato l’ unico direttore ad averla lanciata come le spettava. Perché non ha provveduto lui a fare altrettanto visto che la dottoressa non ha venti anni? Non importa. A me Lanza piace perché ha un carattere di merda ma è bravo. Qui lo dico e qui lo nego. riproduzione riservata.