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Rassegna Stampa del 30/01/2018

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Indice Articoli

Turner Italia, la guida affidata a Marco Berardi

Una radio sportiva per Hazan

Chessidice in viale dell’ Editoria

Audience su Facebook, TgCom a +33,6%

Diritti, la Serie A davanti al bivio

La tassa occulta sul canone Rai

Svolta di Facebook per le elezioni un team di esperti contro le fake news

“Se il voto è importante cresce il rischio di abusi”

Ne parla il web Più interazioni meno news

Metrò Bagnoli, chiude l’ edicola. Niente più biglietti

Turner Italia, la guida affidata a Marco Berardi

Italia Oggi

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Novità in casa Turner, la società del gruppo Time Warner, editore in Italia dei canali kids Cartoon Network e Boomerang, su piattaforma Sky, e dei canali Boing e Cartoonito sul digitale terrestre, in joint-venture con Mediaset, oltre al canale all-news Cnn International. Marco Berardi guida da ieri la filiale Italiana della società. Già finance director Southern Europe & Africa di Turner dal 2014, e dal 2015 chief operating officer di Boing, Berardi è stato nominato vice president general manager Turner. Nel suo nuovo ruolo avrà responsabilità su tutte le attività commerciali ed editoriali di Turner Italia e Boing spa rispondendo direttamente a Jaime Ondarza, senior vice president e general manager Southern Europe & Africa e amministratore delegato di Boing. Berardi è entrato in Turner nel 2008 come responsabile Finance e HR per l’ Italia. Dal 2012 ha ricoperto lo stesso incarico anche per la Francia e i territori francofoni, e poi per UK, Irlanda e Malta. Prima di entrare in Turner, Berardi è stato financial controller in una società del Gruppo Fs e, dopo aver lavorato nel mondo della consulenza aziendale, ha avuto una carriera internazionale in Philips, dove ha lavorato ad Amburgo, Vienna, Madrid e Dublino. Nuovo incarico anche per Alice Fedele, promossa content director di Turner e Boing, che, riportando a Berardi, assumerà la responsabilità sulla programmazione e le acquisizioni di contenuti dei canali pay e free to air. Fedele è entrata in Turner nel 2016 come programming & acquisition manager. Ha iniziato la sua carriera nel 2004 lavorando per importanti broadcaster nazionali e internazionali, tra cui Sky Italia, Discovery e Osn. Nel 2009 si è trasferita a Londra ed è entrata in The Walt Disney Company, ricoprendo vari incarichi all’ interno del team Programming, fino ad assumere il ruolo di non linear programming manager per i canali Central & Eastern Europe, South Africa, Turkey, Greece & Middle East.

Una radio sportiva per Hazan

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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È nata una nuova radio dedicata allo sport: si chiama Rmc Sport Network ed è controllata al 50% da Alberto Hazan, editore di Rmc, e al 50% da Tmw radio sport srl, società a sua volta posseduta al 50% da Triboo e al 50% dalla Tc&C di Andrea Pasquinucci, editore di TuttoMercatoWeb. Rmc Sport Network è trasmessa su un gruppo di frequenze in fm ex Rmc2, e su altre acquisite ad hoc per l’ iniziativa, per una copertura iniziale che supera i 18 milioni di potenziali ascoltatori, e una presenza a Bari, Bologna, Cagliari, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Salerno, Torino, Trapani e Venezia. Non è ancora stata definita la concessionaria pubblicitaria, anche se sono in corso trattative con MediaMond, società di Mediaset-Mondadori che già raccoglie Rmc. Il network andrà quindi a competere con Radio Sportiva, emittente nata nel dicembre 2010 su iniziativa della Priverno srl di Loriano Bessio, e che ha avuto un ottima crescita di ascolti, saliti fino agli 1.119.000 radioascoltatori nel giorno medio tra maggio e dicembre 2017. Se lo sport, e in particolare il calcio, è in grado di attrarre buone fette di audience, rimane tuttavia il punto interrogativo relativo alla capacità di trasformare queste audience in ricavi. Il target del pallone, generalmente maschile e di profilo socio-economico medio, non è infatti tra i più interessanti per gli investitori pubblicitari. E il caso di Radio Sportiva, nonostante il successo di pubblico, è lì a dimostrarlo: nel 2016 i ricavi complessivi sono stati di appena 998 mila euro, dopo gli 873 mila euro del 2015 e i circa 1,1 milioni del 2014. Tuttavia Triboo, società quotata sul mercato Aim e attiva nell’ e-commerce, advertising e comunicazione on line, una volta entrata al 50% di Tmw radio sport ha spinto molto affinché questa emittente, prima attiva solo sul sito di TuttoMercatoWeb e sulle sue applicazioni, avesse una declinazione in fm, così come già anticipato da ItaliaOggi dello scorso 6 settembre. Presidente di Rmc Sport network srl è Isidoro Lucciola, mentre i quattro consiglieri sono Claudio Fabbri, Elisa Todescato, Giulio Corno e Andrea Pasquinucci. Il capitale sociale è pari a 500 mila euro, dei quali, però, finora, sono stati versati solo 125 mila euro (62.500 euro a testa da parte di Hazan e di Tmw radio sport). Alberto Hazan, come detto, controlla il 50% della nuova entità, e, dopo aver ceduto 105 e Virgin radio nel 2016 al gruppo Mediaset, ed essersi tenuto solo Rmc, torna a lanciare un brand radiofonico: «Nella mia vita ho realizzato diverse radio, 105, Rmc, Virgin, 105 Classic, Rmc2. Hanno o hanno avuto grande successo, ma avevano la caratteristica di essere tutte musicali. Ora mi ha stimolato molto cimentarmi con un nuovo progetto radiofonico, una radio parlata, come ce ne sono diverse all’ estero, che ha un formato sport news talk. Sarà una bella avventura». Il portale TuttoMercatoWeb si occuperà della direzione editoriale e dei contenuti sportivi di Rmc Sport network, avvalendosi anche di firme del panorama giornalistico come il direttore responsabile Niccolò Ceccarini (Mediaset), Marco Picari (Mediaset), Mario Sconcerti (Rai Sport), Xavier Jacobelli (Corriere dello sport), Alberto Cerruti (Gazzetta dello sport), Fabrizio Biasin (Libero), Mino Taveri (Mediaset). Tra i conduttori e gli opinionisti pure Fulvio Collovati, Marco Baldini, Lapo De Carlo, Fabiana Paolini, Mauro Suma, Alberto Di Chiara, Claudio Pasqualin, Enzo Bucchioni e Antonio Di Gennaro. TuttoMercatoWeb ospiterà Rmc Sport Network all’ interno delle sue piattaforme digitali (il sito di TuttoMercatoWeb è tra i più visitati in assoluto con 1,9 milioni di utenti unici al mese), mentre Rmc si occuperà delle attività di marketing legate all’ emittente, e della direzione artistica, con particolare riferimento alla selezione musicale e all’ informazione giornalistica, affidata alla redazione di Rmc News diretta da Claudio Micalizio. © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Paolo Giacomin alla direzione di QN Quotidiano Nazionale e il Resto del Carlino. Giacomin sostituisce Andrea Cangini, che si è dimesso essendosi candidato alle prossime elezioni politiche con Forza Italia. In parallelo Giacomin continuerà a ricoprire la carica di direttore di Quotidiano.net. Giacomin lavora al Resto del Carlino dai primi anni 90. Come ultimo incarico, è stato vicedirettore vicario per l’ informazione online del gruppo Poligrafici Editoriale. Mediaset, sale prezzo obiettivo per Barclays. Barclays ha alzato il prezzo obiettivo su Mediaset (-0,7% a 3,253 euro) da 2,7 a 2,9 euro, confermando la raccomandazione underweight. In un report sul settore media europeo gli analisti confermano la loro posizione neutrale sul comparto, ribadendo la mancanza di fiducia seppur in un momento positivo dei risultati. Woody Allen nella bufera-molestie, Amazon mette a rischio il suo film. Secondo il New York Times rischia di essere cancellato il prossimo film di Woody Allen, A Rainy Day in New York. Il cineasta newyorkese, accusato dalla figlia adottiva, Dylan Farrow, di averla molestata quando aveva 7 anni, è al centro di una bufera che ha portato Amazon (finanziatore della produzione e futuro distributore) a ripensare il proprio impegno sul film del regista. Rai2, torna The Voice of Italy. «Siamo molto orgogliosi di riportare su Rai2 uno degli show musicali più importanti e di maggior successo in tutto il mondo in una versione rinnovata, nel meccanismo e nel cast: una conduzione ironica ed eclettica come quella di Costantino della Gherardesca e quattro coach di grande personalità, Al Bano, J-Ax, Francesco Renga e Cristina Scabbia, ognuno con una identità artistica molto differente», ha annunciato il direttore di Rai2 Andrea Fabiano. I giornalisti di Askanews sono in stato di agitazione. È stata proclamata anche l’ assemblea permanente. L’ annuncio arriva dopo lo sciopero di venerdì, per il mancato pagamento degli stipendi. I giornalisti hanno annunciato lo sciopero delle firme e sono pronti a ogni ulteriore iniziativa necessaria ad evitare che si spenga una voce dell’ informazione. Spike, debutta FAKE vs GOOD. Tutti i giorni alle ore 22 sul nuovo canale di Viacom International Media Networks Italia (canale 49 del dtt), alle cinque edizioni del TG SPIKE News si aggiunge una speciale edizione quotidiana intitolata FAKE vs GOOD. Si tratta di un formato short dedicato alle fake news. Cartoomics torna a Milano. Dal 9 all’ 11 marzo prossimo riapre la manifestazione fieristica ludico-culturale che l’ anno scorso ha coinvolto oltre 85 mila persone. Cartoomics è organizzata da UpMarket, azienda specializzata nella promozione di eventi sia per il grande pubblico sia in ambito business. Presso Fiera Milano Rho (ai padiglioni 12, 16, 20) saranno 45 mila i metri quadrati dedicati a fumetto, cinema, videogame, cosplay e ancora tecnologia, proiezioni, autori, incontri ed eventi speciali. ROMOLO + GIULY, la nuova serie italiana targata Fox. Fox Networks Group Italy investe ancora nella serialità italiana con una produzione che vuole premiare la qualità e la creatività dei giovani talenti tricolore. Prenderanno infatti il via nei prossimi mesi le riprese di ROMOLO + GIULY. La guerra mondiale italiana, nuova serie comedy prodotta da Wildside e Zero Six Productions, che andrà in onda in prima tv assoluta il prossimo autunno su Fox (canale 112 di Sky). La serie è composta da 8 episodi da 30 minuti e racconta la travagliata storia d’ amore tra Romolo e Giuly, i giovani eredi dei Montacchi e dei Copulati. LaPresse, nuovo archivio digitale. L’ agenzia di stampa italiana multimediale ha messo a disposizione dei suoi clienti il nuovo archivio digitale con una veste grafica rinnovata. Oltre 30 milioni di immagini, 360 mila album fotografici divisi per categorie ed eventi, 14 milioni di notizie testuali, più di 500 mila videonews e 150 mila video grezzi sono attualmente a disposizione dei clienti. Si spazia tra foto, video e testi di politica, cronaca, economia, spettacolo, sport e gossip, prodotti da LaPresse e dai suoi partner internazionali (Agence France-Presse, Press Association, Ddp, Sipa, Reporters, Profimedia, TTNews, Expa, Newspix24 con focus su sport invernali). Rolling Stone Italia, inchiesta della Lucarelli sul Prezzo delle parole. In occasione dell’ uscita di The Post, il nuovo film di Steven Spielberg nei cinema da giovedì, Selvaggia Lucarelli, direttore del mondo web di Rolling Stone, in collaborazione con Matteo Grandi, ha curato Il prezzo delle parole, inchiesta giornalistica che ha domandato a direttori, giornalisti e avvocati di spegnere computer e rotative per qualche minuto e di raccontare il prezzo di un’ opinione, di un’ inchiesta e anche di un errore. Sportitalia, maratona per la fine del Calciomercato. Sarà una maratona di oltre 13 ore dalla mattina fino alla chiusura delle trattative (e anche oltre) a raccontare in diretta l’ ultima giornata della sessione invernale del calciomercato 2017-2018: Sportitalia (on air sul canale 60 del digitale terrestre in chiaro e al numero 225 del bouquet satellitare Sky) si dedica così, nella giornata di domani, alla volata finale del calciomercato. La diretta comincerà alle ore 11 con Calciomercato Live dagli studi di Sportitalia.

Audience su Facebook, TgCom a +33,6%

Italia Oggi

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È TgCom24 il sito che si mette più in evidenza nel mese di novembre per quanto riguarda gli utenti su Facebbok, ovvero l’ audience dei contenuti visitati direttamente dal browser interno all’ applicazione o nelle Instant Pages del social network. Secondo i dati della Survey diffusi ieri da Audiweb, il sito del sistema all news di Mediaset è infatti passato dal decimo al quinto posto grazie all’ incremento degli utenti unici del 33,6% rispetto a ottobre, per un totale di 2,34 milioni di navigatori. Per quanto riguarda gli altri movimenti della top ten c’ è La Stampa che scende dal sesto al nono posto e altri semplici aggiustamenti. In testa alla classifica sempre Fanpage, che rispetto a ottobre guadagna l’ 8% a 5,8 milioni di utenti, seconda Repubblica (+3%, 5,4 mln) e terzo Huffington Post stabile a 3,44 milioni. Cresce del 13,7% il Corriere della Sera (3,1 milioni) e dopo il TgCom al sesto posto dal quinto si trovano i quotidiani locali del gruppo Espresso (-6,9%). A seguire il Fatto (+4,9%), DireDonna (+10%), la Stampa (-9,3%) e il Messaggero (+4,8%). Scorrendo la classifica fra le crescite si trovano quella di Wired (+13,5%), Fox Networks Group (+12,7%), Sole 24 Ore (+30,3%), il sito di De Agostini DeAbyDay (+34,7%), Il Post (+7,3%). Nel mese, inoltre, un balzo di Sky Atlantic Hd che passa dai 68,5 mila utenti di ottobre ai 194 mila di novembre. © Riproduzione riservata.

Diritti, la Serie A davanti al bivio

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Chiacchierando con gli operatori della tv e del calcio, l’ ipotesi più probabile è che si rifaccia il bando d’ asta (e sarebbe il terzo) per la vendita dei diritti tv della Serie A di calcio 2018-2021 (per cui è convocata lunedì prossimo l’ assemblea della Lega), stressando maggiormente le esclusive per prodotto (ovvero, partite importanti in esclusiva assoluta), e lasciando un po’ più sullo sfondo il concetto di esclusive per piattaforma (satellite, digitale terrestre, web) che in questo particolare periodo storico hanno perso di senso: il dualismo Sky-Mediaset non c’ è più (nel senso che a Mediaset il business della pay tv interessa molto poco), e nella scorsa asta l’ offerta più alta per il pacchetto C, quello del web, è arrivata da Sky e non da qualche telco oppure dai mitici ott. Al netto di questo, tuttavia, l’ advisor della Lega Serie A, Infront, sta trattando in esclusiva sino alla fine della settimana con MediaPro, intermediario finanziario spagnolo che si è detto disposto a versare 950 milioni di euro all’ anno per tutti i diritti della Serie A, con l’ intento di realizzare una serie di canali calcio, insieme con la Lega Serie A, da rivendere poi a tutte le varie piattaforme. La sola ipotesi che questi canali della Lega Serie A si realizzino veramente ha gettato un po’ di fibrillazione nelle redazioni sportive di Sky e di Mediaset Premium, perché è chiaro che una serie di funzioni, per esempio quella dei telecronisti, delle seconde voci, dei bordocampisti, dei conduttori e degli opinionisti in studio per il pre e post gara, verrebbero meno e sarebbero assorbite dai nuovi canali MediaPro. Tanto per dire: la redazione sportiva di Mediaset Premium impiega un centinaio di persone tra giornalisti (una cinquantina), produzione, segreteria e altro personale. A metà luglio 2018 il Biscione resterà certamente senza Champions league, senza Europa League, senza Formula Uno, senza MotoGp, i Mondiali di calcio in Russia saranno terminati, e, per il triennio 2018-2021, potrebbe solo fare da carrier per i canali calcio di MediaPro. Che fine farà la redazione sportiva? Potrebbero effettivamente esserci dei problemi di sovrabbondanza. Anche se, va detto, cambierebbe la strategia di Cologno Monzese: negli scorsi anni tutti i programmi sportivi, e quindi il personale, sono stati spostati sull’ offerta pay, ritenuta strategica. Dovesse venire meno questa necessità, parte del personale potrebbe tornare a lavorare sulle tv in chiaro del Biscione, i cui palinsesti verrebbero rinforzati con nuove trasmissioni dedicate al calcio e allo sport in generale, prendendo spunto dal successo di Tiki Taka. E a Sky Sport? Le centinaia di addetti rischiano? In realtà molto poco. Anche in caso di canali calcio realizzati da MediaPro-Lega Serie A, ci sarebbero molti altri contenuti sportivi sui quali reindirizzare il personale. Inoltre va ricordato che già ora il segnale televisivo delle varie partite arriva direttamente dalla Lega Serie A, che si occupa autonomamente della produzione dei vari match, affidata a Infront. Non c’ è, quindi, personale di Sky o di Mediaset coinvolto in queste attività. Ci sono, come detto, i telecronisti, gli opinionisti, i conduttori. Che però, in una piattaforma così ricca di contenuti esclusivi sportivi come Sky, avrebbero comunque altri eventi sui quali concentrare la loro attenzione. E poi, ormai, su Sky Sport va di moda il giornalista affabulatore, narratore di storie: ha tracciato il solco Federico Buffa, e poi ecco i vari Giorgio Porrà, Paolo Condò, Michele Dalai, Matteo Marani, a raccontarci di quella volta che, di quel campione che, pescando negli archivi e tra le immagini di repertorio. Riempiendo i palinsesti di Sky a costi bassi e senza costringere l’ editore a svenarsi più di tanto per i diritti di Benevento-Chievo Verona.

La tassa occulta sul canone Rai

Il Giornale
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Il Focus di R&S Mediobanca sulle dinamiche del settore televisivo italiano attraverso l’ analisi dei bilanci nell’ arco temporale tra il 2012 e il 2016 presentato venerdì scorso dalla dottoressa Nadia Portioli ha richiamato la mia attenzione. Oltre ad apprendere i buoni risultati fatti registrare nel 2016 dai tre big del settore, mi sono soffermato con una certa curiosità sulle voci relative alla nostra televisione di Stato. Visto che si paga il canone e proprio dal 2016 il prelievo avviene direttamente dalla bolletta elettrica, si tratta, a ben vedere, di una curiosità più che legittima. Ebbene, dei 100 euro che abbiamo pagato nel 2016 solo 83 sono finite nelle casse della Rai, il resto in quelle dello Stato. Normale? Mica tanto! Io, come credo tutti i cittadini-contribuenti possessori di un televisore, ritenevamo che tutto il prelievo dovesse finire al servizio pubblico radiotelevisivo, magari per migliorare la qualità-utilità delle trasmissioni. Invece non è così: 17 euro dei famosi 100 hanno preso in quell’ anno la direzione della finanza pubblica. Una vera e propria tassa occulta (è lecito pensare che ce ne siano altre e ci si guarda bene dal comunicarlo). Un canone tradito, insomma. Come se nel Belpaese già non fosse esagerato il livello di tassazione. Ma la trasparenza con stranezze assortite, si sa, non è la virtù più in voga nel Palazzo. E, se proprio vogliamo dirla tutta per restare sul terreno delle stranezze legate al servizio pubblico radiotelevisivo di Stato, è illogico e disarmante che a fronte delle copiose entrate con l’ obbligatorietà del canone non si assista parimenti ad una drastica riduzione della pubblicità. Come sempre evidenziato dal citato prezioso studio di Mediobanca succede in altri Paesi. È una posizione di privilegio incongrua e contro la libertà di mercato. Servono nuove regole. E un palinsesto trasparente e ragionevole. www.pompeolocatelli.it.

Svolta di Facebook per le elezioni un team di esperti contro le fake news

La Repubblica
ANDREA IANNUZZI,
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Il servizio al via in Italia con la campagna elettorale La task force segnalerà i post che si rivelano falsi grazie al fact checking del sito “Pagella politica” MILANO Alla fine, la montagna si è mossa. Per scongiurare l’ ipotesi di una campagna elettorale inquinata dalle fake news, Facebook ha deciso di giocare d’ anticipo. A partire da lunedì prossimo, gli utenti avranno a disposizione una serie di nuovi servizi, già sperimentati negli Usa, in Germania, in Francia e in Olanda, ma lanciati per la prima volta in concomitanza del voto con l’ intento di garantire l’ integrità ( questa è la parola chiave del progetto) del dibattito elettorale. Se poi le fake news circoleranno lo stesso, il social media che conta 30 milioni di italiani iscritti potrà difendersi dicendo di aver fatto ciò che gli era stato chiesto. Lo strumento di maggiore impatto sarà il fact checking, cioè la verifica delle notizie condivise dagli utenti. Quando un post conterrà un link a una sospetta fake news, chiunque potrà segnalarlo a Facebook, che avvierà il processo di controllo, affidandosi a un arbitro esterno. Il compito di marcare un’ informazione come falsa ( del tutto o in parte) spetterà a Pagella Politica, un sito specializzato nella verifica delle dichiarazioni dei politici, l’ unico italiano ad aver sottoscritto i principi internazionali di fact checking promossi dall’ istituto Poynter, impegnandosi a rispettare la neutralità e il rigore nelle procedure. Il team guidato da Giovanni Zagni è composto da 5 persone più alcuni collaboratori: «Ci occuperemo solo di bufale evidenti – dice Zagni – e sempre relative a link esterni. Dal fact checking sono esclusi gli status, le foto e i video caricati direttamente su Facebook ». Il giudizio di Pagella Politica, che ha siglato un accordo commerciale con Facebook, avrà diversi effetti. Una volta smascherata, la fake news non verrà cancellata, ma sarà penalizzata dall’ algoritmo: verrà resa meno visibile agli utenti e sarà spostata nella parte bassa del Newsfeed – la bacheca che contiene tutti i post in sequenza – di chi l’ ha condivisa. Sotto al post incriminato comparirà un link con l’ analisi di Pagella Politica. E tutti coloro che avranno condiviso o si appresteranno a condividere quel post, riceveranno una notifica che suonerà come un campanello di allarme: “Attenzione, stai per diffondere un’ informazione falsa, sei sicuro di volerlo fare?”. Ecco dunque la risposta elaborata dalla piattaforma californiana alle numerose sollecitazioni arrivate da governi, politici e media nel corso del 2017. Il fact checking consentirà di monitorare anche l’ impatto quantitativo delle notizie false sulla campagna elettorale. In Olanda, i post segnalati sono stati poche decine. In Germania, il lavoro è stato preventivo: prima della fase elettorale sono state individuate e chiuse alcune migliaia di account fasulli. L’ inquinamento informativo infatti può avvenire anche utilizzando reti di profili – i cosiddetti “falsi amplificatori” – creati per rendere virali alcuni contenuti di propaganda. Per avere un bilancio dell’ esperienza italiana, bisognerà attendere un paio di mesi. Nel frattempo Facebook mette in campo altre iniziative di sensibilizzazione, sia nei confronti degli utenti che dei candidati. Nel primo caso, verrà riproposto su tutte le bacheche il decalogo per imparare a riconoscere da soli un sito o una informazione sospetta. Elaborata insieme alla Fondazione mondo digitale, la lista di consigli verrà pubblicata a pagamento anche sulle pagine dei principali quotidiani. Infine, per proteggere le pagine e i profili dei candidati da intrusioni e tentativi di hackeraggio, Facebook dedica loro un servizio chiamato Security Megaphone, per spiegare l’ importanza di alcuni accorgimenti tecnici come l’ autenticazione a due fattori. Ci sarà anche un sito, Facebook Elections, riservato ai politici per spiegare loro l’ uso più consono della piattaforma. Rendendo tutti i protagonisti del dibattito più informati e dando la possibilità di segnalare abusi e falsità, Facebook ritiene di ottemperare al proprio dovere di mantenere la piattaforma pulita, affidabile e neutrale, senza per questo considerarsi responsabile dei contenuti pubblicati e condivisi dagli utenti. Sarà sufficiente? Certo è che intorno a questo nodo si gioca il futuro dei social media e dell’ informazione di massa veicolata dalle piattaforme. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le notizie non vere saranno meno visibili E chi le fa girare riceverà una notifica: “Sei sicuro di volerle condividere?”

“Se il voto è importante cresce il rischio di abusi”

La Repubblica

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Lord Richard Allan è vicepresidente di Facebook per l’ area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa). Nella sua doppia veste di uomo politico – prima di essere nominato Lord è stato membro della Camera dei Comuni britannica – e manager della società californiana specializzato nei rapporti con i governi e le istituzioni, è la persona più indicata ad analizzare il rapporto tra social media e informazione. La fiducia nei media, e nei social , non è mai stata così bassa. Vi sentite colpevoli? «Per anni abbiamo costruito team di tecnici forti perché gli account fossero protetti, mettendo al primo posto la privacy e la sicurezza dei dati. Ma poi è emersa la disinformazione nel contesto politico. Ora abbiamo un team attento all’ abuso della piattaforma per diffondere propaganda anche con account falsi». Non ci sono prove che Facebook abbia influenzato i risultati elettorali. Pensa che politici e media vi stiano usando per coprire i loro fallimenti? «Io ho fatto politica e si è sempre cercato di indirizzare messaggi molto specifici, anche attraverso i giornali. C’ è sempre stata esagerazione, la sinistra dice che la destra distruggerà la nazione e non è vero. La destra dice che la sinistra distruggerà l’ economia e non è vero. È sempre stato così». Nel Regno Unito il Parlamento vi ha chiesto di indagare sulle presunte interferenze dei troll russi sulla Brexit. Cosa avete scoperto? «Abbiamo individuato gli account della fabbrica dei troll che aveva operato negli Usa, abbiamo cercato di capire se c’ era stata un’ attività simile nel Regno Unito, ma alla fine abbiamo trovato una cifra minima, meno di un dollaro speso in advertsing. Ci sforzeremo di capire se ci siamo persi qualcosa». L’ anno scorso ha incontrato la presidente della Camera Laura Boldrini, molto attenta al tema delle fake news e critica nei vostri confronti. Ora come va? «Lei ci ha criticato, noi abbiamo risposto alle sollecitazioni e credo che ora abbiamo una collaborazione soddisfacente». Quante notizie false sono state individuate nei precedenti esperimenti? «Più grande è l’ elezione e maggiore è l’ interesse internazionale, come nel caso delle elezioni americane, maggiore è la possibilità che si diffondano false notizie. Penso che però che possiamo parlare di decine o centinaia, non migliaia». Come scegliete i fact checkers? «È fondamentale che i fact checker siano neutrali. Ma vorremmo automatizzare il più possibile. Nella sperimentazione avevamo cominciato a contrassegnare con un’ icona i contenuti falsi, ma ci siamo accorti che erano condivisi più di prima. Ora ci limitiamo a segnalare degli articoli che smontano la bufala». Ma se pagate qualcuno per fare un lavoro giornalistico di verifica delle notizie, dovete considerarvi editori? «Gli editori producono i contenuti e scelgono quello che va sul giornale. Noi non scegliamo e non scriviamo il contenuto che va su Facebook, la gente scrive e gli individui scelgono cosa leggere e con chi connettersi. Ma abbiamo delle responsabilità». Pensa che i politici abbiano responsabilità nella diffusione delle fake news? « Se non dico che l’ avversario è il male, può essere molto utile ad abbassare i toni. Se la gente vede i politici essere aggressivi e scendere sul personale si sentirà autorizzata a comportarsi nello stesso modo». – (a.i.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Abbiamo un gruppo che smaschera l’ uso della piattaforma per diffondere propaganda anche con l’ utilizzo di account falsi Politico e manager Il personaggio Lord Richard Allan, nato l’ 11 febbraio 1966 a Sheffield, è vicepresidente di Facebook per l’ area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa). Prima di essere nominato Lord è stato membro della Camera dei Comuni britannica.

Ne parla il web Più interazioni meno news

Corriere della Sera

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Nel mondo dei social tiene banco l’ annuncio di Mark Zuckerberg che ha dichiarato l’ ennesimo cambiamento su Facebook volto a privilegiare le interazioni tra amici rispetto alle news. Preoccupati gli editori e chi teme un dilagare delle fake news. Intanto la Commissione Europea diffonde i dati sull’ odio in Rete: il 70% dei post razzisti o violenti sono stati rimossi dai social nelle prime 24 ore di pubblicazione . Una buona notizia. Un po’ più indietro l’ Italia che passa dall’ 80% dell’ ultimo rilevamento a maggio 2017 al 66% di gennaio 2018.

Metrò Bagnoli, chiude l’ edicola. Niente più biglietti

Corriere del Mezzogiorno

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NAPOLI Cinque furti con scasso in due anni all’ edicola che gestiva nella stazione della metropolitana di Bagnoli hanno convinto il quarantunenne Giovanni Vona a gettare la spugna. Il 27 gennaio ha scritto su un foglio di quaderno, in stampatello e con il pennarello: «Non c’ è più niente da rubare». Ha attaccato con il nastro adesivo il messaggio alla vetrata infranta in occasione dell’ ultimo raid – il secondo in 48 ore – che si è consumato a metà gennaio. Ha poi attaccato un altro foglio – «Cedesi attività» – all’ ingresso principale ed ha calato il sipario. Racconta: «Per 14 anni ho aperto puntualmente alle 6.15. Ho venduto quotidiani, riviste, album dei calciatori, biglietti della metro ed altro. Ora, però, sono stanco. Non ne vale più la pena anche perché ho dovuto sopportare pure una perdita degli incassi pari almeno al sessanta per cento. Colpa dei lavori in corso nella stazione. Il cantiere ha fatto sì che transitassero meno persone di prima davanti all’ edicola». L’ addio è malinconico e racconta bene lo stato di abbandono al quale sono condannate sempre più stazioni secondarie. Quella di Bagnoli, dopo le sette di sera è un deserto. Non c’ è un solo dipendente che possa restituire il senso di uno spazio vissuto. Nelle serate del fine settimana, quado i treni della metro si fanno talmente rari da diventare chimere, l’ immagine che offre lo scalo ferroviario è quella di una landa desolata e inquietante. «Dal 2014 – denuncia l’ edicolante sconfitto dai ladri – è cessata qualunque forma di sorveglianza». Con la chiusura della rivendita gestita finora da Vona, peraltro, è diventata una impresa acquistare il biglietto per il treno. Non ci sono nella stazione, infatti, le emettitrici automatiche. Riferisce Nicola Curci, rappresentante di Assoutenti Pendolari Campania: «Ieri sera ho dovuto utilizzare un tagliando integrato che avevo nel portafogli del costo di un euro e 60 centesimi invece di un euro e 30 centesimi, pur di non salire sul treno senza biglietto. Un anno fa segnalammo la mancanza di una macchinetta automatica che potesse supplire nei giorni di festa alla chiusura dell’ edicola: siamo rimasti inascoltati. Nei prossimi giorni viaggeremo gratis: comprare il biglietto non deve essere una odissea».


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