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Rassegna Stampa del 12/01/2018

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Indice Articoli

Agcom impone ai giornalisti di dire in tv per chi votano

E ora la fuga dalle notizie di media e politica

Rai, tre gruppi per il nuovo piano

Chessidice in viale dell’ Editoria

Mondadori France, uscite in vista

Rai, via libera al contratto di servizio Marano ad interim a.d. della concessionaria

La classifica dei quotidiani più diffusi a novembre. Calano un po’ tutti tranne Corsera, Repubblica, Sole, Resto del Carlino e Qn – INFOGRAFICA

Aboliremo i finanziamenti ai quotidiani e all’ editoria. Di Maio, leader M5S: non sono nel nostro programma

Agcom impone ai giornalisti di dire in tv per chi votano

Il Fatto Quotidiano
Carlo Tecce
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Più volte nel regolamento sulla par condicio (pari spazio ai candidati) per le televisioni private, l’ Autorità di Garanzia per le Comunicazioni premette: “Fermo il rispetto della libertà editoriale di ciascuna testata”. Ma poi l’ Agcom si spinge oltre, fra l’ ingerenza e il surreale, e prescrive agli editori – e dunque ai telespettatori – una campagna elettorale artefatta e impone ai giornalisti una sorta di dichiarazione di voto. In un colpo solo, l’ Autorità strapazza la Costituzione (articolo 48), commissaria l’ Ordine dei giornalisti e, soprattutto, esaudisce un desiderio di Matteo Renzi che non fu soddisfatto durante la propaganda del referendum: gli opinionisti vanno etichettati e arginati con un contraddittorio. Ora la vicenda è più complessa di un “sì” o un “no” alla riforma della Carta. Pazienza per il ritardo, l’ Agcom dà un segnale al renzismo. Pare su proposta di Antonio Nicita. Per partecipare ai dibattiti con i candidati, secondo l’ Autorità, i giornalisti sono tenuti a rivelare le “sensibilità culturali” (parole usate con ipocrisia per non dire “preferenze politiche”) così la redazione del programma può reclutare un giornalista con “sensibilità opposte”. Chi prepara le trasmissioni deve considerare “non solo le presenze e le posizioni di candidati, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti, ma anche le posizioni di contenuto politico espresse da soggetti e persone non direttamente partecipanti alla competizione elettorale”. Per essere più espliciti: “È indispensabile garantire, laddove il format – si legge all’ articolo 7 della delibera approvata mercoledì – della trasmissione preveda l’ intervento di un giornalista o di un opinionista a sostegno di una tesi, uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali in ossequio al principio non solo del pluralismo, ma anche del contraddittorio, della completezza e dell’ oggettività dell’ informazione”. I partiti in Vigilanza hanno fallito lì dove ha trionfato l’ Autorità: la norma contro i giornalisti, infatti, l’ hanno inserita i commissari guidati da Angelo Marcello Cardani, i politici neanche l’ hanno menzionata nel documento sulla par condicio che ha salvato gli artisti Fabio Fazio e Bruno Vespa e che riguarda la Rai. Adesso la Vigilanza si adeguerà? Non è finita. Per ingarbugliare ancora di più il lavoro degli autori e condizionare le scalette dei programmi, l’ Agcom introduce la “parità di genere”, stesso numero di presenze – da qui alle urne del 4 marzo – per donne e uomini. Più limiti, più controlli, più rischio di multe per le aziende: “L’ Autorità verifica, alle medesime scadenze indicate (ogni settimana, ndr), il rispetto dei principi a tutela del pluralismo e, in particolare, della parità di trattamento tra soggetti politici e dell’ equa rappresentazione di tutte le opinioni politiche nei programmi di approfondimento informativo diffusi da ciascuna testata, tenuto conto del format e della periodicità di ciascun programma e anche dell’ argomento trattato. Il direttore di testata assicura comunque l’ alternanza e la parità, anche di genere, tra i diversi soggetti politici in competizione, in modo da garantire tra l’ altro una partecipazione equa, bilanciata e pluralistica nell’ intero periodo elettorale, e dà previa comunicazione all’ Autorità del calendario degli ospiti”. Con la scusa della par condicio, i palinsesti, gli argomenti e persino i giornalisti da coinvolgere nei programmi li sceglie l’ Autorità. A ogni pensiero dovrà seguirne uno contrario. Finché il telespettatore non si annoia e cambia canale.

E ora la fuga dalle notizie di media e politica

Il Fatto Quotidiano
Marco Palombi
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Apprezziamo la solerzia con cui la Procura di Roma persegue gli autori della rivelazione di segreto che ha reso nota la telefonata tra Carlo De Benedetti e il suo broker in cui si rivela che Matteo Renzi aveva “soffiato” all’ Ingegnere il decreto Popolari regalandogli una plusvalenza da 600 mila euro. Argent de poche, spiccioli, come dicono De Benedetti e il procuratore Pignatone. L’ inchiesta sulla fuga di notizie in Parlamento è sicuramente un atto dovuto e gli atti discrezionali sul resto della vicenda, invece, legittimamente discrezionali. Solo una cosa davvero spiacevole già vediamo all’ orizzonte: anche stavolta si tenterà di dirottare l’ attenzione dell’ opinione pubblica. Come fu per Consip, una gara da 2 miliardi e spiccioli attorno a cui si agitava, irrituale, l’ interesse di famigli, famigliari, deputati, avvocati, aziende e madonnine di Medjugorje, diventata il tentativo di golpe di due/tre carabinieri. L’ imbarazzante conflitto di interessi su Banca Etruria di una ministra che ha messo in mora l’ esecutivo nei confronti di controparti istituzionali (Banca d’ Italia, Consob) e finanziarie è divenuto una campagna d’ odio maschilista. E adesso c’ è la fuga di notizie energicamente perseguita dai pm. Lo diciamo prima delle (eventuali) perquisizioni nei giornali: l’ interesse pubblico di questi fatti non è in discussione, anche se la stessa Procura ha giudicato – con legittima discrezionalità – che perseguirli non è suo interesse giudiziario. Il grumo incestuoso di pressappochismo e interessi privati che sono gran parte del renzismo al governo sta plasticamente in quella telefonata: il grande editore/giocatore in Borsa che “fa breakfast” col premier (e coi vertici di Bankitalia) e tra un consiglio (“gratis”) e l’ altro apprende una cosa che gli frutta 600 mila euro è un fatto di enorme interesse pubblico, anche alla luce del racconto che i media mainstream hanno dato e daranno di questi casi. La fuga di notizie non giustifica la fuga dalle notizie.

Rai, tre gruppi per il nuovo piano

Il Manifesto

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Il cda Rai ha approvato il contratto di servizio 2018-2022 firmato con il Mise. Sono stati formati tre gruppi di lavoro: la presidente Monica Maggioni guida quello peril nuovo canale in inglese; Giuseppe Pasciucco e Stefano Ciccotti metteranno a punto il piano industriale; il dg Mario Orfeo darà forma al piano news e al piano editoriale.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Accordo Soundreef-YouTube sulla riscossione dei diritti d’ autore. La società che si occupa della raccolta e della gestione dei diritti d’ autore riscuoterà direttamente i compensi sulle opere dei propri iscritti che vengono visualizzate su YouTube. Grazie a questo accordo, Soundreef, fondata da Davide D’ Atri e Francesco Danieli, riceverà direttamente i report relativi alle utilizzazioni dei video caricati su YouTube e riscuoterà dal provider i compensi dovuti sulle opere che amministra. Discovery Italia, nel 2017 supera il 7% di share e si conferma terzo editore tv. Discovery Italia chiude il 2017 con il 7,1% di share sugli individui (in crescita del 4%) e il 9,3% sul target commerciale (+5%), confermando la terza posizione tra gli editori. La prima serata si attesta al 5,8% in crescita del +10% sul 2016. Il gruppo sottolinea anche alcuni degli altri successi dello scorso anno: Nove con l’ 1,6% è il canale in chiaro che cresce di più in prima serata: +59%; in autunno Fratelli di Crozza su Nove e Bake Off su Real Time fanno volare il portfolio all’ 8,5% in prime time, 10,6% sul target commerciale; record di sempre su Dmax per l’ incontro di rugby del Six Nations Italia-Galles, quasi 900 mila spettatori e 4,7% di share; Eurosport cresce del 36% grazie a record con Australian Open, Roland Garros, Us Open di tennis, Giro, Tour e Vuelta di ciclismo; quasi 2 milioni di utenti unici al mese sul servizio streaming Dplay, +57% rispetto all’ anno scorso, oltre 335 milioni di video visti sulle pagine Facebook dell’ intero portfolio; Discovery Channel si conferma canale leader dell’ area 400 di Sky; Discovery Media, la concessionaria del gruppo, conferma la crescita a doppia cifra. Libro che spettacolo, domenica parte l’ undicesima edizione. Si inaugura il 14 gennaio alla Galleria Nazionale d’ Arte Moderna a Roma l’ undicesima edizione di Libro: che Spettacolo!, l’ iniziativa dell’ Agis che promuove la lettura e lo spettacolo dal vivo e che favorisce un’ interazione fra la letteratura e il teatro. Sole 24 Ore, Boccia: fatto il nostro, tocca a manager e giornalisti. Sul Sole 24 Ore «abbiamo fatto il nostro come azionisti, ora tocca ai manager e ai giornalisti». Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ieri a Milano a margine di un evento. «Non si deve chiedere a noi se il Sole è in sicurezza, abbiamo fatto il nostro come azionisti, dichiarando poco e facendo molto, un aumento di capitale. Adesso la partita è in mano al management in termini di risultato e ai giornalisti che sono la sala macchine del giornale». Regione Lombardia, via libera in commissione al progetto di legge a sostegno dell’ emittenza locale. La Commissione attività produttive della regione Lombardia, presieduta da Pietro Foroni (Lega), ha approvato a larga maggioranza il progetto di legge a sostegno delle piccole emittenti radiotelevisive lombarde. Il provvedimento è costituito da otto articoli e getta le basi per un «intervento regionale al fine di studiare misure ad hoc a sostegno di emittenti radiotelevisive, in modo da garantire il servizio di informazione pubblico sul suolo lombardo e l’ utilizzo dell’ emittenza locale per la comunicazione istituzionale regionale». In particolare il progetto di legge, che approderà ora in consiglio regionale, dispone «interventi di sostegno e disposizioni di salvaguardia a favore delle emittenti locali nei casi di crisi occupazionale. Prevede inoltre il contrasto di eventuali squilibri territoriali, il sostegno dell’ innovazione organizzativa e tecnologica, nonché la tutela di una più ampia comunicazione istituzionale». L’ articolo 7 impegna regione Lombardia a destinare all’ acquisto di spazi sull’ emittenza radiotelevisiva locale almeno il 30% del proprio bilancio riservato alla comunicazione istituzionale. Rai: al via selezioni per 50 tecnici under 30. Sono disponibili sui siti www.lavoraconnoi.rai.it e www.cliclavoro.gov.it gli avvisi di selezione di 40 diplomati per il ruolo di tecnico, tecnico della produzione e tecnico Ict e di 10 laureati in ingegneria per il profilo di tecnico e tecnico Ict, che la Rai inserirà in azienda con contratti di apprendistato professionalizzante. Gli avvisi sono rivolti ai giovani sotto i 30 anni e rappresentano il primo passo di un più ampio percorso di reclutamento che la Rai metterà in campo nei prossimi mesi per impiegare, afferma un comunicato, nuove energie in tutti i settori, supportando l’ innovazione tecnologica e raccogliendo la sfida del rinnovamento dei processi, delle idee e delle strategie. Le selezioni pubbliche «saranno tutte ispirate ai principi di pari opportunità, merito, trasparenza e non discriminazione, nel pieno compimento della mission del servizio pubblico». Per i vincitori, porte aperte nel mondo della tv, della radio e del web e l’ opportunità di lavorare nelle sedi Rai su tutto il territorio: i 50 giovani potranno, nel corso della formazione professionalizzante, tra le altre mansioni, lavorare sulla messa in onda, sulle riprese e sul montaggio delle produzioni tv e radio, collaborare alla progettazione, manutenzione e sviluppo degli impianti tecnologicamente avanzati della Rai, essere coinvolti nel ciclo di produzione Ict e nell’ innovazione in ambito digital dell’ azienda.

Mondadori France, uscite in vista

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Mondadori riorganizza in Francia e prevede di ridurre di una trentina il numero dei suoi dipendenti. In programma ci sono solo uscite volontarie che dovrebbe coinvolgere anche e soprattutto gli organici redazionali, per una ventina di posti di lavoro, secondo quanto reso noto ieri dall’ agenzia stampa Afp-Agence France presse, l’ Ansa transalpina. La divisione d’ Oltralpe del gruppo editoriale milanese pubblica testate come Closer (quella che ha pubblicato lo scoop sulla relazione segreta dell’ allora presidente François Hollande), Auto Plus, Biba, Top Santé e ancora Science & Vie. Ai primi di gennaio Mondadori France era salita alla ribalta della cronaca per l’ ipotesi d’ integrazione a tre, coi gruppi Lagardère e Marie Claire, come anticipato da Milano Finanza. Intanto ieri, il numero tre dell’ editoria periodica francese ha annunciato la soppressione di 35 posti di lavoro al massimo e la creazione di 5 nuovi ruoli aziendali (di cui uno in ambito redazionale), quindi con un saldo finale di 30 tagli, sempre secondo Afp (operazione che però impatta su un totale di 700 lavoratori). I tagli coinvolgeranno perlopiù le testate maggiormente toccate dalla crisi o quelle che hanno risentito di più delle conseguenze combinate della fuga dei lettori assieme agli effetti della concorrenza del digitale, oltre che dei costi più alti per l’ esternalizzazione della distribuzione regionale. Non ci sarà nessuna uscita senza accordo preventivo, anche se un primo tentativo di ridurre l’ organico c’ era già stato ma non aveva raggiunto gli obiettivi programmati. Nella seconda parte del 2017, però, i primi nove mesi si sono chiusi in Francia con ricavi giù dell’ 8% e un ebitda adjusted in calo di 4,5 milioni di euro, come annunciato dalla stessa casamadre italiana. A pesare sono stati soprattutto i ricavi diffusionali e la raccolta pubblicitaria (su carta e digitale) in diminuzione. Il fatturato diffusionale ha contratto del 5%, le inserzioni del 18,5% in tutto. Tendenza che, in Francia come in Italia, riguarda peraltro tutto il mercato dei periodici e quindi anche i competitor di Mondadori d’ Oltralpe, per esempio con un segno negativo medio più pesante nella contrazione delle diffusioni. In questo mercato sono presenti gli stessi gruppi Lagardère (che pubblica per esempio Paris Match e Le Journal du Dimanche) e Marie Claire (editore dell’ omonimo magazine femminile). In particolare, nel caso del conglomerato guidato da Arnaud Lagardère, che mantiene attività diversificate dall’ editoria fino alla consulenza nel mondo dello sport e dell’ intrattenimento, hanno perso terreno al 30 settembre scorso sia il business della stampa sia quello della radio (con ricavi complessivamente giù del 2,1%). Lagardère ha tentato anche la via dell’ e-commerce ma senza particolar successo, essendone poi uscito. I francesi di Lagardère e gli italiani di Mondadori si erano già incrociati nel 2016 quando il gruppo tricolore guidato dall’ a.d. Ernesto Mauri si era interessato alle tre testate in vendita Télé 7 Jours, France Dimanche e Ici Paris, arrivando a offrire 55 milioni di euro (vedere ItaliaOggi del 6/2/2016). L’ operazione non è poi andata in porto ma anche più recentemente, durante l’ anno appena concluso, Mauri ha continuato a indicare il mercato francese come una realtà da sondare. © Riproduzione riservata.

Rai, via libera al contratto di servizio Marano ad interim a.d. della concessionaria

Italia Oggi

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Via libera del cda Rai al contratto nazionale di servizio che disciplinerà le attività della televisione pubblica nei prossimi 5 anni, fino al 2022. Lo ha approvato ieri lo stesso board di Viale Mazzini sotto la presidenza di Monica Maggioni, presente anche il direttore generale Mario Orfeo. Nel dettaglio il contratto nazionale di servizio impegna la Rai a sostenere e favorire una maggiore alfabetizzazione digitale in Italia. Il cda ha deciso anche di affidare in via transitoria al presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano i poteri dell’ a.d. uscente Fabrizio Piscopo. L’ approvazione del consiglio di amministrazione è propedeutica all’ entrata in vigore dello stesso Contratto e conclude così un percorso iniziato lo scorso aprile con l’ approvazione della convenzione e la stesura del testo inviato lo scorso ottobre alla commissione parlamentare di Vigilanza (perché potesse esprimere il parere di competenza). Quindi la televisione pubblica punta a presidiare maggiormente le nuove piattaforme di distribuzione, con un’ attenzione particolare al pubblico dei giovani (tendenzialmente più attratti da un’ informazione e un intrattenimento multimediale). «Abbiamo raggiunto un risultato fondamentale per il futuro del servizio pubblico concludendo un lavoro impegnativo che accresce la responsabilità della Rai come principale azienda culturale italiana», hanno dichiarato congiuntamente ieri Maggioni e Orfeo. «Al centro di questo impegno c’ è la missione di accrescere, fortificare e innovare il racconto del paese. La Rai garantirà la qualità dell’ offerta in maniera plurale ed attenta alle esigenze di tutti gli italiani, nessuno escluso. Il servizio pubblico da oggi è più forte e più sicuro».

La classifica dei quotidiani più diffusi a novembre. Calano un po’ tutti tranne Corsera, Repubblica, Sole, Resto del Carlino e Qn – INFOGRAFICA

Prima Comunicazione

link

La classifica dei quotidiani a novembre (.xls) per diffusione carta+digitale elaborata da Primaonline.it sui dati Ads. La graduatoria è realizzata comparando il dato appena diffuso da Ads con quello del mese precedente. – Leggi o scarica la tabella con i dati dei quotidiani relativi al mese di novembre (.xls)

Aboliremo i finanziamenti ai quotidiani e all’ editoria. Di Maio, leader M5S: non sono nel nostro programma

Prima Comunicazione

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“I finanziamenti ai quotidiani e all’ editoria non sono nel nostro programma e quindi li aboliremo”. Lo ha detto Luigi Di Maio, candidato premier del M5S, questa mattina a margine della visita in un’ azienda edile genovese. (Agi) Di Maio ospite di Formigli.


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