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Rassegna Stampa del 13/12/2017

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Operazione trasparenza di Zuckerberg

Editoria, digiuno a Famiglia Cristiana

Nell’ editoria Cigs con decadenza semestrale

Famiglia Cristiana, la redazione domani sciopera e digiuna: “L’ azienda continua a umiliarci”

Pagina99, 3 licenziamenti Perdite per 3,5 milioni

CHESSIDICE IN VIALE DELL’ EDITORIA

Rita Dalla Chiesa rientra a Rete 4 dopo la pausa a La7

La classifica dei quotidiani più diffusi a ottobre: bene Corriere, Sole e Avvenire. Perdite a doppia cifra per Gazzetta e TuttoSport (Dati Ads)

Murdoch divide l’ impero in due Sky e Fox passano alla Disney

Addio TeleKabul. Rai Tre diventa TeleAnpi

«No accesso a film e serie on line dall’ estero»

Addio al giornalista Everardo Dalla Noce

Rai, il pressing di FI sugli spot

Operazione trasparenza di Zuckerberg

Il Sole 24 Ore
Marco lo Conte
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Il cambio di passo ha una data simbolica precisa, il 1° novembre scorso, quando Mark Zuckerberg, a margine dell’ annuncio dei risultati del terzo trimestre, ha indicato ai suoi la parola chiave dello sviluppo di Facebook nei prossimi mesi: trasparenza. Il fondatore del social media più diffuso al mondo ha voluto imprimere una svolta eclatante nella politica di relazione della piattaforma nei confronti degli utenti, ma anche delle imprese – non ultime i publisher – e dei policy maker. È in questo quadro che si iscrive l’ annuncio di Facebook di contabilizzare i ricavi pubblicitari realizzati nei singoli paesi e di conseguenza versare all’ Erario le tasse sui profitti realizzati. Una mossa che si iscrive in una strategia avviata dopo le elezioni Usa e le accuse ai social di aver condizionato il risultato elettorale attraverso fake news. Ma su cui evidentemente ha pesato il pressing dell’ opinione pubblica e dei governi impegnati nella definizione della web tax, a partire dal G7 di Bari in poi. Hanno avuto un ruolo anche gli accordi con il Fisco di colossi come Google che hanno dato origine a multe milionarie per gli arretrati e secondo diverse fonti, Facebook ha contatti in corso da mesi con il Mef e l’ agenzia delle Entrate. Forte di una profittabilità monstre dei propri ricavi pari a circa il 25%, il social media muove la sua torre contabile da Dublino, il quartier generale europeo, nelle singole caselle europee in un’ operazione di avvicinamento ai policy maker. «Stiamo creando un sistema – dicevano Zuckerberg e il suo top team lo scorso primo novembre – per permettere ai nostri utenti di capire se un contenuto è sponsorizzato, di rintracciare altri contenuti sponsorizzati dallo stesso soggetto, in particolare per quelli politici. Ma allo stesso tempo di collaborare con i publisher per consentire loro di diffondere al pubblico informazione di qualità riconosciuta come tale in modo evidente». Dopo le polemiche seguite all’ elezione di Donald Trump alla Casa Bianca – con il coinvolgimento di provider russi e server nei Balcani da cui sono partite campagne su inesistenti guai giudiziari di Hillary Clinton o il presunto endorsement di Papa Francesco a Trump – Facebook non intende accettare il ruolo di canale neutro di diffusione di informazioni. La ragione è più semplice di quanto possa apparire: un far west digitale non è il contesto ideale per chi come il social media incassa worldwide circa 1,5 miliardi di dollari ogni mese. Al contrario, un ambiente affidabile rende efficiente il posizionamento delle imprese che trovano sulla piattaforma il contatto con un pubblico di consumatori. Rende profittevole la costruzione di un’ ambiente in cui è chiaro chi pubblica cosa, perché, come e cos’ altro fa. In questo Facebook è alleata a Google nel transparency project proprio sul delicato tema dell’ informazione, e autonomamente ha lanciato il Facebook journalism project, per identificare insieme agli editori strumenti adeguati per migliorare l’ informazione presente sul social. Ed è proprio sulla costruzione di un pubblico di lettori sempre più avvertiti che il social media è impegnato, con iniziative di educazione digitale, come il decalogo per il riconoscimento delle fake news o il Trust indicator, che si affiancano alle iniziative di rimozione di post e di commenti offensivi o anche di interruzione delle inserzioni pubblicitarie a pagine caratterizzate da sensazionalismo, clickbait e complessivamente bassa qualità. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Editoria, digiuno a Famiglia Cristiana

Il Sole 24 Ore

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Una giornata di sciopero, ma anche di digiuno, domani, per i giornalisti di Famiglia Cristiana «per salvare la testata e lanciare un drammatico grido d’ aiuto». È la decisione, presa all’ unanimità dall’ assemblea dei giornalisti della Periodici San Paolo, che pubblica Famiglia Cristiana, Credere, Jesus e Il Giornalino. «Purtroppo – si legge nella nota – l’ autorevolezza e la qualità delle nostre riviste sono sempre più minacciate da una politica aziendale miope e di corto respiro che considera tutti i lavoratori, giornalisti e impiegati, soltanto una riga di costo del bilancio». E così, «dopo quasi tre mesi di trattative, infruttuose, tra l’ editore e il Cdr sul rinnovo degli accordi integrativi aziendali disdettati unilateralmente dall’ azienda nel giugno scorso, siamo costretti, nostro malgrado, a questo gesto simbolico che non ha precedenti nella quasi centenaria storia di Famiglia Cristiana». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Nell’ editoria Cigs con decadenza semestrale

Il Sole 24 Ore
Antonino CanniotoGiuseppe Maccarone
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Dal 1° gennaio andranno in vigore le nuove regole in materia di trattamenti di integrazione salariale straordinaria (Cigs) per le imprese editrici. Il Dlgs 69/2017, attuativo della delega contenuta nella legge 198/2016, ha infatti ridefinito, tra l’ altro, la disciplina della Cigs per le aziende del settore, con il chiaro intento di adeguarla ai più stringenti principi in materia di ammortizzatori sociali dettati, per la generalità delle imprese, dal Dlgs 148/2015. Il nuovo impianto normativo è stato realizzato attraverso due fondamentali passaggi: l’ abrogazione, dal 1° gennaio 2018, dell’ articolo 35 della legge 416/1981 che attualmente regola la materia e l’ introduzione, nel Dlgs 148/2015, dell’ articolo 25 bis con la nuova regolamentazione. L’ operazione, i cui effetti si produrranno dal prossimo anno, tuttavia, non determinerà la totale attrazione della disciplina della Cigs per l’ editoria al regime generale, ma tra gli elementi che verranno armonizzati figura la decadenza semestrale, quale conseguenza dell’ esplicito richiamo operato dall’ ultimo periodo del comma 8, dell’ articolo 25 bis. Ricordiamo che l’ istituto della decadenza, introdotto dall’ articolo 7 del Dlgs 148/2015, opera laddove le aziende, nell’ arco temporale di 6 mesi a loro disposizione, non procedano a recuperare le somme anticipate ai lavoratori a titolo di cassa integrazione. La tecnica legislativa utilizzata per l’ articolazione della normativa sembra portare alla conclusione che, nello specifico settore dell’ editoria, la decadenza sfugga, quindi, sino al 31 dicembre 2017 al regime generale e produca i suoi effetti a partire dal 1° gennaio 2018. Se, infatti, la decadenza semestrale – in quanto principio di carattere generale – avesse trovato applicazione anche nel settore dell’ editoria dal 24 settembre 2015, non ci sarebbe stata necessità del suo espresso richiamo, contenuto nell’ articolo 25 bis, comma 8, del Dlgs 148/2015. www.quotidianolavoro.ilsole24ore.com La versione integrale dell’ articolo © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Famiglia Cristiana, la redazione domani sciopera e digiuna: “L’ azienda continua a umiliarci”

Il Fatto Quotidiano

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UNA GIORNATA di digiuno e di sciopero dei giornalisti di Fa – miglia Cristiana, per salvare la testata e lanciare un d ra m m a t i co grido d’a i u to. È la decisione, presa all’unanimità, per la giornata di domani, dall’assemblea dei giornalisti della Periodici San Paolo, che pubblica le testate Famiglia Cristiana,C re d e re ,JesuseIl Giornalino.Pur troppo si legge nel documento approvato all’unanimità l’autorevolezza e la qualità delle nostre riviste sono sempre più minacciate da una politica aziendale miope e di corto respiro che considera tutti i lavoratori, giornalisti e impiegati, soltanto una riga di costo del bilancio mortificandone la dignità professionale. Dopo quasi tre mesi di trattative, infruttuose, tra l’Editore e il Comitato di redazione sul rinnovo degli accordi integrativi aziendali disdettati unilateralmente dall’azienda nel giugno scorso siamo costretti, nostro malgrado, a questo gesto simbolico che non ha precedenti nella quasi centenaria storia di Famiglia Cristiana. Con questo digiuno spiegano i giornalisti della Periodici San Paolo vogliamo denunciare con sgomento che l’azienda non ha alcuna idea seria e credibile di futuro, se non quella di tagliare lo stipendio dei giornalisti e impiegati imponendo solo tagli, sacrifici e umiliazioni.

Pagina99, 3 licenziamenti Perdite per 3,5 milioni

Italia Oggi

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Acque agitate a Pagina 99. Da una parte c’ è la redazione del settimanale ieri e oggi in sciopero dopo il licenziamento di due giornalisti e del grafico, come annunciato ieri con una nota dagli stessi giornalisti, che hanno sottolineato anche il recente addio alla carta stampa e la prossima scadenza di quattro contratti. Dall’ altra parte c’ è l’ editrice News 3.0 (controllata da Sator private equity fund che fa capo al banchiere Matteo Arpe) che ha ricordato, sempre ieri, investimenti effettuati per 3 milioni complessivi in Pagina99, a fronte di una perdita totale di 3,5 milioni. Quindi, a giudizio di News 3.0, le uscite «sono funzionali al mantenimento in vita dell’ intera iniziativa editoriale».

CHESSIDICE IN VIALE DELL’ EDITORIA

Italia Oggi

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L’ italia delle slot l’ inchiesta dei quotidiani locali del gruppo Gedi con Dataninja. I quotidiani locali del gruppo Gedi con l’ aiuto del Visual Lab di gruppo e di Dataninja, società che si occupa di datajournalism, hanno creato un database che contiene tutti i dati sulle slot machine in Italia. Venerdì, alle 10, nella sala stampa della Camera dei deputati, a Palazzo Montecitorio, verranno illustrati in anteprima tutti i dettagli di questo lavoro. A questa mole di dati, disponibili in versione esclusivamente digitale, si aggiunge l’ inchiesta giornalistica che si compone di una parte nazionale e di una locale. Questo lavoro di squadra verrà pubblicato su tutti i quotidiani locali del Gruppo Gedi domenica 17 dicembre 2017 così come la versione digitale. Visibilia, due nuove testate dai marchi di Visto e Novella 2000. Visibilia Editore ha finalizzato l’ acquisizione dei marchi Visto e Novella 2000 da Visibilia magazine in liquidazione per 655 mila euro. L’ intenzione è di sviluppare due nuove testate periodiche di carattere generale: Visto Tv e Visto pet. Il MAGAZINE G della Gazzetta dello Sport. La Gazzetta dello Sport celebra la Coppa del mondo di sci nelle tappe italiane con il MAGAZINE G in regalo con la rosea domani. Un numero di oltre 100 pagine e due copertine: nella prima il jet azzurro Peter Fill, nella seconda la campionessa Sofia Goggia. Vanity Fair Red Christmas Party. Si è tenuto lunedì, negli spazi del casello di Ponente all’ Arco della Pace, il Red Christmas Party, l’ evento di Vanity Fair che introduce il nuovo format «Vanity Fun Fair». Ad animare la serata sono state infatti storie raccontate attraverso le performance di artisti di fama internazionale. Il 22 dicembre Trio Medusa e Radio Deejay insieme a favore di Cesvi. Torna Zozzoni Day: venerdì 22 dicembre per un’ intera giornata, dalle 7 alle 20, la diretta radiofonica sarà dedicata a Cesvi, organizzazione attiva in oltre 20 paesi del mondo con progetti a sostegno dei più vulnerabili. Knightfall su A+E Networks. La produzione originale A+E Networks con Tom Cullen (Downton Abbey) e la firma di Jeremy Renner che racconta il misterioso mondo dei Cavalieri Templari, arriva in anteprima esclusiva per l’ Italia su History (canale 407 di Sky) da oggi 13 dicembre alle 21.

Rita Dalla Chiesa rientra a Rete 4 dopo la pausa a La7

Italia Oggi
GIORGIO PONZIANO
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Rita Dalla Chiesa figliol prodiga. Rete 4 l’ accoglie a braccia aperte dopo che lei aveva sbattuto la porta quattro anni fa, abbandonando la conduzione di Forum per passare a La7, dove però non era poi riuscita a proporre un proprio programma. Dopo molte ospitate ora è arrivato il disgelo. Guiderà Italiani, trasmissione dedicata alle eccellenze nazionali. Jenna Coleman sarà la nuova protagonista della sfida domenicale di Canale5 a Fabio Fazio (Che tempo che fa, Rai1). È lei infatti la principale interprete di Victoria, la nuova fiction che prenderà il posto, dalla prossima domenica di Rosy Abate. Racconta gli eventi principali della vita della regina Vittoria. La prima serie è stata trasmessa da LaEffe, la seconda tenta l’ avventura con Canale5. Bisserà il successo di Rosy Abate che anche la scorsa domenica ha surclassato (5,2 milioni, 20,9%) il programma di Fazio (3,9 milioni, 14,5%) nonostante la presenza, per altro non brillantissima, degli U2 e il debutto tv di Pietro Grasso nel nuovo ruolo di leader partitico. Da registrare il buon successo delle Iene (Italia1) con 2 milioni (9,7%) che hanno quasi doppiato Massimo Giletti, che con Non è l’ arena (La7) si è fermato a 1,3 milioni (5,9%). Alberto Angela lo stakanovista arriva su Rai1 (ma continua Ulisse su Rai3) con Meraviglie-La Penisola dei tesori, quattro puntate dal 4 gennaio, in prima serata. «È un viaggio», lo definisce Angela, «tra bellezze monumentali, artistiche e naturali del nostro Paese, che è unico al mondo». Piero Marrazzo e il suo ritorno alla grande nei Tg Rai, dopo le sfortunate vicende politico-familiari. Le violenze che hanno accompagnato la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele ne hanno fatto, quale corrispondente appunto da Gerusalemme, uno dei protagonisti di questi giorni: si è presentato in video ostentando un giubbotto antiproiettile e nel corso di una diretta con Rainews24 ha interrotto il collegamento per indossare un elmetto poiché alcuni dimostranti gli avevano lanciato dei sassi. Quando si dice: in prima linea Giorgio Panariello e gli auguri di Natale. Angelo Teodoli, direttore Rai1, lo ha scelto per animare due serate pre-natalizie, il 21 e il 22 dicembre. Il programma si intitolerà Panariello sotto l’ albero. Hanno risposto al suo grido d’ aiuto Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni, Fiorella Mannoia, Max Pezzali, Cristina D’ Avena, Christian De Sica. In radio lo show sarà proposto da Rtl 102,5, quindi niente RadioRai: misteri dell’ emittente pubblica. Alessandro Greco si prende la rivincita. Dopo gli ascolti sottozero del suo Zero e Lode, su Rai1 alle 14, orario davvero poco gratificante per un quiz, ha convinto la Rai a trasmettere dei promo e ora viaggia sui 2 milioni di telespettatori, col 12% di share, asticella mai raggiunta in questa fascia dalla rete ammiraglia. Diamo a Cesare quel è di Cesare: la decisione, assai rischiosa, fu presa dall’ ex direttore di Rai1, Andrea Fabiano (ora direttore di Rai2) Antonella Clerici e il ping-pong sulla fedeltà alla Rai, stesso copione di Fabio Fazio. Si susseguono le voci che la Prova del cuoco (Rai1) sia agli sgoccioli. E lei se ne guarda bene dello smentire. Anzi è andata nella trasmissione Un giorno da pecora (Rai1) e a Giorgio Lauro, che l’ ha intervistata, ha risposto: «Lasciare la Prova del cuoco? Non lo so ancora. Sto decidendo. Magari in sintonia con la Rai potremo vedere come cambiare il cooking show. Certo mi piacerebbe dedicarmi ad altro. Un po’ come fa la mia collega Milly Carlucci che conduce Ballando con le stelle ed è impegnata solo per un determinato periodo all’ anno». Gianni Morandi ha tradito la Rai, che lo aveva lanciato nel mondo delle fiction a metà degli anni 80, e si è accasato ormai stabilmente con Mediaset. Dopo la recente fiction L’ Isola di Pietro (Canale5) ha festeggiato sullo stesso canale i suoi 73 anni con uno speciale intitolato Amore d’ autore. Altro anniversario è quello di Umberto Tozzi ed è ancora Canale5 a proporre il suo spettacolo dall’ Arena di Verona, in occasione dei 40 anni della sua canzone più popolare, Ti amo. Lo show sarà trasmesso il 23 dicembre. Elisabetta Canalis (ultima fatica televisiva Zelig su Italia1 nel 2014) è impegnata in una campagna natalizia contro l’ uso della pelle di rettile nella moda. Il set è una foresta, con un serpente che scende da un albero, lei indossa un bikini di stoffa color pelle e sentenzia: «Vivi in modo naturale e lascia vivere gli animali selvatici, non indossare pelli esotiche». Renzo Arbore e Nino Frassica di nuovo insieme in un’ operazione revival. Due serate su Rai2, stasera e il 20 dicembre, per ricordare i 30 anni di Indietro tutta, fortunato programma che lanciò non pochi artisti. La novità, tra presumibilmente tanta nostalgia, è la co-conduzione di Andrea Delogu. Dice Arbore: «Indietro tutta non risulta datata perché rifuggiva dall’ attualità, era davvero un programma a futura memoria, fatto per restare. Non come la tv di oggi, che è tutta usa e getta, una fast-tv che è vecchia già il giorno dopo». Carlo Conti, che sta ridando il testimone a Fabrizio Frizzi nell’ Eredità (Rai1), va giù pesante coi colleghi: «Abbiamo tantissime presentatrici donne di grande livello, che stanno crescendo sempre di più. Caterina Balivo e Francesca Fialdini sono senza dubbio tra le più brave, possono parlare di qualsiasi argomento e rimanere naturali. Sugli uomini invece si è deciso di non investire e la situazione non è altrettanto buona. Al momento ci sono solo Federico Russo, Alvin (pseudonimo di Alberto Bonato, Ndr) e Alessandro Cattelan, non vedo molto altro in giro». Enrico Mentana, direttore del Tg La7, è il principale influencer, cioè il giornalista più attivo e più seguito con interesse sui social. È il risultato della prima ricerca sulla leadership digitale, realizzata da Agi e Doing (digital business company). Nonostante l’ addio a Twitter di qualche anno fa, Mentana risulta scatenato su Facebook e risponde quasi sempre agli interlocutori della sua pagina. Anche per questo è stato messo sul gradino più alto del podio. Letizia Lamartire ha incominciato a Ferrara le riprese di Saremo giovani e bellissimi, suo esordio nel lungometraggio (un corto è stato proposto a Venezia, alla Settimana della critica), prodotto da RaiCinema. L’ emittente pubblica ne prevede la programmazione alla fine del prossimo anno. Protagonisti: Barbara Bobulova e Alessandro Piavani. Il film racconta una storia d’ amore che incrocia generazioni diverse ma legate dallo stesso filo conduttore: la musica. Tano Grasso, ex deputato Pds e nel 1990 animatore della Fondazione Antiracket, difende il magistrato napoletano Giuseppe Borrelli, che ha criticato la fiction Gomorra (Sky), e inoltre rileva che esprimere riserve sullo sceneggiato di Roberto Saviano non è parlar male di Garibaldi. Spiega: «L’ attore Marco D’ Amore, interprete del personaggio di Ciro Di Marzio», ha denunciato «il rischio di scivolare verso la censura. Ma l’ evocazione della censura appare decisamente sproporzionata e, per alcuni aspetti, pericolosa. Sproporzionata rispetto alla pacata riflessione del giudice Borrelli il quale, con la competenza di chi è da anni impegnato nel contrasto giudiziario alla vera Gomorra, ha sottolineato come la camorra rappresentata dalla fiction televisiva è folkloristica e antica». Adamo Dionisi, protagonista di Suburra (Sky) ha messo a soqquadro l’ hotel Salus Terme di Viterbo, devastando suppellettili e picchiando anche una donna che era con lui. Dionisi è stato arrestato dalla polizia, intervenuta in seguito ad una segnalazione. Il giudice ha poi convalidato l’ arresto, rimettendo l’ uomo in libertà e disponendo il divieto di avvicinamento alla donna. Il processo si terrà il 19 gennaio. Twitter: @gponziano © Riproduzione riservata.

La classifica dei quotidiani più diffusi a ottobre: bene Corriere, Sole e Avvenire. Perdite a doppia cifra per Gazzetta e TuttoSport (Dati Ads)

Prima Comunicazione

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La classifica dei quotidiani a ottobre (.xls) per diffusione carta+digitale elaborata da Primaonline.it sui dati Ads. La graduatoria è realizzata comparando il dato appena diffuso da Ads con quello del mese precedente. In una nota la società ha ricordato che, a seguito dell’ entrata in vigore del nuovo Regolamento ADS edizioni digitali, orientato alla centralità dell’ utente finale, è ripresa anche la comunicazione dei dati relativi alle copie multiple, con la verifica dell’ esplicita volontà di fruizione della copia da parte dell’ utente finale e l’ adozione di evoluti strumenti tecnologici di controllo dell’ avvenuta attivazione. I dati relativi alle copie multiple gestite tramite intermediari sono disponibili a partire dai dati riferiti a luglio 2017 e comunque a completamento della prima fase del processo di accreditamento di ciascun soggetto. E’ stata eliminata la soglia di prezzo prevista dal precedente regolamento: le copie digitali sono suddivise per fasce di prezzo e vengono rappresentate anche le copie digitali promozionali e omaggio per le quali sono previste le nuove regole di certificazione valide anche per le copie multiple. – Leggi o scarica la tabella con i dati dei quotidiani relativi al mese di ottobre (.xls)

Murdoch divide l’ impero in due Sky e Fox passano alla Disney

Corriere della Sera
di Corinna De Cesare
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Per dirla con le parole di Walt Disney, «tutto è cominciato da un topo». Ma ora il gruppo di animazione nato negli anni 20 e che ha fatto di Topolino il suo protagonista indiscusso, potrebbe avere anche i supereroi di Marvel, X-Men, i Simpson e il 39% di Sky con i suoi 22,5 milioni di clienti nel Vecchio Continente. L’ affare sembra quasi fatto: Walt Disney e 21st Century Fox potrebbero annunciare l’ accordo nelle prossime ore, domani secondo Cnbc. La trattativa con Rupert Murdoch è in effetti in corso da mesi: Disney vuole gli studios cinematografici e televisivi di Fox, Fx, National Geographic, una quota di Hulu ma anche gli asset internazionali di 21st Century Fox, incluso il 39% di Sky. Ma l’ obiettivo è rafforzarsi nello streaming per competere con Netflix. Se Walt Disney ha infatti una capitalizzazione di mercato che è circa il doppio di quella di Netflix, quest’ ultima è leader mondiale dell’ intrattenimento in streaming, con 104 milioni di abbonati. Disney vuole, in questa fase, riposizionare il suo business televisivo online e l’ acquisizione delle attività di 21st Century Fox glielo consentirebbe. Lunedì l’ ultimo ostacolo alla trattativa è caduto. Comcast si è sfilata dalla corsa spianando così la strada alla rivale. «Non abbiamo mai raggiunto un livello di coinvolgimento necessario per fare una offerta definitiva». A 21st Century Fox resterebbero invece in portafoglio Fox News e Fox Sports 1. La società dovrebbe restare inizialmente indipendente in attesa che Murdoch decida se riunirla o meno con News Corp. È comunque evidente che dopo aver trascorso anni a creare il suo impero, Murdoch sia pronto a fare un passo indietro. L’ intesa con Disney, se raggiunta, dovrà essere approvata dalle autorità di regolamentazione ma se fino a poco tempo fa un via libera sarebbe stato scontato, la partita è ora più incerta dopo il blocco delle autorità alle nozze fra At&t e Time Warner. Le indiscrezioni su un possibile accordo di Fox con un altro gruppo si rincorrevano da tempo, tanto che Lachlan e James Murdoch avevano scritto nei giorni scorsi ai dipendenti rassicurandoli: «Anche se non possiamo commentare le speculazioni di mercato, vogliamo affrontare l’ impatto che queste hanno su tutti voi. La nostra attenzione è sulle attività del gruppo e sul benessere di tutti i nostri colleghi», hanno scritto il 7 dicembre in una mail, senza smentire i rumors. Le tempistiche dell’ acquisizione comunque coincidono con quelle indicate da Rupert Murdoch in uno degli ultimi incontri con i manager: «Se accade qualcosa, accade a dicembre». L’ operazione con Disney ha un valore di circa sessanta miliardi di dollari e in caso di esito positivo è possibile, come ha scritto nei giorni scorsi il Wall Street Journal , che l’ amministratore delegato Disney Bob Iger sia costretto a posticipare (di nuovo) la sua uscita, prevista inizialmente nel 2019. L’ ipotesi più accreditata è però che sia chiamato direttamente il figlio minore di Murdoch, James, attuale presidente di Fox, a sostituirlo .

Addio TeleKabul. Rai Tre diventa TeleAnpi

Il Tempo
PIETRO DE LEO
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C’ era una volta TeleKabul, retaggio novecentesco utile ad indicare l’ impronta comunista di un Tg3 guidato dall’ indimenticato Sandro Curzi. Oggi, c’ è TeleAnpi. Ossia Agorà, il talk della mattina, sempre su Rai3, condotto da Serena Bortone. Lì trionfa l’ ultimo espediente ideologico inventato dalla sinistra per nascondere i guasti provocati dalla politica sull’ immigrazione, ovvero la psicosi da fascismo, l’ onda nera che gonfierebbe tra saluti romani e teste rasate. L’ house organ televisivo di a poter accampare una difesa d’ ufficio. Peraltro, per quanto riguarda le voci dal X Municipio, a fronte di qualche anziano che riconosce a CasaPound il merito di iniziative per i più deboli, tipo i pacchi con generi alimentari, viene affiancata l’ immagine di un giovane che asserisce di essere stato picchiato dagli attivisti del movimento, e una donna che candidamente ammette di non poter votare perché «sono stata in galera», ma se avesse potuto avrebbe scelto, guarda un po’, CasaPound. Nella puntata del 17, peraltro, ospite a studio è Alessia Morani, deputata del Pd, che annuncia un’ interrogazione per capire qual è l’ origine delle dazioni alimentari di CasaPound. Altra puntata degna di nota quella del 30 novembre, con la disamina della sceneggiata messa in piedi dal gruppo del Veneto Fronte Skinhead, che a Como ha interrotto la riunione di un’ associazione impegnata nell’ aiuto ai migranti per leggere un comunicato. L’ immagine è assai nota, perché ha fatto il giro del web e delle tv. Le teste rasate hanno violato una libertà, sì, ma senza alzare le mani. Epperò, in studio, il modulo dedicato al tema si apre con Andrea Costa del Baobab Experience il quale afferma che c’ è più violenza in quella scena rispetto alle botte. «Mi hanno fatto più impressione quelle immagini che se avessi visto un naso rotto, perché c’ è la violenza intrinseca», dice. Ovviamente quando Alessandra Mussolini, collegata da Bruxelles, fa no tare che la violenza dei centri sociali è ben estrinseca, quasi rimane inascoltata. E ancora, la puntata del 5 dicembre, una parte è dedicata all’ odio sul web. Si parte con il fotomontaggio raffigurante Sal vini imbavagliato e la bandiera delle Br alle spalle. Qualche minuto per liquidare la pratica e subito, sul tema dell’ odio, si passa al nocciolo della questione: un filmato con un calciatore di Marzabotto che esulta con il braccio teso, l’ immagine di Anna Frank utilizzata per schernire i tifosi della Roma, la bandiera del secondo Reich appesa da un carabiniere di Firenze sopra il suo letto. Come se l’ odio fosse solo lì, insomma. E quando Giovanni Sallusti, di Libero, prova a far notare che la veemenza sta pure nell’ universo dei centri sociali, arriva una valanga di rimbrotti di Fiano sul nazismo e sull’ antisemiti smo. Nulla quaestio sull’ orrore anti ebraico, e allora forse giova ricordare che anche sul web è molto attivo un centro sociale denominato «Intifada», non esattamente un nome evocativo di amicizia verso gli ebrei. Comunque, siccome TeleAnpi fa le cose fino in fondo (e forse per questo nel centrodestra si rimpiange il precedente conduttore Gerardo Greco, che non era certo di area, ma quanto meno più equilibrato), ecco la puntata del 15 novembre, dedicata, dopo il disastro -mondiali, allo stato del calcio sotto Tavecchio. Un segmento ri guarda lo scapestrato calciatore del Marzabotto. Titolo: «Quando l’ estrema destra infetta il calcio». E l’ estrema sinistra, che per esempio inebria la tradizione calcistica a Livorno? Boh. D’ altronde, che aria tira lo si capisce dalla puntata del 9 ottobre, la cui chiusura è dedicata ai 50 anni dalla morte di Che Guevara. Minuti di pura agiografia. Dove i crimini del Che, teorico della necessità dell’ odio nei popoli, vengono amabilmente taciuti. Così funziona a Tele Anpi, tempio della doppia morale.

«No accesso a film e serie on line dall’ estero»

Il Messaggero

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Niente accesso online a film, serie e show prodotti o coprodotti a livello nazionale dai broadcaster locali, come per esempio la Rai, per chi vive o viaggia all’ estero. È il risultato del voto in plenaria del Parlamento europeo che ha affossato la proposta della Commissione Ue, concedendo ai cittadini fuori dal proprio Paese di poter vedere via internet solo i telegiornali. Con 344 voti a favore, 265 contrari e 36 astensioni, è passato il rapporto del provvedimento già adottato dalla commissione affari giuridici, ormai completamente snaturato rispetto al testo della Commissione Ue al punto che lo stesso relatore, l’ europarlamentare socialdemocratico tedesco Woelken, ha ritirato il suo nome dal provvedimento. «La quasi totalità della delegazione italiana del Partito Democratico ha votato in difesa delle posizioni del nostro Paese» ha spiegato l’ eurodeputato Pd e membro della commissione affari giuridici Enrico Gasbarra.

Addio al giornalista Everardo Dalla Noce

Corriere della Sera

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Addio al giornalista Everardo Dalla Noce (nella foto). Storica voce di «Tutto il calcio minuto per minuto», inviato del Tg2 dalla Borsa di Milano per aggiornamenti economici, Dalla Noce aveva 89 anni e per 30 ha lavorato nella tv pubblica. In anni più recenti era diventato un beniamino del pubblico tv da Fabio Fazio con «Quelli che il calcio».

Rai, il pressing di FI sugli spot

MF
ANDREA MONTANARI
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I conti della Rai sono in rosso: nel primo semestre la perdita è stata di 2,2 milioni. Per di più la raccolta pubblicitaria della tv di Stato è in pesante calo: 520,6 milioni a fine settembre, -10,3%. Il gruppo di viale Mazzini sconta l’ anno senza grandi eventi sportivi (nel 2016 c’ erano stati gli Europei di calcio e le Olimpiadi). Ma le problematiche per la società presieduta da Monica Maggioni, che ha dovuto far fronte al calo drastico degli ascolti di Rai2 e Rai3 (anche se dati Auditel alla mano il gruppo vince la sfida complessiva nei confronti di Mediaset) e guidata dal direttore generale Mario Orfeo sono ben altre. E riguardano sempre gli spot. Per questo da qualche mese si sta cercando un nuovo responsabile della concessionaria: come anticipato l’ 8 novembre da MF-Milano Finanza, il posto di Fabrizio Piscopo traballa e per la sua sostituzione circolano tra gli altri i nomi di Raimondo Zanaboni, da anni in forza alla divisione pubblicità della Rcs Mediagroup di proprietà di Urbano Cairo, e come riferito dal Fatto Quotidiano domenica 10 dicembre, di Mauro Gaia, ex Seat Pagine Gialle e oggi alla Videa di Sandro Parenzo, patron di Telelombardia (gruppo Mediapason). Il vero nodo da sciogliere riguarda le polemiche commerciali applicate in questi anni da viale Mazzini. Al punto che oggi in Commissione di vigilanza Rai sarà affrontata una tematica relativa al nuovo contratto di servizio 2018-2022. Un passaggio delicato, significativo ma assai importante che riguarda l’ articolo 23 (Obblighi specifici) dello stesso contratto e che si concentra in particolare sulla pubblicità (comma R). I membri della Commissione presieduta da Roberto Fico (M5S) saranno chiamati a valutare a approvare una norma specifica relativa al dumping sui prezzi di vendita degli spot. Un percorso che è già stato in parte recepito e che prende lo spunto da uno schema di risoluzione presentato l’ 8 novembre dalla relatrice, la senatrice Anna Maria Bernini di Forza Italia, e che di fatto chiedeva alla stessa Rai di applicare un nuovo codice di comportamento e di adottare nuove procedure di valorizzazione degli spazi commerciali. Un argomento delicato che è tornato alla ribalta proprio in questi giorni in seguito all’ intervista rilasciata al Corriere della Sera da Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, che chiedeva un tetto pubblicitario per la tv di Stato. Una battaglia che ciclicamente, soprattutto in periodi pre-elettorali, torna di moda (in questo momento il Centrodestra è avanti nei sondaggi rispetto al Centrosinistra) e che vede schierato anche Cairo, patron di La7, favorevole a una Rai con meno pubblicità (un canale senza spot). Nello specifico la bozza di risoluzione presentata da Forza Italia in Commissione di vigilanza, ma non approvata, si rifaceva al fatto che «A partire dal 2012 e fino a tutto il 2016, ma con un dato che risulta essere attuale anche per il 2017, gli sconti mediamente praticati dalla Rai, sulla base dei dati Nielsen, sono progressivamente aumentati fino a un valore medio superiore all’ 85% con punte superiori al 90%». Una politica «di dumping», si legge sempre nel documento presentato dalla Bernini, che la tv pubblica ha «potuto perseguire grazie alle risorse garantite dal canone», nonostante le «segnalazioni dell’ associazione degli editori della carta stampata all’ Antitrust, le segnalazioni e le istanze presentate dalle emittenti all’ Agcom, i tentativi di dissuasione e le proteste in ogni sede degli editori». (riproduzione riservata)


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