Indice Articoli
News, web e video: intesa Nuova Cina-AdnKronos
Marina fa la guerra ai giganti del Web
Bri, alleanza tra media europei
BRI-Via della Seta, alleanza media
Walt Disney riapre le trattative per rilevare asset di Fox
Chessidice in viale dell’ Editoria
Su Facebook il giornale che nasce
La (sana) dipendenza social degli editori
News, web e video: intesa Nuova Cina-AdnKronos
Il Tempo
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Notizie, video, contenuti multimedia li. Nuova Cina (Xinhua) e AdnKronos firmano un’ intesa di collaborazione per arricchire l’ offerta informativa e rinnovare ed intensificare i rapporti dei due gruppi editoriali. Scambio di news in tempo reale, che spaziano dalla moda al settore economico -finanziario, coperture per eventi in Italia e Cina. E ancora: interconnessione dei reciproci siti web, produzione congiunta di programmi video. Sono solo alcune delle novità introdotte dall’ intesa siglata a Wuzhen, in Cina, fra Cai Mingzhao, presidente di Nuova Cina, e Giuseppe Marra, editore e direttore di AdnKronos e presi dentedel Gruppo GMC. Al “World Internet Conference”, che ha visto frai suoi partecipanti il CEO di Apple Inc. Tim Cook e il “padre di Internet” Robert Elliot Kahn -, anche Jack Ma, CEO di Alibaba e fondatore del colosso cinese dell’ e -commerce. Il direttore di AdnKronos, cavalier Marra, ha scambiato opinioni e idee conTim Cook e con il fondatore di Alibaba sui temi toccati dal forum dedicato alla Rete -quest’ anno incentrato su economia digitale, tecnologia di frontiera, internet e società, governance per il cyberspazio, scambi e cooperazione -, e ha parlato di innovazione e stato di Internet in Italia, del mondo, del giornalismo italiano e del lavoro di AdnKronos sul web.
Marina fa la guerra ai giganti del Web
Il Tempo
GAETANO MINEO
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Gaetano Mineo La macchina delle fake news è inarrestabile. Il mondo intero, continua a prendere coscienza che proseguendo su questa strada saranno in pochi a condizionare la vita degli esseri umani. Nel mirino, Apple, Microsoft, Google, Amazon, Facebook, sempre pronti a sfornare tutto ciò che possa portare loro tornaconto. E non solo economico, nel pensare come una fake news possa condizionare anche la vita di un governo, quindi di un Paese. Per Marina Berlusconi, siamo vicini a una dittatura digita le. D’ altronde, è ben nota la guerra in corso da anni tra i colossi del web e gli editori internazionali. «Se oggi i Cinque Grandi del web sono le maggiori società mondiali per valore di Borsa è anche perché hanno potuto operare in un contesto del tutto privo di regole», ha detto la presidente di Fininvest. Il problema è più complesso di quanto si possa pensare. Oramai ha coinvolto anche l’ opinione pubblica. A più della metà degli utenti di internet italiani, come riportava alcuni giorni fa il Censis, è capitato di dare credito a notizie false circolate in rete. Tradotto: per il 77,8% degli italiani, quello delle fake news è un fenomeno pericoloso. I Grandi del web fatturano fiumi di miliardi, pagando gocce di tasse. D’ altronde, i Paese ospitanti i loro servizi non hanno adeguate normative per poter mettere rigidi paletti ai gruppi. Un dato tra tutti, l’ ha dato la stessa Marina Berlusconi. «L’ anno scorso Amazon ha versato al fisco italiano 2,5 milioni di euro e Facebook neppure 300 mila”, ha evidenziato la presidente di Fininvest, sottolineando che «ci sono i compor tamenti “disinvolti” delle multinazionali del web, sanzionati da multe miliardarie, ci sono le decine di cause – in Italia Mediaset ha fatto da apripista sull’ utilizzo di contenuti e copyright». Il problema è internazionale, come detto. Apple e il governo dell’ Irlanda – per dirne una – hanno trovato un accordo sulle tasse non pagate per ben 13 miliardi di euro. In pratica, questa montagna di soldi verrà trasferita in un conto di garanzia, in attesa della sentenza della Corte Europea, alla quale hanno fatto ricorso Apple e l’ Irlanda contro la decisione della Commissione europea. E qui emerge il problema dei problemi. L’ incapacità dell’ Europa di produrre serie norme (fiscali e amministrative) affinché questi gruppi non continuino a eludere le norme che le imprese europee sono obbligate a rispettare. La macchina delle fake news arriva anche in Australia. L’ autorità di vigilanza e controllo su consumatori e concorrenza (Accc) di Canberra, infatti, ha annunciato che avvierà un’ inchiesta per capire se e in che modo social network e motori di ricerca web stiano influenzando il giornalismo e il settore pubblicitario nel Paese, con eventuali ripercussioni negative per mercato e consumatori. Non solo. La valutazione, riguarderà anche le loro ripercussioni sulla scelta e sulla qualità delle notizie e dei contenuti prodotti dai giornalisti australiani. Inutile ricordare la guerra ancora in corso tra il presidente degli Usa, Donald Trump, e i grandi gruppi social accusati, tra l’ altro, di avere condizionato la sua campagna elettorale. Anche gli editori statunitensi sono preoccupati, definendo le normative antitrust nel caso dei media edel giornalismo come «antiquate» e con troproducenti. Per rimanere negli States, un recente caso di fake news, ha scatenato un putiferio che ha anche investito l’ Italia. Due influenti testate americane hanno parlato di una presunta centrale italiana di fake news che potrebbe, addirittura, falsare le prossime elezioni. Prima a pubblicare è BuzzFeed. Pure l’ autorevole New York Times riprende la notizia. Va da sé che gli articoli vengono ripresi anche dalla stampa italiana, con questo si mile ragionamento: «Se lo dicono gli americani, deve essere vero». Il Pd, a questo punto, prende la palla al balzo: «La centrale delle fake news», dicono, sarebbe al servizio di Lega e M5S, in funzione anti -dem. Un caos. Ed è proprio così che ci si inabissa nel mondo delle fake news. In sostanza, dire che questi grandi gruppi controllano il mondo dell’ informazione non è esagerato. I dati sono impressionanti: sotto la lente di Google passa il 90% dei motori di ricerca, su quelle di Facebook il 66% del traffico social. Nessun altro al mondo possiede queste fonti di notizie. Il problema è soprattutto sociale, quindi molto pericoloso. E così le istituzioni di Stoccolma, hanno fatto questo ragionamento: insegniamo cosa sono le fake news a chi può imparare e fare la differenza: i bambini delle elementari. E, a quanto pare, anche in Italia si segnalano timide iniziative in.
Bri, alleanza tra media europei
MF
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La Belt and Road Economic and Financial Information Partnership, piattaforma informativa economico-finanziaria diretta a promuovere gli scambi economici e culturali tra Cina e Paesi interessati dalla Belt and Road Initiative (Bri, la Via della Seta), è stata inaugurata il 1° dicembre a Francoforte. La cerimonia inaugurale è stata ospitata dal Xinhua Silk Road Information Service, sotto la guida del China Economic Information Service (Ceis) e dell’ ufficio regionale europeo di Xinhua News Agency. Per l’ Italia, a firmare il memorandum d’ intesa con il Ceis è stato Paolo Panerai in rappresentanza di Class Editori, che ha l’ esclusiva per l’ Italia, inclusi i flussi informativi e le banche dati costituite per fornire tutte le informazioni chiave e un costante aggiornamento sui progetti e le opere relative alla Bri, iniziativa promossa dal presidente della Cina, Xi Jinping, e che prevede opere infrastrutturali per 5 mila miliardi di dollari. Significativo è quindi l’ impatto economico per le aziende italiane che vogliono cogliere le opportunità offerte dalla più importante operazione di sviluppo concepita da 60 Paesi che rappresentano il 55% della popolazione mondiale e oltre il 40% del pil. Assieme a Class, faranno parte della piattaforma colossi media come Deutsche Presse-Agentur e istituzioni come l’ Università di Cambridge, oltre ad altri 17 media economici e finanziari e centri di ricerca e think tank provenienti da nove Paesi europei. Xinhua News Agency, il primo gruppo multimediale cinese controllato dallo Stato (che comprende oltre all’ agenzia Nuova Cina numerosi quotidiani, periodici e la tv in lingua inglese Cnc), ha definito la partnership come una piattaforma innovativa e una soluzione win-win per rafforzare il grado di connessione tra media e think tank legati alla Bri, confermando il suo diretto impegno per approfondire ulteriormente la cooperazione in tutti i campi, compreso quello della pubblicità e della consulenza sugli investimenti e il business credit. Quindi un formidabile strumento di sviluppo per le pmi e i grandi gruppi italiani.
BRI-Via della Seta, alleanza media
Italia Oggi
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La Belt and Road Economic and Financial Information Partnership, piattaforma informativa economico-finanziaria diretta a promuovere gli scambi economici e culturali tra la Cina e i paesi interessati dalla Belt and Road Initiative (BRI, la Via della Seta), è stata inaugurata il 1° dicembre a Francoforte. La cerimonia inaugurale è stata ospitata dal Xinhua Silk Road Information Service, sotto la guida del China Economic Information Service (Ceis) e dell’ ufficio regionale europeo di Xinhua News Agency. Per l’ Italia a firmare il memorandum d’ intesa con il Ceis è stato Paolo Panerai in rappresentanza di Class Editori, che ha l’ esclusiva per l’ Italia, inclusi i flussi informativi e le banche dati costituite per fornire tutte le informazioni chiave e un costante aggiornamento sui progetti e le opere relative alla BRI, iniziativa promossa dal presidente della Cina, Xi Jinping, e che prevede opere infrastrutturali per 5 mila miliardi di dollari. Significativo è quindi l’ impatto economico per le aziende italiane che vogliono cogliere le opportunità offerte dalla più importante operazione di sviluppo concepita da 60 paesi che rappresentano il 55% della popolazione mondiale e oltre il 40% del pil. Assieme a Class Editori faranno parte della piattaforma colossi media come Deutsche Presse-Agentur e istituzioni come l’ Università di Cambridge, oltre ad altri 17 media economici e finanziari e centri di ricerca e think tank provenienti da nove paesi europei. Xinhua News Agency, il primo gruppo multimediale cinese controllato dallo Stato (che comprende oltre all’ agenzia Nuova Cina numerosi quotidiani, periodici e la tv in lingua inglese Cnc), ha definito la partnership come una piattaforma innovativa e una soluzione win-win per rafforzare il grado di connessione tra media e think tank legati alla BRI, confermando il suo diretto impegno per approfondire ulteriormente la cooperazione in tutti i campi, compreso quello della pubblicità e della consulenza sugli investimenti e il business credit. Quindi un formidabile strumento di sviluppo per le pmi e i grandi gruppi italiani.
Ius primae Netflix
Il Foglio
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Gli operatori tradizionali si trovano, e da tempo, spiazzati dalle iniziative dei protagonisti del consumo digitale. Negli Stati Uniti la più grande catena di distribuzione di farmaci, la Cvs Healt, ha annunciato l’ intenzione di acquistare Aetna, terza compagnia di assicurazione sanitaria americana, per 69 miliardi di dollari. Il matrimonio è una mossa per contrastare l’ arrembaggio di Amazon all’ industria farmaceutica dopo aver ottenuto licenze per la vendita all’ ingrosso di farmaci in alcuni stati americani. Nel settore dell’ intratte nimento, dopo un mese di stallo, la 21st Century Fox di Rupert Murdoch ha ripreso le trattative con Disney per cedere studi televisivi, canali via cavo, e parte del business internazionale come una quota di Sky in Europa. La combinazione Fox -Disney deriva dalla volontà di raggiungere un’ of ferta di contenuti in grado di competere con società come Amazon e Netflix che hanno costruito popolari piattaforme globali per servizi di trasmissione in streaming. Se in America la risposta alle trasformazioni dei big digitali in vari settori è in chiave concorrenziale, in Italia invece è assistenziale per sostenere l’ industria cinematografica nazionale, o parte di essa. In una recente intervista il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha proposto di “obbligare” un operatore privato come Netflix a dare più visibilità alle produzioni italiane e “costringere anche tutte le piattaforme online a valorizzare prodotti italiani, su home page, menu, banner”. Bisogna pensare che così Netflix dovrà obbedire alla Cinecittà “sovrana”, a prescindere dalle preferenze dei suoi utenti? Una prerogativa che ricorda l’ obbligo per la sposa novella di un servo di giacere col signore feudale la prima notte di nozze.
PANORAMA
Il Sole 24 Ore
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malta Omicidio Galizia: dieci arresti Dieci persone sono state arrestate ieri dalla polizia di Malta per l’ omicidio di Daphne Caruana Galizia. La giornalista, 53 anni, nota per le inchieste sulla corruzione di politici e uomini d’ affari, rimase uccisa il 16 ottobre scorso quando la sua auto fu fatta saltare in aria. A dare notizia degli arresti è stato il premier maltese, Joseph Muscat. «La polizia – ha spiegato – ha adesso 48 ore per interrogare i sospetti e decidere se procedere legalmente contro di loro». Il premier ha poi sottolineato di essere «impegnato più che mai» a risolvere questo caso. Galizia stava seguendo tra l’ altro i Panama Papers e aveva accusato esponenti del governo di corruzione e riciclaggio. I sospetti arrestati ieri sono tutti di nazionalità maltese, alcuni erano già noti alle forze dell’ ordine, altri avevano precedenti penali e sarebbero esponenti di spicco della criminalità locale. Editoria Intesa tra Xinhua e Adnkronos Le agenzie di stampa Nuova Cina (Xinhua) e AdnKronos hanno firmato un’ intesa di collaborazione per arricchire l’ offerta informativa. L’ accordo prevede lo scambio di notizie in tempo reale e l’ interconnessione dei due siti web con la produzione congiunta di programmi video.
Walt Disney riapre le trattative per rilevare asset di Fox
Il Sole 24 Ore
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Manovre in corso nel mondo dei media e dell’ intrattenimento statunitense. Walt Disney Co ha riaperto le trattative per rilevare una parte significativa degli asset della 21st Century Fox Inc. Lo rivelano a Bloomberg persone vicine alla trattativa. Le discussioni sembra riguardino la 20th Century Fox film studio e la quota di Fox nel provider satellitare Sky Plc. Non sono invece oggetto di trattative Fox News né Fox Sports 1 channel. La volontà di Walt Disney è di decidere se procedere con l’ operazione entro la fine dell’ anno. La famiglia Murdoch, cioè Rupert di 86 anni e i figli James e Lachlan, dal canto suo sta pensando di vendere dato che il mercato valuta il gruppo meno di alcuni concorrenti a crescita più lenta. Un eventuale accordo ridisegnerebbe il panorama dell’ intrattenimento, portando nelle mani del gruppo Walt Disney canali come FX e i diritti di personaggi come X-Men. James Murdoch, amministratore delegato di 21st Century Fox si trova in questo periodo a fronteggiare varie sfide, a partire da alcuni scandali di natura sessuale che hanno riguardato esponenti del gruppo.
Tim-Canal+ nel mirino Consob
Il Sole 24 Ore
Antonella Olivieri
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Telecom stringe sull’ accordo per acquistare i contenuti di Mediaset, che porterà oggi in consiglio, mentre la joint con Canal Plus torna nel mirino dei sindaci che hanno chiesto di ridiscuterne la «costituzione» secondo la procedura idonea alle operazioni con parti correlate di maggior rilevanza. Questione, quest’ ultima, che risulta essere all’ attenzione della Consob. Si prospetta dunque un consiglio denso e complicato quello che si riunirà oggi a partire da mezzogiorno per tracciare le linee guida delle strategie aziendali . La joint Tim-Canal Plus è tornata a dividere gli organi sociali di Telecom. Il collegio sindacale ha infatti chiesto l’ integrazione all’ ordine del giorno per ridiscutere l’ operazione di «costituzione» della società che fa capo per il 60% a Tim e per il 40% alla pay-tv di Vivendi. Secondo i sindaci, l’ operazione deve essere qualificata come “operazione con parti correlate” di maggiore rilevanza, mentre invece la joint era stata derubricata a “minor rilevanza”. La differenza non è di poco conto, perchè nel primo caso tutti i consiglieri indipendenti – cinque sono stati tratti dalla lista Vivendi, cinque da quella di Assogestioni – dovrebbero votare a favore e i precedenti non vanno in questa direzione. Nella riunione del 20 ottobre infatti – assente solo il lead independent director Franco Bernabè – la delibera era passata a maggioranza, essendo mancati i sì di Lucia Calvosa e Francesca Cornelli in coerenza con le posizioni espresse nel comitato controllo e rischi di cui entrambe (in quota fondi) fanno parte e di cui la prima è anche presidente. Ora, è evidente che Vivendi non ha nessuna intenzione di mandare tutto all’ aria proprio quando la joint ha iniziato a muovere i primi passi. Tant’ è che oggi il management porterà in consiglio il term-sheet per l’ acquisto di contenuti da Mediaset che dovrebbe chiudere il focolaio di contenzioso per il mancato rispetto dei minimi garantiti sul contratto in essere, già messo in mora dai legali del Biscione. Nella fattispecie si tratta questa volta di canali free e Premium, film e sport, che vuole dire anche Champions league e serie A almeno per un anno (si veda «Il Sole-24Ore» del 22 novembre che anticipava l’ avvio dei contatti). Una tipologia di contratto che l’ ad Amos Genish vuole replicare anche con gli altri fornitori di contenuti su piazza, vale a dire Sky e Rai. Con Sky tra l’ altro è aperto un contenzioso per il contratto che prevedeva minimi garantiti molto alti a favore della pay-tv del gruppo Murdoch, che non sono stati rispettati: un segnale che la causa non stia andando nella direzione sperata da Tim è l’ adeguamento di 100 milioni del fondo rischi, relativo alla questione, nell’ ultima trimestrale. Il tentativo perciò, per quanto riguarda la joint con Canal Plus, sarà quello di trovare una ricomposizione modificando le condizioni del contratto di fornitura con i francesi, dimezzandone la durata da sei a tre anni. Rimane aperta, infine, l’ ambiguità sullo scorporo della rete. Oggi sarà portata una relazione sulle esperienze all’ estero e sul modello adottato da Telecom, ma sarebbero già state allertate due banche d’ affari per approfondire il tema, per ora senza mandato. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Michele Arnese lascia Formiche.net. Michele Arnese ha annunciato sul web: «Non sono più direttore responsabile di Formiche.net. Mi prendo un po’ di ferie e mi assento dai social per ricaricare le batterie. Salutoni a tutti». Grandissimo stile e aplomb nel congedo di un grande e giovane direttore amico di ItaliaOggi. Agcom, al via il tavolo sulla disinformazione online. Una sede istituzionale di confronto per favorire forme di autoregolamentazione delle piattaforme digitali e lo scambio di buone prassi per l’ individuazione e il contrasto dei fenomeni di disinformazione online nonché a misurarne e valutarne gli effetti. È l’ obiettivo del tavolo tecnico promosso dall’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la cui riunione di insediamento si è tenuta ieri presso la sede di Roma dell’ Agcom. All’ incontro erano presenti Google, Facebook e Wikipedia e rappresentanti dei principali gruppi editoriali di stampa e radiotelevisivi e delle rispettive associazioni di categoria. Il tavolo avvierà la prima fase operativa nel periodo che precede l’ avvio della campagna elettorale per le elezioni politiche. Apprezzamento per l’ iniziativa da parte della Fieg. «L’ informazione di qualità, basata sull’ attività professionale dei giornalisti e degli editori, costituisce il primo argine contro la falsa informazione», ha commentato la Federazione degli editori. «La raccolta, la verifica, la contestualizzazione e la diffusione delle notizie secondo le regole del giornalismo, con standard qualitativi elevati e certificati, rappresentano armi formidabili contro bufale e fake news». Afp e LaPresse, accordo di partnership pluriennale. Con l’ anno nuovo LaPresse di Marco Durante potrà distribuire su tutto il territorio italiano gran parte dei contenuti dell’ Agence France-Presse. Tra questi, diversi notiziari tradotti in italiano, tra cui quello focalizzato sull’ informazione economico-finanziaria e uno dedicato alla copertura dell’ attualità dell’ Unione europea. LaPresse distribuirà inoltre, su diversi mercati, la produzione fotografica Afp d’ attualità e d’ archivio, così come i video editati in lingua italiana scegliendo dalla fornitura quotidiana in continua crescita di Afptv, con particolare attenzione all’ Europa, al Mediterraneo, all’ Africa del Nord e al Medio oriente. LaPresse infine potrà ridistribuire il servizio di video Live streaming di Afptv a copertura globale. Nel contempo, LaPresse potrà fornire il proprio supporto per la copertura multimedia di quanto accade in Italia. Zenith: il ritorno sugli investimenti nel digitale cresce allo stesso ritmo della spesa sul mezzo. Una nuova ricerca realizzata da Zenith dimostra che l’ efficacia della pubblicità su internet ha ormai raggiunto la spesa sul mezzo. Nel 2016 la pubblicità su internet è arrivata a rappresentare il 34% dei budget pubblicitari globali, producendo il 35% di brand experience. Secondo Zenith la quota della spesa pubblicitaria su Internet continuerà a crescere, raggiungendo il 40% nel 2018 e il 44% nel 2020. Il valore crescerà dai 203 miliardi di dollari nel 2017 ai 225 miliardi di dollari nel 2020. In Italia nel 2017 la spesa pubblicitaria su internet vale il 28,9% del mercato, al di sotto della media globale, ma Zenith prevede che il prossimo anno il mercato italiano crescerà del 5,8%, a fronte di una crescita globale dell’ 1,1%. Internet sta guidando la stragrande maggioranza della crescita globale della pubblicità: rappresenterà infatti il 94% della crescita della spesa pubblicitaria tra il 2017 e il 2020. Gran parte di questa crescita è dovuta solo a cinque grandi piattaforme: Google, Facebook, e le piattaforme cinesi Baidu, Alibaba e Tencent. Nel dettaglio Baidu, Alibaba e Tencent hanno contribuito al 54% della crescita della spesa pubblicitaria su internet in Cina, mentre Google e Facebook hanno contribuito con il 96% nel resto del mondo. Nel 2016 Google e Facebook hanno inoltre rappresentato il 76% della spesa pubblicitaria su internet fuori dalla Cina. Il Sole 24 Ore ridisegna la sua organizzazione. Massimo Colombo, direttore generale commerciale del Gruppo 24 Ore, ha ridisegnato insieme all’ a.d. Franco Moscetti l’ organizzazione dell’ azienda. In particolare le tre direzioni che presiedono le attività di quotidiano (Michele Filippini), radio (Fausto Amorese), digital (Luca Paglicci) sono state ripensate nella logica di accorciare la filiera tra editore e concessionaria, per cui il responsabile del business editoriale è responsabile anche sotto il profilo pubblicitario. Accanto alle tre direzioni editoriali nasce la Direzione Business & Media Development, affidata a Pierfrancesco Caria, con il compito da un lato di sviluppare nuovi business dall’ altro, di presiedere alla gestione e allo sviluppo del customer care, del «business data management», delle ricerche e analisi di mercato, della comunicazione di prodotto e degli eventi speciali. Sul fronte delle reti di vendita, la concessionaria System24, gestita in prima persona da Massimo Colombo, vede l’ ingresso del nuovo direttore vendite Italia Vittorio de Majo e del nuovo responsabile operations Alessandro Lo Campo. A questi si aggiungerà un nuovo responsabile Centri Media. Accanto a System24 è stata rafforzata la Direzione aziende, sotto la guida di Romeo Gnoni. La7, Giletti al 5,93%. Non è l’ arena di Massimo Giletti domenica ha conquistato il 5,93% di share, 1.248.415 telespettatori medi e 7.067.696 contatti. Il programma ha ottenuto picchi del 6,98% con 1.877.937 spettatori. La7 con il 5,95% di share in prime time (20.30-22.30) è stata la quinta rete, superando Rai3 e Retequattro ferme rispettivamente al 3,53 e al 3,10%. Usa: Facebook, lancia una versione di Messenger per bambini. Facebook lancia negli Usa una versione per bambini di Messenger. L’ obiettivo è favorire lo scambio di messaggini e di video chat tra gli under 12, sotto il controllo dei genitori. Messenger Kids verrà installato in prova sui cellulari dotati di Apple iOS negli Usa, come app di messaggini e di videochat. La canzone di Natale di Radio Deejay. È stata presentata ieri a Deejay Chiama Italia da Linus e Nicola Savino Happy Christmas John, la nuova canzone di Natale di Radio Deejay scritta da Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti e cantata assieme ai Deejay All Stars, le voci che animano l’ emittente. Il brano è disponibile su tutte le piattaforme streaming e di download italiane e i proventi degli acquisti digitali e i download saranno interamente devoluti ai progetti di Dynamo Camp, la struttura italiana di terapia ricreativa pensata per ospitare minori le cui vite sono compromesse dalla malattia.
LA PACE SULLE TV PASSA DA TIM
La Repubblica
Sara Bennewitz
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La pace tra Vivendi e Mediaset inizia da oggi se, come pare, il cda di Telecom Italia darà mandato al management di studiare l’ acquisto di un importante pacchetto di contenuti di Cologno, compreso quello che resta della stagione primaverile della Champions League e della Serie A. Certo, poi Telecom negozierà l’ acquisto di contenuti anche con Sky e la Rai, ma la torta non sarà uguale per tutti. Finora il gruppo, di cui Vivendi ha il 23,9%, aveva un accordo per vendere gli abbonamenti di Premium, che sarà trasformato nella possibilità di vendere tramite Timvision – jv con la francese Canal+ al 40%- i contenuti della pay tv di Cologno. La cifra è tutta da stabilire ma sarà rotonda, e probabilmente l’ accordo definito tra i vertici di Telecom e quelli di Mediaset sarà firmato solo quando tra il gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi e quello presieduto da Vincent Bolloré, avranno definito i contorni della pace. L’ udienza di fronte al tribunale di Milano è fissata al 19 dicembre, prima di allora è probabile che Vivendi trovi un accordo con Mediaset per il mancato acquisto di Premium, accordo che dovrebbe comportare una componente in denaro e forse anche in azioni di Cologno per diluire Vivendi dall’ attuale 29%.
Su Facebook il giornale che nasce
La Stampa
ANNA MASERA
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C h i consulta La Stampa su Facebook dalla scorsa estate tutti i giorni trova l’ appuntamento: «Il giornale che nasce», un’ idea nata a fine estate durante una riunione con il direttore per essere più vicini ai lettori sui social media. «Volevamo sperimentare una comunicazione nuova, genuina e diretta capace di far entrare i lettori ogni giorno in redazione, coinvolgendoli nella “cucina” del giornale. Così è nata l’ idea di raccontare il primo timone, quello che si chiude dopo la riunione del mattino e destinato a cambiare più e più volte durante la giornata» racconta Nadia Ferrigo. Come raccontare il giornale che nasce senza limitarsi a ripetere il notiziario del mattino, ma nemmeno «bruciando» le notizie? La ricerca del giusto equilibrio è stata affidata ai protagonisti della diretta video, i caporedattori centrali Flavio Corazza e Gianni Armand Pilon, che anticipano i servizi, sapendo quanto e che cosa si può rivelare, e riassumono in modo semplice le questioni di più stretta attualità, spiegando su quale aspetto il giornale ha deciso di lavorare. Inoltre la diretta video dal vivo è uno spazio aperto alle domande sul lavoro dei giornalisti che arrivano su Facebook, come la scelta di pubblicare o meno una foto o un video sul web oppure il racconto di che succede quando c’ è la partita dell’ Italia e la redazione del giornale si prepara non per un giornale, ma per due. Ecco un esempio recente. Un lettore ha commentato la diretta di giovedì scorso su Facebook rivolgendo a La Stampa la seguente domanda: «Grazie è un momento importante dove si cucina e si fabbrica un giornale che sarà un mezzo di comunicazione, ma come si concilia l’ indipendenza della testata con la politica di un editore?». Il giornalista di turno a moderare Facebook quel giorno ha avvertito il caporedattore centrale chiedendogli di rispondere e lo ha fatto in tempo reale: «L’ indipendenza del giornale è garantita dal direttore, dal corpo redazionale e dal giornale che comprate in edicola. L’ editore nomina il direttore che è responsabile della linea politico-editoriale del giornale». Questo dialogo aperto con il pubblico si sta rendendo sempre più necessario nell’ era dell’ informazione digitale in cui le persone possono essere sempre connesse, e la cultura giornalistica italiana si sta adeguando. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
La (sana) dipendenza social degli editori
La Repubblica
RAFFAELLA DE SANTIS
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Blog, scuole, community, alla vigilia di ” Più libri più liberi” i marchi indipendenti inseguono nuove strategie. E puntano sul fattore umano Dobbiamo arrenderci o credere che il libro possa tornare al centro della conversazione?». Eugenia Dubini, publisher delle edizioni NN, è l’ appassionata sostenitrice di un marketing empatico, che scende dalla torre d’ avorio. «Al centro mettiamo la comunità dei lettori, reale e virtuale. Dalla nostra nascita, due anni e mezzo fa, siamo arrivati a contare su Facebook tredicimila amici», dice. Ci vogliono passione e rispetto: «Una volta abbiamo anticipato su consiglio dei librai l’ uscita del [/CAPL52-N] Canto della pianura di Kent Haruf». Da qui si può ripartire. Da un sapere artigiano: meno algoritmi e più umanità. Non è un caso che Haruf, Annie Ernaux (L’ Orma), William Finnegan (66thand2nd) o Jan Brokken (Iperborea) siano stati lanciati in Italia da editori indipendenti. Editori che rappresentano il 35% del fatturato globale del mercato librario. L’ officina dei piccoli editori, che da domani a domenica animeranno la Nuvola dell’ Eur, a Roma, lavora a ciclo continuo. C’ è chi legge e compila schede di valutazione, chi sale su un treno e percorre l’ Italia per far conoscere il proprio lavoro, chi si dedica ai social. Ogni editore ha un account Facebook, Twitter o Instagram che gli dà visibilità online. «Il fatto che la pagina Facebook Billy il vizio di leggere abbia parlato di Annie Ernaux ha fatto lievitare le vendite», spiega Lorenzo Flabbi, critico letterario diventato editore dell’ Orma, la casa editrice che ha inventato I pacchetti, libri da chiudere, affrancare e spedire. «Postare uno scatolone aperto con le prime copie di un libro è una pubblicità spontanea», ammette Martina Testa, editor della squadra Sur, ora in libreria con uno dei romanzi più belli della stagione La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead, vincitore del Pulitzer, del quale Testa è la traduttrice. Sì, perché i ruoli nelle sedi dei piccoli editori sono elastici. Così può accadere che uno scrittore curi l’ ufficio stampa, come fa Vins Gallico per L’ orma, o che un ex libraio, Alessandro Bandiera, diventi il responsabile commerciale di Sur. O che un traduttore, Fabio Cremonesi, vada in giro a presentare Haruf nei Gruppi di lettura. Alcuni editori, tra i più intraprendenti, hanno creato festival. Iperborea organizza a Milano I boreali, un’ immersione nella cultura nordica. La casa editrice milanese ha lanciato bestselleristi come il finlandese Arto Paasilinna, lo svedese Björn Larsson o l’ olandese Jan Brokken, il cui ultimo libro è il bellissimo Bagliori a San Pietroburgo. Sui social Iperborea ha più di 100 mila follower: «Cerchiamo l’ interazione diretta con i lettori», dice l’ editore Pietro Biancardi. Ma l’ impegno è anche offline: «Organizziamo seminari all’ università e corsi di lingue nordiche». Quest’ anno sono finiti tre volte in classifica: con Brokken, con l’ Atlante leggendario delle strade d’ Islanda e con Il libro del mare del norvegese Morten A. Stroksnes. «Ci abbiamo creduto mandando copie ai librai, insistendo anche quando sembravano freddi». I più corteggiati sono i gruppi di lettura. In Italia ce ne sono più di mille, molti nei paesini più sperduti. Per un piccolo editore sono vitali, tanto che le edizioni NN hanno pensato un catalogo “scomposto” per temi da far circolare tra loro. «Costituiscono un osservatorio di comportamenti di lettura, ma non bisogna strumentalizzarli usandoli come anello della catena promozionale», fa notare Luca Ferrieri, bibliotecario a Cologno Monzese, autore di saggi, tra cui il recente Fra l’ ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire (Olschki). È d’ accordo Dubini:«Cerchiamo di fornire ai gruppi informazioni sui nostri libri rispettandone però le libere scelte». Infine, ultimo importante anello della catena: i librai indipendenti. Gran parte del successo che sta avendo La ferrovia sotterranea di Whitehead si deve a loro: diecimila copie vendute da fine settembre. Un libraio di Catania ha copiato con il pennarello le prime righe del libro sulla vetrina del negozio. Un altro, a Milano, ha organizzato un reading lungo i binari, postando poi il video su Facebook. «Noi librai indipendenti sosteniamo molto i piccoli editori», racconta Fabio Masi, appassionato gestore di tre librerie a Genova, Camogli e Ventotene. Fabio ha un eccezionale rapporto di fiducia con i lettori: «Se un libro che ho consigliato non è piaciuto, lo prendo indietro e ne suggerisco un altro». L’ altra trovata targata NN sono i libri con colonna sonora, i songbook. «Abbiamo chiesto ai lettori di inviarci i brani evocati dalla Trilogia della pianura di Haruf», racconta Dubini. Una scarna nostalgia western che potete ascoltare online su Spotify. © RIPRODUZIONE RISERVATA