Indice Articoli
Facebook avanza sui pagamenti digitali
21st Century Fox entra nel mirino della Disney
«Insegno ai ragazzi il teatro e i diritti»
A Marketing Media and Money l’ analisi dei dati secondo Wavemaker e la nuova campagna di Mps
Tv, sì a quote di film italiani
Comunicazione, la classifica delle sei professioni con maggiori prospettive
Chessidice in viale dell’ Editoria
Mondadori Magazine, nasce International Fashion
A fine mese il nuovo bando, alternativa: la tv della Lega
Qualcomm, offerta da 130 miliardi Disney vuole i film di Murdoch
Facebook avanza sui pagamenti digitali
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Un nuovo sistema in Facebook per lo scambio di denaro “person-to-person”. Da oltreoceano rimbalzano rumors su novità in fase di test in casa del colosso di Menlo Park. Le indiscrezioni sono circolate online e in parte sono state confermate al sito Recode. Insomma, ulteriori segnali dell’ esistenza di filoni di lavoro su un tema, quello dei digital payments, dove i colossi dell’ hi-tech hanno deciso di dare e di darsi battaglia. Da Samsung ad Apple, Google, Facebook, tutti i big dell’ industria hi-tech stanno muovendosi. Anche Whatsapp, l’ applicazione di messaggistica di proprietà di Facebook dal 2014, secondo indiscrezioni mai confermate dal gigante che fa capo a Mark Zuckerberg sarebbe alle prese con una fase di test che dovrebbe portare al rilascio di “Whatsapp Payments”. In Europa invece la francese Orange ha annunciato la scorsa settimana il lancio di “Orange Bank”, con bonifici via sms, pagamenti via Iphone o Android, ma anche il blocco della carta in un colpo di click. Insomma, le funzionalità della banca, ma attraverso l’ applicazione Orange scaricata sullo smartphone. Questo è il contesto in cui ci si muove e in cui sono da leggere le indiscrezioni che arrivano dagli Usa sulla nuova funzionalità “Red envelope”, in riferimento alle buste rosse usate in Cina per regalare denaro in occasione di ricorrenze. Con la nuova funzione si potrà scegliere un importo massimo di 20 dollari che potrà essere spedito ad altro utente insieme a una sorta di cartolina virtuale e a un messaggio personalizzato. La particolarità, e la rilevanza, del test di Facebook sta nel fatto che anche all’ interno della stessa piattaforma si verrebbero a creare le condizioni per uno scambio di denaro fra utenti come già avviene nella chat Messenger negli Usa e, come comunicato ieri, a breve anche in Uk, scelto come primo Paese fuori dagli Usa per avviare il servizio. Di certo con “Red envelope” si verrebbe a introdurre un sistema di pagamenti che avrebbe del resto un suo perché anche alla luce della nuova funzionalità “Marketplace”: vetrina-mercato dell’ usato condivisa fra utenti della piattaforma. Si tratta di test interni e occorrerà quindi attendere. Certo è che c’ è un aspetto di sistema da tenere in considerazione. Lato Facebook il fatturato pubblicitario incide per il 98% sul totale e il resto è imputabile a “Payments & Other Fees revenue”. Il mondo dei “servizi” ha però ampi margini di crescita. In questo modo, con un buon “motore di ricerca” il mondo Facebook potrebbe andare a configurarsi quasi come un ecosistema web parallelo in cui far diventare legittima la domanda: perché uscire da Facebook e navigare altrove online quando lì si può trovare tutto? Dagli Usa è poi arrivata un’ ulteriore indiscrezione su un test riguardante un tag “breaking news”, a disposizione degli editori per valorizzare le ultime notizie pubblicate. Su questo versante non ci sono ulteriori indicazioni ma Facebook, nelle scorse settimane, ha confermato che entro l’ anno partiranno le sperimentazioni per le news a pagamento con dieci editori internazionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
21st Century Fox entra nel mirino della Disney
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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I colloqui ci sono stati. Al momento le parti non si starebbero parlando, ma stando a quanto riportato da Cnbc, Disney ha discusso per acquistare buona parte della 21st Century Fox. Fra le due società le trattative si sarebbero concentrate sulle divisioni intrattenimento, lasciando fuori quelle legate all’ informazione e allo sport. Perché questa offerta? Secondo Cnbc, che non esclude una ripresa delle trattative, la motivazione sarebbe da ricercare in un quadro di mercato che a livello globale vede avanzare nel mondo dei contenuti colossi come Netflix, Amazon, ma anche Facebook e Google. Servirà massa critica. E il deal, in tal senso, andrebbe incontro alle esigenze sia di Fox sia di Disney. Per la prima, la presenza sul mercato dei giganti dell’ on demand starebbe secondo le ricostruzioni spingendo la società a volersi concentrare sul versante news. Lato Disney, se l’ affare dovesse andare in porto la società metterebbe le mani sulla casa di produzione cinematografica 20th Century Fox, ma anche tutta la produzione tv, compreso Sky e i canali FX e National Geographic. Una dotazione non indifferente che rappresenterebbe un plus visto l’ avvio nel 2019, da parte di Disney (che di suo possiede canali come Abc o come lo sportivo Espn), di un servizio separato (in streaming) dedicato ai film. La 21st Century Fox, dal canto suo, è in attesa di portare a termine il takeover sulla totalità di Sky Plc (di cui Rupert Murdoch ha il 39%). Per ora il deal è nelle mani delle autorità Uk. Le azioni Disney ieri in serata sono salite dell’ 1,7%; quelle di 21st Century Fox del 7,4 per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Disney in trattative per Sky
Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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La 21st Century Fox di Rupert Murdoch ha trattato nelle scorse settimane la vendita a Disney della maggior parte delle proprie attività, incluso il gruppo Sky, di cui fa parte Sky Italia. Lo ha rivelato ieri la Cnbc precisando che al momento non ci sono colloqui in corso e non si sa se l’ accordo arriverà. Vista la natura di questo tipo di transazioni è probabile però che i contatti riprendano in un secondo momento. Si tratta di una notizia di grande impatto per il mondo dei media: da una parte un colosso della comunicazione come Disney, dall’ altra un gruppo più piccolo ma di grande potere mediatico negli Usa e in Europa. Peraltro la rivelazione arriva in un momento in cui è pendente l’ offerta di acquisto del capitale del gruppo Sky che Fox ancora non possiede, ovvero il 61%. Il gruppo è sotto scrutinio delle autorità britanniche che si sono dimostrate un osso duro. Ma non sarebbe tanto (o solo) questo il motivo della vendita. Il senior management di Fox, ovvero la famiglia Murdoch in primis, sarebbe convinto che focalizzarsi intorno alle news e allo sport porterebbe a una maggiore efficacia competitiva. La 21st Century Fox, infatti, non venderebbe tutto, mantenendo per sé la parte broadcasting negli Stati Uniti, compresi gli accordi di affiliazione con le emittenti locali, i canali sportivi e Fox News. Si tratterebbe comunque di una sorta di ripiego. Fox è convinta che in un mercato dell’ intrattenimento che si sta giocando sempre più a livello globale con nuovi attori, da Netflix a Facebook, la scala dell’ attività sia fondamentale. Non c’ è però un percorso percorribile per crescere con acquisizioni per la mancanza di soggetti da comprare e per le difficoltà ulteriori nelle transazioni (vedi cosa accade in Uk). Per questo l’ alternativa è appunto focalizzarsi vendendo il resto. Al colosso dell’ intratteninmento guidato da Bob Iger andrebbero quindi gli asset Fox della produzione cinematografica e televisiva e il business internazionale, tra le quali la quota del 39% in Sky, appunto, che ha attività nel Regno Unito e in Germania oltre che in Italia, oltre a Star in India. Disney ha già la scala per competere, ma questo aggiungerebbe ancora qualcosa che manca, soprattutto nel momento in cui la volontà del management è vendere i propri prodotti direttamente al telespettatore e non a operatori terzi. Disney ha già annunciato che non darà più a Netflix i diritti dei suoi contenuti, e che lancerà due offerte in streaming, una dedicata allo sport e l’ altra ai suoi contenuti (film e serie) di maggior richiamo, da Star Wars a Marvel. © Riproduzione riservata.
«Insegno ai ragazzi il teatro e i diritti»
Corriere della Sera
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La mia base operativa è Torino, e sono un «fornaio della Cultura». Da oltre 10 anni, impasto progetti culturali, sforno ottime rassegne teatrali, creo prodotti artigianali con ottime farine: Eugenio Allegri, Elena Guerrini, il Teatro Kismet di Bari i miei ingredienti più pregiati. La mia creazione unica è stata «Geografie del Teatro Ragazzi Italiano», premiata dal Centro studi Morteo di Torino, come miglior tesi di Teatro nel biennio 2002-2004. Il Dams di Torino lo ha valutato con 110/110. Ho impastato progetti in Toscana, Puglia, Umbria, Lombardia e Piemonte. Comunico idee con rapidità, efficacia e poesia. Il «forno» dove ho sperimentato in maniera più innovativa è stato il Festival a Veglia, a Manciano (Gr), dove ho lavorato alla Comunicazione, il primo Festival al mondo di Teatro, Musica e Editoria a baratto. Ho condotto nel mondo della scuola, per oltre 6 anni, esperienze di laboratorio teatrale con gli adolescenti. Dal 2013 ho ampliato la mia formazione alla Cooperazione internazionale e diritti dell’ Infanzia, collaborando con 2 Ong come Project manager. Sette Stati, visitati in camper, mi hanno insegnato ad adattarmi a luoghi sempre nuovi, a nutrire la curiosità per l’ incontro con le persone. Per cosa mi propongo? Imprese, percorsi editoriali e culturali che cerchino un ufficio stampa preciso, puntuale, creativo. E come Event manager, per creare esperienze modulate sulle richieste dei committenti. Davide Di Pierro , dipteatro2015@gmail.com.
Gli spot candidati
Italia Oggi
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Sono di Nuova Volkswagen Polo, Orogel, Mercedes – La sfida continua, Ventis – Shopping Online e Gomorra – Evitare spoiler, gli spot che concorrono questa settimana alla hit parade delle migliori campagne pubblicitarie elaborata nel corso della trasmissione Marketing Media and Money, il programma di Class Cnbc (sul canale Sky numero 507) dedicato al mondo del marketing, della pubblicità e della comunicazione, in onda ogni martedì sera alle 21.05 (in replica mercoledì e sabato alle 10.10 e venerdì alle 13.30) e condotto da Andrea Cabrini e Silvia Sgaravatti. A rischiare il podio dei flop, invece, Euronics – Pappagallo, Tic-tac – Rinfresca in un tic, sorprende in un tac, Uniclub – Regaliamo Sorrisi, Candy Bianca e Rich meet beautiful. Le classifiche sono elaborate in base ai giudizi di una giuria composta da studenti della laurea specialistica in marketing management dell’ Università Bocconi che spiegano ai telespettatori i motivi delle loro scelte.
A Marketing Media and Money l’ analisi dei dati secondo Wavemaker e la nuova campagna di Mps
Italia Oggi
TWITTER: @CLASSCNBCMMM
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Immaginate di entrare nella vostra boutique preferita: vi accoglierà un’ assistente virtuale che conosce i vostri gusti, ha in archivio i vostri acquisti, sa proporvi cosa comprare e quali abbinamenti fare. Non è la scena di un futuro lontano: bisogna solo leggere ed elaborare i dati per trasformarli in comunicazioni e offerte indirizzate al singolo consumatore. E’ l’ obiettivo di Wavemaker, agenzia globale nata dalla fusione Mec e Maxus e guidata da Luca Vergani, ceo di Mec. Sarà lui ad aprire, questa sera alle 21.05, Marketing Media and Money, la trasmissione di Class Cnbc (Sky 507) dedicata al mondo del marketing e della comunicazione. Tra gli ospiti della puntata anche Paolo Graziani, responsabile pubblicità e brand identity del Gruppo Montepaschi, che presenterà la nuova campagna di Mps «Più forza alle persone». Con Lorenzo Fabbri, ceo di We are Jungle, si parlerà invece di «street advertising» e di unconventional marketing.
Tv, sì a quote di film italiani
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Il Consiglio di stato dà con tre pareri favorevoli il suo ok formale alla riforma del cinema e dell’ audiovisivo, targata Dario Franceschini. Ricevono così l’ imprimatur dell’ organo al vertice della giustizia amministrativa (sezione atti normativi) anche quelle decisioni volute dal ministro delle attività culturali tanto contestate dalle principali emittenti tv (Rai, Mediaset, La7, Sky, Discovery, Viacom, Fox, Walt Disney e De Agostini) che prevedono l’ obbligo di rispettare quote minime di trasmissione per produzioni italiane ed europee, soprattutto durante la fascia del prime time (o prima serata). Tanto più che i big del piccolo schermo italiano avevano lanciato l’ allarme per gli impatti economici della riforma, ossia per gli obblighi paralleli d’ investimento in opere originali nazionali ed europee (legge n. 220 del 14/11/2016). Le previsioni sull’ impatto delle nuove spese in contenuti superano i 500 milioni di euro, spingendo gli investimenti complessivi a quota 1,2-1,3 miliardi nel 2019. Impatto economico cui segue, sempre secondo le emittenti tv, un problema occupazionale nel settore che impiega 26 mila addetti e altri 65 mila nell’ indotto. Invece i giudici di Palazzo Spada approvano e sottolineano con un parere ad hoc che l’ onere di programmazione è giustificato proprio dalla necessità di promuovere e sostenere le case di produzione tricolore (o del Vecchio continente, in chiave comunitaria). Tanto più se si considerano «le ricorrenti pratiche elusive» già osservate sul mercato. Anzi, siccome di comunicazione si sta parlando, il Consiglio di Stato suggerisce l’ adozione di sanzioni non solo pecuniarie ma anche di tipo «reputazionale» ossia attuate pubblicizzando il caso di violazione della legge e il nominativo del responsabile. Sempre in un’ ottica di rendere più efficaci le sanzioni e la loro funzione di deterrenza, è arrivato il via libera anche all’ innalzamento delle multe da pagare, in caso di violazione della normativa, e la loro determinazione in base al fatturato dell’ emittente responsabile. I giudici, infine, respingono la critica mossa contro la riforma del governo Gentiloni di voler regolamentare con una norma esigenze che sono invece del mercato: non si tratta infatti di «vincoli di tipo dirigista» ma l’ intenzione di ottenere un più corretto funzionamento del comparto, eliminando commistioni e distorsioni tra i vari attori della filiera produttiva. Il tutto, sempre secondo i giudici, attraverso una netta separazione tra chi realizza il prodotto audiovisivo e chi gestisce l’ emittente che lo trasmette. Con un secondo e differente parere, poi, i giudici di Palazzo Spada approvano il nuovo sistema di censura che deve decidere quali titoli siano eventualmente da vietare ai minori di 14 e 18 anni. Singolare però che, nell’ elogiare l’ intenzione di aggiornare l’ intero meccanismo di tutela, gli stessi giudici abbiano espresso perplessità sull’ uso del termine «divieto», proprio oggigiorno che i divieti cercano di essere maggiormente «flessibili» e «parzialmente derogabili», per esempio potendo essere aggirati in presenza di un familiare adulto (da cui scaturisce, peraltro, una maggior responsabilizzazione delle famiglie). Di sicuro, la sezione atti normativi del Consiglio di Stato apprezza la creazione di una nuova commissione di verifica ma, anche in questo caso, trova singolare che la stessa commissione mostri al suo interno una composizione più netta di associazioni per la protezione degli animali, piuttosto che quella di altre associazioni. Sempre col fine di tutelare i minori, viene introdotta la fascia di produzioni «non adatte ai minori di anni 6», oltre che il suggerimento di sanzioni di tipo reputazionale. Il terzo parere favorevole si concentra invece sulle disposizioni (soprattutto deroghe al limite di contratti a tempo determinato e di apprendistato) per introdurre il sistema del jobs act nel settore tv e audiovisivo, armonizzandolo con le regole in vigore. L’ osservazione, però, è che è ancora «in gran parte non attuata» la delega sui rapporti di lavoro nel settore cinematografico e audiovisivo, per semplificare, razionalizzare e rafforzare «le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro».
Comunicazione, la classifica delle sei professioni con maggiori prospettive
Corriere della Sera
Enzo Riboni
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Le lauree della comunicazione sono inflazionate e non offrono grandi occasioni di impiego? La domanda contrasta con le opportunità che sembra offrire il mercato Entertainment & Media: ha assorbito i colpi della crisi, nel 2016 ha raggiunto 31,5 miliardi di euro di ricavi e nel 2021 arriverà a 38,1 miliardi. Questa seconda giovinezza porta però con sé nuove figure professionali, sempre più legate alle tecnologie digitali. Il “Gruppo media, comunicazione e spettacolo di Assolombarda”, ha così realizzato un’ indagine che individua le sei professioni con il più alto tasso di occupabilità da qui a cinque anni. Eccole. Il “Digital analyst” realizza proiezioni sui dati di vendita, sui risultati delle campagne marketing, sulle abitudini e tendenze di consumo. Il “Digital account sales” analizza il mercato e l’ andamento delle vendite digitali prevedendo l’ andamento dei prodotti. Il “Digital marketer”, un esperto in comunicazione digitale, dirige le dinamiche sottese da un progetto di web marketing. Il “Data visualization e dashboard designer” trova le modalità più appropriate per rendere intellegibili e comunicabili i dati delle piattaforme digitali dell’ impresa. Il “Social media manager, community manager, digital media editor” gestisce i social media di un’ azienda, curando il piano editoriale e le community dei fan. L'”Editorial content specialist” utilizza i vari media e la tecnologia digitale (video editing, blog, social network) per produrre contenuti multimediali.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Fnsi: la legge sulle intercettazioni va cambiata o sarà battaglia. «Il provvedimento sulle intercettazioni va cambiato» o «sarà battaglia». La Fnsi con il segretario, Raffaele Lorusso, e il presidente, Beppe Giulietti, ha incontrato ieri la presidente della camera, Laura Boldrini, per parlare di come combattere le fake news ma anche per denunciare «il colpo fortissimo alla libertà di informazione e al diritto dei cittadini ad essere informati» che il decreto contiene. Il sindacato dei giornalisti sottolinea come «non solo non è stato cancellato il carcere per i giornalisti ma non è stato fatto nulla per tutelare i giornalisti dalle querele milionarie», ha detto Lorusso. «Saremo costretti ad un’ azione conflittuale per la difesa della natura professionale del giornalismo», ha aggiunto Giulietti, «e perciò per la prima volta stiamo organizzando un’ iniziativa Fnsi e Ordine insieme contro ogni forma di interferenza». Su Amazon Prime Video arriva il tennis live. Il debutto del tennis in diretta su Amazon Prime Video avverrà questa settimana in occasione delle fasi finali del Next Gen Atp da oggi a sabato a Milano, il torneo che ospiterà i futuri protagonisti del tennis maschile. Prime Video trasmetterà in live streaming tutte le 16 partite del torneo che saranno disponibili in più di 200 paesi sull’ app Prime Video per tv, console di gioco, set top box e vari dispositivi, tra cui Amazon Fire Tv, mobile e online. Oltre alla diretta delle fasi finali del Next Gen Atp, sarà possibile vedere i replay di tutte le partite e avere accesso ad ulteriori contenuti relativi al torneo, tra cui gli highlight delle giornate e i profili dei giocatori. Mondadori acquista azioni proprie. Arnoldo Mondadori Editore ha acquistato sul Mercato telematico azionario, nel periodo tra il 30 ottobre e il 3 novembre, 18 mila azioni ordinarie (pari allo 0,007% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 40.036,70 euro. A seguito delle operazioni finora effettuate, Mondadori detiene 760.000 azioni proprie pari allo 0,291% del capitale sociale. La7, domenica lo speciale tg al 4,2% di share. Domenica sera lo Speciale TgLa7 dedicato al voto in Sicilia e condotto da Enrico Mentana ha ottenuto, in 3 ore e mezza di diretta (21.39 – 01.12), il 4,18% di share con 731.333 telespettatori medi, superando lo speciale in onda su Rai2 al 4,09%. Anche in sovrapposizione (21:51/23:16), il programma di La7 ha battuto Rai2 con il 4,19% di share e 1.014.845 telespettatori medi, contro il 4,09% e 991.325 spettatori. #maratonamentana ha ottenuto, inoltre, 5.599.678 di contatti e picchi del 5,86% con 1.338.075. Bene in access prime time anche lo speciale Faccia a Faccia di Giovanni Minoli con ospite Gianni Morandi, che ha realizzato il 3,35% di share con 903.216 telespettatori medi e picchi del 5,13% con 1.401.722. Il TgLa7 delle 20 ha ottienuto il 4,98% di share con 1.247.297 telespettatori medi e picchi del 5,65%. Il network La7 (La7 e La7d) si è attestato al 4,20% in prime time (20.30 – 23.30). Fox a Lucca Comics&Games 2017. Anche quest’ anno Fox Networks Group è stata a Lucca Comics&Games con uno scenografico allestimento nella location più iconica della città, piazza dell’ Anfiteatro, al centro della quale era posta la gigantesca installazione della What the Fox Competition. Si è trattato del primo survival game della storia della manifestazione lucchese, un gioco a premi in cui i concorrenti rispondevano a domande sulle serie Fox in bilico su micro-piattaforme che si ritraevano a ogni errore. Ospite d’ eccezione il fumettista Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead. Errata corrige. A pagina 75 di ItaliaOggiSette di ieri, nel servizio sulla Regione Campania, Pierluca Marino non è la persona ritratta nella foto, che è, invece, Umberto Cristiano di Braddock. Ci scusiamo con gli interessati.
Mondadori Magazine, nasce International Fashion
Italia Oggi
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Nasce un nuovo polo all’ interno dell’ area Periodici Italia del gruppo Mondadori. Si tratta dell’ International Fashion, che avrà come principale priorità l’ ulteriore sviluppo di Grazia in Italia e nel mondo per accrescere in modo ancora più coordinato ed efficace il valore del brand. Il polo è affidato al brand manager Daniela Sola che farà riferimento al direttore generale Carlo Mandelli, a capo dei periodici. A Sola, che proviene da un’ esperienza pluriennale in Salvatore Ferragamo Parfums dopo 12 anni di attività nel mondo dell’ editoria, è stato affidato il compito di fare leva sul network internazionale di Grazia per implementare il brand lanciato quasi 80 anni fa e oggi presente in 24 Paesi del mondo. Grazia è ormai un sistema multicanale print-digital-social-eventi che, attraverso le sue pubblicazioni e siti, raggiunge nel mondo secondo i dati della casa editrice, un’ audience complessiva di 17 milioni di lettori, con una media di 10 milioni di copie al mese, e di 30 milioni di utenti unici. In Italia, il brand ha registrato nei primi nove mesi dell’ anno un incremento della raccolta pubblicitaria complessiva a spazio print+web del 7,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sola assume contestualmente, sempre a diretto riporto di Mandelli, il ruolo di managing director di Mondadori International Business, la società che gestisce la presenza sui mercati esteri anche di altri brand del gruppo, tra cui Interni, Icon, Icon Design e Il mio Papa.
A fine mese il nuovo bando, alternativa: la tv della Lega
Corriere della Sera
Monica Colombo
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Un bando riformulato rispetto al precedente o come ipotesi residuale il canale della Lega. La partita dei diritti tv entra nel vivo. Dopo l’ assegnazione già avvenuta dei diritti per l’ estero del campionato relativi al triennio 2018-2021 all’ americana Img che assicurerà alle società di A 371 milioni annui, la Lega di via Rosellini è in attesa della formulazione del bando dei diritti domestici. L’ asta a giugno fu, com’ è noto, senza risultato a causa della mancata presentazione di offerte da parte di Mediaset, convinta che al pacchetto del digitale proposto non corrispondesse il valore di 216 milioni. Perciò l’ advisor Infront è al lavoro per preparare un bando, da presentare a fine novembre, rivisto nella sostanza ma pur sempre nell’ ottica di massimizzare i ricavi. L’ obiettivo è raggiungere quota un miliardo con l’ apertura delle buste prevista per metà dicembre. Cosa succederà nel caso in cui le offerte di Sky e Mediaset non vengano giudicate soddisfacenti? Esclusa l’ ipotesi di un terzo bando, il piano B è rappresentato dal canale della Lega che si ergerebbe a editore dei contenuti (per satellitare, digitale e internet). Infront ha già individuato in Discovery Channel il partner industriale mentre ancora non è stato designato un possibile partner finanziario che sostenga economicamente il progetto. Se ne discuterà oggi in commissione, mentre prima l’ assemblea designerà la società di cacciatori di teste a cui affidare il compito di trovare il nuovo a.d. Sono in corsa Egon Zehnder, Korn Ferry e Spencer Stuart. A questo punto la domanda delle domande: si arriverà entro l’ 11 dicembre, data di scadenza del mandato di Tavecchio, alla nomina di un nuovo ad o, come teme qualche presidente, lo spettro del commissario ad acta è ancora vivo e lotta insieme a noi?
Negoziati con Murdoch
Il Messaggero
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Presto anche 21st Century Fox potrebbe far parte dell’ impero Disney. La storica casa di produzione cinematografica di proprietà di Rupert Murdoch sarebbe in trattativa per cedere alla multinazionale dell’ animazione la maggior parte del gruppo. Ad oggi però non c’ è certezza che tali negoziazioni porteranno a un accordo. Secondo Cnbc, le discussioni si sono svolte nelle scorse settimane. L’ idea sarebbe lasciare nelle mani di Murdoch solo Fox news e la divisione sportiva. Tutto il resto andrebbe nelle mani di Disney: non soltanto il cinema, ma anche tutta la produzione televisiva, compreso Sky e i canali FX e National Geographic.
Qualcomm, offerta da 130 miliardi Disney vuole i film di Murdoch
Corriere della Sera
Giuseppe Sarcina
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Tecnologia, tv, cinema. Grandi manovre negli Stati Uniti, secondo la Cnbc Disney sta trattando con Rupert Murdoch per comprare la casa di produzione cinematografica 21st Century Fox e i canali Sky, Fox e National Geographic. A Murdoch rimarrebbe solo Fox News e la divisione sportiva. Finora, però, è un’ indiscrezione. Molto più concreti, invece, i movimenti di Hock Tan, amministratore delegato di Broadcom. Giovedì 2 novembre va a trovare Donald Trump, nello Studio Ovale. Il manager di Singapore gli annuncia l’ intenzione di riportare la sede legale della società di semiconduttori negli Stati Uniti. Domenica 5 novembre lo stesso Tan comunica al mercato di essere pronto a offrire 100 miliardi di dollari per acquistare Qualcomm, l’ azienda di San Diego, 33 mila dipendenti, fatturato pari a 22,2 miliardi di dollari. È un’ opa ostile che potrebbe cambiare gli equilibri di un settore tecnologico chiave: lo sviluppo e la produzione dei chip e delle memorie per una gamma sempre più vasta di strumenti. Dai telefonini ai droni. Al momento nella classifica del comparto è guidata da Intel, che stacca tutti con un giro d’ affari di 55 miliardi. Al secondo posto Qualcomm, al terzo Avago & Broadcom, più o meno sullo stesso livello di Texas Instruments. Il progetto di Tan punta a costruire il secondo gruppo mondiale con un fatturato di circa 40 miliardi di dollari e una capitalizzazione in Borsa di 200 miliardi. Ecco i dettagli della proposta: 70 dollari per ogni azione Qualcomm, 60 in contanti e 10 in titoli Broadcom. Valore finale 103 miliardi, che diventano 130 se si tiene conto anche del debito iscritto nel bilancio della preda. I manager di Qualcomm hanno fatto sapere che «l’ offerta non richiesta sarà esaminata dal consiglio di amministrazione». I movimenti di Borsa di ieri mattina, però, suggeriscono cautela: le quotazioni di Qualcomm sono salite del 3%. Secondo gli analisti ciò significa che c’ è scetticismo sul successo dell’ operazione. Oppure è solo questione di prezzo. Qualcomm viene da un trimestre di vendite deludente ed è ancora impigliata in un difficile scontro legale, per una questione di brevetti, con Apple. Anche per questo i suoi chip sono stati esclusi dagli iPhone e iPad. Inoltre lo sviluppo tecnologico spinge verso la concentrazione. Basti pensare che in sei anni, dal 2011 al 2017, ci sono state ben 11 acquisizioni. La Avago di Hock Tan è stata la più dinamica. Nel dicembre 2013 ha comprato la Lsi, per 7 miliardi di dollari e nel maggio 2015 l’ americana Broadcom, per 37 miliardi. Adesso prova il grande balzo. Con uno scambio fin troppo chiaro con l’ amministrazione Trump. Tan «americanizza» il nuovo polo, riportando anche un po’ di gettito fiscale nelle casse federali degli Stati Uniti. Il presidente americano lo ha accolto come il simbolo del nuovo corso: le grandi multinazionali tornano a casa. Ma intanto il manager eviterà il vaglio del Comitato sugli investimenti stranieri, che sarebbe intervenuto nel caso Broadcom avesse mantenuto il quartier generale a Singapore. Inoltre, passaggio importante, Tan ha chiesto a Trump una sponda politica per ammorbidire le probabili resistenze di Pechino. la «piccola Italia» cresce. Sono 34 le nuove Pmi italiane ad accedere a Elite, la piattaforma sviluppata da Borsa italiana ha lo scopo di trovare canali di finanziamento alternativi e opportunità di sviluppo per eccellenze del made in Italy. Scopo ultimo è quello di prepararsi per la futura quotazione. Delle 632 società di Elite oltre 400 sono italiane, per un totale di 50 miliardi di ricavi e oltre 220 mila dipendenti. Le new entry, provenienti da 12 regioni italiane, toccano vari settori, dall’ Ict alla moda, dalla produzione di generi alimentari alla chimica. Tra queste ci sono casi come Challenge Network e Ennova, start up nata nel 2010 all’ interno dell’ incubatore i3p del Politecnico di Torino, che realizza soluzioni digitali per la gestione dell’ intero ciclo di vita e della dotazione di device di imprese e famiglie. Oggi conta 800 dipendenti, sei sedi e un fatturato di oltre 40 milioni di euro che, prevede il fondatore Fiorenzo Codognotto, toccherà i 50 a fine 2018. A celebrare le eccellenze del Made in Italy entrano nel programma anche imprese alimentari tra cui l’ Acetificio Marcello de Nigris e marchi storici del settore tessile come il lanificio Fratelli Piacenza di Pollone (Biella), che vanta quasi trecento anni di storia. Le imprese italiane sono le prime di una serie di nuovi gruppi di aziende Elite a livello internazionale che verranno annunciati nel mese di novembre.