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Rassegna Stampa del 25/09/2017

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Indice Articoli

“Pop Vicenza voleva che comprassi l’ Unità”

Quali regole per il giornalista nell’ era del web?

Grillo, gli insulti e la caccia al giornalista il candidato premier è d’ accordo con lui?

Incentivi e lavoro ecco come le regioni del sud investono sul cinema

A Napoli via libera al bando (anche) per le opere sul web e la diffusione nelle scuole

Dal Gargano fino a Lecce: in 1200 hanno trovato già un’ occupazione stabile

In Basilicata sono nate 9 società cinematografiche Pronte altre dieci iniziative

Per fiction e documentari in arrivo 600 mila euro La Calabria punta sui «big»

“Pop Vicenza voleva che comprassi l’ Unità”

Il Fatto Quotidiano

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Nuovi particolarisugli incroci pericolosi tra Pd renziano e banche li ha messi a verbale nell’ inchiesta sul crac di Pop Vicenza Bernardini De Pace: l’ editore 68enne – scrive La Verità – ha svelato ai pm che nel 2014 venne a sapere che alla cena di finanziamento di Renzi a Milano al tavolo del tesoriere dem Bonifazi c’ erano ben 2 vicedirettori della banca veneta; l’ anno dopo uno dei due (Giustini) “mi chiese se ero interessato ad editare L’ Unità () Ho rifiutato l’ offerta e da allora Giustini ha evitato ogni rapporto con me”.

Quali regole per il giornalista nell’ era del web?

La Stampa
MARCELLO SORGI
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Giunto alla settima rinnovata edizione, il libro di testo su cui si sono formate ormai diverse generazioni di nuovi giornalisti, di quelli che vanno a imparare il mestiere nelle università (Ruben Razzante, Manuale di diritto dell’ informazione e della comunicazione , Cedam Scienze giuridiche, pp. 647, 40), non può sfuggire a una domanda che l’ evoluzione, insieme, del giornalismo e delle tecnologie pone in modo sempre più stringente. Ha ancora senso parlare di regole per il buon giornalista, di diritti e doveri, di rispetto per il lettore-telespettatore-ascoltatore, in un’ epoca in cui l’ informazione informale, o se si preferisce, la condivisione, insomma il giornalismo, chiamiamolo ancora così, di internet e dei social s’ è imposto su quello tradizionale, contestandolo apertamente, con l’ obiettivo di convincere chi vuol essere informato a fare a meno dei giornalisti professionisti? Non è un problema di difesa corporativa, ci mancherebbe. In fondo, la Costituzione, garantendo la libertà d’ opinione, protegge chiunque voglia fare informazione in qualsiasi modo, lasciando liberi i cittadini di informarsi come credono e anche di farsi idee bislacche in base a informazioni false o sbagliate. Si veda la vicenda dei vaccini resi obbligatori e del movimento No-vax che contestandoli ha terremotato l’ inizio del nuovo anno scolastico. Eppure ci dev’ essere una ragione se 22 anni fa una legge (la «par condicio»), ritenendo superiore l’ interesse della democrazia, intervenne per imporre limiti all’ informazione e alla propaganda politica in tv in conseguenza della scesa in campo di Berlusconi, mentre oggi le campagne elettorali si fanno anche e soprattutto sulla rete senza alcun principio o imposizione di cui tener conto. E soprattutto senza alcun timore per la stessa democrazia che si riteneva a ragione minacciata dalla pressione mediatica esercitata da un imprenditore proprietario di tre reti tv, quando oggi agisce in libertà assoluta un movimento-partito cofondato da un imprenditore del web. Il giornalismo e l’ informazione continuano così a produrre problemi nuovi che non riguardano più solo i giornalisti, professionisti o no, ma l’ intera società in cambiamento. Tal che, per la prossima edizione del manuale, ci permettiamo di suggerire un approfondimento sul tema delle fake news: hai visto mai che la rinascita del giornalismo di qualità debba avvenire sull’ onda delle bufale che si moltiplicano fino a rendere difficile distinguere le notizie false da quelle vere? BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

Grillo, gli insulti e la caccia al giornalista il candidato premier è d’ accordo con lui?

La Repubblica
SEBASTIANO MESSINA
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Ieri Beppe Grillo si è presentato ai giornalisti con una mazzetta di finte banconote da 1000 euro, distribuendole ai presenti: «Ora scrivete quello che dico io: “Il Movimento 5 Stelle è il più grande movimento d’ Europa”. Scrivete così». In pratica, ha dato del venduto a ciascuno di loro. Ma Grillo è un comico e ai comici piace scherzare. L’ altro giorno, ai cronisti che gli chiedevano delle primarie, ha risposto con una domanda: «Ma non vi vergognate? Vi mangerei, solo per il gusto di vomitarvi ». Parole pesanti. Ma Grillo è un comico e ai comici piace scherzare. Cinque anni fa, nel suo “Tsunami Tour”, il leader del Movimento 5 Stelle aizzava la folla contro «i giornalisti carogne, schiavi dei loro editori», e scriveva sul suo blog che «i giornalisti non possono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento, vanno disciplinati in appositi spazi esterni al Palazzo», roba che neanche Mussolini osò pensare. Ma Grillo è un comico e ai comici piace scherzare. Continuò. Definendo ogni settimana i cronisti «pennivendoli», «inchiostratori », «falsari», «walking dead», e alla fine s’ inventò pure una gogna mediatica, nominando sul blog «il giornalista del giorno» al quale i militanti potevano divertirsi a lanciare i loro insulti. Ma Grillo è un comico, e ai comici piace scherzare. Purtroppo, non tutti i militanti del Movimento capiscono che scherza. E sabato sera una giornalista di RaiNews24, Enrica Agostini, mentre intervistava il senatore Morra alla manifestazione di Rimini, è stata insultata e spintonata da un gruppo di energumeni che le gridavano «Vai via!», mentre altri lì intorno facevano il tifo: «Menateli, a ‘sti giornalisti! ». Non avevano capito che Grillo scherzava neanche l’ anno scorso alla manifestazione nazionale di Palermo, quando i cronisti furono accerchiati e coperti di insulti. Né l’ avevano capito, il 24 gennaio di quest’ anno, gli ambulanti romani in piazza Montecitorio che – arringati da Di Battista contro i giornali e i giornalisti – si sono messi a urlare: «Ammazziamoli! ». Questo è un problema. Perché quando a non capire lo scherzo non è uno solo ma un gruppo, poi tanti gruppi e alla fine una folla, accadono cose assai poco divertenti. Adesso che però il “capo politico” del Movimento non è più un comico ma un deputato, anzi un vicepresidente della Camera, vorremmo sommessamente rivolgere all’ onorevole Di Maio una semplice domanda: questo Movimento che si candida a guidare il Paese è disposto ad accettare che la stampa eserciti il suo diritto costituzionale di libera manifestazione del pensiero e il suo compito civile di cane da guardia della democrazia? Ovvero, è pronto a riceverne le critiche, a rispondere alle sue domande anche scomode, a rispettare i giornalisti che per onorare un mestiere bellissimo devono raccontare ciò che il potere non vorrebbe rivelare? Oppure pensa anche lui che i giornalisti non debbano disturbare il manovratore, e che con mille euro – magari veri – si possa comprare il diritto di dettare un bell’ elogio del proprio partito? Ci piacerebbe avere dal candidato premier dei Cinquestelle una risposta limpida e chiara. Giusto per avere la conferma che Grillo scherzava. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Grillo offre finte banconote da 1000 euro ai giornalisti FOTO: © LAPRESSE.

Incentivi e lavoro ecco come le regioni del sud investono sul cinema

L’Economia del Corriere della Sera (ed. Mezzogiorno)

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Dalla Campania alla Sicilia: il Mezzogiorno diventa, anno dopo anno, sempre più un set cinematografico. E le ricadute sui territori – in termini occupazionali e di immagine – sono notevoli. Basti pensare che solo in Sicilia e Puglia le produzioni cinematografiche sono triplicate. In modo particolare in Puglia – dal 2007 ad oggi – sono state impiegate oltre 1200 maestranze (escluse le comparse). Film, documentari e cortometraggi – finanziate dalle istituzioni regionali (e non solo) che esaltano le identità locali. Un esempio? Le avventure del commissario Montalbano in Sicilia, un docu-film che ha fatto scoprire (non solo agli italiani) scorci di una Sicilia che pochi conoscevano. In questo momento la regione più all’ avanguardia resta la Campania che, proprio nei giorni scorsi, si è dotata – grazie ad una decisione della Regione – di una normativa sul cinema. Inoltre la Regione ha messo a disposizione 5 milioni di euro per la realizzazione di produzioni cinematografiche ed audiovisive ma anche per la diffusione della cultura cinematografica negli istituti scolastici. Non solo Campania: in Sicilia la Regione vede il cinema come polo di diffusione dell’ immagine (positiva) dell’ isola. Basta film sulla mafia, ora la Sicilia finanzia opere cinematografiche di qualità. E con un bando pubblico sono stati stanziati 2 milioni di euro. In dieci anni, invece, in Puglia sono stati girate 500 produzioni cinematografiche (compresi i cortometraggi e gli spot). In Basilicata incentivi e investimenti per Matera Capitale Europea della Cultura 2019. E in Calabria sognano un nuovo film con Matteo Garrone.

A Napoli via libera al bando (anche) per le opere sul web e la diffusione nelle scuole

L’Economia del Corriere della Sera (ed. Mezzogiorno)

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La Regione ha messo a disposizione per la filiera cinematografica campana 5 milioni di euro. Sul Burc del 18 settembre sono state pubblicate le norme attuative del piano operativo annuale di riparto delle risorse per l’ attività cinematografica e audiovisiva in Campania nel 2017. I potenziali beneficiari hanno 30 giorni di tempo a partire dalla pubblicazione, per presentare le domande per l’ ottenimento dei contributi che saranno assegnati entro novembre. La Regione ha stanziato 2 milioni e 50mila euro per lungometraggi, documentari, opere televisive e per il web, 1 milione e 700mila euro per festival e rassegne e la diffusione della cultura cinematografica presso gli istituti scolastici e 900mila euro per il sostegno agli esercizi cinematografici. In tutto 4 milioni 650mila, ai quali si aggiungono i contributi diretti alla Fondazione Film Commission e cioè 250mila euro (il 5% del Fondo regionale) per lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali di promozione del comparto e delle location locali, e 85mila euro per tre specifici interventi: aggiornamento professionale, progettazione della Mediateca e promozione dei nuovi linguaggi a sostegno della creatività giovanile. Alla Film Commission sono stati anche già assegnati ulteriori 2 milioni di euro dalla Regione a valere sul Poc 2014-2020, che è il Piano operativo complementare del programma europeo Cultura 2020 grazie al quale a marzo 2016 è stato emanato pure un bando di 4 milioni di euro a cui hanno risposto 130 soggetti. Il budget disponibile per la categoria Film ha consentito il finanziamento di 65 progetti, purtroppo non la totalità di quelli ammissibili. «Siamo soddisfatti dell’ attenzione della Regione, partita con il varo a ottobre dell’ attesa legge di riordino, dopo anni di vuoto normativo», dice Maurizio Gemma, direttore della Film Commission e uno degli ispiratori della legge stessa, in quanto allora componente del Comitato competente per materia che è stato ascoltato prima della sua compilazione. «La nostra attività ora si integra all’ interno di una legge condivisa col comparto che assicura coerenza, continuità e forme efficaci di incentivazione. Anche se, fin dalla sua costituzione, nel 2005, la Film commission ha sostenuto quasi 700 progetti, di cui 100 solo nel 2016, gli ultimi 5 anni sono stati difficili per mancanza di risorse. Ora siamo più fiduciosi». LAURA COCOZZA.

Dal Gargano fino a Lecce: in 1200 hanno trovato già un’ occupazione stabile

L’Economia del Corriere della Sera (ed. Mezzogiorno)

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Se la Puglia è trendy lo si deve anche agli sforzi economici e progettuali messi in campo dalla filiera del cinema sostenuta da Regione e Comuni. E per comprendere il peso specifico di ciò che ha realizzato l’«Apulia Film Commission» basta riportare le parole del direttore generale, Antonio Parente, che racconta: «In questo momento in Puglia ci sono cinque set. Per noi è un motivo di orgoglio». D’ altronde, sono trascorsi dieci anni dalla costituzione della fondazione e i numeri parlano di una realtà vitale che ha saputo gettare le basi per sostenere anche altri comparti economici come il turismo. L’ idea di scommettere sul cinema nasce da una legge regionale del 2004 approvata dalla giunta guidata da Raffaele Fitto. Ma è il suo grande competitor, Nichi Vendola, che realizza la struttura e la fondazione a supporto del progetto. È il 2007 e l’ attività inizia a dare i primi frutti. «In realtà – afferma Parente – si partì rilevando le richieste che erano gestite dall’ assessorato regionale alla Cultura. L’ obiettivo era incentivare le produzioni mettendo a disposizione anche le strutture tecniche e le necessarie maestranze». Dal 2007 al 2017 sono stati erogati (e stanziati) complessivamente 15,5 milioni. In Puglia nello stesso periodo sono stati girati 314 film che salgono a quasi 500 se si considerano anche i cortometraggi e gli spot. Importanti le ricadute economiche: in dieci anni si stima la creazione di un giro d’ affari complessivo pari a 62,3 milioni con quasi 1.200 maestranze coinvolte (escluse le comparse). Ma quali i motivi di successo? «La Puglia – conclude Parente – è percepita in Italia e all’ estero come una regione film friendly. Esistono fattori che rendono il sistema competitivo come la professionalità delle strutture di supporto, la bellezza delle location, le condizioni ambientali favorevoli e, perché no, anche il passaparola». Negli ultimi anni sono stati girati film importanti che hanno partecipato a festival internazionali: da Toronto a Venezia, da Cannes a Shanghai. Forse uno dei più rappresentativi è «Il racconto dei racconti» di Matteo Garrone ambientato a Castel del Monte. Ma anche le due pellicole di Ferzan Özpetek «Allacciate le cinture» e «Mine vaganti». Ma non è tutto: l’ Apulia Film Commission organizza anche i festival (come il Bif&st) e gestisce tre cineporti (Bari, Lecce e Foggia). Un pacchetto chiavi in mano. VITO FATIGUSO.

In Basilicata sono nate 9 società cinematografiche Pronte altre dieci iniziative

L’Economia del Corriere della Sera (ed. Mezzogiorno)

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Dopo il Lazio, la Basilicata è la regione che ha finanziato più cortometraggi in Italia. Oggi è proiettata verso Matera Capitale europea della cultura 2019. «Intorno a questo evento – spiega Paride Leporace, direttore di Lucana Film Commission – ruoteranno importanti momenti cinematografici. Saranno inseriti in un programmazione che si svilupperà nel tempo». Le ricadute territoriali dei cofinanziamenti della Fondazione si quantificano anche nella nascita, grazie al progetto «bando alla crisi» del 2013, di nove società cinematografiche locali. Con lo sguardo rivolto alle produzioni, grande riscontro ha generato il remake «Un paese quasi perfetto», ambientato nelle dolomiti lucane. Ha valorizzato il cosiddetto «volo dell’ angelo» che permette, imbracati e appesi ad un cavo d’ acciaio, di «volare» tra le vette di Castelmezzano e Pietrapertosa. Per un valore di 2 milioni di euro ha avuto un cofinanziamento di 120 mila euro. Liberamente ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone, nel film «Veloce come il vento», la corsa finale è stata ambientata nel tratto che parte dalla Pista Mattei di Pisticci, costeggia e sale nei calanchi, per poi attraversare i Sassi di Matera. Due Davide di Donatello sono andati alla fortunata «Noi e la Giulia» che ha avuto un cofinanziamento di 200 mila euro. La parte girata in Basilicata ha messo al centro una masseria del Seicento, a Pomarico nella collina materana. Altre riprese sono state concentrate nel centro storico di Montescaglioso e sulla strada panoramica che collega Matera a Metaponto. Successo di audience, invece, è giunto per la serie televisiva «Sorelle» di Rai 1, ambientato a Matera con un cofinanziamento di 200 mila euro. Tra i progetti futuri, oltre il rinnovo triennale del protocollo LuCa, sottoscritto tra le Regioni Basilicata e Calabria, per la produzione in sinergia di diversi film (la miniserie Trust che racconta il sequestro di John Paul Ghetti III e The Millionairs, girato sui monti calabresi e lucani del Pollino e presentato di recente a Venezia) è stato sottoscritto un accordo con Bollywood. Metterà insieme Lucana Film Commission, Regione Basilicata, Direzione generale Cinema e Wtc Basilicata. Si concretizzerà in 10 produzioni con una registrazione di tre all’ anno. «Considerato il successo dei nostri cortometraggi – conclude Leporace – è in già in programma un nuovo bando, che servirà a stimolare l’ economia lucana». C. S.

Per fiction e documentari in arrivo 600 mila euro La Calabria punta sui «big»

L’Economia del Corriere della Sera (ed. Mezzogiorno)

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Parlare di Calabria Film Commission, in questi giorni, riporta subito la mente al lungometraggio «A Ciambra». Ambientato a Gioia Tauro, racconta la vita delle locali famiglie rom. Dal 31 agosto nei cinema, è tra i 14 film italiani candidati in lizza per gli Oscar, dopo essere tornato vincitore dal festival di Cannes. «Abbiamo già vinto su tutti i fronti – spiega il presidente Giuseppe Citrigno – oltre i noti riconoscimenti, con un cofinanziamento di 70mila euro per un valore di produzione di circa 1 milione di euro, abbiamo ottenuto un’ altissima ricaduta sul territorio». Sulla scia dei festeggiamenti anche il cortometraggio «The Millionairs», girato sui monti del Pollino e presentato a Venezia, con Claudio Santamaria nella nuova veste di regista. Per un valore di produzione di 350mila euro ha avuto un cofinanziamento pari a 50mila euro. «In questo caso – aggiunge Citrigno – si tratta di una coproduzione che coinvolge in sinergia la Basilicata e la Calabria». Nel 2016, infatti, le due Regioni hanno sottoscritto il protocollo denominato LuCa, rinnovato per altri 3 anni. Mette insieme le forze per valorizzare entrambi i territori. Rientra in questa stessa collaborazione, la mini serie di 10 puntate dal titolo «Trust» che racconta il sequestro di John Paul Ghetti III. È ambientato, per la parte calabrese, a Civita, Orsomarso e a Camigliatello Silano, mentre in Basilicata a Matera e a Trecchina. Per 9 settimane sono state coinvolte 350 persone, tra maestranze tecniche e artistiche, totalizzando una ricaduta sul territorio di circa 2 milioni di euro. Grande è l’ attesa per il film che racconta la storia di Riace, città posta a modello europeo dell’ accoglienza dei migranti. Cofinanziato con un fondo speciale della Regione Calabria, staccato dal bilancio di Film Commission, andrà in onda su Rai 1 nel mese di febbraio e vedrà Beppe Fiorello nei panni del sindaco Domenico Lucano. In questi giorni è in corso l’ aggiudicazione del «Bando produzione» che ha una dotazione di 600mila euro e cofinanzierà fiction, serie web e documentari da scegliere tra i 50 progetti presentati. «Visto il valore culturale e turistico- conclude Citrigno – mi auguro di poter avere, nei prossimi anni, la disponibilità di maggiori fondi da utilizzare in una programmazione triennale, per attirare case cinematografiche internazionali». E così tra i progetti futuri c’ è il sogno di avere Matteo Garrone per una nuova edizione di Pinocchio. CONCETTA SCHIARITI.


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