Indice Articoli
Approvata la riforma dell’ Inpgi 2
“Noi siamo con Milena”: 145.000 firme
Agcom promette sanzioni per la beffa delle bollette a 28 giorni
Pubblicità, i sette mesi a -1,2%
Tv: -3,4%. Discovery +9,3%, Mediaset -0,9%, La7 -1,1%, Sky -7,7%, Rai -10,6%
Web, meno news ma regge lo sport
Ecco la nuova casa del gruppo Le Monde. Sarà pronta nel 2019
Radio Bari Liberata, dalle teche riemerge una perla
DIRITTI TV SERIE A ALL’ ESTERO: LA LEGA SCOPRE LE OFFERTE
Intesa Fieg-Google sui media digitali
Nasce l’ accademia digitale per l’ editoria
Sviluppo digitale A Palermo il corso di Fieg e Google
La giustizia ferma di nuovo Poletti: le pensioni autonome non si toccano
Approvata la riforma dell’ Inpgi 2
Il Sole 24 Ore
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La gestione separata dell’ Inpgi, dopo vent’ anni dalla suo costituzione, si riforma. La proposta di riorganizzazione, che è stata approvata ieri e sarà inviata ai ministeri vigilanti per l’ approvazione, prevede: l’ aumento graduale del contributo soggettivo (oggi al 10 per cento) per consentire un aumento del 30% delle pensioni; l’ aumento del contributo integrativo dal 2% al 4%; l’ iscrizione gratuita alla Casagit per determinate fasce deboli di iscritti (circa 6mila); l’ introduzione della maternità a rischio, con il pagamento di un’ ulteriore mensilità dell’ indennità; la revisione dei criteri per l’ accesso all’ una tantum in luogo della pensione; l’ introduzione del trattamento di disoccupazione anche in favore dei giornalisti «co.co.co.».
“Noi siamo con Milena”: 145.000 firme
Il Fatto Quotidiano
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Il messaggio arriva forte e chiaro ai vertici della Rai: rivogliamo Milena Gabanelli nella tv pubblica. La petizione lanciata dal Fatto, a cui si può aderire su ilfattoquotidiano.it o su change.org, viaggia verso le 150.000 adesioni in soli cinque giorni e continua a raccogliere consensi. “Siccome noi cittadini siamo i veri proprietari della Rai – si legge nell’ appello a margine della petizione, firmato da Peter Gomez, Antonio Padellaro e Marco Travaglio – vogliamo rompere questo muro di silenzio e di assuefazione, rivendicare il nostro diritto a un’ informazione pubblica libera e indipendente (soprattutto nell’ anno delle elezioni) e smascherare il giochino di chi tenta di ridurre questo ennesimo scandalo a normale routine burocratica, contrattuale o caratteriale”. Gabanelli al momento autosospesa dalla Rai, dopo aver rifiutato la condirezione di RaiNews. La stessa Gabanelli ha ringraziato, con una lettera sul Fatto, le migliaia di cittadini che le stanno mostrando la propria solidarietà, pur specificando di non sentirsi una martire. Il M5S ha chiesto di ascoltarla in commissione parlamentare di Vigilanza, ma il Pd si è opposto con la scusa che ora è una dipendente in aspettativa non retribuita.
Un’ altra tv di destra?
Il Foglio
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Milano. Il presidente americano Donald Trump continua a compiacere e illudere i suoi elettori, con i dialoghi bipartisan e le improvvise sterzate, ma intanto i trumpiani, anche gli ex che ormai sono molti, provano a organizzarsi: se non ci pensa il presidente a coccolare il suo elettorato, lo faremo noi. Da giorni non si fa che parlare della volontà di Steve Bannon, ex consigliere della Casa Bianca e custode in chief delle idee più radicali che ispirano il trumpismo, di creare una versione televisiva del suo Breitbart. Non gli basta Fox News? Non è che non basta, è che l’ emittente di proprietà di Rupert Murdoch è in una fase particolare della sua esistenza: stanno arrivando i giovani, i figli di Murdoch, che hanno già iniziato la riverniciatura con i rumorosi licenziamenti dei boss della tv accusati di molestie sessuali (uno, Bill O’ Real ly, si è fatto sentire due giorni fa con un’ inter vista battagliera in cui fa capire di avere anche lui nuovi progetti mediatici in testa). In più gli investitori nel gruppo di Murdoch sono sempre più agitati e insistenti: tra Brexit e Trump l’ instabilità è massima, e il nervosismo è veleno per i mercati. In Inghilterra poi il governo continua a dare pensieri a Murdoch, rallentando il suo deal con Sky News, e tra rivolte editoriali al Wall Street Journal e conti da far quadrare, Murdoch appare al momento un po’ distratto. Bannon sta parlando con altri due interlocutori: Christopher Ruddy, amico di lungo corso di Trump e ceo della Newsmax, e con il Sinclair Broadcast Group, che è il gruppo mediatico più chiacchierato dell’ anno soprattutto perché Michael Copps, il capo della commissione federale sulle comunicazioni nominato da Bush Jr., l’ ha definito “l’ azienda statunitense più pericolosa di cui non avete mai sentito parlare”. Sinclair, “gigante conservatore” , scrive il New York Times, ha un’ enorme presenza a livello locale, e se dovesse portare a termine l’ ultimo suo colpo, l’ acquisizione di Tribune Media, aggiungerebbe altri 42 cana.
Agcom promette sanzioni per la beffa delle bollette a 28 giorni
Il Manifesto
MASSIMO FRANCHI
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MASSIMO FRANCHI II L’ autorità per le garanzie nelle comunicazioni batte un colpo sulla trappola dei 28 giorni e dà speranza a milioni di consumatori italiani. L’ Agcom ha «avviato procedimenti sanzionatori» contro Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb. Si tratta degli operatori telefonici che hanno già applicato il cosiddetto «contratto a quattro settimane», lo stratagemma con cui sono riuscite ad aumentare i ricavi senza aumentare le tariffe. Il taglio di quasi tre giorni al mese porta infatti ad avere non 12 ma 13 mensilità, una tredicesima al contrario che si abbatte sui consumatori. Con un aggravio medio misurato nell’ 8,6 per cento. A cui andavano aggiunti i costi (penali) dell’ eventuale disdetta (recesso) per i contratti dove esiste il vincolo di permanenza per un dato periodo e l’ incertezza del giorno del pagamento o del prelievo in caso di domiciliazione bancaria. COME RECITA il comunicato dell’ Agcom infatti «l’ Autorità aveva infatti stabilito nel mar zo scorso che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’ unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli. Al termine delle verifiche effettuate da Agcom, è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’ Autorità». Nel comunicato stampa poi l’ Agcom mette già le mani avanti rispetto all’ altro grande attore che si appresta ad usare lo stesso metodo: la Sky di Murdoch che è piena di utili ma sta chiudendo (sempre che i giudici del Lavoro non la fermino) l’ intera sede romana. La pay tv ha già comunicato ai suoi 4,8 milioni che la fatturazione a 28 giorni partirà dal primo ottobre. «Agcom sta inoltre valutando l’ adozione di ulteriori iniziative, anche per evitare che le condotte dei principali operatori di telecomunicazioni possano causare un effetto di “trascinamento” verso altri settori, caratterizzati dalle stesse modalità di fruizione dei servizi». PER ORA SKY NON COMMENTA la delibera, forse puntanto alla vi cinanza con la scadenza del primo ottobre. La delibera dell’ Agcom arriva il giorno dopo la risposta del governo al Question time alla Camera dopo una interrogazione di Sinistra Italiana in cui il ministro per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro si era dichiarata contraria alle «quattro settimane» ipotizzando un «intervento normativo». dei consumatori però è che non si arrivi mai alle multe. Per non lasciar cadere il tema Federconsumatori annuncia «l’ invio di un esposto all’ Antitrust per avviare le opportune verifiche circa l’ ipotesi di cartello messa in atto dai principali operatori di telefonia nel nostro Paese». Soddisfazione per la decisione dell’ Agcom è stata espressa in modo unanime da tutte le forze politiche. QUALCHE PASSO AVANTI pare es serci anche sul tema delle cosiddette «attivazioni indesiderate»: il nostro telefono che sfrutta servizi a pagamento da noi non richiesti che fanno esplodere le bollette. Sempre l’ Agcom ieri nel Consiglio dell’ Autorità che ha iniziato a valutare le attività da intraprendere per dare seguito alle nuove disposizioni di legge sulla concorrenza che, tra le altre cose, prevedono l’ acquisizione del consenso espresso del cliente per l’ addebito dei costi dei servizi in abbonamento offerti da terzi. Tra le misure in fase di adozione, la più rilevante è certamente quella volta ad evitare il rischio di attivazioni indesiderate: la soluzione adottata si basa su un meccanismo di doppio click e su una corretta gestione della pagina informativa, nonché sulla tracciabilità delle azioni dell’ utente ottenuta grazie al controllo, a cura degli operatori di telefonia, dei due tasti che consentono di abbonarsi al servizio.
Chessidice
Italia Oggi
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Felsenthal nuovo direttore di Time Magazine. Time Magazine punta sul digitale e, per farlo, ha scelto Edward Felsenthal, attuale numero uno delle iniziative online, come nuovo direttore della testata statunitense, al posto di Nancy Gibbs, che resta direttore editoriale fino a fine 2017. A Chiara Bidoli le testate Infanzia di Rcs. Chiara Bidoli è il nuovo direttore delle testate dell’ area Infanzia di Rcs MediaGroup, che comprende i brand Io e il mio bambino, Insieme e quimamme.it. Il Premio Capri a Meotti. È Giulio Meotti, scrittore e giornalista de Il Foglio, il vincitore del Premio Capri San Michele 2017 – Sezione Attualità con l’ opera La fine dell’ Europa. Nuove moschee e chiese abbandonate.
Pubblicità, i sette mesi a -1,2%
Italia Oggi
MARCO LIVI
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Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia chiude i primi sette mesi dell’ anno in calo dell’ 1,2% rispetto allo stesso periodo del 2016. Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search e sul social, l’ andamento registra una contrazione del 3,9%. Il singolo mese di luglio si attesta a -7,3% (-12,3% senza search e social). «Come avevamo previsto, il mese di luglio ha chiuso in flessione, per i motivi di dipendenza dagli eventi mediatici trainanti che, com’ è risaputo, si concentrano nei periodi estivi degli anni pari», ha spiegato Alberto Dal Sasso, tam e ais managing director di Nielsen. «Bisogna però aggiungere che il calo del singolo mese è stato più significativo di quanto potessimo aspettarci». Relativamente ai singoli mezzi, la tv chiude il periodo in calo del 3,4%, condizionata da un luglio particolarmente negativo (-17,6%). Ottimo invece l’ andamento della Go TV, che segna un +12% nei primi sette mesi dell’ anno e un +48,5% a luglio. «Inarrestabile trend di crescita della Go TV, che si avvicina ai 10 milioni di euro di investimento nei primi 7 mesi del 2017, confermandosi il media italiano con la performance di crescita più elevata», ha commentato Angelo Sajeva, presidente di Fcp-Assogotv e di Class Pubblicità. «La vivacità della Go TV poggia le basi su due pilastri molto solidi: da una parte un turnover chiaramente positivo con oltre cinquanta nuovi clienti di periodo, dall’ altra i clienti storici che rinnovano l’ investimento ampliando il periodo di on air a testimonianza del ruolo sempre più strategico che ha ormai raggiunto la Go TV, utilizzata sistematicamente in tutti i momenti di comunicazione dell’ anno con una pianificazione di almeno tre settimane. Straordinario risultato dei settori Farmaceutico/Sanitario, Distribuzione e Prodotti per la cura degli animali che diventano settori ragguardevoli con una crescita complessiva in quota di oltre quindici punti rispetto all’ omologo periodo del 2016; insieme agli Alimentari e al Turismo (settore che si conferma leader) i tre sopracitati settori superano il 50% del fatturato complessivo. Crescita a doppia cifra anche per i settori della Cura persona e Toiletries che stanno sperimentando con successo i contributi della Go TV sull’ awareness dei brand e sulla call to action. La Go TV si conferma quindi un media in grande salute che è riuscito a conquistare la fiducia di nuovi top client e anche di grandi multinazionali, realtà particolarmente rigorose nella selezione dei media e nella valutazione dei contributi sulle performance dei brand». L’ andamento della stampa continua a essere negativo: nel singolo mese, i quotidiani e i magazine perdono rispettivamente il 12,3% e l’ 8,1%, portando la raccolta nel periodo cumulato rispettivamente a -10,9% e -7,1%. Prosegue invece il buon periodo della radio che chiude i primi sette mesi con una crescita del 3,4%, seppur rallentata dalla performance negativa di luglio (-5,1%). Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’ intero universo del web advertising chiude in positivo a +6,6% (-1,9%, se si escludono il search e il social). Il transit ha visto un incremento degli investimenti dell’ 1,2%, mentre continua il trend negativo dell’ outdoor (-19,3%). La raccolta positiva nel mese di luglio per cinema e direct mail consente a questi due mezzi di colmare in parte il gap negativo registrato nei mesi scorsi, attestandosi rispettivamente a -8% e -0,7% nel periodo gennaio-luglio 2017. «I recenti dati di crescita della produzione industriale», ha concluso Dal Sasso, «confermano il trend di ripresa anche in vista del 2018: la discreta salute della nostra economia sembra confermata dai numeri che arrivano da più istituzioni. Il trend del mercato della comunicazione rimane in fase di recupero, seppur contenuta, nel medio periodo. Sarà importante vedere se settembre e la ripresa della stagione ci confermeranno le previsioni per la fine dell’ anno o se sarà necessaria una ricalibrazione. Non dimentichiamo che le elezioni politiche del 2018 influenzeranno il Sistema Paese già a partire dall’ autunno, impattando anche sul mercato della pubblicità». © Riproduzione riservata.
Tv: -3,4%. Discovery +9,3%, Mediaset -0,9%, La7 -1,1%, Sky -7,7%, Rai -10,6%
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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L’ unico con un deciso sorriso stampato sul viso è Giuliano Cipriani, direttore generale di Discovery Media, la concessionaria pubblicitaria del gruppo televisivo che edita, tra gli altri, i canali in chiaro Nove, Real Time, Dmax, Focus e Giallo. Nei primi sette mesi del 2017, infatti, secondo le stime di mercato, Discovery Italia è il solo gruppo televisivo in Italia con una raccolta pubblicitaria in crescita, a quota 138,6 milioni di euro, con un bel +9,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Crescita che proseguirà anche a ritmi migliori, poiché lo stesso Cipriani ha di recente anticipato che nei primi otto mesi del 2017 Discovery Media è a +10%. Quanto al comparto tv italiano nel suo complesso, tra gennaio e luglio la raccolta si attesta a quota 2,195 miliardi di euro, in calo del 3,4% rispetto agli stessi mesi 2016. Un calo fisiologico, poiché ci si confronta con giugno e luglio 2016 in cui c’ erano i Campionati Europei di calcio, appuntamento che invece è mancato nel 2017. Proprio per questo risultano penalizzati i broadcaster che avevano i diritti tv di quelle partite: Rai è a 458,8 milioni, con un -10,6% rispetto al gennaio-luglio 2016, e Sky si ferma a 269,9 milioni di euro, -7,7%. La parte del leone sul mercato la fa sempre Mediaset con i suoi 1,236 miliardi di euro, in flessione dello 0,9%, mentre La7, che pur migliora il trend dei primi mesi dell’ anno, chiude comunque i sette mesi a quota 90,8 milioni di euro, -1,1%. All’ interno del mercato pubblicitario televisivo, Mediaset detiene una quota del 56,3%, seguita da Rai col 20,9%, Sky al 12,3%, Discovery 6,3% e La7 al 4,1%. Analizzando il singolo mese di luglio, la raccolta in tv cala del 17,6% rispetto a luglio 2016. Giù Rai (-38%) e Sky (-14,7%) a causa, come detto, del confronto con gli Europei 2016. In flessione Mediaset (-12%), mentre Discovery è a +9,1% e La7 a -1,2%. © Riproduzione riservata.
Web, meno news ma regge lo sport
Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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L’ informazione online a luglio ha registrato una flessione: -1,4% rispetto a giugno per i siti che appartengono alla categoria Current events and global news di Audiweb, -0,6% sullo stesso mese dell’ anno scorso. La categoria nella tabella in pagina elaborata da ItaliaOggi con i siti di informazione e della carta stampata, inoltre, mostra come 24 brand siano in terreno negativo e 15 in crescita. Questo movimento, però, è più che naturale: nel confronto con giugno conta la stagionalità e quindi l’ arrivo dell’ estate, così come avvenimenti come la finale della Champions, le amministrative e vari fatti di cronaca, fra cui attentati a Londra e Parigi che hanno pesato in quel mese. Nel confronto con il luglio 2016, invece, pesano gli Europei, ancora alcuni attentati, e così via. Ciò non toglie che pur in mancanza grandi competizioni calcistiche, luglio 2017 si è difeso sullo sport, probabilmente grazie a un calciomercato particolarmente acceso, oltre che per Mondiali di nuoto e Wimbledon. Detto questo, c’ è da registrare un altro fenomeno. A fronte di molti cali nell’ utenza diretta dei siti, i dati sulla navigazione all’ interno dell’ app di Facebook rilasciati sempre ieri da Audiweb mostrano molte crescite a luglio rispetto al mese prima. Con il bel tempo è normale attendersi una maggiore navigazione da cellulare e dal momento che su questo dispositivo è l’ applicazione del social a farla da padrona, gli articoli degli editori vengono spesso raggiunti in questo modo. Con l’ Audiweb 2.0, che ormai si attende da tempo, dovremmo però avere un quadro più preciso. La tabella in pagina riserva anche alcune sorprese sui singoli siti. Innanzitutto c’ è il TgCom24, che cresce dell’ 1,3% sul mese precedente e supera nell’ audience giornaliera organica, quella che non comprende utenti di terzi, il Corriere della Sera, sito con paywall in calo del 2,1%. TgCom è così secondo a 1,073 milioni di utenti unici mentre Repubblica resta primo con 1,263 milioni al giorno sebbene in calo del 14,8%. Proprio su questa testata la casa editrice precisa che i dati «risentono, come noto, della mancata rilevazione da parte della ricerca attuale del dato di browsing in app da Facebook, particolarmente rilevante per Repubblica» e che «il traffico mobile così come i consumi di Facebook durante l’ estate sono quelli prevalenti». Per verificare questo si possono vedere i dati in app browsing di Repubblica: sono cresciuti dell’ 11,2% a 6,66 milioni di utenti mensili, in controtendenza quindi con il dato web. Il Corriere sempre sul social è a +8,3% ma ben distante (3,4 milioni), mentre TgCom cresce del 2,4% a 2 milioni. Il primo della classifica della navigazione nell’ app di Facebook resta Fanpage: 7,5 milioni di utenti mensili (+5,9%) mentre nella rilevazione utenti unici giornalieri di Audiweb perde il 5% (l’ intera tabella in app browsing Facebook si può trovare sul sito www.italiaoggi.it/documenti). Tornando alla rilevazione Audiweb generale per giorno medio di luglio, altre crescite come detto arrivano dai siti sportivi: Gazzetta +1,5%, TuttoMercatoWeb +4,9%, Tuttosport +15%, Corriere dello Sport +29%, Calciomercato.com +1,2%. Non solo però. Segni positivi anche per Messaggero (+12,8%), Giornale (+9%), Libero (+19,2%), HuffPost (+2,9%), Gazzettino (+16%), Dagospia (+22,6%), Oggi (+14,2%), Corriere Adriatico (+43,3%), Lettera43 (+1,4%). Meno bene è andata per altre testate nazionali come Stampa (-6,3%), Sole (-5,3%), Fatto (-15%), Quotidiano.net (-12,9%). Così come non hanno brillato i siti della tv e della radio, tutti in calo tranne Mediaset Premium con un +2,7%. © Riproduzione riservata.
Ecco la nuova casa del gruppo Le Monde. Sarà pronta nel 2019
Italia Oggi
DA PARIGI GIUSEPPE CORSENTINO
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È più bello l’ attuale palazzo di Le Monde, sul boulevard Auguste Blanqui, nel 13° arrondissement (vedi foto), disegnato nel 2004 da uno dei più grandi architetti contemporanei, Christian de Portzamparc, l’ unico francese insignito con il premio Pritzker, il Nobel dell’ architettura, o il nuovo che sorgerà qualche chilometro più in là, vicino alla stazione ferroviaria di Austerlitz, sempre nel 13°, disegnato dagli architetti dello studio norvegese Snøhetta, uno dei più importanti al mondo, con una lunghissimo portafoglio di realizzazioni, da Oslo a Dakar? In ogni caso giornalisti e dipendenti non potranno scegliere. Tra due anni, nel 2019, quando il palazzo sarà consegnato dall’ impresa di costruzioni Redman alla società Le Monde Libre, di proprietà dei due editori del giornale, Xavier Niel e Mahieu Pigasse (il terzo, Pierre Bergè, è scomparso la settimana scorsa e i due hanno rilevato la sua quota), dovranno trasferirsi nei nuovi uffici che ospiteranno tutte le testate del gruppo: non solo il quotidiano, ma anche i settimanali L’ Obs, Télérama e Courrier International, le redazioni internet di Huffigton Post e Rue 89, oltre alla concessionaria pubblicitaria M Publicité e all’ amministrazione. Solo Le Monde Diplomatique resterà dov’ è, nel suo palazzetto di proprietà, sempre nel 13°. Il nuovo palazzo (vedere foto) disegnato dai norvegesi, che hanno vinto un contest internazionale a cui hanno partecipato sei studi d’ architettura di tutto il mondo, con i suoi sette piani e 23 mila metri quadrati di superficie, è un concentrato di nuove tecnologie edilizie. Realizzato in acciaio (4.200 tonnellate di strutture sono già in lavorazione nelle acciaierie della Mosella) e in vetro, è stato concepito come un enorme ponte sospeso sulle rotaie della Gare d’ Austerlitz destinate ai futuri collegamenti del Tgv (per fare un paragone come la nuova sede della Bnl a Roma sulla stazione dell’ Alta Velocità alla stazione Tiburtina). «Prima abbiamo pensato a due torri, poi c’ è venuta l’ idea di collegarle e così è nato questo edificio-ponte», dice uno dei due fondatori della società costruttrice, Mathias Navarro, avvocato esperto di diritto urbanistico e quindi passato direttamente al business immobiliare insieme con il socio Nicolas Ponson, ingegnere, per vent’ anni responsabile di cantiere da Bouygues. Il nuovo palazzo di Le Monde costerà 43 milioni di euro, finanziati interamente dalla società di Niel e Pigasse che, da abilissimi imprenditori quali sono, anni fa avevano rilevato il terreno dalle ferrovie francesi a un prezzo che oggi consente quelle plusvalenze immobiliari in grado di finanziare, tramite il circuito bancario e le operazioni di leasing, un investimento così rilevante. Il più soddisfatto, comunque, è il sindaco del 13° arrondissement, Jêrome Coumet, socialista, che ha inviato a tutti i residenti del quartiere un tweet entusiasta: «Que beau symbol: le groupe Le Monde va construire un immeuble dans le 13°», che bella notizia, il gruppo Le Monde costruirà la sua nuova sede nel nostro quartiere. Monsieur Coumet non ha dubbi: rielezione assicurata nel 2019. © Riproduzione riservata.
Radio Bari Liberata, dalle teche riemerge una perla
Il Venerdì di Repubblica
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E’ solo grazie alla rete se un progetto come quello di Radio Techetè riesce a proporre e valorizzare le cose migliori della radio italiana dal primo dopoguerra a oggi. Prevale anzi domina materiale sonoro parlato, e la musica, quando c’è, si presenta solo come un flusso leggero, di pura compagnia. Il target di riferimento è strettamente legato agli appassionati di una radiofonia senza età, non a caso allo sterminato serbatoio di Radio Techetè si accede anche attraverso i social. I temi principali sono il varietà, lo sport, le fiction, il teatro, il meglio dell’intrattenimento prodotto da Radio Rai, tra Alto gradimento, Gran varietà, i momenti alti dello sport raccontato dai radiocronisti del Gr. Di recente allestimento è Qui Radio Bari liberata, costruito con i contenuti originali della prima radio libera d’Europa, che riprese le trasmissioni all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, sottratta al controllo del regime di allora, quando artisti e giornalisti fuggirono dalla sede Eiar di Roma, ancora occupata da fascisti e nazisti e, anche a rischio della propria vita, raggiunsero Bari per lavorare liberi da censure. Questa nuova preziosa perla, tutta da ascoltare, la dobbiamo alla sede regionale Rai della Puglia, che ha recuperato e digitalizzato le reggistrazioni originali del 1943 e 1944.
DIRITTI TV SERIE A ALL’ ESTERO: LA LEGA SCOPRE LE OFFERTE
La Repubblica
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La Serie A scoprirà oggi il proprio valore sul mercato internazionale. Stasera in Lega saranno aperte le offerte per i diritti esteri triennio ’18-’21. Obiettivo: 300 milioni (contro i 197 del ’15-’18). Spettatori interessati, Sky e Mediaset che stanno preparando le loro offerte per l’ asta domestica.
Intesa Fieg-Google sui media digitali
Il Piccolo
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Il programma del Digital Lab FIEG, progetto di formazione attivo nel contesto dell’ accordo triennale tra Fieg e Google, avviato per favorire il processo di trasformazione digitale della stampa italiana, si arricchisce di nuove attività. Al via il prossimo 20 settembre la Digital Transformation Academy, una iniziativa in collaborazione con Talent Garden. L’ iniziativa – si legge in una nota – prevede tre giornate di formazione nelle città di Brescia (20 settembre), Roma (5 ottobre) e Palermo (17 ottobre), e una maratona di 12 ore nella sede torinese di Talent Garden, durante la quale tutti i partecipanti potranno mettersi alla prova nella creazione di soluzioni digitali innovative applicabili al settore dell’ editoria. Sono 150 i professionisti dell’ editoria coinvolti in questo percorso di formazione. La prima fase di formazione, “Envisioning Academy”, vedrà alternarsi lezioni frontali, brainstorming e workshop per sviluppare abilità di pensiero laterale e di utilizzo della tecnologia nei diversi settori dell’ editoria.
Nasce l’ accademia digitale per l’ editoria
Gazzetta di Parma
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II Il programma del Digital Lab@Fieg, progetto di formazione attivo nel contesto dell’ accordo triennale tra Fieg e Google, avviato per favorire il processo di trasformazione digitale della stampa italiana, si arricchisce di nuove attività. Al via il prossimo 20 settembre la Digital Transformation Academy, una iniziativa in collaborazione con Talent Garden. L’ iniziativa prevede 3 giornate di formazione nelle città di Brescia (20 settembre), Roma (5 ottobre) e Palermo (17 ottobre), e una maratona di 12 ore nella sede torinese di Talent Garden, durante la quale tutti i partecipanti potranno mettersi alla prova nella creazione di soluzioni digitali innovative applicabili al settore dell’ editoria. Sono 150 i professionisti dell’ editoria coinvolti in questo percorso di formazione. La prima fase di formazione, «Envisioning Academy», vedrà alternarsi lezioni frontali, brainstorming e workshop per sviluppare abilità di pensiero laterale e di utilizzo della tecnologia all’ interno dei diversi settori dell’ editoria e sarà affidata alla guida di alcuni professionisti del settore. Il percorso si chiuderà nel Campus di Talent Garden Fondazione Agnelli con una sfida che metterà in competizione giornalisti, marketing manager ed esperti di digitale nella produzione di progetti innovativi per la fruizione di informazione attraverso i nuovi strumenti del digitale. r.eco.
Sviluppo digitale A Palermo il corso di Fieg e Google
Giornale di Sicilia
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OOO Parte il programma del Digital Lab Fieg, progetto di formazione attivo nel contesto dell’ accordo triennale tra Fieg e Google, avviato per favorire il processo di trasformazione digitale della stampa italiana. Al via dal 20 settembre la Digital Transformation Academy, iniziativa in collaborazione con Talent Garden. L’ iniziativa prevede 3 giornate di formazione a Brescia (20 settembre), Roma (5 ottobre) e Palermo (17 ottobre).
La giustizia ferma di nuovo Poletti: le pensioni autonome non si toccano
La Verità
CHIARA MERICO
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L’ indirizzo appare uniforme, in base a diversi pronunciamenti di Consulta e Cassazione: l’ Inpgi, la cassa previdenziale dei giornalisti italiani, non avrebbe avuto i poteri necessari per poter approvare il prelievo forzoso (o contributo di solidarietà) che viene applicato da alcuni mesi sulle pensioni più alte. E il governo, che all’ epoca approvò la misura con l’ assenso del ministero del Lavoro – quello dell’ Economia, invece, a quanto risulta si smarcò – ha quindi avallato un provvedimento che secondo gli orientamenti della giurisprudenza non sarebbe conforme alla legge.la deliberaLa delibera sul prelievo forzoso, approvata insieme alla riforma dell’ istituto varata il 28 settembre dell’ anno scorso, prevede appunto l’ applicazione di una trattenuta, in via temporanea e per la durata di tre anni, a tutti i trattamenti di pensione erogati dall’ Inpgi con importo pari o superiore a 38.000 euro lordi annui, con percentuali crescenti in base alle diverse fasce reddituali. Lo scorso 21 febbraio è arrivato il sì del ministero del Lavoro guidato da Giuliano Poletti a una misura che dovrebbe costituire «un’ efficace attuazione del principio di equità intergenerazionale posto alla base dei sistemi previdenziali». Non la pensano così i giornalisti interessati, che un anno fa, nell’ ottobre del 2016, avevano raccolto oltre 1.100 firme in calce a un appello indirizzato ai ministri Poletti e Pier Carlo Padoan (titolare delle Finanze), numeri uno dei ministeri vigilanti, ai quali chiedevano di non dare il via libera alla delibera Inpgi sul prelievo forzoso. Non è servito: il ministero del Lavoro ha appunto concesso il suo assenso e così dal mese di maggio, con gli arretrati versati a partire da marzo, i giornalisti pensionati si vedono decurtare dal cedolino una media di 1.000 euro lordi all’ anno. Per cercare di ottenere ragione, alcuni cronisti si sono rivolti con due ricorsi separati al Tar del Lazio, chiedendo che il tribunale dichiari l’ illegittimità della delibera Inpgi. Uno dei ricorsi è stato presentato l’ 8 maggio 2017 dagli avvocati Alfonso Amoroso e Carlo Guglielmi, a nome dei pensionati Demetrio De Stefano, Liliana Madeo e Salvatore Rotondo; il secondo è stato poi depositato dagli avvocati Vincenzo Greco e Umberto Ilardo a nome dell’ editorialista della Stampa Marcello Sorgi e altri dieci colleghi.Il punto che i giornalisti ricorrenti contestano non è tanto il valore dei provvedimenti di solidarietà, quanto la possibilità che un consiglio di amministrazione – come appunto quello dell’ Inpgi – possa sostituirsi al Parlamento approvando un provvedimento che di fatto taglia le pensioni, e introducendo quindi un precedente, a detta degli interessati, «inaccettabile e pericoloso».E diverse sentenze andrebbero a sostegno di questa tesi. Un’ ampia analisi in merito è disponibile sul blog di Franco Abruzzo, giornalista e presidente dell’ Unpit (Unione nazionale pensionati per l’ Italia), che cita ad esempio, tra le più recenti, la sentenza numero 7.516/2017 e l’ ordinanza numero 7.568/2017 con le quali la sesta sezione civile della Corte di Cassazione ha censurato i prelievi sulle pensioni deliberati sia dalla Cassa dottori commercialisti sia dalla Cassa Ragionieri. I provvedimenti, scrivono i supremi giudici, violano l’ articolo 23 della Costituzione secondo il quale «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge», in nome dello storico principio delle democrazie liberali «No taxation without representation» (niente tasse senza rappresentanza). La trattenuta, quindi, non può essere introdotta con un atto amministrativo, come ha fatto anche l’ Inpgi. Questo perché il prelievo forzoso, come ha specificato la Corte costituzionale con la sentenza numero 173/2016, ha natura di prestazione patrimoniale e quindi rientra nelle fattispecie previste dall’ articolo 23 della Costituzione.le illegittimità Non solo: anche altre due sentenze (la numero 6.702 e la 12.338 del 2016) della sezione Lavoro della Cassazione rafforzano la linea di quanti sostengono l’ illegittimità dei prelievi. In particolare, nella sentenza 12.338 i supremi giudici ribadiscono il principio secondo cui «una volta maturato il diritto alla pensione d’ anzianità, l’ ente previdenziale debitore non può con atto unilaterale, regolamentare o negoziale, ridurne l’ importo, tanto meno adducendo generiche ragioni finanziarie, poiché ciò lederebbe l’ affidamento del pensionato, tutelato dall’ articolo 3 della Costituzione (quello in base al quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, ndr), nella consistenza economica del proprio diritto soggettivo». Si attende ora il pronunciamento del Tar del Lazio sulla questione di merito dei ricorsi. Lo scorso 10 luglio si è svolta l’ udienza per l’ esame della richiesta di sospensione cautelare del provvedimento con cui i ministeri hanno approvato il prelievo forzoso. Al fianco dell’ Inpgi si sono costituiti in giudizio sia il ministero del Lavoro sia l’ Adepp, l’ associazione che rappresenta le casse e gli enti di previdenza privati. La decisione sulla questione di merito è stata rinviata al prossimo 20 febbraio e secondo alcuni osservatori i ricorrenti avrebbero buone speranze di vedere accolte le loro istanze.