Indice Articoli
In 100.000 con Milena. Le firme per un’ altra Rai
Vi ringrazio dell’ affetto, aspetto che il cda decida
Per il cda di Caltagirone Editore il prezzo dell’ Opa è gongruo
Condé Nast spinge sul digitale
Sky scommette su serie e hi-tech
Tecnologia e fiction le carte di Sky
Chessidice in viale dell’ Editoria
Spazio a produzioni originali e oltre 100 nuove serie tv
Condé Nast, il mix dell’ a.d. Usai
Intercettazioni, per Anm il nodo dell’ udienza filtro
“Intercettazioni, no ai riassunti sono più dannosi che utili”
Sfide e idee per l’ editoria e la stampa: conferenza a Bologna il 19-20 settembre
In 100.000 con Milena. Le firme per un’ altra Rai
Il Fatto Quotidiano
Lorenzo Giarelli
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In soli tre giorni la petizione a favore di Milena Gabanelli ha già raggiunto quota 100.000 firme. L’ idea era stata lanciata sulle colonne del Fatto Quotidiano da Peter Gomez, Antonio Padellaro e Marco Travaglio e in poche ore la sottoscrizione, a cui si può aderire dal sito ilfattoquotidiano.it o direttamente su change.org, aveva già mosso migliaia di commenti in sostegno della giornalista. La vicenda è ormai chiara: Milena Gabanelli si è autosospesa dalla Rai (aspettativa non retribuita), dopo che il nuovo direttore generale Mario Orfeo, mentre avallava contratti milionari a giornalisti diventati all’ improvviso “artisti”, le aveva offerto la condirezione di Rainews, la struttura che gestisce il canale all-news della Rai e un anonimo portale online su cui nessuno ha mai puntato. Niente a che vedere con la proposta a cui la Gabanelli stava già lavorando prima che l’ ex direttore generale Antonio Campo Dall’ Orto venisse a sua volta allontanato dalla Rai, sfiduciato dal Consiglio d’ amministrazione. Secondo l’ accordo, la Gabanelli avrebbe dovuto dirigere una testata tutta nuova, con la possibilità di gestire un centinaio di giornalisti e un team di grafici all’ altezza di competere con gli altri grandi player dell’ informazione. Risorse e fiducia che sono venute meno con l’ offerta di Orfeo. Milena Gabanelli è stata messa nelle condizioni di non avere scelta. Con l’ autosospensione ha rinunciato allo stipendio, mentre il servizio pubblico ha di fatto deciso di rinunciare a un pezzo prezioso della propria offerta. “Siccome noi cittadini siamo i veri proprietari della Rai – si legge nell’ appello a margine della petizione, firmato da Gomez, Padellaro e Travaglio – vogliamo rompere questo muro di silenzio e di assuefazione, rivendicare il nostro diritto a un’ informazione pubblica libera e indipendente (soprattutto nell’ anno delle elezioni) e smascherare il giochino di chi tenta di ridurre questo ennesimo scandalo a normale routine burocratica, contrattuale o caratteriale. Perciò lo diciamo forte e chiaro: noi stiamo con Milena Gabanelli e la rivogliamo subito in televisione”. Tra le tante adesioni ci sono anche quelle di alcuni colleghi della Gabanelli. È il caso, per esempio, di Lucia Annunziata, direttrice di Huffington Post e storica conduttrice di In Mezz’ ora su Rai3, che ha annunciato la propria solidarietà alla giornalista: “Nel Regno Unito la Bbc online è una delle prime cinque fonti di informazione, non si capisce perché la Rai non debba ambire a occupare la stessa posizione in Italia. Chi meglio di Milena per farlo?”. Solidarietà alla Gabanelli anche da parte di Paolo Flores d’ Arcais, direttore di MicroMega, che ha aderito all’ appello: “Sarebbe bello che tutti i quotidiani e le testate che hanno a cuore la Rai come servizio pubblico aderissero senza gelosie”. Ci sono poi le voci dei comuni cittadini, la gran parte di quei 100.000 che continuano a lasciare commenti a margine della propria firma per la campagna. Filippo Amato scrive: “Firmo perché Milena Gabanelli, assieme a Riccardo Iacona e pochi altri, rappresenta perfettamente ciò che un giornalista dovrebbe essere. La sua presenza in Rai è doverosa per gli scopi di informazione, educazione e sviluppo del senso critico della popolazione”. Gli fa eco Giulio Antilici: “Firmo perché pagando il canone, controvoglia, pretendo che una professionista valida come la Gabanelli resti in Rai per continuare l’ eccellente lavoro svolto in questi anni”. Noi stiamo con Milena e siamo sempre di più.
Vi ringrazio dell’ affetto, aspetto che il cda decida
Il Fatto Quotidiano
Milena Gabanelli
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Cari Peter Gomez, Antonio Padellaro e Marco Travaglio, ringrazio voi per la vostra autonoma iniziativa e soprattutto coloro che stanno esprimendo stima nei miei confronti. Ritengo anche doveroso precisare che non sono stata cacciata dalla Rai. Io sono in Rai, anche se, per mia volontà, in aspettativa senza assegni. Il Consiglio d’ amministrazione Rai ha il diritto e il compito di prendere decisioni; a mia volta ho il diritto di non accettarle nell’ attesa di sviluppi, come capita in tante realtà aziendali, e senza per questo sentirmi vittima o martire. Considero le difficoltà una tappa inevitabile di ogni carriera professionale. Con affetto Milena Gabanelli Cara Milena, conservo i tuoi sms di sabato, quando ti ho avvertita della nostra intenzione di promuovere la petizione in tuo favore e tu hai cercato (invano) di dissuaderci. Sappiamo bene che non ami atteggiarti a vittima o a martire e che formalmente non sei stata cacciata dalla Rai. Infatti abbiamo scritto che, per non dover ammettere di averti cacciata, i vertici di Viale Mazzini ti hanno fatto una proposta che non solo potevi, ma dovevi per dignità rifiutare. Ti e ci auguriamo che, anche grazie alle 100 mila persone che in tre giorni hanno firmato il nostro appello e alle tante altre che ancora lo faranno nei giorni prossimi, la Rai che tutti noi finanziamo con il canone torni sui suoi passi e ti metta finalmente nelle condizioni di tornare a lavorare, come sempre hai fatto, al servizio del pubblico. Con amicizia e affetto, Marco Travaglio.
Per il cda di Caltagirone Editore il prezzo dell’ Opa è gongruo
Il Mattino
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Per il cda di Caltagirone Editore il prezzo dell’ Opa lanciata da Chiara Finanziaria al prezzo di 1,22 euro per azione, è congruo. Lo afferma una nota. Alla luce delle considerazioni contenute nell’ addendum del parere redatto dall’ esperto indipendente del cda e nell’ aggiornamento del parere degli amministratori indipendenti, «da un punto di vista finanziario» e relativamente alla «prassi per offerte analoghe e l’ andamento del prezzo e della liquidità del titolo dell’ emittente, il cda di Caltagirone Editore ha ritenuto che l’ offerta sia ragionevolmente congrua».
Condé Nast spinge sul digitale
Il Sole 24 Ore
A. Bio.
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Tre parole chiave: qualità, innovazione, focalizzazione. Con spinta sul digitale, ma occhio attento anche alla carta, ma solo sulle testate “core”. Fedele Usai, dall’ 1 settembre amministratore delegato di Condé Nast , ha incontrato ieri la stampa per fare il punto sulla stagione che verrà. Fatta di progetti e di spinta sul digital, ma anche di un riassetto che porterà alla chiusura degli “spin off” di Vogue, da L’ Uomo Vogue a Vogue Bambino, fino a Vogue Sposa e Vogue Accessory. Il tutto con 35 esuberi, una finestra per le uscite volontarie con 40 mensilità, ma anche con una tensione con la componente sindacale che ieri ha preso forma in un comunicato in cui è stata stigmatizzata, fra le varie cose, l’ assenza di giornalisti del gruppo alla conferenza stampa, con la richiesta, invece, di «soprassedere dalla politica dei tagli». «Le nuove modalità di fruizione dei contenuti dei nostri consumatori ci chiamano al dovere di essere selettivi e determinati negli investimenti nei brand» ha affermato il nuovo ad dell’ editore di Vogue, Vanity Fair, GQ. Attenzione puntata intanto sul digital, con ricavi a 20 milioni quest’ anno, pari al 17-18% del fatturato complessivo, per salire a 30 milioni nel 2020: il 37% del fatturato. Piatto forte è il progetto Lisa, acronimo di Love Inspire Share Advise: primo social brand di Condé Nast rivolto alle millenials che, come da nota stampa, «rappresenterà una total topic coverage nella sfera dell’ intrattenimento dedicato al target delle giovanissime, con una vocazione strettamente social». Per la parte “carta”, l’ ad ha parlato di perdita ma meglio delle previsioni. Soddisfazione comunque per Vogue Italia, portato al successo da Franca Sozzani e oggi diretto da Emanuele Farneti: numero di settembre con oltre 340 pagine pubblicitarie, +12,5% rispetto allo stesso numero del 2016. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Sky scommette su serie e hi-tech
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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Spinta sulle produzioni originali, barra dritta sulle serie tv su scala paneuropea e innovazione e accelerazione sul free con Tv8. Contenuti e tecnologia. Il ceo di Sky Italia Andrea Zappia dà così l’ idea di quelli che per la media company di casa Murdoch saranno gli assi su cui far poggiare la stagione 2017-2018, l’ ultima senza Champions League che tornerà in casa Sky nel 2018, chiudendo un triennio che per questo poteva essere problematico, ma che in fondo non lo è stato. Al 30 giugno 2015 gli abbonati erano 4,725 milioni, marginalmente saliti a 4,783 milioni al 30 giugno 2017. Certo non più i 5 milioni di un tempo, ma crisi, concorrenza di Mediaset Premium e nuovi player (leggi Netflix e gli altri Ott) hanno fatto la loro parte. «C’ è un’ unica relazione fra innovazione, grandi contenuti, creatività e il modo in cui tutto questo viene messo a disposizione dei nostri clienti. Preparatevi – aggiunge il ceo Zappia – a vedere ancora più innovazioni». E così, mentre da Uk rimbalzano notizie tutt’ altro che favorevoli sul progetto di takeover di 21st Century Fox su Sky (Murdoch vorrebbe acquisire il 61% di Sky non di sua proprietà) con il governo inglese che ha chiesto all’ Antitrust di valutare l’ operazione tramite un’ indagine estesa, da Milano Sky Italia presenta una stagione in cui l’ ingrediente forte sarà l’ intreccio fra contenuti e tecnologie. Sul primo versante, come detto, ci sono le serie, con in testa la terza stagione di Gomorra dal 17 novembre, ma con complessivamente 108 titoli, anche di Hbo e Showtime. A fiction e sport – l’ asset storicamente più pregiato per la pay, dove ai canali Sky si accompagna l’ esclusiva di Fox Sports – si unisce l’ altro pilastro che ha retto l’ attività di Sky (e la base clienti visto che il churn, il tasso di abbandono, è sceso al 9,1%): l’ intrattenimento con, tra gli altri, X Factor e Masterchef. Quanto alla tecnologia, oltre all’ implementazione del 4K e al Tg che approderà a Milano, con investimenti in nuove tecnologie (e polemiche varie nei mesi scorsi con i sindacati) Zappia ha fatto un riferimento preciso all’ arrivo del “super decoder” Sky Q. Oltre alla pay, in casa Sky si fa grande affidamento anche sul free-to-air in cui Sky è presente con tre canali: Sky Tg 24, Cielo e soprattutto Tv8, sul canale 8 del Dtt (2,2% in prime time ad agosto; +44% di share). Sul free, conferma Daniele Ottier alla guida della concessionaria Sky Media, «si concentra il 25% della raccolta complessiva, con i restanti tre quarti sul pay». Prendendo per buoni i dati Nielsen con 485 milioni di euro nel 2016, la raccolta sul free dovrebbe dunque attestarsi sopra i 120 milioni. In generale in casa Sky c’ è fiducia sulla raccolta pubblicitaria, «in crescita a luglio del 5% al netto degli Europei di calcio» conferma Ottier. Per l’ anno fiscale che si chiude a giugno «contiamo di chiudere con raccolta in crescita». E senza l’ apporto degli Europei in palinsesto. Oltre ai canali propri, la concessionaria Sky cura la raccolta dei canali terzi (Fox, Disney, A+E, Gambero Rosso, laeffe, Classica, Lei e Dove). Un insieme che vale «il 30-35% della raccolta pay» dice Ottier che non chiude la porta alla possibilità di estendere la propria attività al settore radio: «Per il momento non abbiamo intenzioni concrete. Ma non è escluso per il futuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Tecnologia e fiction le carte di Sky
Il Messaggero
MARCO MOLENDINI
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LA STAGIONE Sky svela i suoi palinsesti, ma mai come per la pay tv satellitare l’ idea del palinsesto come programmazione preordinata è ormai solo un pretesto per raccontare un’ offerta che, poi, affida allo spettatore la libera scelta del come e del quando usufruirne. Tanto più che ora a Sky on demand, a box set, si aggiunge Sky Q, nuova interfaccia che permette di registrare quattro programmi in contemporanea e vederne un quinto, il tutto con l’ annuncio di un’ ulteriore salto qualitativo con l’ arrivo dell’ Ultra HD. Forte di questa sua caratteristica (che gli permette di fronteggiare l’ avanzata delle piattaforme del web, da Netflix a Amazon, più che i canali generalisti) il polo televisivo di Murdoch investe soprattutto sui suoi territori forti: sport (sono previste 2000 partite), news (Sky Tg 24 si presenta con due nuovi studi a Milano e a Roma), talent generalisti (Masterchef e X Factor in testa). SETTORE Ma quello che si presenta come il settore più imponente per numero di titoli e qualità delle proposte è quello della fiction con 108 titoli, tra cui i migliori prodotti di due giganti del settore come HBO e Showtime, oltre le produzioni proprie. Ieri sera ha debuttato su Sky Atlantic la nuova serie drama in dieci episodi Tin Star con Tim Roth. A ottobre arriverà The Deuce con James Franco nel ruolo di due gemelli che lavorano per la mafia nella New York degli anni’ 70. A novembre al via la terza serie di Gomorra (titolo venduto in 190 paesi) e debutto per la tedesca Babylon Berlin, ambientata nel 29. TERRITORIO A gennaio partenza per Britannia, coprodotta con Amazon) sulla spedizione romana del 43 d.c. nel territorio celtico. E nuove stagioni per Mozart in the jungle 4, The affair 4, Divorce 2, Transparent 4, Westoworld 2 e a primavera varo di Il Miracolo di Niccolò Ammaniti con Guido Caprino e Alba Rohrwacher e Sui Generi di Maccio Capatonda. Su Fox, fra i titoli previsti The assasination of Gianni Versace (con Penelope Cruz nei panni di Donatella Versace e Ricky Martin in quelli dello stilista). Su National geographic, seconda serie per Genius, con Antonio Banderas che fa Picasso. Mentre per il futuro sono state annunciate le messe in cantiere di Zero, Zero, Zero tratta dal libro di Roberto Saviano e della serie western Django. Sul fronte dell’ intrattenimento, X Factor torna in onda da domani con la rinnovata giuria composta da Mara Maionchi, Levante, Fedez e Manuel Agnelli e con le prime 6 puntate dedicate alle selezioni, prima delle 8 che porteranno alla finale che sceglierà il vincitore. PUNTATE Il 3 ottobre Carlo Cracco torna per otto puntate con Hell’ s Kitchen. Seguiranno, sempre su Sky Uno, MasterChef dal 21 dicembre che, per la sua settima edizione, arruola la chef stellata triestina Antonia Klugman accanto a Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonio Cannavacciuolo. Da gennaio nuovo appuntamento con Alessandro Borghese e 4 ristoranti, mentre a primavera arriverà Celebrity masterchef. A Natale puntata speciale di E Poi c’ è Cattelan, che dal nuovo anno sarà in onda tutti i giorni in seconda serata. Confermati Matrimonio a prima vista su Sky Uno e le nuove stagioni su Fox Life di Parla con lei e del Contadino cerca moglie. Sul fronte cinematografico la promessa è una prima al giorno e il fiore all’ occhiello sarà La La Land. Su Sky Arte da segnalare i progetti di film d’ arte prossimi al debutto in sala e poi in tv: Michelangelo – Infinito con Enrico Lo Verso e Caravaggio – L’ Anima e il Sangue. E poi la nuova stagione di Dago in the Sky e l’ inchiesta Ferrante fever, alla ricerca della vera identità della scrittrice. RISCONTRI Sky, però, ha anche due canali generalisti free che continua a coltivare visti i buoni riscontri. Sono Cielo e, soprattutto TV 8 che, nell’ ultimo anno, ha segnato uno share in crescita del 44 per cento, un successo che permette di investire e proporre nuove produzioni come The Comedians con Claudio Bisio e Frank Matano e il nuovo talent Cuochi d’ Italia con Alessandro Borghese. Marco Molendini © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Sky Media, ok la pubblicità
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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Dopo un luglio in crescita del 5% sullo stesso mese 2016, al netto degli Europei di calcio, la concessionaria pubblicitaria Sky Media, guidata da Daniele Ottier, viaggia con incrementi in doppia cifra pure in agosto. E stima di chiudere l’ anno fiscale (che terminerà nel giugno 2018) con un segno positivo. Sky Media, in base ai dati Nielsen, vale circa 400 milioni di euro di raccolta, di cui il 75% arriva dai canwali pay e il 25% da quelli free, ovvero Tv8, Cielo e SkyTg24. Quindi Tv8 e Cielo sono già a quota 100 milioni di euro. All’ interno dei canali pay, poi, ci sono quelli editi direttamente da Sky (che, pubblicitariamente, pesano il 65-70% della raccolta pay di Sky Media), e quelli di editori terzi raccolti da Sky Media (il più importante è il gruppo Fox, seguito da Disney, A+E, e quindi Lei e Dove di Rcs, Laeffe di Feltrinelli, Gambero Rosso, Classica ecc.), che, come spiega Ottier, valgono circa il 30-35% della raccolta pay. Quanto alla parte digital, tutte le properties digitali e le app del mondo Sky sono seguite da Sky Media, mentre le partnership commerciali con Twitter e Tiscali sono curate dall’ incubatore Digital Hub di Sky. «A perimetro omogeneo, quindi al netto degli Europei di calcio 2016, faremo una crescita importante anche nell’ anno solare 2017 rispetto al 2016», continua Ottier, anche se è chiaro che un forte impulso all’ aumento dei fatturati pubblicitari sia arrivato dalla tv in chiaro. Tv8, sottolineano da Sky, ha chiuso agosto con una share media del 2,25% sulle 24 ore, e un +44% di ascolti anno su anno. Nei primi otto mesi dell’ anno, invece, Tv8 è all’ 1,73% medio nell’ all day, e si avvicina al 2% in prima serata. «I contatti di Tv8 nella settimana», aggiunge Ottier, «arrivano a 23 milioni, ovvero valgono il settimo posto in classifica, davanti a La7». Quanto all’ Ad Smart, cioè la possibilità di pianificare su Sky delle campagne pubblicitarie targhettizzate in base al territorio in cui vivono gli abbonati (e secondo altre profilazioni tipo «sono connessi o no al web», «hanno o meno bambini», «usano sistemi di pagamento automatici o no)», ci sono 250 campagne attive, e vanno bene i comparti dell’ automotive, del delivery food e delle palestre, che hanno esigenze di massicce comunicazioni commerciali in luoghi geograficamente molto concentrati. Nella serata di presentazione dei palinsesti 2017-2018 di Sky Italia si è anche parlato di Sky Q, il nuovo decoder che sarà commercializzato dal prossimo novembre e che migliorerà la visione e il coinvolgimento delle famiglie nel mondo Sky attraverso la possibilità di fruire dei contenuti in 4k e su più device, senza perdere «il segno». Il 3 D, invece, verrà prossimamente rottamato da Sky, dando più spazio al Super Hd, di cui potranno fruire tutti gli abbonati (oltre 4,8 milioni) senza aggravio di costi. La pay tv, i canali in chiaro, il digital, «ma nessuna intenzione concreta di allargare il perimetro di Sky Media al mondo della radio», conclude Ottier, che, quanto al nuovo panel di Auditel partito a fine luglio, non è in grado ancora di valutare l’ impatto sulla rilevazione degli ascolti, ma può solo dire che «allargando il panel sono drasticamente diminuiti gli spot ad ascolto zero, che erano un errore statistico del precedente sistema». © Riproduzione riservata.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Sole 24 Ore: Moscetti, avviato l’ iter presso Consob per l’ aumento di capitale. «Il 17 agosto abbiamo consegnato il primo filing completo a Consob e quindi ora ci sono i tempi tecnici di realizzazione. Non vedo problemi particolari». Ad affermarlo è stato ieri l’ a.d. del Sole 24Ore Franco Moscetti in merito all’ aumento di capitale da 50 mln che la società editoriale si appresta a lanciare. «Abbiamo fatto il consorzio di garanzia», ha ricordato Moscetti. «Stiamo lavorando. Abbiamo fatto il prospetto informativo. Ora i tempi tecnici prevedono che la Consob faccia le sue riflessioni ma direi che sta andando tutto come lo avevamo immaginato». Con il Corriere della Sera arrivano le Buone Notizie. A partire dal 19 settembre il quotidiano di Rcs diretto da Luciano Fontana ogni martedì sarà in edicola con il nuovo inserto settimanale gratuito Buone Notizie dedicato alle imprese e alle professionalità del non profit. La responsabilità della nuova testata è assegnata a Elisabetta Soglio. Upa risponde a Ter. L’ Upa (l’ associazione che rappresenta gli investitori pubblicitari) ha sottolineato ieri in una nota «l’ infondatezza della dichiarazione del tavolo delle rilevazioni di ascolto radio (Ter) in cui si afferma che «Upa vorrebbe essere cliente degli istituti di ricerca e non committente». «Upa», ha proseguito l’ associazione, «ha sempre rispettato il lavoro degli istituti nella esecuzione delle ricerche vagliando quanto da loro fornito come servizio a supporto di metodologie e obiettivi definiti dalle Jic (Joint industry committee) cioè da tutte le componenti il mercato dell’ advertising (mezzi, aziende, centri media e agenzie). Questa impostazione è riconosciuta anche dalle Authority ed è lo strumento che ha reso possibile nel tempo la migliore evoluzione nelle ricerche». La Tipografica Varese (Ltv) chiude positivamente il concordato preventivo in continuità aziendale. Con la dichiarazione del tribunale di Varese dello scorso 4 agosto è stata ufficialmente attestata la completa esecuzione del piano e positivamente concluso l’ iter del concordato preventivo in continuità aziendale avviato nel 2013 da La Tipografica Varese (Ltv), realtà europea per la stampa di libri. Allianz Italia aderisce al Manifesto per l’ occupazione femminile di Valore D. Allianz Italia, la compagnia guidata dall’ amministratore delegato Klaus-Peter Roehler, ha aderito al Manifesto per l’ occupazione femminile, presentato ieri all’ Università Luiss di Roma da Sandra Mori, presidente di Valore D e general counsel Europe di Coca-Cola, alla presenza di diverse personalità del mondo della politica e dell’ economia, tra cui il sottosegretario alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi, il viceministro dello sviluppo economico Teresa Bellanova, la rettrice dell’ Università Luiss Paola Severino e il presidente dell’ Inps Tito Boeri.
Spazio a produzioni originali e oltre 100 nuove serie tv
Italia Oggi
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Sky cerca di fare digerire ai suoi clienti l’ incremento del prezzo dell’ abbonamento (quasi il +9% col passaggio della fatturazione dal mese alle quattro settimane) con una infornata di produzioni originali ed esclusive e oltre 100 nuove serie tv in prima visione. La star Tim Roth era ieri sera al Teatro degli Arcimboldi a Milano proprio per celebrare, coi vertici di Sky, il lancio della produzione originale Tin Star, al via da ieri su Sky Atlantic. Dal 17 novembre parte la terza serie di Gomorra, e poi Babylon Berlin, Britannia, e il debutto, nel cast della serie de I delitti del Barlume, di Stefano Fresi e Corrado Guzzanti. In primavera sarà poi la volta de Il miracolo (col debutto alla regia di Niccolò Ammaniti) e Sui Generi (di Maccio Capatonda). Al via i nuovi progetti Zero Zero Zero (dal libro di Roberto Saviano) e Django (serie western targata Sky), mentre 1994 è in fase di scrittura. Il mondo Sky ha perso un big come Fiorello, condivide con Discovery lo chef Antonino Cannavacciuolo, si accinge a restituire alla Rai la premiazione dei David di Donatello, ma conferma i pilastri X-Factor, Hell’ s Kitchen con Carlo Cracco dal 3 ottobre, e poi Masterchef in dicembre. Così come il grande sport, che dalla stagione 2018-2019 potrà contare pure sulla Champions league di calcio. Su Tv8, invece, debutterà The Comedians, la prima produzione comedy di Sky, con Claudio Bisio e Frank Matano. Ci sarà anche un nuovo talent show, Cuochi d’ Italia, con Alessandro Borghese.
Condé Nast, il mix dell’ a.d. Usai
Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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«Lavorare sulla qualità significa essere molto selettivi sulle partite da giocare e sugli investimenti da fare. Per questo è nostra intenzione dismettere alcune attività che non rispondono a questi criteri: ovvero che non incontrano più il favore del consumatore in termini di vendite in edicola e non rispondono più alle cambiatissime esigenze dei clienti pubblicitari che ci chiedono l’ apertura a nuove piattaforme e nuove iniziative». In queste poche righe si trova riassunto il piano di Fedele Usai, dall’ inizio di settembre amministratore delegato di Condé Nast Italia. Una road map, ha spiegato ieri Usai, «in totale continuità con quanto fatto da Giampaolo Grandi (lo storico a.d. ora presidente della casa editrice) e incentrato su tre parole chiave: qualità, focalizzazione e innovazione». Condé Nast continuerà quindi a investire e a innovare, lanciando nuove iniziative, arruolando professionalità con nuove competenze, ma anche sacrificando attività non più strategiche e con tagli sul personale. Ovviamente le prospettive riguardano soprattutto il digitale, area su cui i margini di crescita sono ancora alti. Quest’ anno, al contrario di un mercato non brillante, Condé Nast Italia chiuderà con un progresso nei ricavi da advertising online pari al 18%, raggiungendo quota 20 milioni di euro, il 17/18% del fatturato totale (solo a settembre la raccolta è di 2,5/2,6 milioni). Poi l’ obiettivo è di raggiungere con l’ online il 30% del fatturato complessivo entro il 2019 e il 37%, ovvero 30 milioni di euro, a fine del 2020. «La carta resta però un elemento fondamentale», ha precisato Usai che senza dare i numeri ha parlato per l’ intero 2017 di una raccolta migliore del mercato, andata in progresso soprattutto grazie agli ultimi tre mesi. «Focalizzazione» significa ora la chiusura di quattro testate spin off di Vogue (si veda ItaliaOggi del 29/7): Sposa, Bambino, Uomo e Accessory. Si tratta di brand che non avevano un’ estensione digitale, ha tenuto a precisare Usai, aggiungendo che «i clienti pubblicitari saranno coperti all’ interno dei brand più ampi». Questa decisione, ma in generale il piano per la casa editrice, comporterà 35 esuberi fra i giornalisti alla fine dell’ attuale contratto di solidarietà che è in scadenza, una ventina dei quali lavorano in altre testate oltre a quelle citate prima. Usai ha confermato che l’ azienda offrirà uno scivolo di 40 mensilità per chi decidesse di lasciare la casa editrice, insistendo sulla necessità di «rivedere il mix di competenze in azienda». Meno giornalisti tradizionali, in sostanza, più esperti sul digitale. Non redattori, però, perché «le redazioni digitali hanno già un numero notevole di contributors». I giornalisti nuovi arrivati sono solo figure apicali, necessarie «per posizionarci come i migliori del mercato». Il gruppo ha precisato che non ci saranno altre chiusure. I tagli, inoltre, non comporteranno cambiamenti nella struttura dei magazine su carta. Usai al capitolo «qualità», con il quale ha aperto l’ incontro con i giornalisti, ha elencato tutte le testate di Condé Nast Italia e i rispettivi investimenti. «Noi spendiamo di più laddove siamo convinti di fare un marcato differenziale rispetto ai nostri competitor», ha detto. Così c’ è Vogue rivisto con l’ arrivo di Emanuele Farneti che a luglio ha segnato un +27% nelle diffusioni su un anno prima, ad agosto un +16% e a settembre prosegue a doppia cifra. L’ ultimo numero, inoltre, ha raccolto 333 pagine di pubblicità con un +12,5% di ricavi solo carta e un +16% per l’ intero brand. Vanity Fair ha una raccolta su carta in crescita del 6% a settembre e un digitale «in crescita impressionante» e ha già toccato quota 11 milioni di utenti unici (browser unici) mensili. Proprio in tema di competenze dall’ esterno, dopo il vicedirettore Malcom Pagani a Vanity la prossima settimana arriverà Serena Danna dal Corriere della Sera, ancora con la carica di vicedirettore ma con la responsabilità di tutto il digital della testata. Poi c’ è Wired che «quest’ anno ha vinto gli Oscar dei magazine» e che con Wired Next Fest ha una raccolta superiore ai 2 milioni di euro (+24%). Gq, per dirigere il quale è stato chiamato a marzo Giuseppe De Bellis, «ogni mese supera quello precedente in termini di pubblicità», mentre Glamour «è il mensile più venduto in Italia e a luglio e agosto in edicola è andato meglio di un anno prima». Usai ancora ha citato AD la cui pubblicità è in linea con l’ anno scorso e Cucina Italiana che avrà da ottobre un nuovo direttore, Maddalena Fossati. Il capitolo innovazione riguarda quanto già accennato per le singole testate in termini di nuovi arrivi e digitale, ma non solo. Intanto Condé Nast ha la sua unit di creazione dei contenuti per i brand che hanno bisogno di rendere attrattivi i propri siti di e-commerce, poi lancerà a breve Lisa (Love, inspire, share, advice), un prodotto interamente sui social per le giovanissime con un team dedicato in cui «l’ advertising classico sarà sostituito dall’ advising (i consigli, ndr)». Con la Bocconi, inoltre, partirà a novembre il primo master per formare influencer della rete, dando loro una sorta di certificato che garantisca dal punto di vista etico e della trasparenza sia gli utenti che gli investitori. «Abbiamo perso tanti treni come editori e il fenomeno degli influencer è un esempio», ha detto Usai. La cooperazione con gli influencer è perciò destinata a essere una fonte di ricavo per Condé Nast, grazie al fatto che chi uscirà dal master collaborerà con la casa editrice. Infine è stato chiuso un accordo con Central Department, il gruppo proprietario di 8 mall fra cui la Rinascente (si veda anche l’ articolo a pag. 15) per la gestione da parte del team guidato da Marco Formento, in otto lingue, della comunicazione digitale degli store, compresa la pubblicità interna. © Riproduzione riservata.
La classifica dei 15 quotidiani più diffusi a luglio (carta+digitale) elaborata sui dati Ads. Corriere, Repubblica e Stampa stabili. Cala il Sole (-2%). Bene gli sportivi trascinati dal calciomercato: +13,6% Gazzetta, +5,8% CorSport, + 9,4% …
Prima Comunicazione
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La classifica dei quotidiani a luglio (.xls) per diffusione carta+digitale elaborata da Primaonline.it sui dati Ads . La graduatoria è realizzata comparando il dato appena diffuso da Ads con quello del mese precedente. In una nota, la società ha ricordato che a seguito dell’ entrata in vigore del nuovo Regolamento Ads edizioni digitali, è ripresa anche la comunicazione dei dati relativi alle copie multiple, con la verifica dell’ esplicita volontà di fruizione della copia da parte dell’ utente finale e l’ adozione di evoluti strumenti tecnologici di controllo dell’ avvenuta attivazione. I dati relativi alle copie multiple gestite tramite intermediari sono disponibili a partire dai dati riferiti a luglio 2017 e comunque a completamento della prima fase del processo di accreditamento di ciascun soggetto. E’ stata eliminata la soglia di prezzo prevista dal precedente regolamento: le copie digitali sono suddivise per fasce di prezzo e vengono rappresentate anche le copie digitali promozionali e omaggio per le quali sono previste le nuove regole di certificazione valide anche per le copie multiple. – Leggi o scarica la tabella con i dati dei quotidiani relativi al mese di luglio (.xls)
Intercettazioni, per Anm il nodo dell’ udienza filtro
Il Sole 24 Ore
Giovanni Negri
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Un apprezzamento nel metodo, visto che il testo del decreto è ancora provvisorio e che si è aperto un confronto preventivo. Ma perplessità nel merito. Ieri al ministero della Giustizia, nel “giro” di consultazioni avviato in vista della redazione del decreto legislativo di riforma della disciplina delle intercettazioni, è stata la volta dell’ Anm. I maggiori dubbi dei magistrati riguardano l’ introduzione dell’ udienza filtro per selezionare le intercettazioni rilevanti da acquisire in dibattimento separandole dal materiale irrilevante che non può essere utilizzato: il timore è che un meccanismo di questo genere possa dilatare i tempi, andando a cozzare con l’ esigenza di assicurare una durata ragionevole al processo. Altro punto critico è rappresentato dal divieto di riportare negli atti i virgolettati, da sostituire con i contenuti delle conversazioni. E poi l’ utilizzo dei captatori informatici, i cosiddetti trojan, per intercettare gli smartphone nel corso di indagini: la bozza, infatti, lascia inalterate le regole attuali se si procede per i reati di mafia e terrorismo, ma introduce forti limiti negli altri casi. Ieri è stata la volta anche del Consiglio nazionale forense. In parziale dissenso con Anm, il presidente Andrea Mascherin ha sottolineato come «non si rilevano particolari criticità nell’ introduzione della possibilità di richiamo al contenuto invece che al virgolettato, purché si redigano delle linee guida che garantiscano l’ omogeneità delle modalità di riassunto sul territorio e che il riassunto stesso sia esauriente, ciò sia nell’ interesse dell’ accusa che della difesa». Quanto alle osservazioni proposte al ministro, Mascherin ha spiegato di ritenere necessario che all’ articolo 103 del codice di procedura penale venga inserito il divieto assoluto di ascolto del difensore: l’ interesse alla riservatezza deve prevalere su ogni altra considerazione di carattere investigativo. Soprattutto perché l’ ipotesi di utilità e utilizzabilità delle intercettazioni tra difensore e assistito è assolutamente rara e poco probabile. In alternativa al divieto assoluto di ascolto – ha aggiunto Mascherin – è stata avanzata l’ ipotesi di prevedere che il pm, nella sua richiesta di disporre le intercettazioni dell’ utenza dell’ indagato, debba illustrare i motivi specifici e gli argomenti a sostegno dell’ esistenza di un concreto fumus in diritto e in fatto, che giustifichi anche l’ ascolto dell’ eventuale colloquio tra avvocato e assistito. Il giudice dovrà conseguentemente poi fornire specifica motivazione nell’ autorizzare anche l’ ascolto di questi colloqui. E dalla Fnsi ieri è arrivata una lettera del segretario Raffaele Lorusso nella quale da una parte si apre a un confronto che però affronti anche il nodo delle querele temerarie e dall’ altra si sottolinea il diritto riconosciuto ai giornalisti a un’ informazione non solo su fatti di rilevanza penale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
“Intercettazioni, no ai riassunti sono più dannosi che utili”
La Repubblica
LIANA MILELLA
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ROMA. Il riassunto delle intercettazioni? «Più dannoso che utile». Ma chi può aver suggerito una simile ipotesi? «Se n’ è parlato nel mondo della politica». Il presidente dell’ Anm Eugenio Albamonte esce da via Arenula e dopo l’ incontro sulle intercettazioni con il Guardasigilli Andrea Orlando dice a Repubblica: «Siamo contrari a negare l’ uso dei Trojan Horse contro la corruzione». Sabato prossimo il “parlamentino” dell’ Anm discuterà il caso. Presidente, ma ha sentito che Mastella è stato assolto in primo grado dopo 9 anni? Possibile? Siamo messi male coi tempi della giustizia «Non voglio affatto sottrarmi, ma per rispondere adeguatamente dovrei conoscere nel dettaglio la storia del processo, che invece non conosco». Intercettazioni per riassunto nei provvedimenti dei magistrati. È realistico? «La delega è concentrata su un tema specifico, quello della tutela della privacy dei soggetti intercettati. Il che vuol dire che se nelle registrazioni si acquisiscono informazioni sulla vita privata che non sono rilevanti per le indagini queste non devono essere inserite negli atti e quindi divulgate. Un principio condiviso dall’ Anm che più volte ha ribadito la necessità di queste tutele». Se l’ ambito della delega è circoscritto, il governo allora non può legiferare su tutte le intercettazioni? «Le norme sul riassunto si riferiscono non ai colloqui coperti dalla privacy, ma a tutti quelli che dovranno essere utilizzati in quanto rilevanti ai fini della prova. Rispetto ai quali imporre un lavoro di sintesi ad opera del pm prima e dei vari giudici poi risulta più dannoso che utile». Perché? «Si aprirebbe un contenzioso infinito sulla correttezza del lavoro di sintesi fatto dal pm prima e dal giudice poi. E questo creerebbe alla lunga una grande confusione che potrebbe rischiare di mettere in crisi l’ attendibilità stessa delle decisioni giudiziarie, peraltro in una materia sensibile come quella cautelare». Il riassunto non sarebbe inutile e contraddittorio anche alla luce dell’ inevitabile deposito delle intercettazioni per i difensori solo pochi giorni dopo una misura cautelare? «Certo che sì, perché appunto stiamo parlando di intercettazioni che anche con la nuova legge devono essere depositate. E una volta messe a disposizione della difesa è scontato che esse possano anche diventare oggetto di articoli di stampa con la conseguenza singolare, nel caso del riassunto, che sui giornali potrebbero essere pubblicati i testi integrali, mentre i magistrati sarebbero gli unici a non poterlo fare». Su questa ipotesi – anticipata da “Repubblica” – il ministero insiste? «Allo stato ho percepito una concreta disponibilità a prendere in considerazione le osservazioni critiche che sono pervenute anche dall’ avvocatura, preoccupata che sia menomato il diritto di difesa». Ma lei ha capito chi preme per una soluzione così tranchant che ha scatenato le critiche della Fnsi? «Ovviamente non conosco i dettagli, ma ricordo bene che questo argomento è stato oggetto di un ampio e recente dibattito pubblico in cui questa soluzione veniva proposta dal mondo della politica». Come se lo spiega? «Le intercettazioni riproducono frasi che lo stesso indagato ha pronunciato e che spesso sono univocamente indicative della sua responsabilità, anche agli occhi dell’ opinione pubblica una volta finite sui giornali. Sostituire alle frase un riassunto fatto dal giudice consente comunque di difendersi ipotizzando un’ interpretazione maliziosa o peggio ancora persecutoria, che inevitabilmente ridurrebbe l’ affidabilità della decisione del giudice rispetto a chi legge». Procuratori e ministro insistono sulla necessità di non sbobinare neppure le telefonate private o che non servono ai fini della prova: ma siamo sicuri che questo, diritto di cronaca a parte, non privi il processo di documenti rilevanti? «È giusto non far trascrivere le conversazioni personali e non attinenti alle indagini. Bisogna fare in modo però che ciò avvenga attraverso una procedura trasparente che, da una parte, consenta al pm di controllare l’ attività svolta dalla polizia giudiziaria, e dall’ altro permetta all’ avvocato di verificare che tra le intercettazioni non trascritte non ci sia qualcosa utile alla sua difesa». Una materia così delicata si può decidere “nel chiuso” di una delega? Non necessita di un confronto parlamentare? «La scelta del Parlamento di dare al ministro la delega in materia non è sindacabile da parte dell’ Anm. Apprezziamo però che Orlando abbia aperto una consultazione con giudici e avvocati». Non le sembra assurdo negare l’ uso dei Trojan Horse per le indagini sulla corruzione? «È una scelta parlamentare che l’ Anm ha già duramente contestato. Contraddittoria rispetto anche ad altre iniziative legislative sulla corruzione che sembravano andare nel senso di una stretta su questi reati». Che ne sarà delle intercettazioni già fatte con questo mezzo, come nel caso dell’ inchiesta Consip? «Non conosco quel fascicolo, ma in via generale ci tengo a mettere in evidenza che le Sezioni unite della Cassazione avevano ritenuto utilizzabile il Trojan anche, ad esempio, nelle indagini relative all’ associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, mentre il legislatore preclude questa possibilità». ©RIPRODUZIONE RISERVATA POLIZIA GIUDIZIARIA Sulle trascrizioni delle telefonate serve il controllo dei magistrati DIRITTO DI DI FESA Anche l’ Avvocatura ha espresso dubbi sugli ascolti troppo sintetizzati ” IL CAPO DELLE TOGHE Eugenio Albamonte, pm a Roma, di Md, è il presidente dell’ Anm.
Sfide e idee per l’ editoria e la stampa: conferenza a Bologna il 19-20 settembre
Libertà
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Le sfide per gli editori e le sfide industriali di Ediland Meeting 2017, il 19 settembre al centro congressi dell’ Hotel Savoia Regency di Bologna, per la conferenza sull’ industria editoriale e della stampa promossa da Fieg (Federazione Editori Italiana Giornali), Asig (Associazione Stampatori Italiana Giornali) e Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione. Apriranno i lavori il presidente Asig Gianni Paolucci e il direttore generale Fieg Fabrizio Carotti, I nuovi prodotti e modelli di business, le difficoltà del mercato pubblicitario, le opportunità e i rischi del business digi tale, la razionalizzazione della filiera della distribuzione e dei processi produttivi, i nuovi scenari delle relazioni industriali: questi i temi al centro della conferenza, in programma nel pomeriggio del 19 settembre e nella mattinata del 20. La prima giornata si aprirà con la presentazione dei trend dell’ industria editoriale nel mondo curata da Sergio Vitelli, segretario Asig. Seguirà un gruppo di relazioni sui nuovi prodotti e modelli di business. Il panel sul mercato pubblicitario sarà condotto dalla Fcp, la Federazione delle concessionarie di pubblicità. A seguire, una tavola rotonda su “Opportunità e rischi del business digitale”. Con il coordinamento di Marco Pratellesi, condirettore dell’ Agenzia giornalistica Italia, verranno passate in rassegna le iniziative più significative delle aziende editoriali per mantenere e rafforzare la propria presenza in una arena dove si muovono grandi multinazionali. Concluderà la prima giornata un’ analisi, curata da FIEG, degli interventi in atto sulla filiera della distribuzione. La seconda giornata dei lavori, il 20 settembre, sarà aperta da una tavola rotonda, coordinata da Gianni Paolucci, presidente Asig, dedicata ai prodotti, ai servizi ed alle nuove soluzioni disponibili per la ottimizzazione del processo di produzione dei giornali quotidiani. Seguirà la presentazione, curata da Salvatore Curiale di ASIG, del “Rapporto 2017 sull’ industria dei quotidiani in Italia.