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Rassegna Stampa del 02/09/2017

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Indice Articoli

Amber detiene il 5,5% del capitale, quotazioni sopra il prezzo d’ Opa

Digitale in settimana, di carta nel weekend

Altice, la convergenza è già qui

Usa Today, 500 eventi all’ anno per bilanciare le perdite pubblicitarie

Chessidice in viale dell’ Editoria

Da parte della Fieg Al via la campagna sugli incentivi per la pubblicità sui giornali

Pubblicità sui giornali Ecco i nuovi incentivi

Incentivi fiscali per chi fa pubblicità

Incentivi alla pubblicità, al via la campagna Fieg

In Rai non va ancora in onda la trasparenza

Gino paoli e il sisma: colpa dei cronisti

Arriva lo scirocco: il digitale terrestre non va Se basta il vento a spegnere la televisione

Amber Capital possiede il 5,5%

Amber detiene il 5,5% del capitale, quotazioni sopra il prezzo d’ Opa

Il Sole 24 Ore

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Strappa in Borsa, seppur tra volumi ridotti, il titolo di Caltagirone Editore che è balzato del 9,72% a 1,32 euro, ben sopra il prezzo offerto dalla famiglia Caltagirone nell’ Opa (che si chiuderà l’ 8 settembre) finalizzata a ritirare la società dal listino. La fiammata, secondo gli operatori, sarebbe legata alle indiscrezioni, riportate da “La Repubblica” su una possibile mossa dei fondi d’ investimento, a partire da Amber (titolare di una quota superiore al 5% della società) per far fallire il tentativo di delisting avviato da Chiara Finanziaria, la holding della famiglia Caltagirone, che detiene il 67,3% del gruppo editoriale: per ritirare la società dal listino, come noto, serve almeno il 90%. Già a fine giugno un gruppo di fondi, che detenevano il 4,4%, avevano scritto alla Consob denunciando un tentato esproprio ai danni delle minoranze. Chiaramente, oggi qualcuno scommette che Caltagirone possa alzare leggermente il prezzo dell’ Offerta per convincere gli azionisti riottosi a consegnare le proprie azioni. La capitalizzazione di Borsa del gruppo editoriale, dopo un balzo del 79,7% da inizio 2017, ha raggiunto i 165 milioni di euro. A questi valori di mercato, il gruppo Caltagirone Editore è prezzato a 1,1 volte i ricavi e 0,35 volte il patrimonio netto, tuttavia laredditività è negativa: Ebitda -49,8 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Digitale in settimana, di carta nel weekend

Italia Oggi

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Il quotidiano più grande dello Stato brasiliano di Paraná, la Gazeta do Povo, sarà distribuito solo in digitale durante la settimana, mentre l’ edizione cartacea uscirà solo nei fine settimana. L’ editore del quotidiano, il gruppo Grpcom, ha preso questa decisione analizzando i dati delle letture digitali e, secondo un comunicato, nonostante la versione cartacea fosse ancora economicamente sostenibile. La chiusura dell’ edizione cartacea ha liberato personale e risorse per lo sviluppo dei prodotti digitali. Lo stabilimento di stampa è stato chiuso e la stampa delle copie del fine settimana è stata esternalizzata. La mossa riflette anche i diversi stili di lettura del pubblico durante la settimana e nei weekend: «Ogni giorno leggete le notizie su uno schermo, chinati in avanti. Alla fine della settimana, quando avete più tempo, le leggete comodi sul divano», ha detto Guilherme Cunha Pereira, presidente di Grpcom. Tra gli abbonati alla versione cartacea, secondo l’ editore, il passaggio al digitale è stato sorprendentemente popolare: solo l’ 8% non voleva cambiare a favore dell’ abbonamento digitale quando la mossa è stata annunciata in aprile. Mentre per quanto riguarda la pubblicità, una fetta ha migrato all’ edizione del fine settimana. Il passaggio al digitale è stato accompagnato da una riorganizzazione della newsroom per rispondere a un più veloce inserimento delle notizie. © Riproduzione riservata.

Altice, la convergenza è già qui

Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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La convergenza telecom-contenuti «è più che mai la strategia dei player vincenti: negli Stati Uniti e nel Regno Unito i movimenti di Verizon, At&t, Comcast e di Bt lo dimostrano». Così il direttore generale di Altice, Michel Combes, difende quanto il gruppo francese di Patrick Drahi sta facendo nell’ ultimo periodo e che ancora non ha portato quella svolta negli abbonati che ci si aspettava. Altice è prima di tutto un operatore di telecomunicazioni in banda larga e mobile, con il marchio Sfr in Francia, ma con presenze anche all’ estero, prima fra tutte quella statunitense inaugurata un anno e mezzo fa. Ma ad Altice fanno anche capo, fra gli altri, il canale di news Bfm-tv, Libération, L’ Express, un nuovo canale di cinema e serie nato il 22 agosto. Altice, inoltre, ha investito nei diritti del calcio, prima con la Premier League e da ultimo con la Champions League che avrà in esclusiva dal 2018 e sulla quale ha battuto Canal+ e beIN. In un’ intervista a Le Monde, Combes ha spiegato che la convergenza che il proprio gruppo sta perseguendo avvicina le telecom ai media ma anche alla pubblicità. Un fattore ancora poco sfruttato dalle telco europee, e che invece Altice sta cercando di monetizzare, è la mole di dati dei propri utenti che una società telefonica possiede: «Gli operatori hanno una buona conoscenza dei loro clienti e non intendono più lasciare questo dominio ai giganti di internet», ha detto il d.g. Dalla Francia arriva quindi ancora un esempio di come la strada segnata per le telco sia proprio quella della convergenza, la stessa che Vincent Bolloré indica per Telecom Italia e Canal+. Tra l’ altro i concorrenti francesi stanno seguendo l’ esempio di Altice, da Orange a Bouygues e Free. Sebbene non siano notevoli, il gruppo di Drahi rivendica di aver avuto già risultati da questa strategia: crescita in Usa, Israele e Portogallo, stabilizzazione della Francia con il mobile che va meglio e il fisso che perde meno rispetto al passato. Nessun rimpianto per gli investimenti sul calcio, da sfruttare insieme con Bfm-tv e Rmc. Ai clienti di Sfr, che entro il 2018 si chiamerà Altice per mostrare come si tratti di un unico gruppo integrato, sono offerti pacchetti di sport, cinema e serie. Il primo obiettivo è ampliare gli abbonati di fisso e mobile, ma gli stessi pacchetti, in particolare il calcio, saranno offerti anche ad altri operatori. «In passato la nostra industria ha sofferto troppo dalla logica dell’ esclusività», ha spiegato Combes. «Se un cliente non vuole sottoscrivere Sfr per il telefono, perché privarlo dei nostri programmi? Offriamo quindi ai nostri concorrenti la possibilità di pagare per distribuire i nostri canali Sfr Sport». Fra le offerte dell’ operatore anche Sfr Presse che con un abbonamento che parte da meno di 20 euro al mese dà accesso illimitato a quotidiani e magazine digitali (18 titoli da scegliere). Il d.g. lo definisce «il Netflix della stampa francese» e spiega che in un anno sono stati scaricati oltre 45 milioni di titoli. © Riproduzione riservata.

Usa Today, 500 eventi all’ anno per bilanciare le perdite pubblicitarie

Italia Oggi

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Arriveranno a 500 gli eventi che Gannett, l’ editore di Usa Today, organizzerà entro il 2017. Un numero cresciuto notevolmente negli ultimi mesi che raggruppa gli eventi prima organizzati dalle singole testate locali del gruppo e ora affidate al coordinamento centrale. Gli appuntamenti sono dedicati a diversi temi: dal Taco Festival per i più giovani al Wine and food festival per un pubblico più maturo e ricco, fino ad arrivare al fitness. Gannett ancora non rivela quanto guadagna dagli eventi, ma i numeri si sapranno fra un paio d’ anni, quando il business sarà ormai maturo. La casa editrice però ci sta scommettendo parecchio per contrastare il calo della pubblicità, che alla fine del secondo trimestre è stato del 16%. Oltre a garantire introiti, peraltro, gli eventi consentono di stringere rapporti più solidi con gli investitori pubblicitari e di trovarne di nuovi. Si tratta sia di sponsor nazionali, fra i quali Nike, che locali. Ai ricavi da sponsorizzazioni si aggiungono poi i biglietti per la partecipazione. Si parte dai 12 dollari per gli eventi dedicati ai giovani o comunque con un’ offerta base, ai 450 dollari per l’ ingresso premium agli incontri più esclusivi. Al festival del cibo e del vino, per esempio, chi pagava il biglietto più caro aveva anche la possibilità di incontrare la conduttrice tv Martha Stewart. Gannett propone i suoi eventi in primo luogo agli abbonati attraverso i giornali, il sito e la sua presenza su Facebook. Molti dei partecipanti non sono però lettori abituali delle testate del gruppo e spesso sono più giovani rispetto alla media degli abbonati. In questo modo Gannett spera anche di ampliare la propria platea o di affermare i propri brand che potranno essere offerti con maggiore successo agli investitori pubblicitari. Gli eventi sono ormai la parola chiave per molti editori e non solo di giornali generalisti. Fra gli altri anche il Financial Times ci sta puntando molto con appuntamenti che coprono tutti i temi seguiti dal giornale. © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Fieg, parte la campagna informativa sugli incentivi fiscali per la pubblicità sulla stampa. È partita ieri sulla stampa quotidiana e periodica la campagna realizzata per la Fieg (Federazione italiana editori giornali) da Y&R Roma con lo slogan «Chi investe in pubblicità sulla stampa, ha molto più di un ritorno d’ immagine», per informare imprese e lavoratori autonomi degli incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari incrementali su giornali e riviste, introdotti dall’ articolo 57-bis del decreto legge n. 50/2017, in sede di conversione in legge (legge n. 96/2017). A beneficiare degli incentivi, nella forma del credito d’ imposta, saranno le imprese e i lavoratori autonomi che investono in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica il cui valore superi almeno dell’ 1% quelli, di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. L’ importo del credito d’ imposta potrà arrivare fino al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90% per le microimprese, piccole e medie imprese e start-up innovative, nel rispetto del tetto di spesa che sarà stabilito annualmente dal dpcm di ripartizione del Fondo per il pluralismo e l’ innovazione dell’ informazione, utilizzato per la copertura della misura. L’ incentivo, del quale un ulteriore dpcm entro ottobre stabilirà modalità e criteri di attuazione, sarà attribuito a partire dal 2018, relativamente agli investimenti effettuati dal 24 giugno 2017, incrementali rispetto a quelli di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. Cine Sony, Tom Hanks per l’ esordio il 7 settembre. Sarà la prima tv Captain Phillips, film interpretato dal vincitore del Premio Oscar Tom Hanks nei panni di un coraggioso comandante di una nave presa in ostaggio dai pirati ad accendere giovedì 7 settembre le trasmissioni di Cine Sony, il nuovo canale free di Sony pictures television networks (Sptn) dedicato al mondo del cinema in onda sull’ lcn 55 del digitale terrestre. Crozza lancia Minniti. Da venerdì 22 settembre alle 21.15 tornerà su Nove (canale del gruppo Discovery Italia al tasto 9 del telecomando) Fratelli di Crozza, il programma satirico di Maurizio Crozza. Ai personaggi già interpretati dal comico, da Maurizio Belpietro a Michele Emiliano, da Mauro Corona a Federico Rampini e Giovanna Botteri, si aggiungerà anche quello del ministro dell’ interno Marco Minniti. HarperCollins Italia, a Sciolla la comunicazione. Frida Sciolla è il nuovo responsabile comunicazione e ufficio stampa della casa editrice HarperCollins Italia. Riporterà al direttore editoriale Sabrina Annoni e avrà il compito di gestire le relazioni esterne e con i media. Nata a Savona nel 1977, dopo una laurea in scienze della comunicazione presso l’ università di Bologna, Sciolla nel 2003 ha iniziato la sua esperienza professionale presso Bompiani lavorando come ufficio stampa di cui è diventata responsabile nel 2012. Calciomercato, Sportitalia vince la gara degli ascolti. Sportitalia ha vinto giovedì scorso la sfida degli ascolti dell’ ultimo giorno di calciomercato. Il canale ha chiuso infatti al primo posto con uno share dello 0,87% totale individui. A seguire Sky Sport 24 con lo 0,53%, Rai Sport con lo 0,50% e Premium Sport con lo 0,35%.

Da parte della Fieg Al via la campagna sugli incentivi per la pubblicità sui giornali

La Gazzetta del Mezzogiorno

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ROMA – Al via sulla stampa quotidiana e periodica la campagna della Fieg per informare imprese e lavoratori autonomi degli incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari incrementali su giornali e riviste, introdotti dall’ articolo 57 -bis del decreto legge 50/2017, in sede di conversione in legge (legge 96/2017). A beneficiare degli incentivi, nella forma del credito d’ imposta – spiega la Federazione degli editori in una nota – saranno le imprese e i lavoratori autonomi che investono in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica il cui valore superi almeno dell’ 1% quelli, di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. L’ im porto del credito d’ imposta potrà arrivare fino al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90% per le microimprese, piccole e medie imprese e start up innovative, nel rispetto del tetto di spesa che sarà stabilito annualmente dal Dpcm di ripartizione del Fondo per il pluralismo e l’ innovazione dell’ informa zione, utilizzato per la copertura della misura. L’ incenti vo – del quale un ulteriore Dpcm, entro ottobre, stabilirà modalità e criteri di attuazione – sarà attribuito a partire dal 2018, relativamente agli investimenti effettuati dal 24 giugno 2017, incrementali rispetto a quelli di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. La campagna, realizzata per la Fieg da Y & R Roma, che ha come slogan «Chi investe in pubblicità su stampa, ha molto più di un ritorno d’ immagine», mostra uno specchio che riflette non una, ma molteplici immagini del prodotto pubblicizzato. Per approfondimenti: www.fieg.it.

Pubblicità sui giornali Ecco i nuovi incentivi

Il Giorno

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INFORMARE imprese e lavoratori autonomi sugli incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari su riviste e quotidiani. È questo lo scopo della campagna della Federazione italiana editori di giornali (Fieg) sui cambiamenti per gli incentivi fiscali della pubblicità. La campagna ha preso ufficialmente il via ieri. Potranno beneficiare degli incentivi, spiega la Fieg in una nota, le imprese e i lavoratori autonomi che realizzeranno investimenti in campagne pubblicitarie su stampa quotidiana e periodica per un valore superiore all’1%, rispetto a quelli della stessa natura effettuati nell’anno precedente. IL CREDITO d’imposta potrà giungere fino al 75% del valore incrementale degli investimenti complessivi, elevato al 90% per tutte le piccole e medie imprese e start up innovative, purchè rispettino il tetto di spesa stabilito annualmente con decreto del presidente del Consiglio dei ministri di ripartizione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, utilizzato per la copertura della misura. La campagna è stata realizzata per Fieg da Y&R Roma ed è promossa con lo slogan: «Chi investe in pubblicità su stampa, ha molto più di un ritorno d’immagine». L’incentivo sarà attribuito a partire dal 2018 in relazione agli investimenti incrementali realizzati a dal 24 giugno 2017 in poi.

Incentivi fiscali per chi fa pubblicità

L’Eco di Bergamo

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Al via ieri sulla stampa quotidiana e periodica la campagna della Fieg (Federazione italiana editori giornali) per informare imprese e lavoratori autonomi degli incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari incrementali su giornali e riviste, introdotti dall’ articolo 57-bis del Decreto legge n. 50/2017, in sede di conversione in legge (Legge n. 96/2017). A beneficiare degli incentivi, nella forma del credito d’ imposta, saranno le imprese e i lavoratori autonomi che investono in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica (nonché sulle emittenti televisive e radiofoniche locali) il cui valore superi almeno dell’ 1% quelli, di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. L’ importo del credito d’ imposta potrà arrivare fino al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90% per le microimprese, piccole e medie imprese e start up innovative, nel rispetto del tetto di spesa che sarà stabilito annualmente dal DPCM di ripartizione del Fondo per il pluralismo e l’ innovazione dell’ informazione, utilizzato per la copertura della misura. L’ incentivo – del quale un ulteriore DPCM, entro ottobre, stabilirà modalità e criteri di attuazione – sarà attribuito a partire dal 2018, relativamente agli investimenti effettuati dal 24 giugno 2017, incrementali rispetto a quelli di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. Gli investimenti incrementali agevolabili nel primo anno di vigenza della norma sono quelli effettuati nel periodo intercorrente tra la data di entrata in vigore della disposizione (24 giugno 2017) e il 31 dicembre 2017 (incrementali rispetto a quelli di analoga natura effettuati nell’ anno precedente): la realizzazione di tali investimenti incrementali costituisce il necessario requisito per l’ attribuzione del beneficio nel corso del 2018. La campagna, realizzata per la Fieg da Y & R Roma, che ha come slogan «Chi investe in pubblicità su stampa ha molto più di un ritorno di immagine», mostra uno specchio che riflette non una, ma molteplici immagini del prodotto pubblicizzato. Per approfondimenti: www.fieg.it.

Incentivi alla pubblicità, al via la campagna Fieg

Gazzetta di Parma

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ROMA II Al via ieri sulla stampa quotidiana e periodica la campagna della Fieg per informare imprese e lavoratori autonomi degli incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari incrementali su giornali e riviste, introdotti dall’ articolo 57 -bis del Decreto legge n. 50/2017, in sede di conversione in legge (Legge n. 96/2017). A beneficiare degli incentivi, nella forma del credito d’ imposta, saranno le imprese ei lavoratori autonomi che investono in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica il cui valore superi almeno dell’ 1% quelli, di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. L’ importo del credito d’ imposta potrà arrivare fino al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90% per le microimprese, pic cole e medie imprese e start up innovative, nel rispetto del tetto di spesa che sarà stabilito annualmente dal Dpcm di ripartizione del Fondo per il pluralismo e l’ innovazione dell’ informazione, utilizzato per la copertura della misura. L’ incentivo – del quale un ulteriore Dpcm, entro ottobre, stabilirà modalità e criteri di attuazione – sarà attribuito a partire dal 2018, relativamente agli investimenti effettuati dal 24 giugno 2017, incrementali rispetto a quelli di analoga natura, effettuati nell’ anno precedente. La campagna, realizzata per la Fieg da Y & R Roma, che ha come slogan «Chi investe in pubblicità su stampa, ha molto più di un ritorno d’ immagine», mostra uno specchio che riflette non una, ma molteplici immagini del prodotto pubblicizzato. Per maggiori approfondimenti: www.fieg.it.

In Rai non va ancora in onda la trasparenza

Il Fatto Quotidiano
Giovanni Valentini
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“È forse giunto il momento per riconsiderare il servizio pubblico non come una semplice azienda per produrre pubblicità e profitto (), quanto piuttosto come una risorsa e un investimento da affiancare ad altre risorse dello Stato: la scuola e la ricerca” (da Televisione di Carlo Freccero – Bollati e Boringhieri, 2013 – pagg. 144-145) Èlastricata di belle parole e buone intenzioni – come la proverbiale via dell’ inferno – l’ intervista programmatica rilasciata nei giorni scorsi a Repubblica dal direttore generale della Rai, Mario Orfeo. Nel vocabolario del dg manca però una password, una parola-chiave: trasparenza. E di riflesso, le sue intenzioni non contengono un progetto di rinnovamento effettivo del servizio pubblico, da incardinare proprio su questo principio basilare se si vuole ricostruire un rapporto di fiducia con il pubblico dei telespettatori. “Così cambierà la Rai”, annuncia con una certa enfasi Orfeo nella sua gattopardesca intervista. E spiega: “Nuovi canali e meno testate, ma serve certezza sulle risorse”. Fra i nuovi canali, il direttore generale ne menziona uno in lingua inglese che “parlerà dell’ Italia al mondo”: insomma un made in Italy televisivo, affidato magari alla regia gastronomica di Oscar Farinetti. Il dg non cita invece le testate (giornalistiche) di cui intende fare a meno, forse per non urtare troppo la suscettibilità del sindacato interno. Quanto alle news, a quell’ informazione che rappresenta il core business dell’ azienda, gli basta l’ autoreferenzialità per ricordare che sia il presidente Monica Maggioni sia lo stesso direttore generale sono giornalisti e “hanno guidato più testate del servizio pubblico”: come se, oltre all’ informazione quotidiana dei telegiornali, non esistesse quella culturale, scientifica, ambientale, insomma civile, da coltivare in tutto il palinsesto. Ma il vero obiettivo di Orfeo, in questa fumosa intervista a un giornale-amico, non è quello di parlare dei canali, delle testate e men che meno dei contenuti; bensì di battere cassa, chiedere “certezza sulle risorse” e dunque altri soldi al governo che l’ ha nominato, fotocopia di quello precedente che aveva inserito il canone nella bolletta elettrica per combattere l’ evasione. È vero che buona parte di questo prelievo forzoso viene destinato in realtà ad altri scopi. Ma allora vuol dire che gli italiani vengono turlupinati due volte: una prima volta quando sono costretti a pagare l’ abbonamento alla Rai per finanziare un servizio pubblico degno di questo nome; una seconda volta quando non riescono a ottenerlo. Hanno ragione, perciò, i promotori dell’ Associazione “Rai bene comune” a reclamare massima trasparenza e controllo della spesa nei bilanci della società. Con un esposto inviato alla Procura di Roma e all’ Autorità anti-corruzione, chiedono conto innanzitutto dell’ utilizzo di circa 170 professionisti esterni – conduttori, registi, autori, scenografi – impiegati in varie trasmissioni al posto del personale interno. E poi, sollecitano una serie di chiarimenti su quel “buco nero” di compensi, contratti di collaborazione, appalti esterni, sperperi e sprechi per i quali poi il direttore generale mendica “certezza sulle risorse” dal governo. Sì, la Rai farà pure bene ad aprire un nuovo canale in inglese per promuovere l’ immagine dell’ Italia nel mondo. Ma farebbe ancora meglio a difenderla con un’ informazione completa e pluralista, magari prendendo esempio dalla mitica Bbc, senza buttare fumo (di Londra) negli occhi dei telespettatori. Fino a quando non metterà in onda la trasparenza, il Palazzo di Viale Mazzini resterà un carrozzone di Stato con i vetri opachi e i conti oscuri.

Gino paoli e il sisma: colpa dei cronisti

Il Fatto Quotidiano
Vincenzo Iurillo
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Due mortie 1500 sfollati per il terremoto di Casamicciola e il Tg3 Campania delle 14 che fa? Porge un microfono in diretta a Gino Paoli, sull’ isola verde per un concerto jazz, e lo lascia libero di dire senza contraddittorio che i giornalisti sono il male. “Bisognerebbe denunciare i giornalisti che ne hanno parlato perché hanno fatto dell’ allarmismo e per avere lo scoop hanno scritto delle cose che non c’ entravano assolutamente niente e hanno fatto un grosso danno”, il Paoli pensiero, simile a quello dei sindaci isolani che nei giorni scorsi hanno fatto trapelare tra i loro fedelissimi l’ intenzione di promuovere una class action contro la Rai. L’ intervista a Paoli e a Renzo Arbore, al quale ieri il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino ha consegnato le chiavi della città, scorre sul copione del “minimizzare”. “Ci ha spaventato un po’ – ha detto Arbore – ma poi abbiamo capito che riguardava solo Casamicciola alta”. E poi i ringraziamenti di Paoli all’ albergatore di Lacco Ameno che lo ospita “dal 1960”. Servizio pubblico o servizietto pubblico? Pasquale Balestrieri, fratello di Lina, una delle due vittime, ci è rimasto male: “Se i giornalisti hanno esagerato, c’ è chi esagera all’ opposto facendo finta che su questa isola non ci sia gente che piange”.

Arriva lo scirocco: il digitale terrestre non va Se basta il vento a spegnere la televisione

Il Giornale
di; Tony Damascelli
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di Tony Damascelli L o scirocco è un vento maligno che porta umidità e rende la pelle appiccicosa, come se fosse carta moschicida. Quando qualcuno non è del tutto lucido e presente si usa dire che sia uno «sciroccato». È, dunque, sciroccato il digitale terrestre che, in Salento e in altre parti d’ Italia, spesso e volentieri, in presenza di quel vento, diventa un’ ipotesi, un miraggio, trasformando il video in una serie di schizzi colorati, tipo Missoni, per intenderci. Ora il guaio è vecchio come il digitale medesimo, segnalato più volte ma inutilmente, dagli abbonati (sia Rai sia Mediaset Premium) che vedono i loro desideri e i loro denari volare via bagnati dal vento da sud est e dal sud (ostro). I ripetitori e i trasmettitori Rai, sul territorio, risalgono all’ epoca della tv in bianco e nero ma il canone è quello contemporaneo, il disservizio prosegue, il paese mormora e la Rai se ne infischia. Saltano i canali, 1-2-3, salta Mediaset, saltano tutte le altre emittenti. Resta nitido, chiaro e abbondante Sky che attraverso satellite e parabola aggira la rosa dei venti e continua a trasmettere senza tentennamenti, salvo grandinate e simili, ma non i canali Rai criptati (grandi eventi, le partite della nazionale, film) e Mediaset che sono fuori del suo cosiddetto bouquet. Totale: gli abbonati continuano a versare l’ obolo, per legge, all’ Ente radiotelevisivo ma non ricevono in cambio il servizio dovuto. Idem come sopra per Mediaset premium, film e champions league in off side, imprecazioni varie e telefonate a centralini senza risposta. Già partita la raccolta di firme, ritengo inutile come sempre, anche se c’ è un interessante precedente: nei favolosi anni ’60-70, la Rai prese l’ abitudine di trasmettere alcuni avvenimenti sportivi escludendo la zona nella quale gli stessi erano organizzati (partite di calcio, per evitare che il pubblico disertasse gli stadi). La furbata trovò, dopo qualche tempo, la reazione di un ufficio legale che, accogliendo le proteste degli abbonati esclusi, citò in tribunale Rai per inadempienza contrattuale e vinse la causa: fine delle trasmissioni con l’ esclusione di questa o quella città e visione libera per tutti. Possibile una nuova vertenza. Un’ idea per la coppia Maggioni&Orfeo: facciano intervenire Fabio Fazio, ha un contratto che resiste a qualunque vento e, tra l’ altro, cura un programma il cui titolo è «Che tempo che fa». Mai criptato. Aveva ragione Jim Morrison «La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno».

Amber Capital possiede il 5,5%

Il Giornale

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Amber Capital Uk detiene una quota del capitale di Caltagirone Editore pari al 5,515%. La partecipazione, secondo gli aggiornamenti Consob, risulta essere in possesso della società di investimenti di diritto inglese dallo scorso 24 agosto. La quota è detenuta con finalità di gestione del risparmio.


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