Indice Articoli
«Interventi urgenti per l’ editoria»
Credito agevolato, tasso giù dopo tre mesi di incrementi
Stampa, calo di lettori del 2,2%
Tar, niente sospensiva sulla gara per le agenzie
Oggi ultimo Cda di Campo, pronto Del Brocco come dg
“Me la paghe-Rai”. La guerra di Viale Mazzini
Come funziona l’ armada renziana che combatte le fake news grilline
Rai, oggi le dimissioni di Campo Dall’ Orto
Doxa entra nel pool che rileva gli ascolti
Rai, oggi l’ ultimo cda per Campo Dall’ Orto
Rai, oggi il cda per le dimissioni del d.g. Si stringe su Del Brocco come successore
Campo Dall’ Orto lascia e rinuncia alla buonuscita
Chessidice in viale dell’ Editoria
Il New York Times: bonus ai redattori che vanno via
«Interventi urgenti per l’ editoria»
Il Sole 24 Ore
Andrea Biondi
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«Non condivido chi vede solo nero nel futuro dei giornali e del giornalismo. Credo viceversa che l’ editoria professionale abbia un futuro e che il suo sia un ruolo più che mai necessario». Maurizio Costa, trascorsi come ad Mondadori e presidente Rcs, ora nel suo ruolo di presidente Fieg non ci sta a etichettare quello dell’ editoria come un mondo morente, in via di estinzione sotto i colpi di crisi e concorrenza di social e colossi web. «Nessuno nega le difficoltà. Il settore ha perso il 50% dei ricavi negli ultimi 10 anni». Per questo, sottolinea il presidente della Fieg, «bene sicuramente le misure previste in manovra». Il settore, peraltro, «ha bisogno di iniziative di sistema». Il via libera alla Camera sembra essere arrivato. Ora si può tirare un sospiro di sollievo? È un segnale di sensibilità da parte di Governo e Parlamento con misure che sostanzialmente attuano contenuti della nuova legge sull’ editoria, in cui si affrontano tre punti di criticità del settore. Ci sono le risorse aggiuntive per i prepensionamenti e le nuove assunzioni dei giornalisti di imprese editoriali in crisi; c’ è il credito d’ imposta sulla parte incrementale per chi effettua investimenti in pubblicità sui giornali e sulle radio e tv locali; ci sono le nuove regole per la liberalizzazione dei punti vendita che amplieranno visibilità e offerta di quotidiani e periodici. Tutto questo non basterà a risolvere la crisi del settore, però è un passo avanti e nemmeno così piccolo. Adesso auspichiamo che si vada diritti verso l’ approvazione definitiva. Al di là del tema risorse, non sembra però che fra gli editori ci sia un’ idea chiara su come affrontare questo momento. Non bisogna dimenticare che stiamo parlando di una crisi lunghissima, che non solo non rallenta, ma tende ad accentuarsi. E attenzione: tutto questo non dipende solo da una crisi dei consumi, che ha sicuramente impattato sul settore. È intervenuta anche una discontinuità forte, con i nuovi player del digitale. È paradossale: una grande innovazione tecnologica, la stampa, ha portato alla nascita dei giornali. Ora un’ altra grande innovazione tecnologica, il digitale, ne sta mettendo seriamente a rischio i paradigmi. Insomma un rischio di sistema. Ma prendersela con i colossi del web può davvero portare a qualche risultato? Non posso che constatare condotte che attaccano il sistema alle fondamenta, sui due pilastri: contenuti e pubblicità. È evidente la costante cannibalizzazione dei contenuti prodotti dalle aziende editoriali, con tutte le problematiche che conosciamo sul fronte del diritto d’ autore. C’ è poi il tema dei dati. Recentemente, come editori europei, abbiamo denunciato i rischi della proposta di Regolamento Ue sull’ e-Privacy, che favorirebbe i giganti del web dando loro un vantaggio sul consenso al trattamento dei dati, proprio quei dati che permettono pubblicità targhettizzate. Insomma si crea un circolo vizioso. Tant’ è che, proprio su questo, si sta preparando un libro bianco sul digitale e la pubblicità. Di che si tratta? È un lavoro che sarà presentato a fine giugno, cui hanno contribuito le principali associazioni del mondo dei media e del mercato e che metterà al centro le esigenze di trasparenza di un ambito caratterizzato, viceversa, da forti elementi di opacità. Fatto sta che web e social fanno parte delle nostre vite. Certo. E sarebbe sbagliato criminalizzarli. È sulle differenze qualitative che il sistema dell’ editoria giornalistica professionale deve spingere. Non direi che i social si possano definire come strumenti di informazione. Gli editori sono e devono essere sempre di più i protagonisti della società dell’ informazione; i social lo sono invece della “società della conversazione”. E la società dell’ informazione può recuperare lo spazio che le compete puntando su qualità e credibilità di editori e giornalisti. Voi avete fatto lo scorso anno un accordo con Google. Come sta andando? All’ epoca suscitò più di una perplessità. Non sono d’ accordo ed è un’ intesa che rivendico nel metodo e nel merito. Sta funzionando, a partire dal riconoscimento del valore dei contenuti con revenue sharing sui servizi “Newsstand” e su “Youtube”. Abbiamo tavoli in corso sul tema della condivisione dei dati e c’ è un proficuo scambio di know how. È possibile un accordo anche con Facebook? Sul tema siamo aperti al confronto con tutti. Però c’ è un punto ineludibile. Mi riferisco al tema delle regole, della trasparenza, dell’ equità fiscale. Insisto spesso su questo parlando degli Over the top, ma si tratta di un presupposto essenziale. Queste società hanno un fatturato solo stimabile, in quanto non forniscono i dati, che è più del doppio rispetto alla raccolta pubblicitaria sulla stampa nel nostro Paese. E la tassazione in Italia non tiene conto di questi valori. Una delle misure in manovra è la Web Tax. Soddisfatti? Ben venga una forte sensibilità sul tema. È una problematica da sviluppare con grande determinazione, soprattutto se queste risorse andranno alla modernizzazione del sistema. Richiamo, per fare un parallelo, il canone Rai in bolletta. Quelle risorse in più, frutto del contrasto all’ evasione, sono andate anche al Fondo per il pluralismo dell’ informazione. È un precedente virtuoso da replicare. Nella manovra c’ è la misura che riguarda le edicole. Come sono i rapporti con la categoria? Abbiamo un tavolo negoziale. Ci auguriamo che, anche sfruttando la liberalizzazione, si arrivi a sistemi sinergici basati sulla capillarità dell’ offerta, ma anche sulle competenze degli edicolanti. Qual è invece la situazione per i contratti di lavoro di giornalisti e poligrafici? Le trattative per il contratto dei giornalisti sono in stallo. Per quanto ci riguarda, auspichiamo che di fronte a una crisi come quella che sta colpendo il mondo dell’ editoria ci sia piena consapevolezza e responsabilità da parte di tutti i soggetti per riprendere in termini costruttivi un dialogo che si è interrotto. Per il contratto dei poligrafici è in corso un serrato confronto che ci auguriamo sia vicino a una soluzione positiva. Qual è secondo lei un modello di business per l’ editoria del futuro? Un modello sostenibile per gli editori non può basarsi su anacronistiche posizioni di arroccamento né su una contrapposizione giornali-web. Viceversa va trovato un nuovo equilibrio, mettendo al centro lettori e contenuti di qualità. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il testo dei decreti attuativi della riforma dell’ editoria: prepensionamenti, stati di crisi e contributi diretti a quotidiani e periodici
Prima Comunicazione
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Pubblicati in Gazzetta Ufficiale i due decreti attuativi della legge di riforma dell’ editoria approvata lo scorso ottobre e nella quale, denuncia il segretario generale Fnsi Lorusso, non c’ è nulla che riguarda l’ occupazione . I provvedimenti, invece, riguardano l’ incremento dei requisiti e la ridefinizione dei criteri per l’ accesso ai trattamenti di pensione di vecchiaia anticipata dei giornalisti e i nuovi criteri per il riconoscimento degli stati di crisi delle imprese editrici, il primo, e la ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, il secondo. Per quanto riguarda i nuovi criteri di accesso ai trattamenti di pensione anticipata, spiega l’ Fnsi , “il decreto stabilisce il requisito di anzianità contributiva pari a 25 anni, al posto degli attuali 18, ed estende anche ai giornalisti l’ applicazione del meccanismo di adeguamento del requisito all’ aspettativa di vita, secondo i criteri generali vigenti nell’ ordinamento pensionistico”. Inoltre “i giornalisti potranno maturare il diritto alla pensione anticipata con un anticipo massimo di cinque anni rispetto all’ età anagrafica stabilita per il diritto alla pensione di vecchiaia nel regime previdenziale dell’ Inpgi”. “Confermati, nelle disposizioni transitorie, i requisiti per l’ accesso al trattamento da parte dei giornalisti interessati da piani di crisi non ancora recepiti in sede di ministero del Lavoro: un’ anzianità contributiva pari a 25 anni interamente accreditati presso l’ Inpgi e un’ età anagrafica pari, negli anni 2017 e 2018, ad almeno 58 anni per le donne e 60 anni per gli uomini”. “Ribaditi, infine, il divieto per i giornalisti prepensionati di mantenere rapporti di collaborazione con l’ azienda e l’ obbligo per gli editori di effettuare nuove assunzioni, nel rapporto di un nuovo assunto ogni tre prepensionamenti”. “Per quanto riguarda, invece, i nuovi criteri stabiliti in materia di stati di crisi, potranno accedere alle misure di integrazione salariale straordinaria, per non più di 24 mesi in un quinquennio mobile, le imprese interessate da riorganizzazione aziendale in presenza di crisi, crisi aziendale (compresi i casi di cessazione dell’ attività produttiva dell’ azienda o di un ramo di essa anche in costanza di fallimento) e contratto di solidarietà”. “Con decreto del ministro del Lavoro, da adottare entro 60 giorni di concerto con il ministro dell’ Economia, – prosegue l’ Fnsi – saranno stabiliti i criteri per il riconoscimento delle causali della riorganizzazione aziendale in presenza di crisi e della crisi aziendale, oltre alla durata minima del periodo di sospensione o di riduzione dell’ orario di lavoro ai fini dell’ opzione per la liquidazione anticipata della pensione di vecchiaia”. “In merito, infine, alla ridefinizione della disciplina dei contributi all’ editoria, vengono specificate le tipologie di imprese che possono essere destinatarie dei contributi, con l’ esplicita esclusione delle imprese editrici di organi di informazione dei partiti e movimenti politici e sindacali e di quelle facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate”. “Rivisti anche i requisiti per l’ accesso ai contributi diretti, tra cui il regolare adempimento degli obblighi derivanti da ciascuna tipologia di contratto collettivo di lavoro, nazionale o territoriale, applicato dall’ impresa richiedente il contributo; il numero dei giornalisti dipendenti; la distribuzione, la periodicità e l’ obbligo di avere un’ edizione in formato digitale dinamico e multimediale della testata, in parallelo con l’ edizione su carta o in via esclusiva. Ulteriori, specifici requisiti sono previsti per le testate pubblicate esclusivamente in formato digitale”. “I provvedimenti entreranno in vigore il 13 giugno. Le disposizioni del decreto sui contributi alle imprese editrici si applicheranno a decorrere dal 2018. Sul sito dell’ Fnsi il link ai testi dei due provvedimenti pubblicati in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 123 del 29 maggio 2017):
Credito agevolato, tasso giù dopo tre mesi di incrementi
Il Sole 24 Ore
Alessandro Spinelli
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Si arresta a giugno la tendenza al rialzo in atto nei valori del tasso di riferimento per il credito agevolato ad industria, commercio, artigianato, editoria, industria tessile e zone sinistrate del Vajont (settore industriale), la cui misura in vigore dal primo del mese si porta sul valore di 2,38%, lo 0,10% in meno rispetto al 2,48 % mantenuto a maggio. Si tratta del primo ribasso dopo tre mesi di incrementi consecutivi nei valori del parametro, che con la presente variazione perde buona parte della crescita messa a segno in questi mesi: rispetto ai valori dello scorso dicembre l’ aumento complessivo che si registra si riduce allo 0,550 per cento. Analogo andamento presentano tutti i tassi agevolati delle leggi che dipendono dal tasso di riferimento nazionale, i quali fanno segnare una flessione rispetto ai valori massimi di periodo raggiunti lo scorso mese. Si rileva una stabilità nel tasso di riferimento comunitario da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione per concessione di incentivi a favore delle imprese. Il livello di questo indicatore resta infatti fissato sul valore dello 0,90%, (-0,10 tasso base maggiorato di 100 punti) con decorrenza dal 1° maggio 2017. Rimane invariato anche il tasso di sconto comunitario dopo l’ ultima modifica decisa dalla Bce, che ha azzerato il livello del tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’ Eurosistema, con validità a partire dall’ operazione con regolamento 16 marzo 2016. La diminuzione del valore del parametro rispetto alla precedente misura dello 0,05% è stata dello 0,05 per cento. Si rileva un andamento analogo a quello già riscontrato per il parametro di riferimento anche nell’ evoluzione dei rendimenti effettivi lordi dei titoli pubblici, che presentano anch’ essi un decremento, in questo caso di media intensità; il dato per aprile 2017 del Rendistato si fissa allo 1,407%, lo 0,095% in meno rispetto al valore di 1,502% di marzo. Rammentiamo che all’ andamento del Rendistato è direttamente legato anche il valore del tasso di riferimento di cui rappresenta la componente variabile, unitamente al valore della commissione onnicomprensiva a favore degli istituti di credito che, al contrario, resta fissa per tutto l’ anno. Indicatori finanziari nazionali Per quanto concerne, poi, gli indicatori finanziari nazionali, si segnala un incremento, sia pure di intensità minima, per il mese di maggio nell’ evoluzione dei valori medi mensili dell’ Euribor; le misure medie mensili relative all’ Euribor (Euro Interbank Offered Rate) tre mesi, tasso di riferimento per il mercato interbancario si portano infatti sul valore negativo di 0,329% per l’ indicatore a base 360 e 0,334% per quello a base 365, in entrambi i casi con una analoga variazione dello 0,001 % rispetto ai precedenti dati di aprile. Di segno opposto è invece la variazione che si segnala per la media mensile relativa all’ Euribor ad un anno, i cui valori, sempre negativi, si attestano rispettivamente allo 0,126 % per l’ indicatore a base 360 e 0,128 % per quello a base 365, anche in questo caso con la medesima diminuzione dello 0,008% rispetto ai precedenti dati registrati ad aprile. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Stampa, calo di lettori del 2,2%
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
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Continua ad accentuarsi il calo di lettori di quotidiani, settimanali e mensili: -2,2% su carta e/o versione digitale. In valori assoluti si tratta di poco più di un milione di italiani in meno, secondo i dati Audipress 2017/I confrontati con la precedente rilevazione 2016/III. In tutto i lettori sono scesi a quota 43,1 milioni (pari all’ 81,4% dell’ intera popolazione). Le fotografie passate dell’ audience segnavano sempre segni negativi ma più contenuti, procedendo a ritroso nel tempo al -1,4, -0,7, -0,9 e -1,6. Nel trend discendente globale, però, i quotidiani diminuiscono dell’ 1,2% tra carta e/o copia replica (a testate omogenee, non tenendo conto della sola Provincia di Cremona uscita dall’ ultimo monitoraggio). Nel precedente confronto indagine 2016/III vs 2016/II, il calo era del 2,1%. I settimanali arretrano ora del 3,9% (contro il precedente -2,5%) mentre i mensili sono a -5% (dal -3,2%). Quindi, i quotidiani sono stati letti o sfogliati da quasi 17,4 milioni di persone (pari al 32,8% degli italiani), i settimanali da 15 milioni (il 28,3% della popolazione della Penisola) e i mensili da 13,6 milioni (25,8%). Spostando infine l’ analisi dalla periodicità delle testate alla piattaforma di lettura (carta e/o digitale), l’ andamento della carta si conferma in linea con quello generale mentre l’ andamento delle copie replica arretra del 5% circa. L’ indagine Audipress/I è stata condotta dal 16 gennaio al 26 marzo scorso, attraverso «il nuovo impianto di indagine single source che rileva la lettura di quotidiani e periodici in un unico questionario, integrandosi con le precedenti edizioni basate su due rilevazioni distinte», hanno fatto sapere ieri con una nota dalla stessa Audipress. Inoltre «la ricerca si evolve beneficiando di una base campionaria più ampia». Tra i quotidiani, in versione carta e/o replica nel giorno medio, eccezion fatta per ItaliaOggi al +6,7% e a Quotidiano nazionale Qn-Giorno a +5,9%, non si registrano altri incrementi significativi. Avvenire progredisce di un più contenuto 0,3%, la Gazzetta dello Sport del +0,2% mentre Qn-Nazione si mantiene stabile. Diminuiscono i rispettivi lettorati Messaggero (-4,5%), Sole 24 Ore (-3,3%), Libero (-1,8%), Corriere della Sera e Qn-Resto del Carlino (entrambi -1,7%), Corriere Sport-Stadio (-1,6%), Repubblica (-1,2%), Giornale (-1,1%) e Tuttosport (-1%). Stampa e Fatto Quotidiano arginano le perdite, rispettivamente, a -0,5% e -0,3%. La top ten dei primi 10 quotidiani più letti su carta e/o digitale conferma, nell’ ordine decrescente, Gazzetta dello Sport prima, Corsera secondo e Repubblica terza. Giù dal podio Corriere Sport-Stadio, Stampa, Messaggero e Qn-Resto del Carlino. Seguono dall’ ottava posizione in poi Sole 24 Ore, Tuttosport e Qn-Nazione. Solo sulla carta, invece, confermano la tendenza generale ItaliaOggi (+8,2%) e Qn-Giorno (+5,9%). Sostanzialmente stabili Gazzetta dello Sport (+0,2%), Qn-Nazione (+0,1%) e Avvenire. Segno negativo per Messaggero (-4,9%), Corriere della Sera e Qn-Resto del Carlino (-1,9%), Fatto Quotidiano e Sole 24 Ore (-1,5%), Corriere Sport-Stadio (-1,4%), Tuttosport (-1,2%), Giornale (-0,9%), Stampa (-0,8%), Repubblica (-0,6%) e Libero (-0,5%). Le copie replica riservano alcune sorprese tra cui Avvenire che avanza del 14,3% così come il Messaggero, Qn-Resto del Carlino che progredisce dell’ 8,3%, Fatto Quotidiano e Stampa del 2%. Se Corriere della Sera, ItaliaOggi e Qn-Nazione restano stabili, Libero è a -16,7%, il Sole 24 Ore a -12,2%, il Giornale a -11,8%, Repubblica a -7,3%, Gazzetta dello Sport a -5,4%, Tuttosport a -5,3% e Corriere Sport-Stadio a -4,8%. Tra i settimanali si salvano F (+4,6% negli ultimi 7 giorni su carta e/o copia replica), Starbene (+2,8%), Confidenze tra amiche (+2,7%), Telepiù (+2,5%) e Viversani e Belli (+2,1%). Oggi lima del -0,3% e Vanity Fair del -0,1%. Tra i mensili, infine, negli ultimi 30 giorni su carta e/o copia replica, ha il segno positivo davanti Class (+1,8%) mentre il resto del segmento editoriale contrae da Amica (-6,6%) a Cosmopolitan (-14,2%), da Gq (-8,3%) a Al Volante (-10,1%), passando per Focus (-6,1%). © Riproduzione riservata.
L’ 81,4% degli italiani negli ultimi 30 giorni si è informato sulla stampa cartacea o digitale. Audipress: 1 su 3 legge quotidiani, più di 1 su 4 legge mensili e settimanali (INFOGRAFICHE E TABELLE)
Prima Comunicazione
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L’ 81,4% della popolazione italiana, dai 14 anni in su, negli ultimi 30 giorni si è informata leggendo almeno un titolo stampa, quotidiana e/o periodica, attraverso il supporto cartaceo e/o digitale. Questo il dato che emerge dall’ analisi Audipress sullo stato della lettura di quotidiani e periodici in Italia nel 2017, diffusa oggi, 31 maggio. Scarica i dati Audipress 2017/I: – TABELLA COMPLESSIVA, con i trend dei lettori, i dati relativi a quotidiani e periodici (.xls) – Leggi o scarica lo scenario con INFOGRAFICHE del consumo dei prodotti editoriali su carta o digitale (.pdf) – Leggi o scarica il comunicato (.pdf) Stando ai numeri, i quotidiani superano 26 milioni di letture ogni giorno (per 17.367.000 lettori), mentre nel comparto periodici, ogni settimana si raggiungono quasi 25 milioni di letture per le testate settimanali (per 14.990.000 lettori) e ogni mese si superano i 24 milioni di letture anche per le testate mensili (per 13.642.000 lettori). Con la ricerca, segnala la nota, Audipress presenta oggi il nuovo impianto di indagine single source, che dal gennaio 2017 rileva la lettura di quotidiani e periodici in un unico questionario, integrandosi con le precedenti edizioni basate su due rilevazioni distinte per Quotidiani e Periodici. Per l’ edizione Audipress 2017/I sono state eseguite 56.141 interviste personali su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 14 anni e oltre, condotte con il sistema CAPI Doppio Schermo, lungo un calendario di rilevazione di 37 settimane complessive, dal 4 aprile 2016 al 26 marzo 2017. Gli Istituti esecutori del field sono Doxa e Ipsos; il disegno del campione e l’ elaborazione dei dati sono stati effettuati da Doxa; i controlli sono a cura di Reply. Per ulteriori dettagli metodologici si rimanda al sito Audipress.it . Scarica i dati Audipress 2017/I: – TABELLA COMPLESSIVA, con i trend dei lettori, i dati relativi a quotidiani e periodici (.xls) – Leggi o scarica lo scenario con INFOGRAFICHE del consumo dei prodotti editoriali su carta o digitale (.pdf) – Leggi o scarica il comunicato (.pdf)
Tar, niente sospensiva sulla gara per le agenzie
Italia Oggi
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Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva sul bando di gara europeo, indetto dal governo per i servizi delle agenzie di stampa nazionali, che era stata presentata dall’ editore del Velino – la Fcs Communications – nell’ ambito del ricorso per l’ annullamento della gara. I giudici in camera di consiglio martedì scorso hanno stabilito che «non sussistono i presupposti per la concessione» della misura cautelare. Già due settimane fa il presidente della prima sezione quater del Tar del Lazio aveva respinto con un decreto la richiesta di sospensiva fissando per il 30 maggio la camera di consiglio. Tutto quindi è rinviato all’ udienza di merito sulla richiesta di annullamento. Il ricorso al Tar riguarda la gara europea per assegnare alle agenzie di stampa le convenzioni con la presidenza del consiglio dei ministri lanciata all’ inizio di maggio. Il bando è suddiviso in dieci lotti differenti, pensati per le diverse capacità produttive di agenzie grandi e piccole. Lo stanziamento complessivo è di quasi 40 milioni di euro. Le agenzie italiane si sono battute lungamente prima dell’ avvio della gara per scongiurare la procedura europea che secondo il ministro per lo sport con delega all’ editoria Luca Lotti era l’ unica via percorribile. Gli editori avevano ribadito i timori di ricadute occupazionali in Italia se il bando, e le relative risorse, fosse stato aperto alle testate straniere. «Il comparto così com’ è oggi non può reggere le sfide del futuro», aveva ribadito Lotti, che già in precedenza aveva proposto una riforma del settore, poi naufragata, che avrebbe dovuto portare alla razionalizzazione delle testate. © Riproduzione riservata.
Oggi ultimo Cda di Campo, pronto Del Brocco come dg
Il Fatto Quotidiano
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Oggi ci sarà l’ ultimo consiglio di amministrazione Rai di Antonio Campo Dall’ Orto (rinuncia alla buonuscita), che la settimana scorsa ha comunicato la volontà di dimettersi al ministero Pier Carlo Padoan (il Tesoro è azionista al 99 per cento della televisione pubblica). Non ci sarà tempo a questo punto per risolvere tutte le questioni sul tavolo (a iniziare dall’ informazione ai palinsesti). La politica, soprattutto il Pd, però, è concentrata sulla scelta del successore. Ormai sembra che Matteo Renzi e Silvio Berlusconi abbiano deciso di affidare l’ azienda per un anno a Paolo Del Brocco, attualmente amministratore delegato di Rai Cinema. A parte la legge elettorale (ancora in divenire), Del Brocco è il primo prodotto del nuovo patto del Nazareno. Di fatti, alle trattative – poi dovrà essere coinvolto il premier Gentiloni – pare abbia partecipato anche Gianni Letta, per l’ ex Cavaliere ovviamente. Con la promozione di Del Brocco, la presidente Monica Maggioni spera di ricevere le deleghe dell’ informazione. Resta ancora un piano da fare, dopo quello bocciato di Campo Dall’ Orto.
“Me la paghe-Rai”. La guerra di Viale Mazzini
Il Fatto Quotidiano
Silvia Truzzi
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Gli eventi delle ultime settimane confermano un sospetto che avevamo da tempo: la mission del servizio pubblico è la campagna elettorale. E se nelle trattative pre (per non dire di quelle post) voto ci scappa di fare qualche favorino a Mediaset, poco male. Anzi. A meno di un mese dalla presentazione dei palinsesti, la situazione interna a Viale Mazzini è più che kafkiana. Il direttore generale è dimissionario, dunque non è chiaro chi possa programmare i medesimi palinsesti. Renzi e Berlusconi (“Fuori i partiti dalla Rai!”) si sarebbero accordati sul nome di Paolo Del Brocco, attuale dg di Rai Cinema e dunque entro una settimana ci sarà la nomina. Sarà coraggioso lui ad accettare perché nei prossimi mesi, sul cadavere della Rai, si consumeranno guerre di ogni tipo. E comunque, la nomina risolverà qualcosa? Non proprio. Il piano di Antonio Campo Dall’ Orto (che oggi dovrebbe formalizzare le dimissioni in Cda) prevedeva una serie di parametri per sistemare una volta per tutte la questione del tetto ai compensi degli artisti, che teneva conto anche degli introiti pubblicitari delle trasmissioni. Così, casomai un giorno Fiorello dovesse decidere di fare uno show su Rai1 o di presentare Sanremo, si potrebbe offrigli qualcosa di più della gloria. Qualche consigliere però non è d’ accordo e vorrebbe un tetto generale massimo (probabilmente 1 milione di euro, a prescindere per esempio da quante ore di trasmissione uno fa). Se si potesse usare la parola populismo, lo faremmo. Siccome però ormai è come per fake news, cioè si porta su qualunque mise, ne utilizzeremo un’ altra meno fastidiosa: cretinismo. Si sente parlare solo dei compensi dei volti Rai, in quanto denaro pubblico. Se è questo il punto – e attenzione: giusto che ci si ponga il problema di come vengono spesi i soldi della collettività – deve valere per tutto. Le produzioni Rai sono anche cinema e fiction (talvolta davvero di alto livello, come Montalbano). Quanto costano alla Rai? Ha ragione Fabio Fazio quando dice che è inaccettabile essere considerati “un costo” perché il sottotesto nemmeno troppo celato è “rubi i soldi della comunità”. Se la televisione di Stato vuole stare sul mercato, gli artisti che lavorano lì non possono guadagnare come un operaio: è un’ ovvietà. La Rai può anche decidere di trasformarsi in qualcosa d’ altro, e allora però tutto l’ orizzonte dell’ offerta deve essere coerente (e quindi via la pubblicità, intanto). Senza dire che non sono soltanto i compensi degli artisti Rai – già dimezzati rispetto a quelli della concorrenza – a essere “soldi pubblici”. Forse è vero che qualcuno se n’ è approfittato, ma possiamo dire che l’ affermazione non riguarda anche gli stessi politici che sparano a zero sulla Rai? Quando fa comodo è la prima industria culturale del Paese, altrimenti è il paradiso dei mangia pane a tradimento. Quale credibilità ha una classe politica che sragiona in questo modo? Davvero credono che qualcuno caschi nel tranello dei “risparmi”? È giusto, specie in un momento di crisi, che tutti coloro che lavorano nel settore pubblico a certi livelli si pongano il problema morale degli sprechi. Ma allora: la Presidenza del Consiglio aveva bisogno dell’ aereo (l’ Air force Renzi) pagato 40 mila euro al giorno in leasing? E solo un esempio tra mille. L’ abbiamo già scritto: una Rai debole, senza centri decisionali autonomi, fa comodo a chi pensa di giocarsi lì il prossimo giro di giostra politico. Ma è un gioco pericoloso, specie se – come ha detto Roberto Saviano di Renzi – a condurre sono persone “ossessionate dalla Rai” ma che pretendono di apparire completamente disinteressate. “Me la paghe-Rai” è il vero motto di Viale Mazzini, occhio che tanta solerzia non si trasformi in un boomerang.
Come funziona l’ armada renziana che combatte le fake news grilline
Il Foglio
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Le urne anticipate si avvicinano e la “fabbrica digitale”, voluta da Renzi contro le fake news grilline, lavora con i motori al massimo. Da un mese, cioè da quando è stato rieletto segretario del Pd con percentuale bulgara, Renzi ha fatto scattare il piano studiato per difendersi e attaccare il M5s sul terreno cardine del consenso e del loro successo: internet e i social network. Per il leader Dem, incassato l’ accordo con Forza Italia sul proporzionale modello tedesco, è quindi il momento perfetto per scatenare l’ offensiva, scendendo a combattere il Movimento sul web, ambito che finora il Pd aveva snobbato, ritenendo quei toni urlati controproducenti nella ricerca di consensi. Invece, piaccia o meno agli elettori di centrosinistra, Renzi ha stimato che non aver adottato una strategia forte sui social per contrastare le bufale grilline durante la campagna sulle riforme sia costato tra il 5 e il 10 per cento al referendum costituzionale. Per combattere questa battaglia, virtuale nei modi ma vitale per i voti, servono però due cose: professionisti competenti sui social network e viral marketing (finora mancanti e messi insieme da Renzi con il tempo), ma soprattutto soldi. Già perché la guerra contro il M5s, per i sondaggi ancora sopra al Pd, costa un bel po’. Se per la campagna per il Sì sono stati spesi quasi 10 milioni, con pessimi risultati, stavolta Renzi sta tenendo sotto diretta sorveglianza la nuova “fabbrica digitale”, sulla quale sta dirottando importanti somme di denaro raccolte grazie ai finanziatori nei forzieri della Fondazione Open e del Pd. Questo “tesoretto” serve appunto a foraggiare l’ armata per la “guerriglia digitale” com posta da giovani e smanettoni del web, in cui ognuno ha il suo compito: c’ è il narratore che dà forma e racconta in modo avvincente le mosse politiche di Renzi e i suoi, il “megafono” sui social (Facebook in primis) e il “guastatore”, che ribatte, condiziona e orienta le discussioni sui social network. Dietro a ogni missione c’ è un gruppo organizzato, guidato da una persona. Lo storytelling, il racconto in stile americano tanto caro a Renzi, è affidato al team guidato da Simona Ercolani. L’ autri ce della trasmissione tv Sfide, un grande successo Rai basato sui racconti delle storie del grandi campioni sportivi, assieme alla sua squadra gestisce, ad esempio, i profili Facebook “In cammino” (mutuato da En Marche, dopo il successo di Macron in Francia) e “Lingotto ’17”. Tra i vari obiettivi, quello più importante è dare enfasi al racconto dei traguardi raggiunti dal governo Renzi e poi, via via, da quello di Gentiloni. La Ercolani, moglie dell’ ultra renziano Fabrizio Rondolino, è molto stimata dall’ ex premier: è stata consulente per Palazzo Chigi e con la sua società di produzione, la Stand by me, ha già ricevuto diversi incarichi, ad esempio per la realizzazione dei mini video a sostegno del Sì (mitico quello in cui Meg Ryan simula un orgasmo nel fast food di Harry ti presento Sally). C’ è poi il fronte del “megafono”, che da qualche settimana salta all’ occhio per la forma e i toni decisamente più alti. Questo fronte della battaglia digitale è capitanato dal toscano Alessio De Giorgi, già direttore del portale gay.it e abile manovratore di Facebook. E’ lui che gestisce il profilo “Matteo Renzi news”, una specie di notiziario per social network, aggiornato di continuo e tarato sui temi e le polemiche del giorno, chiaramente con un taglio più che renziano. I toni, dicevamo, vengono tenuti molto alti. E pure la forma è piuttosto “grillina”: per dare massimo risalto a ogni post vengono utilizzate le crocette (+++). Inoltre, per viralizzare e diffondere al massimo questi contenuti, sempre su Facebook vengono utilizzate formule come “Massima condivisione!!!”, “Ultim’ ora”, “Basta bufale grilline. Ecco tutta la verità”. E’ sempre il profilo gestito dal team di De Giorgi, che, in questi giorni, aveva viralizzato il fotomontaggio con Renzi e Totti e la scritta: “Orgogliosi di questa generazione, due grandi capitani”, sollevando le ironie di tanti, e pure il disconoscimento (di circostanza) dell’ ufficio stampa del Pd. Nella task force anti Grillo c’ è infine la squadra dei “guastatori”, tutti ragazzi tra i 20 e i 30 anni, forse quella più strategica. Un team che, inizialmente messo insieme da Marco Carrai, aveva già lavorato senza sosta per la campagna referendaria. A coordinarlo, oggi, c’ è il giovane Alexander Marchi, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Scandicci ed un tempo ultrà bersaniano. Il gruppo di giovani può operare da qualsiasi posto, basta una semplice connessione internet, ma come quartier generale ha gli uffici di Borgo Pinti, affittati dall’ ex premier come base fiorentina, proprio al fianco dell’ hotel Four Season dove da quando non è più premier organizza incontri a pranzo, lontano da occhi e orecchi indiscreti romani. E’ questo probabilmente il cuore della “fab brica” anti fake news grilline: i “guastato ri”, impossibile parlarci perché hanno la consegna del silenzio, creano e muovono su Facebook e Twitter profili fittizi (dietro a cui non c’ è una persona vera, ma solo un manovratore virtuale, punto chiave della strategia vincente grillina sui social) che, a colpi di post e tweet, ribattono alle bufale e agli attacchi di sostenitori e truppe virtuali del M5s. Una strategia di guerra, urlata e all’ ultimo post, finora contestata duramente dai dem. Ma le cose cambiano, anche dai nemici si cerca di prendere il meglio. Claudio Bozza.
Rai, oggi le dimissioni di Campo Dall’ Orto
Il Manifesto
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Ultimo consiglio d’ amministrazione per il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’ Orto. Nella riunione convocata oggi a viale Mazzini dalla presidente Monica Maggioni all’ ordine del giorno ci sarebbero le dimissioni del dg, che la scorsa settimana ha rimesso il mandato nelle mani del ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan. Campo Dall’ Orto dovrebbe anche annunciare di rinunciare alla buona uscita.Ora si apre la partita della successione, probabilmente toccherà a uno interno Rai. L’ assemblea dei soci dovrà trovare l’ intesa sul nome che verrà poi portato in Cda. In agenda nel cda di oggi anche approfondimenti sul tetto ai compensi artistici argomento da cui dipendono palinsesti e presentatori.
Doxa entra nel pool che rileva gli ascolti
Il Sole 24 Ore
A. Bio.
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Anche Doxa entra a far parte degli istituti di ricerca ai quali si appoggia il Tavolo editori radio, società che rappresenta il comparto nella sua totalità comprendendo emittenti pubbliche, private, commerciali e le associazioni di radio locali. Sono 16 le emittenti nazionali e 300 quelle locali che hanno aderito alla ricerca sugli ascolti della nuova società, nata per gestire le rilevazioni del comparto dopo la chiusura di Audiradio. A settembre saranno pubblicati i primi dati, con indagine Cati (telefonica) condotta da Ipsos e Gfk, sostituendo il Radiomonitor di Gfk cui ci si rifaceva per le rilevazioni dopo la fine dell’ esperienza Audiradio. Quella di Doxa sarà comunque un’ indagine parallela i cui primi dati usciranno in contemporanea con la pubblicazione dell’ indagine a cura di Ipsos e Gfk ma focalizzandosi sugli ascolti a 14-21-28 giorni. Una prima parte del campione avrà i risultati Doxa a settembre e la seconda metà nel semestre successivo. In questo modo il comparto radio avrà a disposizione altri dati e indicazioni per potersi meglio orientare in un quadro in cui a farla da padrone sono la polarizzazione (il polo di RadioMediaset si è affiancato alle radio Rai, a quelle di Gedi, a quelle di Rtl, oltre a player come Rds, Radio 24, Radio Italia), ma anche il consumo sempre più multidevice. Nel Ter, che ha preso il via ad aprile 2016, è stato poi riconfermato alla presidenza Nicola Sinisi (Rai), ed è stato cooptato nel cda Salvatore Lo Giudice del Gruppo 24 Ore al posto di Ivan Ranza. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Rai, oggi l’ ultimo cda per Campo Dall’ Orto
Il Sole 24 Ore
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Ultimo cda oggi per il direttore generale uscente della Rai, Antonio Campo Dall’ Orto. Durante la riunione il manager comunicherà la decisione di lasciare l’ azienda, dopo aver rimesso il mandato nelle mani del ministro Padoan, annunciando anche di voler rinunciare alla buonuscita. Al cda spetterà prendere atto della risoluzione contrattuale, poi, trovata l’ intesa sul successore, sarà la presidente Maggioni a convocare una nuova riunione del cda che dovrà manifestare l’ intendimento di nomina del nuovo dg, proponendo uno o una rosa di più nomi all’ azionista. L’ assembleadei soci – che può essere convocata in via ordinaria entro 15 giorni, straordinaria entro 8 o totalitaria, con soci e sindaci,entro 48 ore – formulerà poi l’ intesa sul nome del successoreche verrà poi portato in cda. Secondo indiscrezioni, potrebbe svolgersi tutto in 24 ore a metà della prossima settimana. La stretta sul nome, ai più alti livelli governativi e di partito, è attesa tra il fine settimana e lunedì. L’ ipotesi interna resta privilegiata. In pole ci sarebbero l’ ad di Rai Cinema, Paolo Dal Brocco, e Claudio Cappon.
Rai, oggi il cda per le dimissioni del d.g. Si stringe su Del Brocco come successore
Italia Oggi
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È stato fissato per oggi il consiglio di amministrazione della Rai in cui verranno formalizzate le dimissioni di Antonio Campo Dall’ Orto come si comprende dall’ ordine del giorno del cda: «Ore 10: comunicazioni del dg e del presidente della Rai». Per il suo sostituto, secondo quanto si apprende, si stringe sul nome di Paolo Del Brocco, una soluzione che sarebbe gradita ai renziani ma anche a Forza Italia. Del Brocco, attuale amministratore delegato di Rai Cinema, conosce a fondo la macchina Rai. Entrato nel 1991 a Viale Mazzini, si è occupato di pianificazione di rete per Rai 2, della gestione dei diritti, delle attività di controllo budgetario e analisi gestionale di Rai Cinemafiction. È stato nella segreteria del consiglio di amministrazione e poi in Rai Cinema fino a diventarne a.d. La partita per la successione è però ancora lunga e ci sono anche altri candidati interni in gioco. La nomina del successore di Campo Dall’ Orto non avverrà comunque prima della prossima settimana. Il d.g. la scorsa settimana aveva già rimesso il proprio mandato al ministro dell’ economia Pier Carlo Padoan (il Tesoro è azionista di larga maggioranza della Rai, con la Siae che ha lo 0,44) ma formalmente le dimissioni devono essere presentate al presidente Monica Maggioni e al cda. La decisione di lasciare è arrivata dopo che il cda della Rai aveva bocciato il piano dell’ informazione con cinque voti contrari tra i quali quello della presidente Monica Maggioni. Oggi in cda si discuterà anche della vicenda del tetto ai compensi da 240 mila euro annui, pari a quello delle pubbliche amministrazioni. Una lettera del sottosegretario Antonello Giacomelli che riportava il parere dell’ avvocatura dello stato aveva già chiarito che il tetto agli stipendi da 240 mila euro come negli enti pubblici si sarebbe potuto non applicare per le prestazioni artistiche ma in ogni caso si devono stabilire i criteri per chiarire chi debba essere considerato artista e chi invece fa un prodotto giornalistico. Nell’ ambito poi dei compensi per gli artisti, una delle soluzioni già prospettate da Campo Dall’ Orto è quella di valutare quanto una trasmissione gravi sul canone e quanto invece sulla pubblicità, concedendo ai conduttori contratti più generosi quanto più il programma sia in grado di attrarre spot. © Riproduzione riservata.
Campo Dall’ Orto lascia e rinuncia alla buonuscita
Corriere della Sera
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Ultimo cda per Antonio Campo Dall’ Orto: oggi il direttore generale uscente della Rai, dopo aver rimesso il mandato nelle mani del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, comunicherà le sue dimissioni, annunciando di voler rinunciare alla buonuscita. Il consiglio si riunirà alle 10 in Viale Mazzini. All’ ordine del giorno le comunicazioni della presidente Monica Maggioni e, appunto, del dg.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
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Internet, raccolta a +1,8% in aprile. Secondo i dati rilevati dall’ Osservatorio Fcp-Assointernet (Fcp-Federazione Concessionarie Pubblicità) in aprile il fatturato pubblicitario del mezzo internet è cresciuto dell’ 1,8% rispetto allo stesso mese dell’ anno precedente raggiungendo quota 36,6 milioni di euro. In particolare il web ha segnato un -6,8%, il mobile un +68,6%, tablet un +163,8%, smart tv/console un +345,7%. Nei primi quattro mesi dell’ anno, la raccolta complessiva è stata di 138,1 milioni di euro, in calo dell’ 1,4% rispetto al primo quadrimestre 2016. «Ad aprile l’ Osservatorio Fcp-Assointernet rileva per le concessionarie associate un fatturato con una crescita di poco inferiore al 2%», ha commentato il presidente di Fcp-Assointernet Giorgio Galantis. «Il secondo quarter si apre pertanto col segno positivo, seppur in presenza di una congiuntura che per il mercato degli investimenti pubblicitari conferma un avvio d’ anno impegnativo. Il dato progressivo segna di conseguenza una riduzione della flessione rispetto al 2016, contenuta al -1,4%. Gli incrementi maggiori si registrano, coerentemente con un trend ormai consolidato, nell’ area del mobile: +87,0% nei primi quattro mesi, con un’ incidenza sul totale che passa dall’ 8,0% al 15,1%». Il Messaggero aumenta il prezzo a 1,4 euro. Da oggi il quotidiano Il Messaggero aumenta il suo prezzo di vendita in edicola da 1,2 a 1,4 euro. El Mundo, Rosell nuovo direttore. Ancora un nuovo direttore per El Mundo. Il consiglio di amministrazione del gruppo Unidad Editorial, di proprietà di Rcs Media Group, ha nominato Francisco Rosell alla guida del quotidiano in sostituzione di Pedro Garcia Cuartango, in carica dal maggio 2016 con il compito di traghettare il giornale nella trasformazione digitale. Si tratta del quinto direttore dal 2014. Dopo l’ uscita di scena dello storico direttore Pedro J. Ramirez tre anni fa, infatti, El Mundo è stato diretto prima da Casimiro Garcia-Abadillo e poi da David Jimenez. Rapporto Video Industry di Eutelsat: l’ Ultra Hd nell’ agenda del 66% degli operatori. Il satellite costituisce la piattaforma ideale per la televisione in Ultra Hd, il formato che permette un netto incremento della qualità tecnica delle immagini. Ad affermarlo è l’ ultimo rapporto Video Industry di Eutelsat, sondaggio condotto tra gli addetti ai lavori del settore audiovisivo di 38 paesi. Secondo il 42% degli intervistati, la tecnologia satellitare risulta maggiormente idonea a veicolare quella che viene definita la televisione del futuro. Una visione, rileva Eutelsat in una nota, che riflette le note caratteristiche tecniche del satellite: ampiezza di banda, copertura uniforme del territorio e qualità costante del segnale indipendentemente dal numero di utenti connessi nello stesso momento. Tutte peculiarità che risultano fondamentali nel caso di segnali esigenti come quelli dell’ Ultra Hd. L’ indagine analizza inoltre i modelli di business al vaglio dei player del comparto per sfruttare al meglio l’ esperienza immersiva consentita dall’ Ultra Hd. Un canale lineare a pagamento via broadcast oppure un servizio via streaming si piazzano in pole: due opzioni considerate valide dalla stragrande maggioranza degli intervistati (intorno al 90%) nell’ arco dei prossimi tre anni quando anche il digitale televisivo terrestre viene giudicato fattibile (44%). Segnalando la necessità di incrementare i contenuti Ultra Hd attualmente a disposizione, lo studio ricorda che tale tecnologia è nell’ agenda del 66% degli operatori mondiali coinvolti nell’ indagine. Sempre a livello globale, attualmente si contano in tutto 42 canali Ultra Hd via satellite (su 84 totali). Entro il 2025, conclude l’ indagine, si prevedono ben 785 servizi del genere trasmessi dallo spazio. Con The Equalizer per la prima volta Rai4 supera 1 milione di spettatori. Per la prima volta nella sua storia, martedì Rai4 ha superato il milione di ascolto medio grazie al film di prima serata The Equalizer, che ha totalizzato 1 milione 41 mila spettatori e il 4,6% di share. Il precedente record apparteneva alla telecronaca della Gialappa’ s per Italia-Spagna dell’ Europeo del 27 giugno 2016 con 951 mila ascoltatori e il 4,3% di share. Diversity Media Awards 2017, J-Ax personaggio dell’ anno. È J-Ax il Personaggio dell’ anno dei Diversity Media Awards 2017. Il rapper milanese succede a Laura Pausini, vincitrice dello scorso anno. La serata, che si è svolta lunedì sera a Milano, andrà in onda giovedì 7 giugno alle 21.10 su Real Time e ha premiato media (tv, radio, web, cinema, pubblicità, stampa, tg) e personaggi che nel 2016 hanno contribuito a una rappresentazione valorizzante delle persone e delle tematiche Lgbti. Tra i vincitori delle altre categorie dei Dma 2017 ci sono Lodovica Comello come Influencer dell’ anno, Perfetti sconosciuti come Miglior film, Un medico in famiglia come Miglior serie italiana, Modern Family come Miglior serie straniera, Stato civile come Miglior programma tv, Il ruggito del coniglio come Miglior programma radiofonico, Smemoranda (Liberi di amare) come Miglior pubblicità. Per il mondo dell’ informazione hanno vinto Marie Claire come Miglior articolo di costume («Vi sembra possibile essere adottati dalla mamma?», di Anna Alberti), La Repubblica come Miglior articolo di informazione «A casa di Ed e Nichi. Siamo fuggiti in Canada per garantire futuro e diritti a nostro figlio Tobia», di Francesco Merlo) e il Tg1 come Miglior TG (per il servizio «Da oggi le unioni civili sono legge dello Stato, le reazioni a caldo del mondo Arcobaleno», di Isabella Schiavone). A Orange is the New Black (Netflix) è andato il Premio Media Young.
Il New York Times: bonus ai redattori che vanno via
La Stampa
R. E.
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La crisi dell’ editoria colpisce anche il New York Times. Il quotidiano americano, per ridurre il numero di redattori, ha deciso di offrire delle buonuscite «che includono» una componente in contanti apparentemente allettante. Il gruppo editoriale è disposto ad accettare richieste ma pronto a negarle «alle persone il cui talento o competenze sono indispensabili in questo momento cruciale della storia» del gruppo stesso. In un documento depositato presso la Sec, la Consob Usa, l’ azienda spiega di aspettarsi oneri di circa 17-23 milioni di dollari di cui 17 milioni nel secondo trimestre del 2017 e il resto nei tre mesi successivi. Dalla misura sono escluse le attività video e grafiche, segno di come il Times punti sul giornalismo visuale. Nella lettera allo staff il direttore del giornale, Dean Baquet, si dice convinto che con il cambiamento del business dell’ informazione «in molti siano arrivati a credere che ci sono troppi redattori che lavorano sulle stesse storie, specialmente su notizie di copertura di routine». Ciò «costa e ci rallenta». [r. e.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.