Indice Articoli
- Chessidice in viale dell’ Editoria
- Querelle Sky-Rai sui diritti tv
- Stampa, tregua nel calo di lettori
- Class Editori, pubblicità a +2%
- Addio a Marisa Monti Riffeser, presidente della Poligrafici Editoriale
- Dati Audipress 2018/III
- A Feltrinelli il controllo di Scuola Holden
- «Facebook ha violato il diritto d’ autore»
- Così gli editori potranno difendere il «copyright»
- Mediaset batte Facebook: violato il diritto d’ autore
- Il valzer delle edicole: chi apre e chi chiude
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
link
De Benedetti: Gedi non può comprare il Sole, la legge lo impedisce. Interpellato in merito al possibile interesse di Gedi per il Sole 24 Ore, che negli ultimi giorni in Borsa ha registrato un rally a due cifre, il presidente Marco De Benedetti ha ricordato che «c’ è una norma» di legge sull’ editoria «che limita al 20% le copie di giornali (ossia il tetto per ogni singolo editore, ndr) e il nostro gruppo è già a quel livello». Rcs, de Bortoli auspica ritorno al gruppo della sede di via Solferino. L’ ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, auspica che Rcs possa tornare in possesso della sua sede storica di via Solferino, ceduta al fondo Blackstone dalla precedente gestione della storica casa editrice milanese. «Io ero contrario alla svendita del palazzo di via Solferino e lo dissi in un cda agli azionisti dell’ epoca», ha ricordato il giornalista. «Ritenevo sbagliato che il Corriere della Sera lasciasse la sede di via Solferino che fa parte del proprio marchio. Mi auguro che possa tornare nella proprietà del Corriere della Sera». La cessione del quadrilatero Solferino-Moscova-San Marco-Balzan era stata effettuata nel 2013 per un corrispettivo di 120 milioni di euro messi sul piatto dal fondo statunitense Blackstone. L’ attuale patron di Rcs Urbano Cairo ha promosso una causa per chiedere la nullità della cessione. In particolare, l’ editore lamenta il fatto che la vendita degli asset venne condotta a termine in un momento di particolare tensione finanziaria per Rcs, indebitata allora per quasi 0,5 miliardi nei confronti del sistema bancario. Il Tirreno, sito al restyling. È online il nuovo sito del quotidiano toscano del gruppo Gedi, che diventa più chiaro da leggere e dedica più spazio all’ informazione sia locale che nazionale. Tra le novità anche una selezione di notizie riservate agli abbonati.
Querelle Sky-Rai sui diritti tv
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
link
Anche nell’ assegnazione dei diritti tv del calcio la certezza del diritto sta andando a farsi benedire. Ci sono le scaramucce tra Rai e Sky circa il pacchetto da 15 match di Champions league in chiaro (più la finale di Supercoppa europea) di cui il servizio pubblico ritiene di avere i diritti anche per le prossime due stagioni (pagando circa 40 milioni di euro all’ anno). Sky, invece, considera decaduto quel contratto. E via polemiche e carte bollate. C’ è anche la Lega Pro di calcio, che sta facendo distribuire il suo canale Serie C in modalità pay alla piattaforma Eleven Sports. Ma che, al termine di questa stagione, secondo alcune fonti accreditate, potrebbe avere già voglia di uscire dal contratto (in scadenza, invece, a giugno 2023) per i numerosi problemi riscontrati da Eleven Sports in Italia (se ne è appena andato anche il country manager Giuliano Giorgetti, passato a lavorare alla Fifa). Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, sottolinea comunque come il tema «ora non sia all’ ordine del giorno». Tuttavia, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, la Serie C, nel caso di uscita dal contratto con Eleven Sports, potrebbe far distribuire il canale in modalità pay su Dazn, piattaforma che già trasmette tutta la Serie B e tre match a turno di Serie A. Due partite di Serie C a turno sono invece diffuse in chiaro su Rai e Sportitalia. Tornando alla questione Rai-Sky, il conflitto nasce da lontano. Perché la piattaforma a pagamento controllata da Comcast, una volta acquisiti i diritti della Champions league 2018-2021, aveva deciso di accordarsi con Rai per il match in chiaro del mercoledì stagione 2018-2019 ben prima di concludere l’ intesa quadro con Mediaset: intesa che, a partire dalla primavera 2018, ha visto lo sbarco di tutti i canali di Premium su Sky, poi l’ acquisizione da parte di Sky della piattaforma tecnologica Premium, e, infine, nel gennaio 2019, l’ arrivo su Sky di tutti i canali Mediaset, sia i tre generalisti, sia tutti gli altri nuovi nati sul digitale terrestre. Una alleanza molto stretta, che ha tagliato fuori la Rai. Al punto che, già dal settembre 2018, Rai 4 è uscita dalla piattaforma Sky. Si sono quindi aperti due fronti di tensione tra Rai e Sky. Da un lato Sky chiede a Rai di poter ospitare sulla sua piattaforma tutti i canali Rai, sia quelli generalisti, sia quelli del digitale terrestre. Ma per accogliere questa richiesta, Rai pretende il pagamento dei diritti di ritrasmissione, e potrebbe chiudere l’ intesa dietro il versamento di 25 milioni di euro all’ anno. Dall’ altro lato, Rai, a fine gennaio 2019, ha esercitato l’ opzione che Sky le aveva precedentemente concesso per il rinnovo automatico per il prossimo biennio 2019-2020 e 2020-2021 dell’ intesa sulla Champions, che le dà diritto a trasmettere in chiaro la miglior partita del turno del mercoledì, per un totale di 15 match a stagione (sei dei gironi, quattro ottavi di finale, due quarti di finale, le due semifinali e la finale), che poi diventano 16 con la Supercoppa europea fissata in agosto. Secondo Sky, però, l’ accordo è decaduto, poiché il diritto di opzione era condizionato al fatto che Sky Italia, nel triennio 2018-2021, avesse diritti tv Serie A pari al triennio precedente. Ma con le tre partite a turno acquisite invece da Dazn, la condizione non si è verificata. E quindi Sky prova a riaprire un tavolo di discussione, nel tentativo di spuntare un prezzo migliorativo rispetto ai 40 milioni di euro all’ anno. Tutto è in mano ai legali delle parti, e in Rai sono piuttosto convinti delle loro ragioni. Mediaset, nel frattempo, sta alla finestra. E non è detto abbia tutta questa voglia di Champions a quei prezzi, tenuto conto pure di come si è comportata nell’ asta per i diritti tv 2018-2021 della Coppa Italia, lasciati alla Rai. Sul tema Eleven Sports (la piattaforma ott controllata da Aser Media, a sua volta parte della holding Aser, che fa riferimento ad Andrea Radrizzani e che, tra le sue varie attività, ha anche il 100% della squadra di calcio e dello stadio del Leeds United), ci sono problemi di cassa che hanno portato a una grande crisi nel Regno Unito. Restituiti i diritti dei combattimenti Ufc, della Serie A di calcio e della Eredisie di calcio olandese, dal 1° marzo Eleven Sports trasmetterà solo la Liga spagnola in Gran Bretagna, con un abbonamento che scende a 4,99 sterline al mese (prima era di 5,99). Pure in Italia, come detto, gli affari non decollano, con ritardi nei pagamenti e ricavi che languono. © Riproduzione riservata.
Stampa, tregua nel calo di lettori
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
link
Non succedeva da 4 anni: quotidiani, settimanali e mensili chiudono, tutti, il 2018 con un pubblico di lettori in aumento, sommando sia le copie cartacee sia quelle digitali replica. Complessivamente la crescita è dello 0,7% mentre, per singola periodicità, i quotidiani ampliano la loro audience di un positivo seppur contenuto 0,2%, i settimanali del +1,2% e i mensili del +0,6%, secondo le rilevazioni Audipress 2018/III condotte tra il 10 settembre e il 9 dicembre, rispetto alla precedente tornata d’ indagini (Audipress 2018/II), condotta dal 9 aprile fino al 15 luglio. Andando indietro nel tempo, intervallo di tempo per intervallo di tempo (il primo monitorato è stato tra il 15 gennaio e il 31 marzo 2018), i quotidiani avevano perso l’ 1,9% e l’ 1,1%, i settimanali l’ 1,8% e il 2,1%; infine i mensili sono scesi costantemente del 2,3%. In tutto, adesso, il bacino di riferimento (tra copie cartacee e le copie replica in digitale) sfiora i 40,2 milioni d’ italiani di cui 16,3 milioni si sono informati tramite un quotidiano, 13,6 milioni con un settimanale e quasi 12 milioni sfogliando un mensile (i diversi target possono sovrapporsi). Nel dettaglio, tra i quotidiani non mancano quelli col segno negativo davanti, nonostante il trend rialzista generale. Così Quotidiano nazionale Qn-Nazione contrae del 9,4%, Avvenire del 2,1%, Giornale dell’ 1,7%, Libero e Messaggero entrambi dello 0,6%. Stabili Repubblica (+0,3%) e Corriere Sport-Stadio stabile (+0,1%). Hanno invece il segno positivo davanti Quotidiano nazionale Qn-Giorno a +7,5%, Tuttosport a +6,4%, Fatto Quotidiano a +4,4%, Stampa a +3,5%, Gazzetta dello Sport a +3,3%, Sole 24 Ore a +1,9%, Corriere della Sera a +1,6% e Quotidiano nazionale Qn-Resto del Carlino a +0,9%. A fronte di queste variazioni, non cambia la classifica a 10 dei quotidiani più letti: prima incontrastata resta la Gazzetta dello Sport, seguita dal Corriere della Sera e da Quotidiano nazionale Qn (dorso sinergico di Giorno, Nazione e Resto del Carlino) che, sommando le sue testate locali, supera i 1,9 milioni di lettori. Giù dal podio si posizionano Repubblica, Corriere dello Sport-Stadio ma, questa volta, la Stampa è sesta sopravanzando di una posizione il Messaggero (settimo). Si tratta, comunque, di un valzer periodico tra i due giornali, distanziati oggi da 17 mila lettori (nella precedente rilevazioni erano 25 mila). Chiudono il ranking Tuttosport, Sole 24 Ore e, decimo, il Mattino. Considerando l’ andamento dei lettori della sola edizione cartacea, si confermano trasversalmente gli andamenti generali, anche se dallo spaccato emerge l’ importanza più o meno accentuata delle copie replica digitali nelle abitudini dei lettori. Per esempio, il Fatto Quotidiano cresce anche sulla sola carta, ma di un più ridotto 2,8%, rispetto all’ iniziale +4,4%. O viceversa il Messaggero passa in terreno positivo (limitato però a un +0,2%) dal precedente -0,6%. Caso a parte il Corriere Sport-Stadio che cambia il segno davanti, ora a -0,1%, partendo specularmente da un complessivo +0,1%. Nel quadro complessivo, infine, continuano a perdere lettori Qn-Nazione (-9,6%), Giornale (-3,3%), Avvenire (-2,6%) e Libero (-1,8%). Trend opposto per Qn-Giorno su del 6,7%, Tuttosport del 5,7%, Stampa del 3,9%, Sole 24 Ore del 3,7%, Gazzetta dello Sport del 2,7%, Corriere della Sera del 2,1%, Qn-Resto del Carlino dello 0,5% e Repubblica dello 0,2%.
Class Editori, pubblicità a +2%
Italia Oggi
GIOVANNI GALLI
link
Cresce del 2% nel 2018 la raccolta pubblicitaria sui media di Class Editori da parte di Class PI, la concessionaria per i mezzi della casa editrice, a perimetro omogeneo. Il dato evidenzia un trend migliore rispetto a quello registrato dal mercato nel suo complesso (Nielsen, gennaio-dicembre, -0,2%, senza Ott). Nel medesimo periodo, raddoppia la percentuale (+4%) di crescita se consideriamo solamente la commerciale di Class Editori, a conferma della vivacità dell’ attività svolta nel 2018. Per quanto riguarda la carta stampata (quotidiani e periodici) il trend è positivo per la pubblicità commerciale (+2,7%) rispetto al mercato che flette quasi del 7%; anche a livello di totale tipologie, la casa editrice conferma una performance (-0,9%) nettamente migliore rispetto a quella del mercato (-7%): il trend è evidente sia per i quotidiani, in calo dell’ 1,1% rispetto alla perdita totale del 6,3% del mercato, che per i periodici, che hanno concluso l’ anno in pareggio (-0,2%) rispetto al calo dell’ 8,3% subito dal mercato. Per quanto riguarda i quotidiani, la pubblicità commerciale ha registrato un aumento del 4% rispetto al calo del -4,9% del mercato. Fra i fattori che hanno favorito questa crescita, lo sviluppo dei Dossier e le iniziative avviate nel corso dell’ anno che, partendo dalla carta stampata, hanno coinvolto le aziende in percorsi di comunicazione multimediale a sostegno del posizionamento e della reputation di marca. Tra queste, Milano Marketing Festival, Milano Finanza Digital Experience Week. Queste iniziative continueranno nel 2019 con importanti attività collegate anche a Gambero Rosso, entrato a far parte del gruppo nel corso del 2018. Tra i periodici, da segnalare il risultato ottenuto dal sistema Gentleman, con le sue otto special editions, che, nelle sue diverse declinazioni, ha conquistato nuovi clienti con una crescita del fatturato del 10% posizionandosi al vertice del suo segmento di mercato. Da sottolineare l’ apprezzamento del mercato per i diversi e prestigiosi libri, vere icone che hanno accompagnato iniziative ed eventi del 2018 e che tanto hanno contribuito al risultato della casa editrice riguardanti paesi come la Cina, il fashion e i prodotti. Fra i mezzi che hanno contribuito al trend positivo si evidenzia la Go Tv di Telesia, secondo media di Class Editori, con un aumento dell’ 8%. È stata molto apprezzata dal mercato l’ introduzione della nuova tecnologia di post-analisi, WeCounter®, che consente di calcolare minuto per minuto le audience presenti negli ambienti coperti dal mezzo, in prossimità di ogni schermo. Di rilievo anche il risultato ottenuto dal canale Class Cnbc, che per il quarto anno consecutivo ha registrato una chiusura positiva (+8% nel 2018). Il risultato è stato raggiunto grazie al crescente apprezzamento delle Creative e ad un allargamento del mix merceologico. Positiva anche la raccolta sul web (+3%). Fra gli elementi che hanno contribuito al risultato, il restyling dei siti di MF Fashion (www.mffashion.com) e di ItaliaOggi (www.italiaoggi.it) oltre al crescente apprezzamento delle soluzioni che integrano carta e digital. © Riproduzione riservata.
Addio a Marisa Monti Riffeser, presidente della Poligrafici Editoriale
Prima Comunicazione
link
Maria Luisa (Marisa per tutti) Monti Riffeser se n’ e’ andata. Aveva ottantantotto anni e lascia scoperta la presidenza della Poligrafici editoriale, la società che pubblica Il Resto del Carlino, La Nazione, il Giorno e Il Telegrafo. Nel 1994 era succeduta al padre, Attilio (soprannominato Artiglio) petroliere (iniziando con la Sarom), industriale (zuccherifici Eridania) e grandi capacita’ politiche, che aveva fondato la casa editrice acquistando testate di peso in Emilia e Toscana e anche il Tempo a Roma, sempre al centro di feroci polemiche per le sue posizioni destrorse in regioni a larga maggioranza di sinistra. Eppure i suoi quotidiani prosperavano. Marisa Riffeser, romagnola, simpatica, intelligente e tenace ha saputo gestire l’ eredita’ paterna con il figlio Andrea alla gestione del gruppo editoriale, riservandosi il ruolo di diplomatica e di portabandiera del nome della famiglia. Si occupava anche di moda con la griffe Monriff, specializzata in accessori e abbigliamento per l’ equitazione che ha sempre amato e praticato. Una sua grande passione e’ stato restaurare, e farne un centro di turismo di alto livello, il Borgo La Bagnaia, una sterminata tenuta a pochi chilometri da Siena, diventato anche luogo di incontro annuale e poi biennale del mondo editoriale nazionale e internazionale per l’ evento ‘Crescere tra le righe’, organizzato dall’ Osservatorio Permanente Giovani-Editori con la regia di Andrea Ceccherini. A Bagnaia si tiene il Premio Arte e Cultura La Bagnaia, promosso dall’ Associazione Culturale Attilio Monti di cui Marisa Riffeser era il motore.
Dati Audipress 2018/III
Prima Comunicazione
link
Ogni mese sono più di 40 milioni (40,2) gli italiani che scelgono di fruire di contenuti attraverso i titoli stampa su carta e/o digitale. Lo dice la nuova rilevazione Audipress, la terza del 2018. La prima è stata ad aprile, la seconda a luglio 2018. Scarica i dati Audipress 2018/III: – TABELLA COMPLESSIVA, con i trend dei lettori, i dati relativi a quotidiani e periodici (.xlsx) – Infografica riassuntiva (.pdf) – Leggi o scarica il comunicato (.pdf) I nuovi dati Audipress 2018/III, approvati oggi dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Ernesto Mauri, mostrano segnali positivi, registrando – a parità di testate considerate – un incremento dello 0.7% nei lettori della stampa nel complesso, con variazioni positive nei tre comparti: quotidiani + 0.2%, settimanali +1.2%, mensili +0.6%. Questa è un’ importante inversione di tendenza dopo 4 anni di flessione. Nello scenario del consumo dei prodotti editoriali su carta o digitale, così come pubblicato dalla ricerca Audipress, la stampa si conferma dunque una risorsa importante per più di 40 milioni di italiani, che scelgono ogni mese contenuti di qualità attraverso la lettura delle principali testate. In un giorno medio, il 30.8% degli italiani (16.334.000 lettori) accede all’ informazione attraverso la lettura di un quotidiano, superando ogni giorno 24 milioni di letture, con una quota predominante di letture (2 su 3) che si mantengono a frequenza alta, a testimonianza di un’ effettività di consumo regolare. Nel comparto periodici, ogni settimana si raggiungono quasi 23 milioni di letture per le testate settimanali (per 13.599.000 lettori, cioè il 25.7% degli adulti + 14 anni) e ogni mese si raggiungono quasi 20 milioni di letture per le testate mensili (per 11.990.000 lettori, il 22.6% degli italiani). Qui di seguito invece i comportamenti di lettura degli italiani per quotidiani, settimanali e mensili, suddivisi per giorno medio, ultimi 7 giorni e ultimi 30 giorni. I dati Audipress 2018/III sono il risultato dell’ indagine ufficiale per la lettura della stampa quotidiana e periodica in Italia, che consente di tracciare il profilo sociodemografico dei lettori e i loro comportamenti di lettura, permettendo di cogliere le caratteristiche proprie di ciascun segmento editoriale e dei vari target di popolazione. Su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 14 anni e oltre, per questa edizione sono state eseguite 39.206 interviste personali, condotte con il sistema CAPI Doppio Schermo, lungo un calendario di rilevazione di 38 settimane complessive, dal 15 gennaio 2018 al 9 dicembre 2018. Gli Istituti esecutori del field sono Doxa ed Ipsos; il disegno del campione e l’ elaborazione dei dati sono stati effettuati da Doxa; i controlli sono a cura di Reply. Ulteriori elaborazioni da nastro di pianificazione sono effettuate da Media Consultants, Memis, MediaSoft e recentemente Nielsen. Per ulteriori dettagli metodologici si rimanda al sito www.audipress.it. Scarica i dati Audipress 2018/III: – TABELLA COMPLESSIVA, con i trend dei lettori, i dati relativi a quotidiani e periodici (.xlsx) – Infografica riassuntiva (.pdf) – Leggi o scarica il comunicato (.pdf)
A Feltrinelli il controllo di Scuola Holden
Il Sole 24 Ore
link
Il gruppo Feltrinelli rileva il controllo della Scuola Holden di Torino presieduta dallo scrittore Alessandro Baricco. Feltrinelli sale dal 31,5 al 51,5% del capitale, i soci storici mantengono una partecipazione: Eataly con il 16%, Andrea Guerra con il 7% e Baricco con il 25,5%. Il cda della scuola sarà presieduto da Carlo Feltrinelli, Baricco manterrà la presidenza della scuola e Savina Letizia Neirotti continuerà a ricoprire il ruolo di ad con il supporto del direttore operativo Marco Quartana.
«Facebook ha violato il diritto d’ autore»
Corriere della Sera
Fulvio Fiano
link
roma Mediaset batte Facebook in una causa civile dal valore che la stessa azienda di Cologno Monzese definisce «modesto» ma che ha conseguenze potenzialmente enormi nel mondo dei social network. Per la prima volta, infatti, un giudice italiano (il Tribunale di Roma) ha ritenuto illegittimi i link ai cosiddetti «contenuti esterni» non autorizzati. La sentenza riconosce la violazione del diritto d’ autore ed è destinata a fare giurisprudenza. Materia del contendere era una pagina Facebook dedicata a Kilari, cartone animato per adolescenti trasmesso da Italia 1. Aperta nel 2012 da anonimi fan della ragazzina protagonista della serie, la pagina ospitava fino a ieri anche alcuni link a episodi, o parte di essi, sui quali vige il copyright e che venivano caricati senza autorizzazione su YouTube. Altri link contenevano insulti e commenti denigratori sull’ interprete della sigla della serie animata, dai quali è scaturita, nello stesso dispositivo del giudice, una ulteriore condanna per diffamazione sempre a carico del social network. Prima di rivolgersi al tribunale, Mediaset aveva chiesto inutilmente a Facebook, attraverso «numerose diffide», di rimuovere contenuti e link sotto accusa. Ieri la sentenza: «La prima – sottolineano da Mediaset – a riconoscere in Italia la responsabilità di un social network per una violazione avvenuta anche solo attraverso il cosiddetto “linking”, ovvero la pubblicazione di link a pagine esterne alla propria piattaforma, recependo in questo modo anche da noi l’ ormai consolidata giurisprudenza europea in materia di violazioni del copyright». La risposta del social network arriva attraverso una nota di un portavoce: «Facebook prende molto seriamente la difesa del diritto d’ autore. Negli ultimi anni abbiamo investito molte risorse per sviluppare numerose funzionalità e strumenti per aiutare i detentori di diritti a proteggere la loro proprietà intellettuale. Tra questi, canali di segnalazione dedicati, team che operano 24 ore su 24 e sette giorni su sette per rivedere le segnalazioni, strumenti sofisticati per identificare i contenuti protetti da copyright ancor prima che vengano segnalati. Continueremo a investire in nuovi strumenti a tutela del diritto d’ autore». Nella difesa dei suoi contenuti, Mediaset vanta due precedenti assimilabili. Il primo, un contenzioso con YouTube durato otto anni e risolto per vie extragiudiziali nel 2015. Il secondo, di un mese fa, quando la piattaforma Vimeo è stata condannata – ancora da un giudice del Tribunale di Roma – a sborsare 8,5 milioni a Rti, società del gruppo, per la pubblicazione e la mancata rimozione di video tratti da programmi tv coperti da diritto d’ autore. La sentenza di condanna a Facebook arriva nel giorno in cui gli Stati membri della Ue, col voto contrario di Italia, Olanda, Polonia, Lussemburgo e Finlandia, hanno approvato la riforma europea del diritto d’ autore, accogliendo le richieste in questo senso degli editori. In sostanza si prevede che i diritti e gli obblighi derivati dal copyright si applichino anche a Internet. YouTube, Facebook e Google News sono tra le aziende più direttamente interessate. «Pensiamo che la direttiva, nella sua forma attuale, sia un passo indietro per il mercato unico digitale piuttosto che un progresso», hanno scritto in un documento comune i rappresentanti dei cinque Paesi contrari.
Così gli editori potranno difendere il «copyright»
Il Giornale
CC
link
«Con la sentenza numero 3512/2019 del Tribunale di Roma, i giudici hanno condannato il colosso social americano sia per violazione del diritto di autore, sia per diffamazione perché al video sono stati pubblicati commenti volgari, segnalati e mai cancellati per circa due anni», spiegano gli avvocati di Mediaset, Stefano Previti e Alessandro La Rosa. Il giudice ha condannato il gruppo di Zuckerberg a risarcire la cantante con 15mila euro, e la controllata di Mediaset, Rti, con 15.595 euro (più gli interessi legali). L’ importanza di questa sentenza va però al di là dell’ entità dei risarcimenti perché apre un precedente che potrebbe condizionare le norme future sulla protezione del copyright sul web e sui social. Lo scorso 13 febbraio, Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno infatti trovato un accordo sulla riforma del copyright il cui obiettivo è quello di conferire ai titolari dei diritti (artisti, musicisti ed editori) un potere contrattuale migliore per esigere il pagamento da servizi internet gratuiti come piattaforme e motori di ricerca, per citarne uno su tutti Google. Ne è seguita una guerra tra gli editori e i creativi da una parte che vogliono essere meglio retribuiti e i giganti digitali dall’ altra. Nel caso della carta stampata, la condivisione di frammenti di articoli non sarà soggetta al diritto d’ autore. Tuttavia, l’ accordo contiene anche misure per evitare che gli aggregatori di notizie abusino di questa concessione. Il cosiddetto «snippet» (ritaglio), potrà quindi continuare ad apparire nella sezione notizie di Google News, ad esempio, o ad essere condiviso su Facebook, a condizione che il testo sia molto breve. «La responsabilità del provider nell’ uso illecito dei contenuti nasce dalle segnalazioni. Se nonostante le diffide i video o gli articoli non vengono rimossi, bisogna far partire le vertenze legali», aggiungono i due avvocati. CC.
Mediaset batte Facebook: violato il diritto d’ autore
Il Giornale
link
Mediaset vince la causa contro Facebook. Il colosso di Mark Zuckerberg per la prima volta in Italia, è stato condannato da un tribunale (quello di Roma) per violazione del diritto d’ autore e per diffamazione, illeciti commessi ospitando link non autorizzati sulle pagine della propria piattaforma. Un contenzioso «dal valore economico modesto», sottolinea Cologno Monzese, che segna però una svolta nella giurisprudenza italiana: per la prima volta, infatti, un giudice ha ritenuto illegittimi i link a contenuti esterni non autorizzati, anticipando in un certo senso la riforma Ue del copyright. Tanto che il titolo del Biscione festeggia in Borsa con un +2,7 per cento. I fatti risalgono al 2012 quando utenti anonimi aprono una pagina Facebook dedicata a un cartoon trasmesso da Italia Uno, «Kilari». Alcuni link della pagina conducevano da un lato a contenuti tutelati da diritto d’ autore illecitamente caricati su Youtube, dall’ altro a pesanti insulti e commenti denigratori indirizzati all’ interprete della sigla della serie animata, Valentina Ponzone. A due anni dalla diffida Facebook non ha rimosso i contenuti e i link incriminati costringendo Mediaset a ricorrere alla magistratura. Il giudice ha riconosciuto la responsabilità di un social network per una violazione avvenuta anche solo attraverso il cosiddetto «linking», ovvero la pubblicazione di link a pagine esterne alla propria piattaforma, recependo in questo modo anche da noi l’ ormai consolidata giurisprudenza europea in materia di violazioni del copyright». Il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi ha definito il contenzioso «cruciale nei principi che intendeva tutelare e dai risvolti delicati per il precedente che crea». Auspicando che «la direttiva europea sul diritto d’ autore nel digitale venga approvata per dare un quadro definitivo alla difesa dei contenuti, frutto dell’ ingegno e della creatività degli editori». Il pacchetto deve ricevere il via libera dai 28 Paesi membri entro aprile e dalla stessa assemblea parlamentare in plenaria, prima delle elezioni di maggio. Un fronte che vede da tempo in prima linea la società di Cologno Monzese, protagonista di diverse sfide in tribunale con i big del web e portali come YouTube (dopo un contenzioso di quasi otto anni si è arrivati nel 2015 a una soluzione extragiudiziale), Italia On Line, Dailymotion, Vimeo. Quest’ ultima piattaforma il 10 gennaio scorso è stata condannata dallo stesso tribunale di Roma a sborsare 8,5 milioni alla controllata Rti per la pubblicazione e la mancata rimozione di video tratti da programmi tv coperti da diritto d’ autore. Con la sentenza, l’ autorità giudiziaria ha sancito la natura di hosting attivo di Vimeo, in tutto assimilabile – si legge nel dispositivo – a un servizio di video on demand. Una tecnologia che, secondo il giudice, consente di individuare, nell’ ambito del materiale presente sulla piattaforma digitale, quello corrispondente ad un determinato contenuto illecito. Vimeo dovrà quindi impedire nuovi caricamenti di contenuti non autorizzati, pena una sanzione di 1.000 euro per ogni singola violazione e una penale di 500 euro per ogni giorno di ritardo nella rimozione. Ieri, intanto, un portavoce di Facebook ha dichiarato che il social network «prende molto seriamente la difesa del diritto d’ autore» ricordando che negli ultimi anni ha investito molte risorse per «aiutare i detentori di diritti a proteggere la loro proprietà intellettuale». Tra questi, «canali di segnalazione dedicati, team che operano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per rivedere le segnalazioni e strumenti sofisticati per identificare i contenuti protetti da copyright ancor prima che vengano segnalati».
Il valzer delle edicole: chi apre e chi chiude
Il Roma
link
NAPOLI. Edicole: chi le apre e chi le chiude, storia di una crisi decennale. L’ edicola di piazza Mazzini ha le saracinesche abbassate da circa una settimana. In bella vista, esattamente al centro del chiosco che fino a pochi giorni fa era frequentato da passanti e residenti alla ricerca di riviste e giornali, c’ è un cartello arancione con la scritta nera “vendesi”. «È un settore totalmente in ginocchio. Non c’ è una rete di edicole efficiente e la distribuzione non ci aiuta. Gestivo da solo l’ edicola e non ce la facevo più. Lavoravo sette giorni su sette, compresi i festivi, per tredici ore al giorno, ma ora sono stanco. Il gioco non vale la candela» dice Dario Capuano, 44 anni, proprietario per sei anni dell’ edicola in piazza Mazzini. Tra cali delle vendite e difficoltà nel far ripartire un mestiere che sembra destinato a scomparire, Capuano ha deciso di tagliare il cordone ombelicale e mettere in vendita il chiosco da cui per tanti anni ha distribuito quotidiani e riviste. «È una bella comodità avere un’ edicola sotto casa. Credo che abbia chiuso perché ormai i giornali non vendono più. Tutti si informano su internet, purtroppo ci sono intere generazioni che non hanno mai avuto il piacere di fare colazione sfogliando un quotidiano. Per me è inconcepibile iniziare la giornata senza un buon caffè e senza leggere le ultime notizie da un giornale» dice Mario, signore sulla settantina residente nei pressi di piazza Mazzini. Spesso si sente parlare di crisi dell’ editoria, mentre si ignora un’ altra crisi davvero preoccupante: la scomparsa delle edicole. Nel 2018 le edicole ancora attive in Italia erano circa 26mila, contro le 40mila degli scorsi anni. I guadagni che si ricavano dalla vendita dei giornali sono mi nimi, quindi molti edicolanti sono costretti a reinventarsi e offrire una serie di servizi paralleli: fotocopie, vendita dei biglietti della metro e dei pullman, servizio pagamento multe, ricariche per i cellulari. «Chi vende solo i giornali non so come faccia a sopravvivere» continua Capuano. Per ora le offerte per acquistare l’ edicola di Capuano sono ancora poche. Ciò che più ha colpito l’ ex edicolante è stata la vicinanza degli abitanti del quartiere: «Sono stato fortunato, ho avuto un’ ottima clientela. Nel quartiere molte persone sono ancora affezionate al cartaceo e ci sono persone davvero eccezionale con cui ho legato. Abbiamo creato una sorte di comunità attorno all’ edicola, mi sentivo un punto di riferimento. Con coraggio e notti in bianco ho deciso di vendere, ma a volte penso che avrei tirato avanti pur con guadagni meno ingenti solo per queste persone straordinarie». Spostandoci in un’ altra parte di Napoli, a piazza Matteotti, un’ edicola ha invece riaperto da qualche settimana, dopo una chiusura che andava avanti dallo scorso settembre. «Il chiosco era chiuso perché ho avviato un’ altra attività a San Giorgio e non riuscivo a gestire entrambe le cose. C’ è stato un drastico calo delle vendite negli ultimi dieci anni, ma sono fortunato perché ho una buona clientela. Non mi limito a vendere i quotidiani, ma offro anche altri servizi» dice Orientale Caputo, proprietario da vent’ anni dell’ edicola a piazza Matteotti. Per un’ edicola che chiude, un’ altra che apre, fortunatamente.
L'articolo Rassegna Stampa del 21/02/2019 proviene da Editoria.tv.