Indice Articoli
- C’ è un’«Amica» nuova. E si sfoglia come uno smartphone
- «Pubblicità ingannevole sul pacchetto calcio» A Sky multa di 7 milioni
- Mondadori, intesa per l’ addio ai periodici in Francia
- Fatto, in Borsa a inizio marzo
- Tv locali, Telenorba la più seguita
- Chessidice in viale dell’ Editoria
C’ è un’«Amica» nuova. E si sfoglia come uno smartphone
Corriere della Sera
A. Rib.
link
Amica , mensile di Rcs MediaGroup , è in edicola oggi con un look rinnovato e arricchito nei contenuti. «È un magazine profondamente nuovo – spiega il direttore Emanuela Testori – perché il mondo è cambiato e per raccontarlo dovevamo farlo anche noi». Le novità iniziano dallo sfoglio. «Abbiamo riprodotto lo scorrimento di uno smartphone – prosegue – e per questo abbiamo tolto ogni barriera come le cover di sezione, per far in modo che tutto sia fluido: dalla moda alla bellezza passando per l’ attualità, che avrà maggior spazio. Ogni numero sarà diverso ma senza perdere la nostra storica identità». Un Dna che per Urbano Cairo, presidente e amministratore di Rcs MediaGroup , «è da sempre sinonimo di stile». «È stato un grande lavoro che senza stravolgere l’ anima di Amica – racconta l’ editore – consegna ai lettori un giornale contemporaneo, capace di informare e sorprendere, con l’ eleganza di sempre». Il mensile, d’ ora in poi, si aprirà con un servizio di moda. «Poi offriremo – dice Testori – interviste a 360 gradi a personaggi famosi e di nicchia e ci sarà spazio per i viaggi più insoliti da fare almeno una volta nella vita. Scopriremo case magari imperfette ma personali perché arredate assecondando i propri gusti». Fra i servizi di marzo spicca un’ intervista esclusiva a Francesca Bellettini, ai vertici di Yves Saint Laurent. Poi un incontro tra Maria Grazia Chiuri, prima donna a dirigere Dior, e la coreografa Sharon Eyal. Inoltre Pif confida le sue riflessioni sulla felicità. « Amica è ancora più incisiva e capace di stupire, come dimostra il successo di questo numero, che ha incrementato i ricavi del 18%», conclude Raimondo Zanaboni, direttore generale di Rcs Pubblicità.
«Pubblicità ingannevole sul pacchetto calcio» A Sky multa di 7 milioni
Corriere della Sera
FRANCESCA BASSO
link
MILANO Tutto era cominciato con i reclami all’ Antitrust delle associazioni dei consumatori Altroconsumo, Codacons, Codici e Udicon, che avevano presentato un esposto all’ Antitrust lamentando poca chiarezza nelle offerte di Sky per il Pacchetto Calcio 2018-2019. Così l’ Authority ha aperto un’ istruttoria nei confronti di Sky Italia e ha accertato due violazioni che hanno portato a sanzioni per 7 milioni di euro per pubblicità ingannevole e pratica aggressiva. Le associazioni dei consumatori ora chiedono il rimborso. Sky rivendica «massima trasparenza» e ritiene «infondata tale decisione sotto molteplici profili e si appresta a ricorrere nelle sedi competenti per far valere le proprie ragioni». La società ha anche sottolineato di non aver «ribaltato sulla propria clientela i maggiori costi sostenuti per l’ acquisizione dei diritti del campionato di serie A, arricchendo inoltre lo stesso Pacchetto Sky Calcio con l’ inclusione di altri rilevanti eventi calcistici». L’ Antitrust ha contestato a Sky di non aver fornito informazioni chiare e immediate sul contenuto del Pacchetto Calcio 2018-19 e di avere esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei clienti abbonati. Insomma, la società non ha spiegato bene l’ offerta ai clienti per la nuova stagione, che ha visto una diversa attribuzione dei diritti Tv per il campionato di calcio per il triennio 2018-2021: a Sky sono andate 7 partite a settimana su 10 della Serie A perché 3 sono state assegnate alla società Perform, che trasmette su Dazn, e che ha anche ottenuto la Serie B. Per l’ Antitrust, che ha aperto un’ istruttoria anche su Dazn, la presentazione dell’ offerta Sky, sia in tv sia sul web, non ha evidenziato «tutti i principali elementi informativi», creando cosi «nei consumatori la convinzione di poter assicurare la visione di tutte le partite». Mentre chi era già abbonato, nonostante la riduzione del 30% delle partite di serie A e la cancellazione dell’ intero torneo di serie B, non è stato posto «nella condizione di poter assumere liberamente una decisione in merito al mantenimento o meno del pacchetto». Anzi, gli abbonati «sono stati costretti a scegliere tra due possibilità – spiega l’ Antitrust – entrambe svantaggiose».
Mondadori, intesa per l’ addio ai periodici in Francia
Il Sole 24 Ore
Simone Filippetti
link
Mondadori dice «adieu» a Parigi. Dopo 13 anni in terra di Francia, la casa editrice della famiglia Berlusconi esce dal paese: vende tutta la divisione Mondadori France, che pubblica periodici (settimanali e mensili). Era il 2006, in piena euforia di mercato, quando le case editrici italiane facevano shopping all’ estero (vedi Rcs con la spagnola Recoletos), e da Segrate si lanciarono nella campagna d’ Oltralpe comprando la Emap France (a sua volta divisione della casa editrice inglese Emap). Ma oggi la visione strategica di Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, è diversa: sfoltimento dei periodici (settore in forte affanno) e spostamento del baricentro sui libri. E dunque Mondadori preferisce rimpicciolirsi (la Francia vale 330 milioni di ricavi e 18 di Mol) ma irrobustirsi. Di una vendita della divisione si parlava da tempo: l’ idea originaria era un matrimonio a tre coi big Lagardere e Marie Claire, poi naufragato, e Mondadori aveva da mesi intavolato una trattativa con l’ editore digitale ReWorld Media. Ieri il passo decisivo: Ernesto Mauri ha firmato un accordo per vendere (tramite un’ opzione “Put”) all’ editore parigino la Mondadori France. Sarà una operazione mista contanti-carta: la divisione viene valutata 70 milioni (nel 2006 fu comprata per 500 milioni il che dà l’ idea della crisi dell’ editoria cartacea). Se poi il prossimo anno ReWorld raggiungerà determinati numeri di bilancio, per Mondadori ci saranno altri 5 milioni di incasso (clausola di earn-out). I francesi, assisiti dalla banca d’ affari Rothschild, si prendono l’ asset ripulito da cassa e debiti: l’ 86% del prezzo, ossia 60 milioni, verrà pagato con liquidità in una prima tranche da 50 milioni alla firma e i rimanenti 10 milioni dopo due anni. Questo esborso verrà finanziato da ReWolrd con l’ emissione di un bond non convertibile da 90 milioni (30 andranno al rifinaziamento del debito). Il restante 14% sarà pagato a Mondadori con azioni di Reworld Media. Mondadori diventerà azionista del gruppo francese con circa il 10%, ma i titoli che ottiene sono a un valore molto al di fuori del mercato: più del doppio del prezzo di Borsa (112%) e dunque dovrà sperare che il nuovo proprietario generi valore dalle sinergie tra le due aziende (ma intanto le svaluterà di circa 3 milioni). La ReWorld Media è piccola, appena 11 milioni di marginalità nel 2018( ma con alta profittabilità e una crescita del 45% sul 2017), e l’ affondo su Mondadori France è Davide che si mangia Golia: il Mol proforma arriverà a oltre 35 milioni. Al netto del debito, del write-off delle future azioni Reworld e dei costi vivi dell’ operazione (2 milioni), Mondadori incasserà 58 milioni. Un mini-tesoretto che servirà per andare a caccia di un editore estero di libri. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Fatto, in Borsa a inizio marzo
Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
link
Il Fatto Quotidiano ha presentato ieri i documenti per la pre-ammissione al listino Aim Italia di Borsa Italiana. Passo che avvicina così Società editoriale Il Fatto (Seif) alla quotazione ufficiale, attesa per lunedì 4 marzo. Ieri, intanto, è iniziato il periodo di offerta delle azioni che si chiuderà per l’ appunto tra due settimane. In particolare, secondo quanto comunicato ieri con una nota dalla stessa società guidata dal presidente e a.d. Cinzia Monteverdi,verranno collocate sul mercato più di 6,4 milioni di azioni, che corrispondono al 25,7% dell’ intero capitale. Il prezzo delle azioni è compreso nella forchetta tra 0,72 euro e 0,88 euro; quindi il valore complessivo della raccolta oscilla tra i 4,6 milioni e i 5,6 milioni di euro (precedenti stime di mercato avevano parlato di una raccolta sui 10 milioni di euro). Ai possessori di azioni il primo giorno di collocamento, e solo per il giorno del debutto, verrà dato un Warrant Seif 2019-2021 per ogni azione detenuta. Warrant che i soci storici del Fatto Quotidiano così come coloro che aderiscono all’ offerta potranno esercitare tra tre anni, a meno che non vengano previste finestre intermedie come spesso accade. Obiettivo: comprare nuovi titoli a un prezzo stabilito. «Con il percorso di crescita che abbiamo intrapreso vogliamo portare Seif verso un futuro sempre più digitale, per essere protagonisti della transizione storica che oggi sta coinvolgendo profondamente il mercato dell’ informazione e dell’ editoria», ha dichiarato l’ a.d. Monteverdi. «Vogliamo affrontare al meglio questa rivoluzione, ed esprimere tutte le nostre potenzialità per superare il publishing tradizionale e assecondare i trend di crescita che stanno interessando le nostre aree digitali e multimediali. Ciò richiede un vero e proprio cambio di mentalità, un rinnovamento che va dalla struttura e metodo di lavoro delle redazioni agli strumenti di fruizione dei nostri prodotti». A proposito di piani editoriali, oltre al quotidiano cartaceo diretto da Marco Travaglio e a Ilfattoquotidiano.it diretto da Peter Gomez, il focus aziendale si concentra soprattutto sul fronte digitale del data driven che, a sua volta, si è già concretizzato con due iniziative, tra le altre: l’ avvio della modalità aggiuntiva di abbonamento online Subscribe With Google e la partnership con Weborama, società specializzata in data science e profilazione semantica. Altro binario di sviluppo per l’ editrice del Fatto Quotidiano è lo sviluppo della piattaforma tv Loft, che fornisce anche contenuti per editori terzi (come nel caso della trasmissione La Confessione di Gomez, in onda sul canale Nove del gruppo Discovery). Aspettando i conti sullo scorso esercizio, che si appresta ad essere archiviato con un fatturato sopra i 30 milioni, il gruppo editoriale con sede centrale a Roma ha chiuso il 2017 con un fatturato di 26,1 milioni, un ebitda di circa 2,4 milioni e una liquidità pari a 6,7 milioni. Il risultato netto pari è stato pari a 618 mila euro.
Tv locali, Telenorba la più seguita
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
link
Nel 2018 la tv locale più seguita in Italia, in base alle tabelle di Auditel, è stata la pugliese Telenorba, con una copertura media sui 12 mesi pari a 504 mila persone. In dicembre, tuttavia, la prima tv locale era Telelombardia, a quota 555 mila, davanti a Telenorba con 495 mila unità. Insomma, la sfida è sempre tra il gruppo Mediapason di Sandro Parenzo, che con Telelombardia, Antennatre, Top Calcio 24, Milanow e Videogruppo è certamente il primo editore locale in Italia, e Luca Montrone, che domina in Puglia con Telenorba, Teledue e Radio Norba Television. Se in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia o Sicilia fioccano le iniziative di emittenza locale molto forti e radicate sui rispettivi territori, in Lazio prosegue una situazione piuttosto depressa (probabile che il pubblico della regione si identifichi in maniera totale con i canali Rai, considerandoli alla stregua di emittenza locale), senza tv areali degne di nota. Al punto che quella con la copertura più ampia è Canale 21 extra, ovvero una iniziativa di Canale 21, la tv più seguita in Campania. In Lombardia, come detto, primeggia Telelombardia, davanti ad Antennatre e alla comasca Espansione tv. E a incalzare 7 Gold Telecity ci sono pure Telenova e Top Calcio 24. Si assiste a un inesorabile declino del network 7 Gold, un tempo dominante in molte regioni, e che ora conserva la leadershisp in Piemonte, con Telecity, scivolando invece indietro in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. In alcune regioni un solo editore è capace di assorbire la quasi totalità degli ascolti delle tv locali: la Liguria, per esempio, ha Maurizio Rossi con Primocanale; in Puglia, come detto, c’ è la famiglia Montrone con Telenorba, Teledue e Radio Norba television; e in Sardegna c’ è Sergio Zuncheddu con Videolina e Tcs. Molto fluida la situazione in Campania, con numerose iniziative imprenditoriali in grado di intercettare forti audience: da Canale 21 di Paolo Torino a Canale 9 di Carla Visone, passando per Televomero della famiglia Tajani. E pure in Veneto il primato è conteso tra il canale A3 di Filippo Jannacopulos e Telenuovo Padova di Luigi Vinco. © Riproduzione riservata.
Chessidice in viale dell’ Editoria
Italia Oggi
link
Mediaset, per Mediobanca prezzo obiettivo a 3,25 euro. Mediobanca Securites ha confermato il rating neutral su Mediaset (ieri in crescita del +3,34% a 2,72 euro) e il prezzo obiettivo a 3,25 euro, dopo la notizia che Fininvest ha aumentato la sua quota, acquistando sul mercato, 5,1 milioni di azioni Mediaset, pari allo 0,43% del capitale. «Condividiamo l’ opinione che il 2018 sarà incoraggiante dopo le iniziative messe in atto dal management nell’ ultimo anno e mezzo», commentano gli esperti, che tuttavia rimangono «preoccupati che un quadro macro deteriorato si traduca in un trend pubblicitario debole nel prossimo futuro». Pearson vende il business K12 a Nexus Capital Management. Pearson ha venduto il business di corsi online K12 a Nexus Capital Management per 250 milioni di dollari (221 mln di euro). Il gruppo editoriale britannico ha comunicato che i proventi includono 25 milioni di dollari in contanti e 225 milioni di dollari in prestito che saranno rimborsati entro 3-7 anni. Una volta ripagato il prestito, Pearson avrà diritto al 20% del flusso di cassa totale e al 20% dei proventi derivanti da un’ eventuale vendita del business. La cessione di quest’ ultimo fa parte del piano della società di semplificare la propria struttura e ottimizzare le proprie operazioni. Facebook, critiche dal comitato Uk nel rapporto su norme e social media. Un comitato parlamentare britannico ha criticato Facebook in un rapporto incentrato sulla richiesta di un maggiore controllo legale sulle compagnie di social media. Nella relazione si richiede un codice etico obbligatorio per le aziende attive nel comparto tech per poter affrontare eventuali contenuti dannosi o illegali e la creazione di un ente di controllo indipendente con il potere di intentare azioni legali e comminare sanzioni. Nel rapporto, il comitato ha criticato in particolare Facebook, che, sostiene, ha violato consapevolmente le normative per la tutela della privacy e quelle antitrust. Il comitato ha raccomandato la creazione di leggi per regolare le azioni delle società in ambito di privacy, protezione dei dati personali, antitrust e concorrenza. Hearst Italia, Elle Weekly e Marie Claire in edicola con otto cover. Quattro copertine speciali, da collezione, per il prossimo numero di Elle e altrettante per Marie Claire in occasione della Milano Fashion Week. Associated Press e LaPresse lavoreranno insieme dal 1° gennaio 2020. Il presidente e ceo di Associated Press, Gary Pruitt, e il presidente di LaPresse, Marco Durante, hanno raggiunto un accordo per la distribuzione reciproca di contenuti dal 1° gennaio 2020. I dettagli dell’ accordo verranno svelati in occasione della Serata di Gala che si terrà a Milano il 9 maggio 2019. Parte oggi «Buone notizie in viaggio». Prende il via da Palermo «Buone notizie in viaggio», il primo Tour di Buone Notizie – L’ impresa del bene, il settimanale del Corriere della Sera che racconta le buone pratiche del terzo settore e le storie positive del nostro Paese. Tra conversazioni, tavole rotonde, performance artistiche e con alcune delle firme di Corriere della Sera, Buone Notizie incontra sul territorio il mondo del terzo settore con un viaggio che inizia oggi e terminerà a novembre. Ore12 Sanità, Katri Bove nuovo direttore. Katrin Bove è il nuovo direttore responsabile del mensile Ore 12 Sanità, il mensile edito dalla casa editrice romana Ricomunicare. In precedenza, Bove ha lavorato nel settore delle pubblicazioni sanitarie ed economico-finanziarie. A lasciare l’ incarico è Pietro Romano che diventa direttore editoriale della pubblicazione.
L'articolo Rassegna Stampa del 19/02/2019 proviene da Editoria.tv.