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Rassegna Stampa del 22/01/2019

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Bonus pubblicità, dichiarazione entro il 31

Il Sole 24 Ore

Emanuele Reich Franco Vernassa

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Entro giovedì 31 gennaio dovrà essere presentata la dichiarazione sostitutiva degli investimenti incrementali effettuati nel 2018 sulla stampa quotidiana e periodica, anche online e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali. Chi non rispetta il termine perde il beneficio. Non sono quindi ancora finiti gli ostacoli da superare per chi intende beneficiare del credito d’ imposta spettante per gli investimenti incrementali in campagne pubblicitarie effettuati nel 2018. Infatti, l’ importo indicato nell’ elenco pubblicato il 21 novembre 2018 sul sito del dipartimento per l’ Informazione e l’ editoria, relativo ai soggetti che hanno prenotato il credito di imposta per l’ anno 2018, si riferisce all’ ammontare del credito solo teoricamente fruibile sulla base delle prenotazioni inviate. Tale importo diverrà definitivo dopo il 31 gennaio 2019, dopo che i beneficiari avranno comunicato l’ effettiva realizzazione nel 2018 degli investimenti indicati, e sarà quindi possibile definire l’ effettiva spettanza. Al momento si sottolinea che la percentuale provvisoria di ripartizione è pari al 23% per gli investimenti in radio e televisioni locali e del 26% per i giornali, quotidiani e periodici, cartacei e online. Oltretutto, insieme ai dati definitivi relativi al 2018, dopo il 31 gennaio 2019 saranno comunicati anche i dati relativi agli investimenti incrementali effettuati dal 24 giugno al 31 dicembre 2017, che quindi ancora mancano. Solo in seguito sarà dunque possibile usare in compensazione il credito maturato per gli investimenti 2017 e 2018, anche se, per il solo 2018, l’ importo corrispondente al dato provvisorio di ripartizione potrebbe già essere indicato nel bilancio 2018 in corso di predisposizione. Occorre peraltro fare attenzione, poiché la prenotazione del credito per le spese del 2018 dovrà essere confermata, o rettificata in meno, dai beneficiari, con la dichiarazione sostitutiva da inoltrare in via telematica dal 1° al 31 gennaio 2019. Non è finita: l’ articolo 1, comma 762, della legge di Bilancio 2019 dispone infatti che il credito d’ imposta sugli investimenti pubblicitari sia concesso quale aiuto “de minimis”. Questo intervento genera ulteriori incertezze: non essendo prevista una decorrenza, si potrebbe ritenere che tale limite si applichi alle spese sostenute dal 1° gennaio 2019, data di entrata in vigore della legge, ma una diversa soluzione potrebbe derivare dall’ esistenza di rilievi sul beneficio mossi dalla Commissione europea con la warning letter pervenuta dalla Direzione generale concorrenza il 21 novembre 2018. In ogni caso, per le imprese di maggiori dimensioni ed i gruppi di società l’ introduzione del limite “de minimis” fa venir meno l’ agevolazione, considerato che tale limite di 200mila euro, valevole sull’ arco di tre anni, si applica a livello di gruppo. Si ricorda che, a regime, il beneficio spetta per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, purché il loro valore superi almeno dell’ 1% l’ ammontare degli analoghi investimenti pubblicitari effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’ anno precedente. Il credito d’ imposta è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, tenendo conto del limite massimo complessivo delle risorse di bilancio annualmente stanziate, che costituisce tetto di spesa. Il tetto è elevato al 90% nel caso di microimprese, Pmi e start-up innovative, in via subordinata al perfezionamento della procedura di notifica alla Commissione Ue, in pendenza della quale si applica il limite del 75%. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Copyright, ostacolo sulla riforma

Italia Oggi

ANDREA SECCHI

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Niente di fatto ieri per la proposta di riforma della direttiva europea sul diritto d’ autore: la riunione decisiva fra Consiglio Ue, Commissione ed Europarlamento è stata rinviata a data da destinarsi a causa delle divisioni all’ interno del Consiglio che non è riuscito ad adottare una posizione da tenere nel negoziato. L’ impasse nasce dall’ opposizione di 11 paesi, fra i quali l’ Italia, sulle nuove norme. Il rischio, a questo punto, è che non si arrivi in tempo alla votazione finale prevista per marzo e che la riforma slitti alla prossima legislatura, viste le elezioni del Parlamento europeo a maggio. Già venerdì si era capito che il trilogo (i negoziati a tre che danno il via libera alle norme europee), sarebbe potuto saltare. Il testo approvato dal Parlamento a settembre era stato infatti avversato nei negoziati dei mesi scorso da una parte del Consiglio, quegli 11 paesi di cui oltre all’ Italia fanno parte Germania, Belgio, Paesi Bassi, Finlandia, Slovenia, Polonia, Svezia, Croazia, Lussemburgo e Portogallo. La presidenza di turno romena del Consiglio la scorsa settimana ha presentato anche un testo compromesso che non è però servito a mettere tutti d’ accordo. È questa la prima rivisitazione della direttiva sul copyright del 2001 e nelle intenzioni della Commissione che l’ ha proposta nel 2016 dovrebbe servire ad adattare quelle norme ormai vecchie alla nuova realtà digitale. In particolare sono due gli articoli che hanno trovato l’ opposizione degli 11 paesi da una parte e delle multinazionali del web con grosse campagne di lobbying dall’ altra. L’ articolo 11 introduce in capo agli editori il diritto connesso al diritto d’ autore come strumento di tutela per i contenuti pubblicati sul web. In questo modo l’ utilizzo da parte di terzi anche di un estratto (gli snippet di Google News) comporta l’ obbligo di ripagare chi i contenuti li produce, un modo per spingere i big del web a sedersi attorno a un tavolo con gli editori e a trattare sulla loro remunerazione con contratti di licenza. L’ articolo 13, invece, riconosce le piattaforme online (per esempio YouTube) responsabili delle violazioni anche per i contenuti illegali caricati dagli utenti. La presidenza romena ha cercato di trovare l’ accordo in particolare su quest’ ultimo punto, limitando la responsabilità delle piattaforme nel caso utilizzino tutti i mezzi necessari per non infrangere il copyright (ma non filtri a priori) e stabilendo che siano i titolari dei diritti a dover indicare i propri contenuti caricati illegalmente. Il negoziato del trilogo doveva decidere in particolare la lunghezza massima degli estratti che possono essere pubblicati online senza far scattare l’ obbligo dell’ articolo 11, e una lista del tipo di contenuti che gli utenti possono pubblicare liberamente, senza violare il diritto d’ autore. Ieri durante il briefing quotidiano con la stampa della Commissione a Bruxelles, il portavoce capo dell’ esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, ha confermato che «il Consiglio Ue ha bisogno di più tempo per finalizzare la propria posizione». Schinas ha ribadito che quello in lavorazione è «un dossier prioritario per le istituzioni europee» e «una riforma chiave per i cittadini europei, come per gli autori e per il settore della stampa. Il nostro obiettivo con questa riforma è quello di portare benefici tangibili agli autori creativi, agli artisti e ai giornalisti, e di aprire un potenziale di maggiore creatività per chiarire le norme sul diritto d’ autore e renderle adatte all’ era digitale. Noi della Commissione», ha concluso Schinas, «continueremo il nostro duro lavoro di mediatori, per aiutare le istituzioni dell’ Ue a raggiungere un accordo al più presto possibile». Le associazioni europee degli editori, Emma (European Magazine Media Association), Enpa (European Newspapers Publishers’ Association), Epc (European Publishers Council) e Nme (New Media Europe) hanno chiesto alle istituzioni europee di «non perdere tempo» prima di programmare una nuova discussione sulla proposta di riforma, sottolineando come Google ha intensificato il suo allarmismo sul possibile impatto di un nuovo diritto connesso per gli editori. Dal canto suo il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso, ha detto che la battuta d’ arresto in sede europea sulla definizione delle norme sul copyright «non è una buona notizia per il mondo dell’ informazione. Si tratta di un ulteriore cedimento ai giganti della rete, a cominciare da Google e Facebook, che stanno cercando di ostacolare qualsiasi tentativo di regolamentazione che per loro comporterebbe il pagamento di diritti ai produttori dei contenuti e di tasse, a cominciare da quelle sulla raccolta pubblicitaria, ai singoli Paesi». © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi



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Facebook e Twitter accusate dalla Russia per l’ inosservanza delle leggi su dati personali. Il governo russo ha avviato un provvedimento amministrativo contro Facebook e Twitter accusandoli di inosservanza delle leggi locali sul trattamento dei dati personali. L’ azione legale da parte della Russia è arrivata a pochi giorni dalla rimozione operata da Facebook di account legati a campagne di disinformazione all’ interno del Paese. L’ autorità federale russa responsabile della censura dei media Roskomnadzor ha dichiarato che i due social non hanno fornito alcuna data né alcun progetto a proposito delle metodologie che intendono adottare per conformare le proprie piattaforme ai server per la conservazione dei dati personali degli utenti russi all’ interno del Paese. Notorious Pictures, primo accordo nel settore «web series». Notorious Pictures, società di produzione e commercializzazione di diritti di film e nella gestione di sale cinematografiche attraverso la controllata Notorious Cinemas, ha sottoscritto il primo accordo per la produzione esecutiva internazionale di 10 web series con il produttore statunitense Ambi Distribution Corp. Il valore complessivo della commessa è pari a 7 milioni di dollari. Le serie da realizzare nel corso del 2019 sono: Andron, 2047, All Roads lead to Rome, Black Butterfly, Bent, Future World, Rupture, In Dubious Battle, The Music of Silence e Beyond the Edge. «Siamo orgogliosi di collaborare con Ambi Distribution Corp. player di punta con progetti mainstream sia per gli studios che per le maggiori società di distribuzione cinematografica indipendenti nel mondo», ha detto Guglielmo Marchetti, presidente e amministratore delegato di Notorious Pictures e presidente di Notorious Cinemas. «Con questo accordo entriamo nel vivo del settore delle web series proseguendo l’ attività di produzione esecutiva internazionale, diventata strategica per il nostro modello di business e che ci permetterà di rafforzare il nostro posizionamento». Con sede a Beverly Hills, Ambi Distribution Corp. è la società di distribuzione mondiale di Ambi Pictures, gruppo integrato verticalmente per lo sviluppo cinematografico, produzione, finanza e distribuzione di film commerciali di fascia alta, per un pubblico globale, guidata da Andrea Iervolino e Monika Bacardi. Rai Radio Kids, le Filastrocche di Rodari on air. Saranno i racconti brevi delle Filastrocche in cielo e in terra le prime opere di Gianni Rodari a essere lette su Rai Radio Kids. Da oggi, grazie alla disponibilità dei detentori dei diritti, la Rai manderà in onda in radio le principali opere del più grande fra gli autori per bambini. Le prime filastrocche saranno in onda con la voce di Piero Marcelli, attore di lunga esperienza nel mondo dei prodotti per bambini e già protagonista con il suo Lallo il cavallo di Rai Yoyo e della stessa Radio Kids. Per le Filastrocche in cielo e in terra, Piero Marcelli ovviamente abbandonerà la voce caratterizzata di Lallo e utilizzerà la sua vera voce. A seguire, sarà la volta di Favole al telefono, le cui storie verranno lette da Giovanni Bussi, anche lui attore della scuderia di Radio Kids (dà la voce al pupazzo DJ). Si proseguirà poi con gli altri testi, come Il libro degli errori e Le avventure di Cipollino, con tutti gli attori di Radio Kids ai microfoni. La messa in onda prevede una presenza distribuita lungo tutto il palinsesto, con le favole e le filastrocche più brevi posizionate all’ interno della rotazione della radio, come una sorta di «contaminazione virale» del palinsesto. I racconti più lunghi avranno invece degli appuntamenti dedicati. Rai Radio Kids, la radio per i bambini di Rai Radio, è fruibile su tutti i device digitali. Tv8, in prima tv Revenant – Redivivo. Oggi alle ore 21.15 su Tv8 spazio alla prima tv in chiaro di Revenant – Redivivo, il pluripremiato film diretto, co-scritto e co-prodotto da Alejandro González Iñárritu. La pellicola, in parte ispirata ad un romanzo di Michael Punke, si riferisce ad eventi realmente accaduti e vede protagonista Leonardo DiCaprio. Dmax, al via la nuova stagione del Guinness 6 Nazioni. Si alza il sipario sulla nuova stagione del rugby più blasonato al mondo, quello del Guinness Sei Nazioni 2019. Il torneo in cui le sei Squadre Nazionali europee più forti – Italia, Inghilterra, Francia, Galles, Irlanda e Scozia – si affrontano in una corsa lunga due mesi, di apre venerdì 1° febbraio alle 20:35 con il match Francia-Galles. Esordio in campo degli Azzurri sabato 2 febbraio alle 14.35 con Scozia-Italia. Come sempre il torneo sarà trasmesso da Dmax, il canale Discovery al 52 del digitale terrestre. Lo Zoo di 105 compie 20 anni. 1999-2019: il programma più ascoltato d’ Italia (seguito ogni giorno da circa 1.100.000 persone) compie 20 anni. RadioMediaset ha scelto di festeggiare Lo Zoo di 105, condotto da Marco Mazzoli, Fabio Alisei, Paolo Noise e in onda su Radio 105 dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16, attraverso una campagna pubblicitaria articolata in due soggetti e due flight in una staffetta tra mezzi. È già partita la pianificazione tv e digital del primo soggetto, che per due settimane andrà in onda sulle reti Mediaset per passare il testimone il 4 febbraio alla pianificazione su stampa quotidiana e out of home a copertura nazionale di un secondo soggetto. Denominatori comuni di entrambe le creatività, lo spirito anticonformista e il linguaggio irriverente da sempre caratteristiche di successo dello Zoo di 105. L’ idea creativa di entrambi i soggetti è dei protagonisti del programma.

Anche i giornali locali soffrono

Italia Oggi

MARCO A. CAPISANI

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C’ era una volta il quotidiano locale che ogni famiglia italiana comprava sempre, anche al posto del giornale nazionale. Adesso non sembra più così, almeno stando alle rilevazioni Ads dello scorso novembre rispetto allo stesso mese del 2017: le testate locali perdono copie tanto quanto le pubblicazioni nazionali. Tra carta e digitale, infatti, sono andate in fumo 60,1 mila copie diffuse a livello locale (-5,4%), per un totale che si ferma poco sopra il milione di copie in tutta Italia, dalle Alpi fino alle pendici dell’ Etna. Nella sola edicola, invece, sono state smarrite 52,3 mila copie (-6%), per una diffusione complessiva di 817,2 mila copie. Per avere un termine di riferimento, nell’ intero settore tricolore dei quotidiani (quindi sommando i quotidiani locali e quelli nazionali), l’ emorragia di copie non si discosta di molto sul totale diffusione carta+digitale (-149,2 mila copie, -5,1% a quota 2,8 milioni di copie complessive diffuse) ma è un po’ più pesante in edicola (-159,8 mila copie, -7,3% di 2 milioni di copie vendute). A livello di singoli quotidiani locali, poi, nessuno ha il segno positivo davanti, ad eccezione di Quotidiano Nazionale Qn-Giorno che avanza del 9,8% nella diffusione complessiva carta+digitale. Sono in terreno negativo ma riescono a contenere le perdite, tra gli altri, Corriere delle Alpi (-0,9%), Dolomiten (-1,3%) e Quotidiano di Sicilia (-1,6%). Segni negativi più consistenti per il resto del comparto, come Corriere Adriatico (-8,4%), Tirreno (-10,5%), Nuova Ferrara (-12,3%), Gazzetta del Sud (-13,3%) e Quotidiano Nazionale Qn-Telegrafo (-29,9%). Spostandosi in edicola diventano due i quotidiani locali che crescono: a Qn-Giorno (+6,5%) si affianca questa volta il Quotidiano di Sicilia, al rialzo del 2,1%. Corriere delle Alpi e Dolomiten si confermano, anche nei canali previsti dalla legge come l’ edicola, le pubblicazioni che arginano meglio la fuoriuscita di copie. Trend che si accentua per la Provincia di Como (-7%), la Nuova Gazzetta di Modena (-8,9%), il Mattino di Napoli (-10,5%), il Mattino di Padova (-11,8%) e ancora il Giornale di Sicilia (-15,2%). A fronte di questi ribassi c’ è comunque qualche sorpresa diffusionale su carta e digitale, se si riuniscono i vari quotidiani per appartenenza regionale. Come quasi un anno fa, per esempio, è vero che il Veneto è ancora la regione che vale più copie (208.797) ma meno scontato è che quest’ ultimo dato sia cresciuto in un panorama di diminuzioni. Peraltro è calato il dato della Lombardia, ancora una volta seconda ma ora con all’ attivo 175,3 mila copie. Decresce anche il dato della terza classificata, l’ Emilia Romagna con 157,8 mila copie. La prima regione del Meridione a qualificarsi (al quinto gradino) rimane la Sicilia con le sue 83,2 mila copie, al ribasso. Subito dopo, sesta a sole 146 copie di distanza, arriva il Trentino Alto Adige che fa di gran lunga meglio di regioni più popolate, tra cui il Lazio (che vale 20,6 mila copie). C’ è da dire che nel Lazio, e così pure in Piemonte, non sono state calcolate le testate regionali che hanno, però, una rilevanza nazionale. Messaggero e Stampa ne sono due esempi. Ci sono infine regioni che, con un unico quotidiano monitorato, riescono lo stesso a piazzarsi a metà della classifica (che comprende 15 regioni). In questo modo la Liguria arriva ottava con il solo Secolo XIX e le sue 38,8 mila copie mentre, un po’ più in basso, si attesta il Friuli Venezia Giulia grazie al Piccolo di Trieste (che diffonde complessivamente 21,6 mila copie). Va ricordato che i dati Ads non mettono in evidenzia le edizioni locali delle testate nazionali né si può ripartire la diffusione di alcuni giornali a valenza interregionale, come la Gazzetta del Sud che ha il suo quartier generale a Messina ma diffonde anche in Calabria. Un motivo che mitiga, in parte, la maglia nera alla regione capitanata da Catanzaro, ultima con meno di 5,3 mila copie che corrispondono a quelle dichiarate dal Quotidiano del Sud. © Riproduzione riservata.

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