Indice Articoli
- Lettera di minacce con svastica a Mentana La solidarietà di Conte e Di Maio
- Napoli città libro a Sant’ Elmo la kermesse dal 4 al 7 aprile
- Agcom valuta 17,5 miliardi il sistema delle comunicazioni
- Le comunicazioni nel 2017 a 17,5 mld (-0,9%) Comcast 1°. Google 717 mln, Facebook 472 mln
- A Piemme la raccolta dei periodici San Paolo
- Il Sistema Integrato delle Comunicazioni vale un punto di Pil (17,5 mld). Agcom: il 62% delle risorse in mano a 10 gruppi (tra cui Facebook e Google)
Lettera di minacce con svastica a Mentana La solidarietà di Conte e Di Maio
Corriere della Sera
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Una lettera con pesantissimi insulti ai giornalisti e firmata con una svastica e la scritta «boia chi molla» è stata recapitata al direttore del Tg La7 Enrico Mentana che l’ ha pubblicata su Instagram . «La tua enfasi che ti fa venire la bava contro chi è stato eletto dal popolo è vomitevole», si legge. «Siete degli sfascisti che sperano che si affondi come hanno fatto i vostri padri assassinando molti soldati in Africa» prosegue la lettera con insulti a Urbano Cairo, editore di La7 e presidente di Rcs Mediagroup, a Lilli Gruber, Giovanni Floris, Corrado Formigli e altri giornalisti. Solidarietà è arrivata dal premier Giuseppe Conte: «Intimidazioni inqualificabili, sono preoccupato». E dal vicepremier Luigi Di Maio: «Un gesto vile».
Napoli città libro a Sant’ Elmo la kermesse dal 4 al 7 aprile
Il Mattino
Giovanni Chianelli
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Una location diversa, Castel sant’ Elmo. Un altro periodo dell’ anno, dal 4 al 7 aprile. E un comitato scientifico al posto di un direttore artistico: queste le novità della seconda edizione di «Napoli città libro», il salone dell’ editoria partenopeo. Ad annunciarle l’ editore Diego Guida che, insieme a Rosario Bianco e Alessandro Polidoro, organizza la manifestazione: «Altra novità è il sostegno istituzionale nazionale: abbiamo come partner il Polo museale della Campania e il Mibac» dice, evidentemente sulla scia delle polemiche con Regione e Comune che caratterizzarono il debutto del salone nel maggio dell’ anno scorso. «Ma non è il momento di polemizzare. Piuttosto ci è sembrato di fare tesoro del buono della prima edizione e anche degli errori, per non ripeterli». Vediamo come. Prima di tutto la data: nel 2018 molti lamentarono il gran caldo di fine maggio, che non fu arginato da impianti di aria condizionata. Poi il fatto che i giorni del salone coincidessero con la chiusura dell’ anno scolastico, impedendo la partecipazione di molte scolaresche. E che in quel periodo diversi autori fossero impegnati in altri festival: «Pensiamo che l’ inizio di aprile sia ideale. Saremo così noi ad inaugurare la stagione degli appuntamenti letterari, specie quest’ anno che Tempo di libri, a Milano, non si farà. Noi invece siamo sicuri di poter contare su una grande partecipazione degli studenti e sull’ arrivo di grandi scrittori» spiega Guida. Per ora non fa nessun nome: alcuni degli autori partecipanti saranno rivelati durante la conferenza stampa di presentazione, il 7 marzo a palazzo Zevallos. A seguire la decisione di spostare la sede dal complesso monumentale di San Domenico Maggiore a Castel sant’ Elmo: «San Domenico ha spazi angusti e si trova in un punto della città molto affollato, mentre la collina di San Martino è un posto più tranquillo, nonostante sia centrale, ben servito dai mezzi pubblici, di grande bellezza e rilevanza storica. Faccio notare che continuiamo a puntare su un bene culturale e non su palazzetti o altri luoghi senz’ anima». E poi la direzione artistica. La prima edizione fu affidata a Francesco Durante: «Quest’ anno Durante, alla cui immensa esperienza dobbiamo la partenza della manifestazione, sarà insieme ad un comitato scientifico costituito anche da una parte della squadra storica del salone del libro di Torino». La stessa struttura di «Librarte», il sodalizio promotore formato da Guida, Rogiosi e Polidoro, evolve in associazione. E i tre editori saranno affiancati dal dirigente Rai Antonio Parlati. Guida descrive, a grandi linee, la struttura dei quattro giorni: «Pensiamo a ottanta appuntamenti, di cui solo quindici saranno gestiti dalla nostra associazione. Questo per dire che il nostro respiro sarà sempre più nazionale, come molti ci chiedono». L’ anno scorso la risposta del pubblico fu la nota più lieta, con oltre 20.000 presenze. Guida spera di migliorare: «Sono sicuro che batteremo la prima edizione, anche perché possiamo contare su molti più studenti. Staccheremo almeno 30.000 biglietti». Insomma, un salone molto rinnovato si avvia al bis accompagnato dall’ ottimismo dei fondatori: «Siamo molto orgogliosi che il lavoro, piuttosto impegnativo, prodotto nel 2018 sia stato recepito e apprezzato: ce ne dà conferma il sostegno del ministero. Così Napoli può tornare ad avere centralità nell’ editoria italiana». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Agcom valuta 17,5 miliardi il sistema delle comunicazioni
Il Messaggero
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IL RAPPORTO ROMA Nel 2017 il Sistema Integrato delle Comunicazioni (Sic) vale 17,5 miliardi di euro (l’ 1,01% del Pil), con una riduzione dello 0,9% rispetto al 2016. Lo rileva l’ Agcom. I primi 10 gruppi rappresentano congiuntamente – con quasi 11 miliardi – il 62% delle risorse totali. Le quote più rilevanti fanno capo a Comcast Corporation/Sky (15,4%), Fininvest (15,2%) e Rai (14,1%). Seguono Google (4,1%), Cairo Communication (3,8%), GEDI Gruppo Editoriale (3,2%), Facebook (2,7%), Discovery (1,3%), Italiaonline (1,3%) e Gruppo 24 Ore (1,1%). L’ area radiotelevisiva – segnala l’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in una nota – conferma il suo primato per incidenza sul totale (51%), mentre scende al 22% il peso complessivamente esercitato da quotidiani, periodici, agenzie di stampa ed editoria annuaristica. Cresce l’ incidenza sul Sic dell’ area che include l’ editoria elettronica e la pubblicità online (è il 14%) mentre il peso del settore cinematografico registra una flessione, attestandosi al di sotto del 5%. Pressoché stabile rimane l’ incidenza degli altri comparti, come pubblicità esterna (2%) e «below the line» (7%). Questo il quadro che emerge dalla chiusura del procedimento per la valutazione delle dimensioni economiche del Sic per l’ anno 2017, deliberata dal consiglio dell’ Agcom. Sulla base delle informazioni raccolte, l’ Autorità ha determinato la distribuzione delle quote dei principali soggetti presenti nel Sic, da cui si rileva come nessuno di essi abbia realizzato nel 2017 ricavi superiori al limite del 20% che prevede l’ articolo 43 del Testo Unico.
Le comunicazioni nel 2017 a 17,5 mld (-0,9%) Comcast 1°. Google 717 mln, Facebook 472 mln
Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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Nel 2017 il Sistema integrato delle comunicazioni valeva 17,5 miliardi di euro (l’ 1,01% del pil) con una riduzione dello 0,9% rispetto al 2016. Il Sic è l’ aggregato calcolato annualmente dall’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) per valutare se uno degli operatori non abbia superato il tetto di ricavi del 20% del totale, previsto dal Testo unico sui servizi media audiovisivi. Ebbene, anche nel 2017 nessuno degli operatori ha superato questa soglia, con il maggiore, Comcast corporation, al 15,4% (arrivato in questa posizione con l’ acquisizione di Sky), e i due concorrenti Mediaset e Rai che seguono a ruota: 15,2% il primo e 14,1% il secondo. Nel Sic si valorizzano anche i due maggiori operatori della pubblicità online, ovvero Google e Facebook, con i ricavi realizzati in Italia. Il primo si trova al quarto posto, con il 4,1% del totale Sic, ovvero circa 717 milioni di euro. Facebook, invece, si trova al settimo posto, con il 2,7%, pari a 472 milioni. Insieme hanno oltre il 53% dell’ intero mercato della pubblicità online, valorizzato qui in 2,2 miliardi di euro, con quote in crescita rispetto al 2016. Non per niente i primi gruppi editoriali italiani si trovano dietro Google: Cairo Communication (con Rcs) è al quinto posto del Sic (3,8%), Gedi (Repubblica) al sesto (3,2%). A seguire Facebook, come detto, Discovery (1,3%), Italiaonline (1,3%) e il Gruppo 24 Ore (1,1%). Nei primi 20 operatori entra anche Netflix, di cui però l’ Agcom non comunica la percentuale. Guardando ai diversi segmenti, l’ area radiotelevisiva conferma il proprio primato per incidenza sul totale del Sic (51%), mentre scende al 22% il peso complessivo di quotidiani, periodici, agenzie di stampa ed editoria annuaristica. Cresce l’ incidenza dell’ editoria elettronica e della pubblicità online (14%), mentre il settore cinematografico registra una flessione, attestandosi al di sotto del 5%. © Riproduzione riservata.
A Piemme la raccolta dei periodici San Paolo
Prima Comunicazione
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Dal 1° gennaio 2019 Piemme Spa, la concessionaria di Caltagirone Editore, ha l’ esclusiva della raccolta pubblicitaria di sette riviste pubblicate dal Gruppo Editoriale San Paolo: Famiglia Cristiana, BenEssere, Credere, Maria con te e i periodici dell’ area ragazzi Il Giornalino, GBaby e I Love English Junior. Mentre la raccolta delle prime quattro testate era affidata a Hearst Magazines Italia quella del Giornalino era gestita internamente da Publiepi. Le sette riviste pubblicate dal Gruppo Editoriale San Paolo, ricorda una nota, si aggiungono ai quotidiani Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico, Il Nuovo Quotidiano di Puglia e il primo free press italiano Leggo, di cui Piemme era già concessionaria. “Considero l’ ingresso del Gruppo Editoriale San Paolo nel perimetro della Concessionaria come un elemento fondamentale per potenziare e differenziare la nostra presenza sul mercato grazie ad un partner dalle radici profonde e capace di mantenere, da oltre un secolo, un dialogo saldo con i suoi lettori da sempre fedeli ed attenti”, dichiara Franco Cisco, ad di Piemme. “Un’ opportunità commerciale, quella con il Gruppo Editoriale San Paolo, che sapremo cogliere al meglio e destinata a durare nel tempo”. Mentre Rosario Uccellatore, ad del Gruppo Editoriale San Paolo, ha commentato: “con questa nuova partnership l’ obiettivo è rafforzare il posizionamento pubblicitario dei nostri periodici, riconosciuti dai lettori come autorevoli e affidabili, grazie a una proposta di contenuti sempre di qualità e attenta al rispetto dei valori cristiani”. Con Piemme, prosegue, “abbiamo in comune un forte legame con il territorio e la fiducia a investire in un giornalismo di qualità, che sappia rispondere in modo innovativo alle domande e alle esigenze di tutti i lettori”.
Il Sistema Integrato delle Comunicazioni vale un punto di Pil (17,5 mld). Agcom: il 62% delle risorse in mano a 10 gruppi (tra cui Facebook e Google)
Prima Comunicazione
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Nel 2017 il Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) vale 17,5 miliardi di euro (l’ 1,01% del Pil), registrando una riduzione dello 0,9% rispetto al 2016. ll 62% delle risorse risulta in mano a dieci big: Comcast/Sky, Fininvest, Rai Google, Cairo, Gedi, Facebook, Discovery, Italiaonline e Gruppo 24 Ore. L’ area radiotelevisiva conferma il proprio primato per incidenza sul totale (51%), mentre scende al 22% il peso complessivamente esercitato da quotidiani, periodici, agenzie di stampa ed editoria annuaristica. Cresce l’ incidenza sul SIC dell’ area che include l’ editoria elettronica e la pubblicità online (14%), laddove il peso del settore cinematografico registra una flessione, attestandosi al di sotto del 5%. Pressoché stabile rimane l’ incidenza degli altri comparti, quali pubblicità esterna (2%) e “below the line” (7%). È quanto emerge dalla chiusura del procedimento per la valutazione delle dimensioni economiche del SIC per l’ anno 2017, deliberata dal Consiglio dell’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Sulla base delle informazioni raccolte, Agcom ha determinato la distribuzione delle quote dei principali soggetti presenti nel SIC, da cui si rileva come nessuno di essi abbia realizzato nel 2017 ricavi superiori al limite del 20% previsto dall’ art. 43, comma 9, del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR). A tale riguardo, si evidenzia che i primi dieci gruppi operanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni rappresentano congiuntamente – con quasi 11 miliardi di euro – il 62% delle risorse totali. In particolare, le quote più rilevanti sono detenute da Comcast Corporation/Sky (15,4%), Fininvest (15,2%) e RAI Radiotelevisione Italiana (14,1%). Seguono Google (4,1%), Cairo Communication (3,8%), GEDI Gruppo Editoriale (3,2%), Facebook (2,7%), Discovery (1,3%), Italiaonline (1,3%) e Gruppo 24 Ore (1,1%).
L'articolo Rassegna Stampa del 17/01/2019 proviene da Editoria.tv.