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Rassegna Stampa del 07/12/2018

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L’ultima ipotesi: gli statali pagati con i Btp E i grillini chiudono i rubinetti per l’editoria

Fondi editoria, taglio graduale fino al 2022

Fondi per l’ editoria azzerati nel 2022

Manovra, oggi la fiducia Poi il restyling al Senato

Esperienza dei clienti Sky sotto la lente di Tsw

Hazan al 65% di Rmc Sport

In Giunti arriva l’ intelligenza artificiale

Chessidice in viale dell’ Editoria

LVenture Group, una fabbrica d’ imprese 4.0

NON SPEGNETE RADIO RADICALE VOCE PER TUTTI

L’ultima ipotesi: gli statali pagati con i Btp E i grillini chiudono i rubinetti per l’editoria

Il Giornale

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Governo in alto mare, mette mano alle forbici. L’ unica cosa certa è che la legge di Bilancio che è all’ esame dell’ Aula di Montecitorio e sulla quale ieri è stata messa la fiducia, sarà completamente da riscrivere. Ieri il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono dati appuntamento a Palazzo Chigi per fare il punto su reddito di cittadinanza e Quota 100. C’ era attesa ieri per le nuove stime sulle coperture necessarie ai due provvedimenti bandiera di Movimento 5 stelle e Lega, ma non sono usciti dettagli dal vertice. Segno che le attese stime al ribasso sul costo delle riforme non sono arrivate. Impossibile mantenere intatte le platee del sussidio e della riforma previdenziale, ridimensionando i costi previsti. Cioè 6,7 miliardi per le pensioni e 9 miliardi per il reddito. Per questo il vertice di ieri si è trasformato in una caccia alle coperture. Oltre alle pensioni d’ oro, oggetto di un altro giro di vite indigesto alla Lega, confermata l’ intenzione di colpire l’ editoria, anche se gradualmente. Il taglio dei fondi per il settore del 20% nel 2019, 50% nel 2020, 75% nel 2021 fino a raggiungere lo stop definitivo nel 2022. In tre anni, dunque, spariscono i fondi all’ editoria per Avvenire (5,9 milioni di euro); Italia oggi (4,8); Libero (3,7); Manifesto (3) Il Foglio (800mila euro). «Faremo un taglio graduale», ha commentato il vicepremier Luigi Di Maio, «in modo tale che tutti i giornali possano stare sul mercato e non godere più di concorrenza sleale da alcuni che prendono invece soldi pubblici». Ha fatto discutere l’ assenza del ministro dell’ Economia Giovanni Tria, che nelle ultime fasi della sessione di bilancio si è tenuto in disparte sia sul fronte interno, monopolizzato dai vicepremier Salvini e Di Maio, sia su quello europeo, con la trattativa saldamente in mano al premier Conte. Nessun giallo, quello di ieri era un vertice «politico», il ministro dell’ Economia tornerà quando si parlerà di saldi. Tra le ipotesi circolate ieri anche quella di pagare i bonus degli statali in Btp. La parte variabile dello stipendio dei dipendenti pubblici sarebbe integrata con titoli di Stato. I provvedimenti chiave della prossima legge di bilancio ancora non ci sono. E non vedranno la luce fino a quando non sarà in qualche modo chiaro il quadro delle risorse a disposizione. Cioè quanto deficit sarà concesso dall’ Unione europea. Intanto il testo del disegno di legge è approdato all’ Aula di Montecitorio. Un bilancio che probabilmente cambierà nei saldi (il deficit al 2,4% del Pil non è sostenibile), ma anche nel merito. Ieri si è consumato lo scontro sulle penalizzazioni fiscali a carico delle automobili a idrocarburi. Facile immaginare che anche questo capitolo sarà modificato, con soluzioni simili a quelle già sperimentate con il decreto fiscale, quando l’ opposizione del M5s ha provocato lo stralcio del condono. L’ iter parlamentare prosegue con qualche incidente di percorso. Ieri il ddl è tornato alla Commissione Bilancio per delle correzioni di dettaglio. E il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, ha posto la questione di fiducia nell’ Aula della Camera. Per approvare la manovra si dovrà ricorrere a una maratona. Oggi pomeriggio inizieranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia, alle 18,50 il voto. Obiettivo: approvarla domani, giorno dell’ Immacolata concezione.

Fondi editoria, taglio graduale fino al 2022

Il Mattino

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«Faremo un taglio graduale all’ editoria, una nostra grande battaglia. Nel 2019 si farà un primo taglio del 25% dei fondi oggi assegnati, del 50% nel 2020 del 75% nel 2021. Fino a che nel 2022 non ci saranno più fondi per l’ editoria, in modo tale che tutti i giornali possano stare sul mercato e non godere più di concorrenza sleale da parte di alcuni giornali che prendono invece soldi pubblici». Lo ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio alla fine del vertice di governo sulla manovra, parlando all’ uscita da Palazzo Chigi. L’ emenda mento sarà presentato al Senato.

Fondi per l’ editoria azzerati nel 2022

Il Messaggero

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«Faremo un taglio graduale all’ editoria, una nostra grande battaglia. Nel 2019 si farà un primo taglio del 25% dei fondi oggi assegnati, del 50% nel 2020 del 75% nel 2021. Fino a che nel 2022 non ci saranno più fondi per l’ editoria, in modo tale che tutti i giornali possano stare sul mercato e non godere più di concorrenza sleale da parte di alcuni giornali che prendono invece soldi pubblici». Lo ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio alla fine del vertice di governo sulla manovra, parlando all’ uscita da Palazzo Chigi. L’ emenda mento sarà presentato al Senato. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Manovra, oggi la fiducia Poi il restyling al Senato

Il Sole 24 Ore
Marco Mobili Marco Rogari
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– ROMA Un mini-restyling nel restyling, in attesa dell’ ampia riscrittura già in agenda al Senato. È quello apportato dall’ Assemblea della Camera tra la serata di mercoledì e ieri sul testo della manovra uscito dalla commissione Bilancio prima di trasformarsi nel maxi-emendamento del Governo su cui oggi sarà votata la fiducia. Prima i ritocchi espunti dall’ articolato dal presidente della Camera, Roberto Fico, su donazioni e farmacie private (v. Il Sole 24 Ore di ieri) poi la correzione di ben 17 commi che ha provocato ieri il ritorno del testo in Commissione e lo stop alla modifica sull’ applicazione dell’ Iva agevolata al 10% alle prestazioni rese a clienti di alberghi: i pacchetti di massaggi o per il benessere del corpo come le “Spa”. L’ emendamento è saltato perché la copertura necessaria sarebbe di 30 milioni e non di 1 milione come era stato stimato al momento del via libera della “Bilancio”. Tra i ritocchi rimodulati, le assunzioni per l’ Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, per la Corte dei conti e dell’ Ispettorato nazionale del lavoro (in tutti e tre i casi è stata perfezionata la quantificazione degli oneri), le somme in favore dell’ edilizia sanitaria, i contributi per gli enti territoriali. Recuperati sul filo di lana anche i fondi (10 milioni di euro) per Radio Radicale. Ma a tenere banco ieri è stata ancora la discussa ecotassa per le vetture inquinanti sulla quale sono state rimodulate le previsioni d’ incasso:300 milioni nel 2019, 323,82 nel 2020 e 313,5 per il 2021 rispetto agli originari 300 milioni per ciascuno dei tre anni. Una sorta di lifting contabile in attesa che la norma sia riscritta al Senato per bloccare la tassazione sulle automobili inquinanti, ma mantenendo gli incentivi su quelle “green”, come annunciato ieri dal vicepremier Matteo Salvini. E questa non sarà la sola correzione del testo che la Camera, dopo la fiducia, approverà in prima lettura domani, votando anche 297 ordini del giorno. A Palazzo Madama si giocherà infatti una partita parallela a quella della trattativa con Bruxelles per evitare la procedura d’ infrazione sui conti pubblici, che dovrebbe portare il Governo a presentare l’ emendamento su quota 100 per le pensioni, anche se il vicepremier Luigi di Maio continua a rimandare a un decreto legge ad hoc post-manovra le misure sul reddito di cittadinanza e sul superamento della riforma Fornero. La strada non si presenta in discesa e probabilmente anche per questo motivo potrebbe slittare ulteriormente il varo del decreto semplificazioni, anche se il provvedimento è all’ ordine del giorno del Consiglio dei ministri di questa sera, che si occuperà certamente della Nota di variazione per ratificare i saldi della manovra. Al Senato Governo e relatori dovrebbero anche spianare la strada alla stretta sulle cosiddette “pensioni d’ oro”, che ieri Di Maio ha annunciato che varierà da un minimo del 25% a un massimo del 40%. In rampa di lancio anche il recupero del “saldo e stralcio” in versione light, sul fronte della pace fiscale, al mini-taglio del cuneo facendo leva su una riduzione delle tariffe Inail per 600 milioni e alle risorse per il Comune di Roma. Dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi, Di Maio ha anche detto che si andrà avanti sulla stretta ai fondi dell’ editoria: un taglio progressivo pari al 25% nel 2019, del 50% nel 2020 e del 75% nel 2021 fino ad essere abrogati del tutto dall’ anno successivo. Sempre a palazzo Madama sarebbe in arrivo, secondo fonti parlamentari, un emendamento per pagare i premi dei dipendenti pubblici in Btp italiani, ma su questa ipotesi i Cinquestelle frenano. Potrebbe, poi, essere rafforzato il fondo per gli orfani dei femminicidi chiesto a gran voce dall’ opposizione, a partire da Fi e potrebbe essere ripescata la norma sulle “Spa”. La tabella di marcia del Ddl di Bilancio varierà sulla base degli sviluppi del negoziato con Bruxelles. La manovra approderà al Senato lunedì. Il termine per la presentazione degli emendamenti dei gruppi parlamentari dovrebbe essere fissato giovedì 13, appena due giorni dopo l’ atteso incontro dell’ 11 dicembre, tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, sempreché il faccia a faccia venga confermato. L’ approdo in Aula a Palazzo Madama del provvedimento è al momento atteso per il 18 dicembre, con il via libera previsto nei giorni successivi entro il 21 o il 22 per consentire alla Camera di concedere l’ ok finale alla manovra prima di Natale anche se non è escluso che si possa arrivare al 26 dicembre. In ogni caso le correzioni più importanti dovrebbero arrivare entro il 19, data in cui secondo quanto ha lasciato intendere il Governo la risposta alla Ue dovrebbe essere definita. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Esperienza dei clienti Sky sotto la lente di Tsw

Il Sole 24 Ore

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Sky Italia ha esteso la partnership con TSW, società di Treviso che offre servizi di consulenza per le aziende nell’ ambito della customer experience, misurando e interpretando le esperienze delle persone per migliorarle. TSW consente di misurare l’ efficacia dei mezzi, l’ efficienza dei servizi e la soddisfazione degli utenti che ogni giorno si interfacciano con la piattaforma. Oggetto delle esperienze analizzate saranno le applicazioni e le interfacce, come le pagine web e le piattaforme digitali di abbonamento e di gestione degli innumerevoli servizi che SKY fornisce, dall’ installazione di una parabola alla gestione di un problema col decoder fino alla possibilità di vedere le proprie trasmissioni preferite da ogni dispositivo. I ricercatori di TSW focalizzano la propria attenzione anche sulle microinterazioni, per individuare i migliori layout di homepage o landing page, menu e guide tv. L’ obiettivo di questa nuova partnership tra SKY e TSW è valutare la reperibilità e la comprensibilità delle informazioni delle pagine, le aspettative degli utenti circa funzionalità e modelli di interazione, l’ efficienza delle interazioni e il grado di soddisfazione dell’ esperienza offerta. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Hazan al 65% di Rmc Sport

Italia Oggi
ANDREA SECCHI
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Alberto Hazan ha preso il controllo di Rmc Sport Network, l’ emittente sportiva che vede come altro socio la TMW Radio Sport di TuttoMercatoWeb e Triboo. Negli ultimi mesi lo storico editore della radiofonia italiana, che nel frattempo aveva venduto a Mediaset anche Radio Monte Carlo oltre che 105 e Virgin, ha sciolto le riserve sul futuro di questa avventura salendo al 65% del capitale, dal 50% iniziale e quindi accollandosi la parte maggiore dell’ aumento di capitale necessario per coprire le perdite. A ottobre, infatti, i soci si sono incontrati per tirare le somme e decidere cosa sarebbe stato di Rmc Sport. Il bilancio intermedio al 31 luglio (dalla data di costituzione della società a fine novembre 2017), infatti, segnava perdite per 755 mila euro, ben superiori al capitale sociale da 500 mila euro che infatti è stato azzerato e ricostituito. Così i soci Hazan e i rappresentanti di TMW Radio Sport, Giulio Corno (Triboo) e Andrea Pasquinucci (TuttoMercatoWeb), hanno deciso di fare un’ iniezione di oltre 1 milione di euro in più tranche fino al prossimo 31 marzo. A quel punto, coperte le perdite, Rmc Sport avrà un capitale sociale da 750 mila euro e Hazan ne deterrà appunto il 65% attraverso una sua vecchia società, One Media Italy, in cui ha una piccola partecipazione Alessandra Valsecchi, mentre a TMW Radio Sport rimane il restante 35%. Sempre che non ci sia ancora un cambiamento nell’ assetto societario, eventualità lasciata aperta dalle clausole sull’ aumento. Il fatto che l’ emittente stia accumulando le perdite (a fine ottobre sono aumentate oltre il milione) è considerato normale in questa fase di startup, soprattutto perché la società è a regime dallo scorso marzo e perché si è deciso di utilizzare l’ Fm anziché soltanto la rete come faceva la webradio originaria da cui è partito tutto, ovvero TMW Radio. Servono quindi infrastrutture e frequenze, investimenti che potranno essere ripagati negli anni. Sul fronte dei ricavi, poi, Rmc Sport prima di avere una raccolta adeguata ha bisogno di far conoscere maggiormente il proprio marchio, ampliare gli ascolti e che questi siano misurati adeguatamente. In ciò l’ esperienza di Hazan dovrebbe aiutare. È normale, per altro, che ora che l’ editore è impegnato a tempo pieno con questa emittente ci saranno cambiamenti nel formato, pur senza snaturare il Dna di radio sportiva. Per fare tutto ciò l’ ultimo cda ha anche deliberato l’ assunzione di tre figure che svilupperanno il prodotto in ambiti differenti: Monica Ponti come responsabile marketing, Stefano Carboni come station manager e Marco Mancino come tecnico delle frequenze, professionisti che avevano già lavorato con Hazan su Radio Monte Carlo. I cambiamenti riguarderanno a breve anche la governance perché dovrà essere nominato un nuovo presidente, dal momento che il superconsulente Isidoro Lucciola è uscito dopo aver portato a termine la prima fase del progetto, così come ci dovrà essere un nuovo amministratore delegato espressione di Hazan, dopo l’ attuale Giulio Corno. Il nome potrebbe essere quello di Claudio Fabbri, già nel cda di Rmc Sport e storico a.d. delle società di Hazan, One Media Italy compresa. E Rmc2, l’ altra emittente ancora in mano ad Hazan? Non è detto che il vulcanico editore si fermi anche in quel caso e nell’ ambiente si parla già di progetti internazionali. © Riproduzione riservata.

In Giunti arriva l’ intelligenza artificiale

Italia Oggi

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Il primo passo è un sistema di sicurezza informatica basato sull’ intelligenza artificiale, per riuscire a gestire la grande quantità di dispositivi e di collaboratori interni ed esterni che entrano nella rete di Giunti Editore. I passi successivi saranno quelli di adottare l’ intelligenza artificiale anche in altri ambiti del business, per garantire alla casa editrice tutti i benefici delle tecnologie che ne fanno uso in termini di capacità concorrenziale. «L’ adozione dell’ intelligenza artificiale nella nostra azienda è avvenuta in seguito a problematiche di security che non potevamo affrontare con i metodi tradizionali», racconta Raffaello Ghilardi, chief information officer di Giunti Editore. «A dicembre 2015 si sono presentate situazioni molto rischiose per l’ azienda, e gli strumenti tradizionali non riuscivano a darci garanzie. Abbiamo capito che l’ intelligenza artificiale ci poteva aiutare: in primis può fare un lavoro di intelligence sull’ adeguato utilizzo degli strumenti informatici da parte del personale, in modo da ridurre i rischi, un compito che se svolto da un essere umano è molto dispendioso in termini di tempo. In secondo luogo ci permette di adottare policy diverse a seconda della tipologia di utenti e quindi a permettere l’ accesso differenziato alla nostra rete a seconda delle esigenze». Giunti è la seconda casa editrice italiana, ha un fatturato annuo di circa 200 milioni di euro, gestisce 1.000 dipendenti, ha oltre 200 librerie di proprietà e diverse tipografie in tutta Italia. Soprattutto lavora con molti autori, editor, grafici e gestisce, quindi, proprietà intellettuale di valore e dati critici, comprese le informazioni sensibili dei propri clienti. «Quando ho provato a fare la ”proof of value” (il test per comprendere l’ utilità di una soluzione, ndr)», continua Ghilardi, «non mi aspettavo quello che sarebbe successo: la soluzione ha rilevato una falla importante su una piattaforma che avevamo configurato: avevamo problema in casa e l’ intelligenza artificiale ce lo ha segnalato, mentre altre soluzioni non l’ hanno fatto. Era un vettore per portare attacchi ad altre piattaforme, ma fortunatamente non è stato usato». La soluzione adottata da Giunti è Enterprise Immune System di Darktrace, ma secondo il cio è solo un punto di partenza: «mi sono avvicinato a questa soluzione e mi ha aperto un mondo su quello che gira sulla mia rete. Ma l’ intelligenza artificiale si può estendere anche ad altri ambiti, per esempio al marketing di negozio. Tramite l’ algoritmo posso analizzare l’ acquisto del cliente fidelizzato in modo finora mai fatto. Giunti è in un momento di forte cambiamento tecnologico. Il nostro è un business che storicamente non è stato soggetto a un uso importante della tecnologia fino all’ arrivo della digital transformation anche nel settore. Secondo me il modello deve cambiare e gli algoritmi ce lo possono consentire». © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Vodafone e Sky Italia insieme per il primo servizio giornalistico live 5G in Europa. Oggi, in occasione della Prima della Scala di Milano, Sky TG24 produrrà il primo servizio giornalistico live in Europa in 5G. Vodafone e Sky Italia, grazie alla rete 5G realizzata dall’ operatore per Milano, hanno messo a punto un sistema di trasmissione di contenuti audiovisivi live, ad altissima qualità e in totale mobilità, dall’ operatore alla regia. Una telecamera della troupe di Sky TG24 collegata alla rete 5G consentirà di mandare in onda live all’ interno dell’ edizione delle 17, in alta definizione, le immagini delle personalità istituzionali e delle celebrità presenti nel foyer della Scala di Milano, che quest’ anno inaugura la stagione lirica con l’ Attila di Giuseppe Verdi. Tecnicamente questa soluzione consente all’ operatore di Sky TG24 di utilizzare una telecamera collegata ad un encoder locale che utilizza la rete 5G per inviare un flusso audio-video alla sala di regia di Sky, pronto per la messa in onda in diretta oppure per attività di post-produzione. La bassa latenza e l’ elevata capacità di trasferimento dati permette di mandare in onda flussi video ad altissima risoluzione sostanzialmente in contemporanea all’ invio, riducendo il rischio di interruzioni o forti ritardi tra redazione centrale ed inviato. Tutto questo in totale mobilità, sia nelle aree più affollate che in quelle più remote. Rai Radio inaugura Sala D, l’ ultimo studio di registrazione digitale. Saranno i conduttori del Ruggito del coniglio ad accendere, oggi su Rai Radio2, la nuova sala D di via Asiago. Dopo la sala C, è stata inaugurata anche la nuova sala, l’ ultimo studio di registrazione totalmente digitale realizzato in via Asiago. «La sala D», spiega Roberto Sergio, direttore di Rai Radio, «è il biglietto da visita di Rai Radio, dal momento che è la prima che si trova entrando in via Asiago. Per questo, l’ abbiamo interamente ristrutturata con un impegno notevole in termini di hardware e risorse umane. Con questa sala, va avanti il percorso di digitalizzazione di tutta la radio Rai, che comprende oltre 40 studi di registrazione fra via Asiago, Saxa Rubra e le altre sedi in tutta Italia». Le nuove sale sono tutte realizzate in ottica radio-televisiva, con una attenzione particolare alle tv connesse. «Abbiamo scommesso sulle tv connesse che permettono di vedere il flusso streaming dalla sezione radio. In questo modo siamo sempre nell’ ambito di una scelta di ascolto radiofonico che si scopre offrire qualcosa in più, il video, anziché andare in competizione con i contenuti televisivi puri» ha concluso Sergio. Lo studio D ha 536 «mattonelle» ledwall, 33,5 mq di schermi complessivi, cinque telecamere controllate da remoto (ma se ne possono gestire fino a 10), 200 metri di impianto scenoluminoso. Rai Radio2 è media partner del Monza Rally Show 2018. Rai Radio2 è radio ufficiale del Monza Rally Show 2018. A partire da oggi fino a domenica 9 dicembre, sarà in collegamento con Filippo Solibello, Marco Ardemagni, Tamara Donà e Mauro Casciari dal tempio della velocità, lo storico Autodromo di Monza, per raccontare il consueto appuntamento con il «Monza Rally Show». Fondazione Feltrinelli presenta sei dialoghi per ritrovare la fiducia nel domani. La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, in collaborazione con Eni, organizza un ciclo di sei percorsi di indagine dedicati ad altrettante tematiche fondamentali per lo sviluppo della società: Le conseguenze del futuro. Un ciclo di appuntamenti in cui da dicembre a maggio si parlerà di conoscenza, formazione, comunità, salute, cibo e spazio, riflettendo sul senso di questi termini e sul valore che possono assumere nella definizione del futuro. Sfileranno filosofi (Ermanno Bencivenga e Miguel Bensayag), scienziati (il chimico teorico nonché direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa Vincenzo Barone, l’ epidemiologa Kate Pickett e il biologo Iain Mattaj), economisti (l’ ex presidente dell’ Ecuador Rafael Correa, l’ ex ministro Fabrizio Barca e Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo), imprenditori (Massimo Banzi, tra i fondatori della piattaforma open source-hardware Arduino, e Davide Dattoli, co-fondatore di Talent Garden), attivisti (come l’ economista e giornalista inglese Raj Patel), urbanisti (Ash Amin, i cui studi sono al confine con antropologia, geografia e sociologia) e politici locali (come Bart Somers, sindaco di Mechelen, città belga in cui il 30% della popolazione è immigrata). La strategia di Eni, spiega una nota, è basata sulla visione a lungo termine e sull’ anticipo degli scenari futuri. Per questo il gruppo ha deciso di affiancare un partner come la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli in un’ iniziativa interamente dedicata alle riflessioni sul futuro. Il primo appuntamento sarà l’ 11 dicembre nella sede della Fondazione a Milano alle 18,30.

LVenture Group, una fabbrica d’ imprese 4.0

Italia Oggi

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Dopo vent’ anni nel mondo della finanza milanese, e un passaggio nella Silicon Valley, Luigi Capello ha creato una fabbrica di startup, l’ acceleratore d’ imprese Luiss EnLabs, e una piattaforma per lanciarle, la società d’ investimenti LVenture Group, prima holding italiana nel settore del venture capital a essere stata quotata in Borsa. Presente a Roma e Milano, con 61 startup in portafoglio, LVenture avvia ogni anno due programmi di accelerazione ai quali si candidano in media 200 startup. «La nostra holding ha contribuito alla creazione di oltre mille posti di lavoro e ha generato un flusso d’ investimenti pari a 44 milioni di euro, per larga parte (32,9 milioni) provenienti da investitori esterni», ha spiegato a MF il capitano d’ industria 4.0. Finora ha avuto successo circa l’ 80% delle startup che hanno partecipato ai programmi di accelerazione. Domanda. Un esempio? Risposta. Sono soddisfatto del percorso di crescita di Sondreef, una delle startup di punta in portafoglio. Si tratta di una delle aziende più promettenti nel panorama digitale, che gestisce una piattaforma dei diritti musicali che fornisce ai clienti un catalogo di musica di alta qualità e corrisponde ai proprietari dei diritti d’ autore le royalty in base alle effettive riproduzioni dei brani, in maniera rapida e trasparente. Al momento gestisce i diritti di 14 mila autori ed editori italiani, da Fedez a Gigi D’ Alessio. D. Un altro esempio? R. Insoore, che ha appena stretto un accordo con ALD Automotive, leader nel noleggio a lungo termine, è una piattaforma che aiuta le compagnie assicurative a ottimizzare il processo di gestione dei sinistri, attraverso ispezioni fotografiche e stime dei danni, effettuate in tempo reale e su richiesta da una comunità di migliaia di esperti. In caso di sinistro l’ assicurato viene raggiunto su appuntamento da un insoorer, incaricato di occuparsi delle varie rilevazioni. D. Che cosa dicono i numeri di bilancio sulla crescita di LVenture? R. Abbiamo chiuso il primo semestre con un fatturato di 1,39 milioni di euro, in crescita del 35% rispetto al 2017. L’ utile si è attestato a 52 mila euro. Il nostro obbiettivo è di generare 13 milioni di investimenti complessivi nel prossimo triennio e di aumentare il fatturato a 5,5 milioni. Grazie alla progressiva valorizzazione del portafoglio, puntiamo a riportare l’ Ebitda (-554 mila euro) in positivo già nel 2019. D. Gli investimenti in startup sono destinati a crescere? R. L’ attività di investimento si articola sul micro seed con investimenti fino a 80 mila euro, e sul segmento seed dove si può arrivare fino a 250 mila euro. Grazie al recente accordo di co-investimento con Hatcher+, fondo di venture capital di Singapore, l’ investimento per le startup che parteciperanno al prossimo programma di accelerazione di Luiss EnLabs sarà di 145 mila euro, una delle cifre più alte in Europa a livello micro-seed, che ci consentirà di attrarre le migliori realtà in circolazione. D. Dopo la parziale uscita da Qurami, assisteremo a nuove exit nel 2019? R. Il nostro modello di business è basato sulle plusvalenze derivanti dalle exit delle startup in portafoglio, quindi la risposta è si, considerato che i tempi di exit si aggirano intorno ai sei anni, e che LVenture Group ha visto la luce nel 2010. Qurami, che ha sviluppato un’ app per consentire a chiunque abbia uno smartphone o un tablet di acquistare un biglietto senza fare la fila, è stata appena acquisita da Ufirst. D. Facebook ha scelto l’ hub di LVenture Group e Luiss EnLabs come sede del suo nuovo spazio dedicato allo sviluppo delle competenze digitali. Che cosa comporta per voi? R. È un partner strategico, con cui potenzieremo le competenze digitali delle persone e delle aziende che vogliono diventare protagonisti dell’ economia del futuro. D. Come selezionate le proposte in cui investire? R. Cerchiamo progetti in grado di avere successo a livello internazionale. Servono prodotti e servizi capaci di conquistare i mercati esteri. Ma non basta una buona idea per avere successo. Quando guardo negli occhi un imprenditore mi accorgo subito se ha la fame che serve per farcela.

NON SPEGNETE RADIO RADICALE VOCE PER TUTTI

La Repubblica
ROBERTO SAVIANO
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La furia di questo governo si abbatte sui media più piccoli – ma non marginali – che a causa dei tagli all’ editoria rischiano la sopravvivenza. La giustificazione? Il risparmio. Ma si può mai risparmiare su Radio Radicale che ci permette di assistere e comprendere i processi decisionali entrando nelle stanze del potere? Si può risparmiare su Avvenire che racconta, ogni giorno e quasi da solo, le sorti dei migranti in mare? Si può risparmiare sul Manifesto che è rimasto tra i pochissimi quotidiani a occuparsi con assiduità di temi sociali con un taglio diverso, mai banale? Proprio quel Movimento e quel governo che si presentano come difensori dei diritti del “popolo” impediscono poi al “popolo” di avere accesso alla conoscenza, determinando la chiusura di realtà fondamentali. Mai nessun governo, da quando esiste la convenzione con Radio Radicale, aveva osato tanto. Mai. L’ ultima battaglia di Marco Pannella, fondatore di Radio Radicale, è stata per il diritto alla conoscenza che in apparenza sembra una cosa tanto banale e scontata, ma ovviamente non lo è. Diritto alla conoscenza non significa diritto ad accedere a internet o possibilità di acquistare un quotidiano, ma il diritto che ciascuno di noi ha a conoscere ciò che davvero accade nelle stanze del potere. E siccome Pannella prima agiva e poi comunicava, nel 1975 fonda la radio, un organo di informazione fondamentale che, negli ultimi 40 anni, ha fatto entrare il cittadino in Parlamento per ascoltare le sue sedute, nelle aule di giustizia per assistere in maniera integrale ai processi più importanti, nei congressi dei partiti fino alle sedute del Consiglio superiore della magistratura. E tutto questo è la reificazione del controllo sociale sul Potere e sul suo esercizio di cui si nutre una sana democrazia. Il punto è tutto qui: esiste una politica che preferisce cittadini disinformati – resi timorosi e pieni di rancore da semplificazioni della realtà che sono veri e propri attacchi alla democrazia – ed esisteva, perché adesso non esiste più, una politica capace di volere bene e esortare in maniera sfrontata, quasi impertinente – come faceva Pannella – a non avere paura del prossimo, ma fiducia nelle persone e nella conoscenza. Una politica che invitava a rivolgere l’ attenzione agli ultimi, a chi sta in carcere perché ha sbagliato e sta pagando, meritando al contempo un’ occasione di reinserimento tra noi. Una politica in grado di non esasperare le differenze, ma di mostrare le vicinanze. Pannella era l’ uomo della gente, non del “popolo”. Uno che se gli avessi chiesto un selfie, prima avrebbe accettato ma poi ti avrebbe coinvolto nella raccolta delle firme necessarie a dare supporto alle iniziative del Partito Radicale. Una razza rara che oggi siamo costretti a rimpiangere. Radio Radicale è per noi un dono prezioso: la radio che sta “dentro, ma fuori dal palazzo”, come ogni mattina ci ricorda la bella (per sempre) voce di Dino Marafioti; la radio che consente a chiunque di sapere ciò che accade in Turchia, in Cina, in Europa, negli Stati Uniti, nel Mediterraneo, in Africa, sulle droghe, nei tribunali, nelle carceri, nel mondo culturale. La radio dove tutti i politici sono ascoltati e dove tutti i giornalisti hanno un solo obiettivo: rendere il miglior servizio possibile agli ascoltatori. La radio di Antonio Russo. Perdere Radio Radicale significa perdere un patrimonio preziosissimo, e non ce lo possiamo permettere. Radio Radicale ha subito il taglio del 50% della convenzione che ha con il Mise, e questo significa la chiusura per una radio che non ha pubblicità con la quale sostenersi, perché è l’ unico media di servizio pubblico integrale. Lo sa questo Vito Crimi, sottosegretario all’ editoria, per il quale gli organi di informazione fanno troppa politica? Ma a Crimi – parlamentare da più di cinque anni – sfugge il significato stesso della parola politica. Fare politica significa occuparsi di ciò che accade perché tutto, nella nostra vita, è politica. Crimi non sa che la sua società ideale, quella in cui i media non esprimono più opinioni ma si limitano a “raccontare i fatti” non è una novità: la mancanza di opinioni pubbliche e quindi della possibilità che vi sia una pubblica opinione, è stata il tratto distintivo di tutti i regimi totalitari. Non a caso il principale organo di informazione dell’ Unione Sovietica si chiamava Pravda, come se oggi un giornale si chiamasse La Verità, senza che a nessuno venisse da ridere. Crimi probabilmente tutto questo lo ignora, ma altri, nel suo Movimento, con l’ armamentario tipico dei regimi totalitari hanno maggiore confidenza: basti pensare all’ orrida autocritica cui è stato costretto il padre di Luigi Di Maio. Del resto la libertà un popolo la può perdere a causa di perfidi aguzzini, ma di solito la strada la lastricano gli inconsapevoli, di se stessi e del mondo. L’ 8 dicembre il Ministro della Mala Vita porta in piazza i suoi sostenitori, per far vedere che il culto della sua personalità non si nutre di soli like, ma di persone in carne ed ossa, che sono state invitate a partecipare anche sul presupposto che io, come molti altri, non ci saremo. Non perché ci sia vietato, ma perché saremmo diversi da tutti quelli che ci saranno. Penso a Pannella e, se anche in quella piazza non ci sarò, so che dovrei esserci. Dovrei essere accanto non a quella che qualcuno chiama l’ Italia peggiore, ma accanto all’ Italia che si sente peggio trattata e che crede, sbagliando, che la risposta possa offrirla questo governo. Dovrei esserci per dire a tutte le persone accanto a me di accendere la radio e di ascoltare Radio Radicale, di farsi questo regalo, per una settimana: sarà come un risveglio dal sonno. Poi magari continueranno a sostenere questo governo, ma lo faranno in maniera più consapevole, più informata. La conoscenza passa necessariamente per la pluralità dell’ informazione, per l’ informazione che vi piace e con cui vi trovate d’ accordo e per quella che mai riuscirete a condividere. La conoscenza passa per le opinioni, non per il racconto asettico dei fatti, un racconto che non esiste, e chi lo auspica è un truffatore. E allora, contro questi nuovi barbari – che si fingono amanti di selfie e gattini e che non esitano a infliggere, per ambizione, pubblica umiliazione ai propri familiari – abbiamo una sola alternativa: difendere ciò che di prezioso abbiamo, la nostra libertà di informarci. Difendiamo Radio Radicale ascoltandola, mostrando quanto sia necessaria, perché oggi Radio Radicale garantisce il nostro diritto alla conoscenza ed è un’ arma pacifica a disposizione di tutti, per resistere a chi nulla sa e nulla vuole sapere. A tutti quelli che, per mantenere il potere, pretendono che venga raccontata solo “la verità”, la loro verità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L'articolo Rassegna Stampa del 07/12/2018 proviene da Editoria.tv.


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