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Rassegna Stampa del 30/10/2018

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Indice Articoli

Brescia e la Microeditoria

Striscioni, la compagna dell’ ultrà accusa

Rai, regge il patto gialloverde: Carboni verso il Tg1

Rai, domani le nomine si tratta ancora sul Tg1

nuovo governo vecchie spartizioni

Rai: Tg1 al M5S, Tg2 alla Lega Braccio di ferro sulla Consob

Il gruppo vara la riorganizzazione delle aree Programming e Sky Media, Digital & data

Sky Italia spinge sulla pubblicità

La televisione adesso si sfoglia

Chessidice in viale dell’ Editoria

” La libertà di stampa è irrinunciabile”

Corsa alle ultime poltrone, vertice notturno sul Tg1

L’ incondizionata libertà di stampa non può essere oggetto di insidie volte a fiaccarne l’ autonomia

“Ascolti in calo e ‘ La prova del cuoco’ elimina la mia cucina multietnica”

Da Mattarella nuovo richiamo al pluralismo

Lucca Comics, il magazzino delle storie future

(v.f.) Cari lettori, avrete notato che oggi Libero ha mutato aspetto.

I giornali sprecano energia su Facebook e gli regalano dati preziosi. Lo dice una ricerca DataMediaHub su 20 testate – DOCUMENTO

Brescia e la Microeditoria

Corriere della Sera

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Si chiude a Chiari (Brescia) a Villa Mazzotti la Rassegna della Microeditoria, manifestazione dedicata ai piccoli editori indipendenti: sono 85 in totale provenienti da tutta Italia. Aperta dal 2 al 4 novembre, la rassegna organizzata dall’ associazione culturale «L’ Impronta» ha proposto più di 80 eventi in tre giorni tra laboratori, incontri con autori, letture e convegni dedicati al mondo della lettura. www.microeditoria.it.

Striscioni, la compagna dell’ ultrà accusa

Corriere della Sera
Giampiero Timossi
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TORINOUn «muro di stoffa», striscioni canaglia, due scritte disumane per ironizzare esposte da alcuni tifosi bianconeri nel derby di quattro anni fa e un Torino-Juventus in programma il 15 dicembre. E poi una sentenza della giustizia sportiva, ma anche un’ inchiesta della Procura di Cuneo ancora aperta e le rivelazioni di Report, trasmissione di Rai3. Che nella puntata di ieri sera ha trasmesso un’ intervista a Graziella Bernardis, ex compagna dell’ ultrà bianconero Raffaele Bucci, morto suicida nel luglio 2016. Dichiara la donna, ricordando che il fidanzato le raccontò «questa volta abbiamo fatto qualcosa di pesante». Il riferimento è per quegli striscioni che ironizzavano sulle vittime di Superga, esposti allo Stadium. Continua Graziella Bernardis: «Uno degli striscioni dovrebbe averlo fatto lui, dicendomi che con Alessandro riuscivano a fare tutto, non ci sarebbe stato nessun problema perché, come al solito, sarebbero riusciti a far entrare tutto, Alessandro mi aiuta a far entrare tutto». «Alessandro» D’ Angelo è il security manager bianconero, la Corte d’ appello federale ha stabilito che non esistono prove che fu lui a far entrare allo Stadium quegli striscioni. Giovedì scorso Andrea Agnelli aveva ribadito: «Lo prova la sentenza della Corte federale d’ appello del 22 gennaio 2018». Aggiungendo che gli autori di quel gesto «sono stati consegnati alla giustizia e sono rei confessi». Ieri sera le parole dell’ ex compagna di Bucci raccontano un’ altra storia e sul suicidio dell’ ultrà bianconero è ancora aperta un’ inchiesta della Procura di Cuneo che nelle prossime ore potrebbe disporre (come già richiesto) la riesumazione del cadavere. Su questo, sempre giovedì, il presidente Agnelli aveva risposto: «Il dolore per questi fatti è forte ed è acuito dalla scomparsa di Bucci, sulla quale indagano le autorità competenti. Per questo rispetto in silenzio il lavoro di quanti indagano. La Juventus rispetta le sentenze ma nel suo stadio, che è casa sua, espone ciò che crede». Mentre Urbano Cairo, presidente del Torino, ribadisce a Radio Rai, a Il Mattino ha il gol in bocca: «Ho già detto che secondo me sarebbe stato opportuno da parte della Juventus scusarsi in maniera inequivocabile. Poi mi ha chiamato Andrea Agnelli dicendo che si è già scusato in relazione a questo episodio, anche se non ritiene di avere delle colpe. Ma secondo me una cosa così grave e brutta come quegli striscioni esposti, merita scuse doppie».

Rai, regge il patto gialloverde: Carboni verso il Tg1

Il Fatto Quotidiano
Gianluca Roselli
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Intesa raggiunta sulle nomine Rai. L’ impianto è pronto e questa mattina l’ ad Fabrizio Salini farà avere i curricula dei futuri direttori di reti e tg ai consiglieri di amministrazione. E il nodo principale, quello del direttore del Tg1, sarebbe stato sciolto con la scelta di Giuseppe Carboni, giornalista del Tg2 che da anni segue i 5Stelle. Dopo ore di frenetiche trattative per sistemare le ultime caselle e una serie di veti incrociati, tra Lega e M5S la quadra è stata raggiunta. In perfetta zona Cesarini, perché il Cda con all’ ordine del giorno le nomine è previsto per domattina alle 10:30. Il regolamento interno prevede che i curricula devono essere consegnati ai consiglieri 48 ore prima, che possono essere ridotte a 24 se la procedura è d’ urgenza. Per dirimere la questione nell’ ultima settimana sono stati necessari almeno tre incontri tra Salvini e Di Maio e innumerevoli telefonate. Ma alla fine l’ intesa è stata trovata. Un accordo in cui ha pesato anche il ruolo di Salini, che ha preteso l’ ultima parola e ha premuto per la convocazione del Cda domani. Nella trattativa il nodo era diventato il Tg1, perché i nomi proposti dai pentastellati non erano graditi all’ alleato leghista tranne uno: quello di Federica Sciarelli, che però ha chiesto di continuare a condurre Chi l’ ha visto?. Esclusa anche Giuseppina Paterniti (non gradita alla Lega), dal gioco dei veti incrociati parrebbe essere uscito, appunto, il nome di Giuseppe Carboni che cui sarà affidato il compito di guidare il tg della rete ammiraglia. Altro intoppo sembrava diventato anche Rai1: se fino a qualche giorno fa per la rete ammiraglia Marcello Ciannamea era considerato in una botte di ferro, nelle ultime ore si sono sparse voci sul fatto che Salvini avesse calato un’ altra carta, quella di un esterno, proveniente dal mondo Mediaset. Il nome possibile poteva essere quello di Paolo Del Debbio, al momento nullafacente a Mediaset (seppur contrattualizzato). “C’ è stato un interesse da parte loro qualche settimana fa, ma poi la cosa è finita lì. Nella partita dei direttori io non ci sono”, smentisce però Del Debbio. Qualcuno ha buttato lì anche il fatto che Salvini volesse il capo autore di Elisa Isoardi a La prova del cuoco, Casimiro Lieto, ma sono voci velenose. Per il resto il quadro è quello degli ultimi giorni, con le direzioni dei Tg che si completano con Gennaro Sangiuliano al Tg2 e Luca Mazzà al Tg3, mentre a Rai2 dovrebbe andare Maria Pia Ammirati e a Rai3 resterebbe Stefano Coletta. Nelle altre caselle troviamo invece Alessandro Casarin al Tgr (con vice Roberto Pacchetti), Maurizio Losa o Jacopo Volpi a Raisport, Ludovico Di Meo a Radio Rai, Antonio Preziosi (in quota Forza Italia) a Rai Parlamento, mentre a Rainews dovrebbe andare Paterniti o la corrispondente Rai da Parigi, Iman Sabbah. Per protesta contro questo stallo che ha paralizzato l’ azienda per mesi, infine, ieri mattina è andata in scena una protesta dell’ Usigrai. “Abbiamo consegnato a Salini e Foa uno zainetto con il contratto di servizio per ricordare a tutti che la Rai non può più aspettare”, ha spiegato Vittorio Di Trapani. L’ attesa ora è finita. Domani, dunque, le nomine di reti e tg. Poi verrà tutto il resto, a partire da marketing, fiction e pubblicità.

Rai, domani le nomine si tratta ancora sul Tg1

Il Mattino

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La fumata bianca è prevista per oggi. Nomi e curricula dei direttori Rai dovrebbro arrivare stamane sul tavolo dei consiglieri di amministrazione Rai che domani dovrebbero approvare le proposte dell’ ad Salini. L’ intesa tra M5S e Lega potrebbe portare la Paterniti al Tg1 e Sangiuliano al Tg2. Al Tg3 dovrebbe rimanere Mazzà. Il Pd Anzaldi ha però inviato una diffida al cda: «Prima il piano editoriale».

nuovo governo vecchie spartizioni

Il Sole 24 Ore
Fabio Tamburini
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Fin dai tempi della Prima e della Seconda Repubblica sulle nomine casca l’ asino. Nel senso che è sempre venuto spontaneo predicare bene e razzolare male. A parole prevalgono le dichiarazioni d’ intenti nel nome della professionalità e dell’ esperienza specifica come criterio unico a cui ispirarsi nelle scelte da fare. Nei fatti le decisioni prese hanno sempre rappresentato l’ occasione in cui la classe dirigente della politica ha dato il peggio di se stessa. Passano gli anni, siamo entrati in una nuova era, certamente molto diversa dal passato, ma il terreno delle nomine si rivela sempre ricco d’ insidie per i protagonisti. È passato quasi un mese da quando, il 2 ottobre scorso, abbiamo denunciato il fatto che, in un momento delicato della vita politica del Paese e con i mercati in subbuglio, la Consob, l’ organismo di vigilanza, è senza presidente. Da quel momento incontri riservati e grandi manovre nei nuovi Palazzi della politica si sono moltiplicati, ma senza trovare la soluzione. Così l’ incarico resta vacante e il clima diventa sempre più velenoso. La stessa incertezza impedisce di procedere sul pacchetto delle nomine in Rai, al vertice dell’ Authority Antitrust e ai servizi segreti. L’ ultima puntata delle verifiche in corso si è svolta nel fine settimana, ma con fumata nera. L’ accordo tra M5S e Lega non si trova. Per quanto riguarda i servizi le nomine sono slittate alla primavera prossima, nel caso della Rai il tentativo è di chiuderle in settimana, Consob dovrebbe arrivare subito dopo e via dicendo. Lo spettacolo, occorre dirlo, non è dei migliori. Il rischio è che, alla fine, logiche di spartizione prevalgono sulla opportunità di nominare candidati dal curriculum adeguato. Sarebbe imperdonabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Rai: Tg1 al M5S, Tg2 alla Lega Braccio di ferro sulla Consob

Il Sole 24 Ore
Manuela Perrone
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ROMA Entro stamattina alle 10.30 i consiglieri d’ amministrazione della Rai dovrebbero ricevere i curriculum dei direttori di telegiornali e reti da nominare domani. Sono le 24 ore di rito prima del Cda, considerate il minimo indispensabile per decisioni consapevoli. Ma fino a ieri sera la partita era ancora apertissima, soprattutto sul nodo principe: il Tg1, da cui a cascata dipendono le altre nomine. Dopo i vertici tra il premier Conte e i vicepremier e tra Di Maio e Salvini domenica da soli, i contatti sono proseguiti febbrili anche ieri. Ma il numero uno della Lega, volato in Qatar, tiene a far sapere che di Rai non si occupa e che il dossier è nelle mani dell’ Ad Fabrizio Salini e del presidente Marcello Foa. Fonti di maggioranza confermano che la scelta per il telegiornale dell’ ammiraglia non ricadrà su esterni: sono fuori dai giochi tanto Andrea Bonini di SkyTg24 quanto Francesco Piccinini, direttore di Fanpage.it, che però spinto dal M5S potrebbe entrare in Rai con un ruolo da consulente per il web. Tra gli interni, calano le chance per Giuseppina Paterniti, su cui pende il veto della Lega, facendo rispuntare tra i papabili, sempre in quota M5S, Alberto Matano. A quel punto nessun ostacolo per Gennaro Sangiuliano al Tg2, sostenuto da Lega e gradito anche a Forza Italia. Con le reti invertite: il Carroccio indicherebbe Marcello Ciannamea per Rai1, i pentastellati Maria Pia Ammirati o Ludovico De Meo o Carlo Freccero per Rai2. Per il terzo canale dovrebbe essere confermato il tandem Luca Mazzà al Tg e Stefano Coletta alla rete, anche se Mazzà, a sorpresa, sarebbe stato controproposto dalla Lega per il Tg1 e se Federica Sciarelli sarebbe vista di buon occhio dal M5S a capo di Rai 3. I leghisti farebbero il pieno alla Tgr, dove dovrebbe rimanere Alessandro Casarin, già direttore ad interim, affiancato da Roberto Pacchetti come condirettore. Al Giornale Radio dovrebbe andare Giuseppe Carboni, a Rai Parlamento Antonio Preziosi. Ieri presidente e Ad, insieme ai consiglieri Rita Borioni e Riccardo Laganà, hanno ricevuto una delegazione Usigrai in protesta «contro l’ immobilismo dell’ azienda», che gli ha lasciato in dono uno zaino blu contenente il contratto di servizio. Un incontro per provare ad abbassare i toni a due giorni dal Cda, che all’ ordine del giorno ha anche le deleghe, la semestrale al 30 giugno 2018, informative e deliberazioni su ordini e contratti. Ma è chiaro che il piatto forte sono le nomine, su cui il segretario della Commissione parlamentare di Vigilanza, il dem Michele Anzaldi, ha aperto il fuoco evocando un potenziale danno erariale: ieri ha inviato diffida formale a Salini, ai consiglieri, al Collegio sindacale e al magistrato della Corte dei conti delegato al controllo sulla Rai dal procedere «prima che siano definiti e approvati il piano industriale, il piano editoriale relativo all’ offerta e i conseguenti piani di riorganizzazione delle testate e delle reti». La fatica della trattativa politica sulla Rai si replica su altri tavoli, dove è alta anche l’ attenzione del Colle. Entro la prossima settimana il Governo vorrebbe stringere su Consob. Per il successore di Mario Nava alla guida dell’ Autorità che vigila sulle società e la Borsa il candidato dei Cinque Stelle è quello dell’ interno Marcello Minenna. Sulle sue effettive possibilità è però perplessa la Lega, che sostiene invece i bocconiani Alberto Dell’ Acqua e Carlo Maria Pinardi. La terza carta è quella del procuratore capo di Milano, Francesco Greco, figura ritenuta di ampia garanzia e in ottimi rapporti con Bankitalia. Sullo scacchiere c’ è anche la presidenza della commissione d’ inchiesta sulle banche, approvata in redigente dalla commissione Finanze del Senato. In pole ci sono il senatore M5S Gianluigi Paragone e Roberto Calderoli per la Lega. Lontana invece la soluzione per l’ Antitrust, nelle mani dei presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati, e per i Servizi, dove Conte, che ha la delega, ha rimandato tutto a dopo la conferenza sulla Libia. Su altri fronti lo scontro è con il ministro dell’ Economia. Vale ad esempio per Invimit, dove Lega e M5S avrebbero raggiunto un’ intesa da mesi senza trovare sponde in Tria, che prende tempo lasciando Elisabetta Spitz al timone. Un attendismo che irrita i Cinque Stelle, già furiosi per la conferma dei vertici Sogei. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Il gruppo vara la riorganizzazione delle aree Programming e Sky Media, Digital & data

Italia Oggi

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Piccola rivoluzione dell’ organigramma di Sky Italia. Dopo l’ addio di Andrea Scrosati, trasferitosi a Londra con il ruolo di chief operating officer del gruppo Fremantle, il suo posto è stato affidato a Nicola Maccanico, executive vice president per l’ area Programming, mantenendo ad interim il suo attuale ruolo di ceo della società di distribuzione cinematografica Vision distribution. Contestualmente, all’ interno della direzione Programming, Antonella d’ Errico è nominata vice president Sky branded channels (Sky Uno, Sky Atlantic e Sky Arte) a diretto riporto di Maccanico. La struttura Free to air in precedenza guidata da d’ Errico passa dall’ area Programming a quella di Sky Media, digital & data. Sarà diretta da Remo Tebaldi che riporterà a Giovanni Ciarlariello, direttore di Sky Media, digital & data. Maccanico nell’ area Programming conterà anche sull’ esperienza di Margherita Amedei (Sky cinema), Luisa Borella (business affairs & acquisition), Antonella Dominici (pay per view & on demand), Nils Hartmann (original production) e Luca Revelli (partner channels & digital). Sky Tg24, guidato da Sarah Varetto, diventerà invece un’ area a diretto riporto dell’ amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia. L’ area Sky Media, digital & data si rafforzerà con l’ arrivo di Viviana Pellegrini, che assumerà la responsabilità della struttura Entertainment & sport brand solutions, a diretto riporto di Ciarlariello. Quanto ai palinsesti intrattenimento di Sky, presentati ieri sera a Milano, da segnalare la nuova edizione di Hell’ s kitchen con Carlo Cracco (dal 6 novembre), e poi, in dicembre, Masterchef All stars Italia (con 16 tra i più talentuosi protagonisti di tutte le passate edizioni di Masterchef), mentre, a differenza degli altri anni, il nuovo Masterchef Italia partirà solo in gennaio. Quanto alle serie originali Sky, nel 2019 arrivano ZeroZeroZero di Stefano Sollima, e poi la quarta stagione di Gomorra e la serie 1994, che chiude la trilogia iniziata con 1992. Sono invece in corso le riprese di Diavoli e di The New Pope, sotto la regia di Paolo Sorrentino e con Jude Law e John Malkovich. © Riproduzione riservata.

Sky Italia spinge sulla pubblicità

Italia Oggi
PAGINA A CURA DI CLAUDIO PLAZZOTTA
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Sky Italia prova a dare una spinta ai suoi ricavi pubblicitari, che nel 2018, almeno in base ai dati Nielsen, sono a -1% nei primi otto mesi rispetto allo stesso periodo 2017 con un risveglio però in settembre (+17% sullo stesso mese 2017). E ci sono molte nuove iniziative che porteranno a sviluppare un comparto, quello dei ricavi da pubblicità, che nell’ esercizio 2017 (chiuso nel giugno 2017) è arrivato a 233 milioni di euro netti su 2,885 miliardi di euro di ricavi complessivi del gruppo Sky. Come spiega Giovanni Ciarlariello, dalla estate 2018 direttore di Sky Media, digital & data, il settore della tv in chiaro «diventerà ancora più strategico per Sky. Sia con i canali in chiaro Tv8, Cielo e SkyTg24, che hanno audience in costante crescita, sia nella gestione della raccolta per canali tv di editori terzi, che già facciamo sulla piattaforma pay (per esempio, per i canali di Fox, ndr), ma che finora non avevamo esplorato nella tv in chiaro». Da ottobre, infatti, Sky Media raccoglie la pubblicità del canale Alpha di De Agostini, all’ lcn 59 del digitale terrestre, che in precedenza era a cura di Viacom. E si sta sondando il mercato per trovare altre partnership. Intanto i canali in chiaro di Sky, che valgono circa il 3,5% di share nel giorno medio, rappresentano già un business piuttosto interessante e con fatturati lordi attorno ai 100 milioni di euro all’ anno di raccolta. Non è un caso, infatti, che la struttura Free to air, che si occupa di Tv8 e Cielo, nella nuova riorganizzazione di Sky passi dall’ area Programming a quella di Sky Media. Il nuovo responsabile del Free to air, Remo Tebaldi, riporterà direttamente a Ciarlariello, potenziando le sinergie tra pubblicità e parte editoriale. Poi c’ è tutto il business relativo alla raccolta pubblicitaria di Sky sul web. La concessionaria Sky Media raccoglie non solo i siti di Sky, ma pure i siti di oltre 200 editori terzi, da Fox a Twitter, da Fantagazzetta a Tiscali, che valgono oltre 20 milioni di utenti unici al mese, 160 milioni di video visti nel mese di ottobre, due miliardi di video visti nell’ intero 2018, «che vogliamo portare a tre miliardi nel 2019», dice Ciarlariello. Il quale ha voluto rafforzare la partnership con gli editori terzi «cedendo loro, gratuitamente, l’ utilizzo di tanti contenuti editi da Sky, dalle sintesi di X-Factor o delle partite di calcio, dai notiziari di Sky Tg24 agli abstract di Masterchef, della Formula 1 o del MotoGP. Gli editori sono contenti perché possono corredare i loro servizi con le immagini di qualità di Sky, e noi siamo felici perché la partnership è più solida, aumentano le visualizzazioni e quindi si allarga il bacino pubblicitario e di conseguenza la raccolta». Peraltro tutti questi contenuti video verranno a breve rilevati da Auditel, con il rilascio dei primi dati tra la fine del 2018 e l’ inizio del 2019. E i numeri di utenti unici e video visti sopra riportati non tengono conto di Now Tv, dell’ offerta on demand e di Sky Go «che è la più grande piattaforma ott che opera in Italia con 2,5 milioni di famiglie abilitate», commenta Ciarlariello, «rispetto, ad esempio, agli 1-1,5 milioni di abbonati a Netflix. Peraltro, entro Natale, anche gli abbonati a Sky sul digitale terrestre avranno Sky Go in dotazione». Se sui clienti di Now tv non ci sono numeri ufficiali, l’ on demand, invece, è in esplosione: «Basti pensare che ormai la visione non lineare pesa in media per il 35% dei contatti di audience sulla piattaforma pay di Sky. E la tendenza è in aumento. Ancor di più per i clienti che hanno il nuovo decoder Sky Q». Sui 4,8 milioni di abbonati Sky in Italia, ci sono già 500 mila famiglie che dispongono di Sky Q: a tutti i nuovi abbonati viene dato in dotazione uno Sky Q black, oltre 100 mila hanno acquistato il nuovo Sky Q, e poi tutti i decoder venduti nell’ ultimo anno e mezzo sono stati aggiornati con un software e trasformati, di fatto, in uno Sky Q. Lo sviluppo tecnologico dei decoder di Sky consentirà, infine, un rilancio di Ad Smart, ovvero degli spot geolocalizzati e targettizzati, a inizio 2019: «Saremo molto più sofisticati: prima lavoravamo solo per macro aree geografiche. Dal 2019, invece, lavoreremo sulle 400 mila celle censuarie dell’ indagine Istat, e ogni cella aggrega 50 famiglie con le loro abitudini di spesa. Gli spot Ad Smart, nel 2019, saranno pianificabili su circa 3 milioni di decoder, e questa, secondo me», conclude Ciarlariello, «è l’ unica e vera Adressable tv in Italia». © Riproduzione riservata.

La televisione adesso si sfoglia

Italia Oggi
PAGINA A CURA DI MARCO A. CAPISANI
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C’ è un mercato in edicola fatto di settimanali, bisettimanali e mensili che vale complessivamente almeno 460 mila copie al mese, con vendite stabili nel tempo e lettori fidelizzati che si suddividono (al momento) tra meno di una decina di magazine. Non si tratta di riviste pubblicate da editori tradizionali né di testate blasonate ma quelle che mandano in stampa Mediaset e Rai come Cotto e Mangiato, il Segreto, Uomini e Donne, Melaverde e Mistero per il Biscione e, per Viale Mazzini tramite Rai Com, Detto Fatto, la Prova del Cuoco, Reazione a Catena e Braccialetti Rossi. Una serie di pubblicazioni che nascono sull’ onda del successo delle omonime trasmissioni e serie tv, hanno una struttura flessibile perché durano normalmente fintantoché va in onda il format a cui si ispirano ma, per esempio nel caso di Fivestore (divisione editoriale di Mediaset), arrivano a valere 5 milioni di ricavi in tutto ogni anno (la Rai non comunica il giro d’ affari). Tra l’ altro Fivestore ha appena inaugurato Pomeriggio Cinque, settimanale che riprende e approfondisce i temi del contenitore pomeridiano condotto su Canale 5 da Barbara d’ Urso (con alle spalle già una rivista a lei dedicata che, però, ha chiuso dopo pochi numeri). Secondo quanto risulta a ItaliaOggi (Mediaset non fornisce dati puntuali), Pomeriggio Cinque ha debuttato sulle 80 mila copie. Mediaset e Rai si affidano a editori terzi o service esterni, distributori e stampatori per confezionare i singoli prodotti editoriali. Il Biscione diffonde una media di 250 mila copie al mese, la tv di Stato sulle 130-200 mila (i dati variano a seconda del palinsesto tv e di quali suoi spin-off seguono in edicola). La fascia di prezzo oscilla in media da 1,50 euro ai 3,99 euro che salgono fino a 10 euro circa in caso di gadget allegati. «Gadget che peraltro tirano ancora», spiega a ItaliaOggi Guido Pisterna, responsabile di Fivestore (che dal 2006 a oggi ha dato vita ad altri magazine come Controcampo, la Macchina del Tempo e Grande Fratello). «Un esempio? La collana usata dalla protagonista de il Segreto. Comunque non tutte le trasmissioni tv possono diventare un magazine. Di base, serve sicuramente una buona audience ma anche e soprattutto che s’ instauri col pubblico un buon feeling, una buona interattività che noi monitoriamo tra l’ altro sia sui social sia in base allo streaming dei contenuti video». Esistono infatti trasmissioni di successo in televisione che non hanno la loro estensione in edicola, di cui sono solo alcuni esempi Striscia la Notizia, le Iene Show o ancora Quarto Grado. Come mai? «Per alcune di queste trasmissioni avremmo voluto o abbiamo provato a creare una rivista dedicata», prosegue Pisterna, «ma è difficile, soprattutto per quel che riguarda il giornalismo d’ inchiesta, garantire sempre contenuti di qualità. Le inchieste tv tendono a esaurirsi con la fine di una puntata». Comunque, sempre secondo il responsabile Fivestore, se per esempio il Segreto (alla quarta edizione) facesse certificare la propria diffusione sarebbe tra i primi cinque mensili d’ Italia. Del resto Mediaset parte dal piccolo schermo e cavalca i successi tv fino a traboccare in edicola, ma anche Mondadori (sempre gruppo Fininvest) segue il percorso della multipiattaforma, seppur in direzione opposta: con Giallo Zafferano è partita dal web per arrivare in edicola e televisione. Nel frattempo, sia Mediaset sia Rai preparano le novità 2019 per l’ edicola ma la tv pubblica, in particolare, vuole spingere anche sul settore dei libri a marchio proprio completando per il prossimo gennaio il rebranding e la riorganizzazione di Rai Eri in Rai Libri. © Riproduzione riservata.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

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Mediaset, il cda deciderà se la fiduciaria di Vivendi può partecipare all’ assemblea. Come ha già fatto a giugno, anche per le prossime assemblee Mediaset si atterrà alla medesima procedura dello scorso giugno: il consiglio di amministrazione valuterà gli elementi che legittimino Vivendi e/o Simon Fiduciaria all’ esercizio dei diritti di voto e quindi alla partecipazione all’ assemblea. Lo ha specificato ieri con una nota la società di Cologno Monzese, dettagliando quanto già detto venerdì. Alla fine della scorsa settimana, infatti, Mediaset aveva comunicato di aver ricevuto l’ impugnazione di Simon Fiduciaria, intestataria fiduciaria di quasi il 20% delle azioni di Vivendi, relativa a due delibere dell’ assemblea degli azionisti 2018, impugnazione con cui si chiedeva anche la partecipazione alle riunioni dei soci. Nella nuova nota Mediaset ribadisce le ragioni che hanno portato all’ esclusione di Simon, che discendono dal comportamento di Vivendi relativo all’ inadempimento del contratto di acquisto di Premium e ad altri comportamenti illeciti, fra i quali l’ accumulo di azioni del Biscione pur con il divieto previsto dallo stesso contratto. Radio, raccolta stabile a settembre. Secondo l’ Osservatorio Fcp-Assoradio, il fatturato pubblicitario del mese di settembre registra una variazione del +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2017 per un totale di 28.602.000 euro. «Il fatturato pubblicitario del mezzo radio a settembre è stabile: +0,1% verso il 2017», ha detto il presidente di Fcp-Assoradio Fausto Amorese. «Risultato più che positivo se consideriamo che il 2017 era cresciuto sull’ anno precedente dell’ 11,7%. A chiusura del terzo quarter la crescita progressiva nei primi nove mesi si mantiene di conseguenza superiore alla media del mercato, +5,5%. Possiamo dire che la radio rende e il mercato ci crede. «La Radio rende» è anche il claim scelto per la campagna di sistema realizzata da xG Publishing per Fcp-Assoradio, da poco terminata. Stiamo già lavorando con Mindshare alla edizione 2019 di RadioCompass che si terrà a gennaio nelle piazze di Milano e Roma». Lucisano Media Group, nuovi accordi con broadcaster e piattaforme digitali. Lucisano Media Group ha siglato accordi di licenza di diritti televisivi di 41 film per un valore di 3 milioni di euro. Gli accordi riguardano Rti del Gruppo Mediaset e le principali piattaforme over the top. «Gli accordi riflettono il nostro impegno per valorizzare le opere in ogni fase della catena del valore: dal debutto in sala o in prima serata fino ai successivi passaggi televisivi o sulle piattaforme digitali on demand», ha detto Federica Lucisano, amministratore delegato di Lucisano Media Group. «La richiesta di contenuti audiovisivi di qualità continua a crescere e il nostro approccio integrato alla filiera dell’ audiovisivo ci consente di sfruttare al meglio le potenzialità di una library che ripercorre la storia del cinema italiano dal 1958 a oggi, spaziando tra epoche e generi diversi». Dazn, durante la settimana Serie B, calcio europeo e internazionale. Si apre oggi su Dazn una tre giorni di appuntamenti per gli appassionati di calcio. La piattaforma di streaming trasmetterà, live e on demand, 23 match, tra Serie BKT, calcio europeo e internazionale. Per la Serie B sette partite in contemporanea oggi alle 21, spazio anche per il grande calcio europeo, grazie al ritorno della Carabao Cup e al debutto sulla piattaforma di streaming della Copa del Rey e della Coupe de La Ligue. Per il calcio internazionale, invece, la Copa Libertadores e la Copa Sudamericana. Timvision e Timgames a Lucca Comics & Games 2018. Inizia il countdown per Lucca Comics & Games 2018, cinque giorni all’ insegna del gioco e del divertimento durante i quali Tim, main sponsor della manifestazione, coinvolgerà gli appassionati nel Tim Dome e per le vie della città. Anche quest’ anno Timvision parteciperà alla manifestazione con due anteprime in esclusiva per l’ Italia dedicate agli amanti delle serie tv presentate al TIM Cinema Centrale, Siren e Marvel’ s Runaways. Corsera, LiberiTutti ha la sua social tv su YouTube. Il settimanale del Corriere della Sera dedicato al weekend, alle passioni e al bello della vita, è anche su YouTube attraverso la social tv dedicata. Attraverso la creazione della social tv, infatti, lettori e appassionati di YouTube, in particolare i millennial, hanno la possibilità di accedere a contenuti nuovi ed esclusivi pensati espressamente per il canale e prodotti ad hoc con format diversi e innovativi. Radio Capital, il doppio cd con le canzoni che hanno cambiato il mondo. È in vendita in tutti i negozi di dischi e in esclusiva su iTunes la nuova compilation firmata da Radio Capital e Universal Music 1968 – Capital Revolution, un doppio cd con le canzoni che hanno cambiato il mondo. Assocom, al via la terza edizione di #instagency. Per il terzo anno consecutivo torna #instagency, il contest ideato e promosso da Assocom e Instagram che invita tutti i professionisti delle agenzie di comunicazione a raccontarsi, catturando i momenti della loro quotidianità lavorativa. Se nella precedenti edizioni ad immortalare la vita di agenzia erano gli scatti, quest’ anno non potevano mancare le stories che offrono ancora maggiore libertà creativa e narrativa. C’ è tempo fino all’ 11 novembre per partecipare. Durante la serata finale in programma il 21 novembre a Milano la giuria popolare decreterà il vincitore assoluto scelto tra i 10 finalisti selezionati dalla giuria di qualità.

” La libertà di stampa è irrinunciabile”

La Repubblica
GIOVANNA CASADIO
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ROMA Il diritto di parola, il diritto di informare e di essere informati, la libertà di opinione. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna a occuparsene inviando un messaggio all’ agenzia dei vescovi Sir, per il trentennale della fondazione, in un momento in cui si moltiplicano gli attacchi all’ informazione. « Il pluralismo e la libertà delle opinioni sono condizioni imprescindibili per un Paese civile, come afferma la nostra Costituzione, e l’ irrobustimento delle voci espressive di identità e realtà rappresenta un servizio reso alla intera comunità della Repubblica» ammonisce il capo dello Stato ribadendo la centralità della libertà d’ informazione come presidio della democrazia. L’ ultimo, ed ennesimo, attacco è quello dei 5Stelle a Repubblica: il quotidiano è stata messo nel mirino dei grillini per la cronaca della manifestazione in Campidoglio di sabato scorso per dire basta all’ incuria e all’ abbandono in cui si trova la Capitale e contestare la sindaca Virginia Raggi. La Federazione nazionale della Stampa e l’ Ordine dei giornalisti, in una nota congiunta, ringraziano Mattarella per avere richiamato «l’ attenzione collettiva sul valore della libertà di informazione, architrave di ogni ordinamento democratico. Parole, le sue, ancora più significative perché racchiuse nel messaggio inviato alla Sir, agenzia di informazione religiosa, a qualche ora dall’ annuncio della chiusura dei fondi di garanzia a sostegno del pluralismo editoriale e dai reiterati attacchi contro giornalisti e giornali del gruppo Gedi » . Nella bozza della manovra economica, infatti, dal 2020 sono aboliti tutti gli sgravi previsti per imprese editrici, radio e tv, misure che hanno consentito tra l’ altro tariffe agevolate per le spese telefoniche, postali e per le spedizioni delle rese. Ma, mentre Mattarella lancia nelle stesse ore un nuovo messaggio stavolta sull’ importanza della ricerca scientifica definendo « inaccettabili le posizioni antiscientifiche e le illogiche congetture che inducono a comportamenti autolesionisti » , qualche crepa sul fronte della libertà di stampa si apre nella stessa maggioranza. Il leghista Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti di Montecitorio, afferma che «l’ editoria è una grande risorsa per ogni Paese, sono da cancellare le storture ma vanno tutelate le piccole- grandi testate » . Anche il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, si schiera: « Sento parlare tanto di fondi per l’ editoria. Dico solo che servono per assicurare la funzione civica e pubblica dell’ informazione » . E l’ ex direttore di Sky Tg24, il pentastellato Emilio Carelli, in un’ intervista a Radio Capital, annota che «in una democrazia il pluralismo dell’ informazione è l’ elemento più importante». Il presidente Fnsi Giuseppe Giulietti, intanto, rincara con un tweet: « Se per la quarta volta Mattarella ha dovuto difendere l’ Art. 21 e Costituzione significa che il limite è stato superato». Il riferimento è a tutte le volte in cui il capo dello Stato è intervenuto, dopo gli attacchi di M5S, per ricordare che « l’ incondizionata libertà di stampa costituisce l’ elemento portante e fondamentale della democrazia ». I giornalisti – annuncia la Fnsi – sono pronti alla mobilitazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corsa alle ultime poltrone, vertice notturno sul Tg1

La Repubblica
MARIA BERLINGUER
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roma Un vertice fiume tra Fabrizio Salini e Marcello Foa per tentare di chiudere la partita Rai in tempo per far arrivare entro le 10 di oggi i curricula dei direttori sul tavolo del consiglieri. È questa la scadenza ultima per non annullare il cda convocato per domani pomeriggio per varare il nuovo organigramma Rai. Il cda è stato fissato senza ordine del giorno. Salini, però, vuole chiudere il giro per smarcarsi dall’ accusa di star paralizzando la Rai. «Sono tre mesi che la Rai è immobile, siamo andati dai consiglieri per ribadire che l’ azienda è ferma da troppo tempo e che non sono accettabili impegni presi e rinviati » , denuncia l’ Usigrai che ieri ha incontrato Salini e Foa. Quanto alle nomine il sindacato dei giornalisti ricorda che Giornale radio, Radio sport e Tgr sono da mesi senza direttore. Chiedono al cda nomine interne e di spiegare, se saranno cambiati i direttori, i motivi delle scelte. La scorsa settimana Salini ha promesso ai consiglieri Rai che avranno i curriculum nei tempi previsti dalla legge, le 10 di oggi. A tarda sera, però, i nodi non sono ancora sciolti. E sono gli stessi di domenica: il Tg1 e la promozione di Casimiro Lieto a direttore di rete. A chiedere di trovare un posto al sole a Lieto, autore de ” La Prova del cuoco”, è Salvini. Gli alleati di governo non avrebbero niente in contrario a promuoverlo a una rete. La contropartita è che la Lega rinunci a Raiuno, rete per la quale è salda la candidatura del direttore dei palinsesti, Marcello Ciannamea. I desiderata della maggioranza gialloverde cozzano con quelli di Salini che ha in mente un altro schema di gioco. Quanto al Tg1 ( in quota 5 stelle) resta in corsa Giuseppina Paterniti ma la casella è ancora senza nome: i leghisti non la vogliono perché troppo europeista. In alternativa potrebbe farcela Giuseppe Carboni. Al Tg2 Gennaro Sangiuliano resta il favorito. Al Tg3 Luca Mazzà potrebbe vedersela con Federica Sciarelli che, pur avendo rifiutato il Tg1, potrebbe rientrare nel domino accettando di guidare il telegiornale che l’ ha lanciata. Quanto a Raitre è possibile che resti Stefano Colletta. A Rainews, per il posto di Antonio Di Bella, sono in corsa due donne: Iman Sabbah e Simona Sala. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

L’ incondizionata libertà di stampa non può essere oggetto di insidie volte a fiaccarne l’ autonomia

La Repubblica

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15 settembre 2018 Messaggio alla Società editrice Sud dopo i ripetuti annunci M5S sui tagli all’ editoria Il sostegno pubblico è indispensabile per la stampa e l’ editoria in lingua italiana all’ estero 23 ottobre 2018 Intervento al Quirinale dopo i proclami M5S sul taglio del Fondo per il pluralismo.

“Ascolti in calo e ‘ La prova del cuoco’ elimina la mia cucina multietnica”

La Repubblica
MARIACHIARA GIACOSA
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«Due anni fa sono andato via da Torino perché è una città senza futuro; sono venuto a Milano, dove le cose girano davvero. Di fronte a episodi come questo però mi chiedo se abbia ancora senso vivere in Italia, dove sembra vincere una visione cupa della convivenza con chi ha una cultura diversa dalla nostra». Vittorio Castellani, soprannominato Chef Kumalè dai tempi della trasmissione radiofonica Couscous Clan all’ inizio degli anni Novanta quando il racconto sulle cucine del mondo muoveva i primi passi, lascia la trasmissione di Rai 1 “La prova del cuoco” dopo appena tre puntate. Chiamato dagli autori prima dell’ estate, aveva deciso di rientrare nel team dopo un’ esperienza all’ inizio degli anni Duemila, con una spazio dedicato alle cucine di viaggio. Chef Kumalè, perché se ne è andato da “La prova del cuoco”? «Dieci giorni fa gli autori mi hanno detto che avrebbero sospeso la mia rubrica perché preferivano recuperare gli ascolti dedicando maggiore spazio al multiregionalismo piuttosto che al multiculturalismo in cucina. Avevamo puntate programmate e già organizzate fino a dicembre, ma di fronte alle richiesta di una pausa ho detto che me ne sarei andato». La Rai però dà una versione diversa: nessuna indicazione “tematica” sulla sua cucina, ma una scelta editoriale e di share. «Quando ho parlato con la produzione nessuno ha fatto cenno agli ascolti, che sono in calo, ma non credo proprio per colpa mia. Gli autori mi dicevano che andava tutto bene e apprezzavano il format che avevo messo in piedi con Gabriele Faggionato, lo chef di Garage Italia di Carlo Cracco a Milano con cui conducevo lo spazio. Per questo quello che è accaduto mi lascia scosso e amareggiato». Nel suo post su Facebook lei dice: «Lo slogan prima gli italiani è arrivato anche in cucina». Pensa che la relazione tra la conduttrice Elisa Isoardi e il ministro dell’ interno Salvini c’ entri qualcosa nella decisione degli autori? «Io non lo so. E non so nemmeno se siano arrivate indicazioni dai vertici dell’ azienda. Con Elisa Isoardi non ho avuto modo di confrontarmi se non con qualche battuta prima della messa in onda. Mi chiedeva istruzioni su come pronunciare il nome delle spezie o alcune dettagli sulle ricette che avremmo preparato. Non ho mai avuto la sensazione di un pregiudizio da parte sua e quando le ho fatto assaggiare il berberè etiope le è piaciuto. Non volevo scrivere un post contro la Isoardi o contro Salvini: non mi occupo di politica, ma di cultura gastronomica, anche se ho idee molto diverse da quelle del ministro dell’ interno. Considero però questo episodio il sintomo di quello che sta succedendo in questo Paese». A cosa si riferisce? «Da diverso tempo che le tematiche di cui mi occupo, come l’ integrazione e l’ incontro con le altre culture gastronomiche, trovano sempre meno spazio. La comunicazione e la televisione, compreso il servizio pubblico, non ne parlano, quando invece nella società e nei consumatori c’ è grande interesse, così come c’ è da parte delle aziende che vedono nel world food un’ opportunità di crescita e business. Mi dispiace che si parli solo di alimentazione Made in Italy, di cibo a chilometri zero e si dimentichi la ricchezza della cultura gastronomica degli altri Paesi. E si guardi a tutto ciò che è diverso e straniero, se non con razzismo, almeno con imbarazzo. Quando si sa che il miglior antidoto al razzismo è la cultura, anche quella del cibo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dico addio al programma Rai. Questo episodio è il sintomo di quello che succede nel Paese: l’ antidoto al razzismo è la cultura, anche del cibo La polemica Sopra Elisa Isoardi, conduttrice de “La prova del cuoco”. In alto Vittorio Castellani, in arte Chef Kumalè.

Da Mattarella nuovo richiamo al pluralismo

La Stampa
UGO MAGRI
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Per la quarta volta in altrettante settimane,Sergio Mattarella torna a segnalare quanto siano importanti, anzi «imprescindibili in un paese civile», la pluralità e la libertà delle opinioni. Il presidente lo ricorda, guarda caso, proprio mentre sta prendendo forma la nuova legge di Bilancio, che intende sopprimere le ultime tariffe agevolate all’ editoria (spese telefoniche e postali), ma soprattutto azzerare il Fondo per il pluralismo: tagli da 70 milioni di euro che non andrebbero a colpire i grandi giornali ma metterebbero in ginocchio tante piccole testate cooperative, del volontariato, dei connazionali all’ estero, del territorio, no-profit e i giornali diocesani. Il sottosegretario M5S alla presidenza del Consiglio, Vito Crimi, ne fa una questione di concorrenza sleale alle altre fonti di informazione, soprattutto online, che non ricevono sovvenzioni pubbliche. Per mettere tutti sullo stesso piano, d’ ora in avanti lo Stato non finanzierà nessuno, taglia corto Crimi. Ma qui sono in gioco anche altri valori, non meno meritevoli della concorrenza e del mercato. Li indica la Costituzione all’ articolo 21. E Mattarella ci torna su in un messaggio che prende spunto dal trentennale dell’ agenzia di informazione cattolica Sir: «L’ irrobustimento delle voci espressive di identità e realtà rappresenta un servizio reso all’ intera comunità della Repubblica». Parole cui la Federazione nazionale della stampa e l’ Ordine dei giornalisti non restano indifferenti, e ne ringraziano il Capo dello Stato. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

Lucca Comics, il magazzino delle storie future

La Stampa
STEFANO PRIARONE
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Il magazzino delle storie future. Quando era bambino Tiziano Sclavi, il futuro creatore di Dylan Dog , immaginava che le storie a fumetti ancora da pubblicare fossero già scritte e disegnate, chiuse in un grande magazzino, dal quale ogni mese ne uscivano solo alcune. E sognava di poter andare in quel magazzino. Lucca Comics and Games, dal 31 ottobre al 4 novembre, è quel magazzino. Ma non solo di fumetti, anche di serie tv, giochi, libri, animazione. Lo si vede bene nel manifesto della nuova edizione disegnato da LRNZ (alias Lorenzo Ceccotti): un’ unica figura in molte incarnazioni. Ogni appassionato ha la possibilità di sceglierne una e crearsi il proprio poster sul sito della manifestazione, proprio come ognuno può farsi un suo percorso in mostra a seconda delle passioni, dai fumetti (siano essi supereroi, manga, graphic novel, Disney o Bonelli), agli eventi per cosplayer, dai videogiochi alle serie tv. Ciò non vuol dire che non si possano segnalare alcuni fili rossi nella manifestazione, meritevoli di attenzione. Compleanni celebri Uno sono senz’ altro i compleanni celebri: fresco di 70 anni (compiuti il 30 settembre) Tex Willer, il ranger e capo indiano creato dallo sceneggiatore Giovanni Luigi Bonelli e dal disegnatore Aurelio «Galep» Galleppini, ringiovanisce. A Lucca viene infatti presentato il primo numero della nuova serie Tex Willer affiancata a quella storica (che nel 2019 arriverà al numero 700). È ambientata nel passato di Tex, quando era considerato un fuorilegge ed era meno infallibile di adesso. Un Tex ventenne, non ultraquarantenne, più inesperto e con tante storie da raccontare. Il 18 novembre compie 90 anni Topolino , che festeggia (sul numero 3284, in uscita a Lucca) con una storia speciale di Andrea «Casty» Castellan, probabilmente l’ autore di Mickey Mouse più vicino ai classici, e Massimo Bonfatti. Casty è essenzialmente l’ erede di Romano Scarpa (1927-2005), che ha saputo a sua volta essere l’ erede dei maestri americani Floyd Gottfredson e Bill Walsh, – dice David Gerstein, il maggiore studioso americano di fumetti disneyani – . Sembra la sua naturale evoluzione, e in più mette Topolino in situazioni strane e sfortunate, come in certe storie di Gottfredson degli Anni 30. Infine Lucca anticipa gli 80 anni di Batman (è nato nel maggio del 1939) con una mostra dedicata al suo disegnatore definitivo, ospite in fiera: Neal Adams, classe 1941, che fra la fine degli Anni 60 e i 70 ha rivoluzionato il modo di disegnare i supereroi (Batman in primis, ma anche Superman, e per la Marvel gli X-Men). Gli italiani lo fanno meglio L a mostra omaggia anche un maestro moderno come Simone Bianchi (classe 1972), nativo fra l’ altro della città toscana. La Marvel lo ha incaricato di realizzare 130 quadri dedicati ai suoi personaggi (Spider-Man, Thor, Avengers), metà sono esposti alla Galleria Metropolis di New York e metà a Lucca Comics: un altro esempio (come Casty e Scarpa con Mickey Mouse) di come gli italiani sappiano reinterpretare e fare loro classici personaggi americani. Un altro maestro contemporaneo è il parmense Leo Ortolani che ha chiuso la serie del suo Rat-Man lo scorso anno, ma continua a pubblicare speciali sul personaggio o sul suo mondo. A Lucca Comics esce (da Bao) Cinzia , romanzo a fumetti con protagonista la trans Cinzia, innamorata senza speranza di Rat-Man (e amata dai fan). Cinzia è transessuale, ma la sua storia è narrata in un modo che non rende necessario esserlo per immedesimarsi in lei – dice Michele Foschini di Bao – . Inoltre il libro è una sorta di musical a fumetti, serio e allo stesso tempo divertente fino alle lacrime. Un sogno realizzato Quarant’ anni fa arrivava sulla Rai Atlas Ufo Robot , capofila delle serie animate giapponesi di fantascienza. L’ anno successivo sarebbe toccato a Capitan Harlock , poetica saga di un pirata spaziale. A Lucca è ospite (gli viene anche dedicata una mostra) il grande Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock e di altre serie come La corazzata Yamato e Galaxy Express 999 : se Lucca Comics realizza il sogno del piccolo Sclavi, Matsumoto nella città toscana è il sogno avverato dei bambini degli Anni Settanta e Ottanta. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

(v.f.) Cari lettori, avrete notato che oggi Libero ha mutato aspetto.

Libero

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(v.f.) Cari lettori, avrete notato che oggi Libero ha mutato aspetto. Si è dato una nuova grafica moderna, cioè più adatta ai tempi nella speranza di rendere la sua lettura più agevole. Quando nei quotidiani si cambia qualcosa noi che li facciamo siamo sempre preoccupati di scontentare chi ci segue, abituato a certi schemi cui magari non desidera rinunciare. Tuttavia, per adeguarci all’ andazzo generale siamo costretti ad adottare regole diverse, che, lo dico subito per evitare equivoci, non riguardano i contenuti né la linea del giornale, bensì l’ estetica, obbligata a tenere conto di un solo obiettivo: facilitare la consultazione, renderla più agile, aiutare chi sfoglia le nostre pagine a trovare ciò che è maggiormente interessante. Libero, da alcuni mesi, è il foglio italiano che ha guadagnato in percentuale più copie vendute in edicola e questo ci rincuora, significa che andiamo incontro alle esigenze informative del popolo. Cosicché con le innovazioni, che sono evidenti, ci auguriamo di essere all’ altezza delle vostre aspettative. L’ intento rimane quello di non deludervi mai. Grazie dell’ attenzione. Una breve chiosa. Ieri un politico grillino, Crimi ha dichiarato di volerci togliere le provvidenze spettanti all’ editoria che vengono distribuite in base alla diffusione. È seccato perché noi otteniamo un alto gradimento e contribuiamo a tenere vivo il dibattito. Egli ha citato Libero e ha trascurato l’ Avvenire, l’ organo dei vescovi, e tutti gli altri prodotti in circolazione. Immaginiamo il motivo abietto: tra Di Maio e Salvini stiamo col secondo in quanto si impegna a migliorare il Paese. Non sposiamo nessuno, tantomeno il pentastellato Crimi al quale diciamo solamente che in ogni Nazione occidentale si dà una mano alla stampa per darla alla democrazia. riproduzione riservata.

I giornali sprecano energia su Facebook e gli regalano dati preziosi. Lo dice una ricerca DataMediaHub su 20 testate – DOCUMENTO

Prima Comunicazione

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DataMediaHub ha monitorato per un mese, dal 27 Settembre al 26 Ottobre, le fanpage di venti quotidiani italiani. Le testate prese in considerazione sono dieci ‘pure player’ e altre dieci che hanno invece una corrispondente versione cartacea ossia Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Il Sole24Ore, Il Fatto Quotidiano, La Gazzetta dello Sport, Libero, Il Giornale, Il Manifesto, e Avvenire. Le testate all digital sono: Fanpage, TGCom24, Today, HuffPost Italia, TPI [The Post Internazionale], Il Post. Blogo, Agi, Ansa, e Linkiesta. I dati sono stati raccolti grazie alla suite Talkwalker con la quale DataMediaHub ha una partnership per l’ ascolto e il monitoraggio della Rete. Leggendo l’ interessante e approfondida analisi emergono elementi che aiutano a capire non solo come si comportano i giornali su Facebook ma anche il senso (se c’ è) di molte attività dedicate a questo social. – In generale le testate postano una grande quantità di contenuti sulle proprie fanpage a fronte di un ritorno non proporzionale poichè, dice DataMediaHub, non vi è correlazione tra il numero di post ed il livello di engagement. Peraltro il quotidiano con il maggior tasso di engagement è Repubblica con un engagement rate giornaliero del 3.7% – Il mix dei contenuti proposti è generalmente molto povero con una netta prevalenza di link, mentre immagini e video sono una assoluta minoranza. Esattamente il contrario di quanto avviene per le fanpage dei brand aziendali si altri comparti. – Le testate faticano a investire sulla figura del social media editor privilegiando figure ‘a mezzo servizio

L'articolo Rassegna Stampa del 30/10/2018 proviene da Editoria.tv.


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