Quantcast
Channel: Editoria.tv
Viewing all articles
Browse latest Browse all 7932

Rassegna Stampa del 11/10/2018

$
0
0

Indice Articoli

“La Parodi insulta il leader leghista: lascia subito la Rai”

Bonaventura, Felix e Sor Pampurio In mostra gli eroi del «Corrierino»

Addio Fiorentino fu l’ editore di Totò

Il ministro Costa e la Nobel Malala incontro a Napoli sui diritti umani

Nel bonus pubblicità anche le spese per i concessionari

Chessidice in viale dell’ Editoria

Concessionarie, il bonus resta

La tv su dell’ 1,5%. Rai -4%, Sky -1%, Discovery +1,8%, La7 +2,6%, Mediaset +4%

Pubblicità, gli otto mesi a +2,5%

Ascolti, settembre no per Mediaset

“La Parodi insulta il leader leghista: lascia subito la Rai”

Il Fatto Quotidiano

link

“A cosa è dovutal’ ascesa di Salvini? All’ arrabbiatura della gente. Al fatto che probabilmente non è stato fatto molto di quello che era stato promesso di fare. È dovuta alla paura e anche all’ ignoranza”. Lo ha detto Cristina Parodi, ospite di Rai Radio 2 alla trasmissione I lunatici. Protesta la Lega. “Se Cristina Parodi è tanto delusa dalla politica italiana scenda in campo. E, soprattutto, lasci la Rai. Con le sue offese a Matteo Salvini, la giornalista e moglie del sindaco del Partito democratico di Bergamo, Giorgio Gori, ha utilizzato il servizio pubblico radio-televisivo a proprio uso e consumo, facendo propaganda politica alla faccia del pluralismo informativo e ciò non è giustificabile”. “Ne chiederemo conto in Commissione di Vigilanza Rai con un’ interrogazione”. Lo dichiarano i parlamentari della Lega Paolo Tiramani, capogruppo in Commissione di Vigilanza, Massimiliano Capitanio, Dimitri Coin, Igor Iezzi, Giorgio Bergesio, Simona Pergreffi ed Umberto Fusco.

Bonaventura, Felix e Sor Pampurio In mostra gli eroi del «Corrierino»

Il Giornale
Simone Finotti
link

Simone Finotti Qui comincia l’ avventura… Quante generazioni di giovanissimi lettori restarono affascinate dalle strampalate e rocambolesche «sciagure» del mitico Signor Bonaventura, il pupazzone in marsina e bombetta rossa ideato da Sto (al secolo Sergio Tofano), che nel giro di poche vignette e una manciata di ottonari in rima baciata si ritrovava immancabilmente milionario? E che dire del primo personaggio del fumetto nostrano, il simpatico Bilbolbul di Attilio Mussino, che ideò anche il protobalilla Schizzo? Come dimenticare il soldato Marmittone di Bruno Angoletta, il Sor Pampurio di Carlo Bisi, il Prode Anselmo di Mario Pompei, Pier Cloruro de’ Lambicchi di Giovanni Manca e, in esclusiva dagli States, icone come «Mimmo» Buster Brown, gatto Felix, Fortunello, Arcibaldo e Petronilla, o ancora Bibì e Bibò, figli della cuoca Tordella, al servizio del burbero Capitan Cocoricò, bersaglio privilegiato dei tiri mancini dei due monelli? Saranno loro, insieme a molti altri personaggi usciti dalla matita di geniali illustratori e artisti, ad animare la ricca mostra «Corriere dei Piccoli, 110 anni del fumetto in Italia», con cui il Museo Wow (viale Campania 12) omaggia dal 13 ottobre al 13 gennaio 2019 la «nonna» di tutte le riviste a fumetti dell’ editoria italiana, uscita per la prima volta nelle edicole il 27 dicembre 1908. La testata, disegnata da Antonio Rubino, recava l’ indicazione «supplemento illustrato del Corriere della Sera»: costo 10 centesimi, più o meno il doppio di un caffè dell’ epoca. Oggi un paio di euro, insomma: non molto, per quello che è considerato il manifesto del fumetto italiano. Ed era solo il primo degli oltre 4500 numeri di un Corrierino che a cadenza settimanale, per quasi 90 annate -fino al 1995- incantò moltissimi piccoli ma anche parecchi grandi, arrivando negli anni Sessanta a superare le 700mila copie di tiratura. Non solo fumetti: alle storie illustrate si alternavano racconti, romanzi a puntate, fiabe, favole, poesie, rubriche, come testimoniano le centinaia di numeri originali (a partire dal rarissimo n.1, un Sacro Graal per i collezionisti), scelti nell’ archivio della Fondazione Franco Fossati, che rappresentano il filo conduttore della mostra. L’ approccio è cronologico, e parte da una geniale figura femminile: l’ allora trentasettenne Paola Lombroso, sociologa e scrittrice figlia del celebre Cesare. Fu lei a ideare il Corrierino, anche se Luigi Albertini, titubante all’ idea di mettere una donna alla guida della testata (o tempora o mores!), le preferì il coetaneo Silvio Spaventa Filippi, relegandola alla rubrica delle «Lettere», dove rimase fino al 1912 con lo pseudonimo di Zia Mariù. Molti i materiali inediti su di lei, come sulle altre donne che tanto diedero al periodico: da Grazia Nidasio, con le sue Valentina Mela Verde e Stefi, a Iris De Paoli, da José Pellegrini a Maria Grazia Perini, direttrici dal 1977 al 1994. In mezzo incontreremo la prima storia in cui le nuvole parlanti subentrano alle strofe in rima (Il labirinto della morte, di Nadir Quinto), le «disegnate» di Leo Cimpellin, la prima vera copertina del 1962, il radicale restyling del ’68 e la nascita, quattro anni più tardi, del Corriere dei Ragazzi. Uno speciale focus è dedicato alle grandi firme della letteratura e del giornalismo, come Dino Buzzati, Gianni Rodari, Luigi Barzini e Mino Milani. (Martedì-venerdì 15-19. Sabato e domenica 15-20. Ingresso da 3 a 5 euro)

Addio Fiorentino fu l’ editore di Totò

Il Mattino
Giovanni Chianelli
link

È scomparso martedì scorso, all’ età di 76 anni, Francesco Fiorentino, esponente della Fausto Fiorentino editore, la casa che diede alle stampe A’ livella di Totò. È stato il protagonista di un’ editoria locale di qualità che ha sfornato titoli anche fortunati, come Così finirono i Borbone di Napoli di Michele Topa e Ferdinando IV re di Napoli di Vittorio Gleijeses, che fino agli anni Novanta sono stati veri best seller di settore, e dopo Oi vita oi vita mia di Luigi De Filippo e alcuni titoli di Gino Maringola. Era un raffinato intellettuale e fine conoscitore degli umori della città. Negli ultimi anni aveva tentato di aprire una libreria a Benevento, dove un infarto lo ha stroncato. I Fiorentino, nel dopoguerra, avevano avviato la libreria che ancora adesso resiste in piazza del Gesù: Croce era ospite fisso e, più tardi, Spadolini diceva che quando passava da Napoli non poteva non fare un salto da quell’«editore libraro» beneficiato anche di una caricatura in Malacqua di Nicola Pugliese, dove venne parodiato in Sorrentino. Francesco era uno dei due figli e ha continuato l’ opera del padre insieme al fratello Stefano, anche lui scomparso, con cui ha prodotto gli ultimi successi, una monografia su Frank Lloyd Wright e una silloge di pregio di Kisho Kurokawa. Recentemente aveva consegnato nelle mani del nipote Giovanni Conforti, sceneggiatore e musicista, una memoria sulla pubblicazione della famosa poesia del principe della risata. Lui ne fu protagonista diretto: «Mio padre Fausto considerava la televisione uno svago inutile. Unica eccezione per TV7, condotta da Lello Bersani. Fu così che udì per la prima volta A livella, nell’ aprile del ’63. Capì subito che doveva pubblicare quei versi», scriveva Fiorentino. All’ incontro avrebbe partecipato anche lui. A fare da mediatori tra l’ editore e Totò furono due firme del Mattino, Mario Stefanile e Carlo Nazzaro. Antonio De Curtis accettò subito, con tre condizioni: «La responsabilità è tutta vostra. L’ edizione è a vostra totale spesa: je nun caccio na lira. E la prefazione sarà di don Carlo» disse Totò, in riferimento a Nazzaro. L’ anno dopo sarebbe uscita la raccolta, baciata da un successo di vendite anche all’ estero. Totò per sé aveva chiesto solo cinquanta copie. Gli finirono, mandò il suo assistente Cafiero a ritirarne altre venti, con l’ intenzione di pagarle. Fiorentino voleva donargliele: «No, commendatore. Il Principe mi ha detto che voi avete rispettato gli accordi e non gli dovete nulla. Pretende quindi di pagare e se doveste insistere devo lasciare le copie».

Il ministro Costa e la Nobel Malala incontro a Napoli sui diritti umani

Il Mattino
Ugo Cundari
link

Inizia oggi alle 9 nella sala Rari della Biblioteca Nazionale la tre giorni del corso di alta formazione in materia di diritti umani, organizzato dal Consiglio dell’ ordine degli avvocati di Napoli. Ad aprire la manifestazione, dopo il presidente dell’ ordine Maurizio Bianco e il Cardinale Crescenzio Sepe, il ministro dell’ Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, e Malala Yousafzai, giovane attivista pakistana che all’ età di 11 anni è diventata celebre per il blog da lei curato per la Bbc nel quale documentava la ferocia del regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne. Per questo suo impegno a Yousafzai è stato assegnato il premio Nobel per la Pace nel 2014, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice dei riconoscimenti conferiti dall’ Accademia di Svezia. Nel pomeriggio, tra gli altri, interverrà Reine Alapini-Gansou, con una conferenza sulla discriminazione di genere nell’ Africa sub-sahariana. Alapini-Gansou, avvocato e giudice della Corte penale internazionale, nel 2009 ha ottenuto in Benin la parificazione della condizione giuridica femminile a quella maschile in materia di reato di adulterio. Domani il tema della giornata sarà la tutela dell’ ambiente e il diritto alla salute. Tra i relatori, Gianpiero Zinzi, presidente della terza commissione speciale sulla Terra dei fuochi, le bonifiche e le ecomafie, che parlerà della violazione dei diritti umani connessi all’ ambiente e alla salute. Nel pomeriggio focus sulla tutela della privacy, la libertà di espressione e il diritto alla corretta informazione. Tra gli altri, Carlo Fontana, caporedattore centrale Rai, parlerà della stampa come guardiano pubblico, l’ avvocato Andrea Pontecorvo della diffusione massiva della notizia e del ruolo della comunicazione orizzontale. Tratterà dei profili civilistici della libertà di manifestazione del pensiero nella giurisprudenza italiana e per la Corte Europea dei diritti dell’ uomo Francesco Barra Caracciolo, avvocato esperto in materia di tutela dei Media. Nella giornata conclusiva di sabato mattina, Rosanna di Poce e Mariella Fiorentino discuteranno della filosofia del diritto alla bellezza, partendo dal caso Napoli tra filosofia e giurisprudenza.

Nel bonus pubblicità anche le spese per i concessionari

Il Sole 24 Ore
Giorgio Gavelli
link

Correzione di rotta del dipartimento per l’ Informazione e per l’ editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri nell’ ipotesi (assai frequente) in cui l’ acquisizione della pubblicità non sia gestita dai media direttamente, ma tramite società specializzate (concessionarie). Nell’ ultimo aggiornamento delle risposte ai quesiti ricorrenti (Faq) proposti dagli interessati, è stata modificata la risposta relativa all’ ammontare delle spese rilevanti ai fini della determinazione del credito d’ imposta. In precedenza (risposte rese a fine settembre), a fronte degli specifici quesiti riguardanti l’ importo eleggibile in caso di contratti pubblicitari non stipulati direttamente ma tramite concessionario, il Dipartimento aveva affermato che le fatture avrebbero dovuto espressamente riportare l’ importo delle spese nette sostenute per la pubblicità, separato dall’ importo relativo al compenso dell’ intermediario, oltre a dover essere indicata la testata giornalistica o l’ emittente radio-televisiva sulla quale veniva effettuata la campagna pubblicitaria. Questo in quanto, ai sensi della norma istitutiva, le spese che concorrono a formare la base di calcolo dell’ incremento e quindi del bonus fiscale vanno assunte al netto delle spese accessorie, dei costi di intermediazione e di ogni altra spesa diversa dall’ acquisto dello spazio pubblicitario, anche se ad esso funzionale o connesso. Si trattava, evidentemente, di una risposta poco gradita alle concessionarie, che avrebbero dovuto esporre in fattura il proprio margine specifico, spesso proveniente da contratti strutturati in maniera assai complessa. Prendendo atto di questa considerazione, oltre che del fatto che – per chi investe in pubblicità – «la distinzione tra il costo netto degli spazi pubblicitari ed il costo del servizio svolto dalla società terza, anche nei casi nei quali fosse evidenziabile, non ha alcun rilievo nei confronti del committente», il Dipartimento modifica la propria risposta. Ora si legge che «le somme complessivamente fatturate da società concessionarie della raccolta pubblicitaria sono interamente ammissibili ai fini del calcolo del credito d’ imposta, in quanto costituiscono, per l’ operatore economico committente, l’ effettiva spesa sostenuta per l’ acquisto degli spazi». Devono, invece, ritenersi escluse dal bonus le spese sostenute da chi si avvale di servi zi di consulenza o intermediazione o di altro genere, che (questi sì) costituiscono costi accessori. Si pone, evidentemente, il tema della ripresentazione delle dichiarazioni già inviate secondo l’ interpretazione restrittiva oggi superata. Si ritiene che entro il 22 ottobre possa essere trasmessa una dichiarazione correttiva che sostituisca la precedente.

Chessidice in viale dell’ Editoria

Italia Oggi

link

Audiweb 2.0, rivisti i dati di luglio. Audiweb ha ripubblicato i dati sull’ Audience di luglio: in quelli rilasciati il 4 ottobre mancava la navigazione mediante browser dell’ applicazione di Facebook (in-app browsing), una delle componenti più attese della nuova rilevazione. Il risultato è che la total audience è aumentata per molti siti e alcuni hanno fatto un balzo in classifica, come Fanpage, passata dai 692 mila utenti dichiarati in precedenza agli 1,5 milioni attuali. Erano corretti, invece, i dati del nastro di pianificazione per i clienti. Cardani, rilascio frequenze 700 Mhz solo con riassetto radio-tv. «Il rilascio delle frequenze in banda 700 Mhz da parte dei broadcaster non potrà realizzarsi senza un complesso e articolato riassetto del sistema radiotelevisivo su piattaforma digitale terrestre, nazionale e locale, che comporta sacrifici per tutti, nonché inediti scenari di condivisione delle risorse frequenziali». Lo ha detto ieri il presidente dell’ Agcom Angelo Marcello Cardani, durante un’ audizione al senato riferendosi in particolare al numero eccessivo di frequenze oggi in mano alle tv locali. Google fa ricorso contro la multa Ue. Google ha presentato ricorso all’ Unione Europea per l’ annullamento di una sanzione dell’ antitrust da 4,34 miliardi di euro legata all’ abuso di posizione dominante del sistema operativo Android per telefoni cellulari. Google ha tempo fino alla fine di ottobre per porre fine a un comportamento giudicato anticoncorrenziale.

Concessionarie, il bonus resta

Italia Oggi
MARCO A. CAPISANI
link

Investimenti pubblicitari totalmente agevolabili e senza complicati calcoli da fare anche per gli inserzionisti che pianificano campagne promozionali attraverso le concessionarie. Molte aziende, infatti, non si rivolgono direttamente a un editore per pubblicare i loro consigli per gli acquisti ma si affidano a società specializzate che operano su mandato degli editori. E anche se le aziende si confrontano con editori, spesso questi ultimi agiscono anche come concessionari, potendo suddividere parte degli investimenti su testate di editori terzi. In ogni caso, come chiarito dal Dipartimento per l’ informazione e l’ editoria-Die (che fa capo alla Presidenza del consiglio dei ministri), gli sgravi fiscali sugli investimenti pubblicitari incrementali, pianificati su stampa ed emittenza radio-televisiva locale, si possono richiedere per l’ intera spesa sostenuta e fatturata dalla concessionaria. Perché? Perché in un primo momento era sorto il dubbio che non si potesse calcolare, ai fini dell’ agevolazione fiscale, la quota di spesa rappresentata dai costi d’ intermediazione della concessionaria. Ma, hanno precisato dal Die, la concessionaria opera su mandato dell’ editore, come fosse egli stesso. Quindi non si prefigurano le condizioni di un’ intermediazione. E comunque, agli occhi dell’ inserzionista, non fa differenza quanto va a capo dell’ editore e quanto resta alla concessionaria. Si tratta di un rapporto terzo, tra editore e concessionaria. All’ investitore interessa solo quanto deve pagare in tutto. Peraltro, e questa è la seconda motivazione a sostegno del chiarimento fornito dal Dipartimento per l’ informazione e l’ editoria, il rapporto tra editore e concessionaria è tradizionalmente molto complesso, nell’ architettura, nel calcolo e nella ripartizione dei proventi. Tra le variabili da considerare c’ è, per esempio, il volume della pubblicità effettivamente raccolta in un dato periodo. Di conseguenza, non è sempre possibile estrapolare, sul singolo contratto di acquisto di spazi, il costo del servizio svolto dalla società concessionaria. In definitiva, non concorrono a determinare l’ investimento detraibile solo le spese per servizi accessori resi dalla concessionaria. Per esempio, al di là della vendita degli spazi pubblicitari, la stesura di testi promozionali. Restano invece le scadenze per presentare le domande (dettagli su informazioneeditoria.gov.it e www.agenziaentrate.gov.it), ossia entro il prossimo 22 ottobre per gli investimenti incrementali effettuati nel secondo semestre 2017 oppure la conferma da inviare per quelli dell’ intero 2018 entro la fine di gennaio 2019. Nel primo caso sono ricomprese solo le spese per pubblicità su stampa (cartacea e web), nel secondo sia su stampa sia su radio-tv (vedere ItaliaOggi del 28/11/2017).

La tv su dell’ 1,5%. Rai -4%, Sky -1%, Discovery +1,8%, La7 +2,6%, Mediaset +4%

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
link

Nei primi otto mesi del 2018 Mediaset veleggia con una raccolta pubblicitaria in crescita del 4%, e pari a 1,33 miliardi di euro, sulle ali del boom di spot trasmessi in giugno e luglio per i Mondiali di calcio in Russia. Questo risultato da una spinta a tutto il comparto televisivo, che può chiudere il periodo gennaio-agosto intercettando investimenti pubblicitari per 2,32 miliardi di euro, su dell’ 1,5% rispetto allo stesso segmento 2017. Qualcuno storce ancora il naso per il fatto che Mediaset, con i suoi canali, controlli il 57,5% della torta pubblicitaria televisiva a fronte di un 30% degli ascolti. Però, come fa notare più di un manager della pubblicità, trattasi di polemica priva di senso, poiché il Biscione vale anche circa il 60% dei grp televisivi (il grp esprime la percentuale di target audience raggiunta dalla campagna pubblicitaria in termini lordi, cioè includendo le duplicazioni). E perciò le due quote, più o meno, coincidono. Rai, con la sua fetta di mercato tv del 19,5%, è in calo del 4% a 453,2 milioni di euro raccolti, e anche Sky, col 12,2% di quota, scende dell’ 1% a 282,3 milioni. I canali di Discovery mantengono invece una crescita, con raccolta pubblicitaria in aumento dell’ 1,8% a 149,8 milioni nei primi otto mesi dell’ anno, ma la media company sembra aver trovato un suo punto di arrivo a questo livello, con una quota di mercato del 6,4%. Bene, infine, La7, a +2,6% per 98,1 milioni, che valgono il 4,2% di quota di mercato.

Pubblicità, gli otto mesi a +2,5%

Italia Oggi
MARCO LIVI
link

Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia chiude il mese di agosto in positivo, a +4,9% (+2,4% senza search e social), portando i primi otto mesi del 2018 in crescita del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2017. Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search e sul social, l’ andamento nel periodo gennaio-agosto è sostanzialmente stabile a +0,3%. «Pur essendo un mese non particolarmente attrattivo per gli investimenti pubblicitari, la buona crescita di agosto conferma l’ andamento già registrato nei mesi precedenti, grazie a un’ onda lunga che si è protratta anche durante l’ estate», spiega Alberto Dal Sasso, ais managing director di Nielsen. «Il clima non propriamente sereno che prospettavamo in avvicinamento nei mesi scorsi si sta trasformando in una forte turbolenza economica favorita dai cosiddetti venti sovranisti che stanno soffiando in tutta Europa e da una manovra molto sfidante». Relativamente ai singoli mezzi, la tv cresce ad agosto del 4,4% e chiude il periodo dall’ inizio dell’ anno a +1,5%. Bene anche la Go Tv, che nei primi otto mesi del 2018 ha visto aumentare gli investimenti pubblicitari del 14%. Una «crescita a doppia cifra per la Go Tv che esprime nel mese di agosto, e più in generale nell’ estate, il suo miglior contributo nel comunicare negli ambienti fuori casa nel periodo del loro massimo affollamento», ha commentato il presidente di Fcp-Assogotv Angelo Sajeva. «L’ estate infatti valorizza ancor di più le specificità della Go Tv che aumenta la propria audience, in particolare nelle stazioni e negli aeroporti, e che quindi ben si integra e completa i piani di comunicazione sulla tv tradizionale nei mesi della fisiologica diminuzione di ascolti di quest’ ultima. Farmaceutici e turismo si confermano i settori top spender del periodo estivo, il primo si è distinto per pianificazioni in continuità in particolare con integratori e prodotti di stagione, il secondo, compagnie aeree, traghetti, località turistiche, tour operator, cavalca la capacità riconosciuta della Go Tv di generare call to action. Nell’ estate dei record con oltre 35 milioni di italiani in viaggio e un milione in più di partenze a settembre rispetto al 2017, la Go Tv aumenta il proprio fatturato con una proiezione positiva anche sul mese di settembre confermando un mix merceologico sempre più ricco e variegato in cui spicca il nuovo player sportivo Dazn che ha da subito inserito tutti i canali della Go Tv nella sua corposa campagna di lancio». Lieve segno negativo per i quotidiani, che nel singolo mese calano dello 0,9%, consolidando il periodo cumulato a -5,7%. Andamento negativo per i periodici, sia ad agosto che nei primi otto mesi, con cali rispettivamente del 3,5% e dell’ 8,4%. Dopo la parentesi negativa di luglio (finora unico mese negativo dell’ anno), torna a crescere la radio, grazie a un’ ottima raccolta: l’ importante incremento di agosto (+18,2%) conferma la crescita anche per il periodo cumulato (+6,3%). Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’ intero universo del web advertising nei primi otto mesi dell’ anno chiude in positivo a +8,3% (+4,3% se si escludono il search e il social). In crescita il cinema (+20,2%) e il transit (+11,6%), mentre rimane in calo l’ outdoor (-11,6%). Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 13 in crescita, con un apporto di circa 122 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti nel periodo gennaio-agosto. Alla buona performance di bevande e alcolici (+7,2%) e automobili (+4%), si contrappone il calo di toiletries (-16,8%), farmaceutici (-0,2%) e telecomunicazioni (-7,7%). «Se il mercato rimanesse stabile per i restanti quattro mesi, il 2018 si chiuderebbe con una crescita dell’ 1,5% rispetto all’ anno precedente. È una prospettiva plausibile», conclude Dal Sasso. «Aspettiamo di vedere il consolidato di settembre come segno determinante per la fine dell’ anno, tenendo in considerazione questo dato come indicativo dell’ andamento dell’ autunno pubblicitario di questo complicato 2018».

Ascolti, settembre no per Mediaset

Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
link

Un settembre complicato per Mediaset. Almeno dal punto di vista degli ascolti televisivi. Fa impressione vedere Canale 5 precipitato al 12% di share in prima serata, due punti secchi in meno rispetto allo stesso mese del 2017. Se, da un lato, il settembre 2017 era più alto anche grazie alla Champions league, che invece quest’ anno è in chiaro sulla Rai, dall’ altro, però, avrebbero dovuto esserci i benefici effetti del ritorno di Canale 5 sulla piattaforma Sky, a partire dallo scorso 5 settembre. In generale, comunque, tutto il sistema di canali tv del Biscione non va molto bene, dopo l’ abbuffata di ascolti da Mondiale di calcio in esclusiva. La nuova Rete 4, letteralmente rivoluzionata rispetto al passato, cala leggermente nelle 24 ore (3,8% di share), migliora in prime time (4,6%, con 0,4 punti in più rispetto al settembre 2017) dove si sono concentrate le novità, e peggiora in seconda serata, con 0,3 punti in meno e una share al 4,4%. Da segnalare 20, che si attesta attorno all’ 1% in prima e seconda serata, e il nuovo Focus, allo 0,55% sulle 24 ore. Il complesso dei canali Mediaset cala di due punti nelle 24 ore (29% di share) e di tre punti in prima serata (28,4%). Va tuttavia sottolineato come la stagione autunnale 2018 di Mediaset sia iniziata a pieno regime solo in ottobre, con uno slittamento in avanti di qualche settimana rispetto al 2017 dovuto a una pianificazione più prudente degli investimenti dopo lo sforzo fatto per i Mondiali di calcio. Il pubblico del Biscione in uscita è intercettato dalla Rai, che, anche per recuperare il terreno perso in estate, è partita subito a pieno regime da inizio settembre, mese nel quale guadagna 1,5 punti nell’ intera giornata (36,5% di share) e 2,6 punti in prime time, con un 39,5% di share che segna un clamoroso vantaggio di ben 11 punti su Cologno Monzese. Bene pure La7, con un network al 4,9% di share in prima serata, un punto in più sul settembre 2017. Le altre due novità del panorama generalista, ovvero Tv8 di Sky e Nove di Discovery, si sono invece stabilizzate: Tv8 sostanzialmente replica i risultati del settembre 2017, con un 2,35% di share nelle 24 ore e un 2,57% in prima serata, così come Nove è all’ 1,45% nell’ intera giornata e all’ 1,33% in prime time. E stabili sono sia il sistema Sky sia quello Discovery. Tendenza leggermente positiva, in settembre, per Viacom che, grazie all’ innesto di Spike, accresce la sua forza d’ urto e sale all’ 1,61% nelle 24 ore, mentre Paramount channel è fermo poco sotto l’ 1% di share.

L'articolo Rassegna Stampa del 11/10/2018 proviene da Editoria.tv.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 7932

Trending Articles