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Sciopero di due giorni: Fnsi, Sugc e Ordine al fianco dei giornalisti
Editoria, il settore è a rischio crolli
Apprendisti dell’ editoria con Cigo e Cigs
chessidice in viale dell’ editoria
Apprendisti Spetta pure la cigs
Di Maio scimmiotta la Lega «Censimento dei raccomandati»
Di Maio: «Il censimento? Va fatto dei raccomandati» E nel mirino finisce la Rai
Sciopero di due giorni: Fnsi, Sugc e Ordine al fianco dei giornalisti
Il Roma
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NAPOLI. «Pieno sostegno allo sciopero di due giorni indetto all’ unanimità dall’ assemblea dei giornalisti del Mattino» viene espresso in una nota dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lo russo, e dal segretario del Sugc, Claudio Silvestri. «I colleghi – spiega la nota – hanno scoperto per caso che nelle pagine del giornale c’ era una pubblicità con l’ annuncio di vendita dell’ edificio di via Chiatamone 65 che da oltre 60 anni è la sede del quotidiano più grande del Mezzogiorno. Il tutto a trattativa ancora in corso e senza alcuna comunicazione al Cdr. Non è la prima volta che l’ editore agisce in totale dispregio dei corretti rapporti sindacali». «È necessario conclude la nota del sindacato – dare un segnale forte e reagire per contrastare atteggiamenti oramai intollerabili. Anche di questo si discuterà nella consulta dei Cdr convocata per domani a Roma presso la sede della Fnsi». Anche «l’ Ordine dei Giornalisti della Campania è al fianco di tutti i giornalisti del Mattino, redattori e collaboratori, in una delicatissima fase della vita del più importante quotidiano del Mezzogiorno che in pochi giorni ha dovuto incassare l’ annuncio del trasferimento dalla sede storica di via Chiatamone, il nuovo taglio dei compensi ai collaboratori del web e l’ improvviso avvicendamento alla Direzione. Una battaglia che vede l’ Ordine al fianco di tutti i colleghi in difesa di una voce fondamentale per l’ informazione del Mezzogiorno e di tutto il Paese».
Editoria, il settore è a rischio crolli
Il Manifesto
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Ml sottosegretario con delega all’ editoria, Vito Crimi del Mov5Stelle, avrà i suoi grattacapi. Il settore, infatti, versa in una situazione di crisi strutturale. Quest’ ultima è la combinazione della più complessiva vicenda economica con la storica trasformazione tecnologica in corso. La frontiera tra l’ era analogica e quella digitale è assai più proble matica e complessa di quanto i cantori dell’ innovazione abbiano fatto credere. Il lavoro precario, spesso persino dai tratti schiavistici, costituisce al momento il lato duro della transizione. Gli editori sono arrivati all’ appuntamento impreparati e chiusi in fortezze ormai fragilissime; i proprietari dei dati e degli algoritmi con cui si compongono le odierne strutture informative hanno in mano la diffusione dei saperi, con inaccettabili vantaggi fiscali; le organizzazioni sindacali hanno il fiatone. Inoltre, gli istituti pensionistici rischiano di non reggere, perché il calo occupazionale è costante. Insomma, servono misure di intervento straordinarie per evitare crolli, collassi e disoccupazione selvaggia. Ed è indispensabile un vero disegno riformatore, che introduca norme antitrust adeguate al tempo storico e valorizzi gli investimenti produttivi. Da anni si evoca la necessità di convocare gli “Stati generali dell’ editoria”, per mettere apunto un progetto non effimero. La carta e la rete possono convivere. Anzi, laddove si sono avviate sperimentazioni virtuose, le due piattaforme sono diventate sinergiche. Ecco, questo è lecito attendersi da chi ha scommesso sul cambiamento. Non sia mai che la visuale si fermi al capitolo, importante ma una goccia nella tempesta, del “Fondo per il pluralismo e l’ innovazione dell’ informazione”. Su quest’ ultimo si sono dette e scritte parole talvolta improprie, soprattutto perché non aggiornate. I “fasti” antichi sono un ricordo. La sequenza normativa composta dalla legge n.103 del luglio 2012, dalle disposizioni della l.n.198 dell’ ottobre 2016 e dal decreto legislativo n.70 del luglio 2017 ha già parecchio bonificato il comparto. Non ci sono né finanziamenti ai fogli di partito, né a quelli specializzati; mentre il resto degli aventi diritto è soggetto a griglie piuttosto rigide, dal vincolo dei contratti a tempo indeterminato, a un rigoroso rapporto tra diffusione e vendite. Misure volte alla trasparenza hanno – alme no in parte – tolto il “Fondo” dal calderone dell’ assistenzialismo dalle mani bucate. Intendiamoci. Stiamo parlando di una quota assai modesta di finanziamento (ora parzialmente prelevato dai proventi del canone della Rai): 44 milioni di euro per il 2017. Un quinto della cifra di qualche anno fa. A riprova di simile contrazione, va ricordato che almeno 50 testate hanno dovuto chiudere i battenti. E del centinaio residuo, la metà vive con angoscia. Una simile linea di azione pubblica non è un isolato caso italiano. In Europa, le risorse per i giornali arrivano pure dallo stato, fino al tetto record di 1,2 miliardi di euro della Francia. Non solo. I quotidiani “forti” nel mercato da diversi anni non godono di alcun vantaggio diretto, fatta esclusione per pochissime voci, in particolare le tariffe telefoniche agevolate. E le organizzazioni delle edicole chiedono ancora la completa attuazione della l.n.96 del giugno 2017. È dal 1981- con la l.416 che non viene promulgata una riforma compiuta. Fu il risultato di un fronte che mise insieme la federazione degli editori, il sindacato dei giornalisti, Cgil, Cisl e Uil. Era il mondo di prima. Ma il futuro è cominciato ieri.
Apprendisti dell’ editoria con Cigo e Cigs
Il Sole 24 Ore
Antonino CanniotoGiuseppe Maccarone
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Doppia tutela di cassa integrazione per gli apprendisti con contratto di tipo professionalizzante nelle imprese industriali dell’ editoria. Da gennaio 2018, l’ accesso agli ammortizzatori sociali non è, infatti, circoscritto alla sola cassa integrazione ordinaria (Cigo) ma si estende a quella straordinaria (Cigs) che può essere richiesta per le 3 causali individuate dalla normativa generale. Tutto ciò in deroga a quanto stabilito per gli apprendisti che operano in altre realtà. A darne notizia è l’ Inps con il messaggio 2449/2018 diffuso ieri. L’ estensione della Cigs, se da un lato aumenta le tutele, dall’ altro determina un leggero aumento del costo del lavoro. Il contributo di finanziamento della Cigs è, infatti, stabilito nella misura dello 0,90%, di cui 0,30% a carico del lavoratore. Va segnalato che, nell’ editoria, il versamento della contribuzione Cigs prescinde dalle dimensioni numeriche dell’ azienda. Per gli apprendisti con contratto di tipo professionalizzante l’ obbligo, quindi, va sempre assolto da gennaio 2018. Le imprese industriali dell’ editoria sono già tenute al versamento della Cigo in misura pari all’ 1,70% (imprese fino a 50 dipendenti) ovvero 2% per quelle di maggiori dimensioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA www.quotidianolavoro.ilsole24ore.com La versione integrale dell’ articolo.
Fox Sports chiude in Italia
Italia Oggi
CLAUDIO PLAZZOTTA
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L’ avventura di Fox Sports in Italia finisce qui. Come anticipato da ItaliaOggi del 16 giugno, il canale sportivo sarà chiuso nelle prossime settimane perché verrà meno il contratto con Sky Italia, che versava 32 milioni di euro all’ anno nel triennio 2015-2018 per avere l’ esclusiva di Fox Sports. La decisione è stata presa in una logica combinata Sky-Fox. Da un lato Sky doveva iniziare i primi sacrifici dopo i massicci investimenti per le esclusive sul calcio italiano ed europeo, dall’ altro Fox non poteva sborsare più dei 15 mln annui che finora aveva versato alla Liga spagnola per i diritti tv 2015-2018, e si era resa conto, senza Liga, di non avere contenuti sportivi appetibili per eventuali altre piattaforme. Continuerà, tuttavia, ad esistere il sito web FoxSports.it, dove sarà impiegata parte dei 20 giornalisti attualmente operativi a Fox Sports nella redazione guidata da Marco Foroni. Va detto che la parabola di Fox Sports ha avuto il suo culmine proprio nei primi mesi di vita, tra l’ agosto e il dicembre del 2013, e poi è stata caratterizzata da una lenta ma inesorabile discesa. Nel giugno del 2013, in una affollata conferenza stampa a Milano, viene presentato il progetto di Fox Sports. Che, operativamente, parte il 9 agosto su Sky con Fox Sports, e il canale accessorio Fox Sports Plus acceso solo in alcune occasioni. I due canali vengono ceduti pure alla piattaforma Mediaset Premium. Il 20 dicembre di quell’ anno debutta un secondo canale, Fox Sports 2, in esclusiva solo per Sky. E’ l’ apice della storia di Fox Sports. Il 4 agosto del 2014, infatti, si chiude Fox Sports Plus su Sky (ma continua su Premium). E poi, un anno dopo, nel luglio del 2015, finisce l’ accordo di Fox Sports con Premium. Il canale sportivo diventa, cioè, una esclusiva di Sky, che però chiude Fox Sports 2. Nel 2016 Sky strappa a Fox Sports l’ esclusiva della Premier league inglese di calcio, lasciando al canale, come contenuti pregiati, solo la Liga spagnola e, ma in secondo ordine, la Bundesliga tedesca. Scaduti i diritti tv 2015-2018 della Liga, si è deciso, di comune accordo, di lasciare perdere, e, come detto, di chiudere definitivamente Fox Sports. La logica che ispira Sky in questa fase, dopo aver investito 1,3 miliardi di euro all’ anno per le esclusive assolute di Champions league, Europa League e buona parte dei match di Serie A di calcio, è che le ciliegine a corredo della torta non servono più. Nel senso che in precedenza Sky proponeva, in sostanza, le stesse partite di Serie A di Mediaset Premium. E aveva necessità di differenziare la sua torta con qualche decorazione esclusiva di impatto, tipo la Liga, la Premier o la Bundesliga. Ora, con le stagioni di Serie A 2018-2021 vendute per prodotto e non più per piattaforma, e le esclusive assolute della Champions league e della Europa league, la proposta calcistica di Sky è fatta tutta di esclusive, e quindi le ciliegine non servono più, o comunque servono meno. E si razionalizza a partire dagli asset del gruppo. Proseguono intanto i dialoghi con Perform per vedere di organizzare una offerta complessiva di tutte le partite della Serie A per gli abbonati Sky. Anche perché entro luglio Sky dovrà predisporre le sue offerte commerciali per il satellite e per il digitale terrestre, comprendenti i diritti della Serie A 2018-2019. Si lavora comunque al cambio di tutti i nomi dei canali sportivi di Sky, con una riorganizzazione per verticalizzazioni di contenuti. Quanto a Mediaset Premium, che al momento va avanti con serie tv, film e i due canali di Eurosport per i quali il contratto scade ad agosto 2019, ci sono ancora dialoghi con Perform per vedere di ospitare alcune partite di Serie A sulla piattaforma pay del digitale terrestre. E oggi potrebbero essere assegnati i diritti tv della Serie B, ai quali Mediaset concorre insieme con Sky, Perform e MediaPro. Vedendo, però, i risultati clamorosi di ascolto dei Mondiali di calcio in chiaro sulle reti del Biscione, a Cologno Monzese si stanno rendendo conto di quanto sia profittevole un investimento di 70 milioni di euro in diritti tv free che avrà effetti positivi sul rating medio annuo di audience dei canali. E stanno anche riflettendo su quanto, invece, sarebbe scivolato via senza particolari effetti un investimento di 70 milioni di euro su diritti in pay tv. E’ quindi probabile che Mediaset tenda, come sottolineato dall’ a.d. Pier Silvio Berlusconi, a trasformare Premium in una light pay tv, su un modello over the top per il quale sarebbero più che sufficienti alcune centinaia di migliaia di abbonati. © Riproduzione riservata.
chessidice in viale dell’ editoria
Italia Oggi
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Cairo Editore lancia Diva e Donna Cucina. Diva e Donna Cucina è il nuovo magazine in edicola oggi in abbinamento gratuito con Diva e Donna, il settimanale di Cairo Editore. Il lancio, con una tiratura di circa 400 mila copie per il primo numero, sarà supportato da una campagna pubblicitaria con pianificazione sulle reti televisive nazionali. «In un momento di mercato difficile noi continuiamo a credere che ci sia spazio per i giornali ben fatti, curati nei testi e nelle immagini e, soprattutto, rispondenti ai bisogni dei lettori», ha dichiarato il presidente Urbano Cairo. «E così, mentre altri editori chiudono o vendono le loro testate, noi lanciamo un quindicinale tutto nuovo: Diva e Donna Cucina». Radio Italia dedica una serata speciale a Cesare Cremonini. Radio Italia è radio ufficiale di «Cremonini Stadi 2018», il tour di Cesare Cremonini che segna il ritorno del cantautore bolognese dopo due anni di lavoro di scrittura e produzione in studio. In occasione della data milanese del tour, Radio Italia dedica all’ artista una serata speciale: «Cesare a San Siro». Oggi a partire dalle ore 21,00, dagli studi di Cologno Monzese, la speaker Daniela Cappelletti conduce uno spazio interamente dedicato al cantautore bolognese ricco di informazioni sulla sua carriera, il tour e in rotazione solo brani di Cremonini. Durante la serata, dallo studio allestito nel backstage del concerto, collegamenti con gli speaker Marco Maccarini e Marina Minetti che introdurranno la messa in onda, in esclusiva assoluta, di alcuni brani live da San Siro. Da Homina, Mediatyche e Extra nasce Sic. Dall’ esperienza di tre agenzie di comunicazione, Homina, Mediatyche e Extra, nasce Sic, società consortile con sedi a Bologna, Milano e Roma, oltre 40 professionisti per un fatturato di 4 milioni di euro. Le tre agenzie fondatrici, pur mantenendo indipendenza societaria e autonomia operativa, puntano ad affiancare le aziende per raccontare il valore delle eccellenze made in Italy a livello nazionale e internazionale. «L’ Italia ha un patrimonio di aziende leader in molteplici categorie merceologiche, dall’ agroalimentare al manifatturiero», ha spiegato Omer Pignatti, presidente della nuova società e amministratore delegato di Homina. «Il consorzio nasce anche con l’ obiettivo di costruire la massa critica necessaria a fare innovazione e ricerca, per dare ai nostri clienti strumenti sempre più efficaci di ascolto e comunicazione. Unire le forze per sostenere gli investimenti è una scelta che riteniamo vincente». I fact-checker del mondo si confrontano a Roma. Da oggi al 22 giugno Roma ospita il Global Fact V, convegno internazionale dedicato al fact-checking che si terrà presso la St. Stephen School. Il summit, giunto alla sua quinta edizione, riunisce i rappresentanti di decine di progetti di fact-checking provenienti da tutto il mondo, giornalisti, operatori dell’ informazione, rappresentanti delle società tecnologiche e ricercatori. Partecipano settanta diverse organizzazioni e oltre duecento di giornalisti e analisti in un clima di formazione e confronto. L’ evento è organizzato dall’ International Fact-Checking Network, che ha sede presso il Poynter Institute di St. Petersburg (Florida) in collaborazione con diversi partner internazionali tra cui gli italiani Pagella Politica e Agi. Linc compie dieci anni e diventa book-magazine. Linc, il magazine di cultura del lavoro fondato da ManpowerGroup Italia nel 2008 festeggia i suoi primi 10 anni con il nuovo formato book-magazine nato per raccontare l’ evoluzione che i nuovi modelli organizzativi e culturali stanno apportando a livello sociale ed economico. Il progetto editoriale, interamente rinnovato nella veste grafica e nello sviluppo dei contenuti, da quest’ anno è gestito dalla content factory di Havas PR Milan.
Apprendisti Spetta pure la cigs
Italia Oggi
DANIELE CIRIOLI
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Cassintegrazione a maglie larghe agli apprendisti dell’ editoria. Hanno diritto, infatti, a cigo e cigs (in deroga al principio che riconosce solo la cigo); e il diritto alla cigs, inoltre, spetta per ogni causale (non solo per crisi aziendale). Lo precisa l’ Inps nel messaggio n. 2449/2018. In conseguenza di ciò, dal 1° gennaio le aziende sono tenute a versare i contributi anche per la cigs ed entro il 16 settembre vanno pagati gli arretrati. La novità scaturisce dal dlgs n. 69/2017 che, tra le novità, ha modificato il dlgs n. 148/2015 (Jobs act) introducendo l’ art. 25-bis con «disposizioni particolari per le imprese dell’ editoria», in vigore dal 1° gennaio (trattamenti richiesti da tale data). La norma, spiega l’ Inps, si prefigge l’ intento di ricondurre l’ editoria, prima destinatario di norme speciali per la cigs, nell’ ambito della disciplina generale degli ammortizzatori. L’ intento tuttavia non è raggiunto, perché non c’ è l’ attrazione totale della disciplina cigs per l’ editoria a quella del regime generale, lasciando sopravvivere norme particolari. Due le deroghe. Prima di tutto, gli apprendisti con contratto professionalizzante occupati in aziende industriali dell’ editoria sono divenuti destinatari anche di cigs, in deroga al principio generale (art. 2, comma 2, dlgs n. 148/2015), che prevede invece la sola cigo agli apprendisti quando l’ impresa che li occupa rientri sia nel campo cigo che cigs. In secondo luogo, in deroga a predetti principi generali, gli stessi apprendisti possono accedere alla cigs per tutte le causali e non, come generalmente disposto, per la sola causale di crisi aziendale. Dalle novità scaturisce che, da gennaio, per gli apprendisti professionalizzanti sono dovuti sia i contributi cigo sia cigs (0,9%), a prescindere dal numero dei dipendenti occupati. L’ Inps spiega che il nuovo obbligo decorrerà da luglio, mentre gli arretrati (gennaio/giugno) vanno versati entro il 16 settembre. © Riproduzione riservata.
Di Maio scimmiotta la Lega «Censimento dei raccomandati»
Libero
SALVATORE DAMA
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Sparano una bomba al giorno. E ieri era il turno di Luigi Di Maio. È sbagliata l’ idea di censire i rom, dice il capo politico del Movimento Cinque Stelle. Meglio schedare i raccomandati. In Rai e nella Pubblica Amministrazione. E bingo: il titolo sui giornali del giorno dopo è fatto. «Bisogna fare un censimento dei raccomandati nella Pa e anche in questa azienda», annuncia il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro intervistato a Porta a Porta. Non è «un’ azione intimidatoria», minimizza Giggino, però «su questo, se c’ è un governo del cambiamento, dobbiamo ristabilire un po’ di merito». Chi pensa a uscite estemporanee, a gaffe o scivoloni, probabilmente sottovaluta le qualità comunicative dei due vice premier. Che indirizzano i timoni dei giornali e dei tg proprio dove vogliono loro. Cioè lontano dal caso giudiziario scoppiato intorno allo Stadio della Roma. Che ha investito il M5s e, di striscio, la Lega e gli altri partiti. SINISTRA ALL’ ATTACCO L’ altro giorno, dal nulla, Matteo Salvini ha tirato fuori la mina del censimento dei rom. E ha funzionato. I titoli erano tutti sul nuovo «delirio razziale» del leader leghista. La storia di Parnasi e dei suoi bonifici? In taglio basso, indietro nello sfoglio dei quotidiani, giù nelle pagine dei siti di informazione. Ieri l’ operazione è stata riproposta da Di Maio. E la sinistra, particolarmente fessa in questa congiuntura politica, ha dato una mano, cascandoci dentro con scarpe, calzini e bermuda. «Con la boutade sui raccomandati, Di Maio vuole schedare lavoratori e giornalisti Rai? Ricordi che il Minculpop c’ è già stato, e non portò bene né all’ Italia né agli italiani», dice il senatore del Pd Francesco Verducci. «La parola d’ ordine degli ultimi due giorni di governo è censimento», annota Alessia Rotta su Facebook, «Di Maio non può perdere il passo di Salvini e, quindi, propone di censire tutti i raccomandati che ci sono nella Pubblica Amministrazione e di schedare i giornalisti. Se fossi in lui», prosegue la deputata democratica, «partirei da quelli che hanno trovato posto in questi anni nel M5S alla faccia della trasparenza e della meritocrazia, partendo proprio da Lanzalone, senza trascurare i vari Marra e Casalino, per non parlare, poi, degli amici, fidanzati e parenti chiamati a rivestire incarichi di collaborazione alla Camera e al Senato e delle finte parlamentarie che hanno portato nelle aule i preferiti del capo». Di Maio, commenta il senatore dem Tommaso Cerno, «ha imparato in fretta la parola censimento da Salvini e non vedeva l’ ora di usarla anche lui. Così il governo dei due mezzi premier ha ingaggiato una gara a chi censisce di più. Con la Lega decisamente avanti sugli inseguitori a Cinque stelle», conclude l’ ex vice direttore di Repubblica. IL PRECEDENTE In effetti l’ argomento è molto scivoloso per Di Maio. Non è la prima volta che compila elenchi di giornalisti fastidiosi. Un vizietto per cui, a tutt’ oggi, risulta indagato per diffamazione dalla Procura di Roma. I fatti risalgono al febbraio 2017, quando l’ allora vice presidente della Camera invia una lettera al Presidente dell’ Ordine dei giornalisti con elenco allegato di cronisti che, a detta del capo politico grillino, si accaniscono eccessivamente contro il suo Movimento andando oltre il proprio dovere di critica. Si alza un polverone. Alcuni dei nominati decidono di rivolgersi alla magistratura. È il caso di Elena G. Polidori del Quotidiano Nazionale. Al Tribunale di Roma viene aperto un fascicolo. Il Giudice per le indagini preliminari archivia il procedimento, ma il difensore della parte offesa ottiene l’ annullamento del decreto di archiviazione. L’ ironia della sorte vuole che mentre Di Maio annuncia la nascita del primo governo senza indagati, a Montecitorio viene protocollato il fascicolo che lo riguarda. E che lo vede sotto inchiesta. Il procedimento probabilmente sarà stoppato se il vice premier farà uso delle sue prerogative parlamentari. Anche se Di Maio ha sempre detto di non volersi fare scudo con l’ immunità. riproduzione riservata.
Di Maio: «Il censimento? Va fatto dei raccomandati» E nel mirino finisce la Rai
Corriere della Sera
Emanuele Buzzi
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MILANONon solo una battuta per smarcarsi dalla polemica sul censimento dei rom che ha catturato l’ attenzione dei media. Quello di Luigi Di Maio da Bruno Vespa a Porta a Porta è un identikit della tv pubblica che ha in mente il Movimento. «Ci sono altri censimenti politici da fare: il primo è quello dei raccomandati della Pubblica amministrazione e tra questi anche quelli che ci sono in questa azienda, la Rai», dice il capo politico M5S. Le parole del ministro scatenano la reazione dem. «Di Maio ha imparato in fretta la parola censimento da Salvini e non vedeva l’ ora di usarla anche lui», punge Tommaso Cerno. «Schedare i dipendenti Rai? Mai si erano sentiti toni del genere, così intimidatori», attacca Michele Anzaldi. Tuttavia proprio in tv Di Maio aveva spiegato: «Nessuna azione intimidatoria, però se c’ è un governo del cambiamento dobbiamo ristabilire un po’ di meritocrazia». Dietro la frase di Di Maio c’ è la volontà di cambiare pelle alla Rai. A partire dalle nomine per i vertici. Si ragiona al momento su diversi nomi, ma l’ idea che serpeggia nel Movimento è chiara: quella di selezionare un direttore generale inflessibile. C’ è anche chi ne fa il ritratto stile sceriffo. E centrale – spiegano i Cinque Stelle – sarà anche il ruolo del capo del personale. L’ impostazione – insistono – «deve essere meritocratica». Qualche giorno fa Roberto Fico lo ha ricordato sia al Movimento sia alla Lega: «Il modo in cui la politica si comporterà sulla Rai sarà il primo vero banco di prova della legislatura». Fonti vicine al presidente della Camera precisano che «il Movimento è compatto». Di Maio – forte dell’ asse con la terza carica dello Stato – ribatte sugli argomenti che hanno spinto i Cinque Stelle sulla graticola mediatica. A partire dall’ inchiesta sullo stadio di Roma: «Parnasi ha dato soldi a tutti tranne che ai 5 Stelle, siamo gli unici che in questa vicenda non abbiamo preso una lira». E ancora: «Mi fa piacere che la Procura abbia detto che la sindaca Raggi non c’ entra niente con quell’ inchiesta». Per passare all’ immigrazione: «Posso confermare che andremo ai tavoli europei e nulla sarà come prima. Non è questione di porti chiusi, per me ora ci sono porti aperti in Spagna e Francia che ci hanno fatto la morale. Le Ong possono andare anche verso altri porti». Ma l’ ombra che incombe è quella del segretario leghista: «Quello di Salvini è un complesso che non ho, abbiamo stili differenti come persone ma è sempre stato così», ribatte il leader M5S, che poi – nonostante le frizioni sotterranee – precisa con Salvini sull’ immigrazione «siamo compattissimi». Sui rom Di Maio precisa: «Mi fa piacere che Salvini abbia corretto il tiro: censimenti su base razziale non si possono fare. Controlli per la sicurezza dei campi rom e dei bambini sono cosa diversa. Ma se si parla di censimenti su base razionale, no». C’ è spazio anche per lanciare l’ idea di «creare un fondo alimentato con tagli alle pensioni d’ oro e vitalizi e lo destineremo alle pensioni minime» e accelerare sul reddito di cittadinanza: «Spero di portarlo in Legge di bilancio a fine anno».
L'articolo Rassegna Stampa del 20/06/2018 proviene da Editoria.tv.